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FLUMERI
Ambiente storico- culturale
LA STORIA DI FLUMERI
La prima citazione su Flumeri risale al 1122, quando fu distrutta da Guglielmo di
Puglia, anche se le sue origini sono molto più antiche.
A testimoniarlo, i resti preromani rinvenuti in contrada Fioccaglia e databili nei
decenni finali del II secolo a.C.
L’originario centro urbano sembra aver perso importanza nel periodo compreso tra
la fine della guerra sociale e civile fino ad essere completamente abbandonato.
L'assenza di fonti epigrafiche ha poi impedito di riconoscere l'abitato come
municipium romano.
Incerta è anche l'origine del nome: secondo alcuni,
deriva da una famiglia normanna, i "Forma", che abitò
questi luoghi per diversi anni; secondo altri, invece,
potrebbe essere legato al termine frumentum per
indicare l'abbondanza del grano presente in zona.
Quest'ultima ipotesi è avvalorata anche
dallo stemma del Comune che riporta due
spighe di grano.
Nello stemma civico sono rappresentati
anche due fiumi, quindi il nome potrebbe
derivare anche dal latino flumen, fluminis,
per indicare i fiumi presenti sul suo
territorio.
Flumeri fu feudodei Cordoba per volere di Ferdinando d’Aragona ed in seguito
appartenne come Ducato ai De Ponte.
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LA CULTURA
MITI E LEGGENDE
Si narra che, nel giorno di San Rocco, se i
contadini avessero offerto al Patrono una
“gregna”, ovvero un giglio di grano, il
raccolto sarebbe andato a buon fine ed
avrebbe fruttato il doppio dell’anno
precedente.
E’ questa una leggenda popolare che
ancora oggi, si racconta tra i vecchi borghi
di Flumeri e sembra che la Festa del
Giglio sia legata proprio a questo mito.
Inizialmente, infatti, quando anche a
Flumeri si viveva di solo lavoro nei campi, erano proprio i contadini della zona ad
organizzare i festeggiamenti in onore di San Rocco, ed erano loro che si attivavano
per i preparativi del “Giglio”.
ARTE E ARCHITETTURA
Nel territorio di Flumeri, nei campi della località
denominata Fioccaglia, un insolito affioramento di
materiale fittile di epoca romana ha portato, tra il 1989
ed il 1990, alla scoperta di una serie di strutture
abitative romane.
Di importante testimonianza sorico-artistica è il Palazzo
della Bufata, situato in località Doganelle, nel cuore del
centro storico. L’edificio aragonese, risalente al
Cinquecento, veniva, un tempo, utilizzato dai reali
napoletani
come
residenza
campestre
e
successivamente è divenuto luogo di scambi
commerciali.
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FOLKLORE
FESTA DEL GIGLIO
Nel giorno di San Rocco, taumaturgo di eccezionale
valore e patrono di Flumeri, l’intero paese realizza un
grosso Giglio di paglia che, nel corso dei
festeggiamenti del Ferragosto, viene consegnato, in
segno di devozione, al Santo protettore.
Si tratta di un’impalcatura imponente, la cui
realizzazione inizia già nel mese di luglio, quando
tutta la cittadinanza si attiva nella costruzione del
giglio dorato, un vero e proprio campanile, fatto con
spighe di grano che, dopo la festa, vengono macinate
per ricavare la farina che viene venduta ed il cui
ricavato va devoluto in beneficenza.
Il “giglio”, un obelisco di legno alto 30 m, è costituito
da 5 piani, alla cui punta sventola una bandiera di
paglia intrecciata con al centro l’immagine di San
Rocco.
Il Giglio viene trainato da un trattore, anch'esso
addobbato con catene di grano intrecciate, mentre
per mantenere l’equilibrio si utilizzano delle funi
robuste tirate da giovani devoti che ne assicurano la
stabilità.
Durante le celebrazioni religiose il carro viene
collocato ai piedi della chiesa di San Rocco ed il 16 agosto, il “giglio” viene trainato
fino alla sommità del paese. La festa folkloristica è molto sentita e rappresenta
oramai una tradizione, tanto che tutti i flumeresi, anche gli emigrati rientrati per
l'evento, vengono coinvolti nei preparativi.
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ENOGASTRONOMIA
La felice posizione naturalistica di cui beneficia Flumeri, ha consentito l'apertura di
diverse attività agrituristiche, dove è possibile assaporare cibi ancora genuini,
rappresentati da alcune delle specialità gastronomiche irpine come cicatielli, fusilli,
salumi, nonché da particolarità della cucina ufitana, come, ad esempio, gli ortaggi
sott'olio.
Le vaste distese di olivo che caratterizzano gran parte del panorama ufitano,
consentono la produzione di un ottimo olio extra-vergine di oliva, tanto che Flumeri
è nota come "La città dell'olio".
E' possibile, inoltre, trovare marmellate, vino e conserve di pomodori.
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RICETTE
“Cuccio d’aia a ciambottella”
Pietanza tipica della tradizione dei pranzi sull’aia quando si trebbiava il grano e
bisognava preparare grandi tavolate per chi vi lavorava.
Ingredienti:
1 coniglio (“cuccio”) d’aia;
500 gr. di peperoni verdi della zona;
300 gr. di pomodorini di Flumeri;
olio extravergine d’oliva e sale q.b.
Procedimento:
- Tagliare il conoglio e piccole porzioni e farlo soffriggere e ben
rosolare in padella con olio a fuoco vivo.
–
Quando la carne è ben rosolata, aggiungere i peperoni puliti e
tagliati a pezzi; aggiungere i pomodorini spezzettati quando i
peperoni sono quasi a cottura.
–
- Cuocere il tutto, fino a formare un sughetto. Servire con pane e
vino Aglianico di Flumeri.
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