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Silvia Morante
In fondo, la luce
Racconti in prima persona
Copyright © MMXIV
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
www.narrativaracne.it
[email protected]
via Raffaele Garofalo, 133/A-B
00173 Roma
(06) 93781065
isbn
978-88-548-7799-3
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopie
senza il permesso scritto dell’editore.
I edizione: novembre 2014
EPILOGHI
Questione di coerenza
È raro che agisca sotto l’impulso di un’emozione o per trarre qualche
vantaggio. Lo faccio piuttosto quando sento la necessità di correggere
gli eventuali inestetismi della realtà che mi circonda. Lo percepisco
come un dovere morale ed è probabilmente per questo che non sono mai
spaventato dalle conseguenze delle mie azioni. Spesso vivo la preparazione e la messa in atto dei miei progetti come un duello, una sfida. So
che potrei perdere, misuro il rischio, valuto i risultati, soppeso e decido
se DEVO agire o no. Come in un vero duello osservo con attenzione il
nemico (sia esso, o essa, una singola persona, un gruppo o un’idea). A
volte sono necessari giorni, in alcuni casi anni. Non tutte le sfide sono
uguali, alcune sono più emozionanti, altre sono più necessarie. Una delle sfide che vivo come più stimolanti è quella nei confronti dell’integralismo dei paladini della logica, della realtà dei fatti, delle verità a priori.
È una vera soddisfazione uscire vincitore da una tenzone contro uno di
costoro. Contro qualcuno che tenta di distruggerti con la forza dell’obiettività, che pretende di convincerti che le sue tesi sono sostenute da
verità inconfutabili. Mi piace stringerli in un angolo e far emergere che,
a ben vedere, con tutto il loro moralismo, non giocano proprio pulito.
Paladini della verità, si prendono il diritto di difenderla aggiungendo, se
necessario, qualche dettaglio inventato. Insomma, in poche parole, loro
mentono… sinceramente! E io odio i sinceri che mentono. Mi offendono. Sono antiestetici. Per mentire bisogna essere dei professionisti, si
deve farlo con studio e premeditazione, l’improvvisazione è uno sconcio.
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Non lo posso sopportare, devo reagire. Se ho degli argomenti (e
molto spesso ne ho da vendere) li uso, se non li ho creo. Ma io lo
faccio con professionalità. Bisogna avere una solida preparazione per
questo, non si può improvvisare. È vero che l’eccesso di informazione
di cui soffre il mondo contemporaneo aiuta: siamo circondati da gente
che, approfittando della complessità della vita, ci spaccia competenze
che non possiede. Io non appartengo a questa categoria, io non mento
per interesse personale, mento per il bene collettivo e lo faccio con
assoluta professionalità. Per essere dei buoni professionisti in questa
sfida è necessario studiare e avere un’intelligenza fuori dalla norma.
Una volta che ci si è formati delle solide basi in un certo numero (non
trascurabile) di campi diversi si conta sul fatto che la probabilità che
una discussione su un qualsivoglia argomento si svolga in presenza
di una persona esperta (davvero esperta) in più di un campo è quasi
nulla. E allora quello che si deve fare è una specie di slalom: riconoscere velocemente l’ostacolo ed essere rapidi nel cambiare strategia.
Se l’avversario è abile con la pistola (metaforicamente parlando) usare
la spada. Con i filosofi fare gli scienziati, con gli scienziati i filosofi.
Lei è di là, dorme. Non sospetta minimamente di essere in pericolo. Lei è il mio capolavoro. Se (e non è frequente) mi coglie qualche
dubbio sulla validità del mio modo di vivere, penso a lei e ogni dubbio
svanisce. Lei è una donna felice, tranquilla, sicura di sé; ma soprattutto lei è totalmente sicura di me! Ha in me la più totale fiducia. So
con certezza che mi reputa una persona cui si può leggere l’animo, è
sicura che io sia incapace (incapace!?) di mentire. Io, però, semplicemente non le ho mai detto la verità. Sulle cose importanti ho mentito
sempre, con determinazione e assoluta professionalità, appunto. Lei si
sente amata, molto amata, e io, ovviamente, non l’amo affatto. Non
la amo come un uomo, normalmente, ama una donna. Amo, in lei, il
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mio successo. La considero preziosa (più di quanto un uomo consideri
preziosa la donna amata) perché lei è la prova vivente della giustezza
della mia filosofia.
La guardo quando si veste, la guardo senza distogliere gli occhi dai
suoi seni nudi, dai suoi fianchi, la guardo come se fossi attratto dal
suo corpo che invece detesto. Mi piace constatare in me la più totale
assenza di desiderio e vederla fremere ai miei sguardi che lei giudica
libidinosi. Gli occhi le si illuminano e le sue mani indugiano dove non
dovrebbero, ammiccando verso la mia totale freddezza. Questo esercizio la mantiene giovane. La paragono spesso alle sue amiche (mogli o
amanti desiderate di mariti o amanti desiderosi) e la vedo splendere
sullo squallore della vita altrui. Posso fare questo miracolo perché io
non provo nulla. Non mi piace e non mi piacerà mai.
L’ascolto. So tutto quello che fa. Registro con pedanteria ogni suo
gusto, ogni suo desiderio, e mi adeguo. È stupida, non dice quasi mai
nulla che rivesta per me il ben che minimo interesse, ma lei è convinta
di guidarmi. Il suo tono è quello della maestrina, pedante e materno
a un tempo. Mi irriterebbe se non godessi immensamente nel vedere
riflessa in lei l’eccellenza della mia recitazione, se non fossi felice di
constatare quanto bene io sia in grado di interpretare il ruolo del marito in ammirazione. La vedo fare la ruota, inorgoglirsi delle scemenze
che dice, e non posso resistere: la provoco, simulo un’ignoranza sottomessa e riconoscente quando mi insegna quello che sa.
Dorme. Sento il suo respiro regolare. Sorrido al pensiero che scoppi di salute. La felicità è la miglior medicina: non si può ammalarsi
quando si è pienamente soddisfatti della propria vita. Vedo, attraverso
la porta socchiusa, la sagoma del suo corpo sotto le coperte. Sa che
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quando andrò a dormire, qualsiasi ora sia, vorrò averla. Si sarà preparata, come al solito. Immagino il profumo che sentirò alzando le coperte.
Riesco a immaginarmi quell’attimo di disgusto che sempre mi prende
quando lei, sentendomi arrivare, mi fa posto vicino al suo corpo.
Lei è la più grande soddisfazione della mia vita. E in cosa questo
sentimento è inferiore a quello che la gente comune, rozza, incapace
di creare, chiama amore? Perché non è “vero”? Ridicolo. Chiedetelo a
lei, chiedetele di cambiare la propria esistenza con quella delle amiche
amate di “vero” amore? Lei è la prova di quanto io abbia ragione. Solo
gli stupidi hanno il dovere di dire la verità, solo quelli che non hanno
la capacità di inventare qualcosa di meglio della realtà, quelli che hanno paura di mentire e si accapigliano per sostenere ognuno la propria
verità. Noi abbiamo il dovere di fare di più.
Questa volta, se non conoscessi il valore della mia arte, avrei forse
il diritto di lasciare che le cose seguissero il loro corso, ma io ho il
dovere di chiudere con coerenza il lavoro iniziato. Io so che il prezzo
da pagare è la più totale solitudine; io so che, perché tutto sia veramente perfetto come deve essere, tutto quello che ho fatto non dovrà
mai essere rivelato, ma devo ammettere che, per la prima volta, sento
un po’ la mancanza di un pubblico plaudente.
Lei dorme e sarà così dolce accompagnarla ad accettare quest’ultima menzogna, sarà facile, sarà indolore e sarà il giusto corollario a
una vita felice.
ANSA:
Un giovane professionista e la moglie sono stati trovati morti nel loro
appartamento. La polizia sospetta che si tratti di un suicidio di coppia.
Pochi giorni prima il marito, uomo estremamente compassato, era stato
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scoperto in pianto nel suo ufficio: alla moglie era stata diagnosticata
una malattia fatale. La polizia ritiene però che il motivo del suicidio
sia da attribuire al fatto che la donna è risultata incinta di tre mesi,
ma il marito era stato dichiarato sterile. La coppia, che a detta di tutti
era unitissima, non è evidentemente riuscita a superare il fatto. Tutti,
parenti e amici, sono stati profondamente colpiti dal gesto della giovane
coppia, ma il migliore amico e collega del marito è apparso addirittura
sopraffatto dalla disperazione…