Eterologa,siscrivelacarta didirittiedoverideidonatori

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LA STAMPA
MERCOLEDÌ 24 SETTEMBRE 2014
.
Cronaca di Torino .53
CORRUZIONE
il caso
Bretella
di Venaria
Saitta teste
al processo
ELENA LISA
È
il passo più delicato: scrivere nero
su bianco i diritti e
i doveri che spetteranno ai futuri donatori e riceventi di ovociti o
spermatozoi. Ma redigere i
«consensi informati» è anche
il passo che segna ufficialmente l’avvio dell’eterologa in
Piemonte. «La fase di elaborazione politica è finita - dice
l’assessore regionale alla Sanità Antonino Saitta - oggi
passiamo a quella operativa».
La novità
Incaricata di formalizzare i
documenti - tasselli potenzialmente decisivi nel caso in cui
coppie e donatori volessero
appellarsi per denunce e ricorsi - è l’appena insediata
«commissione permanente
sulla procreazione medicalmente assistita» che, già nel
nome, annuncia una novità.
La nascita del comitato, nell’obiettivo iniziale, era strettamente legata alla fecondazione eterologa. L’assessorato alla Sanità, invece, ha esteso la
supervisione a ogni centro
che pratichi le tecniche di
«pma». Tutte: di primo e seI DONATORI
Servono locali
attrezzati per i barili
di azoto congelato
condo livello.
A comporre la commissione, insediata due settimane fa,
sono quattro ginecologi
esperti in infertilità, una biologa, due direttori sanitari,
una psicologa e una genetista.
Primo compito, appunto, scrivere i consensi informati che
saranno identici e validi per
tutto il Piemonte. Secondo: rilevare la funzionalità dei centri che intendono praticare
l’eterologa e le loro effettive
possibilità strutturali. Per la
raccolta e la conservazione di
liquido seminale, per esempio, è fondamentale un locale
apposta dove contenere barili
di azoto congelato.
Il Sant’Anna
Alberto Revelli, responsabile
del centro dipartimentale di
Fisiopatologia della riproduzione e procreazione assistita
al Sant’Anna, è membro della
commissione
scientifica:
«Stiamo preparando le regole
per l’eterologa - dice - con un
L’importanza dei consensi informati
Redigere i «consensi informati» è il passo che segna ufficialmente l’avvio dell’eterologa in Piemonte
«La fase di elaborazione politica è finita - dice l’assessore Saitta - oggi passiamo a quella operativa»
Eterologa, si scrive la carta
di diritti e doveri dei donatori
Revelli (Sant’Anna): ma bisogna ridurre il numero delle strutture
La commissione
1 Imembridellacommissio-
ne sono Alberto Revelli responsabile del Centro di Fisiopatologia della riproduzione e Pma
del Sant’Anna, Gianluca Gennarelli responsabile della sezione destinata al trattamento,
Claudio Castello a capo del centro di Fisiopatologia della riproduzione del Maria Vittoria ed
Ezio Zerbino, responsabile del
centro dell’ospedale di Fossano. Due direttori sanitari: per il
Sant’AnnaGraceRabacchieper
ilMariaVittoriaPaoloMussano.
La psicologa Sara Randaccio. La
genetista Gabriella Restagno e
la biologa Cinzia Racca.
Psicologi e ginecologi
obiettivo che garantisca insieme metodo e sicurezza: restringere il numero delle strutture
che vorrebbero “accreditarsi”.
Ce ne sono alcune che in un anno eseguono al massimo 50, 100
interventi di pma. E non basta.
Al Sant’Anna ne eseguiamo circa mille. Le tecniche di fecondazione richiedono capacità ma
anche numeri per raggiungere
un buon livello di esperienza e di
successo. Personalmente sono
per il modello tedesco: 85 milioni di persone e 25 centri di fecondazione. In Italia, per 60 milioni, ce ne sono 320».
Un’ idea condivisa: «In Piemonte - dice Saitta - oltre all’ospedale sotto casa non è nemmeno pensabile l’eterologa a
chilometro zero».
Il fatto poi che alla procedura
non basti la sola specializzazione in ginecologia è provato
da un’indagine consultiva proposta da un gruppo di psicologhe del Sant’Anna a 1.500 gineIL SONDAGGIO
«Lacune importanti
rivelate dai test sui 1.500
ginecologi ospedalieri»
cologi ospedalieri piemontesi.
Un test per indagare la conoscenza di un «male» sempre
più diffuso: l’infertilità che pare imputabile all’età degli ovociti ma che, stando agli ultimi
studi, sembra trovare spiegazioni anche nella qualità degli
spermatozoi.
Un «male» che per essere
battuto ha bisogno di uno studio costante. «Quando un medico deve richiedere esami ormonali?» oppure «Qual è il numero
indispensabile di spermatozoi
che consente il concepimento
spontaneo?». Domande semplici per un ginecologo esperto in
infertilità. Meno per gli altri: «Il
test ha messo in evidenza lacune importanti - dice Revelli - ma
i medici non sono tuttologi. Perciò per accorciare tempi e
aspettative di chi desidera un figlio e insieme per limitare la
spesa pubblica serve una formazione. Per prescrivere gli
esami giusti, senza sprechi inutili, occorre coscienza medica
ma pure conoscenza».
L’ex presidente della Provincia e attuale assessore alla Sanità in Regione, Antonio Saitta sarà uno dei testimoni nel
processo sugli appalti della
bretella Venaria-Borgaro e la
variante di Tortona. Si tratta
dell’inchiesta emersa nel 2012
che ha coinvolto l’ex vicepresidente del Collegio costruttori
di Torino, Massimo Fantini, titolare dell’impresa Cogefa;
l’ingegner Mauro Fegatelli, direttore tecnico di Scr Piemonte, società creata dalla
Regione per gestire gli appalti, entrambi accusati di turbativa d’asta e corruzione; gli ingegneri Domenico Petruzzelli
e Patrizio Torta, accusati di
corruzione.
Il processo è iniziato ieri
con l’audizione del consulente
della procura: il pm Cesare
Parodi ha portato in aula l’architetto Maurizio Bracchi,
professionista che sta collaborando con gli inquirenti milanesi nell’inchiesta sull’Expo
2015. Processo complesso in
cui si intrecciano due vicende.
La prima riguarda l’assegnazione dell’appalto per la costruzione della variante di
Tortona, affidato alla Cogefa.
La procura sostiene che la
procedura sia stata «pilotata»
manipolando i punteggi riconosciuti all’offerta della Cogefa, estremamente vantaggiosa sul piano economico: Fantini è difeso dall’avvocato Alessandro Mazza, Fegatelli, accusato di aver «orientato» le
scelte della commissione di
gara, da Roberto Capra. La
seconda vicenda ruota attorno al contenzioso sorto tra la
Provincia e il tandem imprenditoriale formato da Cogefa e
Codelfa del gruppo Gavio, cui
nel 2007, al costo di 45 milioni
di euro, era stata affidata la
costruzione della bretella di
Venaria. Nel corso dei lavori le
imprese sollevarono varie «riserve» economiche per maggiori costi sopraggiunti, lievitati a 18 milioni di euro. Riserve ingiustificate secondo il
pm. Per risolvere la questione
fu nominata una commissione
bonaria che chiuse la disputa
a circa 7 milioni di euro. Imputati due membri della commissione: Petruzzelli è difeso
dall’avvocato Paolo Davico
Bonino, Torta è assistito da
[M.PEG.]
Enrico Calabrese.
1
Unlettorescrive:
2 «DaexdipendentedelloSta-
to seguo con attenzione le vicendediquestigiornisulbloccodegli
stipendi e il minacciato sciopero
delle forze dell’ordine. Sappiamo
quantoilorostipendisianoinadeguati alle altissime responsabilità ed ai rischi che il loro lavoro
comporta; sappiamo che i tagli si
sono abbattuti anche sulla fornituradeiloropreziosistrumentidi
lavoro. Tuttavia una cosa è la disparitàtrailvaloredellavoroprestato, un’altra è l’automatismo
degliaumentidistipendio.
«In questo momento non si
tratta solo di mancanza di soldi
nelle casse dello Stato, ma soprattuttodiunproblemadideflazione. Il meccanismo degli aumenti automatici era nato in rispostaalcrescentecostodellavita.Chenonsolononcrescema,in
alcuni ambiti, diminuisce. Mi pare che questa incontrovertibile e
razionale (anche se amara) argomentazione dovrebbe essere assunta senza arroganza sia da chi
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pareessereinfastiditodalconfrontoconisuoiinterlocutori,siadachi
parearroccatosuposizionipopulistiche».
ADRIANARACCONEREGALDO
Unlettorescrive:
2 «Avendooccasionedipassare
spesso a piedi in corso De Gasperi
nell’elegante (?) quartiere Crocetta, volevo segnalare il pessimo statodelmarciapiedi.Sututtoilcorso
l’asfalto è pericolosamente sconnesso: rattoppi, scalini, buche. Comenonbastasse,pestilenzialieffluvi di deiezioni canine profumano il
passaggio. Uno schifo. I vigili si vedono raramente. Auto in doppia fi-
la e davanti ai portoni sono la regola.Michiedosenoninteressaanessuno mettere un po’ d’ordine in
questo tratto di strada, dove c’è un
bar ogni metro e mezzo e un “condominio” fatiscente proprio sopra
unabancatantofamosa.
«Forsedevesemprecaderemalamentequalcunoocomprarecasa
unapersonalità“influente”perché
sipossarimediareatantaincuria».
C.B.
Unlettorescrive:
2 «Le Poste Italiane hanno par-
tecipato recentemente con 70 milionidieuroall’aumentodicapitale
Alitalia,manonsipreoccupanodei
suoidisserviziperilsempliceritiro
di una raccomandata, lamentela
più volte evidenziata in questa rubrica. Aggiungo ora la mia: fino a
tempo addietro ritiravo il dovuto
presso la locale agenzia a partire
dal giorno successivo al rilascio
dell’avviso. Da tempo il servizio è
stato decentrato nel palazzo delle
Poste di via Nizza (Porta Nuova) e
primaancoranellasedecentraledi
via Alfieri; se prima occorreva pocotempoperildisbrigodellapratica, ora si impiega mezza giornata.
Per tutti, ma in particolare per le
persone anziane o sole che lavoranotuttoilgiornolanuovaprocedura è problematica. Possibile che in
questoPaeseanchelecosesemplicidiventinocervellotiche?UnplausoallaDirezionedellePoste».
GIANFRANCOMINIOTTI
Unalettricescrive:
presente per segnalare
che sabato pomeriggio in via Garibaldi mio figlio 15enne è stato avvicinatodaunragazzoconindossola
divisa Unicef che gli ha chiesto un
contributo e quando mio figlio ha
aperto il portafoglio, gli ha velocemente “sfilato” 10 euro senza che
lui potesse fare nulla per bloccarlo
eseneèandatodopoavergliconsegnato una penna di plastica dicendo “costa 5 euro, fatti dare i 5 di re-
2 «La
stodaltuoamico”.
«Poco dopo un “compare” del
primo ha nuovamente avvicinato
mio figlio e a fronte della sua affermazionechenonavevapiùnulla,gli
ha detto “ho visto prima che però
avevi anche il bancomat, vieni con
mearitirarecheilragazzoprimadi
te mi ha dato ben 20 euro”; dopo di
che, lo ha “accompagnato” (sembrafossebenpiazzatoequindifacile a intimorire un ragazzino di 15
anni) al bancomat, lasciandolo stare solo quando ha realizzato che in
realtà si trattava di una carta dei
servizi dello studente non attiva e,
quindi, senza fondi. Ho naturalmente già scritto all’Unicef al riguardo, ma onde evitare che altri
ragazzini subiscano il medesimo
trattamento, ho pensato di scrivereancheavoi».
SILVIALAZZAROTTO
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via Lugaro 15, 10126 Torino
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