ritorniamo alla scoperta della basilicata, con un nuovo

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Transcript ritorniamo alla scoperta della basilicata, con un nuovo

IL POLLINO DEI DESIDERI
RITORNIAMO ALLA SCOPERTA DELLA BASILICATA,
CON UN NUOVO, ENTUSIASMANTE TOUR
IN UNO DEI LUOGHI PIÙ BELLI E SUGGESTIVI
DA PERCORRERE IN MOTO
A cura di Claudio Vismara e Marco Ghezzi
A
ndiamo
alla
scoperta di uno
dei luoghi più
belli e suggestivi
della Basilicata
ma anche dell’Italia intera: il
Pollino. Immersi in una natura
sfavillante, partiamo in moto
per il nostro entusiasmante
tour verso luoghi speciali che
accrescono il nostro desiderio
di mototurismo. Non a caso,
abbiamo definito la nostra
meta “il Pollino dei desideri”.
Viaggiare in moto da queste
parti è sinonimo di estrema
gratificazione: non si può non
restare colpiti dalla meraviglia
dei luoghi, dalle belle strade e,
come spesso accade, dalla
buona cucina. L’itinerario si
sviluppa quasi interamente
all’interno del Parco Nazionale
del Pollino, il più esteso d’Italia, il cui nome deriva dal massiccio su cui si trova, a cui
appartengono numerose cime
sopra i duemila metri. Secondo una delle interpretazioni, la
denominazione del Massiccio
del Pollino deriverebbe da
Mons Apollineum, Monte di
Apollo: si narra, infatti, che le
antiche popolazioni delle colonie della Magna Grecia elessero il gigante montuoso a
dimora del figlio di Zeus.
I grandi contrasti paesaggi-
stici, tipici di questa splendida
regione, rendono interessante
e unico questo Parco, scrigno
di incredibili e uniche bellezze, come ad esempio il simbolo dell’area protetta: il pino
loricato. Relitto dell’ultima
glaciazione, con le sue forme
contorte modellate dagli
agenti atmosferici, questo albero rappresenta un vero monumento naturale visibile solo
qui e in alcune zone della Penisola balcanica.
La nostra compagna di viaggio
sarà la Honda Integra, motoscooter che ben si presta al
mototurismo grazie alla dota-
zione completa di accessori,
all’appagante ciclistica e ai
consumi ridotti. Per testare le
sue doti certo non la risparmieremo: in sella ci sono due
rocce della testata Mototurismo, una - chi scrive - dotata
di buona stazza causata dai
continui “sacrifici” enogastronomici alla ricerca di interessanti proposte da consigliarvi;
l’altra, il buon Marco Ghezzi
che, nonostante le continue
salite nei castelli e le discese
nelle grotte, si mantiene su
buoni livelli di corporatura!
Dal borgo di Valsinni, ci
aspetta subito un entusiasmante percorso in Val
Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, una
panoramica lungo la strada per Piano Ruggio.
Nelle pagine precedenti: il caratteristico
paesaggio dei Calanchi.
Sarmento fino a raggiungere
San Giorgio Lucano: la strada,
dalle belle viste panoramiche
sulla valle, è un susseguirsi di
curve che, nonostante il fondo
non sempre in perfette condizioni, regala belle emozioni di
guida. L’Integra si fa subito apprezzare per le sue buone doti
di maneggevolezza e per la ciclistica che, grazie alla tipologia di telaio e alla misura degli
pneumatici, rende la guida più
vicina a quella tipica di una
moto piuttosto che a uno
scooter. La posizione del pilota
e le sospensioni, con un monoammortizzatore con forcellone Pro-Link, sono a garanzia
di controllo del mezzo, di
buon comfort e di sicurezza
anche nelle manovre più critiche.
Dietro a ogni curva il Pollino
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si mostra nella sua imponenza
e la varietà del paesaggio ci accompagna piacevolmente. La
luce è splendida, il clima ideale per viaggiare in moto e,
quando scrutiamo sotto di noi
una stradina sterrata che
attraversa un torrente, non
resistiamo alla tentazione di
affrontare il guado: la motivazione ufficiale è che dobbiamo
testare la Honda in ogni condizione e situazione, in realtà
più semplicemente si fa largo
il desiderio di divertirsi e fare
qualche scatto interessante. In
ogni caso, il mezzo affronta la
situazione con grande disinvoltura e, anzi, constatiamo
l’efficacia dello scudo che ci ripara dall’acqua.
San Giorgio Lucano è un
piccolo borgo di età relativamente giovane, che sorge su di
una collina a guardia della
valle del Sarmento; terra di
agricoltori e artigiani, ha nelle
oltre mille grotte presenti sul
territorio una delle caratteristiche più interessanti.
Scavate lungo i fianchi delle
colline su cui sorge il paese, al
loro interno si trovavano i tini,
i torchi e le botti per la produzione e la conservazione del
vino ma anche i cannizzi, ripiani di canne intrecciate su
cui si riponevano i frutti della
terra in attesa di essere consumati. In tempi più recenti,
purtroppo, i proprietari ne
hanno fatto cattivo uso cambiandone destinazione d’uso,
non proprio consono alla tipologia del manufatto, ma fortunatamente oggi, grazie alle
iniziative di associazioni del
territorio, si sta assistendo a
A sinistra: lungo la strada per San Giorgio
Lucano. Qui a destra: per le stradine del
borgo Rotonda di notte. Qui sotto: nelle
grotte scavate lungo i fianchi delle colline
su cui sorge il paese San Giorgio Lucano,
troviamo al loro interno: tini, torchi e le
botti per la produzione e la conservazione
del vino. Nelle pagine successive: un’ultima controllata alla cartina e ripartiamo
verso Chiaromonte.
una rivalutazione e riscoperta
di questo interessante patrimonio.
A San Giorgio, oltre all’antica
chiesa Madre vi sono da vedere numerosi murales, legati
a temi che rimandano agli usi
e costumi della Basilicata. Per
chi decidesse di fermarsi in
questo piccolo centro, segnaliamo due ottime strutture:
l’hotel “San Giorgio”, accogliente albergo gestito dalla
deliziosa motociclista Maddalena, e il “Caminetto”, risto-
rante con specialità tipiche lucane che in cucina vanta la
presenza di Francesca e Giovanni, vincitori del concorso
regionale “Sapori Lucani”.
Proseguendo nella valle del
Sarmento, Noepoli si presenta in tutta la sua bellezza: il
piccolo borgo sorge su di un
colle su cui domina la sagoma
del castello di origine medievale; tutt’intorno la natura
offre incredibili scenari, tanto
da meritarsi la denominazione
di “Grand Canyon della Basilicata”. Per un attimo, durante
il pomeriggio, la luce calda del
tramonto ci porta a dimenticare la regione lucana e ci tuffiamo in un paesaggio di
memoria statunitense, con le
pareti rossicce di arenaria incise profondamente nei millenni dalla furia delle acque e
le guglie che si innalzano al
cielo in spettacolari forme, regalandoci uno splendido scenario per le nostre foto. Dal
belvedere sulla sommità del
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borgo, oltre a interessanti palazzi e alla chiesa Madre, la
vista è di una spettacolarità
veramente appagante: lo
sguardo, avvolto dal silenzio,
interrotto solo dal sibilo del
vento, spazia a trecentosessanta gradi passando dalle
vette montane alla piana del
Sarmento. Tutt’intorno, una
natura rigogliosa che si alterna
a piccoli campi coltivati e uliveti, una pace troncata solo
dallo stridore dei corvi, in allerta per gli attacchi dei rapaci
che volteggiano con abile maestria nei cieli del Parco.
Entriamo ora in un territorio
in cui gli abitanti sono legati
ancora oggi alle tradizioni,
specie nei riti matrimoniali e
funebri, ai costumi e alla lingua albanese. San Paolo
Albanese - Shën Pali - è una
piccola comunità arbëreshe,
una minoranza etnico-linguistica di origine albanese, formata da profughi insediatisi in
queste terre concesse loro dai
regnanti di Napoli.
Fuggiti dal loro Paese natale a
seguito dell’invasione ottomana, trovarono in questi luoghi la possibilità di mantenere
le proprie tradizioni, gli usi e i
costumi nonché di praticare il
rito religioso greco-bizantino.
L’antica cultura delle origini albanese è custodita nel Museo
della cultura arbëreshe.
Oltre a documentare l’identità
culturale, le tradizioni e le memorie tra gli oggetti, i prodotti
e gli attrezzi della vita domestica e lavorativa della comunità arbëreshe, espone il ciclo
di lavorazione del filato di ginestra (sparta), dalla raccolta
alla trasformazione e alla produzione dei tessuti: una curio-
sità da non perdere. Molto
bella è la chiesa di San Rocco,
protettore del paese, che conserva alcuni affreschi di autori
ignoti. Una manifestazione caratteristica, in occasione della
festa di San Rocco, è quella del
trasporto delle gregne, fascio di
spighe di grano, portate a
spalla durante la processione,
al termine della quale gruppi
folcloristici si esibiscono nel
tipico ballo del “falcetto”.
Pochi chilometri ci separano
da un altro centro, San
Costantino Albanese, che
venne ceduto, verso la fine del
Quattrocento, a un gruppo di
Albanesi i quali, dopo aver
combattuto come mercenari al
servizio degli Aragonesi, furono scacciati dai Turchi.
Ancora oggi nel paese si conservano tradizioni, lingua e
rito greco-ortodosso. Molto
bella è la chiesa di San Costantino, risalente al XVII secolo,
mentre poco distante dall’abitato si scorge il santuario di
Santa Maria della Stella, cui è
dedicata una bellissima festa
che ospita un rito alquanto
particolare: all’uscita della processione dalla chiesa, vengono
incendiati alcuni pupazzi di
cartapesta, i nusasit, di forma
umana, vestiti in costume albanese, che rappresentano il
matrimonio, il lavoro, la mietitura e il diavolo. Oltre
all’interessante Museo etnografico, una nuova attrazione
arricchisce il panorama dedicato all’offerta turistica: il Volo
dell’Aquila, uno sky-flyer che
simula il volo del deltaplano,
cui si può accedere in quattro
persone contemporaneamente
per un’entusiasmante discesa
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di oltre milleduecento metri a
una velocità di circa ottanta
chilometri orari.
Grandi emozioni sicuramente
con il Volo dell’Aquila, ma salire in sella alla moto e percorrere la strada che porta alla
trattoria “Rifugio Acquafredda” ha il suo fascino: il percorso è di quelli veramente
coinvolgenti, sia per l’andamento veloce-andante sia per
lo scenografico panorama che
si apre davanti a noi. L’Integra,
una volta impostato il cambio
DCT in modalità Sport, procede con brio lungo salite
anche impegnative. Certo non
si ha tra le mani un mezzo
sportivo, ma la fluidità del motore, con l’ottimo tiro ai bassi,
rende la guida piacevole. Ci si
può anche divertire usando il
cambio in modalità manuale,
agendo sulle levette che mettono e tolgono le marce; il
cambio delle sei marce avviene
sempre fluidamente, senza
strappi, pur risultando avvertibile. Un buon compromesso
si ottiene usando la modalità
automatica e intervenendo
all’occorrenza manualmente,
scalando o inserendo la marcia
più alta.
L’impegno nella guida lungo
questi gradevoli chilometri
crea inevitabilmente un “buco” al nostro stomaco, a differenza della Honda che ha nella
linearità d’erogazione uno dei
suoi massimi pregi: la sosta al
rifugio diventa inevitabile! In
un caldo ambiente, la cucina
offre ottimi antipasti, primi
spettacolari con pasta fatta in
casa, come i firzuglietti ai porcini, i rascatielli pomodoro e
ricotta dura o i maccheroni
all’arbëreshe con la mollica di
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pane saltata in padella con olio
e polvere di peperone e buona
carne alla griglia.
Recuperate le energie, dai millesettantacinque metri di quota scendiamo lentamente,
volteggiando tra un’infinità di
curve - qui il problema appiattimento gomme non esiste fino a giungere alla Madonna
di Pompei per una breve sosta.
Arrivati a Francavilla siamo
nel fondovalle del Sinni. L’abitato sorse nel XV secolo e la
regina Giovanna II consentì ai
monaci della Certosa di costruire alloggi per i coloni che
furono affrancati dal pagamento dei tributi, e sembra
che il nome del paese derivi da
questo evento. Di notevole interesse artistico sono la chiesa
Madre del paese, dedicata ai
santi Felice e Policarpo, la
chiesa di Sant’Antonio e la
chiesa di San Giuseppe.
Dalla valle del Sinni ci addentriamo ora in quella del Frido,
torrente di spettacolare bellezza che offre numerosi scorci
suggestivi e una natura ben
conservata, tanto da offrire il
suo habitat alla lontra. La
strada è meritevole, da qui fino
a Rotonda i rettilinei sono
messi al bando, solo curve e
ancora curve: la nostra gioia!
Consigliamo una sosta lungo
le rive del torrente, in uno
degli accessi attrezzati, per
dare uno sguardo alla bellezza
del luogo.
La forza dell’acqua fu parecchio sfruttata in passato, tanto
che nei pressi di San Severino Lucano sono numerosi
i mulini, costruiti tra il XVIII
e XIX secolo. Nel borgo, ricco
di vicoli lastricati, di notevole
interesse artistico è la chiesa
Madre di Santa Maria degli
Angeli, costruita nel Cinquecento; custodisce opere artistiche di un certo rilievo, tra cui
la statua della Madonna del
Pollino, oggetto di culto in
una delle più importanti manifestazioni religiose della
Regione.
Dopo chilometri di sali e
scendi e un continuo avvicendarsi di belle curve che percorriamo con disinvoltura in sella
all’Integra, raggiungiamo Viggianello. Costruito su di uno
sperone roccioso, Viggianello
si offre al nostro arrivo con
una vista d’incanto. Parcheggiata la moto, basta fare quattro passi per respirare la sua
intensa e ricca storia. Partendo
dall’Anfiteatro comunale per|52
corriamo le sue viuzze e gli
slarghi alla scoperta dei tesori
nascosti.
Possiamo visitare la chiesa
Madre dedicata a Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto e
piazza Umberto I: da ammirare i tantissimi portali in pietra e, salendo in alto,
impedibile il maestoso Castello dei Principi dei Sanseverino
di Bisignano, oggi in parte destinato a struttura ricettiva,
con splendide viste sulla valle.
Dieci divertenti chilometri ci
separano da Rotonda, interessante borgo immerso nel
verde, sede dell’Ente Parco. A
dominare l’abitato i ruderi del
castello risalente al XV secolo,
fra i vicoli del centro numerosi
palazzi storici di pregio deco-
rati da portali in pietra, mentre
in tutta la sua imponenza appare la settecentesca chiesa
Madre. In paese si trova anche
il Museo naturalistico e paleontologico del Pollino che
conserva gli straordinari fossili
di animali preistorici, fra cui i
resti di un magnifico esemplare di Elephas antiquus italicus risalente a 400-700 mila
anni fa, alto quattro metri e
lungo sei, rinvenuto nella valle
del fiume Mercure.
Singolari, a Rotonda, sono le
nozze che avvengono tra un
abete e un faggio, uno dei riti
arborei più affascinanti e spettacolari della Basilicata: un rituale propiziatorio legato alla
fecondità della terra, con gi alberi che diventano punto d’incontro fra la terra e il cielo, tra
Nelle pagine precedenti: con la moto sul
Colle dell’Impiso. A sinistra: salendo verso
Terranova di Pollino. Qui sotto: alla scoperta dei sapori del Pollino.
l’uomo e il cosmo. Rotonda
lega il suo nome anche ad alcune celebrità della tavola: la
Melanzana rossa DOP e il Fagiolo Poverello IGP. Due prodotti unici del Pollino da
gustare sul territorio, magari
alla trattoria “Antica Osteria
da Beppe”, vero cultore della
cucina tradizionale.
Uscendo da Rotonda e transitando da San Lorenzo ci avventuriamo ora nel cuore del
Parco fino al Colle del Dragone, alla ricerca del simbolo
del Parco: il pino loricato. Il
complesso montuoso del Pollino, il principale della Basilicata, è ricchissimo di risorse
naturalistiche e paesaggistiche. La particolarità di maggior rilievo di questa zona è la
sua variabilità ambientale, che
conserva aspetti mediterranei
e alpini. Percorrere in moto le
strade che attraversano questi
ambienti non ha prezzo: l’ambiente, l’itinerario, la luce che
s’incontrano offrono una serie
di emozioni uniche, messe ancora una volta più in risalto
dal nostro mezzo a due ruote.
Enorme è il patrimonio vege-
tale del Pollino con le sue
estese faggete, il pregiato abete
bianco e come già accennato,
sui crinali più alti, il raro pino
loricato, relitto glaciale dei
Balcani, presente qui con le
più belle colonie esistenti in
Europa. Superato il “Rifugio
Fasanelli” si raggiungono i
milleseicento metri di quota
del Colle del Dragone al confine con la Calabria; qui esemplari di loricato sono ben
visibili anche dalla strada con
tutta la loro imponenza e fierezza. Il Piano Ruggio offre
scenari di spettacolare bellezza, e sarà così ancora per
numerosi chilometri: qui il
Pollino dà il meglio di sé e le
soste per scattare splendide
foto non si contano, altra
magia del viaggiare in moto!
Il percorso fino al Colle dell’Impiso rimane in quota, da
qui iniziamo a scendere lentamente: le viste cambiano, il
paesaggio muta a mano a
mano che ci allontaniamo dal
massiccio del Pollino, fino a ritrovare la presenza di centri
abitati giungendo a Voscari.
Torniamo nuovamente nella
valle del Frido, da San Severino una strada con una bella
serie di tornanti ci conduce a
Villaneto, e da qui ci ritroviamo nuovamente sull’itinerario
Francavilla-San Costantino Albanese: deviazione assolutamente consigliata in località
Scaldaferri. Motivo?
La presenza di un agriturismo
con ottima cucina del territorio; tra le numerose specialità
una è da non perdere: la ciambottella, un soffritto di peperoni, cipolla, pomodori, salsiccia
e uova usato per farcire pane
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singolare opera d’arte ci suggerisce che siamo giunti a
Teana, il paese natale del
noto scultore Francesco Marino recentemente scomparso,
conosciuto come Marino di
Teana.
L’opera di Marino si caratterizza per l’economia di elementi e la purezza delle linee,
i suoi lavori sono basati su un
equilibrio di forme piene e
masse svuotate.
Dal 2009 alcune opere sono
ammirabili qui nel suo paese
u
casereccio incavato.
A Francavilla attraversiamo la
valle per andare alla scoperta
delle ultime tappe del nostro
itinerario lucano.
La Honda Integra oramai di
chilometri ne ha percorsi, su
strade di ogni genere, dall’autostrada a vie di scorrimento
veloce durante il trasferimento, da comode regionali a
strette e tortuose stradine sul
Pollino, pertanto una visione
sui consumi ce la siamo fatta:
semplicemente deliziosi. Considerando che abbiamo viaggiato sempre carichi di bagagli
e con il passeggero, i risultati
ottenuti sono molto positivi,
registrando dai ventitré ai ventisette chilometri al litro, e
consentendo un’autonomia di
oltre trecento chilometri. Con
i tempi che corrono, sono numeri interessanti, da tenere in
debita considerazione al momento della scelta del mezzo
che diverrà il nostro compagno di viaggio.
Il territorio del Serrapotamo
non presenta le vette a cui eravamo abituati, ha un aspetto
più dolce caratterizzato da colline e rilievi che si attestano
tra i cinquecento-mille metri,
un ambiente in cui risiede un
ospite illustre: il tartufo bianco
di Serrapotamo. Superato l’abitato di Chiaromonte, nota
meta di un precedente tour lucano, raggiungiamo il borgo di
Fardella, piccolo centro circondato da boschi con interessanti palazzi storici, come
quello cinquecentesco della famiglia De Salvio.
Dopo pochi chilometri di
strada piacevolmente percorsi
in sella al nostro Integra, una
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u
... per raggiungere
San Giorgio Lucano
percorriamo una strada
dalle belle viste
panoramiche sulla valle;
un susseguirsi di curve
che regalano belle
emozioni di guida.
natale grazie a un singolare
percorso artistico, che vede
dislocate nelle strade cinque
sculture monumentali realizzate dall’artista.
Molto bello è il centro storico
di Teana, con struttura medioevale, arroccato intorno al
castello e dal quale si gode di
un’ottima visione panoramica.
Tra i palazzi gentilizi sparsi nel
paese, interessante è Palazzo
Lecce, mentre di valore storico
è il Museo della civiltà contadina.
Carbone è un altro piccolo
borgo del Serrapotamo noto
per il tartufo bianco; condivide
con gli altri centri gustose
sagre ed eventi dedicati al pre-
zioso tubero ed è caratterizzato da un impianto urbanistico
singolare e originale.
Torniamo sui nostri passi e
prendiamo la deviazione per
Calvera: la strada che si inerpica sul monte per raggiungere questo piccolo centro è a
dir poco entusiasmante. Con
un perfetto fondo stradale, una
larghezza ideale e le curve giuste, qualche sassolino dallo stivale - nel rispetto del codice
della strada, ovviamente - ce lo
siamo tolto! A Calvera si può
ammirare la chiesa Madre con
belle opere al suo interno e un
soffitto ligneo dipinto, risalente al XVIII secolo; interessante anche Palazzo Mazzilli
con decorazioni, sculture e ceramiche dedicate alle quattro
stagioni.
Fuori dall’abitato è possibile
visitare la cappella di San Gaetano, protettore del paese, al
cui interno sono conservate
pregevoli statue lignee e pezzi
bronzei. Per scoprire la bontà
del tartufo, dei funghi e anche
del delizioso peperone di Senise, poco distante da qui, un
ottimo punto sosta è la “Tenuta Montenuovo”, un bioagriturismo immerso nella
natura e dotato di un’accogliente struttura per il pernottamento e la ristorazione.
Dopo le delizie preparate da
Gianni e il cuoco Vincenzo,
per chiudere in bellezza il nostro tour in Basilicata restiamo
nella tematica gastronomica e
facciamo visita all’azienda zootecnica casearia “Stellato”. La
struttura si trova in contrada
Battifasano, nel comune di
Chiaromonte; per arrivarci la
strada è deliziosa, corre sul
crine della collina e offre superbe viste sulla campagna circostante, spaziando la vista sul
lago di Monte Cotugno. L’accoglienza di Maria è unica e
insuperabile. Arrivando in
moto all’azienda subito si percepisce qualcosa di straordinario: nel percorrere la strada, le
dolci colline alternate a suggestivi paesaggi dall’aspetto
montano lasciano presagire di
trovarsi in un posto unico. In
effetti, l’azienda “Stellato”, un
po’ speciale lo è: dedicarsi a
un’attività così dura e faticosa,
distanti dai centri abitati, è
sintomo di passione e amore
per ciò che si fa.
E l’amore per la natura e gli
animali viene trasmesso anche
al prodotto finale: squisiti e
pregevoli formaggi. Solo in un
contesto di questo genere possono nascere pecorini così deliziosi e particolari. Certo,
l’affinamento in grotta aggiunge valore al gusto prelibato delle forme, rendendo
gradevole e intenso il sapore
del formaggio di pecora e
capra.
Abbiamo concluso il tour in
bellezza, ma il livello d’interesse è sempre rimasto alto.
L’offerta del territorio del Pollino è davvero sorprendente e
la si apprezza al meglio proprio in sella alla moto.
Entusiasmanti strade inserite
in uno stupendo contesto ambientale ci hanno regalato solo
emozioni, il traffico pressoché
inesistente è un valore aggiunto per trascorrere le vacanze in questo territorio e
offre quel pizzico di avventura
che piace a noi mototuristi:
Pollino, Basilicata...approvato!
Percorsodelgusto
Melanzana rossa
di Rotonda DOP
U
n ortaggio davvero particolare, la
melanzana rossa. Il suo aspetto
suscita curiosità: la somiglianza
con il pomodoro, data dalla forma rotonda e dalle dimensioni più ridotte di
quelle della melanzana tradizionale, la
rende assolutamente unica nel suo genere. Rispetto al cugino violaceo, ha un
sapore diverso, risultando più piccante e più decisa. Il suo profumo intenso la rende perfetta in abbinamento con piatti saporiti, a cui aggiunge un delicato senso piccante, leggermente
amarognolo. La polpa, che non annerisce dopo il taglio, è particolarmente carnosa.
La storia di questa melanzana ha inizio parecchio tempo addietro.
Agli inizi del Novecento, durante l’epoca del colonialismo, alcune
famiglie rotondesi emigrarono alla ricerca di un lavoro e si trasferirono nei territori conquistati dal regime fascista nell’Africa
orientale. Quando poi, nel 1935, alcune famiglie fecero ritorno
in patria, portarono con sé questa particolare melanzana a forma
di pomodoro, le cui origini sono testimoniate dal suo nome scientifico: Solanum aethiopicum.
Essendo un prodotto versatile in cucina, riuscì a farsi apprezzare
dai contadini, che diedero avvio alla sua coltivazione nel territorio
della valle del Mercure. Durante gli anni della guerra, inoltre, divenne un alimento della dieta quotidiana.
La melanzana rossa si coltiva tradizionalmente nella zona del
Parco Nazionale del Pollino, fregiandosi dell’omonimo marchio
e della Denominazione di Origine Protetta.
Il raccolto di questo ortaggio, la cui messa a dimora avviene a
maggio, si compie nel mese di agosto e continua fino ai primi
freddi.
Per esaltare il sapore di questa melanzana e gustarla anche dopo
molti mesi dalla sua raccolta, la si può conservare sott’olio. La
tradizionale lavorazione prevede che le melanzane siano lavate,
asciugate e tagliate a rondelle sottili; bisogna poi ricoprirle di
sale e lasciarle macerare per ventiquattr’ore. Si porta quindi a
ebollizione l’acqua con l’aceto e si immergono le melanzane, lasciandole cuocere per qualche minuto. Infine, si scolano e si strizzano molto bene. Una volta asciutte, occorre condirle con
abbondante olio, origano, aglio e menta prima di conservarle in
pratici vasetti di vetro.
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Fagioli di Rotonda DOP
I
fagioli bianchi di Rotonda, che possono vantare il marchio
DOP, si caratterizzano per l’alto contenuto proteico della granella (non a caso, in passato, i fagioli venivano usati con particolare frequenza nell’alimentazione quotidiana, meritandosi il
titolo di “carne dei poveri”). Altra caratteristica molto apprezzata
dei fagioli bianchi è che i suoi tempi di cottura sono notevolmente ridotti, riuscendo comunque a mantenere un sapore gradevole.
A Rotonda si coltivano due varietà locali di fagiolo: quello bianco
e il tondino bianco, detto anche “poverello”. La raccolta, che viene
effettuata a mano, inizia nel mese di agosto e termina a ottobre.
Sul mercato vengono poi venduti sia i prodotti freschi da sgusciare sia quelli secchi in granella.
Nell’area del Parco del Pollino i fagioli di Rotonda rappresentano
un elemento fondamentale della storia e della gastronomia locale. Si racconta che anche Giuseppe Garibaldi ne era ghiotto: il
2 settembre 1860, di ritorno dalla Sicilia, l’Eroe dei due mondi si
fermò a Rotonda per riposarsi, e non appena ebbe assaggiato i
fagioli bianchi decise di portarsene via una piccola quantità da
seminare nella sua Caprera.
Nel corso degli anni si sono tramandate ricette di saporitissimi
piatti tipici a base di questo prezioso legume, quali “scarola e fagioli bianchi”, “cavoli e fagioli bianchi”, “patate e fagioli”, “minestra
impastata”, “fagioli e scorza (cotica di maiale)”, “lagane (pasta
fatta in casa) e fagioli”.
Oggi questi piatti sono divenuti i protagonisti della gastronomia
locale: pur rimanendo un alimento semplice, perfetto per essere
consumato in famiglia, i fagioli bianchi hanno saputo conquistare
a pieno titolo un posto di rilievo anche nelle cucine dei ristoranti;
vengono inoltre proposti negli agriturismi e durante le sagre, tra
cui l’annuale “sagra del fagiolo”, organizzata a Rotonda, che richiama migliaia di persone.
Pecorino del Pollino
S
ul Pollino i pecorini vengono prodotti esclusivamente con
latte crudo proveniente da animali allevati al pascolo, anche
a oltre mille metri di altitudine. Appena munto o dopo essere stato scaldato a trentanove gradi, il latte subisce il processo
di coagulazione con caglio d’agnello o di capretto, che a seconda
della dose conferisce un sapore più o meno piccante. Dopo circa
trenta minuti si procede rompendo la cagliata in piccoli granuli
delle dimensioni di un chicco di mais; a quel punto la cagliata
viene lasciata sgrondare nelle forme per una quindicina di minuti. I contenitori usati per questa operazione sono tradizionalmente di vimini o giunco, che cedono aromi all’impasto.
Si procede poi con la stufatura e, l’indomani, con il passaggio in
salamoia. Le forme, di circa venti centimetri di diametro e dieci
d’altezza, vengono quindi inserite nella cella di stagionatura,
dove rimangono per sessanta-ottanta giorni. Al termine di questo periodo i pecorini - del peso di circa due chili - sono spazzolati
a secco e pronti per il consumo.
Le forme possono anche subire l’affinatura in una grotta naturale, per un periodo che può superare i dodici mesi, così da ottenere un formaggio dal gusto deciso; la parte esterna del
formaggio, infine, in alcuni casi viene curata con olio d’oliva, per
migliorare le caratteristiche organolettiche del prodotto.
Piatto tipico
Ciambottella lucana
S
i tratta di un piatto della tradizione contadina lucana che
utilizza i prodotti dell’orto: patate, zucchine, peperoni e melanzane. In passato le donne usavano cucinarla per i contadini e i pastori al mattino presto, prima che partissero per andare
a lavorare nelle campagne.
Il suo procedimento era di facile realizzazione: si tagliava la parte
superiore di una pagnotta, alla quale si toglieva la mollica e si
aggiungeva la ciambotta; dopo di che, veniva richiusa con la calotta di pane come fosse un coperchio. Il tutto, avvolto in un tovagliolo, rimaneva a insaporire per l’intera mattinata, fino all’ora
di pranzo.
Ingredienti per quattro persone
2 peperoni, 1 melanzana, 2 patate, 2 zucchine, 1 spicchio di aglio,
3-4 pomodorini maturi a pezzetti, 1 cipolla, peperoncino, sale,
olio extravergine di oliva, pepe, origano, basilico.
Preparazione
Pulire le verdure e lavarle. Tagliare quindi le melanzane, le zucchine e le patate a tocchetti; ai peperoni occorre togliere i semi
bianchi, quindi procedere tagliandoli a listarelle.
In un’ampia padella rosolare l’olio, l’aglio e la cipolla; aggiungere
il pomodoro a pezzi e il peperoncino. Lasciare cuocere per qualche
minuto. Aggiungere poi le verdure e lasciarle rosolare ancora per
alcuni minuti, salare e lasciar cuocere la ciambottella per circa
trenta minuti, a coperchio chiuso e a fuoco moderato. Rigirare le
verdure e, durante la cottura, aggiungere il pepe, il basilico e l’origano; quindi scoperchiare, regolare di sale e, sempre rigirando,
lasciare ridurre l’acqua che le verdure hanno ceduto. Servire il
piatto caldo, che comunque risulta molto saporito anche freddo.
Accompagnare con un buon vino rosso alla maniera dei contadini
di un tempo, l’ideale sarebbe un Grottino di Roccanova.
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Notizie utili
APT BASILICATA
Via del Gallitello, 89
85100 Potenza
Tel. 0971507611
www.aptbasilicata.it
Informazioni turistiche complete dagli itinerari ai pernottamenti, ristorazione. Sito
ben strutturato e di facile consultazione.
Ideale per organizzare vacanze in Basilicata.
HOTEL SAN GIORGIO
Via Tripoli 2
85027 San Giorgio Lucano (MT)
Tel 0835846715
www.htlsangiorgio.it
Di recente costruzione, l’Hotel San Giorgio
offre un parcheggio gratuito, un ristorante
specializzato in cucina lucana e camere con
aria condizionata e TV satellitare. Al confine con il Parco Nazionale del Pollino dispone di sistemazioni, semplici ma
eleganti, camere con bagno interno, pavimenti in parquet. Gestito dalla motociclista Maddalena è un ottimo punto base per
vacanze nel Pollino.
RISTORANTE IL CAMINETTO
Via Piemonte 2
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85027 San Giorgio Lucano (MT)
Tel. 0835846232
Ottima cucina tradizionale lucana, da non
perdere la pasta fatta in casa, eccellente
proposta di formaggi, vini regionali.
VOLO DELL’AQUILA
85030 San Costantino Albanese (PZ)
Cell. 3381132983
www.lacittadelladelsapere.it
Il nuovo attrattore turistico è lungo 1.125
metri e consente agli utenti, quattro persone alla volta, di provare la simulazione
di un volo in deltaplano fino a raggiungere
gli 80 km/h. È aperto tutti i giorni dalle 10
alle 18. Il volo dura circa sette minuti. L’impianto consente di effettuare sei/sette voli
all’ora. Gli utenti si posizioneranno nella
stazione di valle, sul veicolo “aquila” a
quattro posti, corredato da maniglioni e
poggia-piedi dopo essere stati opportunamente imbracati.
RIFUGIO ACQUAFREDDA
Contrada Conserva, Loc. Acquafredda
85030 San Costantino Albanese (PZ)
Tel. 097391241
Cell. 3474554764
[email protected]
In bella posizione all’interno del Parco,
offre ottima cucina tipica, specialità carne
alla brace. Possibilità di pernottare, per un
soggiorno in mezzo alla natura, buon
punto di partenza per escursioni a piedi.
RISTORANTE-B&B DA BEPPE
Corso Garibaldi 13
85048 Rotonda (PZ)
Tel 0973661251
Cell. 3490826542
[email protected]
Paradiso della cucina regionale, qui si possono gustare al meglio le DOP di Rotonda:
la melanzana rossa e i fagioli bianchi. Dispone anche di un’accogliente struttura
B&B.
AGRITURISMO FONTANA DEL TASSO
Contrada Scaldaferri 40
85034 Francavilla sul Sinni (PZ)
Tel. 0973644566
Cell. 368288250
Immerso nel verde della riserva naturale
Rubbio, l’agriturismo trova spazio in un casale di fine ‘800. Le sale sono dominate
dall’imponente presenza del camino antico, che le rende ancora più accoglienti.
Gran parte dei prodotti di questa cucina
del territorio provengono dall’azienda
agricola di proprietà. Tra le proposte: ricotta calda, polpette di melanzane, gelatina suina, lampascioni e ciambottella,
minestra impastata con patate, capretto
ripieno, cinghiale in umido. Tradizionale il
rito di servire del liquore caldo alle erbe
tra l’antipasto e le carni. A disposizione
anche alcune camere per il pernottamento.
HOTEL SIRIO
Via dei Rotondesi in Argentina 1
85048 Rotonda (PZ)
Tel. 0973661947
Cell. 3294578957
www.hotelsirio-pollino.com
L’hotel, adiacente ai giardini pubblici nel
centro storico, è dotato di dieci camere,
bar, saletta prima colazione, giardino, terrazzi e garage per la moto. Tutte le camere
con aria condizionata, sono dotate di balconi (1° piano e 2° piano), TV color satellitare, telefono diretto, frigobar.
PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
Complesso monumentale Santa Maria
della Consolazione
85048 Rotonda (PZ)
Tel. 0973669311
www.parcopollino.it
Il Parco Nazionale del Pollino è la più
grande area protetta in Italia. Tra le vette
del Dolcedorme e di Cozzo del Pellegrino
e gli orizzonti che si disegnano sulle acque
del Tirreno e dello Ionio, lungo il massiccio
montuoso calabro-lucano del Pollino e
dell’Orsomarso, la natura e l’uomo intrecciano millenari rapporti. Il Parco, istituito
nel 1993, conserva e tutela sotto il suo
emblema il pino loricato.
AZIENDA AGRICOLA ZOOTECNICA
STELLATO
Contrada Battifarano
85032 Chiaromonte (PZ)
Tel. 0973686098
[email protected]
Il sapore deciso e la stagionatura in grotta
naturale sono due delle caratteristiche
principali dei formaggi dell’azienda Stellato. Dalla tradizione di famiglia degli anni
‘50 la seconda generazione degli Stellato
ha ereditato la passione e il rispetto di
quelle regole che danno ai prodotti il sapore vero della montagna del Sud. Capre,
pecore e bovini pascolano in alta collina
nutrendosi con prodotti esclusivamente
naturali che danno al latte, lavorato a
crudo, i sapori degli aromi naturali che si
affinano nella stagionatura in grotta naturale regalando al palato il gusto deciso
e vero dei prodotti naturali.
Percorsoinmoto
BIOAGRITURISMO TENUTA
MONTENUOVO
Contrada Montenuovo
85030 Calvera (PZ)
Tel. 09731985022
Cell. 338 6368133
www.montenuovo.com
L’azienda, ubicata sulla sponda destra del
torrente Vallone, produce olio, ortaggi e
frutta esclusivamente con modalità e tecniche biologiche. Offre alloggio, ristorazione, sport e svago.
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