La Russia si è trovata di fronte a una super inflazione Il

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N.224 - 20 SETTEMBRE 2014
Con le controsanzioni la Russia colpisce l’Europa ma anche se stessa
Nel corso degli ultimi vent'anni
i russi si sono convinti che la
qualità dei prodotti nazionali,
in confronto agli analoghi
importati, è di gran lunga
superiore: se nel 1995 tale
opinione era condivisa dal
54% degli intervistati, nel
2014 già il 64% la pensa così.
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«Le sanzioni imposte dalla
Russia sulle merci europee ci
sono già costate circa 2
miliardi di euro, solo alle
aziende italiane della
logistica».
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La Russia si è trovata di
fronte a una super inflazione
N
el mese di agosto del 2014,
in Russia, l'aumento
dell’indice dei prezzi al
consumo sui prodotti alimentari era
pari al 10,3%, in confronto al
periodo analogo dello scorso anno.
L'inflazione sui prodotti alimentari
nel Paese ha raggiunto per la prima
volta in tre anni il valore a due cifre.
Nel 2011 l'aumento dei prezzi sui
prodotti alimentari era stato causato
dalla siccità dell'anno precedente.
Attualmente il rincaro dei generi
alimentari è attribuibile innanzitutto
al divieto di importare una serie di
merci da Unione Europea, Stati Uniti,
Australia, Canada e Norvegia.
Questo agosto il rincaro ha
interessato soprattutto carne, pesce,
frutti di mare, latte e prodotti lattiero
-caseari. I prezzi della carne,
dall'inizio dell'anno, sono aumentati
del 13,8%, quelli del pesce
dell'8,6% e dei prodotti lattierocaseari del 9,2 per cento. In generale
l'inflazione di agosto su base mensile
si è attenuata fino allo 0,2% (a luglio
continua a pagina 2
La Banca centrale critica la politica del Governo
Il Cremlino potrà far tornare in
Russia la “tassa sulle vendite”
La rassegna delle informazioni
statistiche e delle previsioni
sull’economia della Russia e
della CSI.
p. 9
L'introduzione della tassa sulle
vendite potrebbe causare
un'impennata inflazionistica.
Pertanto la Banca Centrale vorrebbe
che le azioni del governo in campo
fiscale non la costringessero ad un
irrigidimento della politica monetaria
e del credito, in un momento in cui
mancano le premesse per renderlo
necessario.
servizio a pagina 3
Investimenti e collaborazioni
industriali.
p. 11
Proposte commerciali.
p. 12
Le fiere internazionali in Russia
e nella CSI.
p. 13


dalla prima pagina
era pari allo 0,5 per cento).
Mentre su base annua è
aumentata fino al 7,6%, dopo il
7,5% in luglio. Nel periodo
gennaio-agosto 2014 i prezzi
nel Paese sono aumentati del
5,6% (l'anno prima, in questo
stesso periodo, il rincaro aveva
eguagliato il 4,5%).
Il Moscow World Trade Center
ha indagato sul potenziale
impatto che le sanzioni
alimentari imposte dalla Russia
avrebbero sui singoli Paesi, sui
loro indicatori macroeconomici
e sui mercati. L'indagine
permette di valutare chi
dovrebbe subire maggiori danni
per le decisioni del governo
russo e in che misura.
Come riportano i mass media
russi, l'indagine è stata
condotta sulla base di statistiche
del 2013 - le banche dati
relative al commercio estero
dell'International Trade Center
(organo congiunto dell'OMC e
dell'ONU) - e sta considerando i
risultati delle attenuazioni
decise dal governo il 20 agosto.
La quota dei Paesi sotto
embargo è poco superiore al
37% e il 30% è rappresentato
dai Paesi dell'Unione Europea.
La quota degli Stati Uniti è pari
al 4%, quella del Canada al
2%, di Australia e Norvegia
dell'1% rispettivamente. Il
volume totale delle potenziali
perdite di tutti i Paesi dell'ITC
sarebbe pari a 8,3 miliardi di
dollari. Le perdite dei Paesi UE
potrebbero ammontare a 6,9
miliardi. I Paesi più sensibili alle
sanzioni potrebbero essere
quelli che, anche in precedenza,
avevano registrato un saldo
negativo per quanto concerne il
commercio estero. La Polonia
potrebbe accusare i danni
maggiori, in quanto il suo
deficit commerciale, a causa
delle sanzioni, potrebbe
crescere del 52%, ossia più di 1
miliardo di dollari, ed
ammontare a 3,2 miliardi.
La Polonia è seguita dalla
Lituania, dove i prodotti vietati
corrispondono a circa il 4% di
tutto l'export. Il deterioramento
della bilancia commerciale di
quest'ultima potrebbe
eguagliare il 47% (fino a 3,8
miliardi di dollari). Al terzo
posto troviamo la Finlandia,
dove si prevede che il
deterioramento della bilancia
commerciale potrebbe
eguagliare il 12%, fino a 3,4
miliardi di dollari.
Se si prende in considerazione
anche la quota dei Paesi vicini
nel volume totale delle
esportazioni di merci vietate
nella Federazione Russa, ne
risulta che il principale fornitore
di generi alimentari era la
Lituania con il 44,8%, seguita
da Finlandia (39,8%), Estonia
(16%), Lettonia (10,7%),
Norvegia (10,8%) e Polonia
(10,2 per cento).
I divieti sull'esportazione di
frutta e verdura sono i più
consistenti. Ma in termini
economici a perdere più di tutti
sono i produttori di formaggi e
di maiale, le cui importazioni in
Russia, tra l'altro, erano state
bloccate già all'inizio del 2014.
Assocalzaturifici: a rischio 400 aziende
La politica italiana e della Ue «deve dare un forte segnale» per risolvere la crisi con la Russia: è l'appello del
presidente di Assocalzaturifici Cleto Sagripanti, che avverte: «Una chiusura del mercato russo e dell'area ex Urss
comporterebbe una perdita del 10% dell'export, che arriverebbe a oltre il 20% in alcuni distretti di Marche ed Emilia
Romagna. Questo comporterebbe il rischio di chiusura per oltre 400 imprese del settore e la perdita di circa 10mila
addetti, oltre a quelli dell'indotto». (Il Sole 24 Ore)
Confindustria Russia: «Per l'Italia un
danno molto elevato»
L'inasprimento delle sanzioni a Mosca «sta portando i rapporti tra
Italia e Russia al punto piùbasso della lunga storia di collaborazione».
Si apre cosìuna lettera inviata dal presidente di Confindustria Russia,
Ernesto Ferlenghi, a Giorgio Squinzi in cui si fa appello al presidente
affinché «con il peso di Confindustria, possa convincere i nostri
governanti a un maggiore equilibrio e a una più marcata autonomia
del nostro paese». Il danno per le aziende italiane, sottolinea Ferlenghi
«è molto elevato». (Il Sole 24 Ore)
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Il Cremlino batte cassa: potrà essere
riesumata la “tassa sulle vendite”
 L'introduzione della tassa
sulle vendite potrebbe causare
un'impennata inflazionistica.
Pertanto la Banca Centrale
vorrebbe che le azioni del
governo in campo fiscale non la
costringessero ad un
irrigidimento della politica
monetaria e del credito, in un
momento in cui mancano le
premesse per renderlo
necessario.
Lo ha annunciato Ksenija
Judaeva, prima vice-direttrice
della Banca Centrale Russa, in
un'intervista durante il XII
International banking forum a
Sochi.
Secondo
la
Judaeva,
l'introduzione della tassa
prevista dal governo russo
potrebbe verificarsi pericolosa a
causa dell'innalzamento delle
attese inflazionistiche. In tale
situazione, ha dichiarato, il
regolatore sarebbe costretto ad
adottare delle misure di credito
e monetarie che in qualsiasi
altro contesto verrebbero
considerate eccessive.
«Vorremmo che il governo
comprendesse che tali decisioni
hanno un impatto sull'inflazione
in generale e vorremmo quindi
che nel prenderle facesse in
modo di non provocare enormi
sbalzi inflazionistici, di non
influire sulle attese economiche
a medio termine e di non
spingerci verso una politica che,
seppur indispensabile a livello di
inflazione, potrebbe avere
effetti negativi sulla crescita
economica», - ha spiegato la
Judaeva.
Inoltre, durante il XII
International banking forum a
Sochi la Judaeva ha dichiarato
che la Banca Centrale aveva
intenzione di correggere in
maniera sensibile le stime
relative al PIL. Secondo i suoi
dati, la fuga di capitali dalla
Russia per quest'anno si
manterrà ad un livello di 100
miliardi di dollari, se non meno.
Sulla base dei dati della Banca
Centrale Russa, pubblicati
all'inizio di luglio, nel primo
semestre del 2014 il deflusso di
capitale netto tramite banche e
imprese è aumentato di 2,2
volte rispetto al periodo
analogo del 2013 ed ha
raggiunto 74,6 miliardi di
dollari.
Ricordiamo che alla fine di
luglio le stime del Ministero
dello Sviluppo Economico
riguardo alla crescita
dell'economia russa per il 2015
sono peggiorate, passando dal
2 all'1%. Le stime per il 2014
sono rimaste invariate e sono
pari allo 0,5%. Alla fine di
agosto il Ministero ha portato le
previsioni di inflazione per il
2014 dal 5-5,5% al 7-7,5%.
Alla fine di agosto le stime del
Ministero dello Sviluppo
Economico per quanto riguarda
la fuga di capitali nel 2014 sono
passate da 90 a 100 miliardi di
dollari.
Secondo i dati di esperti
indipendenti, quest'anno il
deflusso di capitali dalla Russia
potrebbe raggiungere i 130-150
miliardi di dollari.
In agosto il Ministero delle
Finanze della Federazione Russa
ha elaborato un disegno di
legge che al posto di un
innalzamento dell'IVA
restituisce alla Russia la tassa
sulle vendite: fino al 3%. Il tasso
finale verrà fissato dagli attori
del Paese. Il suddetto
documento dovrebbe entrare in
vigore dal primo gennaio del
2015.
Come dimostrano i sondaggi
sociali, più della metà dei
cittadini russi non è a
conoscenza dei programmi del
governo sull'introduzione della
tassa sulle vendite, e il 50%
degli intervistati teme già un
aumento dei prezzi.
Il 45% dei partecipanti al
sondaggio, condotto dal
«Centro-Levada», è a
conoscenza delle intenzioni del
governo di introdurre una tassa
sulle vendite per un massimo
del 3% sul prezzo della merce o
del servizio.
Il 10% segue da vicino la
questione, mentre il 35% la
segue in modo distaccato.
Tuttavia, la maggior parte dei
cittadini, vale a dire il 52%, non
sa nulla riguardo a tale
iniziativa. Un intervistato su
due, tra quanti ne hanno
sentito parlare, ritiene che
l'introduzione della tassa
causerà un rapido aumento dei
prezzi. Solo un russo su quattro
è sicuro che la tassa non avrà
grande impatto sul rincaro dei
prezzi. Mentre il 25% ha avuto
difficoltà nell'esprimere un
giudizio relativo alle possibili
conseguenze dell'introduzione
della tassa.
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I russi preferiscono i prodotti di
produzione propria
 Nel corso degli ultimi
vent'anni i russi si sono convinti
che la qualità dei prodotti
nazionali, in confronto agli
analoghi importati, è di gran
lunga superiore: se nel 1995
tale opinione era condivisa dal
54% degli intervistati, nel 2014
già il 64% la pensa così. Sono i
dati del Centro di analisi
sociologica VCIOM a
testimoniarlo.
Più spesso condividono
quest'opinione i rispondenti
sopra i 60 anni (74%) e gli
abitanti di città medio-piccole o
di paesi (74%). E’ aumentato
anche il numero di quanti
ritengono che i gener i
alimentari russi no n si
differenzino per nulla dai
prodotti importati dall'estero:
dal 16% al 24%. A pensarla in
questo modo sono soprattutto
gli abitanti di Mosca e San
Pietroburgo (48%) e i cittadini
compresi nella fascia d'età 1824 (32%). Solo l'8% degli
intervistati nell’agosto del 2014
ha dichiarato che i prodotti
importati sono meglio di quelli
russi. Nel 1995 il 18% dei russi
condivideva quest'opinione.
Molti dei generi alimentari
vietati all'importazione in Russia
prima non venivano nemmeno
acquistati dagli intervistati. Più
frequentemente si compravano
agrumi spagnoli (il 43% dei
cittadini), ma il 34% ha
dichiarato di poterne fare a
meno. Un terzo degli intervistati
(il 37%) era solito acquistare
salmone norvegese e il 26% è
pronto a rinunciarvi in futuro
(contro l'11% che vorrebbe
continuare a consumarne).
I prodotti lattiero-caseari lettoni
sono consumati da un quarto
degli intervistati (il 25%), anche
se il 20% ha dichiarato di
poterne fare a meno. Il 27%
consuma Parmigiano italiano: il
18% può eliminarlo dalla
propria dieta, mentre il 9% è
restio a rinunciarvi. Una parte
degli intervistati era solita
portare in tavola del pollo
americano (il 17%) e il 14%
non crede sia un problema
interromperne il consumo. Il
15% acquistava manzo
australiano e quasi tutti (il 13%)
possono farne a meno. Solo il
10% consumava prosciutto
spagnolo (l'8% può farne a
meno in futuro).
Il sondaggio di VCIOM è stato
condotto il 16 e il 17 agosto
2014. Sono state intervistate
1600 persone in 130 comuni in
42 regioni e repubbliche della
Russia. L'errore statistico non
supera il 3,4%. La Russia dal 7
agosto sta conducendo un
embargo sull'importazione di
alcuni tipi di prodotti
provenienti dai Paesi che hanno
avviato sanzioni economiche nei
confronti delle imprese e dei
cittadini russi. Tra gli alimenti
vietati troviamo manzo, maiale,
frutta e verdura, carne di
pollame, pesce, formaggi, latte
e prodotti lattiero-caseari
provenienti da Unione Europea,
USA, Australia, Canada e
Norvegia. Le sanzioni stanno
danneggiando tutti e il vice-
4
premier russo Arkadij
Dvorkovich ha dichiarato che il
governo
interromperà
l'embargo sui generi alimentari
nel momento in cui la sicurezza
del Paese non sarà più
minacciata.
Ha infatti ricordato che le
misure economiche contro i
Paesi sostenitori delle sanzioni
nei confronti della Russia sono
state prese su ordine del
presidente al fine di difendere la
sicurezza nazionale. Dvorkovich
non ha chiarito cosa dovrebbero
fare nello specifico i partner
esteri per dimostrare le proprie
buone intenzioni ed ha
solamente commentato che il
governo terrà sotto controllo le
loro prossime mosse.
Un consistente aumento dei
prezzi in Russia, a seguito
dell'embargo sui prodotti
alimentari, per il momento non
si è ancora verificato, ha
dichiarato Dvorkovich, citando i
dati del Ministero dell'Industria
e del Commercio, del Ministero
dell'Agricoltura e di Rosstat, che
tengono monitorati i prezzi sul
mercato dei generi alimentari.
«In media i prezzi sono più alti
della media stagionale, se di
solito in agosto non si verificava
un rincaro, quest'anno in quelle
settimane si è registrato un
aumento dei prezzi su tutti i
prodotti pari allo 0,1-0,2%», ha dichiarato.
Dvorkovich ha ammesso che a
seguito delle limitazioni hanno
cominciato a rincarare i prezzi
della carne di pollame e di
maiale nei Paesi esclusi
dall'embargo russo. «Le nostre
azioni hanno causato un certo
movimento sui mercati dei
generi alimentari. Alcuni Paesi
hanno aumentato i prezzi della
carne di pollame e di maiale del
2-3%», - ha spiegato.
Come ha fatto notare il vicepremier,
in
generale
l'assortimento della produzione
sul mercato sta cambiando e
molti più prodotti provengono
dai Paesi del Caucaso
Meridionale e dell'Asia
Centrale. «Da questi Paesi si
importano generi alimentari per
un prezzo approssimativamente
analogo a quello precedente»,
ha affermato.
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La presenza economica italiana nelle
regioni russe e nei Paesi della Csi
Dopo un lungo tira-e-molla
negoziale, giustificato
dall'incerta situazione politica in
Ucraina, i Ventotto hanno
deciso l'entrata in vigore del
nuovo round di sanzioni
economiche contro la Russia,
accusata di ingerenza nella
grave crisi ucraina. Tuttavia,
consapevoli dei rapidi
mutamenti sul terreno, i Paesi
dell'Unione Europea hanno
aperto la porta a una
sospensione o
a un
annullamento delle misure
sanzionatorie, se il cessate il
fuoco dovesse confermarsi.
In un comunicato, il presidente
del Consiglio europeo Herman
Van Rompuy ha annunciato
l'entrata in vigore delle nuove
sanzioni. Nel contempo, ha
spiegato che i Ventotto
effettueranno «entro fine mese
u n a
v a l u t a z i o n e
dell'applicazione del piano di
pace» attualmente in
discussione, sulla base di
un'analisi della Commissione.
Ha poi aggiunto: «Abbiamo
sempre sottolineato la
reversibilità e l'adattabilità delle
misure restrittive».
In questo senso, ha precisato
l'ex primo ministro belga nel
suo comunicato, «alla luce
dell'analisi e se la situazione sul
terreno lo richiedesse, la
Commissione europea e il
Servizio europeo per l'azione
esterna sono invit at i a
presentare pr opost e per
emendare, sospendere o
annullare le sanzioni in vigore,
in parte o in toto. È previsto che
il Consiglio valuterà queste
proposte in modo urgente con
l'impegno di prendere una
decisione se appropriato».
Le misure prevedono tra le altre
cose il divieto per le imprese
pubbliche russe di finanziarsi in
Europa. A essere colpite in
modo particolare Gazpromneft,
Transneft e Rosneft, tutte attive
nel settore petrolifero. Le
sanzioni proibiranno loro di
emettere titoli obbligazionari in
Europa con una maturità
superiore ai 30 giorni. Lo stesso
divieto sarà imposto alle cinque
banche pubbliche già colpite in
luglio con l'interdizione di
emettere titoli con una maturità
superiore a 90 giorni.
Nello scegliere Gazpromneft,
Transneft e Rosneft, i Ventotto
prendono di mira aziende
petrolifere, risparmiando i
produttori di gas russo di cui
l'Europa è importante cliente.
Le sanzioni prevedono inoltre di
colpire 24 nuove persone a cui
sarà vietato il viaggio in Europa
e che vedranno i loro averi
finanziari congelati (in tutto le
persone colpite salgono a 119).
Molti Paesi nutrivano già dubbi
su alcune delle sanzioni,
timorosi di eventuali
ripercussioni economiche e
probabili ritorsioni russe.
Il cessate il fuoco annunciato
venerdì scorso in Ucraina ha
cambiato le prospettive, e
rafforzato i loro dubbi. Al di là
dell'opportunismo di alcuni
governi, i Ventotto si sono resi
conto che continuare sulla
strada delle sanzioni come se
niente fosse poteva essere
controproducente. I Paesi
membri hanno quindi cercato
una soluzione più distensiva,
adottando
le
misure
sanzionatorie, ma aprendo la
porta a una sospensione o
addirittura a un annullamento
nel caso di una normalizzazione
della situazione.
Una soluzione negoziata della
crisi è anche l'auspicio di Barack
Obama, che si è però unito
all'Unione
Europea
annunciando
in
una
dichiarazione che anche gli Stati
Uniti, in coordinamento con
Bruxelles, «intensificheranno le
sanzioni verso la Russia in
risposta alle sue azioni illegali in
Ucraina» nei settori della difesa,
dell'energia, delle finanze.
«Seguiamo da vicino gli sviluppi
dopo l'annuncio del cessate il
fuoco - ha detto Obama - ma
cerchiamo ancora le prove
inconfutabili che la Russia ha
posto fine ai tentativi di
destabilizzare l'Ucraina». La
Casa Bianca ha reso noti i
dettagli
dei
nuovi
provvedimenti.
E la risposta russa saranno nuovi
limiti all'import di prodotti
provenienti dai Paesi che hanno
deciso sanzioni: oltre a Ue e Usa
Australia, Canada, Norvegia.
Ma anche il Giappone, forse
uno dei Paesi che potrebbe
subire di più la possibilità che
venga colpito l'import di auto
usate. Oltre a queste, e dopo i
generi agroalimentari banditi
dalla Russia da inizio agosto, il
consigliere economico del
Cremlino Andrej Belousov ha
citato «alcuni prodotti
6
dell'industria leggera», nel
settore tessile. Ha però
aggiunto di augurarsi che
introdurre queste nuove misure
non sia necessario: «Spero che
prevalga il buon senso», ha
detto.
Successo per Ente moda Italia al
Cpm di Mosca (3-6 settembre),
dove ha portato 285 aziende
italiane di accessori e
abbigliamento. La fiera ha
accolto 18.500 visitatori di 38
Paesi, con un calo del 4%,
molto inferiore del previsto, alla
luce dell'attuale crisi
geopolitica.
«Le sanzioni imposte dalla
Russia sulle merci europee ci
sono già costate circa 2 miliardi
di euro, solo alle aziende
italiane della logistica». Eppure
il presidente di Assologistica,
C arl o M e ar el l i, s i dic e
«ottimista, non ci sarà una
recrudescenza delle sanzioni,
ma le nostre imprese, dall'inizio
della crisi, hanno già subìto una
flessione media del 7% per
mancato trasferimento di
merce, pari appunto a una cifra
tra 1,5 e 2 miliari di euro».
Per questo motivo, chiede alla
politica «di agire cosiderando
anche le ragioni dell'economia e
la prospettiva delle imprese, in
termini di fatturati e di posti di
lavoro».
Una mano, in questo senso, l'ha
data la scorsa settimana la
Corte di Giustizia Ue che –
riunendo le cause C-184/13, C187/13, C-194/13, C-195/13 e
C-208/13 e rispondendo in via
pregiudiziale al Tar Lazio – ha
bocciato la normativa italiana
sulle
tariffe
minime
dell'autotrasporto. In pratica,
perchè contro la libera
concorrenza.
«Ci aspettavamo la sentenza e
siamo soddisfatti – afferma
Mearelli – per una pronuncia
che porrà finalmente termine a
migliaia di contenziosi
soprattutto nei trasporti
internazionali. Perchè non è
accettabile che sia lo Stato, con
delle soglie minime, a stabilire
quanto posso fatturare. In tema
di concorrenza non ci possono
essere alternative al mercato. E
la stessa sicurezza stradale non
può essere assicurata
dall'esistenza di costi minimi per
il trasporto su gomma. Va
perseguita con misure
appropriate, ma più efficaci e
non
restrittive
della
concorrenza, come quelle sui
tempi di guida e di riposo o sul
controllo tecnico degli
autoveicoli».
Poche ore dopo la diffusione
della sentenza della Corte Ue, il
ministro per le Infrastrutture,
Maurizio Lupi, ha convocato un
Tavolo di confronto al
Ministero. L'appuntamento è
per martedì 16 settembre. «Da
quasi tre anni – ha aggiunto
Mearelli – ci siamo dichiarati
disponibili al dialogo per trovare
soluzioni eque che potessero
garantire la capacità
commerciale dei piccoli vettori.
Attualmente più che mai questo
dialogo
deve
avere
concretamente inizio senza
interferenze politiche. Con
questa sentenza, la Ue ha
creato le condizioni perchè si
possa fare un salto di qualità
anche nelle relazioni con alcune
sigle sindacali dei trasportatori e
non semplicemente riportare
indietro le lancette dell'orologio
per mettersi al riparo dalla
concorrenza».
Inoltre, gli industriali si dicono
«disponibili a dialogare con le
associazioni e con il Governo
per modificare le norme
nazionali in coerenza con la
disciplina comunitaria e per
formulare proposte di politica
industriale per il rilancio del
settore». A partire da un Piano
nazionale per la logistica che
non sia solo un annuncio o una
dichiarazione di intenti, ma che
tenga conto della posizione
economica e g eografica
dell'Italia. «Definire quali sono i
porti strategici – ha aggiunto
Mearelli – costruire un
retroporto attrezzato per gestire
carichi e scarichi, stoccaggi e
logistica, e soprattutto
infrastrutture viarie, ferroviarie e
soprattutto aeroporti cargo, su
cui siamo molto indietro».
Vedremo cosa si farà davvero
con Malpensa.
«Intanto – aggiunge ancora
Mearelli – noi continuiamo a
ragionare in termini di
"Repubbliche marinare". Do
solo due dati – conclude il
presidente di Assologistica –. Il
20% del Pil italiano prodotto
nel nostro Paese viene trasferito
su altri porti e aeroporti perchè
l'Italia non sa o non può
spedirlo direttamente. Mentre
oltre il 50% delle merci "Made
in Italy" ad alto valore aggiunto
valica il Brennero per essere
spedito da Francoforte».
Tra gennaio e giugno la Russia
ha estratto diamanti per 17,06
milioni di carati, il 2,5% in
meno rispetto allo stesso
periodo dell'anno scorso. Sono
le ultime stime ufficiali russe,
secondo cui la produzione in
valore è salita del 13% a quasi
1,5 miliardi di dollari, con un
prezzo medio per carato in
progresso del 16% a 96,65
dollari.
«All'ottimismo siamo votati
come imprenditori e sono
convinto che il calzaturiero
italiano sia una grande
opportunità per la crescita
economica del Paese e
dell'occupazione giovanile. Ma
non nascondo una grande
7
preoccupazione per il calo
dell'export verso la Russia, che,
tra le Pmi, potrebbe portare alla
chiusura del 20% delle nostre
aziende».
Non usa gira di parole il
presidente di Assocalzaturifici,
Cleto Sagripanti, nel secondo
giorno di theMicam, la più
importante fiera europea delle
calzature (1.557 gli espositori,
poco meno di 40mila i visitatori
attesi), che è stata anticipata di
quasi tre settimane rispetto
all'edizione del 2013 e resta «la
manifestazione dove si firmano
più ordini e dove si fanno più
incontri con buyer stranieri».
Leadership confermata dal
governatore della Lombardia
Roberto Maroni, che girando tra
gli stand ha detto: «theMicam è
una vetrina dell'eccellenza
italiana». Fino al 2013 è stato
proprio l'export, pari all'85%, a
salvare il settore dalla crisi del
mercato italiano, ma nei primi 4
mesi del 2014 i segnali sono
stati negativi: «Le esportazioni
verso la Russia sono calate in
volume del 16,1% e a
preoccupare non sono solo la
crisi geopolitica e le tensioni con
l'Ucraina – spiega Sagripanti –.
C'è la svalutazione del rublo e il
calo dei consumi interni: la
soluzione è avere un portafoglio
mercati diversificato, ma non
tutte le nostre aziende sono
attualmente in questa
situazione».
Cerca di vedere il bicchiere
mezzo pieno Annarita Pilotti,
amministratore delegato di
Loriblu, azienda marchigiana da
50 milioni di fatturato, che ha
investito molto nel retail diretto
(30 le boutique nel mondo) e
che cerca di bilanciare il calo
della Russia con la crescita del
Medio Oriente: «Per ora le
vendite in Russia tengono, ma il
polso della situazione lo avremo
alla fine di questo theMicam –
racconta Annarita Pilotti –. In
Ucraina invece, dove abbiamo
tre negozi, c'è stato un vero
crollo. Pensiamo comunque di
non arretrare, nel complesso,
rispetto al 2013, grazie al
mondo arabo: in novembre
apriremo ad Abu Dhabi ed è
solo l'inizio. Tra poche
settimane inauguriamo il
negozio di Londra, in una
traversa di New Bond Street, e
anche questo sarà un modo per
farci conoscere dalla ricca
clientela mediorientale».
Meno preoccupato per la Russia
e le contromisure che
penalizzano le aziende europee
(si veda Il Sole 24 Ore del 28
agosto) è Gilberto Vallin del
calzaturificio veneto Moda di
Fausto, 10 milioni di ricavi:
«Esportiamo il 95% della
produzione ma abbiamo
sempre puntato sull'Europa: in
questo momento stanno
andando benissimo il Benelux,
la Scandinavia, la Germania e
inoltre si sta aprendo
l'Australia». Vallin, che è anche
presidente dei giovani
imprenditori di Assocalzaturifici,
insiste però sul tema del made
in. «Sembrava una guerra
persa, ora il Parlamento
europeo ha riaperto i giochi e
speriamo che l'etichettatura di
origine per le calzature diventi
obbligatoria, come accade per
molti altri prodotti».
Ottimista infine Enrico Paniccià,
predecessore di Vallin alla guida
dei giovani imprenditori del
settore e ceo della marchigiana
Giano, azienda fondata dai
genitori che in cinque anni è
passata da 2 a 10 milioni di
ricavi grazie alle licenze La
Martina e Harmont&Blaine.
«Diamo lavoro direttamente a
40 artigiani, ai quali si aggiunge
l'indotto: le aziende italiane
devono puntare sul know how
produttivo, cercando allo stesso
tempo partner commerciali con
i quali lavorare sul servizio post
vendita, perché la competizione
è spietata. Ma possiamo restare
leader nel medio e medio-alto,
di questo sono sicuro».
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La rassegna delle informazioni statistiche e
delle previsioni sull’economia della Russia
Il direttore di Rosstat, Aleksandr
Surinov, ha commentato la
situazione attuale del mercato
dei generi alimentari a seguito
di sanzioni e controsanzioni.
Surinov
considera
“preoccupante” il rincaro dei
prezzi su pollo e maiale delle
ultime settimane e lo definisce
“molto elevato”, anche se, in
generale, ritiene che la
situazione sul mercato dei
generi alimentari sia
“tranquilla”.
“Durante la prima settimana
dopo le decisioni, in generale,
non sono stati registrati dati
drammatici. Non abbiamo
rilevato alcun cambiamento
considerevole. Alla fine di
settembre verranno pubblicati i
dati della prima metà del mese
e può darsi che saranno più
indicativi. Secondo le nostre
stime, la situazione sul mercato
dei generi alimentari per il
momento può essere definita
come abbastanza tranquilla»,
ha dichiarato Surinov.
Surinov ha ammesso che in
generale spicca solo il rincaro
dei prezzi di pollo e maiale.
“Nella settimana dal 12 al 18
agosto i prezzi di questi due
generi sono aumentati dello
0,9% e dello 0,5% - ha
dichiarato. – Un aumento dei
prezzi pari allo 0,9%, ma anche
solo allo 0,5% in una settimana
è da considerarsi grave”. “Se si
paragonano tali ritmi con
l'inflazione generale della stessa
settimana, pari allo 0,1%, il
rincaro è elevato, anzi oserei
dire molto elevato”, - ha
aggiunto il direttore di Rosstat.
Nella settimana dal 12 al 18
agosto i formaggi sono rincarati
dello 0,2%. “Se si avrà una
crescita pari allo 0,2% ogni
set t imana, in u n m ese
raggiungerà un valore
dell'1%”, ha affermato Surinov.
Nel complesso non c'è motivo
di “drammatizzare la
situazione”, ha scritto l’agenzia
stampa “Interfax”. In
precedenza il Ministero dello
Sviluppo Economico aveva
annunciato un aumento dei
prezzi sui prodotti colpiti
dall'embargo, ossia maiale,
pollame, pesce e burro. Il
Ministero prevedeva inoltre che
l'inflazione nella Federazione
Russa avrebbe eguagliato lo
0,1% alla fine di agosto, il
5,4% dall'inizio dell'anno e il
7,5% su base annua.
Quest'anno i prezzi della
produzione di carne in Russia
stanno rincarando più
velocemente rispetto agli altri
prodotti: dall'inizio del 2014 i
prezzi sul maiale s ono
aumentati del 19,9%, sul pollo
del 17,5%. Da gennaio 2014 il
burro ha subito un rincaro
generale del 9,4%, mentre i
formaggi del 5%.
Sono giunte comunicazioni
relative ad un rincaro dei prezzi
su prodotti provenienti anche
da regioni russe. Infatti il
governatore della regione di
Kaliningrad, Nikolaj Cukanov,
ha annunciato che il pollo
surgelato ha subito il rincaro
maggiore. “Questo tipo di
carne periodicamente ha subito
un ribasso o un rincaro del
prezzo di 30-40 rubli, a
giudicare dal comportamento
dei cittadini. Di fatto si tratta del
50-60%”, - afferma.
Nelle regioni di San Pietroburgo,
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Omsk, Saratov, Belgorod,
Chelyabinsk, Yaroslavl,
Novosibirsk, Sakhalin, Tver,
Penza e Rostov gli abitanti si
sono lamentati dell’improvviso
aumento dei prezzi del pollo
(fino al 30%), della carne in
generale e del latte.
Inoltre le sanzioni alimentari
della Russia hanno dato la
possibilità ad alcuni produttori
esteri di incrementare
notevolmente il proprio reddito.
A differenza delle imprese
russe, i fornitori esteri di
prodotti quali ad esempio pesce
e frutti di mare possono
permettersi di aumentare molto
i prezzi. Come informa il portale
Undercurrent News, le imprese
di pesca delle isole Faroe hanno
gonfiato i prezzi del salmone
del 60% in assenza di
concorrenza.
Nei Paesi colpiti dalle
cont r osanzioni rus se, al
contrario, i prezzi sono al
ribasso. Infatti in Finlandia,
grazie all’embargo, i prodotti di
marca Valio, in particolare i
formaggi Oltermanni, sono
acquistabili a prezzi molto più
bassi. I finlandesi stanno
letteralmente facendo piazza
pulita nei supermercati e
ringraziano il presidente della
Federazione Russa per le sue
sanzioni. Inizialmente, dopo
l’avvio dell’embargo, era stato
annunciato che le autorità russe
avrebbero tenuto sotto
controllo il rincaro dei prezzi sui
generi alimentari colpiti dalle
sanzioni. Dopo le lamentele dei
retailer contro i fornitori per
l’aumento dei prezzi sui
prodotti, il vice-premier Arkadij
Dvorkovich,
nominato
responsabile per il controllo del
rincaro, ha comunicato che il
Servizio federale Antitrust (FAS)
e il Ministero dell’Industria e del
Commercio avrebbero presto
verificato. Il FAS ha anche
aperto una hot line speciale
tramite cui sarà possibile
informare relativamente ad
eventuali aumenti.
Ciò è accaduto a seguito dello
scandalo che ha coinvolto la
società “Russkoe more”, legata
“all’amico di Putin” Gennadij
Timchenko, e indagata dal FAS.
I mass media, infatti, avevano
segnalato un aumento dei
prezzi del salmone dell’80100% da parte di “Russkoe
more”
subito
dopo
l’introduzione del divieto di
importazione di pesce da
Unione Europea e Norvegia.
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Investimenti e collaborazioni industriali
Il centro “Ecomir” invita
investitori a considerare
l’opportunità di partecipare alla
realizzazione dei progetti di
vario tipo (costruzione edilizia,
medicina, agricoltura,
commercio, ecc.) nella regione
russa di Ivanovo. La
realizzazione dei progetti è
patrocinata dal Governo della
regione,
Contatti:
E-mail: [email protected]
La società “Grand-Biljard” cerca
un partner finanziario per
costruire un centro di biliardi
nella città russa di Tjumen, la
“capitale” dell’industria
gaspetrolifera della Siberia
occidentale. Il progetto prevede
l’installazione di 35 tavole per il
biliardo “russo” e per snucker.
Inoltre il centro avrà un
ristorante per 35 tavole. Il
finanziamento indispensabile è
stimato a 7 milioni di dollari. Il
termine di recupero del capitale
è previsto in 65 mesi.
Contatti:
Tel: +7 (912) 079-31-95
E-mail: [email protected]
La società “Fresh Food” della
regione russa di Jaroslavl cerca
un investitore strategico che sia
interessato a partecipare alla
costruzione di un centro per la
produzione agroindustriale
(verdura e ortaggi freschi). Il
nuovo centro utilizzerà tutte le
tecnologie moderne e
d’avanguardia per la
coltivazione della verdura e
degli ortaggi nel suolo aperto
(energia eolica, sistemi
fotovoltaici, ecc.) L’investimento
indispensabile per la
realizzazione del progetto è
stimato a 50 milioni di Euro. Il
termine di recupero del capitale
è previsto in 36 mesi.
Contatti:
Tel: +7 (4932) 93-93-02
E-mail: [email protected]
La società “Lingua Service”
cerca un partner finanziario per
offrire un nuovo tipo di servizio:
traduzioni durante le
conversazioni telefoniche. Se
sarà necessario di ricorrere
all’aiuto di un interprete
durante una conversazione
telefonica, basterà selezionare
un numero telefonico breve e
richiedere l’assistenza in lingua
desiderata. Il finanziamento
indispensabile per la
realizzazione del progetto è
stimato a 10 milioni di Euro.
Contatti:
Tel: +7 (911) 371-17-08
E-mail: [email protected]
 Gli annunci nelle pagine
“Investimenti e collaborazioni
industriali” e “Proposte
commerciali” vengono
pubblicati così come sono stati
ricevuti su base gratuita dagli
inserzionisti. La Redazione di
Russia24 non è responsabile
per i contenuti delle inserzioni
che vengono pubblicati su base
gratuita per gli inserzionisti.
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Proposte commerciali
La società “Vozrozhdenie” di
San Pientroburgo cerca
produttori e fornitori di
macchine per la produzione
automatica di pizze (pizzamat)
per una loro successiva
installazione nei centri
commerciali, mall, aeroporti,
stazioni ferroviarie.
Contatti:
Tel: +7 (981) 780-98-26
E-mail: [email protected]
saldature di metalli che dovrà
essere utilizzata per la saldatura
manuale e automatica. La
fabbrica offre un contratto a
lungo termine.
Contatti:
Tel: +7 (4912) 29-33-34
E-mail: [email protected]
Internet: www.elektrodryazan.ru
di acqua minerale (succhi), un
magazzino. Il terreno può
essere allargato a 16 ettari.
Contatti:
Tel: +7 (918) 991-29-02
E-mail:
[email protected]
La società “Setki Meizy” della
regione russa di Oriol vende
della bulloneria (dadi, bulloni,
rondelle) prodotta in acciaio ad
elevata resistenza (classe di
resistenza 10.9). Tra i settori del
possibile utilizzo della bulloneria
c’è la costruzione dei ponti.
Contatti:
Tel: +7 (4862) 48-57-86
E-mail: [email protected]
Internet: www.setki-metizi.ru
La fabbrica “Ecoenergo”
produce e vende Ecoscale-902,
inibitore di sali minerali
(antiscalante) nei sistemi di
filtrazione di acqua (industria
alimentare, distillazione di
bevande alcoliche, ecc.)
Contatti:
Tel: +7 (863) 251-69-98
E-mail:
[email protected]
Internet: www.ekoenergo.ru
La società “Promzip” cerca
fornitori di valvole industriali
idrauliche, analoghe delle
valvole russe
dei modelli
GA111, GA165; GA198.
Contatti:
E-mail: [email protected]
La fabbrica metalmeccanica
“Rjazanskij Elektrod” cerca
fornitori per un lungo periodo
di tempo del filo speciale per la
La società “Sodruzhestvo”
vende nella regione meridionale
di Krasnodar un complesso agro
alberghiero-produttivo. Su un
terreno di 6 ettari si trova un
mini albergo (300 mq), un
reparto per l’imbottigliamento
 Gli annunci nelle pagine
“Investimenti e collaborazioni
industriali” e “Proposte
commerciali” vengono
pubblicati così come sono stati
ricevuti su base gratuita dagli
inserzionisti. La Redazione di
Russia24 non è responsabile
per i contenuti delle inserzioni
che vengono pubblicati su base
gratuita per gli inserzionisti.
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Fiere internazionali a Mosca nel 2015

Fiera di gioielli,
primavera.
21-24.05.2015

stagione


Fiera di calzature, di prodotti in
pelle.
18-21.08.2015

Fiera di prodotti per hobby e
bricolage.
24-27.09.2014

Fiera di gioielli,
autunno.
24-27.09.2014
Fiera di macchine, di sistemi, di
tecnologie per la saldatura di
metalli.
6-9.10.2015
stagione
bricolage (edizione inverno).
11-13.12.2014

Fiera di gioielli, edizione speciale
Natale.
24-27.12.2015
Fiera di macchine e di
tecnologie per il riciclaggio di
rifiuti solidi urbani, per la
depurazione dell’acqua.
27-29.10.2015

Fiera di gioielli,
inverno.
1-4.11.2015
stagione

Fiera di prodotti per hobby e
Tel: +7 (495) 995-05-95
E-mail:
[email protected]
Internet: www.sokolniki.com
Proprietario ed Editore: Il Sole 24 ORE S.p.A.
Sede Legale: Via Monte Rosa n. 91 - 20149 Milano
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Registrazione Tribunale di Milano n. 6091 del 13.11.1962 - Anno 43
Progetto editoriale: Intesa Sanpaolo (Direzione Relazioni Esterne) Il Sole 24 ORE (Radiocor Agenzia d’Informazione)
Progetto grafico: Il Sole 24 ORE - Radiocor Agenzia d’Informazione
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