scarica pdf - Home Page » contanalysis.it

Download Report

Transcript scarica pdf - Home Page » contanalysis.it

 ASPETTI CRITICI NEI CONTRATTI DI LEASING LA SCELTA DEL "TASSO BASE DI RIFERIMENTO" Esiste un modo "corretto" di fissare nel contratto il tasso base di riferimento ovvero, al contrario, è indifferente la scelta della misura del suo valore, attesa la funzione "cardine" di detto elemento, di assicurare la variabilità del tasso? Il presente studio dimostrerà quali sono i criteri per la fissazione "corretta" del tasso base di riferimento, nonché e le ripercussioni economiche nelle vicende contrattuali derivanti, al contrario, dalla scelta di tale parametro in misura difforme. Il tasso base nel contratto di leasing Implicita in ogni contratto di leasing è l'esistenza di un piano finanziario di ammortamento, co-­‐
struito secondo le regole della matematica finanziaria. Noti il tasso di leasing, il valore dell'importo finanziato, la durata del contratto, l'importo dell'anticipo e quello di riscatto finale, si determina il valore del canone periodico nella misura tale da eguagliare l'importo della somma finanziata, al valore attuale -­‐ al tasso di leasing -­‐ delle somme che l'utilizzatore è chiamato a pagare. Il tasso di leasing rappresenta pertanto, in altre parole, il tasso interno di attualizzazione per il quale si realiz-­‐
za l'uguaglianza tra il costo di acquisto del bene locato ed il valore attuale dei canoni e del prezzo dell'opzione finale di acquisto. Il tasso di leasing, qualora si propenda per la scelta di un tasso variabile -­‐ è dato a sua volta da due componenti: il tasso base di riferimento e lo spread. Il primo (denominato anche semplicemente tasso base), che rimarrà fisso per tutta la durata del contratto, è dato dal parametro prescelto (es. l'Euribor 3 mesi su base 360 o 365; come valore puntuale, ovvero medio di periodo, ecc.) e rappre-­‐
senta, appunto, il valore parametrico che sarà tenuto monitorato nel tempo: le sue variazioni, in aumento o diminuzione, determineranno le indicizzazioni periodiche (conguagli) a favore, rispetti-­‐
vamente, del concedente o dell'utilizzatore. Lo spread rappresenta invece la maggiorazione, ri-­‐
spetto al tasso base di riferimento, richiesto dalla banca a titolo di remunerazione e tiene conto fra l'altro del grado di rischio, dell'onerosità e della complessità dell'operazione da finanziare. Si comprende come il tasso base sia un elemento centrale tra i vari parametri del contratto poiché rappresenta, appunto, il riferimento parametrico che sarà oggetto di monitoraggio continuo. La sua variazione nel tempo darà quindi origine a conguagli periodici che incideranno nell'economia del contratto. Tornando alla domanda di fondo: esiste un modo che possa definirsi “corretto” per fissare il tasso base di riferimento? Preliminarmente al tentativo di dare una risposta alla domanda, occorre fissare il criterio logico in base del quale la risposta possa avere un significato dal punto di vista di equità economica contrat-­‐
tuale. Ed il criterio, anzi i criteri, i principi, sono quelli secondo i quali: 1 • il piano di ammortamento del finanziamento, implicito nel contratto di leasing, deve essere costruito applicando le pure regole della matematica finanziaria; l’uso di meccanismi esogeni produce effetti “distorsivi” nell’economia contrattuale; • attesa la funzione del parametro de quo (il tasso base di riferimento) di rendere il contratto “a tasso variabile”, la conferma se la scelta del suo valore sia o meno corretta è data dal fatto che, nell’ipotesi (scolastica) in cui il parametro prescelto (es. l’Euribor 3 mesi su base 365) rimanga sempre costante nel tempo, non dovrebbe aver luogo indicizzazione alcuna. Al contrario, si dimostrerà con un esempio che, scegliendo un tasso base di riferimento secondo modalità non corrette, si produrranno delle differenze economiche ingiustificate, a favore dell’una o dell’altra parte contrattuale, lungo tutta la vita del contratto. Nell’esempio sotto riportato si considerino i seguenti parametri: Prezzo di acquisto del bene da concedere in leasing: € 1.000.000 Canone iniziale: € 100.000 (10%) Durata: 15 anni (per semplicità dei conteggi si è supposto un solo canone periodico annuo) Riscatto finale: € 10.000 (1%) Parametro tasso prescelto: Euribor 3m/365 Tasso base di riferimento contrattuale: 4,00% Tasso di leasing: 6,00% da cui: spread: 2,00% Si supponga altresì che il parametro tasso (l’Euribor 3m/365) vigente alla stipula, sia pari al 4,50% e si supponga che detta quotazione rimanga invariata per tutta la durata del contratto. Sulla base dei dati sopra riportati, è possibile ricostruire il piano finanziario di ammortamento, dal quale risulta che l’importo dei 15 canoni periodici annuali è di € 121.565,43. Importi Quote Quote Capitali Anno dovuti interessi capitale residui € 1.000.000,00 n € 100.000,00 € 100.000,00 € 900.000,00 n+1 € 121.565,43 € 54.000,00 € 67.565,43 € 832.434,57 n+2 € 121.565,43 € 49.946,07 € 71.619,35 € 760.815,22 n+3 € 121.565,43 € 45.648,91 € 75.916,51 € 684.898,71 n+4 € 121.565,43 € 41.093,92 € 80.471,50 € 604.427,20 n+5 € 121.565,43 € 36.265,63 € 85.299,79 € 519.127,41 n+6 € 121.565,43 € 31.147,64 € 90.417,78 € 428.709,62 n+7 € 121.565,43 € 25.722,58 € 95.842,85 € 332.866,78 n+8 € 121.565,43 € 19.972,01 € 101.593,42 € 231.273,36 n+9 € 121.565,43 € 13.876,40 € 107.689,03 € 123.584,33 n+10 € 121.565,43 € 7.415,06 € 114.150,37 € 9.433,96 n+11 € 10.000,00 € 566,04 € 9.433,96 € -­‐ € 1.325.654,27 € 325.654,27 € 1.000.000,00 2 Nell’ipotesi di costanza nel tempo del parametro tasso prescelto (l’Euribor 3m/365), non do-­‐
vrebbe aver luogo alcuna indicizzazione la quale, per definizione, dovrebbe produrre un risul-­‐
tato – a debito o credito dell’una o dell’altra parte contrattuale – solo in ipotesi, appunto, di variazione nel tempo di detto elemento. Si vedrà che, al contrario, nell’esempio sopra riportato, anche in ipotesi di invarianza dell’Euribor 3m/365, così come quotato alla stipula del contratto, si produrranno delle differen-­‐
ze da indicizzazione. Per definizione, l’importo di ciascuna indicizzazione è pari a: Var n= CRn-­‐1 (tpn -­‐ tb), dove: Var = misura della variazione del canone (indicizzazione) CRn-­‐1 = capitale residuo risultante dopo la scadenza del canone relativo al periodo precedente tpn = tasso di periodo (l’Euribor vigente ad ogni periodo che, nell’esempio, si è supposto co-­‐
stante nel tempo al 4,50%) tb = tasso base di riferimento (nell’esempio 4,00%) La somma delle indicizzazioni (sempre a debito dell’utilizzatore) sarebbe la seguente: CR Tp Tb Tp -­‐ Tb CRn-­‐1 x (Tpn-­‐Tb) Capitali Tasso di Tasso Differenza Importo Anno residui periodo base tassi indicizzazioni € 1.000.000,00 n € 900.000,00 n+1 € 832.434,57 4,50% 4,00% 0,50% € 4.500,00 n+2 € 760.815,22 4,50% 4,00% 0,50% € 4.162,17 n+3 € 684.898,71 4,50% 4,00% 0,50% € 3.804,08 n+4 € 604.427,20 4,50% 4,00% 0,50% € 3.424,49 n+5 € 519.127,41 4,50% 4,00% 0,50% € 3.022,14 n+6 € 428.709,62 4,50% 4,00% 0,50% € 2.595,64 n+7 € 332.866,78 4,50% 4,00% 0,50% € 2.143,55 n+8 € 231.273,36 4,50% 4,00% 0,50% € 1.664,33 n+9 € 123.584,33 4,50% 4,00% 0,50% € 1.156,37 n+10 € 9.433,96 4,50% 4,00% 0,50% € 617,92 n+11 € -­‐ Totale indicizzazioni € 27.090,69 In pratica, l’ammontare delle indicizzazioni “non dovute” è pari alla somma dei prodotti tra i differenziali di tasso di ogni periodo e i capitali residui alla fine dei periodi precedenti. 3 Le conclusioni L’esempio sopra riportato conferma il fatto che la scelta del valore del tasso base di riferimento può essere foriera di differenze (indicizzazioni) non dovute a variazioni nel tempo del parame-­‐
tro tasso prescelto. E la regola che ne deriva è la seguente: quando il tasso base di riferimento prescelto è inferiore al valore del parametro tasso vigente alla data della stipula del contrat-­‐
to, si originano delle indicizzazioni “endemiche” ingiustificate del punto di vista puramente finanziario e non dovute alla variabilità dei tassi nel tempo. E questo sia che i tassi varino nel tempo in aumento (in questo caso ciò darà luogo ad una quota di indicizzazioni a debito dell’utilizzatore maggiori), sia che varino in diminuzione (in questo caso si determineranno delle differenze a credito dell’utilizzatore di entità inferiore al dovuto). Tale problematica è particolarmente “subdola” poiché non percepibile immediatamente dall’utilizzatore, il quale sarebbe semmai propenso a ritenere che, al contrario di quanto avvie-­‐
ne, la fissazione di un tasso base di riferimento in misura inferiore al parametro tasso quotato all’epoca della stipula, determini una situazione a suo favore. Come corollario di quanto sopra, si può affermare che, a parità di tasso di leasing (nell’esempio il 6,00%) non è indifferente la sua composizione (tasso base, nell’esempio 4,00% + spread, nell’esempio 2,00%) in quanto, come sopra evidenziato, tanto più basso è il tasso base, tanto maggiore sarà l’indicizzazione a debito dell’utilizzatore e tanto minore quella a suo credito. Una struttura contrattuale con un tasso base, ad esempio, del 4,50% ed uno spread dell’1,50% (tasso di leasing sempre del 6,00%) risulterebbe pertanto più conveniente per l’utilizzatore. © Oscar Grandotto dottore commercialista ([email protected]) 4