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Il gappista partigiano Paolo trucidò cinque senesi e ne ferì due. Tra i martiri Brugi e Cimino
1129 giugno 1944 iniziò la "ma
SIENA Proprio oggi ricorre il Settantesimo anniversario dell'inizio della mattanza senese. La memoria torna a quei giorni di fine giugno del
1944 quando da. Firenze venne mandato a Siena il gappista partigiano
Giuseppe Martini detto Paolo. Aveva un solo compito, quello di uccidere alcuni fascisti senesi nella logica di
una guerra di liberazione che a Siena
assunse più un sapore di vendetta che
di conflitto. Si, perché Siena ha avuto
tutta una, storia diversa rispetto alle
altre zone della provincia e dell'Italia
repubblicana. La città venne dichiarata "ospedaliera" dall'allora prefetto
Giorgio Alberto Chiurco, le autorità
fasciste dialogarono sempre con quelle antifasciste del Cln tanto da arrivare a concordare la liberazione dei prigionieri incarcerati a Santo Spirito e
il passaggio di consegne che permise
a Chiurco e al podestà Luigi Socini
Guelfi di non rimanere vittime di bar-
bare vendette. Ma nella notte tra il 28
e 29 giugno, Giuseppe Martini iniziò
il suo lavoro sporco così prima uccise
il segretario politico di Brenna, Renato Giovani poi si recò fuori Porta Tufi dove con un colpo alla testa freddò
il giovane marò della Decima Mas
Walter Cimino, seviziato per un giorno e morto solo per una vendetta,
come ha ricostruito l'inchiesta giudiziaria del magistrato Nicola Marini.
La sera del 30 giugno, alle 18,30, Paolo uccise con tre colpi alla nuca il professor Giovanni Brugi, vice di Chiurco, uno dei più stimati medici e docenti dell'ateneo senese. Subito dopo raggiunse alcuni compagni in via dei
Rossi con il preciso obiettivo di trovare Brunetto Anichini: lo freddò in
strada.
Il 1 luglio toccò a Savino Montomoli
e poi uccise nel prato di San Francesco un altro senese molto famoso,
Giulio Carli, autista ai servizi di lavan-
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deria per la Milizia e particolarmente
conosciuto perché invalido della prima guerra mondiale. Fu un omicidio
che impaurì tantissimo i senesi perché colpì una delle persone più semplici della città, un uomo stimato e
riconosciuto da tutti come una bravissima persona. La missione del partigiano Paolo doveva esaurirsi con un
sesto omicidio, ma commise un errore di persona mentre in Provenzano
riuscì soltanto a ferire Nello Agonigi,
appartenente alla Milizia. Il 25 luglio
1999, con la morte di Giuseppe Martini, il partigiano Paolo, si è chiusa
per sempre una delle pagine più tristi
e dolorose della storia di Siena e della
guerra civile. Purtroppo senza conoscere fino in fondo tutta la verità, e
che in qualche modo ancora oggi le
istituzioni preferiscono non ricordare. Perché quei morti erano della
"parte sbagliata".
A. Bi.