pubblicazioni basate su dati falsi. la proposta di una

Download Report

Transcript pubblicazioni basate su dati falsi. la proposta di una

dell’Udinese, è vendere i giocatori. I co- sì fuori moda, che viene comunque voniugi Scuffet fanno i genitori. Lo sap- glia di ringraziarli, Donatella e Fabrizio.
piamo tutti, non è facile. La voglia di Per la loro semplice normalità, per queproiettare ambizioni e frustrazioni è sta lezione di educazione civica.
quasi un istinto naturale. Li immagini
Marco Imarisio
che sollevano
coppa dei Campioni,
© RIPRODUZIONE RISERVATA
| Data:la 19/07/2014
| Testata: Corriere della Sera | Pagina:
44
Categoria: Ricerca
PUBBLICAZIONI BASATE SU DATI FALSI
LA PROPOSTA DI UNA SANZIONE PENALE

Scienziati imbroglioni da giudicare come criminali? Forse. L’idea
è di un ricercatore di Toronto, Zulfiqar A.
Bhutta, che la lancia sulle pagine del British Medical Journal. Il problema è serio
perché, negli ultimi anni, si sono moltiplicati gli studi scientifici che vengono prima
pubblicati e, poi, ritirati perché risultano
falsi, spesso deliberatamente.
Ma, intanto, i risultati di
queste ricerche possono
avere un impatto importante per la salute delle
persone e anche un costo
per la comunità.
Come è successo dopo
lo studio di Andrew Wakefield, che aveva correlato
l’autismo al vaccino trivalente per morbillo-parotite-rosolia, smentito dopo
anni: centinaia di bambini, nel frattempo,
non sono stati vaccinati. Oppure dopo un
lavoro che dimostrava come l’atrazina (un
pesticida) potesse provocare un cambiamento di sesso nelle rane. I dati erano fasulli, ma per provarlo l’Epa, l’agenzia americana dell’ambiente, ha sborsato un bel
po’ di quattrini.
Ecco perché, secondo Buttha, chi si
rende responsabile di una frode scientifi-
ca, andrebbe perseguito penalmente. Non
tutti, però, sono d’accordo e auspicano un
atteggiamento più preventivo che punitivo, ritenendo che la criminalizzazione
possa minare la fiducia nella ricerca scientifica. E forse è questa la strada più corretta, ma va intrapresa al più presto.
Intanto occorre rendere più trasparente
il sistema di revisione (peer review) di una
ricerca prima della pubblicazione: in pratica quest’ultima viene analizzata
da «pari» che poi decidono, ma spesso non sono
immuni da conflitti di interesse (favoriscono gli
amici, bloccano i lavori che
possono competere con i
loro, per esempio). È indispensabile, poi, che gli autori di uno studio scientifico rendano disponibili tutti i dati sui quali
si basano i loro risultati: molti non lo vogliono fare e pochi giornali li richiedono
per la pubblicazione. Sarebbe, infine, auspicabile che questi dati siano open, cioè
disponibili a tutti, in modo che chiunque
li possa valutare e, di conseguenza, giudicare la qualità del lavoro.
Adriana Bazzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FACEBOOK LANCIA IL PULSANTE «COMPRA»
DUBBI SULL’INTRUSIONE NELLE NOSTRE VITE

Premi un bottone e acquisti. Facebook sta sperimentando l’introduzione di un pulsante «Buy» (Compra) per promuovere le vendite delle
aziende attraverso il social network.
L’idea è quella di stimolare lo shopping,
consentendo agli utenti di comprare
senza abbandonare Facebook: che, ovviamente, riscuote una lauta percentuale. Il magico bottone, che appare al piede
delle inserzioni pubblicitarie, è per ora
limitato a un gruppo scelto di piccole e
medie imprese americane. Ma è solo
l’inizio, perché l’azienda di Mark Zuckerberg — che dalla pubblicità trae la propria ricchezza — vuole far crescere i ricavi e sviluppare il suo ruolo nel commercio. Nella promozione delle vendite, del
resto, il social network è già un colosso:
quest’anno salirà all’8 per cento della
spesa pubblicitaria digitale globale, in
forte aumento rispetto al 5,8 per cento
dell’anno scorso. Google, numero uno, è
attestata al 31 per cento.
L’aspetto interessante è che, soltanto
fino a poco tempo fa, le aziende consideravano Facebook più come un veicolo
per farsi conoscere che come un canale
Ritaglio stampa ad esclusivo uso del destinatario, non riproducibile.
Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)
di vendita. Ma i tempi cambiano e le
aziende migliori sono quelle che capiscono più in fretta quando è il momento
di cambiare a loro volta. Per questo, oggi,
«Zuck» vuole sfondare nella pubblicità
degli acquisti diretti e collocarsi, in sostanza, al confine con l’e-commerce. Di
fatto, anzi, la comparsa del pulsante
«Compra» lascia intravvedere una Facebook che dell’e-commerce intende diventare protagonista, in concorrenza diretta con il gigante Amazon.
Ma il social network sa anche di avere
una problema di reputazione: è criticato
perché si arricchisce vendendo i dati personali degli utenti. La posta è alta, e una
partita molto delicata è quella che si gioca intorno alla pubblicità mobile, che gira sugli smartphone e sui tablet. In questo mercato, nei primi tre mesi dell’anno,
i guadagni di Facebook sono quasi triplicati e i ricavi pubblicitari sono cresciuti
dell’82 per cento. E con il mobile commerce crescono anche i rischi di intrusione nelle vite degli altri. Cioè le nostre.
Edoardo Segantini
@SegantiniE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
qui disponibili, raccolti dai
dal monitoraggio di intern
fermare l’utilizzo di un mis
lanciato da una zona sotto
separatisti, rivelano che i ri
si erano inizialmente vanta
battuto un cargo militare p
Kiev, mentre in quelle ore n
del genere risulta colpito o
errore, un depistaggio? Tut
quando le guerre scatenan
sinformazione, ma i ribelli
oggettivamente in cima all
di colpevolezza diretta.
E poi, alle loro spalle, c’è il
politico. C’è quel Vladimir P
volendo difendere i suoi in
strategici nell’Ucraina orien
essersi annesso la Crimea,
sistematicamente rifornito
confine. Ha rifiutato, come
occidentali gli chiedevano
rendere impermeabile una
lui voleva conservare spalan
consentito a un buon num
«volontari», di certo filtrati
Mosca, di andare a combat
forze regolari di Kiev che te
riconquistare il terreno per
curato di dissimulare — co
non facile — alcuni carri ar
insegne che provenienti da
russo prendevano la via di
Insomma Putin, accanto a q
distensivo (il dialogo con P
revoca dell’autorizzazione p
all’invasione) ha per mesi g
fuoco che divampava nell’U
orientale, contando probab
arrivare in posizione di forz
ANTIBERLUSCONISMO E MO
Ruby, st
di LUCA MASTRANTONIO
I
l «caso Ruby» rischia di d
di un brutto romanzo, sb
subito film che molti ant
sono fatti in testa senza
scritto o girato. Perché i p
gri, tra i moralisti e i giustizialis
Cav, in questi quattro anni del R
limitati a mettere assieme interc
se, battute da caserma, satira e
psicologiche e sessuali: dando p
colpevolezza, aspettano il «visto
la Giustizia italiana per trasform
vaccio triviale da Commedia de
dia di una nazione. Ma l’assoluz
lusconi dall’accusa di concussio
ne minorile, se sarà conferma
in Cassazione, destinerà al mac
to, rosso. La cui efficacia narrat
fornito dal Cav stesso, quando p
Mahroug come della «nipote di
Magistrati, escort, comici, i
tanti, direttori di giornali strani
machiavellismo spicciolo, va b
mare il Cav. E così sono spesso
piano le critiche del direttore d
Emmott, che nel 2005 bocciò
Unfit, inadatto, a «guidare l’Ital
il docufilm Girlfriend in a Co
l’Italia), e le «rivelazioni» di Pa
escort; il tormentone di Elio
(«Bunga Bunga con Lele... stai
Pagina 1/1