Le sillabe - Italian4Fun
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Transcript Le sillabe - Italian4Fun
ORTOGRAFIA Errori frequen2 1 • Cu/qu (cuoio, proficuo/questo, quando) • Cqu/ccu/qqu (acqua/taccuino/soqquadro) • Gn+i solo quando la ì è accentata (compagnia) diversamente da ingegnere, ognuno, campagna • Mp/mb davan? a p e b sempre la m ad eccezione delle parole composte (benpensante) Errori frequen2 2 • Il plurale di parole in –cie e –gie (pioggia/
piogge, camicia/camicie) • Sce/scie (scena, nascente ma scienza, coscienza) • Igiene e deriva? vogliono la i: igienico, igienista L’uso di h •
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Ho/o/oh! (verbo avere/congiunzione/esclamazione) Hai/ai/ahi! (verbo avere/preposizione/esclamazione) Ha/a/ah! (verbo avere/preposizione/esclamazione) Hanno/anno (verbo avere/nome) Ahimé! (esclamazione) La h non si aspira mai Si trova in alcune parole (habitat, hotel, harem, hobby) Le doppie • TuMe le consonan? (ecceMo h) si raddoppiano purché si trovino fra due vocali o tra una vocale e ‘l’ e ‘r’ (spesso, applauso, so+rarre) • Non si raddoppiano le consonan? ‘g’ e ‘z’ nelle parole che terminano in –ione. Fa eccezione loggione • Non raddoppia la consonante ‘b’ nelle parole che terminano in –ile (stabile, mobile) Le sillabe • Ogni gruppo di leMere che viene pronunciato con una sola emissione di voce e che con?ene almeno una vocale è una sillaba • Monosillabe (a, se, lo, ma, tra, giù) • Bisillabe (ca‐ne, ca‐sa, ven‐de, tap‐po) • Trisillabe (na‐tu‐ra, cor‐re‐re, mar‐tel‐lo) • Polisillabe (gram‐ma‐?‐ca, in‐dub‐bia‐men‐te) L’accento tonico • La sillaba su cui cade l’accento si chiama sillaba tonica • Vocale tonica è quella su cui cade l’accento • Sillabe atone sono quelle dove non cade l’accento • Nella parola AMORE la sillaba tonica è MO, la vocale tonica è O, mentre A e RE sono sillabe atone Le parole in base all’accento • Tronche = accento sull’ul?ma sillaba (ciMà, geMò) • Piane = accento sulla penul?ma sillaba (amìca, cavàllo) • Sdrucciole = accento sulla terzul?ma sillaba (mèdico, cìrcolo) • Bisdrucciole = accento sulla quartul?ma sillaba
((dàtemene, vìsitano) L’accento grafico • Grave, indica un suono aperto (caffè, ciMà, portò) • Acuto, indica un suono chiuso (né, poiché, sé, perché) • Circonflesso, indica una contrazione (principii = principî) Accento grafico obbligatorio • Sulle parole tronche • Sui monosillabi con due vocali quando l’accento cade sulla seconda • Sui compos? di tre, re, blu, su (ven?trè, quassù) • In alcuni monosillabi per dis?nguerli da ltri di diverso significato (dà, dì, né, là, lì, sé, sì, tè) Troncamento •
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Si chiama "troncamento" la caduta di una vocale, di una consonante o di una sillaba in fine di parola. Nella grafia non si usa l'apostrofo. Pensiamo a casi come buon giorno, ben de+o, gran maleducato. Vediamo i casi più ricorren: di troncamento. Il signor Rossi, il professor Bianchi, il do+or Verdi, il cardinal Mar:ni. Un bel ragazzo, san Giuseppe. Anton Giulio, Gian Carlo (anche in grafia unita Giancarlo), Pier Paolo. Val d'Elsa, Val padana, Colfiorito, Monreale, Tor diQuinto. Il troncamento con l’apostrofo •
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Po’ = poco Be’ = bene Mo’ = modo Da’ = dai Di’ = dici Fa’ = fai Sta’ = stai Va’ = vai To’ = togli (oggi nel significato di prendi) Un troncamento con l’accento • A ogni piè sospinto (spesso) • Saltare a piè pari (tralasciare di fare qualcosa) • A piè di pagina (in fondo alla pagina) • Stare a piè fermo (non muoversi) Elisione • Si chiama "elisione" la caduta della vocale finale di una parola davan? alla vocale iniziale della parola seguente. • Una amica > un'amica, di oggi > d'oggi, senza anima > senz'anima. • Parlando, il ricorso all'elisione è frequen:ssimo, anche se nella grafia non ve ne è traccia. Per esempio non può essere scriMo degl'uomini, né tanto meno degluomini. • In genere i monosillabi si elidono quando la loro vocale finale coincide con quella iniziale della parola seguente: s'insultano è più frequente di s'amano, l'amo è più frequente di l'odio (la odio). • Solo la preposizione da non si elide mai, anche per evitare la confusione con di: d'avere sta infaS per di avere e non per da avere. La punteggiatura I principali segni d'interpunzione sono i seguen?: • il punto fermo (.) • la virgola (,) • i due pun? (:) • il punto e virgola (;) • il punto esclama?vo (!), • il punto interroga?vo (?) • i pun?ni di sospensione (…) • le virgoleMe (" ", «», ‘ ’) • il trakno (‐) • Le parentesi tonde ( ) Il punto fermo • Tradizionalmente il punto si usa per indicare una pausa forte, alla fine di un periodo o alla fine di una frase. • Il punto viene u?lizzato anche nelle abbreviazioni, dove può comparire alla fine o al centro della parola a seconda del ?po di abbreviazione: do+. = do+ore, prof. = professore, pag. o p. = pagina, ecc. = eccetera, ill.mo = illustrissimo, gent.mo = gen:lissimo. La virgola Di norma indica una pausa breve, ma è molto soggeMa agli usi individuali. Si usa nelle frasi coordinate senza congiunzioni: mi alzo, mi vesto, faccio colazione, mi lavo i den?, vado a scuola. Prima della ‘e’può essere introdoMa per dare maggiore rilievo alla frase coordinata: l'ho rimproverato, e non me ne pento. Si usa nelle enumerazioni: è una ragazza buona, onesta, generosa; bisogna predicare la pace, la libertà, la fratellanza, l'amicizia fra i popoli. I due pun2 • Per introdurre un discorso direMo. Giacomo disse: « Hai torto » • Per introdurre un elenco. In quello zaino c’è di tu+o: penne, maglie, libri e biscoS. • Per introdurre un esempio. Ad esempio: tavolo è un nome concreto. • Per introdurre una spiegazione. Te lo ripeto ancora una volta: due è un numero pari. Punto interroga2vo • Per concludere una domanda direMa. Che ore sono? • Per una domanda indireMa. Avevo forse de+o tre giorni? • E’ seguito dalla leMera maiuscola, ma se si susseguono domande con rapidità anche la minuscola va bene. Dove andrai? che farai? perché? Punto esclama2vo • Per esprimere gioia, meraviglia, dolore, comando, rimprovero. Va+ene! Che sorpresa! Povero me! Che bru+a figura! • Più pun? esclama?vi per accentuare l’intensità. Senza esagerare. Basta!!! • Per ironia e incredulità con il punto interroga?vo. E questo sarebbe un film comico? Pun2ni di sospensione • Sono solo e sempre tre • Per lasciare in sospeso una frase di cui si intuisce la conclusione. Sai bene che tra il dire e il fare ... • Per esprimere esitazione. Non saprei ... ecco ... sai ... a dire il vero • E’ bene non abusarne TraFno e lineeGe • Per unire due termini che non formano una parola composta. Il treno Venezia‐Roma. • Per dividere le sillabe quando si va a capo. Pre‐
sto, pun‐tua‐le, tra‐gi‐co. • Per indicare le baMute di un dialogo si usano le lineeMe al posto delle virgoleMe. – Andrai a Bari? – domandò Beppe Parentesi tonde • Per isolare parole non necessarie alla comprensione. Nadia (come hai visto) è :mida. • Per indicare l’autore di una citazione. E col cul fece trombe+a (Dante Alighieri) Le maiuscole •
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All’inizio di un periodo e di un discorso direMo Dopo il punto, il punto interroga?vo o esclama?vo Con i nomi propri (Ugo, Black) Con i nomi di feste e solennità (Natale) Con parole che si riferiscono al sacro (Creatore, Buddha) Nomi di en?, società e squadre spor?ve (Juve) Titoli di libri, film e altre opere (Traviata) Nomi di popoli (Fenici) Nomi geografici (Sud) Secoli o periodi storici (Rinascimento)