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astronomia
di Giuditta Bricchi
Nella foto grande: Rachel Weisz,
nelle vesti di Ipazia, in una scena
del film Agorà del regista cileno
Alejandro Amenábar.
A destra in alto: la matematica
britannica Mary Sommerville
(1780-1872), autrice di The mechanism of heavens, importante
opera che riassume il lavoro del
matematico Laplace.
Nella foto piccola: Gabrielle du
Châtelet, matematica, fisica e
scrittrice francese, considerata
uno dei più grandi ingegni femminili del XVIII secolo.
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terzaetà
S
e chiedete a qualcuno un nome celebre nella storia dell’astronomia,
molto probabilmente vi risponderà
Keplero, Galileo, Copernico e così via, vi
dirà cioè il nome di un uomo. Sarà molto difficile che ricordi un nome femminile, come
Ipazia di Alessandria, Gabrielle du Châtelet,
Caterina Scarpellini, anche se le donne
astronome sono esistite e il loro contributo
scientifico è stato tutt’altro che trascurabile. Nel corso della storia, fino alla seconda metà del Novecento, le donne
protagoniste dell'evoluzione dell'astronomia sono state poche e, quelle poche, sono
rimaste per lo più sconosciute e in posizioni
marginali o subalterne. Una giovane astronoma, Gabriella Bernardi, ha dedicato loro
il volumetto (vedi nota) che fornisce materia
per questo articolo.
Un viaggio nei secoli
Mai sapremo chi fu veramente la prima donna, nel
lontano passato, ad occuparsi di astronomia. La
prima astronoma nota, vissuta ben oltre quattromila anni fa, è En Heduanna (2300 a.C. ), principessa babilonese, sacerdotessa della dea della Luna.
In un antico bassorilievo è raffigurata l’immagine di
questa donna, che fu la direttrice degli osservatori
babilonesi, istituzioni di grande importanza sociale
e civile. Dopo questa principessa, vi fu un’altra principessa egiziana, Aganice, a cui seguì Sonduk, regina coreana, che fece erigere (630 a.C.) una torre
astronomica (Cheomseongdae o la Torre della Luna
e del Sole), visibile ancora oggi. La schiera delle
astronome dell’antichità si conclude con Ipazia
(370-415 d.C.), prima donna scienziata la cui vita è
ben documentata. Ipazia, nata in Egitto, ad Alessandria, fu l’ultima direttrice del Museo e della Biblioteca della città e fece una fine tragica.
Astronoma, matematica e filosofa fu martire pagana, uccisa, per la sua emancipazione, da fondamentalisti cristiani.
ANNO 32 - N. 1 - FEBBRAIO 2014
DONNE
TRA LE STELLE
UNA STORIA
AL FEMMINILE
DELLE SCOPERTE
SCIENTIFICHE
Dal Medioevo al ’900
La più celebre tra le scienziate medievali fu la cosmologa Ildegarda di Bingen (1098-1179), che si
dedicò anche alla musica e alla pittura. Dichiarata
dottore della Chiesa, venne santificata nel 2012 da
Benedetto XVI.
Maria Margarethe Winkelmann (1670-1720) fondò
con il marito, Gottfried Kirch, l’osservatorio astronomico di Berlino. Scoprì anche una cometa che
però prese il nome del marito, al quale inizialmente
fu anche attribuita la scoperta. Quando il marito fu
nominato astronomo di corte, questi fece dell’astronomia un’azienda familiare: la moglie Maria fu affiancata da due sorelle dell’astronomo nella
redazione di calendari ed effemeridi (tabelle con
dati astronomici). Pietro il Grande offrì poi a Maria
un posto di astronomo in Russia, ma lei, sposa sottomessa, rinunciò alla carriera.
Qualcuno ha calcolato che alla fine del Settecento
il quattordici percento degli astronomi tedeschi
erano di genere femminile. Della schiera faceva
parte anche Carolina, sorella del grande Wilhelm
Herschel, scopritrice di otto comete. Marie FairfaxSommerville (1780 -1872) fu la regina della scienza
ottocentesca. La Royal Society di Londra le eresse
un busto in bronzo che non poté mai vedere, poiché, come donna, le era vietato l’accesso nell’Accademia! Gabrielle du Châtelet (1706-1749), amica
ASSOCIAZIONE TICINESE TERZA ETÀ
Ipazia, (nel celebre dipinto di
Charles William Mitchell), matematica, astronoma e filosofa
greca, rappresentante del neoplatonismo pagano. Nata ad
Alessandria d’Egitto verso il 370
e morta nel 415 trucidata da
monaci parabolani durante un
tumulto. La sua uccisione l’ha
resa una martire del paganesimo
e della libertà di pensiero.
Era considerata la donna più
bella del suo tempo.
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I primi 50 anni dell’era spaziale
L’era spaziale è iniziata il 12 aprile 1961 con il lancio, effettuato in Unione Sovietica, della prima navicella spaziale con a bordo un uomo, Jurij Gagarin. La prima
donna a volare nello spazio fu invece nel 1963 l’astronauta russa Valentina Vladimirovna Tereškova (nella foto).
Da allora la partecipazione alle attività spaziali si è allargata a numerose altre nazioni e si è aperta ad interessi di tipo commerciale. La corsa allo spazio rappresenta
uno dei progetti chiave per riconvertire l'industria bellica in industria spaziale, secondo un progetto lanciato da John Kennedy, che riteneva che spazio e progresso
tecnologico fossero la Nuova frontiera dell’umanità. Un passo importante in questa
direzione è stato la messa in orbita della Stazione Spaziale Internazionale (ISS),
dove abitano e lavorano, a turni, gruppi di astronauti di tutto il mondo. Nata dalla
collaborazione delle agenzie spaziali canadese (CSA), europea (ESA), giapponese
(JAXA - già NASDA), russa (RKA) e statunitense (NASA), la Stazione Sperimentale
Internazionale è grande come un campo di calcio e gira attorno alla Terra ad un'altezza di circa 400 km. Anche se per ora non sono ancora stati elaborati programmi
di turismo spaziale, si può iniziare ad osservare da terra la Stazione Spaziale Internazionale, che, in condizioni favorevoli, è luminosa come Giove e Venere. Siti specializzati ne mettono on-line i passaggi. Basta fare click sul capoluogo della regione
a noi più vicino e troveremo sul monitor del nostro PC le previsioni dei passaggi
per i 10 giorni successivi.
di Voltaire e di altri intellettuali, tradusse in francese
i Principia di Newton, introducendo in Francia la
teoria della gravitazione universale. Per farle un
complimento, Voltaire la ricordò come «un grande
uomo»! Il viaggio nella storia astronomica femminile del passato viene concluso dall’italiana Caterina
Scarpellini (1808-1873) che lavorò a Roma alla Specola del Campidoglio.
Il contributo femminile
«Il libro – scrive Gabriella Bernardi - ha più di un
obiettivo. Il principale è quello di far capire ai giovani lettori che il contributo femminile all’astronomia non è stato né episodico né trascurabile. Se mi
fossi dedicata solo alle figure più importanti, avrei
potuto favorire un “effetto Madame Curie”, avrei
potuto insomma far intendere che le donne astronome abbiano partecipato in modo sporadico e che
le protagoniste lo fossero solo perché di eccezionale
levatura. Inserire invece molte astronome nel libro
(anche se sono una selezione di quelle che avrebbero potuto esserci) dimostra che il loro coinvolgimento non era solo sporadico e che erano
paragonabili, come preparazione e capacità, ai loro
colleghi uomini.
La scarsa notorietà delle protagoniste (anche a livello di studi universitari) deriva almeno da due
cause: il limitato accesso per le donne ad una istruzione superiore e il fatto che l’apprendimento di
queste scienziate dipendesse, in molti casi, dalla
presenza di parenti stretti, che finivano per oscurare
il loro contributo. Emblematico è il caso di Sophie
Brahe, la cui capacità teorica e matematica fu inglobata dal nome del fratello Tycho, più portato alla
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Margherita Hack
grande donna e grande scienziata
parte sperimentale e osservativa. È quindi importante migliorare la conoscenza storica e scientifica
di queste studiose per contrastare pregiudizi molto
diffusi».
Le astronome oggi
Come ben si sa, in passato l’accesso delle donne
agli studi fu a lungo ostacolato. Basti ricordare che
all’Università di Harvard, per esempio, fino al 1956,
le astronome non potevano essere nominate professore e che, fino al 1965, non potevano fare osservazioni sul monte Palomar.
Anche all’Università di Princeton, fino al 1975, era
impedito l’accesso femminile agli studi astronomici.
Oggi la situazione è molto diversa: sono numerose
le astrofisiche che effettuano ricerche nei più svariati campi, dalla fisica stellare alla cosmologia.
Si può stimare che rappresentino dal 20 al 30 percento di tutti gli astronomi e astrofisici del mondo.
Margherita Hack, la più famosa astronoma italiana, si è spenta a 91 anni a Trieste
lo scorso 29 giugno. Fu la prima donna – in epoca moderna – a dirigere un osservatorio astronomico. Essa vantava non solo una storia accademica di prim’ordine,
ma era anche una grande scrittrice e divulgatrice scientifica. Fin dagli anni giovanili
si era sempre impegnata anche su grandi temi e in battaglie etico-sociali.
Nata a Firenze nel 1922, si trasferì negli anni sessanta a Trieste per dirigere l’Osservatorio astronomico, che sotto la sua guida (1964-1992) acquisì importanza a
livello internazionale. Con la sua competenza formò una generazione di scienziati.
Attraverso un'intensa opera di promozione ottenne che la comunità astronomica
italiana espandesse la sua attività nell'utilizzo di vari satelliti, raggiungendo un livello di rinomanza internazionale. Lavorò presso numerosi osservatori americani
ed europei e fu per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro dell'ESA (Agenzia
Spaziale Europea) e della NASA. Divenne “accademico dei Lincei” e collaborò con
la NASA e con l’Air Force per lo studio della radiazione solare e dei suoi effetti
sugli esseri umani. Con le sue doti di divulgatrice riusciva e rendere facile e comprensibile a chiunque qualsiasi argomento. Famosa per il suo spirito tagliente e
l’indole battagliera tipicamente toscana che la portavano ad esprimersi con un linguaggio colorito, era molto apprezzata, oltre che per i libri divulgativi, anche per
la partecipazione a conferenze, interviste radiotelevisive e per gli interventi teatrali.
Nella foto al centro: Cheomseongdae è un osservatorio
astronomico situato nel Sud della Corea. Fatto costruire
dalla regina Sonduk, risale al VII secolo d.C. ed è il più antico del genere che si è conservato nell’estremo Oriente.
Il suo nome significa Torre che osserva le stelle.
Gabriella Bernardi, Il cielo dimenticato in un baule, Edizioni
La Ricotta, Pavia, 40 pagine. La pubblicazione, concepita in
forma di piacevole racconto per ragazzi, fornisce notizie su
una trentina di donne astronome ed è molto interessante e
istruttivo anche per gli adulti.
ASSOCIAZIONE TICINESE TERZA ETÀ
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