Storia delle istituzioni carcerarie

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Transcript Storia delle istituzioni carcerarie

Storia delle istituzioni carcerarie
L’ istituzione del carcere nacque contemporaneamente all’ istituzione di
leggi e di sistemi normativi per regolare i rapporti nelle società. Già
l’ Antico Testamento ci fornisce la testimonianza dell’ esistenza di luoghi
di prigionia come ad esempio la cisterna in cui fu posto Giuseppe dai
fratelli che lo vendettero come schiavo agli Ismaeliti ( Genesi, 37). Una
forma più istituzionalizzata di carcere era sicuramente presente sia nella
Babilonia sia nella Gerusalemme degli anni di Nabucodonosor II (605-562
a.C.) come testimoniano le storie di Ismaele e Fenena narrate nel “
Nabucco” di Verdi. Anche Persiani, Egizi e Fenici ebbero le loro prigioni
così come la Grecia Antica . Ad Atene vigeva la distinzione fra “
Sofronistero” ( carcere per i minorenni) e “Pritaneo” ( ove fu rinchiuso
Socrate). Non vi era però segregazione cellulare, i carcerati potevano
parlare tra loro e addirittura uscire durante certe feste ( durante la
detenzione di Socrate furono lasciate aperte le porte del Carcere in
occasione di una grande festa ateniese ma Socrate rifiutò di fuggire).
Negli anni dell’ egemonia tebana( 371-362 a.C.) Tebe riceveva ostaggi
( quindi prigionieri) da varie aree tra cui la Macedonia e proprio durante
un periodo di prigionia il futuro Filippo II ebbe modo di vedere all’ opera
la temibile falange tebana da lui riproposta anni dopo nel suo regno . Il
carcere romano era per lo più un luogo tetro e fetido, dove si gettavano
insieme uomini e donne, condannati e arrestati. Vi si distingueva una
parte interior, priva di luce, inaccessibile al pubblico, e una parte exterior,
dove i prigionieri potevano ricevere visite. Talvolta il prigioniero era
gravato di ceppi (“compedes”), manette (“manicae”), catene, ecc., altre
volte era slegato.
Un esempio di carcere antico:
Approfondimento- Il Carcere Mamertino Posto sul clivo Argentario al di
sotto dell’ odierna chiesa di San Giuseppe dei Falegnami e
strutturalmente connesso con il sistema difensivo/costruttivo del Colle
Capitolino a partire dall’età arcaica ("Mura Serviane”) il Carcer - Tullianum
fungeva da luogo di reclusione dei nemici dello Stato Romano condannati
a morte. I colpevoli di reati comuni erano invece reclusi nelle Lautomiae,
ambienti attigui ricavati da antiche cave aperte lungo i fianchi del
Campidoglio per l’estrazione di materiale lapideo. L’ origine del termine
Lautomiae è spiegata nel seguente passo tratto dal “ De lingua latina”
capitolo 5 paragrafo 151 di Varrone Reatino:
“Arx ab arcendo, quod is locus munitissimus urbis, a quo facillime possit
hostis prohiberi. Carcer a coercendo, quod exire prohibentur. In hoc pars
sub terra Tullianum, ideo quod additum a Tulli rege. Quod Syracusis ubi
delicti causa custodiuntur, vocantur latomiae, inde lautumia translatum,
quod hic quoque in eo loco lapidicinae fuerunt”
Traduzione italiana:
“ ‘Arce’ da ‘arcere’ (tenere lontano), poiché questo è il luogo meglio difeso
della città. Carcere da coercizione, perché a chi è dentro è impedito di
uscire. Entro di questo vi è una parte sotterranea, detta Tullianum, perché
aggiunta dal re Tullio. Siccome a Siracusa il luogo dove sono detenuti i
criminali si chiama Latomie, è passato (a Roma) il termine lautumia,
poiché anche in questo luogo erano un tempo delle cave di pietra”.
Come specificano le fonti letterarie latine e greche, il monumento è
composto da due nuclei distinti e diversamente datati, il Carcer ed il
Tullianum. Con Carcer si intende il vano superiore e gli ambienti attigui
rinvenuti durante gli scavi in corrispondenza delle fondazioni del
convento, con la superficie muraria su fronte strada (vicus Lautumiarum)
in blocchi di travertino sormontata dall’iscrizione dedicatoria di metà I
secolo d.C. Con Tullianum l’ambiente sotterraneo, originariamente a
pianta circolare, caratterizzato dalla sorgente che risale dal piano
pavimentale. Nella sua fase iniziale (V a.C.) l’edificio era adibito a luogo di
culto probabilmente di una figura divina legata alla risorgiva. In età
repubblicana venne ridimensionato ed inglobato nelle strutture del
Carcer. Nel Tullianum venne eseguita la condanna a morte comminata dal
console Cicerone ai congiurati complici di Catilina. Il luogo ( il Tullianum) e
la modalità dell’ esecuzione sono descritti in una memorabile pagina del
“ De coniurationae Catilinae” che viene di seguito riportata sia in lingua
originale sia in traduzione italiana.
Dal “De coniuratione Catilinae” di Sallustio cap.55 paragrafi 3-5:
“Est in carcere locus, quod Tullianum appellatur, ubi paulum ascendersi
ad laevam, circuite duodecim pedes humi depressus. Eum muniunt
undique parietes atque insuper camera lapideis fornici bus iuncta; sed
incoltu, tenebris, odore foeda atque terribilis eius facies est. In eum locum
postquam demissus est Lentulus, vindices rerum capitalium, quibus
praeceptum erat, laqueo gulam fregere.”
Traduzione italiana ( di Lidia Storoni Mazzolani ne “ La congiura di
Catilina” – Edizioni BUR) :
“ Se sali un poco a sinistra nel carcere detto Tulliano, vi è una stanza che si
trova nel sottosuolo a circa 12 piedi di profondità, chiusa tutt’ attorno da
pareti e coperta da una volta di pietra. Lo squallore, le tenebre, il fetore la
rendono tetra e paurosa alla vista. Ivi fu fatto
scendere Lentulo; i carnefici, conforme agli
ordini ricevuti, lo strangolarono con un laccio.”
In età Repubblicana erano già stati giustiziati
nel Tullianum sia Giugurta( 104 a.C.) sia
Vercingetorìge.
Le illustri vittime giustiziate nel Tullianum
La tradizione vuole che , nel principato di Nerone, vi abbia soggiornato S.
Pietro e per questo motivo nel IV secolo esso fu dedicato al culto col
nome di S. Pietro in Carcere. La leggenda racconta che S. Pietro entrando
nel carcere sia scivolato e abbia sbattuto la testa ( l’ impronta lasciata è
protetta dal 1720 da una grata) e che insieme a S. Paolo ( con cui era
detenuto) abbia battezzato i carcerieri in seguito alla comparsa nel
Carcere di una polla d’ acqua. Proprio per questa polla d’ acqua ( tullus) i
cristiani ritenevano che il nome del Carcere fosse Tullianum. In realtà
appare più verosimile che il carcere sia stato chiamato Mamertino in
onore di Anco Marzio, il re che secondo Livio lo costruì, o in onore di
Marte ( Mavors) dedicatario di un tempio nelle vicinanze e che abbia
avuto anche il nome di Tullianum a causa degli ampliamenti realizzati da
Servio Tullio. Intorno al VII secolo d.C. il Carcer-Tullianum perde la
funzione di luogo di detenzione e diviene luogo di culto cristiano, la chiesa
dei Santi Pietro e Paolo in Carcere.
Nel vano intermedio compreso tra le fondazioni della Chiesa di San
Giuseppe dei Falegnami ( che fu completata nel 1663 dopo i lavori sulla
preesistente S. Pietro al Carcere iniziati nel 1597) e l’estradosso della
volta del Carcer, si realizza alla fine del XIX secolo un nuovo luogo di culto,
il Santuario del SS. Crocifisso, dove onorare il Crocifisso ligneo in
precedenza esposto sulla facciata in travertino del Carcer.
Legenda
1.
2.
3.
4.
Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami
Cappella del S.S. Crocifisso
Carcere
Tullianum
Costantino con un provvedimento del 320 prescrisse un trattamento
umano nelle carceri, la separazione dei sessi, l’ alleggerimento delle
catene e la possibilità di muoversi nei cortili. Anni dopo anche
Onorio e Giustiniano emisero provvedimenti in questa direzione.
I Germani e i Franchi non conoscevano la prigionia come reclusione in un
luogo chiuso quanto privazione della libertà personale attraverso i ceppi.
Carlo Magno limitò l’uso della segregazione cellulare nei carceri
introdotta anni prima. Nel Medioevo le prigioni non erano certo curate o
rese luoghi adatti alla vita dei reclusi. Amedeo di Savoia, ad esempio,
criticò i suoi ufficiali di Nizza nel 1391 per le terribili conseguenze che
arrecava il soggiorno nelle carceri. Altra attestazione altomedievale del
carcere in Italia è riscontrabile nella biografia di San Francesco d’ Assisi. Il
futuro poverello d’ Assisi infatti combatté nella guerra fra Assisi
( ghibellina) e Perugia ( guelfa) del 1202 e in seguito alla vittoria perugina
a Collestrada fu catturato e rinchiuso in carcere da dove uscì l’ anno
seguente grazie al pagamento di un riscatto da parte del padre. Nel
carcere, ove si ammalò gravemente, iniziò il percorso di riflessione e
conversione di Francesco. Due importanti e famose prigioni costruite nel
periodo medioevale furono la Torre di Londra ( iniziata verso il 1078 da
Guglielmo il Normanno e poi ingrandita ) e la Bastiglia ( iniziata nel 1370).
Esempi di carcere dell’ età medioevale/ Moderna ( Medioevo-Rivoluzione
Francese):
- Approfondimento: Torre di Londra
I lavori per la costruzione della Torre di Londra iniziarono nel 1078 .
Riccardo Cuor di Leone fece circondare la mura con delle mura e con de
fossati che verranno resi effettivamente utili da Enrico III che si avvarrà di
tecniche olandesi. Nel 1100 fu incarcerato il primo “ ospite” della Torre
tale Rainulfo Flambard, vescovo di Durham, accusato di esorcismo. I
detenuti d’ alto rango avevano un trattamento d’ onore a differenza dei
detenuti per dissidenza religiosa che venivano sottoposti anche a torture.
Detenuti illustri furono Thomas More ( arrestato e decapitato nel 1535),
Anna Bolena ( arrestata e decapitata nel 1536) , la futura Elisabetta I
( arrestata nel 1554 in seguito alla congiura di Wyatt su ordine della
sorella Maria I che però non firmò la sua condanna a morte ma anzi le
concesse gli arresti domiciliari ) e Maria Stuart. La Torre di Londra è stata
usata come prigione ancora nella Prima Guerra Mondiale e come luogo di
esecuzione durante la Seconda Guerra Mondiale ( l’ ultimo giustiziato
nella Torre di Londra fu una spia tedesca nel 1941). Oggi è un monumento
– sempre di proprietà reale- visitabile dal pubblico.
- Approfondimento: La Bastiglia
Costruita nella zona a est di Parigi a partire dal 1370 per proteggere la
residenza reale, era una fortezza rettangolare circondata da fossati e da
otto grandi torri alte 23 m; ogni torre conteneva segrete sotterranee e
diversi piani di celle. Dapprima fu una cittadella militare per poi essere
adibita a prigione di Stato dal cardinale Richelieu. Poteva ospitare
quarantadue detenuti, in genere di alto rango ( tra i detenuti si ricordano
il leggendario gemello di Luigi XIV Maschera di Ferro e Voltaire che fu
detenuto per delitto d’ opinione) e divenne ben presto il simbolo dell’
arbitrio reale poiché i detenuti erano incarcerati sulla base di un semplice
ordine del re ( lettre de cachet) e non di una sentenza della magistratura.
Oggetto di molti cahiers de doléance , sarebbe stata comunque chiusa dal
re ( che aveva deciso di distruggerla per far posto alla place Louis XVI) ma
il popolo di Parigi decise di non aspettare l’ applicazione dell’ ordine di
distruzione emanato 36 giorni prima e il 14 luglio 1789 assaltò la fortezza
e la distrusse. È l’ inizio ,convenzionalmente accettato, della Rivoluzione
Francese.
La Bastiglia
Altra prigione francese molto nota grazie al romanzo di Dumas “ Il Conte
di Monte Cristo” fu il Castello d’IF, fortezza che ,sorta negli anni Venti del
Cinquecento, è posta nel mare a una certa distanza da Marsiglia ( punto
di forza fu appunto la sua collocazione in mare aperto e quindi
l’ isolamento di cui godeva) e che ospitò fra i suoi detenuti anche il
socialista rivoluzionario Blanqui. Gli ultimi detenuti furono dei ribelli
arrestati nella guerra civile in Alsazia del 1914.
Il Castello d’IF
Se nell’ età medioevale e agli albori dell’ età moderna si era preferito
adattare vecchie torri o fortezze alla destinazione di carceri nel XVII e nel
XVIII secolo si iniziarono a costruire alcuni edifici appositi. Fra questi si
ricordano:
- Casa di detenzione fatta costruire dal cardinale Zapata a Napoli
(1623) in cui si attuò la separazione dei detenuti secondo i criteri di
età e condizione sociale;
- Carceri Nuove in Via Giulia sorte nel 1655 durante il pontificato di
Innocenzo X;
- Penitenziario con 140 celle fatto erigere a Milano nel 1764 da Maria
Teresa d’ Austria;
- Penitenziario di Gand nelle Fiandre ( 1773) prototipo dei
penitenziari a raggiera per un elevato numero di detenuti (1400).
Lo schema planimetrico più comunemente adottato iniziò a essere
proprio quello a raggiera che permetteva una buona sorveglianza da un
unico punto da cui si dipanavano i vari bracci.
Nell’ Ottocento si delinearono tre sistemi di detenzione:
- Sistema Filadelfiano ( affermatosi a Filadelfia nel XIX sec.): basato
sulla segregazione continua del condannato ( viene citato anche da
Schopenhauer nel IV libro de “ Il mondo come Volontà e
Rappresentazione”);
- Sistema auburniano ( da Auburn città degli Stati Uniti ove venne
elaborato nel 1816): basato sulla segregazione notturna e il lavoro
diurno in comune ma in silenzio;
- Sistema irlandese : basato sulla segregazione cellulare limitata a un
periodo della pena.
Il sistema irlandese consiteva in quattro gradi progressivi: isolamento
continuo ( Sistema filadelfiano), regime auburniano , campo di lavoro
all’ aperto e liberazione anticipata in prova. Su questi tre sistemi ( di cui
quello irlandese fu il sistema di sintesi e quello più sviluppato) si è
poggiato il sistema penitenziario dei vari Stati nel XIX e in buona parte
anche nel XX secolo.
Esempio di carcere dell’ età contemporanea : Alcatraz
Alcatraz è forse il più noto carcere del XX secolo anche grazie a tutti i film
che lo hanno visto come ambientazione o come soggetto. Situato nell’
omonima isola della Baia di San Francisco ( California), il penitenziario fu
costruito a partire dal 1909 e dopo essere stato una prigione militare
( 1933) divenne un carcere federale di massima sicurezza. Ci furono 26
tentativi di fuga in 29 anni di apertura del carcere che nel 1963 fu chiuso a
causa degli elevati costi. Ma ormai aveva già acquisito la fama di carcere
bunker da cui era impossibile evadere.
Alacatraz
Si potrebbero fare altri esempi di carceri ottocenteschi o novecenteschi
ma si preferisce,al termine di una panoramica generale dai tempi dell’
Antico Testamento ai sistemi penitenziari dell’ Ottocento, concentrarsi
sull’ evoluzione dell’ istituto carcerario nell’ Italia Unitaria , evoluzione
che verrà affrontata nel successivo capitolo.