g-son - xv - Campionato di Giornalismo il Giorno

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LE NOSTRE INIZIATIVE
GIOVEDÌ 3 APRILE 2014
XV
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Istituto Comprensivo Sondrio Centro - Sondrio
LA REDAZIONE - CLASSE 5^B: Joel Abbruzzese, Arianna Aureli,
Matilde Bonomi, Andrea Catanese, Claudio Conforti, Andrea De
Luis, Tomas Hoxha, Michela Iobizzi, Alberto Marchetti, Alida
Maspes, Silvia Mitta, Lorenzo Nolla, Lorenzo Passerini, Marco
Pedrini, Filippo Rumi, Francesca Salacrist.
DOCENTE: Leonarda Leggieri
Viaggio immaginario tra le pareti parlanti dell’ospedale di Sondrio
IL COMMENTO
La salute:
diritto inalienabile
per tutti i bambini
SALUTE? Sì, dovunque e
sempre. Sembrerebbe la classica domanda ad effetto.
Invece no, giacché stiamo parlando della salute di un bambino, un diritto inalienabile, sancito dall’articolo 24 della Convenzione internazionale dei diritti dell’Infanzia stipulata nel
1989.
Anche nell’articolo 1 della
Carta dei diritti dei bambini e
degli adolescenti in ospedale si
legge «…hanno il diritto ad
avere sempre la migliore qualità delle cure…».
QUANTO riportato ribadisce
l’importanza fondamentale
del diritto alla salute, sacrosanto non solo per il bambino in
particolare, soggetto vulnerabile, ma anche per tutti, a qualsiasi età e condizione.
I bambini vanno tutelati. Essi
costituiscono il futuro di una società sana, migliore, si spera,
di quella attuale tecnologica,
consumistica in cui l’indifferenza regna sovrana.
«SENZA i bambini che mondo sarebbe?». Loro sono la gioia, il sorriso, l’innocenza, la
spontaneità.
Proteggiamoli, perché essi sono il domani, il futuro. Prestiamolo loro una giusta e corretta
attenzione.
LA PEDIATRIA è al servizio dei
bambini da 0 a 14 anni, una fascia di
età estremamente delicata, bisognosa
di particolari cure e attenzioni. Chi meglio delle pareti di questo reparto può
raccontarci tutte le paure, le ansie, i
sentimenti contrastanti che si sono alternati nei piccoli pazienti in questi ultimi cinquant’anni? Forse non tutti
sanno che la pediatria una volta non
esisteva e che i bimbi malati erano ricoverati nel reparto di medicina con gli
adulti. «Ricordo - racconta una parete
dall’anonimo colore bianco - grandi occhi impauriti dei bambini perdersi nel
vuoto delle enormi stanze dove echeggiavano i lamenti e le voci degli ammalati. Rammento ancora la piccola Giuliana, sola nel grande letto bianco, con
le sue paure. Le avevano appena tolto
le tonsille. Avrei voluto tanto abbracciarla per darle calore e sicurezza mentre fuori, nel lungo corridoio, si avvicinava il temibile carrello delle medicazioni». Non solo le infermiere, allora
c’erano anche le suore, brave e premurose con i piccoli malati, che affiancavano i medici. Essi, pur dotati di grande professionalità, spesso purtroppo rimanevano impotenti dinanzi alla morte, poiché non esistevano i vaccini. «Ricordo quella drammatica notte in cui -
aggiunge un’altra vecchia parete - un
bambino di sei anni accusava forti dolori e vomito. La diagnosi parlava chiaro: meningite tubercolare. Si salvò ma
rimase cieco».
FORTUNATAMENTE in questi anni sono stati fatti passi da gigante nella
scoperta di nuovi farmaci, come gli antibiotici, necessari per combattere le
infezioni batteriche. «Anche per noi,
oggi,- esclamano con tono orgoglioso
le giovani pareti - le cose sono migliorate. Abbiamo un reparto tutto nostro
dove accogliamo solo bambini, nel rispetto delle loro peculiarità e fragilità». Dal cassetto dei ricordi ecco affio-
rare quello della bellissima parete colorata di una delle camerette che ospita
due pazienti: «Sapeste quanto è affascinante osservare il gioco di squadra di
medici e infermieri allorché capitano
situazioni critiche!». Un giorno di dieci anni fa in pediatria accadde qualcosa di davvero stupefacente. «In poche
parole - spiegano le pareti dei corridoi
- ci hanno rifatto il look! Con tecniche
all’avanguardia siamo diventate le pagine illustrate del Libro della giungla
e della Sirenetta. Il reparto si è trasformato in un cartone animato. Siamo stati il primo reparto e ospedale in Italia a
realizzare questo progetto di umanizzazione pittorica». Adesso il ricovero in
ospedale per il bambino risulta più piacevole e meno traumatizzante proprio
perché, grazie alle pareti che “parlano”
e si “animano”, egli si sente come a casa. La paura e il disagio sono ricordi ormai lontani. Serenità e gioia sono gli
alleati della salute del bambino. «Parlando dell’ospedale - conclude una parete su cui campeggia Mowgli - generalmente si pensa a un luogo triste. In
realtà qui succedono anche tante cose
belle: nascono bambini, si guariscono
persone, si possono fare amicizie. E
poi ci sono anche le volontarie che con
la loro allegria aiutano i piccoli pazienti a trascorrere il tempo il più serenamente possibile».
INTERVISTA A SPECCHIO PARLANO PIERLUIGI PATRIARCA E GUIDO PELLEGRINI
Due pediatri, due generazioni diverse, una sola passione
IL PROFESSOR Patriarca, un’istituzione nel mondo pediatrico provinciale, ha guidato il reparto dal 1961 al
1992, mentre il dottor Pellegrini lo dirige dal 2007. Entrambi vantano un
ricco curriculum. Incuriositi dalla loro
professione, ereditata per passione dai
rispettivi papà, li abbiamo voluti intervistare. Le risposte ben delineano la
personalità di ognuno, a tratti simili.
Qual è il suo rapporto con i piccoli
pazienti?
«Ho avuto sempre - racconta Patriarca
- un bellissimo rapporto con i bambi-
ni, a volte molto coinvolgente quando
mi si presentava un caso particolarmente difficile». Il collega afferma che
il rapporto dipende dall’età del paziente. «Bisogna saper cogliere le paure e le
debolezze del bambino - sottolinea il
dottor Pellegrini - stabilendo un rapporto di empatia per creare un clima
di fiducia».
Tre aggettivi per definire la sua
professione.
«Stimolante, coinvolgente e appassionante» così l’85enne professor Patriarca riassume la sua lunga esperienza la-
vorativa mentre l’attuale primario la
descrive come appagante, bella, difficile.
Quali consigli dareste ai futuri medici?
«Sicuramente - rispondono all’unisono - è fondamentale studiare e stare aggiornati, svolgere il lavoro con passione, dedizione e coscienza, privilegiare
soprattutto il rapporto umano coi bambini. Il tempo impiegato non conta perché quando sei con loro dedichi anima
e corpo. Dopo raccoglierai le tue soddisfazioni».
Ca
mpi
ona
t
o
2014
Il reparto di pediatria: tanti sentimenti
in un solo grande, grandissimo cuore