Metadati: il modo facile per gestire il nostro archivio

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Transcript Metadati: il modo facile per gestire il nostro archivio

SOFTWARE
Gestire bene l’archivio
Metadati: il modo facile
per gestire
il nostro archivio
Le immagini che popolano i nostri hard-disk sono sempre di più. Come fare a ritrovare
quella che ci serve? L’unica soluzione è un archivio ben organizzato, e i “metadati” sono
uno strumento prezioso.
Il “Filtro libreria” di Lightroom permette la ricerca specifica delle informazioni di ripresa. Il criterio “Metadati”, mostra i dati Exif di
scatto più significati: tempi, diaframmi, ISO e altri. Gli altri criteri, Testo e Attributi, mostrano rispettivamente le immagini in base
ad un testo specifico contenuto nel file, oppure in base alla classificazione per stelline o etichette.
L’archiviazionedelleimmaginisegueuncriteriopersonaleeutilizzailsistemadicartelleesotto-cartelle.Pertrovareun’immagine
dobbiamo per forza cercare di ricordare
dove si trovi. La difficoltà è che spesso solo
la persona che gestisce l’archivio sa dove
siano i file e con quale criterio siano stati
archiviati; se altri devono metterci mano,
la ricerca si trasforma in un’odissea tra le
infinitesotto-cartelle.Seilcomputerènato
per semplificare il lavoro, in questo caso
finisce per complicarci la vita!
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Criteri di organizzazione
E’ evidente come l’organizzazione delle
immagini in cartelle sia rischiosa e, in più,
incompleta:unastessaimmaginepuòavere informazioni relative a diverse classificazioni, quindi cosa si dovrebbe fare? Salvare
la stessa immagine in diverse cartelle?
Pazzia.
La soluzione è nei metadati: un sistema di
informazioni residenti all’interno di tutti i
file. Sarebbe persino possibile mettere tutte le nostre immagini all’interno di una sola
cartella e trovarle poi in base ai soli metadati. Vengono i brividi a pensare una cosa
simile, eppure sarà la strada del futuro. Le
prime avvisaglie le stiamo vedendo con
software come iPhoto, iTunes, Aperture i
qualiorganizzanounlorodatabaseinterno,
non accessibile dall’utente; il programma
mostra i file in base a raccolte, o tramite
l’applicazione di filtri.
Sia iPhoto che Aperture, nonché Picasa,
permettonoilriconoscimentoautomatico
dei volti: si aggiunge così la possibilità di ri-
Un esempio di integrazione automatica dei metadati è offerto dal GPS: i dispositivi che integrano questo sistema registrano la
posizione geografica dello scatto. I programmi, come Aperture, che possono leggere queste informazioni offrono una possibilità
in più per la classificazione delle immagini.
cercareunadeterminatapersonaall’interno
del nostro archivio. Le recenti fotocamere
hanno praticamente tutte la funzione del
riconoscimento del viso, finalizzandola a
mettere a fuoco e a calcolare l’esposizione
sui visi riconosciuti; alcune fotocamere,
una volta memorizzati dei visi specifici, li
riconoscono nelle immagini scattate. Ed
ecco che i metadati si arricchiscono “alla
fonte”.
Lo stesso vale per i luoghi: al momento è
ancora un po’ complicato inserire le informazioni geografiche (a mano), ma l’integrazione del GPS sta facendo grandi passi
etranonmoltotemposaràunafunzionalità
comune nelle fotocamere.
Cosa sono i metadati?
Sonoinformazionitestualiinseriteall’interno dei file. Comprendono dati scritti dalla
fotocamera e relativi al modello del corpo
macchina, al tipo e alla lunghezza focale
dell’obiettivo, e poi tempi, diaframmi, ISO
dello scatto, e così via.
Questo genere di informazioni segue lo
standard Exif, ottimo per raccogliere informazionidiripresa,mamenoadattoall’integrazione di dati supplementari.
I programmi di organizzazione e gestione
delle immagini sono tutti in grado di leg-
Le nuove funzioni dei programmi permettono il riconoscimento dei volti. Si tratta
di un modo in più per gestire i nostri album digitali, grazie alla grande facilità nel
ritrovare automaticamente un volto all’interno delle foto.
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Se in Photoshop si abilita la funzione
“Registra Storia” (con l’opzione “Dettagli”
nelle preferenze generali del programma)
ogni passaggio effettuato durante la lavorazione sarà registrato in forma testuale nei
metadati del file; sarà quindi presente l’elenco delle regolazioni che abbiamo fatto, a futura memoria.
Il pannello
Info File di
Photoshop
mostra le
informazioni
di ripresa.
Il pannello
incorporamolte
opzioni poiché
Photoshop
può lavorare
con diverse
tipologie di file.
gere questa porzione del file e mostrare
chiaramente le informazioni. Dipende poi
dal tipo di programma cosa potremo fare
con queste informazioni. 
Uno strumento potente
Un modo per capire la struttura dei metadati è considerare quella delle cartelle.
Ognuno di noi raggruppa i propri file dentro cartelle, ed il criterio più comune è di
suddividerlitramusica,video,documenti... 
All’internodiquestigruppi,lasuddivisione
avvienesecondocriteripiùpersonali:alcuni separano i documenti in sotto-cartelle
divise per anni, altri per generi. 
I metadati sono informazioni che possono essere strutturate come le cartelle.
Per esempio possiamo avere una categoria “Vacanze” che al suo interno contiene le sotto-categorie “Italia”, “Francia”,
“Austria”.
Conl’aiutodeinostriprogrammipossiamo
creare categorie e sotto-categorie a volontà; ogni immagine potrà avere più descri118 TUTTI FOTOGRAFI
zioni: Vacanze-Italia e Persone-Figli.
Intalmodol’organizzazionedelleimmagini
avviene tramite la descrizione nei dati del
file e non per la sua posizione fisica all’interno delle cartelle.
Come usarli
Visto che i metadati ci possono semplificare la vita, vediamo come usarli con i
programmi più comuni, come Lightroom,
Bridge, Photoshop che sono dotati di strumenti molto efficienti per la gestione di
queste informazioni.
La base comune per la gestione dei metadati è lo standard IPTC, sistema nato per lo
scambio di notizie tra quotidiani e agenzie
di stampa.
Photoshop
I metadati sono gestibili attraverso la voce
“Info File”del menu File. Il tipo di intervento
è limitato al solo file in lavorazione, anche
se è possibile applicare in serie le stesse
impostazioni a più file tramite le azioni.
Le informazioni possibili sono molte e le
troveremo in gran parte anche negli altri
software; le categorie sono: Descrizione,
IPTC,IPTCextended,DatiFotocamera,Dati
Video, Dati Audio, SWF mobile, Categorie,
Origine, DICOM, Storia, Avanzate, Dati
Raw.
Nonènecessarioinseriredatieinformazioni in tutti i campi, il cuore del nostro database si trova nella prima voce, Descrizione.
Le informazioni inserite in questa area saranno recuperabili facilmente da altre applicazioni, anche non Adobe, e dai sistemi
operativi.
Il pannello di Photoshop per la gestione
dei metadati non è l’ambiente ideale per
creare categorie e sotto categorie. I campi
diinserimentoportanosemplicementead
aggiungere una parola dietro l’altra, senza
opportunità evidenti di creare gerarchie.
Tra le varie voci ce n’è una particolare:
Storia. Se si abilita la funzione “Registra
Storia” con l’opzione “Dettagli” nelle preferenzegeneralidelprogramma,ognipas-
Adobe Bridge è la soluzione più flessibile per la gestione dei metadati su più formati: audio, video, raster, vettoriale e tutti i formati previsti dalla Creative Suite. Gli strumenti più adatti sono i pannelli “Metadati”, “Parole chiave” e “Filtro”.
Un esempio di selezione in Bridge tramite metadati; le immagini mostrate rispondono ai seguenti criteri di selezione: parola
chiave “Esterni” e tempi di scatto tra 1/100 e un 1/400 di secondo.
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Il pannello “Filtro” di Bridge è un ottimo aiuto per filtrare le immagini in base ai
metadati. Oltre alla classificazione per stelline o etichette esistono numerosi criteri per ricercare le immagini: lunghezza focale dell’obiettivo, diaframma, ISO, data,
temperatura colore, profilo colore e molti altri ancora.
saggio effettuato durante la lavorazione
sarà registrato in forma testuale nei metadati del file; sarà quindi presente l’elenco
delleregolazionicheabbiamofatto,afutura
memoria.Questainformazionesaràdisponibile in Adobe Bridge, ma non comparirà
in Lightroom.
Bridge
Nel mondo Adobe, Bridge contende a
Lightroomiltitolodicampionedeimetadati.Perunfotografo,lagestionedeimetadati
con i due programmi può essere considerata equivalente. I vantaggi di Bridge sono
legati alla sua natura: è un browser, quindi
in grado di mostrare ogni file prodotto dai
diversi software della Creative Suite, ovvero Photoshop, Illustrator, Flash, Indesign,
Premiere... Dei file è in grado di riconoscereimetadatispecificiediaggiungernealtri,
come le categorie e le sotto-categorie.
Per chi non conoscesse la gestione dei
metadati di Bridge e voglia approfondirla,
suggerisco per prima cosa di ripristinare l’area di lavoro tramite questi menu:
Finestra-Area di lavoro-Reimposta area di
lavoro standard.
Il pannello “Metadati” è la struttura principale nella quale sono raggruppate tutte le
possibili informazioni: dalla dimensione in
pixel del file fino al dettaglio più minuto. Il
pannello che invece ci permette di organizzare a nostro piacimento i dati si chia120 TUTTI FOTOGRAFI
ma “Parole chiave”. All’inizio lo troveremo
popolatodiunaseriedicategoriestandard
che possiamo sia rinominare, che cancellare. E’ importante ricordare che ad ogni
categoria possiamo aggiungere una o più
sotto-categoria, come si fa con le cartelle.
Una volta creato il nostro sistema di organizzazione, si passa ad abbinare i metadati
alle immagini. Si parte dalla selezione di
una o più immagini e poi si spuntano, semplicemente, le caselle con la descrizione
appropriata.
Dove si trovano i metadati? Nel file, in un
appositospazioriservatoalleinformazioni.
La prova del nove è il sistema operativo
del computer, sia Mac OS X che Windows
Vista/Seven. Tramite gli strumenti di ricerca file (spotlight per i computer della mela)
cerchiamodirettamenteunaparolainserita
nei metadati. Come risultato, tra eventuali
vari file, comparirà anche l’immagine associata a quella descrizione.
L’interfaccia di Bridge è studiata per facilitare la ricerca tra i metadati. Quando viene visualizzato il contenuto di una cartella
abbiamo un’altra opzione per lavorare con
i metadati già presenti: il pannello filtro.
Questo pannello impiega alcuni istanti
per caricare tutti i possibili metadati delle
immagini mostrate. Una volta terminate
le analisi, potremo scremare il numero di
immagini spuntando una o più voci. Per
esempio,selezionandoleimmaginiriprese
Il pannello “Parole chiave” ci permette di organizzare i nostri criteri di archiviazione. E’ importante ricordare
che ogni criterio può contenere diversi sotto-criteri, esattamente come
la struttura delle cartelle. Una volta
creata la nostra struttura è sufficiente
selezionare le immagini e spuntare le
voci con le informazioni che vogliamo
assegnare.
conunacertasensibilitàISO,undeterminato diaframma, una data particolare, un tipo
di macchina fotografica, in base all’ottica,
in base alla classificazione...
Quando si gestiscono file Raw le informazioni verranno scritte in un secondo file
che avrà lo stesso nome, ma l’estensione
Xmp, poichè i file Raw non possono essere modificati. All’interno del file Xmp sono
incluse sia le impostazioni di sviluppo del
fileRaw,cheglieventualimetadatiaggiunti
dall’utente.
Nel caso si debbano spostare i file Raw da Lightroom ad
un altro programma, è necessario creare un file Xmp che
contenga le opzioni di sviluppo e i metadati. In alternativa
si può usare il formato Dng, il Raw libero di Adobe che
contiene in un solo file sia i dati originali, che le anteprime
e i metadati.
Durante l’importazione dei file Raw nel catalogo di Lightroom possiamo inserire metadati specifici, oppure una struttura di
metadati già esistente.
All’interno di
Lightroom il pannello
“Elenco parole
chiave” permette
la creazione di
categorie e sottocategorie, come
in Adobe Bridge.
La visualizzazione
è dedicata alla
fotografia,mostrando
solo i dati di sicuro
interesse fotografico.
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WindowsVista e Seven riconoscono i metadati scritti all’interno dei file immagine. Basta inserire un criterio nel sistema di ricerca file.
I file esportati da Lightroom e quelli lavorati con Bridge/Photoshop contengono
metadati visibili da altri programmi. In questo caso il sistema operativo Apple è
stato in grado di rilevare il metadato “Liguria” all’interno delle immagini.
Lightroom
Lightroom è lo strumento ideale per la
gestione di archivi fotografici: integra la
potenza della gestione metadati di Bridge
e l’immediatezza del plug-in Camera Raw.
Vista la destinazione, cioè la sola gestione
delleimmaginifotografiche,nonvengono
presi in considerazione i metadati  relativi a formati non inerenti alla fotografia.
L’impatto è più ordinato, comprensibile,
mentre in Bridge e Photoshop alcune voci
specifiche possono portare un po’ di confusione.
Già durante la fase di importazione è possibile associare ai file in entrata una serie
di metadati specifici, oppure una struttura
già esistente; l’operazione permette di arricchire i file Raw di metadati in modo automatico. 
Un altro aspetto in comune con Bridge, è
la possibilità di importare ed esportare le
strutture di metadati; si tratta di un metodo per replicare le stesse categorie e sotto-categorie da un computer all’altro, per
esempioquandopiùoperatorilavoranoalla
organizzazione dei file.
Al contrario di Bridge, Lightroom ha una
gestionedifferentedellaposizioneeffettiva
dei metadati. Gli altri programmi scrivono
leinformazionidirettamenteall’internodel
file, mentre Lightroom scrive i metadati all’internodelcatalogo(l’archiviogeneralein
cuivengonoraccoltetutteleinformazioni);
il motivo di questa differenza è semplice:
i file Raw sono file di sola lettura, quindi
nonèpossibileintervenireperaggiungere
dei metadati. Se dobbiamo portare i file
Raw al di fuori di Lightroom (attenzione:
non “esportare”) dobbiamo assicurarci
che assieme ai file originali vengano creati e copiati anche i file di tipo Xmp, con lo
stessonomedelleimmagini:allorointerno
sono raccolte le informazioni di sviluppo e
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i metadati.  Una soluzione più comoda è
l’esportazione dei file Raw proprietari nel
formatoDng,ilformatoliberodiAdobeche
permette di inserire nel file sia le impostazioni di sviluppo, che i metadati oltre alle
anteprime in alta risoluzione.
Ovviamente quando si esportano file immagine tradizionali comeTiff, Jpeg e simili,
i metadati verranno automaticamente inclusi nel file.
Compatibilità tra i programmi
LacompatibilitàdeimetadatitraiprogrammiingenereèregolatadallostandardIPTC.
Ci sono alcune differenze, come nel caso
di Bridge che prevede metadati specifici
peralcunifileprodottidaiprogrammidella
Creative Suite: metadati video, audio, Swf
mobile.
Photoshop prevede una versione testuale
della Storia delle modifiche, che in alcuni
casi ha valore legale. La Storia è visibile in
Bridge, ma non in Lightroom, e non è una
sorpresa: il primo è un browser che deve
gestire qualunque genere di file, mentre
il secondo è un software specifico per la
lavorazione dei file Raw, che di solito non
dovrebbe interessarsi dell’apertura di immagini lavorate in Photoshop.
Per uscire dal mondo Adobe e portare i
file in altre soluzioni software non ci sono
perdite di informazioni; l’importante è che
il programma sia compatibile con lo standard IPTC. 
Apple Aperture è in grado di riconoscere
imetadatiprovenientedaiprodottiAdobe
sia nei file Xmp, che nei file Dng, che nei
Tiff e Jpeg, esportati da Bridge, Photoshop
e Lightroom.
Per quanto riguarda iPhoto “non” ci sono
compatibilità: i metadati esterni“non”vengono riconosciuti e le definizioni create
all’internodelprogrammanonrimangono
nei file esportati; è un sistema chiuso.
Il futuro
In un futuro non troppo lontano è credibile
che le fotocamere sapranno riconoscere
non solo i volti, ma anche gli oggetti in generale, un po’ come accade oggi con le informazionisuidettagliinquadratimostrati
daglismartphone.Citroveremoquindicon
le immagini arricchite da moltissime informazioni che potremo usare per cercare fotografie specifiche.
Per quello che si sa oggi della prossima
CreativeSuite6,Bridgeavràunanuovafunzionediricercasimilealriconoscimentodei
volti,maapplicabileaqualunquesoggetto.
Partendo da un soggetto (un fiore particolare,unabottigliaspecifica...)ilprogramma
saràingradoditrovarequell’esattosoggetto all’interno dei nostri archivi; sarà quindi
più facile ricercare un soggetto particolare
per aggiungere metadati specifici.
La nostra abitudine a organizzare le immagini in cartelle e ad inserire manualmente
i metadati non aiutano la diffusione dei
metadati. Per questo programmi come
ApertureeLightroomstannorendendopiù
amichevole l’interfaccia con queste informazioni, anche se c’è ancora molto da fare
persollevarel’utente;ilriconoscimentoautomaticodeisoggettiedellalocalizzazione
tramite GPS sono le attuali possibilità per
popolare in modo automatico i campi dei
metadati delle immagini.
Va aggiunto che quello attuale è un momento favorevole per quanto riguarda la
programmazione: la diffusione di smartphonebasatisuiOSeAndroidsta creando
le condizioni perchè giovani sviluppatori
con idee brillanti trovino dei sistemi per
unire il tutto in modo semplice e pratico.
Maurizio Costa