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Il wound care
basato sulle prove di efficacia:
La ricerca e le buone pratiche nella prevenzione
e trattamento delle lesioni cutanee croniche
Le superfici antidecubito
A cura di Luisa Pinelli
Infermiere esperto in wound care
Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio - Consigliere AISLeC
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SUPERFICI ANTIDECUBITO
Riducono la pressioni di contatto
attraverso la distribuzione del carico su
una superficie più ampia
Agenzia Regionale della Sanità Regione Friuli Venezia Giulia. (2006) Superfici antidecubito: caratteristiche e criteri di scelta
per l’utilizzo e l’acquisizione. www.sanita.fvg.it/ars/specializza/progetti/allegati/LG%20superfici%20antidecubito.pdf
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Perché utilizzare le superfici antidecubito
• Superficie Standard
P = 80 KG
= 4 Kg/cm2
20 cm2
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Perché utilizzare le superfici antidecubito
• Superficie Antidecubito
P = 80 KG
= 2 Kg/cm2
40 cm2
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Caratteristiche tecniche delle superfici
antidecubito
• Agire sui fattori estrinseci: pressione, forze di
taglio, sfregamento, ritenzione di umidità,
dispersione del calore
• Avere una certa altezza (10 cm per i
sovramaterassi, 14 cm per i materassi)
• Conservare una certa memoria
• Permettere l’affondamento
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Classificazione
delle superfici antidecubito
Dispositivi Antidecubito
Statici
Bassa cessione
Dinamici
Cessione d'aria
Pressione alternata
Alta cessione
Bassa pressione continua
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Superfici Statiche
• Materassi ad acqua
• Materassi in poliuretano a densità
diversificata
• Materassi termosensibili
• Materassi ad aria
• Materassi in fibra cava siliconata
• Materassi contenenti materiali viscosi
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SUPERFICI STATICHE IN POLIURETANO
Superfici costituite da polimeri sintetici, poliuretani,
solitamente rivestite da fodere traspiranti,
permeabili ai vapori e impermeabili all’acqua.
Riducono la pressione di contatto attraverso la
distribuzione del carico su una superficie più
ampia. Questa capacità è correlata alla densità,
alla memoria, allo spessore e al grado di
modellamento al corpo determinata dalla
temperatura o dal carico dello stesso.
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SUPERFICI STATICHE IN POLIURETANO
•La manutenzione è minima. Tuttavia la vita media
di una superficie in schiuma è influenzata in
maniera significativa dall’uso e dalla manutenzione
che subisce.
•Per migliorare la durata delle superfici è
importante effettuare una rotazione periodica
della superficie per evitare che la stessa parte
della schiuma venga posta sotto la parte più
pesante del paziente.
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SUPERFICI STATICHE A FLUIDI VISCOSI E GEL
Superfici costituite da diverse tipologie di materiali
polimerici: combinazioni di poliuretano e oli
siliconici, gel a base acquosa o siliconica, fluido
viscoso caratterizzato da microsfere lubrificate con
silicone, in immersione.
I materiali sono contenuti in una sottile membrana
di PVC o poliuretano, rivestita a sua volta da una
fodera esterna in poliestere, microfibra, lycra,
neoprene, ecc…
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SUPERFICI STATICHE A FLUIDI VISCOSI E GEL
Ridistribuiscono la pressione di contatto grazie
all’azione fluttuante che si basa sulla legge di
Pascal (il peso di un corpo posto su un sistema
fluido si distribuisce in modo uguale sull’intera
superficie eliminando in questo mondo i punti di
pressione).
Possono avere consistenza da fluida a compatta
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SUPERFICI STATICHE A FIBRA CAVA
Superfici costituite da fibre cave di silicone o di
poliestere siliconate all’esterno contenute in cilindri
di cotone trasversali asportabili. La siliconatura
delle fibre consente lo scorrimento delle une sulle
altre, evita il compattamento del prodotto
permettendo il ritorno alla condizione primitiva una
volta cessata la pressione di contatto.
Riducono la pressione di contatto attraverso la
distribuzione del carico su una superficie più ampia,
permettono una continua aerazione della cute.
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SUPERFICI STATICHE AD ARIA STATICA
Superfici composte da celle in PVC, neoprene o
poliuretano, ripiene d’aria, interconnesse tra loro, e
gonfiate ad un livello definito di pressione con
pompa manuale o elettrica (presenza di motore).
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SUPERFICI STATICHE AD ARIA STATICA
Lo spostamento dell’aria attraverso le celle
distribuisce la pressione in modo uniforme sulla
superficie di supporto creando un effetto di
fluttuazione e di immersione e aumentando la
superficie d’appoggio.
In generale sono criteri di buona qualità:
– una buona altezza dei segmenti riduce il problema di
“toccare il fondo”
– un numero di celle elevato consente un controllo della
pressione più selettivo per le diverse regioni corporee.
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SUPERFICI STATICHE AD ARIA STATICA
Sono prodotti molto economici, di facile utilizzo che
richiedono poca manutenzione.
Per consentire una efficace riduzione della
pressione, la pressione di gonfiaggio andrebbe
ricontrollata giornalmente e regolata sulla base
del peso corporeo del paziente.
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SUPERFICI DINAMICHE
A PRESSIONE ALTERNATA
•Superfici alimentate da un motore elettrico,
composte da celle riempite d’aria che si
gonfiano in modo alternato secondo un ciclo
temporale definito garantendo una riduzione o
scarico.
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SUPERFICI DINAMICHE
A PRESSIONE ALTERNATA
• L’applicazione di questa tecnologia permette
di alternare costantemente le zone di
appoggio sulle quali la pressione esercita la
propria forza; questa azione è determinata
dal continuo e ciclico gonfiarsi e sgonfiarsi
dei segmenti che compongono la superficie
antidecubito.
• Queste SdS assicurano la riduzione delle
pressioni di contatto per circa il 50-60% del ciclo
di funzionamento.
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SUPERFICI DINAMICHE
A PRESSIONE ALTERNATA
• L’efficacia dipende dal numero di
elementi e dall’altezza delle singole
celle.
• Tra gli svantaggi: il rischio di foratura; il
compressore può essere rumoroso;
necessita di manutenzione periodica;
alcuni modelli hanno un costo elevato.
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SUPERFICI DINAMICHE
A BASSA CESSIONE D’ARIA
• Sigla inglese: Low Air Loss (LAL)
• Superfici composte da celle, riempite d’aria,
costituite in materiale sintetico a elevato
coefficiente di permeabilità.
• Ciò consente ad una quantità di aria misurabile
(3500 – 5000 litri di aria/ora) di fuoriuscire dalla
superficie di supporto.
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SUPERFICI DINAMICHE
A BASSA CESSIONE D’ARIA
• Una pompa permette di avere un continuo
ricambio di aria nella superficie, rimpiazzando di
continuo l’aria ceduta. La cessione d’aria
contrasta la macerazione cutanea in quanto
l’aria viene convogliata sul paziente.
• La copertura posta sul materasso deve essere
impermeabile all’acqua ma permeabile all’aria.
• In assenza di alimentazione elettrica, il
materasso tende a sgonfiarsi rapidamente.
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SUPERFICI DINAMICHE
AD ALTA CESSIONE D’ARIA
• Sigla inglese: high air loss (HAL)
• Superficie ad alta tecnologia, composta da una
vasca contenente materiale particolato molto
fine di microsfere calcio-sodiche (simile a
sabbia) rivestite di silicone, separate dal
paziente da un lenzuolo.
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SUPERFICI DINAMICHE
AD ALTA CESSIONE D’ARIA
• Le microsfere sono mantenute in continuo
movimento attraverso l’immissione di un flusso
d’aria calda. Pertanto, il corpo risulta “sospeso”
in una condizione di fluttuazione (simile a quella
di un liquido) attraverso l’immersione per i 2/3
nella superficie.
• L’aria calda crea un ambiente asciutto che
controlla gli effetti della sudorazione,
dell’incontinenza e della produzione di essudato
da ferite e lesioni.
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SUPERFICI DINAMICHE
AD ALTA CESSIONE D’ARIA
• Se il telo di copertura si danneggia possono
fuoriuscire microsfere provocando danni al
paziente e al personale di assistenza quali:
irritazioni agli occhi, alle vie respiratorie e
scivolamenti.
• Un ulteriore problema è rappresentato dal peso
del letto (alcune centinaia di Kg) che deve
essere valutato soprattutto in termini di portata
del pavimento e nel caso di movimenti verticali
in un ospedale
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SUPERFICI DINAMICHE
AD ALTA CESSIONE D’ARIA
• A causa della fluttuazione il paziente riesce con
difficoltà a muoversi autonomamente nel letto, a
meno di non riuscire a fermare l’unità motore.
Sono descritti episodi di disorientamento e di
fastidio dovuto al continuo fluttuare.
• Poiché il paziente è immerso in gran parte nella
superficie, egli ha un limitato campo visivo e può
percepire una sensazione di isolamento.
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SUPERFICI DINAMICHE
A BASSA PRESSIONE CONTINUA
• Superfici che interagiscono con il paziente
e garantiscono la compensazione
pressoria controllata nel tempo in
relazione al peso e alla postura assunta
per mezzo di:
1. Valvole precalibrate
2. Sensori
3. Sistema a cessione d’aria
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SUPERFICI DINAMICHE
A BASSA PRESSIONE CONTINUA
A valvole precalibrate
• Superfici costituite da un nucleo composto da
cuscini ad aria comunicanti fra di loro, la cui
pressione è regolata da valvole precalibrate che
controllano il flusso d’aria in ingresso e in uscita,
compensano la variazione pressoria.
• La struttura di base del materasso è in materiale
espanso.
• Il funzionamento si basa sulle leggi fisiche del
comportamento dei gas (Boyle e Mariotte)
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SUPERFICI DINAMICHE
A BASSA PRESSIONE CONTINUA
Con presenza di sensori
• Superfici dotate di sensori che permettono
l’adeguamento automatico delle pressioni
in base alle necessità del paziente
(distribuzione del peso, movimento e
posizioni assunte)
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SUPERFICI SPECIALI
• Questi letti speciali, detti anche letti per
terapia rotazionale cinetica, sono sistemi
integrati composti da letti articolati ad alta
tecnologia e da una superficie di controllo
delle pressioni di interfaccia (bassa
pressione continua, cessione d’aria, ecc).
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SUPERFICI SPECIALI
• La rotazione continua di un paziente è
necessaria generalmente in condizioni di elevata
criticità, per garantirgli un regolare cambio
posturale e una pulizia delle vie respiratorie.
• Numerosi lavori hanno mostrato che questa
rotazione dovrebbe essere di almeno 40° da
ogni lato per consentire un efficace drenaggio
polmonare. Rotazioni ad angoli inferiori hanno
solamente effetto sulla modificazioni delle zone
di appoggio.
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SUPERFICI SPECIALI
• Il movimento del letto può disturbare il sonno
• Dopo la rotazione l’assistito potrebbe non
essere ben posizionato in relazione alla sua
posizione sulla superficie, contratture ecc
• Rumore, facilità di spostamento e mobilità nel
letto restano problematici
• L’assistito potrebbe trovare la rotazione
graduale sul materasso meno confortevole e più
traumatica che se venisse girato dai caregiver
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Verifiche di funzionamento
da parte dell’operatore
Verifica manuale del livello di affondamento
(bottom out)
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Verifiche di funzionamento
da parte dell’operatore
• Il numero di strati (lenzuola, traverse, sistemi
per l’assorbenza) frapposti tra la persona e il
materasso o il cuscino per la riduzione della
pressione ne riducono inevitabilmente l’efficacia.
• L’effetto
effetto amaca è provocato dall’azione di
rimboccamento molto teso delle lenzuola che
vanifica l’azione di “accoglimento” del corpo da
parte della superficie di supporto, determinando
una concentrazione della pressione sulle
prominenze ossee.
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CRITERI DI SCELTA: Paziente a rischio
• cute integra o presenza di lesioni di 1° - 2°
stadio; anche 3° stadio non esteso (giudizio
clinico)
• mantiene mobilità residua (non necessita di
aiuto nei cambi posturali a letto)
• assenza di mobilità residua con cambi
posturali garantiti
• trascorre molto del suo tempo seduto (3-4 ore
non consecutive
• previsione di allettamento di breve durata (es.
candidato a interventi di chirurgia)
• non presenza di fattori il rischio aggravanti (es.
diabete, patologie neurologiche sensitive e/o
motorie, anemia, …) o presenti, in forma
cronica e in fase di compenso
Materassi
in schiuma,
fluidi
viscosi,
fibra cava,
aria statica
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CRITERI DI SCELTA: Paziente a rischio
• inefficacia del presidio precedente (comparsa
di LdD,
• peggioramento della LdD preesistente)
• presenza di LdD 1 – 2° stadio estese e/o
multiple
• mobilità residua molto ridotta o assente (es.
coma, sedazione …)
• peso fino a 100 Kg
• presenza di fattori di rischio quali: anemia
marcata, malnutrizione, ischemia localizzata,
alterazioni del sistema linfatico, deficit
neurologici sensitivo e/o motorio, sedazione,
ipotensione arteriosa …
sovramater
assi
a pressione
alternata
a cessione
d’aria
a
compensaz
ione
pressoria
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CRITRI DI SCELTA: Paziente a rischio
• presenza di LdD 3° o 4° stadio estese
e/o multiple
• peso maggiore di 100 Kg
• ulteriori fattori di rischio aggravanti (es.
trattamenti farmacologici prolungati che
agiscono sullo stato di coscienza…)
• traumi della colonna o del bacino (se
pressione alternata deve essere utilizzata in
modalità “statica”)
Materassi
a pressione
alternata
a cessione
d’aria
A
compensazi
one
pressoria
con sensori
o valvole
precalibrate
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CRITERI DI SCELTA: Paziente a rischio
• presenza di LdD 3° o 4° stadio
estese e/o multiple
• macerazione cutanea importante
• pazienti sottoposti ad interventi di
chirurgia plastica ricostruttiva
Letti
a cessione
d’aria
ad aria
fluidizzata
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Criteri di scelta delle superfici antidecubito
Altri fattori da valutare
• autonomia motoria e margini di recupero
delle condizioni di disabilità
• contesto domiciliare/condizione
psicosociale
• presenza di apparecchio gessatomtipo
pelvipodalico non giustifica l’uso di ausili a
pressione alternata
• non accettazione dell’ausilio
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