Documento di Sintesi del TCC

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Transcript Documento di Sintesi del TCC

PIANO TERRITORIALE DI COMUNITÀ DELLA VAL DI NON
TAVOLO DI CONFRONTO E CONSULTAZIONE
DOCUMENTO DI SINTESI
GIUGNO 2014
.
.
.
LEGENDA ACRONIMI
PUP Piano Urbanistico Provinciale
PTC Piano Territoriale di Comunità
PRG Piano Regolatore Generale
TCC Tavolo di Confronto e Consultazione
DP
Documento Preliminare
DPD Documento Preliminare Definitivo
DST Documento di Sintesi del Tavolo di Confronto e Consultazione
CS
Centro/i Storico/i
TAVOLO DI CONFRONTO E CONSULTAZIONE
consultazione e redazione documento di sintesi
gennaio/maggio 2014
coordinamento, cura e grafica di
Loredana Ponticelli, Cesare Micheletti | A²studio srl_projects for and researches into the Alpine space
con il supporto di
Commissione Assembleare in materia di urbanistica e pianificazione territoriale | Comunità della Val di Non
con la collaborazione tecnica di
Nadia Rampin, Mauro Pancheri | PAT c/o Comunità
Francesco Zambonin, Marco Pilloni | UT Comunità
indice
inquadramento del TCC nel processo di costruzione del PTC
a.
Tavolo di Confronto e Consultazione
b.
Metodo e processo di lavoro
c.
Esiti e proposte
1. verifica delle visioni ed approfondimento delle linee strategiche
1.1
territorio policentrico
1.2
territorio multifunzionale
1.3
territorio verde
1.4
territorio di frontiera
appendice
A.1
elenco dei membri del tavolo e delle categorie rappresentate (con i relativi raggruppamenti)
A.2
disciplinare del tavolo
A.3
A.4
calendario degli incontri e degli argomenti trattati (tema principale + singole linee strategiche discusse)
verbali degli incontri
A.5
documentazione prodotta a supporto del confronto al TCC
A.6
contributi ricevuti dai partecipanti al TCC
2
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
INSEDIAMENTO
90%
REVISIONE E CHIUSURA
PAESAGGIO
89%
80%
78%
70%
56%
60%
50%
CONCLUSIONE
89%
40%
52%
AGRICOLTURA
30%
20%
10%
0%
FRONTIERA
56%
59%
63%
67%
MULTIFUNZIONALE
POLICENTRICO
56%
70%
MULTIFUNZIONALE
VERDE
POLICENTRICO
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
sintesi
Il Tavolo di Confronto e Consultazione rappresenta la
fase partecipativa del processo di formazione del
PTC, così come delineato al capo V della Legge
Urbanistica provinciale (LP 1/2008, artt. 21-28).
In considerazione della ampiezza territoriale ed
amministrativa, oltre che della varietà delle componenti
economiche e della valenza che gli aspetti sociali
ricoprono, la Comunità di Valle ha curato attentamente la
struttura e la composizione del gruppo di lavoro,
valutando anche il livello di rappresentanza all'interno dei
singoli comparti ed il ruolo dei vari stakeholders nel
tessuto socio-economico della valle.
La grande attenzione posta nelle modalità operative
(organizzazione e conduzione del tavolo) ha favorito
l’esito positivo della consultazione, dimostrando come
l'opzione "tavolo unico" abbia permesso di affrontare
ogni visione e ciascuna linea strategica sotto molteplici i
punti di vista.
La documentazione riportata in appendice evidenzia :
• i criteri di selezione ed il livello di rappresentatività;
• le modalità operative di coordinamento e gestione;
• i contributi elaborati dagli stakeholder e dalla CdV;
Il confronto al Tavolo ha prodotto nei portatori d’interesse
una chiara consapevolezza della forma di governo del
territorio che è sottesa al PTC e della opportunità di
interazione con le altre politiche (sociali, commerciali,
agricole, industriali, culturali, ecc.) che agiscono
sull’assetto socio-ambientale.
inquadramento del TCC nel processo di costruzione del
Piano Territoriale di Comunità (PTC)
Il confronto dialettico fra le parti politico-amministrative,
economiche e sociali, ha costituito un impegnativo
momento del percorso di formazione degli strumenti di
programmazione territoriale.
La discussione sui contenuti del Documento Preliminare
deve concorrere alla costruzione di una visione
condivisa e strutturale del territorio anaune.
Solo entro una solida cornice potranno essere
efficacemente elaborate le discipline settoriali degli
ambiti ritenuti strategici (attraverso i cosiddetti piani
stralcio tematici) e potranno essere studiate le eventuali
modifiche al PUP, ove i cambiamenti siano condivisibili e
di rilevante valore per l’intera Comunità.
a.
Tavolo di confronto e consultazione
Il Tavolo di confronto e consultazione è e rimane un
tavolo di lavoro il cui scopo principale è contribuire alla
definizione del modello di sviluppo e delle strategie di
pianificazione della Val di Non. Questa fase precede la
stipula dell'accordo-quadro di programma, ovvero il
principale documento programmatico del percorso di
costruzione del PTC.
Il ruolo del Tavolo è dunque di ausilio agli organi
deliberativi della Comunità, ai quali rimane la titolarità e la
responsabilità di definire gli obiettivi e le scelte
strategiche.
Per garantire inclusività e trasparenza al processo di
partecipazione ed al fine di aiutare la rappresentatività
dei componenti è stata realizzata una piattaforma
informativa, utilizzando una pagina appositamente
creata nel website istituzionale della Comunità.
Rappresentanza
Al TCC sono state chiamate le rappresentanze degli enti
territoriali, dei consorzi, delle associazioni e delle libere
professioni con responsabilità dirette sul territorio
anaune in termini di:
• amministrazione e gestione,
• occupazione e produzione,
• conservazione e manutenzione,
• promozione e valorizzazione.
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
3
4
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
Per quanto riguarda la rappresentanza dei Comuni della
valle sono stati selezionati 5 Sindaci in base ai criteri di:
popolazione residente (centri grandi / centri piccoli),
genere, areale geografico (alta, media e bassa valle).
Invece gli altri macro-settori considerati, fatta eccezione
per l’artigianato, seguono la classificazione Istat (cod.
Ateco 2007) ed hanno incluso, oltre alle attività
economiche, anche quelle sociali e culturali (comprese
nel settore dei servizi).
I 28 rappresentanti al TCC sono stati selezionati da
ciascuno dei comparti, sulla base di una corrispondenza
tra i macro settori economici e le rispettive componenti,
in base ai risultati della sintesi socio-economica (cfr.
cap. 3 del Documento Preliminare).
In questo modo sono stati coinvolti sia portatori
d’interessi “puntuali” (come coloro che svolgono
un’attività economica o sociale sul territorio), sia
portatori d’interessi più generali e diffusi (come possono
essere le associazioni culturali e ambientaliste).
1
5
1
1
1
2
1
1
2
COMUNITÀ VAL DI NON
Assessore Presidente del TCC
Urbanistica
SINDACI DEI COMUNI
Conferenza Comune Cles, capoluogo di valle
dei Sindaci Comune Dambel, piccoli centri
della Val di Comune Taio, media valle
Non
Comune Sarnonico, alta valle
Comune Campodenno, bassa valle
PARCO NATURALE ADAMELLO-BRENTA
aree protette
ASUC
26 Amm.ni di proprietà collettive
COOPERAZIONE
Federazione Trentina Cooperazione
Cassa Rurale d'Anaunia
INDUSTRIA
Confindustria Trento
AGRICOLTURA
frutticoltura Consorzio Melinda
APOT
allevamento Federazione Provinciale Allevatori TN
Trentingrana Consorzio Caseifici Sociali
sindacati ACLI Trentine
agricoli
ACT (Associazione Contadini Trentini)
CIA (Confederazione Italiana Agricoltori
Trentini)
Confagricoltura del Trentino
Federazione Coltivatori Trentini AIC
Federazione Regionale Coldiretti del
Trentino-Alto Adige
ARTIGIANATO
1 trasporti
Associazione Artigiani e Piccole
1 costruzioni imprese della Provincia di Trento
1 manifatturiero UAT (Unione Artigiani del Trentino)
SERVIZI
1 turismo / enti APT Val di Non
promozione Strada della Mela e dei Sapori
Consorzio Pro Loco Val di Non
1 turismo /
ASAT (Associazione Albergatori e
associazioni Imprese Turistiche della Provincia di
di categoria Trento)
UNAT (Unione Albergatori Trentino)
1 commercio Confesercenti del Trentino
Confcommercio Impresa per l'Italia
Trentino - Unione delle Imprese, delle
Attività professionali e del lavoro
autonomo della Provincia di Trento
1 attività
Collegio Geometri della Provincia di Trento
professionali Collegio Periti Industriali e Periti Industriali
e tecniche laureati della Provincia di Trento
Collegio provinciale dei Periti Agrari e dei
Periti Agrari laureati della Prov. di Trento
Ordine degli Architetti Pianificatori
Paesaggisti e Conservatori della Prov. TN
Ordine degli Ingegneri della Prov. Trento
Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori
Forestali della Prov. di Trento
Ordine dei Geologi Trentino-Alto Adige
Attività artistiche e culturali della Val di
1 attività
artistiche e Non
culturali
1 attività
Centro Formazione Professionale
educative e ENAIP Cles
istruzione Centro Formazione Professionale UPT
(Università Popolare Trentina) Cles
Istituto Comprensivo Bernardo Clesio
Istituto Comprensivo Bassa Anaunia
Istituto Comprensivo Fondo
Istituto Comprensivo Revò
Istituto Comprensivo Taio
Istituto Comprensivo Tuenno
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
1 attività
sportive
1 sanità e
servizi
sociali
2 ambiente
Istituto Tecnico Carlo Antonio Pilati
Liceo Bertrand Russell
Attività sportive della Val di Non
Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari
Associazioni ambientaliste della Val di Non
Società Alpinisti Tridentini e
associazioni ambientaliste provinciali
Il TCC ha rappresentato complessivamente 40 enti
territoriali e circa 60 tra istituzioni, federazioni, collegi
professionali ed associazioni.
La frequenza media agli incontri è stata superiore al
65%, anche se alcuni comparti, come agricoltura,
artigianato, Asuc e servizi (commercio, turismo,
professioni, ambiente) hanno registrato una
partecipazione tra l’80 % e il 100 %.
b.
modalità di confronto 2 incontri per ciascun modulo
moduli di discussione I.
II.
III.
IV.
V.
c.
coordinamento TCC
2 coordinatori;
segreteria tecnica CdV (con
funzioni
organizzative
e
verbalizzanti);
tempistica TCC
11 incontri (anziché i 9 – 10
programmati)
frequenza TCC
1 incontro ogni 15 gg. (anziché
ogni 3-4 settimane come
inizialmente previsto);
durata totale TCC
6 mesi (anziché i 9 previsti)
Esiti e proposte
Oltre ai contributi sulle singole linee strategiche
(puntualmente riportate nel capitolo successivo) il
confronto al TCC ha fatto emergere alcune proposte di
carattere generale ed alcuni esiti di metodo, che
risultano utili alla costruzione del Documento Preliminare
Definitivo:
I.
risulta utile distinguere nel DPD tra le linee
strategiche che si riferiscono direttamente alla
pianificazione territoriale (e che pertanto
contribuiscono a definire i “criteri e gli indirizzi
generali per la formulazione del PTC”) e le linee
strategiche che si interfacciano con le politiche
territoriali (che per questo contribuiscono a
definire la “carta di regola del territorio”).
II.
appare evidente la necessità di organizzare le
azioni di governance sulla base di ambiti
omogenei (non esclusivamente territoriali, ma
anche di servizi, di infrastrutture, di
problematiche, ecc.)
III.
emerge la necessità di adottare il principio di
priorità e definire i criteri per stabilire il livello
di priorità, come ad es.:
1) la capacità di coinvolgere gli ambiti
omogenei e/o l’intero territorio;
2) la capacità di costruire reti e/o fare sistema
(sociale, economico, produttivo, turistico, ecc.);
3) la prossimità alle esigenze espresse dagli
stakeholder;
4) la fattibilità in tempi brevi e/o disponibilità di
finanziamento;
Metodo e processo di lavoro
In considerazione del fatto che le responsabilità
gestionali e le competenze amministrative degli enti
territoriali, dei consorzi, delle associazioni e delle libere
professioni agiscono simultaneamente sul territorio
anaune, si è deciso di costituire un tavolo unico,
escludendo la possibilità di attivare "sottogruppi" di
discussione, per favorire il confronto trasversale di
ciascuna linea strategica contenuta nel Documento
Preliminare.
La discussione è stata articolata in cinque moduli, basati
sulle quattro visioni individuate dal DP, con l’aggiunta
del tema dell’agricoltura, in funzione dell’importanza e
dell’urgenza attribuita alla questione della vocazionalità
agricola.
Il processo di lavoro è stato sviluppato in questo modo:
agricoltura
territorio verde
territorio policentrico
territorio multifunzionale
territorio di frontiera
IV. visto il positivo esito del TCC si suggerisce di
reiterare l’esperienza del processo
partecipativo in occasione degli stralci tematici
(i cd “piani stralcio”) o dei progetti strategici
che rivestano rilevanza di valle.
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
5
6
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
Il paesaggio anaune è il risultato di un processo di
attribuzione di senso che supera la semplice qualità
estetica ed assume valori assoluti:
paesaggio / spazio di relazioni,
paesaggio / infrastruttura,
paesaggio / struttura liquida,
paesaggio / generatore di servizi eco-sistemici.
sintesi
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
La Valle di Non si propone come un territorio in cui
tutte le identità sociali (di genere, generazione, ruolo,
reddito, lingua, cultura) trovino le giuste condizioni
per poter vivere e realizzare pienamente le proprie
aspirazioni, in un contesto fortemente identificativo
dal punto di vista paesaggistico e culturale.
Questa visione di sviluppo si basa su quattro punti
fondamentali: la capacità di mantenere nel territorio la
struttura insediativa storica (territorio policentrico); la
valorizzazione delle molteplici attività umane che vi si
svolgono (territorio multifunzionale); la capacità di
dialogo con l’esterno (territorio di confine), la
conservazione del suo vastissimo patrimonio naturale e
di biodiversità (territorio verde).
Il Tavolo di Confronto e Consultazione ha discusso e si è
riconosciuto in questa impostazione.
Tale visione è stata elaborata sulla base di diversi
documenti e vari “punti di vista” di rilievo, che
rappresentano un significativo spaccato della comunità
anaune e hanno valore in quanto espressione di un
pensiero collettivo:
• amministratori di comunità (statuto di Comunità,
certificazione EMAS, Distretto famiglia, piano
gestione RSU, protocolli d’intesa, studi vocazionali)
• amministratori locali (patti territoriali, indagine
propedeutica alla formazione del PTC della
Commissione assembleare urbanistica della
Comunità)
• operatori economici (piano strategico APT, rapporto
di ricerca-azione di Trentino Sviluppo)
• operatori socio-culturali (piano sociale di comunità,
piano giovani, iniziative a sostegno dell’ambiente... )
1
visione
L’Anaunia rappresenta un’entità territoriale e geografica
ben definibile: è identificata da un unico bacino
idrografico (il Noce), è delimitata dalle chiuse della
Rocchetta e di Mostizzolo, ed è circoscritta entro catene
di montagne chiaramente individuabili (i gruppi del
Brenta, delle Maddalene e del Roen).
Allo stesso modo, essa rappresenta un’entità sociale e
culturale caratterizzata da uno sviluppo insediativo
policentrico nettamente riconoscibile (oltre 100 nuclei
abitati), qualificata da un considerevole patrimonio
storico-architettonico e paesaggistico, da un vasto
patrimonio naturale e rurale, e – per ultimo ma non meno
importante - identificata da un tessuto imprenditoriale
alquanto diffuso e fortemente radicato, che contribuisce
in modo determinante a rendere la valle particolarmente
vitale e competitiva in tutti i settori economici.
Par dare prospettiva a questo primo quadro sintetico della
Comunità anaune, appare utile individuare delle immagini
di riferimento che aiutino a tracciare una rappresentazione
concettuale della valle (concept), con lo scopo di aiutare la
formazione di una visione di futuro condivisa.
Le 4 immagini tracciate nelle pagine seguenti, intendono
sintetizzare i caratteri identificativi del territorio noneso e
corrispondono ad altrettanti aspetti o sfaccettature della
visione trasversale che si propone di costruire:
• territorio policentrico,
• territorio multifunzionale,
• territorio di frontiera,
• territorio verde.
Questi aspetti della visione si riflettono direttamente sul
concetto di paesaggio – fulcro centrale della
pianificazione provinciale – introducendo alcune chiavi
interpretative: paesaggio come spazio di relazioni,
paesaggio come infrastruttura, paesaggio come struttura
liquida, paesaggio come generatore di servizi ecosistemici.
Attorno a queste interpretazioni convergono alcune linee
strategiche operative che potranno essere di supporto
alla formazione della “carta di regola della Val di Non”,
quale elaborato costitutivo del PTC. Ciascuna delle
linee strategiche viene ricondotta, per facilitare il
riferimento normativo, ai contenuti specifici del PTC
indicati dalla Legge Urbanistica (L.P. 1/2008 art. 21).
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
7
8
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
paesaggio / spazio di relazioni
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
1.1
territorio policentrico
L’immagine complessiva della Val di Non è quella di un
territorio diffusamente abitato, con buone possibilità di
equilibrio e con molteplici centralità. Si tratta di un
territorio policentrico che si appoggia su di un sistema
insediativo caratteristico e chiaramente riconoscibile,
costituito da nuclei a grappolo, nettamente separati da
distanze ponderate (oltre 100 paesi).
A questa struttura insediativa corrisponde una
articolazione in distretti scolastici, commerciali e sociosanitari diffusamente distribuiti sul territorio.
Questo carattere policentrico è accentuato dalla
presenza di molti baricentri di attrazione che si
“spostano” in relazione ai diversi indicatori che vengono
presi in considerazione, ad es.: microclima, accessibilità,
densità dei servizi, presenza di imprese, qualità del
paesaggio, biodiversità dell’ambiente, opportunità di
lavoro, ecc.
Questa
organizzazione
insediativa
reticolare
caratterizzata da molti poli attrattori, ha l’effetto di
stabilizzare gli equilibri territoriali e depotenziare la
predominanza esercitata dai capoluoghi vallivi che si
riscontra in altre situazioni.
Tuttavia, per essere mantenuta vitale e garantire il
medesimo livello di benessere anche ai centri periferici,
necessita di una rete di connessioni materiali (viabilità,
servizi) ed immateriali (tecnologie della comunicazione,
reti sociali e valoriali) particolarmente organizzata ed
efficiente.
1.1
linea strategica
intensificazione della residenzialità nei centri storici
(CS), comprese le strutture ricettive
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. c, o)
sintesi della discussione
Il Tavolo rileva la necessità di preferire un approccio
critico che consideri il CS come un organismo dinamico
su cui poter intervenire in modo adeguato alle necessità
odierne, piuttosto che un approccio statico ed appiattito
sulla mera conservazione dell'edificato esistente.
La discussione ha evidenziato l'urgenza di superare le
restrizioni vincolistiche - spesso fra loro contraddittorie adottando invece prospettive d'insieme, ritenute
indispensabili per incentivare l'iniziativa privata che
altrimenti risulta eccessivamente limitata.
Rispetto al tema della riconversione a fini turistici
dell'edificato storico, è emersa l'opportunità di trovare
accordi di partenariato pubblico-privato e misure
adeguate a far interagire le professionalità presenti
(operatori turistici, attività commerciali ed artigianali e
proprietari delle strutture).
principali proposte
> favorire il coordinamento di interventi misti pubblicoprivati, e adottare misure a favore della permanenza di
servizi di vicinato per garantire la vitalità dei CS;
> fissare dei criteri di riferimento progettuale in forma di
raccolta di esempi e buone pratiche piuttosto che
elaborare dei manuali tipologici;
> individuare gli elementi che determinano l'attrattività
del contesto urbano (specificare i valori qualitativi del
CS e favorire interventi innovativi);
> costruire un repertorio di buone pratiche di
riconversione a fini ricettivi nei CS.
> incentivare, attraverso sgravi sui tributi comunali, la
messa a disposizione per finalità ricettive degli alloggi
utilizzati solo occasionalmente dai proprietari
buone pratiche
> esempi di albergo diffuso
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
9
10
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
1.2
1.3
linea strategica
contenimento del consumo di suolo, mediante la
valorizzazione e l’incentivazione al recupero
dell’esistente a fini abitativi
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. b, c, d)
sintesi della discussione
Il Tavolo riconosce che in Val di Non il consumo di suolo
è strettamente collegato al fenomeno dell'abbandono dei
centri storici soprattutto per quanto riguarda la
residenzialità. Di conseguenza, il Tavolo ritiene che
l'inversione di questa tendenza si possa ottenere agendo
contemporaneamente su due fronti: a) valorizzando
funzionalmente il CS; b) disincentivando la realizzazione
di nuove abitazioni nel territorio aperto.
Tale obiettivo va perseguito sia tramite la riqualificazione
dell'edificato, sia con l'adozione di misure incentivanti
soprattutto per quanto riguarda i servizi di vicinato,
necessari a garantire la vitalità dei centri.
Oltre a ciò, il Tavolo riconosce come essenziale un
approccio di contesto - inteso sia in termini urbanistici
che economici e socio-culturali - ponendo l'attenzione su
alcune particolarità della Val di Non, come la necessità di
maggiori spazi destinati all'abitazione principale, in
considerazione della pervasività dell'attività agricola, che
qui è strettamente connessa alla residenzialità
(trattandosi di imprese familiari).
azioni proposte
> adottare misure di controllo e disincentivazione della
realizzazione di nuove abitazioni al di fuori dei nuclei
consolidati - nel caso questi presentino spazi e volumi non
utilizzati - tenendo presenti le conseguenze sul mercato
degli alloggi;
> promuovere uno studio sul rapporto tra abitazioni
occupate e non occupate distinguendo fra CS e territorio
aperto (non solo in termini di alloggi, ma anche di
volumetrie);
> considerare le diverse necessità legate alle attività
prevalenti dei residenti (per es.: a Cles e Termon è
necessario intendere diversamente la conflittualità fra
residenza e attività agricole);
> adottare strumenti legislativi per risolvere le situazioni di
comproprietà sclerotizzate (semplificazione normativa e
riduzione dei vincoli formali e dimensionali).
> individuare nel CS gli edifici passibili di interventi anche
significativi per favorire l’insediamento di residenza e
altre attività compatibili (es. Commercio)
buone pratiche
> Piano di rigenerazione urbana della frazione di
Spinazeda (Comune di Cles)
linea strategica
equilibrata ripartizione territoriale degli interventi di
edilizia pubblica e agevolata come attuazione della
politica della casa
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. h)
sintesi della discussione
Rispetto a questo tema, il Tavolo non è stato in grado di
raggiungere una linea propositiva specifica ma ha
piuttosto sviluppato una discussione rispetto ai dati
presentati relativi alle dinamiche demografiche, all'edilizia
pubblica, ai contributi erogati dalla Comunità per il
recupero degli edifici esistenti ed alle agevolazioni per
l'acquisto della prima abitazione.
E' tuttavia emersa l'esigenza di collegare gli interventi di
edilizia pubblica e agevolata agli interventi per garantire i
servizi essenziali, con particolare riguardo ai centri più
svantaggiati.
azioni proposte
> elaborare misure di incentivazione (economica/
normativa/ volumetrica o in conto oneri) del recupero
dell'edificato esistente con destinazione ad edilizia
sociale;
> valutare i fabbisogni dei sotto-ambiti (centri minori) e le
reali possibilità di insediamento, assieme ai relativi
servizi;
> proporre all'Istituto Trentino Edilizia Abitativa delle
azioni per la realizzazione di residenze nei centri minori
favorendo la presenza di servizi sociali già presenti sul
territorio);
> favorire insediamenti di cooperative edilizie di prima
casa;
buone pratiche
> recupero di edifici storici in CS da parte dell’ITEA
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
1.4
1.5
miglioramento della rete viabilistica locale
linea strategica
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. n)
linea strategica
razionalizzazione del trasporto pubblico locale (su
gomma)
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. n)
sintesi della discussione
Il tavolo ha posto tre principali problematiche:
1) la sicurezza di alcune arterie di grande scorrimento
(per es. strada di fondovalle, dove interseca la viabilità di
accesso ai paesi; cfr. tratto Cressino-Denno), o di alcuni
collegamenti dove la sezione stradale è insufficiente (per
es. Denno-Cunevo; Demulo-Fondo);
2) la necessità di intervenire su alcune tratte per gestire
meglio i flussi di traffico pesante generati dai principali
attrattori quali le aree artigianali (ad es. tratta SarnonicoFondo) oppure i luoghi di conferimento delle merci (per
es. i magazzini di stoccaggio delle mele del Consorzio
Melinda e i centri di produzione di pallets);
3) la necessità di garantire una più efficace connessione
delle varie parti del territorio tuttora raggiungibili con
difficoltà. È stata inoltre evidenziata la necessità di
superare il digital divide che ancora interessa alcune
aree del territorio e l'utilità di una rete informatica
efficiente come alternativa all'infrastrutturazione pesante
del territorio e come strumento per ridurre il pendolarismo
o l'emigrazione per lavoro (incentivazione del telelavoro).
azioni proposte
> miglioramento SS. 43 dir Dermulo-Fondo;
> realizzazione rotatoria SS. 43 a Dermulo e rotatoria
Fondo;
> miglioramento SS. 43 località Cementi Tassullo;
> miglioramento SS. 42 in prossimità di Revò/Romallo;
> miglioramento del collegamento Alta Val di Non-Terza
Sponda mediante potenziamento della strada Dambel-Cloz;
> bypass SS.43 dir (prima di Romeno) – SP. 24 (località Palù) per
evitare l’attraversamento di Romeno, Cavareno e Sarnonico;
> circonvallazione Cles: realizzazione bretella – v.Trentov.Degasperi per collegamento zona industriale e artigianale;
> regolarizzazione sezione stradale SP 55, pressi
Campodenno e Dercolo;
> miglioramento connessione SP 73 con viabilità di
accesso Sporminore e Campodenno;
> collegamento Sporminore – Spormaggiore, per
connessione bassa Valle e Altopiano Paganella
> potenziamento della viabilità di collegamento fra i paesi
del Mezzalone (Castel Zoccolo);
> potenziamento del collegamento Toss-Dardine.
t i
t
ll
t T i T
buone pratiche
sintesi della discussione
Rispetto a questo tema, la discussione ha posto in
evidenza l'opportunità di realizzare un sistema di autobus
di linea maggiormente efficiente, organizzato secondo
uno schema metropolitano (un percorso va e vieni
principale e alcune diramazioni secondarie) in modo da
garantire tempi di percorrenza relativamente brevi e
frequenti.
Tale sistema di trasporto pubblico non si pone l'obiettivo
di collegare tutte le parti del territorio ma di consentire
l'utilizzo di un mezzo alternativo all'auto privata sui tragitti
a maggiore intensità di frequenza. Rispetto al sistema su
rotaia, il sistema su gomma è maggiormente flessibile e
soprattutto reversibile poiché utilizza la viabilità esistente.
Questa soluzione richiede la realizzazione di alcuni
parcheggi scambiatori nelle aree di ingresso al sistema
stesso (capolinea e stazioni d'ingresso). Riguardo al
trasporto pubblico su gomma, è stata inoltre evidenziata
l'opportunità di introdurre un servizio di autobus a
chiamata (elastibus) ad integrazione del servizio di linea.
azioni proposte
> realizzazione di un sistema di trasporto pubblico locale
"a pettine", cadenzato (max 1h) - ponendo particolare
attenzione alla questione dei costi gestionali;
> creazione di un sistema di parcheggi decentrati in ogni
paese per favorire l'uso da parte dei locali del trasporto
pubblico (le fermate centrali funzionano ma sono prive
di parcheggi);
> creazione di sistema di corse dirette per TN sia per il
trasporto su gomma che su ferro;
> potenziamento dei parcheggi di attestamento sui nodi
principali (ad es. Cressino, Dermulo, Cles) con
specifico studio per favorire lo scambio ferro-gomma
per il trasporto civile;
> introduzione dell'elastibus (bus a servizio delle scuole;
oppure a servizio delle iniziative di carattere turistico cfr. valle del Chiese, Engadina CH).
buone pratiche
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
11
12
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
1.6
1.7
linea strategica
sviluppo e valorizzazione dei sistemi di mobilità
sostenibile
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. o)
linea strategica
sviluppo della connettività socio-economica al fine di
evitare/ridurre lo spopolamento e/o l’aumento
dell’indice medio di vecchiaia nei nuclei periferici
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. a, c, o)
sintesi della discussione
Sono stati analizzati i vantaggi e gli svantaggi di due
sistemi: la viabilità ciclabile e la viabilità su rotaia. I
vantaggi della ferrovia (sostenibilità ambientale,
sicurezza) e gli svantaggi (rigidità, impatto paesaggistico,
irreversibilità) sono stati valutati rispetto all'impatto
economico dei costi di esercizio. I vantaggi della viabilità
ciclabile (dotare il territorio di infrastrutture leggere per il
tempo libero, garantire spazi di collegamento alternativi
alla sede stradale, promuovere il territorio dal punto di
vista turistico) sono stati posti in relazione agli svantaggi
(eccessivo costo di realizzazione di piste ciclabili protette
e difficoltà nel far convivere il sistema della viabilità
ciclabile e della viabilità rurale, sia in termini di sicurezza
per i ciclisti, sia in termini di svolgimento delle attività
rurali). Per percorsi che prevedano questo utilizzo
promiscuo risulta in ogni caso imprescindibile trovare
accordi preventivi con i proprietari dei fondi (ass.
contadini: circolazione, trattamenti, sicurezza, ecc). E'
infine emersa l'opportunità di sviluppare progetti di
mobilità integrata per potenziare ciascun sistema.
azioni proposte
sintesi della discussione
Il tema è connesso a quello proposto dalla linea n. 1.9 ed
è stato sviluppato dal Tavolo soprattutto nei termini di
connessione e condivisione dei servizi territoriali.
In particolare gli amministratori dei piccoli Comuni
sostengono con forza la necessità di dislocare i servizi
alla famiglia ed in particolare quelli relativi all'istruzione,
considerando sia le necessità delle giovani famiglie già
costituitesi (asili, scuole dell'infanzia), sia - in prospettiva
futura - per far sì che nuove famiglie possano formarsi
Questo aspetto è naturalmente a sostegno della
residenzialità delle popolazione più giovane in modo da
contribuire a contenere/controllare l'aumento dell'indice di
vecchiaia. Oltre a ciò è stata evidenziata l'importanza di
intensificare il telelavoro nelle località maggiormente
periferiche.
azioni proposte
> implementazione della rete della ciclabile di valle
(collegamento Taio-diga di S.Giustina-Tassullo-Cles-Ponte
di Mostizzolo; stazione di Dermulo-loc.Plaze e alta VdN
> realizzazione di piste ciclabili dedicate per la
connessione di alcuni centri abitati (mobilità lenta e
pianeggiante),
> attrezzare come itinerari ciclabili (con opportuna
segnaletica) i percorsi di lunga percorrenza che
insistono sulla viabilità rurale e forestale esistente, in
condivisione e coordinamento con il comparto agricolo;
> connessione delle reti ciclabili esistenti all'esterno (Val
di Sole, ciclovia del Sole, ), chiusura degli anelli (Cles);
> attivazione di servizi alternativi all'auto di proprietà
(car-sharing, car-pooling ed autostop organizzato);
>
> incentivare il mantenimento delle attività commerciali di
vicinato nel e/o in prossimità del CS;
> distribuire sul territorio i servizi scolastici per garantire
opportunità diffuse ed invertire la cd. "strada della
città",;
> distribuire equamente sul territorio i servizi pubblici (il
piccolo commercio, il pubblico esercizio, l’artigianato di
prossimità, ecc) per favorire la sopravvivenza anche
dei paesi più piccoli e periferici, dove i fenomeni dello
spopolamento e dell’invecchiamento della popolazione
sono molto più evidenti che altrove;
> implementare le possibilità di accedere al telelavoro
(completamento della rete in Fibra Ottica).
buone pratiche
buone pratiche
> bike-sharing
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
1.8
1.9
linea strategica
intensificazione di servizi decentrati per l’assistenza
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. c, o)
linea strategica
valorizzazione del ruolo della famiglia per la
trasmissione del sistema valoriale, delle tradizioni e
delle specificità nonese
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. c)
sintesi della discussione
Relativamente alla visione di territorio policentrico, il tema
dell'assistenza sanitaria territoriale riveste importanza
cruciale.
In questo senso l'opportunità di considerare un servizio di
assistenza integrata domiciliare sempre più pervasivo ed
efficiente, oltre naturalmente le strutture sanitarie ed
assistenziali presenti nei centri principali, va di pari passo
con la necessità di disporre sul territorio di una rete
infrastrutturale efficiente, sia per quanto riguarda la
viabilità che la mobilità ed il trasporto pubblico.
La sintesi emersa dal Tavolo è di trovare delle sinergie
fra servizi socio-assistenziali e servizi di mobilità in modo
da garantire l'accesso ai servizi a tutta la popolazione,
con particolare riguardo a quella residente nei nuclei
periferici (consentendole di raggiungere i servizi o di
essere raggiunta dai servizi).
>
azioni proposte
buone pratiche
> Rete ed azioni di volontariato, amm. comunali, circoli
pensionati per sostenere servizi domiciliari (p. es.
trasporto provette da domicilio a punto prelievi);
> collaborazioni con servizio volontari del soccorso per
trasporti programmati abitazione-strutture sanitarie
sintesi della discussione
Il tema riprende l'argomento della linea n. 1.7.
Pur non avendolo affrontato direttamente, il Tavolo si è
espresso più volte durante le riunioni sull'importanza del
ruolo della famiglia come primo veicolo di trasmissione
della cultura locale. Il fatto che gran parte del tessuto
imprenditoriale della valle sia costituito da imprese
familiari pone la famiglia in posizione di rilievo sia nel
sistema economico sia nel sistema sociale della valle.
azioni proposte
> favorire l’utilizzo della parlata “nonesa” per non
disperdere un importante patrimonio culturale della
nostra terra;
> favorire l'assistenza infantile per garantire il lavoro
delle giovani famiglie;
> mantenere possibilità/opportunità occupazionali per i
giovani.
>
> distretto famiglia VdN
buone pratiche
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
13
14
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
paesaggio / infrastruttura
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
1.2
territorio multifunzionale
La Valle di Non si caratterizza per essere un territorio
economicamente multifunzionale.
Contrariamente all’immagine di territorio specialistico
(agricolo) che le viene abitualmente associata, la valle si
distingue invece per la forte competitività di tutti i settori
economici, dovuta ad un tessuto micro-imprenditoriale
diffuso, fortemente radicato nel territorio e
particolarmente attento agli aspetti di innovazione,
diversificazione ed integrazione economica.
Allo stesso modo il territorio è qualificato da un
considerevole patrimonio storico-architettonico ed
artistico (castelli, residenze nobiliari, chiese, monumenti)
e da un vasto patrimonio rurale e naturale che ne
sottolineano la diversificazione funzionale.
Questo vasto patrimonio culturale e paesaggistico
costituisce infatti una risorsa con ampi margini di
valorizzazione ancora inespressi in termini di
integrazione degli usi possibili (ricreativo, produttivo,
residenziale, ricettivo, ecc.) e di creazione di connessioni
funzionali e di significato.
Questa attitudine alla multifunzionalità necessita di azioni
e strumenti che favoriscano le interazioni fra settori
economici ed attività diverse, consentendo forme
innovative
di
collaborazione,
basate
sulla
complementarietà delle prestazioni e dei servizi.
2.1
linea strategica
valorizzazione del patrimonio storico-artistico e
architettonico, come fattore di sviluppo turisticooccupazionale
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. c, d)
sintesi della discussione
La discussione ha messo in evidenza come il patrimonio
storico-artistico della Valle, davvero considerevole, per
essere valorizzato e promosso adeguatamente necessiti
di essere messo in rete e collegato in un unico
"racconto", anche appoggiandosi alle infrastrutture di
relazione già presenti (per es. "treno dei castelli" oppure
rete delle ciclabili) o sviluppando specifiche offerte (card
turistiche).
Ciò non può essere fatto solamente dall'azienda di
promozione turistica o solamente dagli operatori turistici
ma dall'azione sinergica di tutti i settori economici ai quali
il turismo potrebbe appoggiarsi per proporsi in modo
unitario, secondo una modalità ancora poco esplorata nel
Trentino.
principali proposte
> associare la qualità di tutti i prodotti della valle
(artigianali, industriali, agroalimentari ecc.) all’interno di
un unico marchio esistente;
> promuovere il restauro dei castelli in stato di necessità
ed individuare progetti di riuso coerenti per accogliere
attività compatibili e/o consentirne l'apertura al pubblico
(per es. riuso del Castello di Malosco come sede di
un'accademia d'arte, danza e cultura, collegata alla
valorizzazione della figura di F. Depero; riuso di Castel
Belasi);
> attivazione di progetti diretti alla conoscenza diretta
(scuole) per creare consapevolezza diffusa nelle nuove
generazioni;
> individuare figure storiche di riferimento per ciascun
paese della valle per sviluppare progetti di
valorizzazione del patrimonio culturale umano;
> segnalare le "porte" della valle (per es. porta di
accesso alla valle da sud - Rocchetta).
> valorizzazione del complesso idroelettrico S.Giustina;
>
buone pratiche
> strada della Mela e dei Sapori;
> mercati contadini nei vari centri di valle (ad es. Cles,
Ronzone Fondo, ecc.)
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
15
16
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
2.2
2.3
linea strategica
specificazione dei criteri di localizzazione delle
eventuali grandi strutture di vendita e commerciali
(DGP 1339/2013) mediante specifico piano-stralcio
tematico (art. 25 bis LP 1/2008) (LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. j)
sintesi della discussione
Dalla discussione è emerso che la localizzazione di
grandi strutture di vendita non è un tema particolarmente
avvertito in Valle di Non, perché - si sostiene - non ci
sono attualmente i numeri per garantire la grande
distribuzione.
È stato invece evidenziato come in valle si sia invece
sviluppato un centro commerciale diffuso, che si estende
nei centri di Cles e Taio, caratterizzato da un commercio
di qualità, "tarato" su di una clientela fidelizzata. Inoltre,
la discussione ha indicato come sia più importante
concentrare gli interventi per sostenere gli esercizi
commerciali nei centri storici, specie dei piccoli Comuni,
per mantenerli vivi ed abitati. In ogni caso il Tavolo, in
analogia alle aree produttive, ha posto la necessità di
individuare le eventuali localizzazioni in prossimità delle
arterie principali e di maggiore flusso.
azioni proposte
> integrazione dell'attività commerciale (che ora si basa
solo sul mercato locale) nei flussi turistici per poter
ampliare la qualità dell'offerta commerciale (orari,
apertura, offerta prodotti locali, ecc.) operando in
sinergia con le strutture turistiche;
> promozione dello sviluppo di una filiera di prodotti locali
da commercializzare in modo da qualificare l'offerta
(artigianato, tessile, manifatturiero, ecc.)
buone pratiche
linea strategica
sviluppo di progetti integrati basati sulla
complementarietà fra vari settori economici e produttivi
(agricoltura-turismo, agricoltura-artigianato / commercio,
frutticoltura-allevamento) (LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. c, j, o)
sintesi della discussione
Il confronto ha fatto posto in evidenza la necessità di
rafforzare la collaborazione fra i diversi settori economici
come chiave per lo sviluppo della valle, superando le
attuali conflittualità. La discussione ha sviluppato questo
ragionamento chiarendo che la collaborazione va
sperimentata a più livelli: fra diversi comparti e fra settori
pubblici e privati mettendo in campo intelligenze ed idee
innovative. A tal fine, è stata rilevata l'opportunità di
elaborare progetti di filiera che strutturino un marketing
territoriale multilivello, esteso all'intera valle di Non.
In questo senso il progetto di celle ipogee, nato dalla
collaborazione di Tassullo e Melinda (unico al mondo),
riveste per molti componenti del Tavolo valore esemplare
anche dal punto di vista della promozione del territorio.
azioni proposte
> diffusione di una sensibilità nuova che favorisca il
rapporto di collaborazione fra settore pubblico e
privato, anche attraverso le formazione delle nuove
generazioni di imprenditori;
> disponibilità ad avviare iniziative di coesione territoriale
basate sul patrimonio culturale (tramite progetti tipo
"patti territoriali");
> proposta di utilizzare il patrimonio storico più
rappresentativo della valle per promuovere i prodotti
locali di maggiore qualità in sinergia con l'imprenditoria
locale (per es. stagionare il Groppello nelle cantine dei
castelli; arredarli con mobili d'artigianato locale;
organizzare mostre dell'artigianato nei palazzi storici
prendendo ad esempio le iniziative del Comune di Cles
per Palazzo Assessorile [40.000 visit/anno], ecc.).
> superare le situazioni di conflittualità esistenti, anche
tra gli operatori economici dei vari settori ed i cittadini,
attraverso l’istituzione di un tavolo di lavoro per
promuovere iniziative condivise e strategiche per la
valorizzazione del territorio e delle sue potenzialità;
buone pratiche
> progetto Tassullo-Melinda per celle ipogee
> collaborazioni fra artigianato e cultura (concorso per
prototipi di culle in legno dal design innovativo
> produzioni di filiera corta (dal grano al pane)
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
2.4
2.5
linea strategica
incentivazione della diversificazione economica e
dell’innovazione tecnologica
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. c, i, k)
sintesi della discussione
Si tratta di strategie che il mondo imprenditoriale
valligiano considera essenziali per far fronte all'attuale
congiuntura economica e garantire competitività sui
mercati internazionali.
Tali strategie risultano intraprese dalla totalità delle
aziende nonese, sia artigiane che agricole (il mondo
industriale non era tuttavia presente a questa riunione
del Tavolo), le quali hanno ritenuto che un
coordinamento per valorizzare le specificità o addirittura
individuare le unicità dell'imprenditoria nonesa possa
costituire un ottimo veicolo di promozione della Valle di
Non come territorio di produzioni d'eccellenza.
azioni proposte
> individuazione delle unicità (oltre alle specificità)
considerando anche le attività manifatturiere presenti
sul territorio e basare un marketing territoriale orientato
alla valorizzazione dei prodotti di eccellenza
buone pratiche
> realtà industriali innovative a Cles, Fondo e Taio
linea strategica
promozione dell’occupazione giovanile, come fattore di
consolidamento economico e stabilità sociale, e della
formazione lavorativa specializzata come fattore di
attrattività socio-economica (LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. c)
sintesi della discussione
Si tratta di argomenti tenuti nella massima
considerazione dalle categorie imprenditoriali presenti al
Tavolo, poiché la specializzazione dei settori
manifatturieri si basa sulla specializzazione del personale
impiegato e sul suo continuo aggiornamento
professionale.
Le aziende che investono molto nell'innovazione
alimentano l'attrattività del territorio anche per quanto
riguarda la qualificazione professionale della popolazione
attiva ed in particolare dei giovani.
Allo stesso modo, personale altamente qualificato
alimenta la competitività delle imprese produttive e
contribuisce alla stabilità economica e sociale del
territorio.
azioni proposte
> collegare la creazione di nuovi posti di lavoro alla
valorizzazione delle risorse del territorio, con
particolare attenzione al patrimonio storico-artistico ed
architettonico come fonte di impiego;
> promuovere forme di collaborazione fra il mondo della
formazione professionale e il mondo imprenditoriale
per
costruire/selezionare
figure
professionali
specializzate ed adeguatamente preparate;
> pianificare il territorio tenendo presente la possibilità di
mantenere in loco la forza lavoro → conditio sine qua
non per lo sviluppo sociale della valle (pena: lo
spopolamento, l'impoverimento, ecc.), dando priorità a
quelle aree che presentano minori vincoli al contorno
(aree agricole di pregio, bosco, aree residenziali,
ecc...)
buone pratiche
> hub-giovani per l’imprenditoria giovanile e le start-up
locali (Associazione Artigiani+Comune di Cles) ;
> progetti innovativi istituto Pilati (illuminazione ,
astrofisica, ecc.)
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
17
18
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
2.6
2.7
linea strategica
definizione dei criteri di localizzazione delle aree
produttive in base all’accessibilità alle reti ed alla
distribuzione degli insediamenti abitativi
linea strategica
riconversione dell’edificato produttivo dismesso nei
centri storici
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. c, o)
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. k)
sintesi della discussione
Il confronto al Tavolo ha sottolineato come la realtà
manifatturiera della Val di Non non sia caratterizzata tanto
dalle grandi industrie produttive quanto da un diffuso tessuto
di piccole e medie imprese con forte capacità innovativa ed
in espansione. Va tuttavia tenuto presente che in caso di
potenziamento, ed in mancanza di spazi adeguati, queste
imprese preferiscono l'avvicinamento ai grandi assi di
comunicazione (Mezzolombardo e Val d'Adige) perché le
aree attualmente pianificate sono in realtà inutilizzabili
perché non tengono conto delle condizioni di contesto. La
pianificazione di porzioni di territorio consistenti (30-40,000
mq) richiede infatti una visione d'insieme, almeno a livello di
ambito (unione di Comuni, ambito omogeneo, CdV), che
superi il singolo Comune ed applichi alla pianificazione
meccanismi di filiera della trasformazione d'uso delle aree.
L'analisi dei fabbisogni deve inoltre tenere conto delle
potenzialità di sviluppo di aziende diversificate (si va da
micro aziende 2-3 addetti, ad aziende di 30-40 addetti che
esprimono esigenze completamente differenti).
azioni proposte
> modulare la dimensione delle aree produttive in
funzione della dimensione della produzione (fare in
modo che le piccole aziende artigiane possano
mantenere l'attività in prossimità dei paesi di
riferimento per garantire occupazione e residenzialità);
> programmare l'ampliamento delle aree produttive in
funzione delle disponibilità di infrastrutture (logistica,
collegamenti, reti, ecc.) e di risorse umane;
> definire dei criteri non solo per la localizzazione ma
anche per la progettazione architettonica delle strutture
produttive per ridurne l'impatto paesaggistico;
> preferire il potenziamento dell'esistente piuttosto che la
creazione di nuove aree produttive mediante la
previsione di aree di eventuale ampliamento delle
attività (aree di espansione) da collegare a meccanismi
compensativi per contenere il consumo di suolo (in
analogia al metodo già applicato in caso di sottrazione
di aree agricole di pregio);
> programmazione di aree di riserva per l'insediamento
di nuove attività.
buone pratiche
sintesi della discussione
La discussione ha evidenziato come questo tema sia
strettamente connesso all'esigenza di contenere il
consumo di suolo. Infatti, la riconversione delle strutture
produttive dismesse nel contesto dei centri storici tenendo presente anche l'opzione della demolizione - va
valutato in prospettiva del controllo dell'espansione
dell'edilizia residenziale appena fuori dal perimetro del
centro. Tuttavia ogni utilizzo compatibile con la residenza
è ammissibile e desiderabile per rafforzare il valore di
mixité che qualifica le relazioni funzionali di tipo urbano.
Occorre in ogni caso tener presente che tali immobili
sono quasi sempre di proprietà privata ed è pertanto
necessario trovare degli accordi fra amministrazioni
pubbliche e proprietari oppure introdurre meccanismi
incentivanti dell'iniziativa privata.
azioni proposte
> intensificare l'utilizzo delle aree esistenti integrando
anche attività del terziario (centri di elaborazione dati
per banche ed istituti di credito, ecc.);
> introdurre
strumenti
di
incentivazione
alla
trasformazione con agevolazioni per gli interventi nei
CS diretti ad introdurre attività compatibili con la
residenza ed a fini di riqualificazione energetica (per
es. prevedere l'esenzione dagli oneri di urbanizzazione
per la conversione delle strutture dismesse nei CS e
pagamento degli oneri per le realizzazioni all'esterno);
> includere nelle attività produttive anche altri tipi di
attività che per tipologia merceologica attualmente non
rientrano (ad es. la produzione di servizi o di beni
tecnologici) assieme alla creazione di poli di servizio
dedicati;
> mantenere negli strumenti di pianificazione
un'adeguata flessibilità, per adattarsi all'evoluzione
delle esigenze.
buone pratiche
> piano attuativo da CS ad area artigianale (area
Edilnova, Cles)
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
2.8
2.9
linea strategica
ottimizzazione degli strumenti di programmazione e
riduzione della ridondanza pianificatoria
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. c, i)
linea strategica
semplificazione burocratica ed esercizio associato
delle funzioni amministrative
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. c)
sintesi della discussione
La discussione ed i contributi prodotti dai partecipanti al
Tavolo, hanno evidenziato come il tema sia percepito
come estremamente urgente da tutte le categorie.
Una delle principali criticità consiste nella ridondanza
pianificatoria che si riflette nell'appesantimento delle
procedure di approvazione dei progetti, soprattutto in
conseguenza del fatto che ai livelli di pianificazione
corrispondenti ai vari enti territoriali (cui corrispondono
altrettante commissioni di valutazione che agiscono in
modo indipendente le une rispetto alle altre) si
aggiungono le varie pianificazioni di settore.
Alla Comunità è stato pertanto suggerito di sviluppare un
diverso sistema di controllo delle trasformazioni territoriali
suddividendo i ruoli degli enti amministrativi (Comuni,
Comunità di Valle, Provincia) in base all'importanza
dell'intervento sul territorio, oppure occupandosi di
garantire coerenza e rapidità alle valutazioni tramite
l'istituzione di tavoli di concertazione del confronto
tecnico (sul modello della Conferenza dei Servizi).
sintesi della discussione
Un ulteriore aspetto critico rilevato dal Tavolo consiste
nella disomogeneità delle regole di trasformazione
edilizia presenti sul territorio vallivo con conseguenze di
ordine pratico ed economico per le imprese.
Di conseguenza, è stato proposto alla Comunità di
assumere un ruolo di coordinamento e di
omogeneizzazione delle regole, fornendo criteri e
strumenti per indirizzare gli interventi degli operatori
economici e semplificare le procedure autorizzative da
parte delle amministrazioni comunali. Questo ruolo di
coordinamento e di armonizzazione delle regole è
ritenuto importante per conseguire un'organizzazione
efficiente del territorio, valido anche e soprattutto
nell'ipotesi di una possibile diversa geografia
amministrativa, costituita dall'unione dei Comuni in 5/6
ambiti omogenei.
azioni proposte
> elaborare chiare disposizioni in materia urbanistica
anche attraverso l'applicazione di strumenti di
omogeneizzazione delle regole di trasformazione
edilizia già disponibili, come lo schema di Regolamento
Edilizio predisposto dalla PAT eventualmente
adattato/implementato alla realtà nonesa;
> ridurre i tempi di approvazione delle modifiche
urbanistiche e stabilire procedure semplificate di
valutazione e approvazione delle opere (ad es.
secondo un criterio d'importanza o di dimensione
dell'opera le procedure potrebbero essere in capo a un
solo organo territoriale semplificando drasticamente
l'iter burocratico);
> istituire commissioni edilizie centralizzate per i 5/6
ambiti territoriali per garantire omogeneità di
valutazione e coordinamento dei pareri dei vari Servizi
provinciali sul modello della Conferenza dei Servizi
(eliminando le CEC di ciascun comune);
> introdurre procedure di gara pubblica che valorizzino le
aziende locali con competenze tecniche certificate.
azioni proposte
> stipulare accordi intercomunali (aggregazione delle
amministrazioni) per aumentare la capacità di attrarre
insediare e/o mantenere sul territorio attività produttive
solide al fine di generare occupazione;
> organizzare il territorio per ambiti come operazione
indispensabile per fare "massa critica" e garantire il
mantenimento dei servizi sul territorio (superando i
campanilismi e al tempo stesso rispettando i territori);
> costruire la Carta di Regola del territorio inserendo le
scelte fatte dalla CdV in modo da condividerle e
sottoscriverle insieme alla Provincia, comprese quelle
di semplificazione burocratica;
> definire i criteri per l'individuazione degli ambiti
omogenei della VdN (geografici, economici, di
dotazione dei servizi, ecc.);
> eseguire le procedure di valutazione tecnica dei
progetti esclusivamente su supporto informatico almeno in fase istruttoria ed eventualmente utilizzando
i sistemi di certificazione digitale disponibili - con
conseguente eliminazione delle copie cartacee.
buone pratiche
> costituzione comune Predaia
buone pratiche
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
19
20
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
paesaggio / generatore di servizi ecosistemici
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
1.3
territorio verde
Complementare all’immagine di territorio policentrico che pone in primo piano il territorio “urbanizzato” - vi è
l’immagine di territorio “verde”, che porta in primo piano
l’estensione del territorio coltivato ed il grande patrimonio
naturale della Val di Non.
Aree protette (PNAB), particolarità geologiche, corsi
d’acqua, boschi e foreste, emergenze ambientali
(Dolomiti Patrimonio UNESCO) ma anche campi, frutteti,
coltivi e pascoli rappresentano componenti diverse di un
unico sistema ecologico di supporto alla vita,
indispensabile per garantire la riproducibilità delle risorse
del territorio vallivo e necessario alla sua qualità
paesaggistica.
I servizi ecosistemici forniti da questi sottosistemi - tutti di
tipo naturale, compreso quello agricolo - hanno un valore
economico importante (riserve d’acqua, legname,
foraggio, energia elettrica, prodotti agricoli, ma anche
varietà del paesaggio, qualità dell’ambiente e del clima)
in grado di esprimere valutazioni e preferenze sociali
rispetto all’attrattività della valle, sia da parte dei residenti
che dei visitatori.
Tramite una gestione conservativa, il miglioramento e la
valorizzazione della gamma pressoché completa di
risorse “verdi” disponibili in Val di Non, è possibile
tutelare la biodiversità quale condizione essenziale per lo
sviluppo sostenibile e beneficiare in modo consapevole
di tutti i servizi ecosistemici che essa fornisce.
3.1
linea strategica
valorizzazione delle reti ecologico-ambientali e tutela
delle fasce ecotonali mediante progetti di
collaborazione con le attività rurali
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. e, f, g)
sintesi della discussione
La discussione al Tavolo si è concentrata sul tema delle
fasce ecotonali, ed in particolare sulle zone di transizione tra
prato-pascolo e bosco, sottolineando come, con l’avanzata
del bosco alle quote superiori sia venuta meno l’efficacia
ecologica delle zone di transizione. Si rileva inoltre come
queste fasce siano caratterizzate da un dinamismo che
contrasta con la rigidità degli strumenti di pianificazione (sia
urbanistici che forestali) i quali spesso sono in contrasto tra
di loro. Si annota quindi che per una gestione integrata delle
risorse ambientali e paesaggistiche sia necessario superare
questa dicotomia introducendo maggiori margini di
flessibilità. Si rileva infine che il mancato confronto tra
pianificazione forestale e pianificazione territoriale, possa
costituire un limite allo sfruttamento di queste zone da
intendersi come riserva per le eventuali nuove esigenze
colturali (istituzione di fasce cuscinetto, riconversione a
prato, compensazione di zone agricole). La costruzione
delle reti ecologico-ambientali è direttamente collegata agli
interventi sulle fasce ecotonali.
azioni proposte
> perimetrazione dinamica dei margini delle aree
agricole/forestali (da valutare insieme alla linea n.3.6)
che tenga conto delle fasce di transizione fra diversi
tipi di colture (), e che permetta di istituire dei corridoi
ecologici entro la superficie agricola tra le aree naturali
principali;
> ricognizione aerofotogrammetrica dei rimboschimenti
recenti (post 1970) per la definizione di aree polmone
da poter riconvertire a pascolo o a sfalcio;
> integrazione tra la pianificazione territoriale (PRG) e
quella agro-forestale (piani di assestamento forestale)
ai fini di una maggiore efficienza ambientalepaesaggistica e per ridurre la ridondanza pianificatoria;
> istituzione a livello di PTC di organi autorizzativi
coordinati (con competenza di ambito o di CdV) sul tipo
della Conferenza dei Servizi, per la gestione delle
trasformazioni degli spazi aperti
>
buone pratiche
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
21
22
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
3.2
3.3
linea strategica
costituzione della Rete di Riserve, implementazione
delle aree protette locali e valorizzazione delle
specificità geologiche ed ambientali
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. e, f)
sintesi della discussione
Il tema della Rete di Riserve appare poco condiviso, per
ragioni diverse, sia dal comparto ambientalista che da
quello agricolo degli allevatori, e da alcuni amministratori.
I primi evidenziano che questa iniziativa sia ampiamente
compatibile con l’agricoltura e con il turismo, e
rappresenti un volano per il turismo sostenibile.
I secondi ritengono che le ipotesi di vincolo, espresse
genericamente dal progetto Life+TEN, vadano a colpire
proprio quelle zone aperte di prato-pascolo rendendo di
fatto sconveniente qualsiasi coltivazione (es. Re di
quaglie) ed avviando così queste aree all’abbandono o al
rimboschimento. I terzi ritengono l’impostazione della
Rete (come definita dalla L.P. 11/2007) prevalentemente
orientata alla conservazione, quindi poco corrispondente
con l’idea di “parco agricolo” che l’alta Valle vorrebbe
invece sviluppare in senso anche turistico.
In quanto alle altre aree naturalisticamente rilevanti (forre
Rio Novella e Rio Sass, Maddalene) si evidenzia in vari
momenti che mancano forme di collaborazione e
valorizzazione coordinata.
azioni proposte
> classificare le aree di pregio (sia agricole che forestali)
individuando le zone maggiormente stabili e quelle
maggiormente dinamiche dove poter concentrare le
eventuali trasformazioni d’uso;
> avviare il processo , accompagnato dal coinvolgimento
di tutti i soggetti interessati, per la costituzione della
Rete di Riserve includendo sia le aree maggiormente
naturali, come la catena delle Maddalene, che quelle a
maggiore vocazione turistica, come il parco agricolo
dell’alta valle;
buone pratiche
linea strategica
collaborazione tra frutticoltura e agricoltura di
montagna, per la creazione di connessioni
paesaggistico-ambientali
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. b, l)
sintesi della discussione
Il tema della vocazionalità agricola si presenta in Val di
Non sotto molteplici aspetti (cfr. le linee 3.1, 3.4, 3.5,
3.6), e non sempre con valutazioni condivise. In questo
caso oggetto della discussione al Tavolo è stata la
possibilità di integrare fra loro attività agricole
(frutticoltura, allevamento) e agricoltura di montagna
potenziando la resa di entrambe non solo dal punto di
vista economico e produttivo, ma anche dal lato
ambientale e paesaggistico (vocazionalità agricola
integrata).
Il principio sviluppato punta alla creazione di filiere
virtuose che favoriscano la diversità paesaggistica come
ad es. produzioni con filiera corta (cerealicole, orticole,
ecc.), il recupero e l’utilizzo delle malghe monticate, o il
mantenimento del prato-pascolo mediante la definizione
di protocolli di intesa, migliorando il livello di
manutenzione e di conseguenza la presenza di fasce
ecotonali tra le varie zone agricole.
azioni proposte
> difesa della diversità paesaggistica anche mediante
una classificazione delle aree agricole (zonizzazione
sul tipo dello studio di vocazionalità dell’alta Valle)
purché condivisa con tutti i soggetti interessati;
> creazione di filiere di sistema per la salvaguardia dei
prodotti locali e la conseguente diversificazione
colturale;
> realizzazione di un “piano delle malghe” della VdN
quale importante risorsa economica per proprietari,
gestori, allevatori e caseifici locali;
buone pratiche
> affidamento a gestione privata di malghe di proprietà
comunale;
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
3.4
3.5
linea strategica
salvaguardia dell’integrità colturale senza limitare le
normali attività di coltivazione dei fondi
linea strategica
valorizzazione di metodi di produzione ecosostenibili
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. l)
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. l)
sintesi della discussione
Il tema riprende e sviluppa il principio della vocazionalità
agricola integrata, introducendo la questione di forme di
regolamentazione che possano limitare le pratiche colturali
(studio di vocazionalità dei 12 comuni).
Emerge al TCC l’estrema attenzione alla redditività ed alla
sostenibilità economica che il comparto agricolo riserva alla
questione della regolamentazione/limitazione colturale dei
fondi agricoli. In particolare il settore dell’allevamento, della
frutticoltura, dei sindacati agricoli, del credito cooperativo e
della produzione agroalimentare espongono le ragioni per
cui una programmazione territoriale di tipo vincolistico
genererebbe molti effetti negativi (rigidità di fronte al
mercato, incremento dei valori immobiliari, scarsa cogenza
ed efficacia, svalutazione degli investimenti dei consorzi
irrigui,) a fronte dei modesti effetti positivi. Al contrario gli
ambientalisti ritiengono che un simile approccio alla
pianificazione del territorio agricolo generi importanti
ricadute ambientali oltre che estetiche (diversificazione
colturale, aumento delle biodiversità, riduzione degli input
chimici, riduzione della produzione di rifiuti speciali).
azioni proposte
> implementazione delle misure del PSR per
l’introduzione di incentivi a favore dell’adozione di
protocolli che permettano la creazione di fasce di
rispetto attorno alle aree sensibili, alle emergenze
storico architettoniche e alle rilevanze paesaggistiche;
> integrazione delle qualità paesaggistiche per le aree a
prato-pascolo (non solo delle qualità floristiche o di
biodiversità) per favorire l’accesso ai contributi del
PSR;
> coinvolgimento delle proprietà nelle scelte gestionali e
pianificatorie;
> valorizzazione del ruolo dell’attività zootecnica
mediante il dimensionamento delle superfici a prato in
funzione del patrimonio bovino presente ed il n. di
aziende, al fine di garantire: un rapporto UBA/ha
necessario per accedere agli aiuti comunitari,
l’approvvigionamento del foraggio, la superficie minima
per un corretto smaltimento del liquame prodotto.
buone pratiche
sintesi della discussione
Questo aspetto, tangente alla pianificazione territoriale in
senso stretto, è stato oggetto di una vivace discussione.
Dal Tavolo sono emersi i diversi approcci al tema della
produzione ecosostenibile, Da una parte vi sono i
comparti agricoli ed allevatori che interpretano la
ecosostenibilità come produzione agricola integrata, o
anche biologica, con riferimento quindi alla qualità del
prodotto agroalimentare ed agli effetti sulla salute umana
e sull’ambiente.
Dall’altra vi sono i comparti artigianali ed amministrativi,
che interpretano la ecosostenibilità come produzione di
materiali da costruzione e quindi legno e cemento con
attenzione alla valorizzazione delle filiere corte.
In entrambi i casi si evidenziano le sinergie che possono
scaturire dalla reciproca “contaminazione”.
D’altro canto il comparto ambientalista interpreta
l’ecosostenibilità come produzione agricola biologica, il
più possibile diversificata ed a basso input chimico
(pesticidi, erbicidi).
azioni proposte
> implementazione degli effetti sull’ambiente e sul
paesaggio
delle
produzioni
eco-sostenibili
comprendendo sia la coltivazione biodinamica e
biologica;
> costruzione di filiere corte per il consumo a scala locale
dei prodotti agroalimentari della VdN (mense
scolastiche, ospedaliere, case di riposo, aziendali,
ecc.)
> individuazione di aree di produzione certificate, tipo
DOP, anche per i materiali da costruzione, tipo PEFC
per il legname con applicazione di filiere corte agli
interventi di edilizia pubblica/privata;
> valorizzazione dei progetti di integrazione mediante
sistemi di certificazione o di qualificazione territoriale
internazionali;
> valorizzazione dei protocolli di certificazione
ambientale EMAS
buone pratiche
> produzione biologica Melinda
> Brez, orti comunali, frutteto storico, area Boiara bassa
(Cles)
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
23
24
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
3.6
3.7
linea strategica
controllo delle dinamiche di equilibrio fra territorio
antropizzato, agricolo e boschivo a salvaguardia della
biodiversità e del paesaggio, con valorizzazione del ruolo
dell’attività zootecnica (LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. a,b,e,l)
linea strategica
valorizzazione delle risorse ambientali a fini
escursionistici e di turismo sostenibile
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. a)
sintesi della discussione
Il Tavolo ha discusso questa linea strategica in continuità
con quella di cui al punto 3.1. Il tema portante è quello
del mantenimento degli equilibri tra aree boscate e le
aree utilizzate dall’uomo per le attività agro-pastorali.
I comparti tecnico-forestali hanno evidenziato l’entità e le
modalità di avanzamento delle superfici boscate, a
scapito delle superfici di prato-pascolo, sottolineando
anche la dinamicità di questi fenomeni. In considerazione
della forte competizione territoriale esistente tra le aree
agricole e le aree destinate alle altre attività antropiche
(produzione, abitazione, servizi) queste aree possono
rappresentare una efficace cassa di espansione in grado
di calmierare gli effetti di semplificazione paesaggistica
che la specializzazione agricola indice.
Si tratta quindi di evidenziare il ruolo positivo ed attivo
che l’attività zootecnica può svolgere occupando questi
spazi marginali, recuperandone non solo il valore
economico-produttivo, ma anche quello ecologicoambientale.
lt
azioni proposte
> individuare azione coerenti ed omogenee su tutto il
territorio della VdN per dare attuazione della Delib.
assembleare n.17/2013;
> introduzione di un criterio di perimetrazione flessibile
per le aree agricole e boscate, che tenga conto
dell'evoluzione dinamica dei soprassuoli;
> contenimento dell’espansione boschiva mediante
sfruttamento economico della crescita;
> favorire l’interazione tra le azioni di cui ai punti 3.2 e
3.3
sintesi della discussione
Il Tavolo si esprime unanimemente a favore.
azioni proposte
> individuare un progetto sinergico di valorizzazione su
cui far convergere il “sistema VdN” sia dal punto di
vista turistico, che ambientale;
> promuovere il territorio tramite il coordinamento delle
principali manifestazioni di elevato interesse turisticoculturale: Pomaria, Fiorinda, Quattro Ville in fiore, ecc.;
> estensione delle ippovie oltre i perimetri del Parco
Adamello-Brenta (da verificare i sedimi possibili) e
connessione dei sentieri di montagna (catasto SAT) in
abbinamento con le azioni della linea 3.7;
> valorizzazione di collegamenti fra paesi della valle
alternativi alla viabilità principale, che consentano ai
viaggiatori “lenti” (escursionisti a piedi, a cavallo, in
bici) di muoversi in sicurezza e l’impegno, nella futura
fase pianificatoria, al rispetto di questi passaggi
garantendo la connettività della rete ciclo-equiescursionistica
buone pratiche
> progetto Brenta bike
buone pratiche
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
3.8
3.9
linea strategica
tutela delle emergenze storico-paesaggistiche, delle
visuali libere esterne ai centri abitati e degli spazi
aperti
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. o)
sintesi della discussione
Il tema della tutela di alcune visuali, si intreccia con altri
temi sia di carattere ambientale che infrastrutturale. In
particolare la discussione ha evidenziato la necessità di
affrontare in maniera omogenea ed univoca la questione
delle sorgenti a radiofrequenza, le quali oltre ad generare
problematiche in ordine di salubrità e valore immobiliare
dei terreni (si registra un decremento dei prezzi per le
aree prossime/circostanti le antenne di trasmissione),
costituiscono un detrattore di tipo paesaggistico.
Essendo il tema delle telecomunicazioni vitale per
molteplici settori, è auspicabile un meccanismo
decisionale condiviso ed unitario a livello di Comunità
che sollevi i Comuni dalle notevoli pressioni lobbistiche.
La presenza della cartellonistica stradale appare una
problematica minore anche se da affrontare in maniera
analoga con indicazioni estese a tutto il territorio della
Comunità.
azioni proposte
linea strategica
valorizzazione dei progetti locali sulle energie rinnovabili
con definizione dei criteri di programmazione e
localizzazione delle aree per gli impianti di produzione
energetica (LP. 1/2008 art. 21 c.3 bis)
sintesi della discussione
Il Tavolo ha approfondito la questione delle energie da
fonti rinnovabili, sulla base di studi/esperienze già
condotte nell’alta Valle, sia per quanto riguarda l’energia
fotovoltaica, che per quanto riguarda il biogas, mentre
non risulta ancora sviluppato il tema del recupero del
cippato sia da fonte forestale che da recupero degli
espianti dei frutteti.
Stante la buona esposizione di cui godono quasi tutti i
paesi della valle emerge la necessità di tutelare alcuni
luoghi e/o posizioni dalle installazioni di pannelli
fotovoltaici più invasive (tema affine alla linea 3.8): alcuni
Comuni hanno già deliberato per escludere gli impianti
sui tetti del Centro Storico mentre la PAT ha escluso gli
impianti fotovoltaici a terra.
Per il biogas vi sono invece maggiori perplessità , legate
alla materia prima da trasformare (mista umido urbanoliquami o solo liquami, che però sono meno redditizi) ed
alla forma di gestione consortile che rende questi
impianti poco vantaggiosi (difficile convivenza, costo
della raccolta e del trasporto dei liquami, ecc.).
azioni proposte
> introduzione di criteri/regolamenti per la localizzazione
e mitigazione di impatto delle reti antigrandine e delle
“architetture agricole” (comprese le installazioni per i
piccoli frutti), al fine di salvaguardare la percezione
visuale dei CS e delle emergenze architettoniche;
> limitazione della cartellonistica pubblicitaria lungo la
viabilità previa catalogazione delle strade panoramiche
e delle visuali privilegiate da tutelare;
> introduzione tramite il PTC di un criterio di
localizzazione e mitigazione di impatto per le stazioni a
radiofrequenza valido su tutto il territorio della
Comunità e che sia regolato tramite una commissione
unica, tipo Conferenza dei Servizi, per sostenere un
rapporto di forza con le compagnie telefoniche anche
in termini di contrattazione economica;
> introduzione
di
forme
di
incentivazione/
disincentivazione per i proprietari dei fondi interessati,
mediante attivazione di protocolli di compensazione;
> studio complessivo delle potenzialità estesa a tutto il
territorio noneso, sulla base delle categorie evidenziate
nello studio condotto per l’alta Valle : catasto solare,
biogas, centrali a cippato, geotermico;
> valutazione delle potenziali economie di scala per le
produzioni a biomassa e/o fotovoltaico, con
concentrazione su grandi strutture;
> valutazione di impianti di biogas localizzati e connessi
alle singole aziende/allevamenti, con definizione di una
disciplina unica per gli aspetti di carattere
paesaggistico e di compatibilità con le attività agricole
prevalenti
(questione
della
remunerazione
concorrente);
> impianti per il recupero delle biomasse legnose da
potatura + recupero resti da sostituzione impianti (5%
dell'esistente)
buone pratiche
buone pratiche
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
25
26
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
paesaggio / struttura liquida
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
1.4
territorio di frontiera
La Val di Non è un territorio di frontiera sia dal punto di
vista degli accessi rispetto ai confini provinciali, che per
quanto riguarda la presenza di frontiere su cui si
affacciano modelli socio-culturali ed insediativi diversi.
La Val di Non comunica con l’esterno attraverso almeno
cinque accessi principali: due chiuse e tre passi. La chiusa
della Rocchetta collega la valle con la piana Rotaliana e
l’altopiano della Paganella, quella di Mostizzolo alla Val di
Sole. Il passo Palade connette la valle al Burgraviato, il
passo della Mendola all’Oltradige, il passo Castrin alla Val
d’Ultimo attraverso la parte tedesca della valle (Provés).
Proprio in questa parte di valle si trova una delle più
significative frontiere culturali del Trentino: quella che
distingue Alta Val di Non e Deutschnonsberg.
Si tratta di una “frontiera nascosta” che corre internamente
alla valle, in uno spazio geografico omogeneo e continuo
ma profondamente diverso sotto il profilo organizzativo.
Questa frontiera va intesa come un limite poroso, uno
stimolo continuo al confronto ed uno strumento interattivo
di riorganizzazione sociale. In prospettiva futura costituisce
una risorsa su cui elaborare forme specifiche di
organizzazione territoriale.
Questo duplice significato dell’essere “di frontiera” del
territorio noneso, richiede lo sviluppo di nuove forme di
relazione con i territori limitrofi e con le proprie
particolarità interne.
4.1
linea strategica
ricerca di forme di scambio e collaborazione fra
ambiti territoriali di confine
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. a, c, o)
sintesi della discussione
Si tratta di un argomento che ha suscitato molta
partecipazione poiché lo scambio e la collaborazione
economico-culturale con i comuni di lingua tedesca della
valle e con i territori contermini della Provincia di Bolzano
(Oltradige e Burgraviato) è considerata un elemento di
distinzione della Val di Non. A conferma, ciascuna delle
categorie coinvolte ha citato esempi di collaborazioni
virtuose nei rispettivi settori, evidenziando come lo
standard qualitativo di riferimento non sia sempre al di là
del confine ma molto spesso proprio in valle di Non.
Molti operatori hanno inoltre rilevato che il crescente
interesse della governance altoatesina alla realtà
nonesa, possa fornire le basi per lo sviluppo di forme
distintive di economia, basate sulla collaborazione e sullo
scambio reciproco di esperienze e conoscenze.
Grande importanza è stata infine attribuita alle
opportunità formative ed educative del contatto
interlinguistico ed interculturale, riconoscendo la
necessità di costruire percorsi comuni di formazione.
azioni proposte
> sviluppo di accordi di partenariato per lo sviluppo delle
potenzialità delle aree di contatto interlinguistico
(sviluppo di offerte formative, promozione di centri
estivi interculturali, condivisione di servizi, ecc.);
> promozione della collaborazione con enti e servizi
presenti sul territorio oltre il confine (per es. le Aziende
di promozione turistica);
> sviluppo di progetti di sviluppo e collaborazione fra
imprese confinanti, che puntino sulla valorizzazione
della val di Non come centro di riferimento economico
per le valli limitrofe;
> promozione della conoscenza culturale reciproca
(come percorso di educazione civica);
> sostegno dell'insegnamento del tedesco veicolare in
età scolare
> potenziamento collaborazione con territori contermini
alla zona del PNAB (cfr. collaborazione in essere tra
ASUC e PNAB)
> collaborazioni con Val di Sole per servizi, scuole,
viabilità, turismo
buone pratiche
> Centro Tori di Toss (collaborazione interprovinciale)
> Maddalene Sky Marathon
> Scuola materna di San Felice e servizio di scuolabus
> protocollo d'intesa Alta Val di Non - Caldaro per la
valorizzazione sinergica delle risorse territoriali
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
27
28
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
4.2
4.3
linea strategica
potenziamento dei nodi di scambio intermodale e
della mobilità, anche turistica (nodi di Cles e
Dermulo, sviluppo del nodo in bassa Valle)
linea strategica
implementazione della rete ferroviaria, anche con
valenza turistica
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. n)
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. n)
sintesi della discussione
Dal confronto è emersa l'importanza di migliorare le
connessioni con i territori esterni alla valle come fattori di
competitività. Le connessioni da potenziare sono
individuate nell'alta valle verso il Sudtirolo e nella bassa
valle verso l'altipiano della Paganella ed il Parco
Adamello-Brenta per l'importanza strategica che
rivestono dal punto di vista dello sviluppo turistico.
Dal punto di vista delle "frontiere interne", il Tavolo ha
evidenziato ritardi nell'infrastrutturazione di base del
territorio montano a fini della valorizzazione e dello
sviluppo delle attività in quota. Le connessioni fra
fondovalle e aree in quota nella zona della bassa valle
sono definite urgenti per migliorare l'accessibilità alle
attività rurali in quota (Malga Arza) e per far vivere alla
popolazione locale queste loro montagne, che altrimenti
risultano isolate.
Internamente alla valle, si sono infine evidenziati i centri
di Cles e Dermulo come nodi scambio intermodale e
come porte d'ingresso alla valle.
azioni proposte
sintesi della discussione
Questo obiettivo è strettamente connesso al precedente.
Per quanto riguarda la Trento-Malé, la discussione al
Tavolo ha posto in evidenza l'importanza di strutturare la
fermata di Cles come un nodo intermodale ferro-gommabici sia per quanto riguarda il flusso pendolare che
gravita su Trento, sia per quanto riguarda il flusso
turistico e cicloturistico.
Il ripristino della Dermulo-Mendola è considerato dai
componenti del Tavolo in modo controverso: alcuni la
considerano una risorsa di grande potenzialità, altri la
giudicano eccessivamente costosa. In particolare, è stata
sollevata la necessità di elaborare un progetto di rilancio
per il Passo della Mendola (possibilmente in
collaborazione con la Provincia di Bolzano), collegandolo
ad iniziative di richiamo che sappiano sfruttare il bacino
di affluenza turistica dell'Oltradige (per es. sede estiva
per stage formativi e campus estivi).
azioni proposte
> promuovere l'avvicinamento stradale al PNAB ed alle
malghe della zona di Campodenno (Malga Arza) con
sistemi di gestione del traffico di accesso (parcheggio a
pagamento posto a distanza adeguata dalla malga ed
in posizione defilata);
> prevedere snodi intermodali ferro-gomma a Cles ed a
Dermulo (con spostamento della stazione ferroviaria e
riqualificazione urbana dell'area liberata);
> prevedere un collegamento stradale fra bassa valle e
altopiano della Paganella (potenziamento strada
Sporminore-Maurina-Spormaggiore) come espansione
delle possibilità di sviluppo;
> implementare i servizi legati al cicloturismo (autobus
con possibilità di trasporto bici) e sostituire il concetto
di "itinerario ciclabile" a quello di "pista ciclabile" in
modo da differenziare i percorsi e contenere i costi;
> migliorare la mobilità turistica ed utilizzarla come
elemento di connessione/espansione della qualità delle
infrastrutture del territorio.
> studiare soluzioni di fattibilità economica e progettuale
per il ripristino della Dermulo-Mendola, integrando
questo obiettivo in un progetto complessivo di rilancio
turistico-territoriale del Passo (per es. finanziamenti
europei oppure soluzioni di finanza-progetto) da
promuovere eventualmente tramite competizioni
concorsuali
buone pratiche
buone pratiche
> percorso ciclabile alta val di Non e percorso
ciclopedonale lago
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
4.4
4.5
linea strategica
promozione delle vocazionalità territoriali, con
particolare riguardo agli ambiti culturalmente e/o
paesaggisticamente omogenei (LP. 1/2008 art. 21 c.3
linea strategica
individuazione delle tematiche affini per l’attuazione
di piani stralcio
(LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. h, i, k, j, l, m)
lett. b, c, l)
sintesi della discussione
Dal Tavolo è emersa l'indicazione di impostare la
pianificazione di valle a partire dal riconoscimento e dalla
valorizzazione delle specificità e della varietà del
contesto vallivo.
L'organizzazione del territorio per ambiti o macroaree
omogenee (per caratteri del paesaggio, per areali di
gravitazione dei servizi, per vocazione economica) è
stata ritenuta importante per garantire un'equa
ripartizione dei servizi sul territorio.
Tale scenario suggerisce che il PTC debba avere il ruolo
d'indirizzo e coordinamento di strategie di trasformazione
territoriale sviluppate per ciascun ambito secondo il
principio della complementarietà delle componenti del
territorio e della limitazione della competizione interna.
Tale impostazione interpreta il territorio come un sistema
organizzato e coerente di insiemi collaboranti a formare
una visione di sviluppo unitaria.
>
azioni proposte
buone pratiche
> valorizzazione dimore storiche Castel Thun, Palazzo
Assessorile, Casa Campia, Casa Marta, Palazzo
Morenberg, ecc.
> Cammino Jacopeo d’Anaunia
sintesi della discussione
Questo obiettivo non è stato oggetto di una discussione
specifica da parte del Tavolo.
Tuttavia si è nettamente evidenziata la rilevanza di alcuni
temi che si sono riproposti in modo trasversale in tutte le
riunioni del Tavolo e sui quali si è particolarmente
focalizzata l'attenzione dei portatori d'interesse.
I temi sono i seguenti:
> agricoltura e vocazionalità integrata
> impianti di sfruttamento delle energie rinnovabili
> valorizzazione delle strutture insediative (CS)
> attrattività territoriale ed ambiti funzionali
> mobilità integrata
>
azioni proposte
buone pratiche
COMUNITÀ DELLA VAL DI NON PTC
29
30
DOCUMENTO DI SINTESI TCC
4.6
4.7
linea strategica
difesa delle “terre alte” (territorio oltre i 1.400 m. di
altitudine) dall’intensificazione della pressione
antropica, favorendo il recupero funzionale delle attività
esistenti e caratteristiche (LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. b, c, l)
sintesi della discussione
Si tratta di prendere in considerazione la fascia altimetrica di
transizione fra le aree coltivate e le aree naturali, che
costituisce un territorio di "frontiera" interno alla valle,
importante per l'organizzazione degli usi del suolo. Questa
fascia di transizione costituisce il territorio privilegiato
dell'agricoltura di montagna (allevamento e silvicoltura) e
come tale va valorizzato, dando priorità all'utilizzo rurale
tradizionale. Ciò si traduce nella tutela delle superfici
destinate in particolare al pascolo ed allo sfalcio e nella
limitazione drastica degli interventi edilizi non direttamente
connessi o non compatibili con queste attività.
Dal confronto emerge da una parte il richiamo alla
responsabilità di conservazione di specie e habitat di valore
globale e dall’altra la necessità di ampliare le superfici
destinate allo sfalcio e di tutelare la redditività di quelle già
esistenti, rispetto a provvedimenti di protezione ambientale
giudicati eccessivamente restrittivi e vincolistici, non tanto
nel merito della tutela, ma della scarsa considerazione degli
effetti sulle attività rurali (per es. tutela dell'habitat del Re di
quaglie che limita la redditività degli sfalci).
principali proposte
> individuare le aree di avanzamento del bosco
nell'ultimo secolo e valutare, dove sussistono le
condizioni ambientali ed economiche, l’eventuale
cambio di coltura allo scopo di recuperare superfici a
prato-pascolo e prato da sfalcio, per ampliare le
superfici necessarie a garantire l'allevamento;
> individuare nella pianificazione locale le aree di recente
espansione del bosco ed attribuire loro la destinazione
di zona a "pascolo" anziché a "bosco", in modo da
consentire il disbosco oppure il pascolo nel sottobosco;
> coordinamento tra ASUC e Comuni per la definizione
di bandi per l’assegnazione della conduzione delle
malghe o dei boschi, basati su criteri di miglioramento
fondiario e garanzia di mantenimento piuttosto che su
criteri esclusivamente economici.
> regolamentazione omogenea dell’uso ricreativo
“improprio” (ad es. regolamentazione motoslitte, quad,)
> definizione di criteri omogenei per la gestione dell’edificato
(nella forma di repertori tipologici), subordinata ad
interventi di recupero dei prati di monte
buone pratiche
> corso di formazione per artigiani specialisti in
ristrutturazione di manufatti rurali e tradizionali;
> manuale tipologico Parco Adamello Brenta
linea strategica
implementazione della collaborazione con il Parco
Adamello-Brenta come interfaccia con le limitrofe
CdV della Paganella, delle Giudicarie e della Val di
Sole (LP. 1/2008 art. 21 c.3 lett. e, f)
sintesi della discussione
Il Parco Adamello-Brenta si pone a snodo di quattro
Comunità di Valle e dunque costituisce un interlocutore
di particolare rilevanza per promuovere e rinsaldare le
collaborazioni con le altre valli, specie per quanto
riguarda la condivisione d'iniziative comuni di
valorizzazione del patrimonio naturale .
Da un altro punto di vista è stato inoltre rilevato come
l'assetto istituzionale delineato dalla legge urbanistica
provinciale abbia posto sullo stesso livello le
pianificazioni di Comunità ed il Piano del Parco.
Appare pertanto necessaria una verifica delle modalità di
gestione ed interazione tra le aree del Parco e il territorio
della Comunità. Questo aggiornamento coinvolge non
solo gli strumenti di pianificazione ma anche i soggetti
proprietari (Asuc, Amministrazioni comunali, Associazioni
territoriali).
azioni proposte
> implementazione delle collaborazioni fra PNAB e
soggetti proprietari del territorio (rappresentante Asuc
nominato nella giunta del Parco);
> implementazione delle collaborazioni fra PNAB e APT;
> collaborazione con il PNAB come strumento di
controllo/equilibrio dell'integrazione di attività che si
basano sulla valorizzazione del patrimonio naturale;
> introduzione del principio di reciprocità amministrativa
fra CdV e PNAB in merito ai rispettivi strumenti di
pianificazione
>
buone pratiche