Piano di Sviluppo Rurale: orizzonte 2020

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Piano di Sviluppo Rurale:
orizzonte 2020
La dotazione finanziaria
• Il Psr Veneto 2014-2020 avrà una dotazione di 1
miliardo e 184 milioni di euro (il 6,36% del
totale nazionale), circa 130 milioni in più rispetto
al Psr 2007-2013, così suddivisi:
 Ue – FEASR: 510 milioni di euro (43%)
 Stato: 471 milioni di euro (40%)
 Regione: 202 milioni di euro (17%)
• A queste risorse vanno poi aggiunte quelle dei
Programmi nazionali:
 Gestione del rischio: 1 miliardo 640 milioni
 Biodiversità animale: 200 milioni
 Piano irriguo: 300 milioni
Lo scenario europeo
• L’obiettivo dell’Europa per il 2020 è riassunto nello
slogan “crescita intelligente, sostenibile ed
inclusiva”
• Per quanto riguarda l’agricoltura, a fronte di una
riduzione della dotazione complessiva del relativo
capitolo nel bilancio europeo (-4%), la nuova Pac è
frutto di una difficile opera di compromesso,
portata avanti in prima persona dal presidente
della Commissione Agricoltura del Parlamento
europeo Paolo De Castro, fra un’impostazione più
“ambientalista”, mirata alla remunerazione dei
beni pubblici ritenendo l’azione degli agricoltori
fondamentale per la conservazione dell’ambiente e
la manutenzione del territorio, ed una
“produttivistica”, più attenta alla competitività ed
alle esigenze degli agricoltori storici, considerando
la necessità di reggere alle sfide dei mercati
globali.
La nuova Pac
• Nella Pac 2014-2020, oltre al greening, che
seppur attenuato rispetto alla prima proposta,
mette a valore aspetti di tutela ambientale, un
aspetto centrale è anche quello della doppia
convergenza, ovvero il riequilibrio contributivo
fra i Paesi e all’interno dei Paesi
I pilastri della Pac
• Nonostante le numerose novità rispetto alla
precedente programmazione, resta inalterata la
struttura su due pilastri:
 PRIMO PILASTRO - FEAGA: Pagamenti diretti
e interventi di mercato (Ocm unica)
 SECONDO PILASTRO – FEASR: Sostegno allo
sviluppo rurale
Le novità strutturali dei Psr
• Anche la politica di Sviluppo rurale manterrà
l’attuale schema di programmazione, ma con la
novità dei Piani obiettivo nazionali (in Italia sono
già stati pensati tre Pon: il Piano di gestione del
rischio, il Piano della biodiversità animale e il
Piano irriguo), che si aggiungeranno a quelli
elaborati dalle singole Regioni.
• La novità più significativa, tuttavia, è il passaggio
dalla suddivisione delle misure: dai 4 assi della
programmazione precedente, si passa a 6
priorità (che si articolano in tre sottopriorità
ciascuna, per un totale di 18 “focus area”)
Dopo gli assi, le priorità
I vincoli del Psr
• Rispetto alla ripartizione regionale tra le diverse
priorità, il regolamento impone alcuni limiti:
 Il Psr deve contenere almeno 4 delle 6 priorità
 Almeno il 30% deve essere destinato a:
 agro-ambiente, investimenti ambientali e contro
il cambiamento climatico
 forestazione e servizi silvo-ambientali
 agricoltura biologica
 aree Natura 2000
 aree con svantaggi naturali
 Almeno il 5% deve essere destinato alle strategie
di sviluppo locale tramite i GAL.
I sottoprogrammi
• Le sei priorità si articolano, dunque, su tre filoni
fondamentali: innovazione e competizione,
gestione delle risorse naturali e del territorio,
sviluppo equo e sostenibile.
• Gli Stati e le Regioni avranno la possibilità di
mettere a punto anche dei sottoprogrammi per
concentrarsi meglio su specifiche esigenze,
ritenute prioritarie
Giovani agricoltori
Le donne nelle zone rurali
Piccoli agricoltori
Filiere alimentari corte
Zone montane
Biodiversità
Mitigazione cambiamenti dei climatici ed adattamento al loro effetto
Prima ipotesi di suddivisione
Il quadro del primario veneto
• Il momento dell’agricoltura è difficile e in Veneto
nell’ultimo anno abbiamo assistito a:
 fuoriuscita di imprese, soprattutto di quelle
meno strutturate e competitive (-6,3%),
 flessione dell’occupazione dopo una sostanziale
tenuta (-14,6%)
 calo dei consumi finali delle famiglie e dei
volumi di vendita
 aumento delle esportazioni (+7,2%)
 costante crescita dei prezzi dei mezzi di
produzione
 problemi di accesso al credito e diffusa
difficoltà a realizzare investimenti
 calo del reddito medio degli agricoltori, mentre
la media europee ha ancora il segno più
Cosa ha funzionato nel Psr
• In Veneto le risorse della programmazione 2007
– 2013 sono state spese con una percentuale
vicina al 100% e questo la pone fra le Regioni più
virtuose
• Nel corso degli ultimi sette anni è aumentato il
numero di giovani in agricoltura anche se molto
c’è ancora da fare su questo fronte
• Sempre nel confronto con le altre Regioni,
mediamente è stata frenata l’erosione del
reddito delle imprese agricole e agro-industriali
• Qualcosa è stato fatto anche sul fronte dei servizi
ai territori rurali, con 23 milioni di euro investiti
sulla banda larga
• Investimenti consistenti, da parte dei Gal con
81mil(=140 con cofinanziaamento), per rendere i
territori rurali più attrattivi
Cosa non ha funzionato nel Psr
• La dispersione e la frammentazione delle misure ed
una contribuzione “a pioggia”, hanno fatto sì che
non si riuscisse ad incidere in modo significativo sui
problemi più del settore primario veneto che
persistono:
 Età media dei conduttori ancora molto elevata
 Tendenza allo spopolamento delle campagne
 Difficoltà di accesso al credito
 Perdita di redditività in alcuni settori
 Scarsa propensione all’aggregazione
 Ridotta capacità di sfruttare la multifunzionalità
dell’azienda agricola
 Poca incisività delle misure sul fronte
dell’aumento occupazionale
 Persistenza dell’approccio culturale che vede
contrapposti sviluppo e sostenibilità
La concertazione
• Un aspetto positivo nell’approccio alla nuova
programmazione è stato il percorso concertativo,
agevolato dalla maturità mostrata dalle
associazioni di categoria del settore, che sono
state in grado di superare le tradizionali
contrapposizioni e sono riuscite a porsi come
interlocutore unitario
• Gli incontri di partenariato e la consultazione
online hanno evidenziato una serie di tematiche
sulle quali si chiede che l’azione regionale sia
particolarmente incisiva
• Nuovi tavoli di informazione e confronto sono in
calendario per perfezionale la bozza del Psr, dopo
la sua presentazione, tenendo conto della
scadenza del primo semestre 2014
I fabbisogni
• Al primo posto fra le sollecitazioni giunte dalle
consultazioni e dagli approfondimenti, c’è il tema della
competitività, che si articola in una richiesta di
misure di sostegno al credito, di semplificazione delle
procedure, di giovani protagonisti con progetti.
• Attenzione anche all’ambiente e al territorio, in
particolare per quanto riguarda l’acqua, la
prevenzione dell’abbandono, la mitigazione del
cambiamento climatico, nella convinzione che questo
ruolo svolto attivamente dagli agricoltori deve essere
remunerato come “presidio” territoriale per i beni
comuni
• Importanti anche le segnalazioni sul tema della filiera
corta vista in un’ottica generale, come avvicinamento
delle imprese ai consumatori
• Nell’ottica dell’inclusione sociale, infine, si evidenziano
le possibilità offerte dalla multifunzionalità
dell’impresa agricola, come fattorie sociali e servizi
alla persona.
Competitività e innovazione
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Migliorare il "sistema regionale della conoscenza e
innovazione" e potenziarne l’offerta per accrescere
il livello di competenza degli operatori
Favorire l’ingresso di giovani ed il ricambio
generazionale
Razionalizzare la governance del sistema agricolorurale ed aumentare l’integrazione territoriale delle
imprese, con concentrazione dell’offerta e sviluppo
di reti strategiche
Intervenire per incrementare la redditività
Rendere più agevole l’accesso al credito.
Favorire commercializzazione, logistica,,
comunicazione e confronto fra stakeholder e
consumatori
Ampliare gli strumenti assicurativi, favorendo
l’accesso alle polizze multi rischio, estendendo la
copertura dei rischi e favorendo la stabilizzazione
del reddito, tutelando dalle calamità naturali
Gestione delle risorse naturali
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Miglioramento della qualità e della connettività
ecologica in ambito agricolo e forestale
Conservazione attiva dei paesaggi rurali storici e
riqualificazione dei paesaggi rurali ordinari
Valorizzazione e conservazione delle risorse
genetiche in agricoltura
Efficiente utilizzo della risorsa idrica
Migliorare lo stato chimico ed ecologico delle risorse
idriche e salvaguardare i terreni agricoli da possibili
fenomeni di contaminazione
Salvaguardia idrogeologica e protezione della
qualità e struttura dei suoli agricoli e forestali.
Uso sostenibile dell’energia e delle risorse
naturali non riproducibili e sostituzione dei
combustibili fossili e sottrazione di gas ad effetto
serra dall’atmosfera
Limitazione del rilascio dell’ammoniaca
Equo sviluppo territoriale
• Migliorare la fruibilità dei territori rurali ed il relativo
patrimonio naturale e storico-culturale, accrescendo la
capacità di proporre un’offerta turistica aggregata
ed integrata.
• Stimolare la diversificazione dell’economia rurale
• Animazione dei territori e delle reti locali per la
valorizzazione e diffusione di esperienze.
• Qualificare e valorizzazione del patrimonio naturale,
paesaggistico e storico-culturale.
• Migliorare l’accesso e la qualità dei servizi alla
popolazione con un approccio innovativo e di sistema.
• Potenziare la qualità e la diffusione delle ICT e
l'accessibilità alla rete
• Sostenere la relazione tra diversi sistemi, aree
urbane e rurali, aree montane e di pianura, favorendo
interconnessioni e scambi di esperienze
Il momento delle scelte
• Dalla fase di consultazione bisogna poi passare al
momento dell’azione
• Nella predisposizione delle misure, sarà
fondamentale fare sintesi e compiere delle scelte
• Da parte degli agricoltori è costante una richiesta
di semplificazione e, in questo senso, la bozza
in fase di definizione sembra raccogliere questa
esigenza, con un’ipotesi di una quarantina di
misure, a fronte delle circa 130 della passata
programmazione. Ma vanno ridotte ancora.
• Accanto ad uno snellimento dei bandi, è
necessario che venga compiuta anche un’analoga
opera per quanto riguarda le procedure
• Resta poi da sciogliere un nodo importante come
quello del sostegno attraverso il conto interessi
abbinato al conto capitale
2 miliardi di opportunità
• L’ammontare totale del Psr 2014-2020 è di 1
miliardo e 184 milioni, dei quali restano liberi dai
vincoli regolamentari 770 milioni (110 milioni per
ciascun anno). Considerato che si tratta di fondi
per cofinanziamento di investimenti privati, il
volume generabile è di oltre 1 miliardo e mezzo.
• A questo si aggiungono i pagamenti
agroambientali (30%) ed fondi Leader, gestiti
dai Gal (5%), che ammontano a 414 milioni
• La Regione, dal canto suo, contribuisce con 220
milioni (28 milioni/anno)
• In totale, quindi, si tratta di circa due miliardi di
investimenti possibili per le imprese agricole
venete: un’opportunità che va saputa cogliere
Il cronoprogramma
• La presentazione della bozza completa del Psr
2014-2020 è programmata entro il 31 marzo
2014, con la successiva fase di consultazione
pubblica del partenariato che si deve esaurire
entro giugno 2014, quando la proposta veneta
dovrà essere inviata all’Ue per avviare la fase di
valutazione e validazione
• Il negoziato con Bruxelles potrà durare circa 6
mesi,
quindi
i
nuovi
bandi
saranno
presumibilmente attivi ad inizio 2015
• L’annualità 2014 sarà comunque coperta da
alcuni bandi: quello per indennità compensativa,
quello agroambiente (misura 6), un bando per
ammodernamento delle aziende (misura 121), e
un Pacchetto giovani, che seguiranno gli schemi
dell’attuale programmazione e che saranno
finanziati con gli avanzi di spesa dei vecchi bandi
Le proposte del Pd/1
 Equità: nell’ottica dei principi della maggiore equità
fra territori e nei territori, alla base della nuova
programmazione, anche il Veneto deve fare la
propria parte e attuare una sorta di “convergenza
veneta” basata sull’equità
 Mais da bere: pur non perdendo di vista che il
settore vitivinicolo è il principe dell’export e traino
dell’intero primario veneto, la redditività media per
ettaro è troppo sbilanciata rispetto ad altri comparti,
come il maidicolo che, pur essendo la prima coltura
veneta, ha esigui margini di redditività e che nel
2017 finisce la contribuzione per il bieticolo
 Base e altezza: montagna e pedemontana sono
stati interessate da numerosi investimenti, superiori
a quelli della pianura che ha nell’agricoltura la sua
unica vocazione naturale.Montagna e pianura sono
territori Leader (5% di fondi per regolamento),
definire già la destinazione prioritaria dei fondi.
Le proposte del Pd/2
 Riequilibrio territoriale: la crescita inclusiva non
guarda solo al piano individuale, ma anche a quella
territoriale. Va prestata attenzione ai sottoprogrammi
specifici per rendere competitive tutte le aree
regionali ed attrezzarsi anche per affrontare
situazioni di svantaggio temporanee come quelle che
possono essere date da disastri naturali ed avversità
climatiche
 Troppi gal? Razionalizzazione dei soggetti che
contribuiscono alla governance per garantire efficacia
alle politiche di sviluppo locale
 semplificazione:imprescindibile un’azione di
riduzione dei tempi tecnici degli step che vanno dalla
pubblicazione dei bandi,all’istruttoria, all’erogazione
dei contributi. Il ruolo di Avepa sarà da rivedere
anche per quanto riguarda le obbligatorie verifiche di
metà programmazione
Non solo Psr
• L’efficacia dell’azione del Psr non dipende solo dalle
misure attivate, ma da un’impostazione complessiva
dell’azione politico-amministrativa: la differenza si
farà anche su questo piano e come Pd, da opposizione
governante, stiamo già agendo proprio su questo
fronte
• E’ necessario, dunque, agire politicamente per
affrontare normativamente temi fondamentali come:
 Credito
 Crescita occupazionale
 Riforma degli enti strumentali
 Organizzazione della filiera alimentare
 Consumo del suolo
 Aree protette e Rete Natura 2000
 Piano energetico
 Semplificazione amministrativa
 Bonifica e tutela idrogeologica
Grazie per l’attenzione