Boom di finte cancellazioni dai Pra per raggirare il fisco

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Transcript Boom di finte cancellazioni dai Pra per raggirare il fisco

Lunedì 24 Febbraio 2014
Lun
L O T T A A L L’ E V A S I O N E
3
Il fenomeno denunciato da Assodem, associazione di categoria degli autodemolitori
Auto radiate, ma solo su carta
Boom di finte cancellazioni dai Pra per raggirare il fisco
Pagina a cura
DI VALERIO STROPPA
boom di radiazioni
per esportazione di
automobili. Solo lo
scorso anno oltre 500
mila veicoli hanno varcato
il confine. Almeno sulla carta. Dietro alla crescita del
fenomeno si celano, infatti,
vari profili di illegalità, dal
punto di vista fiscale, di
responsabilità civile e ambientale. Un caso è quello
della reimmatricolazione
con targa estera: molte auto
di lusso continuano di fatto a circolare sul territorio
nazionale, evitando però il
pagamento del superbollo,
ostacolando la notifica delle
multe e nascondendosi anche agli occhi del redditometro. Non è tutto. Delle auto
radiate per esportazione in
alcuni casi si perde qualsiasi controllo: spesso queste
non vengono più immatricolate nel paese estero, alimentando mercati illeciti di
ricambi e approvvigionando
centri di raccolta non autorizzati. L’allarme arriva da
Assodem, l’associazione di
categoria degli autodemolitori che opera all’interno di
Fise Unire.
Tutto passa dall’applicazione dell’articolo 103 del
nuovo codice della strada. La
richiesta di esportazione definitiva del veicolo all’estero
può essere presentata prima
che il veicolo sia trasferito
e immatricolato all’estero o
in un momento successivo,
quando cioè il veicolo è già
stato trasferito e immatricolato (con nuove targhe
straniere) nel paese straniero. A inoltrare l’istanza
può essere pure un soggetto
proprietario, ma non intestatario del veicolo. «Il fatto che venga consentito di
radiare prima di esportare
dà luogo però a numerose
ricadute negative», spiega
a ItaliaOggi Sette Anselmo
Calò, presidente Assodem,
«la cancellazione dell’auto
dal registro, senza la contestuale iscrizione in un Pra
estero, fa entrare il veicolo
in una sorta di limbo. Da
quel momento si interrompe l’obbligo del pagamento
della tassa automobilistica.
Così come viene meno la tutela di eventuali terzi danneggiati dalla circolazione
del mezzo, che non ha più
un intestatario».
Un’altra delle criticità segnalate da Assodem riguarda l’illecito smaltimento dei
cosiddetti «end life vehicle».
«Secondo le nostre stime
circa il 30-40% dei veicoli
radiati per esportazioni non
rientrano nella mobilità del
paese di destinazione, ma finiscono per essere demoliti
all’estero», prosegue Calò,
È
I numeri e le cause principali
2009
2010
2011
2012
Demolizione
1.750.149
1.349.212
1.029.592
978.948
Esportazione
493.547
559.640
623.843
733.132
Altre cause
20.503
35.504
42.591
42.053
TOTALE
2.264.199
1.944.356
1.696.026
1.754.133
Fonte: elaborazione Assodem su dati Aci
«questo avviene soprattutto nell’Est europeo. È facile
comprendere che in questo
modo la normativa ambientale risulta completamente
disattesa. Inoltre vengono
mortificati, sia moralmente
sia economicamente, tutti i
centri di demolizione professionali italiani che hanno investito per essere in
regola e per rispettare la
salvaguardia ambientale. Ci
troviamo davanti a un fenomeno di concorrenza sleale,
ma le istituzioni fingono di
non vedere un’evidenza che
coinvolge tutti, in termine
di sicurezza, di gettito erariale e di mercato».
Un’ulteriore pratica riscontrata negli ultimi mesi
dall’associazione vede invece effettuato il «saccheggio»
dei pezzi dai veicoli radiati
per esportazioni direttamente in Italia. «Le auto
vengono smontate in centri
incontrollati da personale
straniero», commenta il presidente, «e i ricambi riutilizzabili sono successivamente
esportati con fatturazioni di
comodo, mentre le carcasse
finiscono abbandonate o
cedute in maniera poco trasparente a terzi».
Fise Unire ha in più occasioni proposto modifiche
alle istituzioni. Dal ministero dell’economia all’interno, passando per l’Aci
e il dicastero dei trasporti.
«Non servono stravolgimenti o interventi normativi»,
conclude Calò, «le soluzioni
sono semplici. La domanda
di radiazione per esportazione va consentita esclusivamente all’ultimo proprietario intestatario del
veicolo, come già avviene in
caso di radiazione per demolizione, e comunque dopo
l’esportazione dello stesso».
Per tracciare le transazioni
economiche «la radiazione
per esportazione e la cessione del veicolo dovrebbero
essere supportate da copia
della fattura emessa secondo la disciplina Iva che regola l’esportazione (articolo
8 del dpr n. 633/1972, ndr),
qualora il cedente sia un
soggetto passivo Iva, oppure da titolo equipollente nel
caso di transazione fra privati». Infine, Assodem chiede l’introduzione dell’obbligo di far pervenire al Pra
italiano le informazioni di
avvenuta reimmatricolazione del veicolo nel paese
di destinazione. Anche per
evitare un ultimo effetto paradossale e antieconomico,
che sa quasi di una beffa:
l’Italia è strutturalmente
in deficit di rottami ferrosi. Per soddisfare il proprio
fabbisogno, deve ricomprarseli dall’estero.
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Superbollo,
è ritirata
Osservatorio Accredia
“Qualità per competere:
strategie per il rilancio
del sistema d’impresa”
Roma, 26 febbraio 2014
Auditorium dell’Ara Pacis - Via di Ripetta, 190
Ore 9.30
Ore 10.15 introduce
Federico Grazioli
Presidente ACCREDIA
Presenta il 2° Rapporto ACCREDIA CENSIS “Qualità, Crescita, Innovazione”
Francesco Estrafallaces
Responsabile Settore Economia CENSIS
Intervengono
Giorgio Squinzi
Marco Venturi
Elena Zambon
Vinzia Novara
Domenico Menniti
Paolo Verri
Stefano Micelli
Giuseppe De Rita
Presidente CONFINDUSTRIA
Presidente RETE IMPRESE ITALIA
Presidente ZAMBON
Amministratore Delegato FIRRIATO
Amministratore Delegato HARMONT & BLAINE
Direttore Contenuti Espositivi ed Eventi PADIT EXPO 2015
Docente di Economia Università CA’ FOSCARI
Presidente CENSIS
Ore 13.00 conclude
Flavio Zanonato*
Ministro SVILUPPO ECONOMICO
Modera
Andrea Cabrini
Direttore CLASS CNBC
* Invitato
Per partecipare inviare una e-mail a: [email protected]
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Auto di lusso in fuga
dal superbollo. Nonostante l’ipotesi di abolizione del prelievo aggiuntivo sui veicoli con
potenza eccedente i 185
kW, avanzata dal governo, la tassa è ancora viva
e vegeta. E continuano
le manovre elusive da
parte dei proprietari
per non pagarla. A segnalarlo nei mesi scorsi
sono state all’unisono le
associazioni del settore
automotive (Anfia, Aniasa, Assilea, Federauto,
Unasca, Unrae). Molteplici gli effetti collaterali dell’imposizione. Le
nuove immatricolazioni
di auto di lusso sono
crollate del 35%, contro
il -19,8% del mercato
nel suo complesso. Proliferano, specie nel Nord
Italia, i «falsi leasing» di
autovetture con targa
tedesca (o ceca), date
in noleggio da soggetti
commerciali e utilizzate
da clienti italiani (con
mancato versamento
di Iva, bolli, Ipt, multe,
addizionale provinciale
sull’Rca, oltre all’impossibilità di porre sotto
sequestro le automobili
immatricolate all’estero,
la possibilità di sfuggire
al redditometro, le difficoltà di effettuare i controlli su strada e di individuare le responsabilità
in caso di incidenti).