La dieta salva stomaco

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OGGI IN FAMIGLIA
SALUTE e benessere
CORPO E CUORE
laarance
dieta
salva-stomaco
e cibi mediterranei sfidano il cancro
il 25 gennaio l’Airc torna in piazza. con un messaggio forte: mangiare sano abbatte il tumore gastrico
di Michela Moretti
L
Milano, gennaio
a buona notizia: è
uno dei pochi tumori in costante
diminuzione da parecchi anni. Quella meno
rosea: ci sono alcune
zone italiane dell’Appennino fra la Toscana,
la Romagna e le Marche in cui l’incidenza
del carcinoma allo stomaco, pur calando, resta
almeno il 50 per cento
più elevata rispetto alle
aree circostanti. Colpa, in gran parte, dell’alimentazione tipica di queste terre, con un
forte consumo di insaccati e carni rosse,
molto spesso cotte alla brace.
«Nelle Regioni del Sud, tradizionalmente
più fedeli alla dieta mediterranea, l’incidenza del tumore allo stomaco è molto ridotta
rispetto al Nord», conferma Cristina Bosetti, responsabile dell’Epidemiologia dei tumori all’Istituto «Mario Negri» di Milano
e fra gli autori di una ricerca che porta nuove prove a favore del fatto che i cibi tipici
mediterranei rappresentano una scelta vincente per prevenire questo tipo di cancro.
attenzione a troppa carne rossa
L’indagine è stata condotta con il sostegno
dell’Associazione italiana per la ricerca sul
cancro, che sabato 25 gennaio torna in 2
mila piazze italiane con le sue Arance della
Salute, scelte dall’Airc come simbolo dell’alimentazione sana e protettiva. «Su circa
mille pazienti con carcinoma gastrico e oltre
2.600 individui sani arruolati nell’area milanese», spiega Bosetti, «abbiamo preso in
considerazione le principali caratteristiche
della dieta mediterranea: un elevato consu-
100
METTIAMO
IL CANCRO
ALL’ANGOLO.
SABATO 25 GENNAIO
SCEGLI LE ARANCE DELLA SALUTE .
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ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO
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Sopra, un terzetto
di testimonial Airc.
Da sinistra, la ginnasta
Carlotta Ferlito, 18;
Margherita Granbassi,
34; Miriam Leone, 28.
A sinistra, il poster
che pubblicizza
le Arance della Salute.
mo di frutta, verdura, cereali, legumi, pesce
e frutti di mare; l’olio di oliva come fonte
principale di grassi aggiunti; un moderato
consumo di alcol (in particolare vino rosso)
e un utilizzo relativamente basso di latte,
carne rossa e insaccati».
I risultati parlano chiaro: il rischio di ammalarsi di tumore allo stomaco si riduce in
chi a tavola segue le abitudini tipiche della
nostra tradizione. «Nelle persone con un’alta adesione a questa tipologia di dieta il rischio di tumore gastrico si riduce di circa il
20 per cento rispetto a chi la segue meno».
Fra i principali responsabili noti di questa
forma di cancro, infatti, oltre all’esagerata
quantità di carni rosse, figurano i cibi affumicati, salati e conservati, l’abuso di alcolici e il fumo. Bisogna poi prestare attenzione alle modalità con cui cuociamo i cibi:
meglio ricorrere con
estrema moderazione
alla griglia e alla frittura. Le elevate temperature alle quali gli alimenti vengono sottoposti distruggono, fra
l’altro, elementi nutritivi importanti come la
vitamina C, che esercita
un effetto protettivo nei
confronti del cancro.
La verità che emerge da
queste ricerche ribadisce
ogni volta un concetto
chiave: come ricorda l’Airc, quasi il 50
per cento dei tumori potrebbe essere prevenuto o diagnosticato per tempo se tutti seguissimo regimi alimentari e stili di vita
corretti, e aderissimo ai protocolli di screening e diagnosi precoce.
tredicimila diagnosi all’anno
Alcuni tumori in particolare sono più sensibili agli effetti del cibo: stime alla mano,
fino a tre quarti di quelli che coinvolgono
l’apparato gastrointestinale (esofago, stomaco e colon-retto) si potrebbero evitare
mangiando meglio a tavola.
Nel nostro Paese ogni anno sono più di 13
mila le nuove diagnosi di carcinoma gastrico, che ancora troppo spesso viene scoperto
in ritardo. Come giocare d’anticipo? Per
una diagnosi precoce il primo accertamento
utile è la gastroscopia, che viene infatti utilizzata per “tenere sotto controllo” gli individui considerati più a rischio di ammalarsi: chi ha un parente di primo grado (genitori, fratelli, figli) che ha avuto un tumore
allo stomaco, chi soffre d’infezione da Helicobacter pylori (il batterio che colonizza la
mucosa gastrica) o di gastrite cronica. l
● Un italiano su due definisce accettabile effettuare test scientifici sugli animali per testare farmaci destinati alla cura dell’uomo (Fonte Ipsos)
di Alessandra Graziottin
Direttore del
Centro di Ginecologia,
San Raffaele Resnati, Milano
i consigli per spegnere i “capricci” dell’ovaio
acne e aumento dei peli sono disagi della micropolicistosi. che si affronta con una cura contraccettiva
S
tare il peggioramento della capacità ovulatoria e dei sintomi legati all’eccesso di
ormoni androgeni. Se c’è tendenza al sovrappeso, è perfetta la combinazione:
myo-inositolo più D-chiro-inositolo più
acido folico. Sono sostanze naturali che
ci aiutano a usare meglio gli zuccheri,
Alessandra, Trento
contrastando la tendenza sia
all’aumento di peso, sia al
L’ovaio micropolicistico indipeggioramento della microca un’alterazione ovarica che
antibiotici: perché non vanno usati
policistosi. Un’ora di moviha una forte base genetica.
● Gli antibiotici per l’acne sono l’ultima scelta. Perché:
mento vivace al dì migliora
Ciò che si può fare è limitare
● alterano l’ecosistema intestinale, con infiammazione della parete
poi l’uso dell’insulina, riduce
al massimo tale disfunzione, e
infiammazione generale, soanche l’aumentata produziodel colon, diarrea e stipsi, intolleranze alimentari e malassorbimento;
● attivano la Candida, fungo normalmente silente, che può causare
vrappeso e cellulite.
ne di ormoni maschili, tra cui
il testosterone, che questa
ripetute vaginiti e vestibolite vulvare, con rapporti sessuali dolorosi e
Le lettere vanno indirizzate a: Alessandra
condizione comporta, così da
cistiti dopo il rapporto nel 60 per cento dei casi.
Graziottin - «Oggi», via Angelo Rizzoli 8, 20132
ridurre i disagi (acne, peli con
Milano. O collegandosi al sito: www.oggi.it
ono una ragazza di 19 anni con una
forte acne al viso e l’ovaio micropolicistico. La pillola offre un miglioramento momentaneo (se la interrompo si ripresenta il problema). Si può guarire con
una cura alternativa?
distribuzione di tipo maschile, perdita di
capelli, alterato uso degli zuccheri, con
incremento di peso e cellulite). Quindi: sì
alla pillola, meglio se antiandrogenica
(con drospirenone e, nei casi più gravi,
con ciproterone acetato, per i primi sei
mesi): ciò mette a riposo l’ovaio per evi-
L’ARMADIETTO DELLE MEDICINE
di Silvio Garattini
direttore dell’Istituto
di ricerche farmacologiche
«Mario Negri», Milano
l’ombra dei tribunali non aiuta medici e malati
Evitare un contenzioso legale. tanti dottori prescrivono esami e farmaci proprio per questo motivo
U
na pubblicità televisiva realizzata da
avvocati e medici legali invita chi ha
avuto problemi col Servizio sanitario
nazionale a far valere i propri diritti «senza
costi e senza rischi». Che significa quest’espressione? Che ci si spartirà l’eventuale...
guadagno, pardon, rimborso, dopo azioni
legali o patteggiamenti con gli ospedali?
A chi si occupa di Sanità sorge il dubbio che
vi sia un’azione, inconscia od organizzata,
per attaccare attraverso i presunti o reali
errori dei medici il nostro Servizio sanitario.
Sembra che ormai venga considerato
errore o inadempienza qualsiasi mancata guarigione, ignorando che la medicina
non è onnipotente. Forse tutto ciò è stato
determinato anche dall’eccessivo ottimismo
dei ricercatori e dei clinici, che spesso hanno
lanciato grandi promesse prima di attendere i risultati. Di certo la medicina dev’essere
più umile, riconoscere i propri limiti e operare nell’interesse del malato con la vicinanza e la comprensione. Sono le disillusioni,
infatti, che si trasformano in rabbia e spingono i pazienti a cercare la via dei tribunali,
con la sola finalità di ottenere denaro.
si rinuncia anche a interventi utili
Queste azioni, un tempo esclusive del mondo americano, hanno preso piede anche
da noi, alimentando una medicina “difensiva”. Il medico, cioè, sviluppa una reazione
di difesa, e così inizia a prescrivere farmaci
ed esami oltre misura, anche inappropriati
e costosi. Crescono le visite specialistiche e le
richieste di Tac e Risonanze magnetiche; si
rinuncia a praticare interventi (magari di
grande beneficio) solo perché comportano
un certo rischio... Tutto ciò è un danno per i
malati e un aggravio di lavoro e di spesa per
il Ssn. Che fare? Occorre rassicurare il pubblico: la buona medicina non passa per forza
attraverso tanti test e tante pillole. Sarebbe
poi necessario che Stato o singole Regioni
stipulassero un’assicurazione per i medici
dipendenti dal Ssn: lo Stato potrebbe rivalersi su di loro in caso di reale colpevolezza.
E di sicuro le spese assicurative sarebbero
ampiamente compensate dai risparmi.
Le lettere vanno indirizzate a: Silvio Garattini - «Oggi», via Angelo
Rizzoli 8, 20132 Milano. O collegandosi al sito www.oggi.it
● Da leggere: Errori medici. La comunicazione con il paziente e i familiari, di Truog R.D., Browning D.M., Johnson J.A., Gallagher T.H. (Raffaello Cortina)
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