Prof. L. Boccia

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Transcript Prof. L. Boccia

LIFE11/ENV/IT/275
SUMMER SCHOOL
“LA BONIFICA ECOCOMPATIBILE DEI SUOLI CONTAMINATI:
METODOLOGIE E TECNICHE DI MONITORAGGIO”
Monitoraggio del cambiamento d’uso del suolo
Lorenzo Boccia
Dipartimento di Agraria
Agr 10 - Territorio agroforestale
LUC - LCC
• LUC è acronimo di Land Use Change
• LCC è acronimo di Land Cover Change
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Monitoraggio su Wiki:
“Il
termine
monitoraggio
deriva
dal
latino monitor – oris, derivato di monere, con
il significato di ammonire, avvisare,
informare, consigliare”
Monitoraggio ambientale ha per obiettivo:
“valutare l’accuratezza delle stime preliminari
e assicurarsi che non si verifichino impatti
imprevisti”
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Di cosa parliamo?
Vi risparmio la diapositiva ad entrate …
• Monitoraggio degli effetti dei LUC sull’inquinamento e la bonifica?
• Monitoraggio degli effetti dei LUC sull’occupazione degli addetti
all’agricoltura o sul turismo…
• Monitoraggio degli effetti dei LUC sul valore dei terreni
• Monitoraggio del cambio del paesaggio
• Monitoraggio degli effetti dei LUC sulla qualità delle acque
• Monitoraggio degli effetti dei LUC sulla fauna
• Monitoraggio degli effetti dei LUC sulla flora
• Monitoraggio degli effetti dei LUC sul clima e sugli altri Ecosystem
service
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Approcci:
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Quando
•
•
•
•
Nella fase Inventario
Nella fase Diagnosi
Nella fase Prognosi
Monitoraggio ex post
Al momento, noi in questo progetto Life siamo
completando la fase Inventario e stiamo
organizzando le fasi successive
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Di che cambiamento di uso del suolo si
parla?
• Si
può
“ammonire,
avvisare,
informare, consigliare” se si prevede il LUC. In
questo caso si prevede che il LUC possa
interessare superfici di molte migliaia di ettari.
• Il LUC per la bonifica ecocompatibile subirà la
sinergia di altri cambi d’uso del suolo possibili in
Campania, che sono mossi da altre driving forces.
• Non possiamo prescindere dal considerare che è
possibile un grande cambio d’uso del suolo verso
il no food.
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Un esempio
scolastico
•
•
•
In difesa dei boschi, nel Regno di Napoli. il codice del 21 agosto 1826 di Francesco I è
considerato una delle migliori leggi forestali preunitarie. Per i boschi privati questi ultimi
si lasciava libertà di utilizzazione, salvo che per il disboscamento ed il dissodamento,
assolutamente proibiti nei terreni in forte pendenza, che, in gergo, allora, venivano
chiamati “terre appese”. Dopo il 1860, una legge forestale unificatrice ispirata ai
prevalenti indirizzi liberistici del 1877, n. 3917 sottoponeva a vincolo forestale, e quindi
anche a divieto di dissodare e di disboscare, tutti i boschi e le terre nude sulle cime e
pendici dei monti fino al limite superiore della zona del castagno.
I boschi in Puglia erano 250mila Ha nel 1870 e, solo dopo importanti rimboschimenti, a
si è tornati a quasi 110mila Ha nel 1985
La piccola foresta “Mercadante” ha evitato le successive alluvioni
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Aree in cui è atteso il LUC a no-food in
Campania
1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
• ricerca ed
approfondimenti
della letteratura;
• ricerca e
reperimento dati;
• elaborazione delle
informazioni;
• redazione di strati
GIS derivati.
3. LE AREE ELIGIBILI
2. FASE DEDUTTIVA
•
•
•
•
•
Individuazione
delle aree a
precise quote e
pendenze;
individuazione
delle aree a
seminativi non
irrigui;
overlay con rete
ecologica
overlay con tavola
erosione;
individuazione di
7 aree di
massima.
•
•
•
•
•
•
Ricerca ed
approfondimento della
letteratura (teorie
localizzative);
definizione delle variabili;
elaborazione di mappe
raster tematiche;
standardizzazione;
ponderazione;
definizione di una tavola
di sintesi con
l’individuazione delle aree
a maggiore grado di
trasformabilità,
la“suitability map”.
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DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI NATURALI
– Componenti naturali
• Dati climatici
– Piogge medie annue (1950-1999)
• Litosfera – Sistema di Terre
– Sistemi di terre
– Tessiture (A)
• Digital Elevation Model
– Quote
– Pendenze
• Idrosfera
– Reticolo idrografico principale
• Biosfera
–
–
–
–
Parchi e riserve
SIC e ZPS
Aree Ramsar ed altre tipologie di aree protette
Sintesi
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI NATURALI – Precipitazioni medie annue
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI NATURALI – Sistema di terre
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI NATURALI – DEM quote
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI NATURALI – DEM pendenze
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI NATURALI – Rete Idrografica principale
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI NATURALI – Parchi e Riserve nazionali e regionali
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI NATURALI – SIC e ZPS
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI NATURALI – Sintesi rete ecologica
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DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE
– Componenti antropiche
• Noosfera – usi del suolo
– CUAS 2009
• Noosfera – coperture del suolo
–
–
–
–
–
CLC06
Coefficiente di ruralità
Coefficiente di urbanizzazione
Coefficiente di naturalità
Coefficiente di biopermeabilità
• Noosfera – antropizzato
– Il sistema infrastrutturale (rete stradale, rete ferroviaria, urbanizzato)
– Coefficiente di dotazione infrastrutturale
– Distanze dalla rete stradale principale
• Regimi di tutela – naturali e culturali
– Parchi e riserve – regimi di tutela
– SIC e ZPS – ambiti prioritari
– Emergenze archeologiche storiche e culturali
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE – CUAS 2009
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE – Corine 2006
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE – CLC06 – Coefficiente di urbanizzazione
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE – CLC06 – Coefficiente di ruralità
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE – CLC06 – Coefficiente di naturalità
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE – CLC06 – Coefficiente di biopermeabilità
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE – Antropizzato
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE– Coefficiente di dotazione infrastrutturale
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE– Distanze dalla viabilità principale
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE– Parchi e Riserve - Regime di tutela
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE– Emergenze archeologiche storiche e culturali
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE– Comuni rientranti in Comunità Montane
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
COMPONENTI ANTROPICHE– Comuni interessati da Piani Paesistici
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DESCRIZIONE DEL SISTEMA
PROBLEMATICHE AMBIENTALI
– Problematiche ambientali
• Erosione
–
–
–
–
–
–
Erosività delle piogge
Erodibilità del suolo
Fattore vegetazionale
Fattore delle pratiche di controllo dell’erosione
Fattore topografico
Carta del rischio erosivo
• Inquinamento
– Aree SIN
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
PROBLEMATICHE AMBIENTALI – Equazione RUSLE – Fattore R – Erosività delle piogge
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
PROBLEMATICHE AMBIENTALI – Equazione RUSLE – Fattore K – Erodibilità del suolo
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
PROBLEMATICHE AMBIENTALI – Equazione RUSLE – Fattore C – Fattore vegetazionale
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
PROBLEMATICHE AMBIENTALI – Equazione RUSLE – Fattore LS – Fattore topografico
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
PROBLEMATICHE AMBIENTALI – Equazione RUSLE – CARTA DEL RISCHIO EROSIVO
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
PROBLEMATICHE AMBIENTALI – Aree SIN
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2. FASE DEDUTTIVA
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2. FASE DEDUTTIVA
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2. FASE DEDUTTIVA
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2. LE AREE ELIGIBILI
–
–
–
–
Piattaforma di valutazione
multi-criteria:
Definizione delle variabili /
fattori localizzativi (vincoli e
fattori)
Standardizzazione dei fattori
Ponderazione dei fattori
Elaborazione dati e redazione
“Carta delle Vocazioni”
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2. LE AREE ELIGIBILI – La definizione delle variabili
Factors
Constraints
MAP name
Map type
Map description
Binary map of protected areas: 0 for all the areas that are outside of the protected areas and 1 for that areas that are
inside of it.
ZPS, SIC, National and regional parks and reserves, Ramsar Areas
Binary map of open water bodies: 0 for all the areas that are outside of the open water bodies and 1 for that areas that
are inside of it.
Protected areas
Raster map
Open water
Raster map
Artificial areas
Raster map
From Corine land cover point 1 (Superfici artificiali). Binary map….
Archeological
areas
Point map
Map of historical and archaeological areas
Land cover
Raster map
New classification for land cover map: agricultural lands will be explained and other areas will be combined
Protected
areas_distance
Raster map
Distance map from protected areas
Erosion
Raster map
RUSLE erosion map
NIPS areas
Raster map
Map of NIPS
NIPS _distance
Raster map
Distance from NIPS areas
DEM_slope
Raster map
Digital Elevation model
DEM_height
Raster map
Digital Elevation model
Road_distance
Raster map
Distance map from principal roads
Artificial
areas_distance
Raster map
Distance map from artificial areas
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2. LE AREE ELIGIBILI – Fase di standardizzazione
Carta del rischio erosivo (equazione RUSLE), con valori compresi tra <3
Mg/ha/anno e>40 Mg/ha/anno
Standardizzazione dei valori, in un intervallo compreso tra 0 e 1
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2. LE AREE ELIGIBILI – Fase di ponderazione
Scala di Saaty
Intensità
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Definizione
Uguale importanza
Da uguale a moderatamente più importante
Moderatamente più importante
Da moderatamente a molto più importante
Molto più importante
Da molto a fortemente più importante
Fortemente più importante
Da fortemente ad estremamente più importante
Estremamente più importante
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2. LE AREE ELIGIBILI – SUITABILITY MAP
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A queste si aggiungono per l’area SIN:
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Aree in cui ci si attende il LUC - 1
PARAMETRI
Vincoli:
• Aree protette
• Corpi idrici
• Aree artificiali/urbanizzate
• Aree archeologiche
Fattori:
• Land cover
• Distanza dalle aree protette
• Erosione
• Aree SIN
• Distanza dalle aree SIN
• DEM quote
• DEM pendenze
• Distanza dalla rete stradale
• Distanza dalle aree artificiali/urbenizzate
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Aree in cui ci si attende il LUC - 2
PARAMETRI
• Zone agricole isolate (sup < 1 ha)
• Prati
• Pascoli ed arbusteti
• Aree incolte (rocce nude, aree con
vegetazione rada)
• Seminativi (in aree non irrigue ed in aree
irrigue)
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SIC ZPS- Studi preliminari per la
valutazione di impatti sulla fauna
Rondine
Colombella
Averla piccola
Gheppio
UCCELLI
Nibbio bruno
Coturnice
RETTILI
Lucertola muraiola
Rinolofo Magg.
MAMMIFERI
Donnola
Istrice
Fagiano
Lepre europea
IMPORTANTI NEL TERRITORIO
Cinghiale
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Volpe
Aree in cui ci si attende il LUC – sic e zps
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Monitoraggio dell’impatto del LUC sui
suoli inquinati e sulle acque
• In questo caso la previsione dell’impatto
l’impatto ed il suo monitoraggio deriverà dalle
altre azioni in corso (De Vivo, Ducci, Romano,
Cavaliere ecc.)
• Anche
sulle
componenti
antropiche
il
monitoraggio è fortemente interdisciplinare, e le
azioni saranno frutto dell’inventario di M. Manno
combinato con gli altri colleghi
• Dall’insieme delle conoscenze si cerca di
individuare gli indicatori da monitorare
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Multidisciplinarietà
• E’ palese che i risultati sono prevedibili solo se
si sfrutta una spiccata multi-disciplanierietà.
Per esempio dall’integrazione dell’opera dei
geologi con quella degli idrogeologi con dati
sulla distribuzione della popolazione è
pensabile che si possano elaborare dati
epidemiologici per cercare degli indicatori da
monitorare e capire come il LUC possa
interferire col sistema
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Impatto sulla fauna e sulla flora
• Questo è uno dei principali aspetti che
indaghiamo per prevenire errori o per
ottenere maggiori benefici. Anche in questo
caso si tratta di pool interdisciplinari
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VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI SULLA FAUNA
LA SCELTA DELLE SPECIE OMBRELLO
PREMESSE
• OBIETTIVO: Valutazione del possibile impatto sulla fauna selvatica del
cambiamento di uso del suolo in favore di colture bioenergetiche.
• AMBITO: L’attenzione è focalizzata su talune aree circoscritte del territorio
campano: le “aree eligibili” (nelle quali la probabilità che si assista ad un
LUC LCC è potenzialmente più alta rispetto che in altre zone) e un buffer di
aree ad esse adiacenti.
• APPROCCIO: Le differenti specie che popolano un ecosistema, soprattutto
se esso è di vaste proporzioni, possono avere delle esigenze di habitat
anche molto differenti tra loro. Nel presente studio è stato utilizzato un
approccio che consiste nel prendere in considerazione un gruppo di specie
diverse per definire un insieme di esigenze spaziali e funzionali che sia
capace effettivamente di abbracciare quelle di tutte le altre specie
dell’area di studio.
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LE SPECIE OMBRELLO E LA LORO SPAZIALIZZAZIONE
LA DEFINIZIONE DEL MODELLO
IMPIEGO DEL GIS PER I
MODELLI DI DISTRIBUZIONE DELLE SPECIE
MODELLO DEDUTTIVO
MODELLO INDUTTIVO
(basato sul principio che una certa
specie si osserverà in
corrispondenza dei luoghi
caratterizzati da habitat e condizioni
ambientali idonei)
(basato su un set di localizzazioni
per identificare le condizioni ottimali
per una specie e stimarne così la
probabilità di occorrenza su un’area
ampia)
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APPLICAZIONE DEL MODELLO DEDUTTIVO
SPECIE
AREALE
HABITAT
ABITUDINI ALIMENTARI
INTERAZIONI CON
L’ANTROPICO
INTERAZIONE CON
ALTRE SPECIE
distribuzione
geografica della specie,
Caratteri fisici:
altimetria, orografia, …,
del territorio
specie vegetali e loro
distribuzione spaziale,
…
agricoltura: pesticidi,
fertilizzanti,
lavorazioni, usi del
suolo agricolo, …
Animali: predazione
(predatori, prede),
simbiosi, parassitismo
home range, …
Caratteri climatici:
temperature e
piovosità
specie animali e loro
distribuzione spaziale,
…
urbanizzato: centri
abitati, rete della
mobilità, infrastrutture
del territorio, …
Vegetali: fonte trofica,
…
Interazione con altri
elementi paesaggistici
industria: scarichi ed
emissioni, …
Nidificazione: caratteri
specifici delle aree di
nidificazione
paesaggio: siepi,
frammentazione, usi
del suolo, …
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ALTRO …
LA SCELTA DELLE SPECIE OMBRELLO
Nella prima parte dello studio sono state prese in considerazione le specie ornitiche.
Gli uccelli risultano essere, infatti, degli ottimi indicatori ecologici, per una serie di fattori:
– estrema mobilità e la conseguente facilità di dispersione e colonizzazione di habitat;
– capacità di occupare un ampio spettro di tipologie ambientali;
– facilmente censibili;
– elevata specializzazione, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti trofici.
Nel presente lavoro si è fatto riferimento alla:
– Check List delle specie ornitiche presenti in Campania, aggiornata al 2007, (Maurizio Fraissinet, Vincenzo Cavaliere, Ottavio
Janni e Claudio Mancuso- Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale, Asoim – Onlus)
– Direttiva Uccelli 79/409/CEE.
– Lista Rossa Nazionale della IUCN (International Union for Conservation of Nature).
La Check List delle specie presenti in Campania indica che sul territorio regionale sono presenti 337 specie ornitiche, raggruppabili in 21
Ordini e 65 Famiglie (Tabella 1).
Di queste specie, 200 sono incluse nella Direttiva Uccelli 79/409/CEE e ripartite nel seguente modo: 118 sono specie di interesse prioritario
per le quali è richiesta l’istituzione di ZPS e sono incluse nell’allegato I della Direttiva, 64 sono incluse nell’allegato II della spessa e sono specie
cacciabili su tutto il territorio dell’Unione Europea in rispetto del calendario venatorio regionale mentre le restanti 18 sono incluse
nell’allegato III e sono specie la cui commercializzazione è consentita nel rispetto delle norme vigenti in materia (Tabella 2).
Nel presente studio si è fatto riferimento alla Lista Rossa stilata dalla IUCN. Dalla consultazione della suddetta Lista è emerso che in Campania,
delle specie ornitiche presenti, 211 sono tutelate dalla IUCN e in base al loro rischio di estinzione sono così classificabili: 2 RE (estinta nella
regione), 3 CR (in pericolo critico), 18 EN (in pericolo), 41 VU (vulnerabile), 24 NT (quasi minacciata), 123 LC (di minore preoccupazione), 7 DD
(carente di dati) e 16 NA (criterio non applicabile) (Tabella 3).
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PRIME APPLICAZIONI
Check-List Delle Specie Ornitiche Presenti In Campania (n°337)
ORDINE
FAMIGLIA
SPECIE
NOME COMUNE
NOME SCIENTIFICO
1
Strolaga minore
Gavia stellata
2
Strolaga mezzana
Gavia arctica
Tuffetto
Tachybaptus ruficollis
Gaviiformes Gaviidae
Podicipediformes Podicipedidae
3
4
Svasso maggiore
Podiceps cristatus
5
Svasso collorosso
Podiceps grisegena
6
Svasso cornuto
Podiceps auritus
7
Svasso piccolo
Podiceps nigricollis
8
Berta maggiore
Calonectris diomedea
9
Berta minore
Puffinus yelkouan
Procellariiformes Procellariidae
…………………………………………………………
Passeriformes Emberizidae
328
Zigolo di Lapponia
Calcarius lapponicus
329
Zigolo delle nevi
Plectrophenax nivalis
330
Zigolo giallo
Emberiza citrinella
Emberiza cirlus
331
Zigolo nero
332
Zigolo muciatto
Emberiza cia
333
Ortolano
Emberiza hortulana
334
Ortolano grigio
Emberiza caesia
335
Migliarino di palude
Emberiza schoeniclus
336
337
Zigolo capinero
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II - Dipartimento di Agraria - Lorenzo
Strillozzo
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Emberiza melanocephala
Miliaria calandra
PRIME APPLICAZIONI
Elenco delle specie ornitiche presenti in Campania ed incluse nella Direttiva degli Uccelli (79/409/CEE)
ORDINE - FAMIGLIA
SPECIE
Allegato Direttiva Uccelli
NOME COMUNE
NOME SCIENTIFICO
1
Strolaga minore
Gavia stellata
2
Strolaga mezzana
Gavia arctica
3
Tuffetto
Tachybaptus ruficollis
4
Svasso maggiore
Podiceps cristatus
5
Svasso collorosso
Podiceps grisegena
6
Svasso cornuto
Podiceps auritus
7
Svasso piccolo
Podiceps nigricollis
Berta maggiore
Calonectris diomedea
I
Berta minore
Puffinus yelkouan
I
Gaviiformes Gaviidae
I
Podicipediformes Podicipedidae
I
Procellariiformes Procellariidae
8
9
…………………………………………………………..
Passeriformes Emberizidae
328
Zigolo di Lapponia
Calcarius lapponicus
329
Zigolo delle nevi
Plectrophenax nivalis
330
Zigolo giallo
Emberiza citrinella
331
Zigolo nero
Emberiza cirlus
332
Zigolo muciatto
Emberiza cia
333
Ortolano
Emberiza hortulana
I
I
334
Ortolano grigio
Emberiza caesia
335
Migliarino di palude
Emberiza schoeniclus
Zigolo capinero
Emberiza melanocephala
336
337
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II - Dipartimento di Agraria
- Lorenzo
Strillozzo
Miliaria calandra
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PRIME APPLICAZIONI
Elenco delle specie ornitiche presenti in Campania ed incluse nella Lista Rossa della IUCN (italiana)
ORDINE - FAMIGLIA
L.R. IUCN
SPECIE
Rischio
NOME COMUNE
NOME SCIENTIFICO
Strolaga minore
Strolaga mezzana
Gavia stellata
Gavia arctica
Tuffetto
Svasso maggiore
Svasso collorosso
Svasso cornuto
Svasso piccolo
Tachybaptus ruficollis
Podiceps cristatus
Podiceps grisegena
Podiceps auritus
Podiceps nigricollis
NA
Calonectris diomedea
Puffinus yelkouan
LC
DD
Gaviiformes - Gaviidae
1
2
Podicipediformes Podicipedidae
3
4
5
6
7
LC
LC
Procellariiformes Procellariidae
8
9
Berta maggiore
Berta minore
…………………………………………………………..
Passeriformes Emberizidae
328
Zigolo di Lapponia
Calcarius lapponicus
329
Zigolo delle nevi
Plectrophenax nivalis
330
Zigolo giallo
Emberiza citrinella
LC
331
332
333
334
Zigolo nero
Zigolo muciatto
Ortolano
Ortolano grigio
Emberiza cirlus
Emberiza cia
Emberiza hortulana
Emberiza caesia
LC
LC
DD
335
336
337
Migliarino di palude
Zigolo capinero
Strillozzo
Emberiza schoeniclus
Emberiza melanocephala
Miliaria calandra
NT
NT
LC
Categorie di rischio:
RE = Extinct in the region.Specie estinta nella regione
Università
VU = Vulnerable. Specie vulnerabile
DD = Data Deficient. Dati non sufficienti
CR = Critically Endangered.Specie in pericolo critico
EN = Endangered. Specie in pericolo
degli Studi
di Napoli
Federico
II -minacciata
Dipartimento di Agraria
- Lorenzo
NT = Near
Threatened.
Specie quasi
LC= Least
Concern. Specie di minor preoccupazione
Not Evaluated. Non applicabile.
BocciaNA- [email protected]
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PRIME APPLICAZIONI
Dalle schede dei SIC e ZPS adiacenti o nelle estreme vicinanze delle “aree eligibili”
è stata elaborata una tabella in cui sono elencate le specie ornitiche presenti.
Siti Natura 2000 nelle adiacenti le “aree eligibili” (esempio di alcune schede)
Monte Accelica
(4795,00 ha)
Monte Terminio
(9359.00 ha)
IT8040009
Monte Cervialto e Montagnone di
Nusco
(11884.00 ha)
IT8040010
Monte Tuoro
(2188.00 ha)
Piana del Dragone
(686.00 ha)
IT8040011
IT8040012
IT8040014
Alauda arvensis
Anthus campestris
Aquila chrysaetos
Bubo bubo
Columba palumbus
Dendrocopos medius
Dryocopus martius
Falco biarmicus
Alauda arvensis
Anthus campestris
Caprimulgus europaeus
Columba palumbus
Coturnix coturnix
Dryocopus martius
Falco peregrinus
Ficedula albicollis
Alauda arvensis
Anthus campestris
Aquila chrysaetos
Bubo bubo
Columba palumbus
Coturnix coturnix
Dendrocopos medius
Dryocopus martius
Anthus campestris
Coturnix coturnix
Lanius collurio
Lullula arborea
Milvus migrans
Scolopax rusticola
Turdus merula
Turdus philomelos
Alauda arvensis
Carduelis carduelis
Carduelis chloris
Coturnix coturnix
Delichon urbica
Fulica atra
Hirundo rustica
Lanius collurio
Falco peregrinus
Lanius collurio
Falco peregrinus
Motacilla alba
Lanius collurio
Lullula arborea
Ficedula albicollis
Motacilla cinerea
Lullula arborea
Milvus migrans
Lanius collurio
Scolopax rusticola
Scolopax rusticola
Milvus milvus
Lullula arborea
Serinus serinus
Streptopelia turtur
Pernis apivorus
Milvus milvus
Sturnus vulgaris
Turdus iliacus
Turdus merula
Perdix perdix
Turdus merula
Turdus merula
Turdus philomelos
Streptopelia turtur
Turdus philomelos
Turdus philomelos
Turdus viscivorus
Turdus iliacus
Upupa epops
Turdus pilaris
Turdus viscivorus
Turdus merula
Turdus II
philomelos
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- Dipartimento di Agraria - Lorenzo
Turdus viscivorus
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LA SCELTA DELLE SPECIE OMBRELLO
•
1. Selezione delle Classi animali di interesse (Uccelli, Mammiferi, Rettili, …)
•
2. Per ciascuna Classe, accertamento della presenza dei vari Ordini nelle aree di interesse, partendo
dalle schede dei SIC e ZPS adiacenti alle “aree eligibili” (ad esempio, per gli Uccelli: Gaviiformes,
Podicipediformes, Procellariiformes, Pelecaniformes, Ciconiiformes, Phoenicopteriformes,
Anseriformes, Accipitriformes, Falconiformes, Galliformes, Gruiformes, Charadriiformes,
Psitaciformes, Cuculiformes, Strigiformes, Strigiformes, Caprimulgiformes, Apodiformes ,
Coraciiformes , Piciformes, Passeriformes)
•
3. Per ciascun Ordine presente, analisi delle caratteristiche delle varie Famiglie (ad esempio, per gli
Accipitriformes: Accipitridae e Pandionidae)
•
4. Per ciascuna Famiglia, analisi e confronto delle caratteristiche di ciascuna Specie (ad esempio per
gli Accipitridae: Falco pecchiaiolo, Nibbio reale, Nibbio bruno, Biancone, Falco di palude, Albanella
reale, Albanella minore, Astore, Sparviere, Aquila reale)
•
5. Individuazione della/e Specie oggetto di indagine, in grado di definire un insieme di esigenze
spaziali e funzionali, rappresentative anche di altre specie presenti nell’area di studio (ad esempio:
il Nibbio Bruno)
•
6. Spazializzazione dei dati/condizioni specifiche delle varie Specie indagate
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NIBBIO BRUNO (Milvus migrans)
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NIBBIO BRUNO (Milvus migrans) – AMBITI POTENZIALMENTE IDONEI
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IMPOSTAZIONE DELLE FASI SUCCESSIVE DI LAVORO: LE VALUTAZIONI
PRINCIPALI TIPOLOGIE DI IMPATTO DA VALUTARE:
• Frammentazione di habitat e interruzione di corridoi
ecologici
• Alterazione degli equilibri naturali (alterazione delle reti
trofiche, riduzione di nicchie ecologiche, ecc.)
• Riduzione del grado di biodiversità
• Superamento della capacità portante dell’ecosistema
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IMPOSTAZIONE DELLE FASI SUCCESSIVE DI LAVORO:
TIPOLOGIA DI IMPATTO E MISURE DI MITIGAZIONE
POSSIBILE IMPATTO:
Frammentazione di habitat e interruzione di corridoi ecologici
Possibili Misure di mitigazione:
• Passaggi faunistici
• Ulteriori elementi di connettività ecologica
• Evitare la creazione di trappole ecologiche (aree intercluse)
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IMPOSTAZIONE DELLE FASI SUCCESSIVE DI LAVORO:
TIPOLOGIA DI IMPATTO E MISURE DI MITIGAZIONE
POSSIBILE IMPATTO:
Alterazione degli
equilibri naturali
(alterazione delle reti
trofiche, riduzione di
nicchie ecologiche,
ecc.);
POSSIBILE IMPATTO:
Riduzione del grado di
biodiversità
POSSIBILE IMPATTO:
Superamento della
capacità portante
dell’ecosistema
Possibili Misure di mitigazione:
• Tenere conto delle potenzialità fitoclimatiche dell’area (facendo
riferimento alle serie vegetazionali dell’area in esame)
• Tenere conto della coerenza con la flora e la vegetazione locale
(interazioni con specie autoctone e endogene)
• Azioni finalizzate all’incremento della biodiversità
• …
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Ciò deve combinarsi con le altre azioni (De Vivo,
Ducci, ecc) per giungere ad una proiezione di
quali sono gli indicatori da monitorare. (Ad
esempio la riduzione del trasporto del rame
ecc.)
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Monitoraggio dei siti
sperimentali Life
Restituzione fotogrammetrica
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Individuazione dei microbacini e dei
punti di campionamento ottimali
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Confronto degli indici con il vecchio
campionamento
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Ipotesi di sviluppo futuro
A) Individuazione
di
aree
inquinate
fotogrammetriche (nuove tecniche)
tramite
elaborazioni
B) Modellizzazione a scala di campo, della mobilizzazione di inquinanti
presenti. Previsione dell’effetto della copertura no food:
• B1) Analisi puntuali del terreno nell’area di test
• B2) rilievo fotogrammetrico e definizione dei microbacini su cui
applicare un modello di mobilizzazione
• B3) istallazione di un campionatore in punti strategici del microbacino
per la misura delle concentrazioni a seguito di eventi di pioggia intensa
• B4) Confronto dei risultati del modello, con le misure, con e senza la
vegetazione
C) Ricerca di correlazione tra NDVI (misurato con sensore multispettrale da
drone) e zone maggiormente inquinate dei campi sperimentali
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