Progetto San Martino - Lions Club Romano di Lombardia

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Transcript Progetto San Martino - Lions Club Romano di Lombardia

Da: Gianluigi Pesenti [email protected]
Oggetto: Progetto San Martino
Data: 03 aprile 2014 15:05
A:
Project San Martino
Il progetto San Martino riguarda la sperimentazione di un percorso assistenziale
al malato alla fine della vita nel reparto di medicina di Romano di L.
Gli operatori del reparto di medicina a fronte delle 120 morti l’anno che
avvengono nel loro reparto desiderano confrontarsi con questo problema, il
morire in ospedale,
e intendono sperimentare l’utilizzo di un
percorso di
assistenza integrata che si chiama LCP da Liverpool Clinical Pathways . Questo
percorso e’ in uso da ormai da più di 15 anni in Inghilterra dove è stato elaborato
dagli operatori sanitari dell’Hospice Marie Curie e dall’Ospedale Universitario di
Liverpool.
Lo strumento ha il vantaggio di rispecchiare tutta la cultura scientifica basata
sulle evidenza maturata nell’ambiente
dell’hospice. Dopo un lunga fase di
sperimentazione e revisione continua ha assunto una forma che può essere
utilizzata in qualunque setting di cura: hospice, reparto ospedaliero ma anche al
domicilio del paziente. In qualunque luogo dove si sia operata la scelta di un
approccio palliativo alla sofferenza del paziente.
Cosa intendiamo col termine palliativo. Il termine deriva dal latino pallium che
significa mantello. Intendiamo accudire e curare il paziente che è affetto da una
malattia inguaribile e che non risponde più alle terapie attive, con tutti quegli
accorgimenti e terapie che possono migliorare la qualità della vita negli ultimi
giorni di vita. Ma non solo, la presa in carico comprende anche il nucleo
famigliare, in particolare il care giver che va sostenuto per tutta la durata del
processo. .
L’obiettivo principale del progetto Sn Martino si propone pertanto di:
Migliorare la qualità delle cure di fine vita a tutti i pazienti ricoverati in un
reparto di medicina che sono affetti, sia da malattie oncologiche che da altre
condizioni morbose quali pazienti fragili (anziani affetti da demenza e altre
comorbidità)
Cardiopatici gravi e BPCO
Il raggiungimento di questo obiettivo può essere raggiunto attraverso le seguenti
azioni:
Promuovere una riflessione sulla morte e sui processi di fine vita in un reparto
ospedaliero per acuti.
Guidare gli operatori a sviluppare una consapevolezza sulla complessità del
problema
Adottare un percorso comune di risposta ai bisogni dei pazienti e dei loro
famigliari
Sperimentare il percorso proposto dalle LCP
Valutare il risultato ed eventuale riprogrammazione
Da questa sperimentazione, primo passo di un lungo cammino al termine del
quale ci attendiamo di riuscire a:
Garantire ai pazienti e ai loro famigliari dignità e cure di qualità nel periodo di
fine vita.
Allo stesso tempo :
Attivare un processo di miglioramento continuo della qualità che riguarda il fine
vita.
Migliorare la qualità del lavoro degli operatori sanitari
Fasi del progetto:
Sintesi del progetto e approvazione formale della Direzione
Analisi dei dati di mortalità
Formazione del gruppo di progetto
1.Audit retrospettivo della pratica corrente attraverso l’analisi delle cartelle
Organizzazione del corso di formazione
2.Realizzazione del programma di formazione
3.Sperimentazione del percorso nel reparto di Medicina
4.Supervisione degli operatori del reparto
5.Supervisione degli operatori del reparto
6.Valutazione finale e riprogrammazione
Voglio soffermarmi sulla formazione degli operatori per la quale Vi abbiamo
chiesto un contributo alla sua realizzazione. Essa rappresenta l’anima del
progetto. Infatti ci aspettiamo dall’intervento formativo lo sviluppo di una
consapevolezza e sensibilità specifica fra gli operatori che la morte non è solo un
fatto privato che riguarda gli altri ma è un evento che segna la fine temporale
dell’esistenza di una persona che abbiamo in cura
alla quale ci dobbiamo
accostare con rispetto della sua dignità.
Il corso residenziale prevede la frequenza di tutti gli operatori del reparto (ca 50
operatori medici e infermieri) e sarà gestito da Docenti della scuola SIMPA
(Scuola Italiana Medicina Palliativa) che operano nel settore da ormai più di 20
anni.
Luca Voltini