Rivista Terzaetà - Pro Senectute Schweiz

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La riforma della previdenza per la vecchiaia 2020:
un obiettivo impegnativo
di Kurt Seifert
Alain Berset: «La cosa
che mi preme di più è
di affrontare in toto la
riforma della previdenza per la vecchiaia.
AVS e cassa-pensioni
non vanno considerate
separatamente. Inoltre
la riforma deve essere
realistica e giusta».
Werner Schärer, direttore di Pro Senectute Svizzera, a colloquio con il consigliere federale Alain Berset.
Il Consiglio federale ha presentato in novembre il progetto «Riforma della previdenza per la vecchiaia
2020». Pro Senectute partecipa alla procedura di consultazione chiedendo soluzioni che non smantellino le prestazioni della previdenza sociale svizzera.
Nello scorso decennio ogni tentativo di riformare il
primo o il secondo pilastro della previdenza per la
vecchiaia è naufragato di fronte all’opposizione del
popolo o del Parlamento. La ragione va ricercata nel
fatto che si trattava sempre di progetti non sufficientemente equilibrati. Ne è un esempio l’abbassamento
del tasso di conversione minimo nella previdenza
professionale, rigettato nel 2010, che, se approvato,
avrebbe comportato sensibili riduzioni delle pensioni.
Da quelle sconfitte il Consiglio federale ha tratto degli
insegnamenti e per la nuova riforma presenta un pacchetto di misure che, a conti fatti, dovrebbe evitare
tagli alle pensioni. Pur abbassando il tasso di conversione minimo per adeguare le prestazioni del secondo pilastro all’allungamento della vita e ai diminuiti introiti dei capitali delle casse pensioni, le rendite non dovrebbero diminuire. Nel contempo, al fine
di mantenere il livello delle rendite, si dovrebbero innalzare gli accrediti di vecchiaia provenienti da contributi di datori di lavoro e dipendenti.
Con l’attuale progetto entra in gioco una visione globale della previdenza per la vecchiaia. Il primo e il secondo pilastro non sono più considerati separatamente, bensì rivisti assieme. Questo approccio convince. Infatti, per le persone in pensione, conta l’am36
terzaetà
montare totale della rendita e non di quali elementi
essa si componga.
Il livello delle prestazioni va mantenuto inalterato
Smantellare le prestazioni non può entrare in considerazione perché già oggi l’obiettivo costituzionale
della previdenza per la vecchiaia, la prosecuzione
dello stile di vita consueto, non è raggiunto da tutti.
Infatti bisogna considerare che in media in Svizzera
il 12% delle persone in pensione beneficia di prestazioni complementari, a fronte di un 19% rilevato in
Ticino (dati 2012 dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali).
Di fronte allo sviluppo demografico è evidente che la
previdenza per la vecchiaia, obbligatoria, avrà bisogno di ulteriori mezzi finanziari. Il Consiglio federale
propone di innalzare l’IVA di due punti percentuali al
massimo. Una proposta ragionevole perché non solo
la popolazione attiva, ma anche i pensionati saranno
chiamati a parteciparvi. Tuttavia non va dimenticato
che, rispetto alle cerchie più abbienti, l’impatto sulle
economie domestiche dai bassi redditi sarà proporzionalmente maggiore. Un effetto di cui si dovrà tenere conto nel definire il fabbisogno vitale per le
prestazioni complementari.
ANNO 32 - N. 2 - APRILE 2014
Pro Senectute Ticino e Moeasano
aiuta in caso di bisogno
di Paolo Nodari
La «previdenza per la vecchiaia 2020» intende favorire un assetto pensionistico più flessibile rispetto all’ordinamento attuale. A dipendenza delle esigenze
individuali si dovrebbe poter andare in pensione tra i
62 e i 70 anni, per esempio grazie all’introduzione di
rendite parziali. Nel contempo il Consiglio federale
propone di innalzare a 65 anni l’età di pensionamento
delle donne. Sebbene ciò si giustifichi per motivi di
parità, non si deve comunque ignorare che le relative
condizioni quadro abbisognano ancora di importanti
miglioramenti, segnatamente in fatto di parità salariale tra donne e uomini per lavori equivalenti.
Di solito per percepire una rendita anticipata bisogna
accettare una riduzione della prestazione. Ora il Consiglio federale propone di venire incontro alle persone
che hanno lavorato per molti anni a salari bassi o
medi. Esse dovrebbero poter andare in pensione anticipatamente senza decurtamenti delle loro rendite
AVS o semmai con riduzioni inferiori al puro calcolo
aritmetico.
Tutte le forze in gioco sono chiamate a far convergere le proprie posizioni
Il progetto del Consiglio federale non raccoglie consensi unanimi. Le organizzazioni padronali e i sindacati si arroccano su posizioni diverse. L’Unione
sindacale svizzera, ritenendo che la proposta del Consiglio federale non vada abbastanza lontano, ha inoltrato la sua iniziativa popolare «AVS plus». L’Unione
svizzera delle arti e dei mestieri si oppone allo stanziamento di ulteriori mezzi finanziari per la previdenza per la vecchiaia e chiede invece l’innalzamento
generalizzato a 67 anni dell’età pensionabile.
Pro Senectute fu fondata quasi 100 anni fa al fine di
mitigare la povertà materiale delle persone anziane.
Questa tradizione impone alla fondazione di sostenere unicamente soluzioni socialmente sostenibili.
L’attuale proposta di revisione lo prevede e Pro Senectute approva il modo di procedere del Consigliere
federale Berset che, con la nuova proposta, richiama
alle loro responsabilità tutti gli attori coinvolti. Una
riforma globale di simili dimensioni può riuscire soltanto se tutte le principali forze politiche si muovono
nella stessa direzione. Per Pro Senectute Svizzera è
sensato considerare l’AVS e il 2. pilastro in un contesto globale onde trovare soluzioni coordinate, adeguate alle esigenze del futuro.
I vantaggi di questo modo di procedere sono evidenti:
tutte le innovazioni nei due pilastri sono adattabili reciprocamente e vincolanti. Con la presente proposta
di revisione, tutte le forze in gioco sono chiamate a
far convergere le loro posizioni.
Il dibattito è aperto.
Kurt Seifert, responsabile dell’area ricerca & documenti-base di Pro
Senectute Svizzera.
ASSOCIAZIONE TICINESE TERZA ETÀ
Pro Senectute Ticino e Moesano offre il suo servizio di consulenza gratuito in 6 centri regionali.
Foto: Tres Camenzind
Un quinto delle persone anziane residenti in Ticino vivono in situazioni finanziarie
precarie. Pro Senectute Ticino e Moesano dà loro sostegno sia con la verifica del
diritto alle prestazioni complementari (PC), sia con un concreto aiuto finanziario
individuale.
In Svizzera la sicurezza professionale si basa sul principio dei tre pilastri: quello della
previdenza statale (AVS/AI/PC, ecc.), finalizzato a garantire il minimo esistenziale,
quello della previdenza, il cui scopo è quello di garantire il mantenimento del tenore
di vita usuale, infine la previdenza privata, attraverso la quale si può rimediare ad
eventuali vuoti previdenziali. Siccome il sistema dei tre pilastri non è in grado di
escludere il verificarsi di situazioni di povertà e disagio, la Confederazione prevede
la concessione di fondi, i cosiddetti aiuti finanziari individuali (AFI).
Pro Senectute eroga a livello nazionale aiuti finanziari individuali per un massimo
di CHF 16.5 milioni l’anno. Per il territorio di riferimento della Fondazione Ticino e
Moesano, nel corso del 2013 sono stati versati contributi finanziari pari a quasi CHF
1 milione.
Le persone anziane in difficoltà finanziarie possono rivolgersi a Pro Senectute e richiedere gratuitamente una consulenza sociale inerente al loro problema. Pro Senectute verifica attraverso colloqui e vari documenti, la concreta e reale esistenza
di uno stato di bisogno e dà un sostegno nell’ambito dell’inoltro della domanda
per le prestazioni complementari, oppure per la richiesta di aiuti finanziari individuali.
I bisogni più ricorrenti concernono l’abitazione, i mezzi ausiliari, la salute e i trasporti. Se un sussidio non può essere attribuito in quanto esplicitamente escluso
dal regolamento AFI, le nostre collaboratrici si attivano nella ricerca di fondi alternativi, presso associazioni o fondazioni private.
Invitiamo le persone anziane che vivono situazioni di disagio a prendere contatto
con le assistenti sociali presso i centri regionali sotto elencati. Nell’ambito di una
consulenza sociale professionale, individuale, gratuita e discreta, sarà possibile individuare soluzioni adeguate.
I bisogni più ricorrenti concernono l’abitazione, i mezzi ausiliari, la salute e i trasporti. Le nostre collaboratrici si attivano nella ricerca di fondi alternativi, presso associazioni o fondazioni private.
Si può prendere contatto con le assistenti sociali presso i Centri regionali di Giubiasco, Biasca, Muralto, Lugano, Balerna e Roveredo. Per ulteriori informazioni www.prosenectute.org, 091 912 17 17,
[email protected]. Assistenti sociali di Pro Senectute Ticino e Moesano sono presenti anche
presso la Clinica Luganese SA di Lugano e all’Ospedale Regionale di Locarno dell’Ente Ospedaliero
Cantonale.
Paolo Nodari, responsabile del Servizio di consulenza sociale e informazione di Pro Senectute Ticino e
Moesano.
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