scarica il contributo ()

Download Report

Transcript scarica il contributo ()

ESPERIENZE
Via Millelire
a cura di Maria Giovanna Castrovilli, Silvana Ferrero, Gabriella Garbarino,
Antonella Marchesin, Maria Caterina Mascolo, Elio Mosso e Manuela Ravecca
ITER, Città di Torino
Cinema di animazione
per le bambine e i bambini
ITER e il Centro di Cultura
per l’Immagine e il Cinema di
Animazione
L’Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile è un servizio della
Città di Torino che si pone all’interno di
un sistema cittadino che mira a definire
un piano educativo attento ai bisogni
delle bambine e dei bambini. Le attività
proposte da ITER si rivolgono sia alle
scuole sia alle famiglie e si declinano nei
servizi offerti dai Centri di Cultura per
l’Infanzia e l’Adolescenza, dislocati sul
territorio.
Il Centro di Cultura per l’Immagine e
il Cinema di Animazione, conosciuto
come Laboratorio Millelire, dal nome
della via in cui ha sede, dal 1977 promuove attività sulla comunicazione, per
bambini e ragazzi, finalizzate alla produzione di video e film di animazione.
UNO SGUARDO ALLA NOSTRA STORIA
“Finché potrò maneggiare
un pennello o un pastello,
non mancherà mai nei miei fogli
l’erba nel vento”
MAGGIO 2014
Hayao Miyazaki
60
Antonella Marchesin, responsabile del Centro di
Cultura per l’Immagine e il Cinema di Animazione
di ITER.
Maria Giovanna Castrovilli, Silvana Ferrero, Gabriella Garbarino, Maria Caterina Mascolo e Elio
Mosso, insegnanti di laboratorio.
Manuela Ravecca, pedagogista, esperta di pratiche di documentazione, redazione del Centro promozione servizi di ITER.
Forte, aspro a volte, vivo e tenace il gruppo di lavoro del laboratorio Millelire accoglie e sorprende con la sua operosità e il
suo pragmatismo. Alchimia dai gusti forti
e intensi, frutto di miscele ammorditesi
con il tempo e la pazienza, di provenienze diverse, di storie e percorsi battuti intrecciando le competenze con la ricerca,
le conoscenze, la curiosità e l’amore per il
proprio lavoro e per il mondo dell’infanzia
e dell’adolescenza. Frontiera dinamica con
un territorio e un servizio in continua trasformazione, il laboratorio Millelire si pone
a fianco delle bambine e dei bambini, delle
ragazze e dei ragazzi per accompagnarli,
nel fare cinema di animazione, in un viaggio fantastico, onirico e creativo. Il movimento prende forma, il disegno si anima,
la storia corre e racconta, il fare si fa protagonista, la magia del cinema s’accende e
insieme si giunge alla meta.
Come abili maghi estraggono dai loro cappelli incantati trucchi e magie così Silvana, Caterina, Maria Giovanna, Gabriella ed
Elio in un rincorrersi sorprendentemente
pirotecnico evocano i titoli e i temi dei loro
lavori realizzati negli anni. Gli occhi brillano, le bocche si sciolgono al sorriso e i
volti si dispongono al racconto. Come fuochi d’artificio i titoli evocati illuminano lo
spazio che li accoglie: Tu sarai, Mi illumino
di meno, La forchetta Giulietta, Ieri come
oggi, Il caffè della peppina, Bicicletta, Qui
gatto ci cova e mille altri.
Per ognuno e ognuna di loro, insegnanti
del laboratorio Millelire, il tempo del fare
e dell’aver fatto segna il passaggio e caratterizza le realizzazioni, ancor prima dei
riconoscimenti esterni o dei premi vinti.
L’opera prima, mai dimenticata, differente per ciascuno, l’ultimo lavoro che brilla
della passione recente, vivida nel suo affacciarsi al mondo. E il nuovo che verrà,
ancora ignoto.
E gli oggetti raccontano… ognuno di loro
rappresenta un punto di contatto con il
lavoro educativo e l’ambiente che lo racchiude: il taumatropio, miracolo del movi-
mento, che ha affascinato Caterina appena
giunta in via Millelire dal precedente laboratorio informatico e che affascina e incuriosisce i bambini che giungono in laboratorio per scoprire e apprendere la magia del
mettere insieme due immagini e creare un
movimento; la pellicola, strumento che per
Gabriella caratterizza l’inizio del lavoro e
che insieme alla moviola, alla giuntatrice
e ad altri attrezzi appartiene ora alla storia
del cinema; la plastilina, utilizzata per creare i personaggi delle animazioni, che per
Maria Giovanna è elemento caro di contatto e continuità con il precedente laboratorio
dedicato alla ceramica; un antico e un po’
sbiadito disegno di un bambino inserito in
una macchinetta del pre-cinema che a Silvana piace offrire come porta d’accesso ai
bambini che vengono in laboratorio per una
più facile comprensione ed infine la cassetta
degli attrezzi, il metro, il cacciavite... perché
come racconta Elio qui al laboratorio è tutto un fare e un disfare, un aggiustare.
Storia antica, lunga, a volte tortuosa quella
del laboratorio Millelire, fortemente radicata nel suo territorio, il quartiere Mirafiori
di Torino, zona da sempre di frontiera, ma
non solo, della zona sud di Torino.
Nato nel 1977, racconta Elio, unico testimone di quella nascita ancora in servizio,
attraversa e vive il 22 maggio del 2009 un
momento drammatico: il furto di tutte le attrezzature e dei prodotti realizzati. Lo sfregio al luogo di lavoro fu scoperto proprio il
giorno dedicato ad una festa, organizzata
da tempo e con cura, per un gruppo di studenti e famiglie finlandesi, venuto a Torino
per uno scambio culturale. Il profondo dolore e lo sconforto lasciarono presto spazio
ad una nuova operosità condivisa da tutti: si
rifecero nuovamente, ove possibile, i lavori
perduti e si riacquistarono le attrezzature
con uno sforzo congiunto, non semplice da
realizzarsi in un tempo breve, tra gli operatori e i servizi centrali economali, anche grazie
al supporto della Compagnia di San Paolo di
Torino, da sempre assidua sostenitrice dell’operato del laboratorio di via Millelire, e alla
precisa volontà della direzione di ITER.
Una nuova nascita vide protagonisti gli insegnanti e le insegnanti che ancora oggi ope-
rano nel laboratorio sostenuti dalla loro
attuale responsabile pedagogica, Antonella
Marchesin.
Un passaggio doloroso che ha fortificato il
gruppo e che lo ha reso più consapevole e
coeso. Saper affrontare e superare le difficoltà insieme è stato per loro un nuovo
punto di partenza. Un ennesimo passaggio
tra tutti quelli che hanno caratterizzato
e caratterizzano la storia del laboratorio:
dalla pellicola al digitale, dal superotto
al multimediale, dal lavoro con le scuole
secondarie alla scuola dell’infanzia, dalla
collaborazione con il territorio agli scambi
internazionali, dal cinema di animazione
al documentario d’animazione.
Un esserci insieme tra un progetto, un
pranzo condiviso, un racconto, la partecipazione ad una rassegna, una risata,
l’alchimia di un’organizzazione che si
sviluppa nel tempo, tra lavori in coppie
che si alternano o terne che si scambiano
e che insieme si presenta al mondo per
raccontarsi e mostrarsi. Un esserci per e
con le bambine e i bambini, le ragazze e
i ragazzi che numerosi ed entusiasti affollano da sempre, possiamo dire dopo più
di trent’anni di realizzazioni, gli spazi e i
tempi del laboratorio di via Millelire.
MAGGIO 2014
SCUOLA
61
ESPERIENZE
RICONOSCIMENTI
Una lunga storia lo caratterizza e negli
anni è diventato un punto di riferimento
importante per il cinema d’animazione
torinese: realizza percorsi didattici per
la produzione di cartoni animati, corsi
di formazione e consulenze per insegnanti ed educatori, workshop internazionali. I prodotti realizzati sono essenzialmente cortometraggi in cinema
di animazione, molti dei quali hanno
ricevuto premi e riconoscimenti a livello nazionale e internazionale.
Sono passati a trovarci in via Millelire...
Emanuele Luzzati, Enzo D’Alò, Luis
Sepulveda,Yuri Norstein, Fusako Yusako,
Marcello Piccardo e Francesco De
Bartolomeis che in un’intervista a Maria
Fares ricorda la collaborazione intessuta
con il laboratorio Millelire1
Dal 1980 il laboratorio ha prodotto circa 200 corti di animazione su varie tematiche:
dall’arte all’educazione di genere, dal risparmio energetico alla mobilità sostenibile, dall’educazione alla pace alle discipline scolastiche. Molti i riconoscimenti ricevuti, più di 170.
Eccone alcuni a partire dai più prestigiosi sino ad arrivare a oggi:
L’importante è partecipare (anno scolastico 1983/84): miglior film d’animazione
realizzato dai ragazzi alle Olimpiadi di Animazione di Los Angeles “Spirito dei Giochi
Olimpici” – luglio 1984. Il film è stato l’unico della rassegna filmica a essere proiettato la
notte di apertura delle Olimpiadi di Los Angeles.
Verso occidente (anno scolastico 1992/93): primo premio all’European Film Comet
di Hannover.
Paparapà (anno scolastico 2005/06): film realizzato per il Comitato Olimpico dei Giochi Invernali tenutisi a Torino nel 2006. È stato in assoluto il film più visto da milioni di
persone durante le gare olimpiche.
Femmin’arte (anno scolastico 2012/13): primo premio all’EcoFestivalValPesio VI edizione, categoria corti di animazione.
Il Laboratorio Millelire
“Non so se il cinema di animazione sia educativo,
so che esiste un cinema di animazione educativo e, soprattutto,
un uso educativo del cinema di animazione”
Pier Cesare Rivoltella
Emanuele Luzzati - © Museo Luzzati/Nugae srl
MAGGIO 2014
Francesco De Bartolomeis
62
Il Centro collabora da anni con l’AIACE
di Torino, punto privilegiato di connessione con il mondo della media education torinese, partecipando attivamente,
sia con prodotti e laboratori realizzati
con le scuole sia con compiti di giuria, al
Sottodiciotto FilmFestival, la più grande
kermesse cinematografica nazionale dedicata al cinema prodotto con e per le
bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado.
Il Laboratorio Millelire, è il luogo dove,
dai bambini in età di scuola dell’infanzia ai ragazzi della scuola secondaria, si
offre la possibilità di sperimentare la costruzione di un prodotto di animazione,
a supporto della trasmissione di contenuti e temi di notevole complessità e rilevanza sociale e culturale, di sviluppare
le capacità critiche, ma anche e soprattutto di creare situazioni che favoriscano la socializzazione, la cooperazione
e lo sviluppo di rapporti interpersonali
positivi tra i diversi soggetti coinvolti,
bambini e adulti.
Il setting educativo del laboratorio risponde ad un modello costruttivista
dell’apprendimento, che vede il bambino protagonista responsabile della sua
crescita personale e sociale, in tutte le
sue dimensioni (cognitiva, metacognitiva, pratico-operativa, affettivo-motivazionale, relazionale-sociale), dando
enfasi al suo ruolo attivo e riflessivo nei
processi di costruzione, co-costruzione
e condivisione di conoscenza. È un contesto in cui l’interazione comunicativa
e sociale si realizza con altri soggetti, i
pari e gli adulti (insegnanti, esperti), che
rivestono il ruolo di facilitatori, ma an-
che con le tecnologie che, richiamando
la definizione di Papert2, possono considerarsi artefatti cognitivi, strumenti che
consentono al bambino in situazione di
apprendimento di addentrarsi in un’esplorazione in cui costruire il sapere,
sperimentare e manipolare nozioni e
idee, modificando in tal modo lo status
di consumatore di informazioni in quello di produttore di conoscenza.
In questa dimensione sociale dell’apprendimento, il laboratorio può essere
considerato, in un’ottica vygotskijana3,
un crocevia di zone di sviluppo prossimale, alimentato dallo scaffolding cognitivo, che sostiene i bambini e le bambine nei processi di costruzione della
conoscenza, valorizzando tutti i tipi di
intelligenza e i talenti personali di ognuno. Il sostegno non si realizza solo sul
piano cognitivo, ma anche su quello
affettivo-motivazionale e relazionalesociale. Lo scaffolding affettivo stimola,
incoraggia, sollecita la partecipazione
attiva, l’interesse e la creatività, agendo positivamente sul senso di fiducia,
sull’autostima e sull’empowerment.
Su tale sfondo pedagogico, il cinema di
animazione rappresenta indubbiamente
SCUOLA
Durante il primo incontro si propongono giochi di conoscenza per avvicinarsi al nuovo linguaggio e per creare un
clima sereno nel gruppo. Per smascherare il trucco e l’artificiosità dell’immagine in movimento, si propone, oltre
alla visione di alcuni film realizzati in
laboratorio, la presentazione di alcune
macchine del pre-cinema: taumatropio,
zootropio, fenachistoscopio, prassinoscopio, flip-book. A titolo esemplificativo si procede alla realizzazione di una
brevissima sequenza con l’utilizzo di vi-
deo-camera, computer e un programma
di stop-motion. Al termine dell’incontro
vengono date alcune indicazioni per
preparare l’appuntamento successivo e
cercare idee per il film: strisce stile fumetto per raccontare aneddoti, storielle,
situazioni, gag...
Nel secondo incontro si scelgono sia il
format comunicativo più adeguato al
tema trattato (una canzone su cui realizzare un video-clip, una storia già
scritta da un autore o da inventare insieme, uno spot, un documentario) sia
la tecnica più adatta al tipo di comunicazione. Il passo uno o stop-motion
prevede l’uso di materiali e tecniche
diverse: decoupage, pixillation, plastilina. A questo punto i bambini sono
chiamati alla stesura collettiva dello
story-board: ideare e progettare uno
story-board significa sperimentare direttamente in laboratorio la possibilità
di diventare autori del proprio cartone
animato, risultato però anche di un lavoro di gruppo, dove ciascuno mette a
disposizione le proprie capacità e nel
contempo acquisisce nuove abilità. È
una fase molto importante, che in genere richiede parecchio tempo, perché
è qui che si decidono le inquadrature, i
tempi, i dialoghi, i movimenti macchina… insomma quando si è finito lo story-board si è deciso come sarà il film!
Gli incontri successivi vedono i bambini
impegnati nella preparazione dei materiali da utilizzare per le riprese. È il momento in cui si concretizza tutto quanto
GLOSSARIO
Stop-motion o Passo uno: Tecnica di ripresa, fotogramma per fotogramma, per
realizzare video in animazione. A ogni
scatto fotografico corrisponde un movimento. La sequenza di scatti proiettata
velocemente dà l’idea di un movimento
continuo.
Découpage (o cut-out): tipo di animazione 2D in stop motion che utilizza pupazzi piatti snodati, realizzati con ritagli di
cartoncino o altri materiali.
Pixillation: animazione in cui vengono
ripresi bambini, persone, oggetti con la
tecnica dello stop motion. Metodo che
consente la realizzazione di scene surreali,
come apparizioni e sparizioni.
Plastilina animata (o claymation): tipo
di animazione tridimensionale che usa
pupazzi realizzati con plastilina o altri
materiali affini.
Fondale: nell’animazione 2D, la parte
non in movimento della scena, che costituisce lo sfondo su cui si muovono i
personaggi e gli altri elementi animati.
Storyboard: serie di disegni che compongono la sequenza precisa delle inquadrature di ogni scena di un film.
Verticale: struttura composta da un piano orizzontale, alcuni spot che illuminano il piano di appoggio e una telecamera in verticale per consentire le riprese
dall’alto.
MAGGIO 2014
l’ambito privilegiato per un genere molto amato: il cartone animato. È il primo
linguaggio mediale a cui i bambini si
avvicinano in modo autonomo, affascinati dalla magia dell’immagine in movimento. La dimensione dell’immaginario
prende forma e comunica, crea la storia
e la colora, dà anima alle rappresentazioni mentali e trasmette valori e codici
culturali. Luce e ombra, negativo e positivo, contrasti che danno vita a suggestioni e fantasia, segni e grafica statica che assumono forme e movimenti
mutevoli e dinamici. Dall’idea alla realizzazione. Le esperienze implicano le
regole della produzione: lo story-board,
la realizzazione del disegno, la scelta
dei materiali, la scenografia, la scelta
della tecnica di animazione, la colonna
sonora e il montaggio. I percorsi, la cui
durata può variare tra cinque e dieci incontri a cadenza settimanale, sono preceduti da una riunione preliminare con
gli insegnanti di classe o di sezione, durante la quale viene presentata l’ipotesi
di lavoro, il percorso metodologico, le
tematiche e la specificità del linguaggio
del cinema di animazione per poterne
condividere i contenuti.
1
De Bartolomeis, 2000, p. 303.
P. Seymour, 1994.
3
L.S. Vygotskij, 1998.
3
63
MAGGIO 2014
ESPERIENZE
64
si è deciso nello story-board: si realizzano i bozzetti di fondali e personaggi; si
disegna e si colora; si usa la fotocopiatrice per ridurre e ingrandire; si usano
strumenti e supporti diversi a seconda
della scelta stilistica (matite, pennarelli, pastelli, plastilina, carta, cartoncino,
tappezzerie, ritagli di giornale…). La
fase della sonorizzazione vede i bambini impegnati nella registrazione dei
dialoghi, nella produzione dei rumori,
nella scelta delle musiche e, quando è
possibile, anche nel suono e nel canto.
Il premontaggio e il montaggio sono generalmente fasi che vedono impegnati
prevalentemente gli adulti. I bambini
vi partecipano solitamente a gruppetti
molto piccoli e per brevi momenti, poiché in questa fase è difficile impegnare
attivamente più di uno o due bambini
alla volta. Si segue fedelmente lo storyboard, che è stato prodotto, discusso e
modificato congiuntamente.
L’intera fase di produzione consente
ai bambini e ai ragazzi di esprimere i
propri vissuti, manifestare emozioni
e desideri, sviluppare la creatività non
solo in ambito grafico, ma anche in relazione alla narrazione e al collegamento
tra immagini e racconto. La produzio-
ne è un’occasione didattica e educativa
per dare luogo alle esigenze operative
più diverse e a un lavoro di équipe tra
bambini e insegnanti, dove le doti e le
abilità naturali individuali sono impiegate per un prodotto di tutti, dove la
propria creatività non è sacrificata alla
volontà del gruppo ma di apporto alla
costruzione di un lavoro comune, alla
cui realizzazione ognuno ha concorso
responsabilmente.
Al termine di ogni percorso è previsto
un momento di condivisione del prodotto realizzato, dedicato alla presentazione del lavoro con la proiezione del
film, che diventa un’occasione di rielaborazione collettiva e di verifica con
gli insegnanti di riferimento, durante il
quale si tocca con mano se si è riusciti
a comunicare il messaggio, le sensazioni e i concetti, se si sono usati i codici
giusti, se il risultato è fruibile e godibile.
Inoltre si cerca di monitorare il grado di
comprensione e di gradimento dei bambini autori del film e dei loro insegnanti.
È importante che i bambini, in sede di
verifica, si riconoscano nel film, abbiano chiaro tutte le fasi di lavorazione e
siano pronti ad un’altra esperienza.
La condivisione è importante non solo
all’interno del gruppo classe, ma anche
all’esterno: in tal senso è consuetudine
del Centro partecipare a concorsi per le
scuole, per dare visibilità all’attività svolta
e alle capacità e alle competenze dei bambini, anche oltre il territorio cittadino.
Realizzare un film in cinema d’animazione è comunicare, raccontare: ci sono
diversi modi di comunicare e di raccontare, ci sono diversi temi e contenuti
da comunicare. È importante riuscire
a creare un film ben fatto, bello, comunicativo ma è ancor più importante il
come si è arrivati a farlo: l’aspetto più
importante dei percorsi laboratoriali
non è tanto il prodotto realizzato ma il
processo, durante il quale il bambino
partecipa attivamente all’intero ciclo di
produzione.
Una nuova sfida: il cinema di
animazione nella scuola dell’infanzia
La media education è rendere
familiare ciò che è oscuro è
pensare a quello che non penso
David Buckingham
Nella primavera del 2013, in seguito ad
una riorganizzazione dei servizi educativi e territoriali del Comune di Torino,
il laboratorio Millelire di ITER ha pensato di realizzare una serie di percorsi sul
cinema di animazione adatti ai bambini
e alle bambine della scuola dell’infanzia
torinese4. Una nuova sfida per il gruppo
di lavoro.
Le prime riflessioni, i primi percorsi, le
difficoltà e le domande. Nascono le prime idee, si consolidano alcune collaborazioni, si evidenziano alcune specifiche
relative al contesto e all’età dei piccoli
protagonisti. Nel giugno dello stesso
anno nasce, in collaborazione con la
scuola municipale dell’infanzia Cellini,
il progetto “10 regole per salvare il mondo”, che diviene preziosa occasione per
narrare la sfida. Gli incontri sono documentati grazie all’utilizzo di un’Agenda,
redatta dalle insegnanti di laboratorio,
dove viene inserita sia la programmazione dell’attività sia, al termine, la verifica di ciò che effettivamente è stato
realizzato. In questo contesto ci preme
raccontare non tanto l’attività in sé, di
cui rimane traccia nel laboratorio, ma
le domande, attese e inattese, emerse
durante la nuova pratica didattica.
Come nasce il progetto
Presso la scuola dell’infanzia Cellini opera attualmente un’insegnante, Fulvia
Clari, che ha lavorato presso il laboratorio Millelire. Nasce, anche grazie a questo contatto, la richiesta di poter far fare
un’esperienza ai bambini di 5 anni della
scuola. Il fine è quello di realizzare un
corto in cinema d’animazione nell’am-
SCUOLA
Conoscenza delle parti
Come di consueto, prima di avviare il
percorso le insegnanti del laboratorio e
della classe si incontrano per conoscersi,
conoscere le caratteristiche del gruppo
che parteciperà all’attività, visitare gli
spazi del laboratorio e definire l’articolazione degli incontri. Particolare attenzione è rivolta in questo caso alle caratteristiche relative all’età dei bambini
coinvolti e alla relativa modulazione dei
tempi, dei ritmi e degli spazi dell’attività: le verticali sono dell’altezza giusta? I
bambini preferiranno sedersi in cerchio
su dei tappetini o sulle sedie? I tavoli di
lavoro possono andar bene? I contenuti
sono adeguati? E i tempi di attenzione richiesti ai bambini saranno appropriati?
Durante l’attività nascono domande,
ci si interroga sulle risposte
Gli incontri si susseguono e nel loro
svolgersi mettono in luce alcuni aspetti
sui quali interrogarsi ulteriormente: il
linguaggio, ad esempio: come semplificare senza banalizzare? Le proposte
di gioco vengono ulteriormente ridotte
in sequenze più semplici e calibrate in
relazione all’età e ai tempi dei bambini;
il ruolo dell’imprevisto, che nasce dalle
proposte dei bambini, viene riconosciu-
to, accolto e sviluppato dalle insegnanti
e ancora il rapporto con la scrittura, che
rimane segno grafico in genere incomprensibile per i bambini di 5 anni.
Il ruolo del gioco e della proposta ludica
si evidenzia in tutta la sua importanza
per verificare e procedere nel percorso,
inconsueto nel suo proporre come esito finale la produzione di un cartone
animato. I bambini sono coinvolti in
tutte le fasi di lavorazione del corto e
ogni fase viene rimodulata in relazione
all’età dei bambini, in accordo con le
insegnanti di classe, privilegiando ove
possibile il lavoro in piccolo gruppo e la
predisposizione all’ascolto.
Alcune riflessioni sono ancora in corso e
interrogano le insegnanti: la freschezza
del segno grafico, ad esempio, non sempre si incontra con le esigenze tecniche
del suo uso. Nasce la necessità di fornire
ai bambini indicazioni mirate (dimensioni del foglio predefinite, tecniche di colorazione…) per la realizzazione dei disegni
necessari alla composizione del cartone
animato, rispettando però la loro spontaneità grafica ed espressiva: una sfida nella
sfida, una strada ancora da definire.
Cosa è stato e cosa rimane
L’entusiasmo dei bambini rispetto all’attività ha contagiato tutti i protagonisti
e ha restituito una prima verifica del lavoro svolto: i bambini hanno compreso,
nonostante la complessità del percorso,
il senso del lavoro realizzato. Si sono
riconosciuti nel prodotto finale come
realizzatori del cartone animato, ricordando i passaggi e i dettagli del lavoro.
Alle insegnanti la scoperta di un nuovo terreno di confronto e di ricerca per
comprendere insieme come modulare e
calibrare una proposta e un’esperienza
Per maggiori informazioni sulle attività del Laboratorio Millelire e su ITER - Centro di
Cultura per l’Immagine e il Cinema di Animazione: [email protected]; www.
comune.torino.it/iter
Coloro che desiderano visionare i prodotti realizzati possono contattare il laboratorio.
Il contributo è stato realizzato con la pratica delle restituzioni biografiche a cura di Manuela Ravecca. Per maggiori informazioni: [email protected]
Le immagini sono state realizzate dagli insegnanti del Laboratorio Millelire.
Si ringraziano i bambini, le insegnanti Fulvia Clari, Manuela Gianinetti, Alfonsa Ferraina, Stefania Raia della scuola municipale dell’infanzia Cellini, via Madama Cristina
134, Torino, l’educatrice Silvia Fusaro e Serena Ventrella tirocinante del corso di Scienze
dell’Educazione dell’Università di Torino.
fino a ora pensata per i bambini e i ragazzi della scuola primaria e secondaria.
Tutti insieme presenteranno il loro cartone animato ai compagni e ai genitori
nella festa finale che si terrà l’11 giugno
alle ore 17,30 presso il laboratorio e alla
quale siete tutti invitati!
4
ITER, Crescere in città 2013/14. Attività educative rivolte a bambini, ragazzi e adulti, Città
di Torino, ITER, Torino www.comune.torino.it/
crescere-in-citta
5
Scuola municipale dell’infanzia Cellini (a cura
di) (anno scolastico 2013/14), Programmazione
educativa e didattica “Natural... mente”, Città di
Torino – Divisione Servizi Educativi, Torino.
6
Walsh, 2008.
BIBLIOGRAFIA
De Bartolomeis F., Entrare nell’arte contemporanea. Conoscere e produrre, Edizioni Junior, Azzano S. Paolo (Bg), 2000.
La Lanterna Magica, Laboratorio Immagine Millelire (a cura di), QUI GATTO CI
COVA. Fare cinema con i ragazzi “Gabbianella progetto scuole”, Regione Piemonte,
Provincia di Torino, Città di Torino – Divisione Servizi Educativi, Torino, 1999.
Marchesin A., Castrovilli M.G., Ferrero S.,
Garbarino G., Mascolo M.C., Mosso E., “Il
cinema che fa la differenza”, in A.M. Venera (a cura di), Genere, educazione e processi formativi. Riflessioni teoriche e tracce
operative, Edizioni Junior - Spaggiari Edizioni, Parma (in corso di pubblicazione).
Ravecca M., Narrazioni d’opera. La restituzione biografica: una pratica di scrittura per la formazione e la documentazione
educativa, Edizioni Junior - Spaggiari
Edizioni, Parma, 2013.
Seymour P., The children’s machines:
rethinking school in the age of the computer, Basic Books, New York, 1993; tr.
it. di A. Bellomi, I bambini e il computer,
Rizzoli, Milano, 1994.
Vygotskij L.S., Pensiero e linguaggio, Laterza, Roma-Bari, 1998.
Walsh M., 10 cose che posso fare per aiutare il mio pianeta, Editoriale Scienza,
Firenze, 2008.
MAGGIO 2014
bito della progettazione della scuola che
quest’anno è dedicata al tema dell’educazione ambientale5. Il titolo del progetto
prende il nome dal libro6 scelto dalle insegnanti della scuola e utilizzato come
base del lavoro di animazione. Nel testo
viene narrata la storia di come 10 semplici regole possano salvare il mondo: chiudere il rubinetto dell’acqua quando non
la si utilizza, gettare i rifiuti nei cestini,
spegnere la luce quando non serve…
65