SCELTE DI VITA / 1

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70 | Mag Aprile 2014 | Titolo articolo

SCELTE DI VITA / 1

UNA SCUOLA IN TANZANIA

di Vivide Mantero

Vivide Mantero racconta la propria scelta di vivere a Zanzibar e di aprire una scuola per i bambini. «In un Paese paragonabile all’Italia di 50 anni fa, si è costretti ad aguzzare l’ingegno. Se una cosa si rompe bisogna aggiustarla, se qualcosa avanza, si riutilizza, se qualcosa manca, occorre farselo da soli»

Titolo articolo | Mag Aprile 2014 | 71

V ivo a Zanzibar da quindici anni e ho una bambina di sette.

La mia casa è a Kiwengwa, sulla costa est dell’isola, chilometrica spiaggia bianca e sede di molti dei villaggi turistici.

È un paradiso, la classica cartolina, ma, d’altro canto, anche un po’ isolato, a differenza della città, dove risiede la maggior parte degli espatriati. «E come farai quando Anita dovrà an dare a scuola?». Questa è la domanda che mi sono sentita fare, da quando ho deciso di crescere mia figlia su quest’isola.

È stato così che ci siamo trovati a dover decidere se mandarla a scuola tutti i giorni in citta, a 50 km da casa, dove sorge l’unica scuola internazionale dell’isola, o se inventarsi un’alternativa.

Vivere in un paese paragonabile a un’Italia di 50 anni fa, ti costringe ad aguzzare l’ingegno.

Se una cosa si rompe, aggiustala. Se qualcosa avanza, riutilizzalo. Se qual cosa manca, cerca di realizzarlo da te. Un edificio disabitato su una collina alle spalle della spiaggia ha fatto al caso nostro.

L’abbiamo ristrutturato, diviso in due piccole classi e un alloggio per l’insegnante, creato un bel pezzo di giardino, dove i bambini potessero giocare e svolgere attività sportiva.

Nel febbraio 2010 la KINS non era che uno sparuto gruppetto di 3 o 4 famiglie con le stesse nostre esigenze.

L’entusiasmo era tanto, ma forse tanta anche l’incoscienza!

All’inizio una brava insegnante zan zibarina bastava a guidare i pochi bambini dell’asilo.

Piano piano, però, il nome del mio piccolo asilo ha cominciato a espan dersi tra gli espatriati di questa regione dell’isola e delle zone limitrofe, lontani come me dalla città.

Senza avere la minima esperienza sull’argomento, eccomi dunque tuffata in un turbine di problemi a me del tutto nuovi: cercare e assumere le insegnanti, reperire materiale scolastico, i permessi di soggiorno e di lavoro, e così via.

L’impegno ha cominciato a diventare tanto, le spese a lievitare, i tanti ostacoli frustranti, ma il progetto andava avanti e questo era importante.

Nel 2012 il bivio: i bambini crescevano, insieme alle nuove richieste d iscrizione, e bisognava decidere se fermarsi

LA SCUOLA

A ragazzi alla scuola Kins aperta a Zanzibar da Vivide Mantero per dare una opportunità di istruzione a tutti.

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IMPRESA RIUSCITA

Il gruppo degli allievi che frequentano la scuola Kins di Zanzibar, con Vivide Mantero e le insegnanti.

alla sola scuola materna o se espandersi anche alle classi elementari.

Ha prevalso la seconda ipotesi!

A quel punto, le insegnanti locali, benché specializzate, non sarebbero state più sufficienti.

Avevo bisogno di trovare maestre di madre lingua inglese, che aiutassero la Kins a passare da un livello locale a uno internazionale.

E così, dopo interminabili ricerche online e innumerevoli colloqui (non ne avevo mai fatti prima!), ecco Ashley (Olson) e Lianne (Bettis), rispettiva mente americana e inglese, entrambe con esperienze scolastiche nel terzo mondo. Erano cariche della mia stessa passione ed entusiaste di dare il loro apporto per dare una svolta più am biziosa al progetto.

Già nei primi mesi, il numero di bambini è aumentato da 6 a 20 e così le nuove richieste d’iscrizione.

Questo incremento ha reso possibile il mio sogno iniziale.

Quello di consentire anche ai bambini del posto di frequentare la scuola e di avere così un’educazione di prima scelta, altrimenti impensabile per le scuole pubbliche locali.

Le rette degli espatriati, infatti, ci permettono di accogliere gli alunni zanzibarini a fronte uno piccolo sforzo

«Il vero grande traguardo è stato per me aver creato una scuola laica e l’essere riuscita a guadagnarmi la fiducia delle famiglie locali»

economico.

E così ecco Rahma, figlia del controllore dei pescatori a Kiwengwa, con il suo velo in tono con l’uniforme, Nassria con la sua mamma che ci dà una mano coi bambini più piccoli, Biko, affetto da spina bifida e idrocefalia, bambino intelligente e sensibile, ma senza l’uso delle gambe e quindi rifiutato dalle scuole locali perché di troppo diffici le gestione, Zahiri, che vagava sulla spiaggia in cerca di biscotti o mance dai turisti più generosi...

L’enorme traguardo è stato per me proprio quello di essermi guadagnata la fiducia anche dalle famiglie locali, che hanno scelto di far frequentare ai loro figli una scuola diversa, con un programma internazionale e, per di più, laica.

Infatti, essendo Zanzibar un paese al 95% di religione islamica, gran parte della giornata scolastica nelle scuole pubbliche è dedicata allo studio del corano, spesso a discapito delle Una scuola in Tanzania | Mag Aprile 2014 | 75

LA KINS

Una struttura che oggi offre istruzione a 28 ragazzi di 7 nazionalità diverse.

materie tradizionali. Le classi sono solitamente pienissime, il materiale didattico scarso e i mezzi limitati.

E a oggi, vedere alunni zanzibarini, perfettamente integrati con bambini spagnoli, italiani, tedeschi, russi, australiani, con un progetto comune, mi ripaga di tutti gli sforzi.

Insieme alle nostre insegnanti e ai volontari, abbiamo cercato di dare alla scuola un’impronta diversa.

Il numero limitato di bambini consente infatti di seguirli praticamente uno per uno, aiutando ciascuno di loro a superare le difficoltà, che inevitabil mente si creano in classi con bambini multilingua. Inoltre, accanto alle ma terie tradizionali, è data particolare attenzione alla musica e al teatro, allo sport e all’arte, all’ecologia e alla botanica. Il piccolo orto preparato e seminato dai bambini si colora di pomodori, peperoni, mais, spinaci e tutto ciò che si può piantare.

A oggi gli iscritti alla Kins sono 28, di ben 7 nazionalità diverse!

Il lavoro è impegnativo, le spese sempre troppo alte, ma con lo sforzo di tutti noi e le donazioni che a volte arrivano inaspettate da qualche ge neroso visitatore, fisico o “virtuale!” speriamo presto di poter costruire nuove classi e avere nuovi insegnanti e nuovi bambini.

Sono felice che mia figlia abbia iniziato la sua storia scolastica qui, dove le pur profonde differenze sociali, culturali, linguistiche, religiose non saranno un limite, ma un modo per affrontare con tolleranza e senza pregiudizi l’avven tura della sua vita futura.

Contatti

[email protected]

www.zanzibarkins.com

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