LABORATORI DI ART-COUNSELING CON I BAMBINI

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Scuola Superiore Europea
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LABORATORI DI ART-COUNSELING CON I BAMBINI OSPEDALIZZATI
a cura di Marica Mercanti
Il bambino malato, costretto a restare in ospedale per periodi brevi o medio-lunghi,
entra quotidianamente in contatto con numerosi adulti che appartengono al corpo medico
e infermieristico o ai gruppi di volontariato attivi in campo sanitario.
La comunicazione con il bambino ospedalizzato è un’interazione che passa attraverso la
capacità di attesa, la disponibilità di contenimento, l’elasticità di non fare bensì di “esserci”.
Gli operatori che si avvalgono delle abilità di counseling possono offrire ai bambini spazi e
attività di espressione, accogliendo i messaggi dei piccoli pazienti senza necessariamente
doverli interpretare. L’operatore che utilizza il counseling, al fine di relazionarsi nel modo
migliore con il bambino, dovrebbe possedere:
-
una buona capacità di ascolto;
-
rispetto dei tempi dell’altro;
-
capacità di mettersi in gioco senza imbarazzo;
-
capacità di offrire una presenza flessibile e dinamica.
Nello specifico si è notato che i momenti ludici facilitano la comunicazione e il
coinvolgimento diretto dei bambini nel lavoro di cura. Attraverso il gioco e il processo
creativo il bambino è libero di far emergere emozioni, stati d’animo e conflitti interiori
condividendoli con gli adulti e imparando a padroneggiarli attraverso il disegno, la
manipolazione dei materiali e altre pratiche. Ogni attività di questo tipo (coi colori, con la
carta, con materiali modellabili ecc.) conferisce ai bambini il potere di fare e disfare, di
conoscere l’oggetto e se stessi più intimamente.
L’art-counseling, ovvero il counseling a mediazione artistica che si avvale di numerose
tecniche espressive, risulta essere uno strumento potente e adeguato per accompagnare i
piccoli pazienti in un cammino di consapevolezza adeguato alla loro età e al
corrispondente sviluppo psicologico.
Counselor professionali e operatori con una sufficiente preparazione in ambito creativo
possono realizzare negli ospedali (laddove la singola struttura sia attrezzata per farlo) dei
laboratori espressivi di art-counseling, diversificati in base a ogni specifica utenza, con lo
scopo di integrare le abituali attività formative con altre di carattere artistico, relazionale ed
emozionale. Iniziative del genere, condotte secondo i principi del counseling, lavorano in
direzione di un’indispensabile alfabetizzazione emotiva dei bambini. La strategia sottesa
all’esperienza laboratoriale è quella di aiutare i bambini a sviluppare modelli positivi di
comunicazione tra di loro e con i grandi. Tutto questo utilizzando codici comunicativi
immediati, basati principalmente sul linguaggio non verbale dei gesti, del movimento, delle
posture. Un setting di art-counseling conterrà quanto necessario alla libera espressione
dei piccoli pazienti e offrirà una vasta gamma di materiali artistici. Va infatti considerato
che ogni tecnica produce effetti diversi: per esempio l’argilla presuppone un
coinvolgimento di tipo fisico che favorisce il rilassamento emotivo e l’allentamento di
alcune tensioni muscolari; gessi e colori a cera implicano un contatto più forte rispetto alle
semplici matite; il collage può stimolare i bambini più piccoli che non si sentono ancora in
grado di dar forma autonomamente a una precisa rappresentazione grafica; l’utilizzo delle
fotografie può intensificare i collegamenti tra vita interiore e immagini della realtà condivisa
(familiare e sociale). La specificità di tutte le tecniche creative è quella di mettere in
comunicazione i due emisferi cerebrali armonizzando il pensiero convergente (non del
tutto sviluppato nei bambini) con quello divergente centrato sulle immagini.
Il compito del counselor è quello di facilitare i bambini nelle diverse fasi del gioco,
garantendo una presenza sicura e protettiva, dando contenimento nei momenti di difficoltà
e offrendo rinforzi positivi.
Le attività ludiche coordinate dai professionisti della relazione di aiuto forniscono inoltre
delle indicazioni importanti sulle capacità psicoemotive e di socializzazione dei bambini.
Tali informazioni, debitamente filtrate, possono essere rimandate ai genitori sollecitando
una consapevole presa di contatto dell’adulto con i vissuti emergenti del bambino.
L’art-counseling, in definitiva, è un intervento integrato che, in ambito ospedaliero, migliora
il rapporto di tutto il personale con i bambini ospedalizzati, riducendo le paure e
rafforzando l’alleanza terapeutica con le famiglie. Il tutto in nome di una medicina
finalmente “a misura di bambino”.