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federazione | autonoma | bancari | italiani
ANNO 1 NUMERO zero - 23 febbraio 2015
Fabinews
U n a
s c e l t a
d i
l i b e r t à
e
a u t o n o m i a
Contratto, si riapre la partita
Sileoni: «Ora il confronto può ripartire. Vogliamo un accordo con forte motivazione sociale»
L’
Abi ritira le pregiudiziali strutturali su
scatti e Tfr. Dopo il
successo dello sciopero del 30 gennaio scorso, in cui
aveva incrociato le braccia oltre il
90% dei lavoratori, Il Comitato affari sindacali dell’Abi, guidato da
Alessandro Profumo, fa un passo indietro, stralciando proprio
quelle due pregiudiziali che lo
scorso 25 novembre avevano fatto
saltare il tavolo con i sindacati. La
decisione è stata comunicata durante la riunione che si è tenuta
il 20 febbraio a Roma, presso la
sede dell’Associazione bancaria
italiana. Si riaprono, così, le trattative sul contratto, con già tre
date di incontri programmati tra
le parti il 25 febbraio, il 5 e il 10
marzo e con la reciproca volontà
di chiudere l’accordo entro il 31
marzo, anche se non a ogni prezzo, come ribadito sia da Profumo
sia dal segretario generale della
“
Dopo lo sciopero
del 30 gennaio,
l’Abi ritira
le due pregiudiziali
su scatti e Tfr
che lo scorso
25 novembre
avevano fatto
arenare
le trattative
LE NOTIZIE, LE STORIE E LE BATTAGLIE
AL SERVIZIO DEI LAVORATORI
Parte oggi Fabi news, la newsletter a cura del
nostro ufficio stampa, una nuova avvincente
iniziativa di comunicazione nata per informare
i nostri iscritti e valorizzare il lavoro di tutti i
nostri dirigenti sindacali, che quotidianamente
sul territorio si battono a tutela della categoria. Vi racconteremo le maggiori vertenze del
settore, sia nazionali sia più strettamente locali, ma daremo spazio anche alle storie, agli
approfondimenti, alle interviste e a tutte le notizie e i retroscena del mondo bancario che interessano da vicino i lavoratori.
Lo faremo nel nostro stile: rapido, secco e concreto, per rendervi ancora una
volta partecipi e protagonisti di ogni nostra vertenza.
Lando Maria Sileoni
Segretario Generale della Fabi
www.fabi.it
Fabi, Lando Maria Sileoni, che ha
dichiarato di non essere disponibile a firmare un contratto a costo
zero. «Prendiamo atto che la posizione dell’Abi è cambiata e che,
con il ritiro da parte delle banche
delle pregiudiziali strutturali su
Tfr e scatti di anzianità, il confronto potrà proseguire», ha commentato a caldo Sileoni a margine
dell’incontro. «Andremo a vedere
le carte che le banche avranno
in mano nei prossimi incontri»,
ha aggiunto, precisando che «la
partita del rinnovo del contratto
nazionale è solo all’inizio. Resta
alta sia l’attenzione sia la preoccupazione del movimento sindacale rispetto alla vertenza», ha
avvertito il leader della Fabi. «Vogliamo un contratto che abbia una
forte motivazione sociale a difesa
dell’occupazione con soluzioni
che migliorino l’area contrattuale
e il Fondo per l’occupazione, per
garantire anche nuove assunzioni
stabili di giovani - ha proseguito
Sileoni - Vogliamo, inoltre, un
contratto che preveda un paracadute sociale per tutti quei lavoratori di banche che dovessero malauguratamente fallire. Vogliamo,
infine - ha concluso - recuperare
l’inflazione per confermare il determinante peso politico della nostra contrattazione nazionale».
BANCA ETRURIA, ESUBERI DIMEZZATI
Appena pochi
giorni prima del
commissariamento,
i sindacati hanno
firmato l’accordo
di ristrutturazione
con l’azienda per
mettere in sicurezza
i posti di lavoro: 210
prepensionamenti
volontari e
incentivati nel
triennio e una media
di 38 giornate di
solidarietà, di cui 14
coperte dal Fondo
esuberi. Stavolta
“pagano” anche
i manager, con
un taglio della
retribuzione e dei
costi di governance
S
i conclude senza licenziamenti la vertenza
Banca Etruria, con la
firma da parte di azienda e sindacati dell’accordo di
ristrutturazione aziendale, arrivata pochi giorni prima del
commissariamento dell’istituto. Un’operazione che ha consentito di mettere in sicurezza
i posti di lavoro e sul quale la
Fabi ha chiesto precise garanzie
ai commissari. «Vigileremo affinché l’accordo sia rispettato e
ci opporremo a qualsiasi eventuale nuovo piano esuberi», ha
detto Giovanni Lorito, coordinatore Fabi di Banca Etruria.
L’istituto aveva avviato la procedura lo scorso 22 dicembre
per risanare i conti, dopo aver
registrato sofferenze per 2 miliardi e incagli per 800 milioni.
Per raggiungere l’obiettivo di
riduzione dei costi del personale di 32 milioni nel triennio,
sono state concordate misure
che non avranno impatti traumatici sull’occupazione, una
pregiudiziale posta dai sindaca-
OLTRE 130 ANNI DI STORIA
> La Banca Popolare dell’Etruria
e del Lazio, in breve Banca
Etruria, nasce da numerose
fusioni e incorporazioni
tra banche popolari più che
centenarie. Il nucleo storico
è rappresentato dalla Banca
Mutua Popolare Aretina, fondata
il 5 gennaio 1882
ti sin dall’inizio della trattativa.
L’intesa prevede, infatti, 210
prepensionamenti entro il
2019, ma solo su base volontaria e incentivata, contro gli
interventi inizialmente previsti
dall’azienda su un totale 410
posizioni lavorative. È stata poi
negoziata una media di 38 giornate di solidarietà nel prossimo
triennio, di cui 14 pagate al 60%
dal Fondo esuberi di categoria,
tenendo conto anche della fascia di reddito dei dipendenti.
Nelle giornate di sospensione
dell’orario di lavoro, quindi, i
lavoratori percepiranno oltre
la metà del proprio stipendio.
Sono state inoltre previste,
come rivendicato dai sindacati, misure di contenimento dei
costi di governance e del management. Nel triennio, i top manager della banca subiranno un
taglio alla propria retribuzione
che oscillerà tra il 10 e il 15%,
mentre l’entità della riduzione
sulle spese di governance delle
società del gruppo ammonterà
al 50% e sarà oggetto di moni-
toraggio attraverso un tavolo
congiunto azienda-sindacati.
Tra gli altri interventi sul costo
del lavoro, infine, è stata stabilita la fruizione obbligatoria di
ferie, banca ore e giorni di festività soppresse arretrati e l’accoglimento, nel triennio, fino
a un massimo di 120 richieste
di part time. Se d’altra parte il
numero di domande d’esodo
dovesse superare la soglia delle
210 concordate, le giornate di
solidarietà dei lavoratori verranno ridotte, così come le altre
misure di contenimento dei costi del personale. Da notare che
la procedura avviata da Banca
Etruria non rientra tra quelle
su cui vige il blocco delle relazioni sindacali, disposto a livello nazionale dopo la rottura
con Abi sul contratto, dato che
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aveva caratteristiche di urgenza e c’era il rischio che, senza
un confronto con i sindacati,
venisse applicata la legge sui
licenziamenti collettivi. «Attraverso questo accordo – ha sottolineato Lorito - siamo riusciti
a dimezzare gli esuberi, ottenendo che le uscite avvenissero
solo in forma volontaria e incentivata, e soprattutto abbiamo garantito il mantenimento
dei posti di lavoro, nonostante
le difficilissime condizioni di
mercato». «Abbiamo preteso
– ha aggiunto Mauro Scarin,
segretario nazionale Fabi - che
i sacrifici per risanare i conti
dell’azienda fossero condivisi
anche dal management, negoziando un taglio della loro
retribuzione. È giusto che coloro che hanno portato la banca
in questa situazione paghino
in prima persona. Infine - ha
concluso - siamo riusciti a garantire il mantenimento della
contrattazione integrativa, una
delle voci sui cui l’azienda era
fortemente determinata intervenire».
LA CRISI
E IL COMMISSARIAMENTO
> Travolta dalla crisi che ha
fatto lievitare esponenzialmente
le sofferenze su crediti, è stata
commissariata dal Governo, su
proposta della Banca d’Italia, lo
scorso 11 febbraio
BCC, AL VIA LE MOBILITAZIONI REGIONALI
Manifestazioni e flash mob sul territorio
contro la disdetta del contratto di
categoria. Il primo sit in si è svolto a
Bologna davanti a Emilbanca e ha visto la
partecipazione di 400 lavoratori. Il 17 e il 27
febbraio fissati altri tre presidi nel Lazio,
in Piemonte e in Lombardia. E poi ancora
iniziative in Puglia e Campania
I
lavoratori del credito cooperativo scendono in
piazza sui singoli territori
per protestare contro la disdetta del contratto nazionale
di categoria che Federcasse
potrà far scattare in qualsiasi
momento a partire dal primo
aprile. Dopo aver fissato la
data dello sciopero generale
al 2 marzo, i sindacati hanno
infatti definito il calendario
delle varie mobilitazioni regionali. I primi a manifestare
sono stati i lavoratori delle
banche di credito cooperativo dell’Emilia Romagna,
che lunedì 9 febbraio, in circa 400, hanno dato vita a un
sit in a Bologna davanti alla
sede di Emilbanca, la Bcc del
presidente della Federazione
emiliana e di Iccrea Holding,
Giulio Magagni. A stretto giro
di posta, sono state stabilite
le date di altri tre sit in regioni strategiche per le banche
di credito cooperativo. Il 17
febbraio, così, si svolgerà un
presidio a Roma, davanti alla
sede della Federazione di Lazio, Umbria e Sardegna, mentre il 23 se ne svolgerà un altro
in Campania, a Battipaglia, e il
27 manifesteranno i lavoratori
delle Bcc del Piemonte e della Lombardia: i primi davanti
alla sede della Bcc di Alba, la
seconda per grandezza dopo
la Bcc di Roma, i secondi di
fronte alla sede della Bcc del
Garda, presieduta dal numero
uno di Federcasse Alessandro
Azzi. Previsto inoltre, anche
se la data è ancora in corso di
definizione, un sit in in Pu-
glia, probabilmente il 2 marzo
a Bari, davanti alla banca del
presidente della delegazione
negoziale delle Bcc, Augusto
dell’Erba, la Cassa rurale di
Castellana Grotte. In Toscana,
invece, i lavoratori saranno in
mobilitazione il 3 marzo. In
tutta Italia, intanto, sono cominciate le assemblee dei lavoratori delle Bcc, indette unitariamente dai sindacati per
condividere con la categoria
tutte le iniziative di mobilitazione, incluso lo sciopero nazionale del 2 marzo, che pro-
seguiranno in tutta Italia fino
al 27 febbraio. «Il territorio
e i lavoratori stanno rispondendo molto attivamente alla
mobilitazione, dandoci pieno
mandato sulle iniziative da intraprendere contro Federcasse, dopo la disdetta unilaterale
del contratto collettivo di categoria», ha commentato Luca
Bertinotti, segretario nazionale della Fabi. «Non accetteremo mai che Federcasse cancelli con un colpo di mano i diritti
dei lavoratori, conquistati in
tanti anni di lotte sindacali e
che rappresentano un tassello
fondamentale della storia del
movimento cooperativo», ha
aggiunto. Ma a bacchettare i
vertici del credito cooperativo
ci ha pensato la scorsa settimana anche la Banca d’Italia.
Il capo dipartimento di vigilanza bancaria e finanziaria
dell’Authority, Carmelo Barbagallo ha, infatti, enunciato i
BANCARI IN PIAZZA
> Il sit in dei lavoratori Bcc a Bologna,
davanti alla sede di Emilbanca
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mali che affliggono il sistema:
dalla debolezza reddituale,
alla crescita dell’incidenza dei
crediti anomali, fino all’inadeguatezza della governance,
caratterizzata dalla presenza
di conflitti d’interesse, scarsa
dialettica all’interno dei board
e inesistenza di contrappesi tra figure apicali. Da qui la
necessità, ribadita da Via Nazionale, di un’autoriforma del
settore che guardi al modello
tedesco o spagnolo.
“
Al via le assemblee
dei lavoratori
che dureranno
fino al 27 febbraio.
Bertinotti:
«Dai lavoratori
pieno mandato
a procedere».
E Bankitalia
bacchetta i vertici
UNICREDIT CONSEGNA UCCMB A FORTRESS
LA FABI: «SUBITO INCONTRO CON I VERTICI»
All’indomani
dell’accordo di
cessione chiesta
una convocazione
d’urgenza:
«Vogliamo avere
adeguate garanzie
occupazionali e
normative per i
700 lavoratori
coinvolti.
L’operazione
dimostra che le
banche italiane non
sanno fare sistema»
I
sindacati hanno chiesto un incontro urgente con Unicredit dopo
la
formalizzazione
dell’accordo di cessione di
Uccmb, il ramo d’azienda
addetto alla gestione dei
crediti anomali, a Fortress.
L’intesa prevede la vendita al fondo americano
dell’intera partecipazione
di Unicredit in Uccmb e di
un portafoglio di sofferenze di 2,4 miliardi, oltre alla
firma di un contratto strategico per la gestione dei
Fabinews
Periodico mensile in attesa di registrazione
Proprietario ed editore: Fabi
Federazione Autonoma Bancari Italiani
Direttore responsabile: Lando Maria Sileoni
crediti deteriorati attuali
e futuri di piccola e media
dimensione. «Chiediamo a
Unicredit un incontro urgente per avere adeguate
garanzie occupazionali e
normative di lungo periodo per tutti i 700 lavoratori
coinvolti nella cessione»,
ha dichiarato Marco Muratore del coordinamento
Fabi Unicredit con delega
a Uccmb. «Esprimiamo,
inoltre, tutta la nostra contrarietà rispetto a un’operazione che consegna nelle
A cura di: Flavia Gamberale
Progetto grafico e artwork: Lucia Carenini
Ricerca iconografica: Giuditta Romiti
Sede legale e redazione: via Tevere 46, Roma
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mani di un fondo speculativo un’area strategica per
il gruppo, tra l’altro proprio
in un momento in cui si
stanno delineando soluzioni comuni per la gestione
del credito deteriorato. Ciò
dimostra ancora una volta
- ha concluso - l’incapacità
delle banche italiane di fare
sistema».
NELLA TORRE DAL 2012
> La UniCredit Tower, nuovo
quartier generale del gruppo,
inaugurato a Milano poco più
di due anni fa
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