Anno XXXV n. 4 Ottobre/Dicembre 2015

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Anno XXXV n. 4 Ottobre/Dicembre 2015 - Spedizione in abbonamento postale comma 20/C Art. 2 · Legge 662/96 · Aut. Dir. Poste Bari
Missionari nostri
sommario
eco delle missioni dei
cappuccini di puglia
Editoriale
ANNO XXXV n. 4 - Ottobre/Dicembre 2015
Senso del Natale
•฀ Natale:฀Dio฀ha฀sei฀miliardi฀di฀volti
Esperienze
Con approvazione dell’ordine
Registrato al. n. 346 Decreto del tribunale di Bari
in data 28 marzo 1968
Direttore
Ruggiero Doronzo
Redattore responsabile
Antonio Imperato
Impaginazione e stampa:
Grafica 080 Modugno (Bari)
Il bollettino si spedisce ai benefattori e simpatizzanti
della Missione e a chiunque lo richiedesse.
•฀ Padre฀Francesco฀Monticchio,฀
Cappuccino semplice dal cuore
grande
•฀฀Un’esperienza฀di฀fede฀e฀di฀amore
•฀฀Un฀viaggio฀diverso
•฀฀«Donna,฀chi฀cerchi?»
Necrologio
Progetti
•฀฀Insieme฀con฀Giorgia
editoriale
Carissimi amici, è l’ultimo numero di Missionari Nostri per
quest’anno che ormai volge al termine.
In ogni numero avrete potuto leggere vari articoli, sofermarvi su foto di volti, bianchi e neri, di alcuni missionari, di
tanti volontari, collaboratori e amici.
È questo il segretariato.
Gente diversa per estrazione culturale e scelte di vita, ma uniti da un sentire comune: la voglia
di esserci, di sentirsi accanto a singoli e popoli spesso lontani, cercando di coinvolgersi nella
vita, nelle vicende, nella storia di uomini e donne provate dalla vita. Un mio carissimo amico di
Giovinazzo, Francesco, ripete spesso che “quando aiutiamo i nostri fratelli del Mozambico, restituiamo ciò che la storia ha tolto loro, spesso con la violenza e la soprafazione. Non sentiamoci
salvatori…”
Insomma, credo che il dono che abbiamo ricevuto con la natività del Signore è proprio quello
di un Dio che si fa prossimo con l’Uomo, per arricchirlo, per umanizzarlo per spingerlo ad una
santità vissuta nel quotidiano sentire ed operare; ci indica che la costruzione di un mondo più
fraterno, più giusto, in sintonia con il creato non è utopia, ma una meta da raggiungere attraverso
la “convivialità delle diferenze” di don Tonino Bello e la “Chiesa in uscita” di Papa Francesco.
Da quando i miei superiori mi hanno aidato questo compito di animazione missionaria, la parola che aiora spesso sulla mia bocca e ancor più nel mio cuore è GRATITUDINE, GRAZIE!
Grazie a tutte le persone che non ci sono più, i tanti nostri benefattori defunti; grazie a tutti gli
amici vecchi e nuovi, ai fratelli missionari che donano la vita con fede e adesione al Vangelo.
Grazie in particolare a tutti i giovani che si sono afacciati al mondo missionario, che lo hanno
toccato e respirato con le loro esperienze. Grazie a Carminuccio di Terlizzi, che sta realizzando il
suo sogno di mettersi al servizio delle nostre missioni per un periodo della sua vita, rinunciando
a tante certezze.
Grazie a voi, carissimi amici, che ci sostenete e credete nella solidarietà che nasce dal rispetto
della dignità di ogni essere umano, per i vostri sacriici, per la vostra condivisione.
Con il vostro aiuto, la vostra intelligenza, il vostro cuore noi del Segretariato possiamo continuare
a porci alla sequela del Maestro, che è nato, morto e risorto per noi!
Buon Natale
• Per collaborare alla formazione di giovani Mozambicani aspiranti al sacerdozio;
• Per sostenere le Missioni e i loro progetti sociali
• Per qualsiasi altra informazione rivolgersi al:
SEGRETARIATO MISSIONI ESTERE CAPPUCCINE
Via Crociisso 54 | 70054 Giovinazzo (BA)
Via San Francesco, 78 Scorrano (LE) | Cell. 3423214796
Conto Corrente Postale: 001018318418 - IBAN: IT 11 D 07601 04000 001018318418
E-mail: [email protected] | segretariato missioni giovinazzo | www.missionarinostri.it
Natale: Dio ha sei miliardi
di volti
Una riflessione sul senso del Natale di don Mimmo Battaglia, da anni impegnato nelle comunità terapeutiche. Un
presepe fatto da chi ha perso il lavoro, dal disabile, dal sieropositivo.
don Mimmo Battaglia
Senso del Natale
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Quest’anno il mio Presepe è ancora vuoto. C’è
il paesaggio, il iume, il cielo e la grotta con
la natività, e nient’altro. Non è esattamente
vuoto, più che altro è spopolato. Non ci sono i
pastori, gli zampognari, le pecorelle, gli angeli.
Solo un paesaggio e un bambino con la sua
famiglia. Un vuoto da riempire: troppo silenzio, troppa solitudine. E non ho più i pastori, li
avrò smarriti? chissà … ; e, allora, quest’anno
decido io chi mettere nel mio presepe, davanti
a quella grotta, in cammino verso quel neonato. Mi piacerebbe che tutti i miei personaggi,
in un modo o nell’altro, somigliassero a quel
bambino, che avessero il suo volto; ma non è
facile scegliere: Dio ha sei miliardi di volti. E
quel bambino mi issa l’appuntamento dinanzi a quei volti. L’itinerario per arrivare a lui
passa attraverso tutte le strade del mondo e
soltanto “perdendo tempo” con quei volti ho
la certezza di giungere puntuale dinanzi a lui.
È sempre così.
E allora scelgo volti, quelli che Lui stesso ha
trovato somiglianti a sé, volti che hanno fame,
che hanno sete, volti nudi, volti forestieri, volti
malati, carcerati. E mi ci metto anche io, perché se è nato in una stalla non si scandalizzerà
di me, della mia miseria. I volti dei potenti no,
non ce li metto nel mio presepe: volti sicuri,
rezza di una madre che le restituisce il senso
della sua vita. Metto nel mio presepe, ancora,
il volto forestiero. Non vi scandalizzate, il mio
forestiero si chiama Marco, è italiano. Emigrato a Londra perché il laboratorio in cui faceva ricerca non lo pagava più. Paga un aitto
sempre troppo caro e il prezzo di una nostalgia
scavata nel cuore. Non c’è una mattina in cui
non scopra l’amarezza di svegliarsi lontano
dalla sua casa, dai suoi amici, dai suoi fratelli,
dalla sua ragazza. Come ogni altro straniero
qui in Italia! Porta verso quella grotta la sua
vecchia borsa piena di sogni e un curriculum
non letto.
Sulla sua carrozzina, nel
mio presepe, ci metto il
volto di Maurizio. Ma
ci vuole qualcuno che
spinga la carrozzina,
così scelgo il volto di
Francesco, un ragazzo
sieropositivo. Maurizio
Papa Francesco che ha accettato con
dignità la sua malattia,
Francesco che non si rassegna e vuole riempire
di senso il tempo che gli è dato. Si spingono a
vicenda verso quella grotta, l’uno con le braccia, l’altro con l’anima. Attraversano dolori e
giudizi, paure ed esclusioni, superano insieme
barriere architettoniche e pregiudizi per raggiungere il tenero sguardo di quel bambino,
per abbandonarsi tra le sue piccole braccia,
per specchiare i loro mali nella sua santità.
Perché c’è qualcosa di Dio in ogni uomo, c’è
santità in ogni vita. Ci metto, inine, anche il
volto di Giovanni, sedici anni e una condanna
di omicidio sulle spalle. Giovanni che si porta
appresso il suo dolore tra carceri e tribunali,
che un giorno ha voluto liberare la sua famiglia dal mostro che la divorava, Giovanni che
sa che deve pagare per questo. Giovanni che
ha attraversato l’inferno ed ora è solo con il
suo passato e fantasmi troppo ingombranti da
far tacere. Che cerca in quella grotta una via
per sentirsi ancora libero, ancora vivo. Che
cerca da quel bambino il perdono che nessun
altro può dargli. Guardo il mio presepe ora,
cerco nel cuore delle cose, in fondo alla speranza. Fisso gli abissi del cielo e poi gli abissi
del cuore. Mi accorgo che manca ancora qualcosa: ci metto anche il volto di angeli. Non va
Il Natale spesso
è una festa rumorosa:
ci farà bene stare un po’
in silenzio, per sentire
la voce dell’Amore.
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Senso del Natale
forti, vincenti; quelli, comunque, non si metterebbero in cammino, ricordate Erode? So
bene che in questo mondo comandano i più
forti, che Erode siede sempre su un trono di
morti, che la vita è avventura e pericoli, di
strade e di esilio, ma so che dietro a questo c’è
un ilo rosso il cui capo è saldo nelle mani di
Dio. So che il denaro comanda, ma so anche
che non è il denaro il senso delle cose.
Compongo così il mio presepe.
Ci metto quel volto che ha fame, Caterina,
una mamma che ha perso il lavoro. Porta in
braccio e per la mano i suoi igli, da sfamare
con i pacchi del banco
alimentare, da mandare a scuola, vestire, in
cammino verso quel
bambino che piange per
la fame, verso quell’altra
mamma che deve dare
da mangiare … Anche
Dio viene come un bambino: un neonato non
può far paura, si aida
alle mani della madre, vive solo se qualcuno lo
ama. Così le madri fanno vivere i propri igli,
li nutrono di latte e di sogni, ma prima ancora
di amore. Ci metto, poi, il volto di chi ha sete,
Steven, ugandese di sette anni che ogni giorno
fa cinque chilometri a piedi: la strada dal suo
villaggio al pozzo più vicino, portando taniche
gialle sulle strade di polvere rossa, chè l’acqua,
quella buona, l’hanno presa gli europei per annaiare le loro piante di tè. In cammino anche
qui con le sue taniche, nel mio presepe, verso
quel bambino che sarà acqua viva, che smorza
la sua sete con le sue lacrime.
Ci metto quel volto nudo di Marja, che passeggia di notte, piena di timore, sui viali di Bologna come un tempo passeggiava spensierata
per le strade di Tirana. Nuda, per vendere
un corpo che non le appartiene più, schiava;
nuda della propria dignità di donna e di madre, della propria libertà. Nuda per il piacere
di uomini, nuda per il guadagno di altri uomini. Nel mio presepe sta in una strada migliore,
che la porta verso una casa, a ritrovare sogni e
speranze nella famiglia che non ha, dove l’uomo è un padre giusto, un falegname, un uomo
nuovo che conosce l’amore e la dolcezza. E,
soprattutto, il rispetto della dignità, e la tene-
Senso del Natale
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bene un presepe senza angeli: Dio non invia
soldati, ma angeli dentro l’umile via del sogno,
e non per risparmiare ai suoi il deserto o l’esilio, ma perché non si arrendano in mezzo al
deserto, non si rassegnino all’esilio. E allora
metto angeli veri, donne e uomini benedetti
dal Padre nostro, quelli che danno da mangiare, da bere, che visitano, lottano per i diritti e
la dignità. Quelli che amano. I volontari che
curano le mense, quelli che costruiscono pozzi e legami d’amicizia, quelli che si prendono
cura, che portano coperte e pane sulle strade
delle metropoli e sulle spiagge di Lampedusa, i
medici che lasciano i loro poliambulatori nuovi
di zecca per curare malati senza diritti e senza
soldi in ospedali di guerra, quelli che amano la
pace, che vivono con
dignità, che sono fedeli
alla propria vocazione
nella storia, quelli che
non scendono a compromessi, che non si vendono per nessun piatto di
lenticchie. Quelli che ci
sono sempre. Gli angeli!
Eccolo il mio presepe:
si è popolato. Pensavo non ci fosse nessuno e
invece lo scopro pieno di un’umanità bella,
di donne, uomini e bambini senza risposte e
senza certezze, di un’umanità provata ma viva
che non può fare altro che abbandonarsi al
mistero, cercare la Verità e la Vita nella luce
di una stalla, tenue ma molto più luminosa di
ogni illusione umana, e scaldarsi al fuoco della
Speranza. Ed è su quella luce che, in questo
Natale, isso il mio cuore. E da lì, riparto!
Il Natale non è soltanto una ricorrenza temporale oppure un ricordo di una cosa bella. Il
Natale è di più: noi andiamo per questa strada
per incontrare il Signore. Il Natale è un incontro! E camminiamo per
incontrarlo: incontrarlo
col cuore, con la vita; incontrarlo vivente, come
Papa Francesco Lui è; incontrarlo con
fede. Ma occorre avere il cuore aperto. In questo cammino verso
il Natale ci aiutano alcuni atteggiamenti: la
perseveranza nella preghiera, pregare di più;
l’operosità nella carità fraterna, avvicinarci un
po’ di più a quelli che hanno bisogno; e la gioia
nella lode del Signore. Dunque: la preghiera,
la carità e la lode, con il cuore aperto perché il
Signore ci incontri.
Cerchiamo di vivere
il Natale in maniera
coerente col Vangelo,
accogliendo Gesù al
centro della nostra vita.
Fr. Domenico Maria Mirizzi Ofmcap dottore in Teologia biblica (Urbaniana, Roma 19.10.2015). Auguri!
Fra Domenico M. Mirizzi, missionario in Mozambico, lunedì 19 ottobre 2015 ha conseguito il dottorato in Teologia
biblica presso la Pontiicia Università Urbaniana di Roma.
La sua ricerca aveva per oggetto i testi del Vangelo di Luca
in cui Gesù interpreta le Scritture veterotestamentarie.
Fra Domenico insegna già da alcuni anni ai futuri sacerdoti nel Seminario di Maputo, e nel messaggio conclusivo ha
dichiarato di aver voluto portare a termine il suo percorso
di specializzazione per dedicarsi in modo ancora più qualiicato al servizio della Chiesa mozambicana.
Buona missione fratello Domenico!
Cappuccino semplice
dal cuore grande, missionario
in Mozambico per 28 anni
Intervista a Padre Francesco Monticchio
Floriana Benegiamo
Era il 18 Agosto del 1970 quando arrivai
all’aeroporto di Quelimane, capoluogo della
Zambézia, (regione centrale del Mozambico)…» inizia così il racconto di una
missione durata 28 anni che vede protagonista
un semplice frate e il suo grande cuore.
Parliamo con Padre Francesco Monticchio, frate dell’Ordine dei Frati Minori
Cappuccini di Campi Salentina (Puglia).
Dopo un abbraccio di benvenuto, e dopo averci mostrato il suo sito Pacebenemondo.it in cui
racconta i momenti più belli del suo cammino
cristiano, padre Monticchio inizia a raccontare una storia che parte da lontano, dagli anni
60, e ci conduce in una parte di mondo remota
da noi, dalle nostre usanze e abitudini, ma insieme ricca di vita e di prospettive. É la storia
di un›esperienza di grande umanità e
intensità, quella che leggiamo negli occhi scuri di padre Monticchio, così vivi
e mobili mentre inizia a rispondere alle
nostre domande.
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Iniziando dai primi anni del tuo noviziato e
Padre Francesco con alcuni ragazzi della Gi.fra.
Esperienze
«
Padre Francesco Monticchio
del tuo cammino francescano, qual è stata la
tua prima igura di riferimento, che ti avviò
all’interno della dimensione missionaria?
«Nell’Agosto 1959 a 17 anni avvenne per me un incontro importante, mentre ero con altri frati miei compagni
di noviziato ad Alessano. La prima immagine che ricordo di questa persona è quella di un frate bassino, con la
faccia rotonda, serena, un sorriso sfuggente sul suo viso,
gli occhi chiari, trasparenti, lucidi, l’abito rattoppato,
un “centopezze”, ma pulito, composto, ispirava un’aria di grande serenità. Era Padre Carlo Patano da Triggiano, il padre guardiano del
convento e ci diede il benvenuto. Ricordo ancora oggi quanto quel suo abito pulito
e rattoppato che solo lui indossava mi
pungolava il cuore e mi incuriosiva; la
sua sobrietà nell’uso delle cose, la sua
povertà ed essenzialità le compresi solo molto
tempo dopo quando ebbi la possibilità di confrontare la
sua vita con l’ideale francescano di una povertà di cose e con la libertà del cuore
che essa dona».
Esperienze
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La tua missione in Mozambico quindi ha inizio negli anni ’70?
«Sì era il 1972 quando arrivai a Luabo, una cittadina
industriale, sede della Sena Sugar Estates, sul iume
Zambezi e a 70 Km dalla sua foce. Era la mia
prima missione. Quel giorno noi giovani missionari, eravamo in 7, ci eravamo dati appuntamento per
discutere sul rinnovamento del quadro dirigente della
missione che sarebbe avvenuto dopo qualche settimana
e per mettere a punto un programma nuovo per la missione. E fu lì che conobbi un’altra igura
molto importante e punto di riferimento durante la mia esperienza, Padre
Prosperino Gallipoli da Montescaglioso o semplicemente “Pro”. Ascoltavo da lui storie di
soprusi, avventure vissute con i coloni portoghesi e con
la gente mozambicana, il suo invito forte a non
accettare una situazione di secolare
sudditanza, a reagire allo “status quo”,
per far sentire che qualcosa poteva cambiare. Il missionario deve essere coscienza critica,
deve essere chiesa per tutti. Ascoltavo, vedevo con gli occhi, aprivo il mio cuore e imparavo giorno
per giorno».
Quali furono i sentimenti e le impressioni suscitate in te dal primo approccio con una realtà così diversa?
«La missione aveva il suo ritmo, bastava inserirsi. Si
girava per le scuole, si analizzava il proitto scolastico
degli alunni, gli insegnanti-catechisti ci chiedevano di
fare le cerimonie pre-battesimali ai bambini e spesso
ci sentivamo impacciati davanti a quei marmocchi che
sapevano dire a memoria il Pai Nosso (Padre nostro) e
L›Ave Maria. Stare a contatto con quella gente ci fece
imparare da subito a rispettare gli Akulu (anziani)
per la loro grande esperienza di vita.
Avevamo imparato ad ascoltare, perché il discorso si nutre di circolarità:
avvertivamo il forte senso comunitario
del popolo bantu e così apprendemmo
da loro la sapienza popolare racchiusa
nei proverbi. “Mwendo ubodzi hunabvina
gunthe tayu: con una gamba sola non si
può danzare”, questo proverbio ci diceva tutto».
C’è un episodio in particolare che per primo ti
pose davanti alla bellezza e diversità di quella
gente?
«Ce ne sono tanti in realtà, ma tra i primi ne ricordo
uno in particolare. Era il mio primo giorno di guida in
Mozambico, dovetti accompagnare Padre Cherubino a
Morrumbala con la jeep di Padre Patano. L’andata fu
facile, ma al ritorno inilai un’altra strada perdendomi
nella foresta. Ad un certo punto andai fuori pista e la
corsa inì in un fossato. Mi assalì la paura di passare
una notte intera nella jeep, ma presto arrivarono quattro
persone portandomi cibo e da bere. L’indomani vennero
insieme a donne e bambini per sollevare la jeep e aiutarmi a uscire dal fossato, mentre io provavo meraviglia e ammirazione per la tanta benevolenza e ospitalità di questa gente che
non mi conosceva afatto. Io non li rividi più.
Ma qualcosa era successo in me. È stato un evento che ha segnato la mia vita e le mie
relazioni con la gente! “Ora conosci il
sapore della ospitalità africana! Non
dimenticare mai il regalo che ti hanno
fatto: le parole della loro lingua e i gesti
del loro cuore!”, così Padre Prosperino
commentò l’episodio, che deinì il mio battesimo
Africano».
I primi anni della tua missione coincidono
anche da un punto di vista politico con quelli che anticiperanno poi l’autoproclamazione
dell’indipendenza del Mozambico il 25 Giugno 1975. Qual’era il ruolo che ricoprivate voi
missionari in un clima di tale fervore?
«In quegli anni noi come missionari cercavamo cammini e soluzioni ainché la vita
diventasse più umana, più vivibile e meno
Padre Francesco in terra di missione
dell’analfabetismo e quindi del sottosviluppo.
Fu così che proprio a Luabo nacque l’associazione culturale del Nomi, a Chinde nacque
il Matugumano, a Derre il Kuyanjana, tutti
cammini e associazioni aiancati da frati cappuccini. Nacquero chiese, scuole, radio, ospedali e, più di tutto, nuclei di comunità cristiane
ministeriali capaci di gestire se stesse».
Era dunque un’immagine di presenza missionaria aggiornata, che si confrontava con un
realtà che stava cambiando velocemente. Cosa
successe invece dopo l’indipendenza del 1975?
«Le utopie delle nuove formazioni politiche e dei gruppi
di pressione durarono poco più di un anno e furono cancellate dalla “marcia trionfale” del futuro presidente del
Mozambico Samora Moisés Machel, che agì come un
colpo di spugna. Dal primo discorso al popolo nel nord
del Mozambico cominciò la caduta libera
della speranza e l’imposizione di una
“realpolitik” marxista-leninista. Non
vi era più spazio per la libertà. Le aggregazioni politiche e i movimenti che utopicamente sognavano una nuova politica ridisegnata per un nuovo popolo
che si afacciava alla storia dei popoli liberi, si sciolsero come neve al sole davanti alle vere intenzioni dei
nuovi signori del popolo. Furono anni diicili,
in cui fummo testimoni diretti di tanta
crudeltà, di persecuzioni dettate da un
ideale sbagliato, durante i quali anche
tre miei fratelli furono massacrati e uccisi. In quegli anni però non venne mai meno
il nostro entusiasmo di fare, e il
desiderio di testimoniare con la
parola e con i fatti l’amore perfetto, pieno e incontaminato di Dio».
Ora che il Mozambico, dopo le elezioni del 1994, è guidato da un governo
democratico, e l’intera popolazione è
inalmente libera dall’oppressione di
ogni partito estremista, torna ad afacciarsi una nuova paura … con i jihadisti dello Stato Islamico dell’Iraq e della
Siria (Isis). Alla luce degli ultimi tragici
avvenimenti, qual è il tuo pensiero da
uomo cristiano?
«La guerra purtroppo detta le sue leggi inumane. Una volta un militare mozambicano
mi disse: quando noi facciamo le retate siamo
100 uomini e occupiamo 2.000 metri di fronte,
ogni cosa che si muove può essere un
nemico che mi ucciderà e prima che mi
uccida lui dovrò farlo io. Questa purtroppo è la legge della guerra di sempre, non si tratta soltanto delle guerre
africane che oggi stiamo vivendo o delle
guerre arabe.
È un vero dramma quando l’uomo fa
male ad un’altro uomo. Però in tutto
questo scenario di violenza voglio sempre avere un pensiero positivo: la pace
vincerà! Forse mai come adesso c’è
bisogno dell’impegno umano, sociale, cristiano, politico di portare subito
attorno a un tavolo coloro che usano
la guerra e la violenza per farsi spazio
nella storia. Alla ine ogni guerra inisce sempre
intorno a un tavolo. Il tavolo delle trattative
… e della speranza!”
n
9
Esperienze
attanagliata dalle necessità primarie. Spesso le autorità coloniali ci creavano problemi
perché erano troppo insospettite per la nostra
continua presenza nei villaggi e per una evangelizzazione che rendeva troppo coscienti le
persone del loro stato di bisogno e delle cause
del loro sottosviluppo. Utilizzavamo il metodo dell’alfabetizzazione di Paulo Freire e della
coscientizzazione dell’uomo per condurlo alla
lettura della sua situazione e renderlo capace
di adoperare i mezzi per uscirne. Era questa
la via più giusta per rompere il circolo vizioso
Un’esperienza di fede e di amore
don Vito Castiglione Minischetti
L
Esperienze
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e motivazioni che mi hanno spinto a
fare per la seconda volta, tra luglio e
agosto u.s., e per un mese, un’esperienza in terra mozambicana sono
diverse: innanzitutto la mia personale vicinanza alla vita della fraternità cappuccina missionaria, ed in particolare al mio parente-zio P.
Leone Innamorato, da quasi cinquant’anni
nella Zambesia; poi nel mio quindicesimo
anno di consacrazione sacerdotale, era giusto
e doveroso, citando papa Francesco: “dedicare
un po’di tempo per recuperare la serena armonia con
il creato, per rilettere sul nostro stile di vita e i nostri
ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e
in ciò che ci circonda, e la cui presenza non deve essere
costruita, ma scoperta e svelata”;1 ed inine, imparare a vivere meglio il sacerdozio in Africa, in
un luogo dove credi solo di poterti mettere a
disposizione, fare qualcosa di concreto ed invece ti ritrovi sempre spiazzato, impotente,
ferito, provocato e illuminato dalle tante miserie toccate con mano. Queste povertà ti arricchiscono della presenza di Dio contemplata
nei migliaia di volti incontrati in quei giorni
di grazia e sono un momento di riscoperta del
dono della fede e della vocazione ad essere
pastore secondo il cuore di Dio. Un’autentica
esperienza di amore e di grazia!
L’itinerario mozambicano, vissuto insieme alle
nostre guide: P. Antonio Imperato, l’Avv. Vanni Serio e le nostre preziose guide P. Mimmo
Mirizi, Fra Antonio Triggiante e gli altri frati
cappuccini, è stato caratterizzato da una conoscenza del territorio (da Maputo, Inhambane,
Beira, Gorongosa, Quelimane e nuovamente
Maputo), e dei diversi progetti che cercano di
portare avanti ogni giorno.
Sono tanti i momenti che potrei raccontare tra
gli ammalati, anziani, bambini, famiglie, istituti, scuole comunitarie, villaggi e le comunità… anche assiepate alla discarica di Maputo.
Un momento in particolare mi ha fatto sentire
un forte scossone nell’animo. Eravamo alla
1 Francesco, Lett. Enc. Laudato Si’, 225
Don Vito e Padre Leone
mensa “San Francesco” tra i poveri di Quelimane, ragazzi, bambini con segni di malnutrizione, anziani, disabili che aspettavano seduti
il loro unico piatto di riso con un po’ di carne e mezza patata: sicuramente l’unico pasto
della giornata! Ad un tratto ho visto un piccolo bimbo, che ansimante, tendeva le mani ai
piatti già pronti sul tavolo ed ho percepito un
forte e deciso richiamo da parte dei presenti
che mi sollecitavano ad esercitare il mio ruolo
di sacerdote. A me veniva chiesto di impartire
la santa benedizione al pasto e di tralasciare
gli scatti fotograici e il servizio alla mensa. Benedire il pasto!… Una vera grazia per chi non
vive nella società occidentale, dove spesso e
volentieri si getta anche il cibo. Sembrava che
mi dicessero: «Ti vuoi muovere a fare il tuo
dovere? Dacci il nostro pane quotidiano!» Io
pensavo al cibo materiale per loro, loro pensavano al Pane della Vita prima di riempire il
11
Don Vito in visita all’orfanatroio di Maputo (progetto 22)
l’autoreferenzialità, è la radice che rende possibile ogni
cura per gli altri e per l’ambiente, e fa scaturire la reazione morale di considerare l’impatto provocato da ogni
azione e da ogni decisione personale al di fuori di sé.
Quando siamo capaci di superare l’individualismo, si
può efettivamente produrre uno stile di vita alternativo e diventa possibile un cambiamento rilevante nella
società”.2 Amen.
2 Ibid, 208
Un viaggio diverso
Carissimo fra Antonio,
sono felice di aver vissuto questo viaggio in
Mozambico. Sono un viaggiatore fai da te, negli anni ho visitato diversi luoghi per la mia
sete di scoperta di abitudini, culture e usi degli
altri popoli lontani dal territorio in cui vivo.
Devo confessarti che questo viaggio mi ha dato
la possibilità, più degli altri, di vivere intensamente il quotidiano.
Come posso dimenticare i villaggi sperduti
nelle foreste, lontani anni luce dalle pseudo
civiltà occidentali, e il popolo Mozambicano,
che in queste terre remote vive un rapporto
così intenso con la natura “madre terra”, dove
la giornata tipo è scandita solo dal sorgere del
sole sino al suo tramonto, dove i bambini, se
va bene, nascono su delle foglie di banano, per
Vanni sulle strade di Quelimane in bici-taxi
Vanni Serio
Esperienze
loro stomaco. Tanto stupore nei miei occhi e
gratitudine a Dio. Mi sono sentito veramente ediicato, collaboratore di Dio, dei frati
e di tutti i missionari nell’opera di annuncio
del Vangelo. In fondo è proprio di questo, che
principalmente necessita il povero del Mozambico e l’uomo delle nostre città: Gesù Cristo!
Un decisivo beneicio che ho ricevuto, mi è
stato dato dalla condivisione di giornate di
preghiera e di austera vita fraterna nella comunità di Morrumbala con P. Leone Innamorato, uomo povero e pieni di Dio. Sempre vicino ai cristiani delle sue comunità, ha tradotto
l’intera Bibbia nelle lingue locali e nei villaggi
più sperduti delle foreste della zona porta l’istruzione elementare, grazie alle scuole comunitarie.
Concludo con un monito che traggo dall’ultima Enciclica di papa Francesco, che ha fatto da leitmotiv nell’esperienza africana ed in
questo mio modesto scritto e testimonianza
di quei giorni benedetti: “È sempre possibile sviluppare una nuova capacità di uscire da sé stessi verso
l’altro. Senza di essa non si riconoscono le altre creature
nel loro valore proprio, non interessa prendersi cura di
qualcosa a vantaggio degli altri, manca la capacità di
porsi dei limiti per evitare la soferenza o il degrado
di ciò che ci circonda. L’atteggiamento fondamentale
di auto-trascendersi, infrangendo la coscienza isolata e
Noi frati Cappuccini di Pugl
e del Mozambico a
carissimi amici
Buone
lia, i Missionari dell’Albania
auguriamo a tutti,
i e benefattori,
Feste!
Esperienze
14
poi essere allevati tra cielo e terra.
Grazie mio caro amico per tutto ciò che mi
hai regalato in questi giorni, grazie per avermi
fatto conoscere e vivere la carità e la vita dei
missionari, il loro coraggio, la dedizione verso
gli ultimi con encomiabile abnegazione.
Come posso dimenticare Frate Leone in Morumbala, igura di alto prestigio ecumenico,
che ha dedicato e dedica tutto se stesso all’istruzione dei bambini sperduti nelle foreste e
non solo. Frate Antonio Triggiante in Quelimane con i suoi molteplici progetti opera ogni
giorno a stretto contatto del popolo... non sto
qui ad elencare tutti coloro che ho conosciuto,
ma sono a tutti grato perché da ognuno ho potuto rubare pillole di saggezza che porterò nel
mio cuore SEMPRE.
Spero di poter condividere con i miei amici
questa fantastica esperienza, augurandomi di
poter trasferire loro con il mio bagaglio visivo
e fotograico lo spirito missionario!! GRAZIE.
Vanni presso le Scuole Comunitarie di Derre
Dal 9 settembre scorso i frati della Provincia di Puglia hanno
riaperto la casa di S. Maria Maddalena a Tarabosh, Scutari (Albania)
«DONNA, CHI CERCHI?»
Pier Giorgio Taneburgo
Una domanda, tante risposte
Ogni qualvolta rileggiamo la pagina di Giovanni evangelista, in cui Maria di Magdala
vede Gesù risorto e il suo sepolcro vuoto, ci
viene incontro la parola inchiodante e semplice di nostro Signore: «Chi cerchi?».
Anche noi frati missionari, arrivati a Scutari al
principio dell’autunno, ci siamo fatti interrogare senza opporre resistenza. Sì, poiché partire e andare in una terra straniera non è altro
che un modo sincero, immediato, per cercare
un’autentica e coerente risposta a questa domanda. Una vita consacrata senza più domande o ricerca non è vita felice e neppure consacrazione felice. Queste parole del Risorto più
Grazie a Dio, a S. Francesco ed ai frati Cappuccini il sogno si è realizzato: dopo anni il
convento di Tarabosh riprende vita e vitalità. Oggi con la S. Messa celebrata nella
chiesa di S. Maria Maddalena ho benedetto
i frati presenti, ringraziandoli e augurando
Buona Missione francescana. Vi benedico
tutti.
P. Angelo Massafra ofm,
Arcivescovo di Scutari-Pult
Un cantiere aperto
I primi passi - si sa - sono sempre un po’ titubanti e Qualcuno ha avuto davvero molta
pazienza per le nostre lentezze, soprattutto per
le mille e mille preoccupazioni. Così sinora è
stato con la presenza in casa di operai di ogni
genere: muratori, piastrellisti, intonachisti,
stuccatori, elettricisti, idraulici, un fabbro e
tantissima polvere! Pian piano ci siamo sistemati e reputiamo anche questi lavori una grazia da parte di Dio, soprattutto pensando ai
sacriici fatti da coloro che ci hanno preceduto,
ai quali è stato chiesto un impegno grandissimo nella costruzione materiale e in quella spirituale. L’apostolato adesso va tutto impostato.
Seguendo le indicazioni del pastore di questa
Chiesa, sapremo a chi rivolgere e dove spendere le nostre energie.
Alcune diicoltà sono presenti da sempre. Per
esempio, la mancanza di acqua da bere, giacché i pozzi artesiani in questa zona ne ofrono una non potabile. Andare a rifornirci alla
sorgente ci fa sentire tutt’uno con la gente. O
anche l’interruzione frequente dell’energia
elettrica, assicurata soltanto nell’illuminazione
pubblica. Si penserà ad acquistare un genera-
tore, che diventa necessario per la preghiera,
la lettura e lo studio, i cibi congelati o refrigerati, l’utilizzo del forno della cucina, ecc. E
inine, la strada in salita che conduce al convento subisce lavori di sistemazione e allargamento, ma non conosciamo né i tempi né gli
esiti (neppure i committenti!), trattandosi di
enormi rocce da frantumare.
Chi sono gli eroi?
Grandissima soddisfazione ovunque in Albania, per la recente qualiicazione della nazionale di calcio agli Europei del 2016, in Francia. L’allenatore italiano De Biasi, diventato un
eroe nazionale, ha già annunciato ovviamente
di voler ritoccare il suo contratto per gli anni
avvenire. In questo noto somiglianze evidenti
con lo sport più popolare in Italia e il modo di
viverlo da parte della maggioranza del popolo
italiano. Ci preme però farvi conoscere l’altra
Albania, quella della testimonianza cristiana
resa sino al sangue, la storia di un secolo durissimo e stranissimo, in cui molto, troppo è
stato chiesto a questo popolo. I suoi campioni
ed eroi di virtù li ha veramente.
Ecco perché abbiamo pensato di proporre una
serie di incontri residenziali nella nostra fraternità, secondo il programma che segue:
Con misericordia
in terra di missione
Nell’Anno giubilare
«evangelizzatori con amore, zelo
e gioia sempre maggiori»
(Evangelii nuntiandi n. 1)
26-29 dicembre 2015
nella festa di S. Stefano e della Santa
Famiglia di Nazareth
17-20 marzo 2016
settimana di Passione, con la Via crucis
dei Giovani sul colle di Tarabosh
24-27 aprile
festa della Madonna del Buon
Consiglio, Patrona dell’Albania
25-28 maggio
per la solennità del Corpus Domini
20-23 luglio
nella festa di S. Maria Maddalena
15
Esperienze
facilmente ci toccano e le meditiamo, perché
l’antica chiesetta e il convento ove ci troviamo,
alla periferia di Scutari, sono dedicati a santa
Maria Maddalena. Anche durante i tempi del
regime comunista le fondamenta della chiesina sono rimaste visibili, nell’abbandono e nel
silenzio. Visitandoci nella memoria di san Pio
da Pietrelcina, il 23 settembre scorso, l’Arcivescovo di Scutari, Mons. Angelo Massafra, frate
minore originario di San Marzano di San Giuseppe (TA), ha lasciato scritto nel libro della
Cronaca conventuale:
Necrologio
16
Contattare fra Pier Giorgio al n.
00355.675114149
oppure
tramite
WhatsApp al n. 0039.3397284268 o via
mail all’indirizzo: [email protected]
Il viaggio può essere efettuato in aereo da Bari
sino a Tirana o in traghetto ino al porto di
Durazzo.
I contenuti spirituali oferti saranno impastati
con la preghiera liturgica, la catechesi e la visita a luoghi signiicativi di Scutari e intorno
alla città. I destinatari sono frati, sacerdoti diocesani, gruppi di terziarie e terziari (sino a un
massimo di dieci), gifrini, animatori del nostro
Segretariato Missioni Estere, amici di altre Associazioni e Gruppi di Volontariato, operato-
Teresa Cavallo
ri pastorali, famiglie intere o singoli laici, che
sentono nel cuore l’urgenza della missione,
soprattutto in questo Giubileo della Misericordia che andiamo a cominciare. Difatti, la
traccia di rilessione scelta vorrebbe stimolare
ciascuno a divenire operatore di misericordia.
Insieme, secondo la promessa di Gesù, troveremo anche noi misericordia (cfr. Mt 5,7) e di
fronte a Lui Risorto comprenderemo meglio
che cosa cercare.
Scrive Papa Francesco: «La gioia dell’incontro
con Cristo e della sua chiamata porta a non
chiudersi, ma ad aprirsi; porta al servizio nella Chiesa». Vi aspettiamo per servire insieme
questo popolo e crescere nella carità.
Il 17 novembre nel giorno che ricordiamo la nostra Patrona
dell’O.F.S Santa Elisabetta, a 63 anni dell’ingresso in questa
grande famiglia è salita al cielo la nostra cara sorella Teresa Cavallo.
A un anno dalla sua nascita alla vita eterna, vogliamo fare
memoria di una sorella esemplare, il suo ultimo saluto è
stato “Pace e Bene”.
La sua vita sebbene trascorsa con tante soferenze ha saputo dedicarla con amore alla famiglia francescana, in particolare collaborando alle missioni.
Il suo impegno svolto con carità e umiltà cristiana, sia per
noi testimonianza ed esempio da seguire.
Con la cara sorella Teresa ricordiamo tutti i fratelli che ci
hanno preceduto, dandoci esempio di francescanesimo fondato sulla Preghiera, Umiltà e Semplicità.
Nella certezza che dà lassù, pregano per la famiglia francescana e per le missioni.
Con afetto,
una sorella O.F.S Brindisi
Grazie a tutti per le vostre donazioni.
Abbiamo pensato agli orfani del Mozambico perché la
gioia dei bambini era una delle cose che più faceva sorridere e rendeva felice nostra madre.
Teresa, una donna semplice, non di grandi ed eclatanti
manifestazioni, ma di gesti genuini di bontà, sarebbe stata
orgogliosa di poter contribuire, in sua memoria, a qualcosa di concreto e straordinariamente ordinario come la vita
di un bambino.
Grazie di cuore per la vostra vicinanza e afetto.
Le iglie
Maria Grazia, Patrizia e Antonella
carissimi lettori e sostenitori,
con gioia noi Frati Cappuccini di Puglia vi annunciamo
che il “segretariato Missioni Estere Cappuccini Puglia”
È ONLUS
adotta un progetto
attraverso il Conto Corrente Postale allegato n. 001018318418
oppure Bonifico Bancario IBAN: IT 11 D 07601 04000 001018318418
Segreteriato Missioni Estere Cappuccini Puglia ONLUS
Via Crocifisso, 54 - Giovinazzo (Bari)
PROGETTO 10 SOSTIENI LA VITA E IL LAVORO DEI NOSTRI MISSIONARI E I GIOVANI FRATI IN FORMAZIONE
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
Da diversi anni i frati missionari vivono fianco a fianco con la gente del
Mozambico e dell’Albania condividendo la vita difficile sotto svariati aspetti.
Tanti sono i traguardi raggiunti ma tanto altro resta ancora da fare. Sostenere l’opera dei missionari significa fornire loro gli strumenti adatti per portare avanti la loro missione e
contribuire anche alla formazione dei giovani che, volendo abbracciare l’ideale francescano, si rivolgono
ai frati perché li aiutino a scoprire la volontà del Signore nella loro vita.
€ 1.600,00 Eurosud A. - Triggiano; € 1.000,00 Akusimba - Taranto; € 320,00 Parrocchia S. Francesco - Campi Salentina; € 300,00 Marco M. - Taranto; € 100,00 Studio M. - Bologna, Raffaele M. - Giovinazzo, Teresa
L. - Triggiano; € 50,00 Vincenzo C. - Giovinazzo, Ruggiero D. - Barletta, Aldo R. - Firenze; € 40,00 Saverio C. Giovinazzo; € 30,00 Vito L.V. , Nunzia F. - Giovinazzo, Maria L. - Giovinazzo, Laura M. - Zurigo; € 25,00 Annarita
M. - Foggia, Ada P. - Scorrano; € 20,00 Rita E. - Francavilla Fontana, Gaetano F. - Bari Carbonara, Pasquale
T. - Francavilla Fontana, Marisa D. - Sternatia, Maria P. - Brindisi, Renato L. - Gioia Del Colle, Savina O. - Torino,
Maria L. - Rutigliano, Isabella L. - Giovinazzo, Giuseppina G. - Taranto; € 16,00 Bernardino F. - Bernalda; €
15,00 Oronzo D. - Brindisi, Ippazio D. - Andrano, Domenico A. - Giovinazzo; € 10,00 Antonia R. - Alessano,
Francesco U. - Bari, Vito M. - Scorrano, Ada C. - Maglie, Michele C. - Barletta, Maria L. - Melpignano, Cesare
B. - Alessano; € 6,00 Rubina S. - Francavilla Fontana; € 5,00 Lucia R. - Francavilla Fontana.
S.S. MESSE
€ 60,00 Livianna A. - Taranto; € 50,00 Ada P. - Scorrano; € 40,00 Giuseppe D. - Casamassima; € 30,00 Lucia
D. - Bari; € 25,00 Francesco P. - Bagnara Calabra; € 20,00 Luigino S. - Brindisi; € 10,00 Grazia T. - Villa
Castelli, Elena T. - Francavilla Fontana, Maria B. - Ortelle.
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Progetti
Contribuisci anche tu alla realizzazione dei nostri progetti
fiscalmente deducibili:
PROGETTO 12 - MATERIALE MEDICO-SANITARIO
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
La situazione sanitaria è il settore più fragile del Mozambico. Aids,
malaria tubercolosi sono le maggiori cause di morte per mancanza di
medicinali. Vogliamo sostenere l’opera di P. Aldo Marchesini, Primario
dell’Ospedale di Quelimane.
€ 100,00 M.C. - Campi Salentina, O.F.S. C. - Molfetta; € 70,00 P.M. - Campi Salentina; € 40,00 Giosafatte
C. - Adelfia; € 30,00 Silvia D. - Corsano.
Progetti
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PROGETTO 13 - RECUPERO BAMBINI DELLA STRADA
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
II bambini sono la categoria più esposta alle conseguenze della
povertà: fame, malattie, nudità, evasione scolastica, ecc. Nella città di
Quelimane sono molti quelli che vivono per strada; vengono accolti i maschietti nella Casa Speranza gestito dalla Diocesi di Quelimane e le femminucce nel Villaggio della Pace e nell’Istituto Livramento retti dalle Suore Francescane. Possono essere
sostenuti con adozioni a distanza con Euro 25 al mese.
€ 700,00 Vincenza E. - Taranto; € 100,00 Vincenza C. - Francavilla Fontana; € 90,00 Brigida L. - Bari; €
75,00 Antonio I. - Altamura, Antonio B. - Molfetta; € 50,00 Calogero L. - Barletta, O.F.S. C. - Molfetta, Vincenzo
R. - Terlizzi; € 25,00 Caterina A. - Giovinazzo, Anna P. - Taranto; € 20,00 Salvatore M. - Scorrano.
ADOZIONI
€ 500,00 Maria P. - Trinitapoli; € 150,00 Cosimo S. - Campi Salentina; € 100,00 Dorotea D. - Taranto,
Raffaele D. - Giovinazzo, Serafina A. - Francavilla Fontana, Vito D. - Triggiano, Umberto F. - Brindisi; € 75,00
Antonio P. - Bari - Carbonara; € 52,00 A.S. - Bari; € 25,00 Antonia R. - Alessano, Ada P. - Scorrano, Maria
A. - Lucugnano.
Adozioni a distanza: ecco come
Da anni Missionari Nostri promuove adozioni a distanza in Mozambico, sostenendo tre strutture rette dalle Suore Francescane: Casa Madre Clara a Maputo con 96 bambine (Progetto 22),
Casa Speranza con 50 maschietti ed il Villaggio della Pace con 78 bambine interne e 30 esterne a Quelimane (Progetto 13). Con Euro 25 al mese si può aiutare la struttura a provvedere
ad un bambino in tutte le sue necessità. Il Segretariato Missioni provvede ad inoltrare le oerte
direttamente alle Suore. La vita di questi bambini, strappati alla strada o a situazioni famigliari
estremamente precarie e dolorose, dipende esclusivamente dalla sensibilità e dalla carità dei
benefattori. Molti ci chiedono le foto ed i nomi, noi pensiamo che la serenità di questi bimbi
non sarebbe avvantaggiata da un rapporto diretto con una singola famiglia adottiva, che creerebbe squilibri tra l’adottato e gli altri. Basterà loro la certezza che ci sono persone che, se
pure distanti, sanno aiutare ed amare indistintamente tutti i bambini, ugualmente bisognosi,
che vivono nella struttura.
PROGETTO 22 - CASA DI ACCOGLIENZA E MENSA
PER BAMBINI DELLA STRADA
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
Le bambine orfane o abbandonate sono accolte nell’Istituto San José di Inhambane e nella “Casa Madre Chiara” a Maputo dalle Suore Francescane
dell’Ospitalità, che assistono anche un centinaio di bambini della strada,
anziani e ammalati del quartiere Lhanguene con un pasto giornaliero nella Mensa Madre Clara; si possono
sostenere con adozione a distanza con Euro 25 al mese.
€ 75,00 Maria L. - Maglie; € 70,00 Italia M. - Latiano; € 60,00 Maria M. - Ruggiano - Salve; € 50,00 O.F.S.
C. - Molfetta, Raffaele E. - Bari; € 50,00 Francesco R. - Monopoli; € 25,00 Petronilla M. - Noicattaro.
PROGETTO 27 - SCUOLA DI ARTI E MESTIERI “MARTIRI DI INHASSUNGE”
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
Alla “Scuola dei Martiri” in Quelimane (3.650 alunni) si è aggiunta la
Sezione Arti e Mestieri (400 alunni) che favorirà lo sbocco nel mondo del
lavoro di tanti giovani. Il sostegno serve all’acquisto di materiale tecnico
e di consumo per i reparti falegnameria, meccanica e ceramica.
€ 120,00 Liliana P. - Dossobuono; € 50,00 Giuseppina S. - Cisternino, Rosa D. - Giovinazzo.
PROGETTO 30 FONDO A SOSTEGNO DI LAICI VOLONTARI - sostenuto da
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
Prezioso in Mozambico è il contributo dei laici che offrono le proprie competenze ed esperienza al servizio di progetti di utilità sociale. Occorre il
nostro sostegno per contribuire alle spese di viaggio, di mantenimento e
di lavoro di chi offre la propria opera. Se sostieni un volontario, è come se
lavorassi con lui.
Avvisiamo tuti i nostri letori e benefatori
che l’Associazione Oasi Onlus
non collabora più con il Segretariato Missioni
e con i Frati Cappuccini di Puglia,
pertanto eventuali donazioni
non verranno più riportate su questa rivista.
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Progetti
ADOZIONI
€ 300,00 Pietro O. - Montescaglioso; € 200,00 Cafagna M.; € 100,00 Maria C., Luisa B. - Barletta; € 50,00
Anna C. - Altamura; € 25,00 Antonia R. - Alessano.
PROGETTO 44 - SCUOLE PER LE COMUNITÀ DI MORRUMBALA
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
La zona di Morrumbala conta 60.000 bambini in età scolare, le scuole del
governo sono 150 e ne accolgono solo 15.000. La Missione ha aperto 42
scuole nella foresta per 3.500 bambini. Sono necessari € 10.000 all’anno
per lo stipendio dei maestri, tre ispettori e per il materiale didattico. Adotta una scuola con Euro 15 al mese.
€ 1.010,00 Fabrizio F. - Giovinazzo; € 1.000,00 Akusimba - Taranto; € 900,00 Arturo - Grazia - Adelfia; €
500,00 P. Angelo G. - Bari; € 300,00 Giuseppina L. - Giovinazzo; € 168,13 - Antonio Z. - Alessano; € 100,00
Teresa L. - Triggiano; € 60,00 Danila B.; € 60,00 Pasqua P. - Palo Del Colle; € 45,00 Grazia S. - Bitonto; €
30,00 Ada E. - Acquarica Del Capo; € 25,00 Martino C. - Bellinzago Novarese; € 20,00 Vincenzo D.
Progetti
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PROGETTO 45 - BORSE DI STUDIO PER GIOVANI UNIVERSITARI
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
Lo sviluppo del Mozambico dipende anche dalla preparazione dei giovani; molti sono nell’impossibilità di continuare gli studi per mancanza di
mezzi.
€ 70,00 Giuseppe R. - Scorrano; € 25,00 Rosaria C. - Barletta.
PROGETTO 49 - “MENSA SAN FRANCESCO” PER I POVERI DI QUELIMANE
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
Ogni giorno circa 100 persone, mendicanti, ciechi, handicappati, vedove,
bambini di strada ricevono un pasto caldo e assistenza alla Mensa. Altri
21 anziani, lebbrosi e vedove sono assistiti a Nicoadala, dove possono
coltivare un proprio campo. Adotta un povero con euro 15 al mese.
€ 2.000,00 Emilia D. - Monopoli; € 75,00 Nicola E. - Brindisi; € 50,00 Rosa D. - Giovinazzo; € 10,00 Azione
Cattolica - Giovinazzo, Agostino F. - Giovinazzo; € 5,00 Gruppo Famiglia - Giovinazzo.
PROGETTO 52 - CASE PER ANZIANI, VEDOVE E PORTATORI DI HANDICAP
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
Un folto gruppo di anziani, vedove, lebbrosi che vivono di elemosina per
le strade della città di Quelimane si è radicato in una zona agricola da
dove trae sostentamento. Occorre costruire case organizzate in un piccolo
villaggio. Una casa in mattoni € 2.000, in materiale locale € 300.
€ 50,00 Rita C. - Campi Salentina.
PROGETTO 58 - CHINDE: CASA DI ACCOGLIENZA PER ORFANI
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
A Chinde, sperduta isola tra lo Zambesi e l’Oceano, 51 bambini abbandonati o orfani sono curati da un’anziana suora sola e senza mezzi. Abbiamo
costruito un nuovo orfanotrofio: occorrono circa 1000 euro al mese per le
loro necessità.
€ 1.673,00 Akusimba - Taranto; € 1.000,00 Antonio T. - Terlizzi; € 500,00 Padre A. - Bari; € 300,00 O.F.S.
C. - Molfetta; € 284,00 Parrocchia S. Francesco - Triggiano; € 145,00 Maria G. - Molfetta; € 100,00 Nicolo’
B. - Terlizzi; € 50,00 Pasqua M.; € 50,00 You Me sas - Molfetta, Amici lega naz. difesa del cane. - Molfetta,
Rosa N. - Molfetta; € 40,00 Giovanni D. - Molfetta; € 30,00 Giuseppe P., Pasquale S. - Molfetta, Vincenza
S. - Roma; € 12,00 Antonia D. - Molfetta.
PROGETTO 63 - ORFANATROFIO S. ROQUE - MAPUTO
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
Il centro ospita 35 bambini e ragazzi orfani o appartenenti a famiglie non
in grado di sostenerli. Il loro sostegno dipende dall’aiuto dei benefattori.
€ 50,00 Giuseppina S. - Cisternino; € 20,00 Cosimo I. - Alessano.
PROGETTO 64 - SOSTEGNO BAMBINI “CASA FAMIGLIA”
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
Fra Antonio Triggiante ha accolto in una “Casa Famiglia” 75 bambini raccolti dalla strada, orfani di AIDS, figli di genitori ciechi o invalidi. È stata
costruita una nuova struttura: occorrono circa € 1.000 al mese per le loro
necessità.
€ 300,00 Ass. i nipoti della nonna - Giovinazzo; € 50,00 Luigi D. - Conversano, Palmiotto G., Isabella M., Rosa
D. - Giovinazzo, Alfonso A. - Bari; € 10,00 Azione Cattolica - Giovinazzo, Agostino F. - Giovinazzo; € 5,00 Gruppo
Famiglia - Giovinazzo.
Segretariato Missioni Estere Cappuccini Puglia è una Onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) ai sensi del d.lgs. n. 460/97.
Conservi la ricevuta di versamento, purché bancaria o postale, e potrà dedurre o
detrarre l’importo del versamento con la prossima dichiarazione dei redditi.
Benefici fiscali per le persone fisiche
Rif.: art. 14, decreto legge n. 35/2005 (conv. dalla legge 80/2005). Le liberalità in denaro
o in natura erogate dalle persone isiche in favore delle Onlus sono deducibili ino al 10%
del reddito complessivo dichiarato e comunque non oltre 70.000 €/anno.
In alternativa
(Rif.: art. 15, comma 1.1 d.P.R. 917/86). Le erogazioni liberali in denaro per un importo
non superiore a 30.000 € a favore delle Onlus consentono una detrazione dell’imposta
lorda pari al 26% della donazione efettuata.
Progetti
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PROGETTO 66 - SCUOLA “BEATO ZEFERINO” SCUTARI”
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
Nella Missione di Scutari 50 bambini Magjyp di etnia Rom, ai margini
della società albanese, sono bisognosi di istruzione per uscire dall’emarginazione. Il tuo sostegno per lo stipendio alle maestre e per la mensa
scolastica. Spesa mensile € 2.300
€ 1.000,00 Akusimba - Taranto; € 220,00 Antonio M. - Bari; € 20,00 Vito L. - Giovinazzo.
Progetti
22
PROGETTO 68 - PROGETTO AGRICOLTURA A NICOADALA
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
La Mensa S. Francesco ha avviato un gruppo di vedove, anziani, lebbrosi,
che vivevono di elemosina per le strade di Quelimane, all’attività agricola
nella zona di Nicoadala. Occorre acquistare attrezzi agricoli e sementi,
sostenere le spese del personale addetto alla gestione: motorista, responsabili dell’approvvigionamento, ecc. Preventivo € 10.000 all’anno.
€ 500,00 Livianna A. - Taranto.
PROGETTO 69 - STAMPA DELLA BIBBIA
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
Stampa di 2.000 copie della Bibbia tradotta da Padre Leone Innamorato in
lingua Lolo, per aiutare le comunità a conoscere, comprendere e spiegare
la Parola di Dio.
€ 100,00 Pietro O. - Montescaglioso.
PROGETTO 72 - AIUTACI A COSTRUIRE IL CENTRO DI SALUTE E
NUTRIZIONALE NEI PRESSI DELLA DISCARICA DI MAPUTO
Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
Nel bairro (=quartiere) di Hulene, dove opera il nostro fratello Mimmo Mirizzi, che è uno dei più popolosi della città di Maputo con i sui 40.000 abitanti assiepati in poverissime case a ridosso della discarica municipale,
manca il presidio sanitario. Per questo motivo, cito del parole del missionario: “stiamo cercando di soddisfare questa enorme necessità con la costruzione di un poliambulatorio che serva a rispondere almeno alle
patologie mediche di base della popolazione e includendo in esso anche un centro nutrizionale. La struttura
di base è già stata costruita. Adesso servono fondi per completarla: pavimenti, porte, finestre, l’acquisto
dell’arredamento, delle strumentazioni mediche....ecc”.
€ 1.000,00 Vittorio R.; € 250,00 Giovanna P. - Andria; € 100,00 Susanna C. - Andria,€ 70,00 Cristina P. Maglie; € 60,00 Saverio C. - Giovinazzo; € 50,00 Andrea B. - Giovinazzo, Marica D. - Bitonto; € 40,00 Annarita
M. - Foggia; € 30,00 Francesco C. - Taranto; € 20,00 Maria R. - Trepuzzi; € 10,00 Donatella G. - Trepuzzi,
Azione Cattolica - Giovinazzo, Agostino F. - Giovinazzo.
PROGETTO 73 - UNA NUOVA CHIESA IN ONORE DEI MARTIRI DI
INHASSUNGE - Fiscalmente deducibili CCP n. 001018318418
Noi frati minori cappuccini di Puglia, di Trento e i frati missionari del Mozambico, per onorare i nostri fratelli Camillo, Oreste e Francesco, insieme
a di tutti gli amici e benefattori, vogliamo erigere una chiesa per ricordare
il loro sacricio. La chiesa sarà un punto di riferimento per migliaia di cristiani che vivono sull’isola di Inhassunge.
Su alcune delle tombe vengono costruite delle basiliche, come luoghi di preghiera e di memoria, che
permettono alle celebrazioni anniversarie di assumere caratteri di solennità. Le tombe dei martiri divengono meta di pellegrinaggio (Cf Paolinus Nolanus, Carmen 26, v.387-388; Prudentius, Peristephan.
Hymn.XI, v.195-210). Previsti 15,000 euro per la sua realizzazione.
€ 100,00 Francesco C. - Como.
Insieme con Giorgia
Quando ho conosciuto Giorgia lei non aveva ancora 17 anni.
Partecipavo agli incontri mensili del Percorso Missionario organizzato
presso il Convento dei Frati Cappuccini di Giovinazzo e una delle ragazze
che lo frequentavano assieme a me, mi disse che c’era una sua amica
che voleva unirsi a noi, perché aveva una grande voglia di informarsi e
formarsi per realizzare il suo sogno: poter partire un giorno per l’Africa.
Così Giorgia è entrata nelle nostre vite.
Mi colpì sin da subito per le sue parole: non conosceva ancora nessuno
tra noi eppure non aveva timore di parlare, di raccontarsi e dire la
sua. Mentre tornavo a casa, il giorno che l’ho conosciuta, pensavo
all’entusiasmo con cui mi aveva chiesto informazioni sulle mie
precedenti esperienze in Albania. Col passare degli incontri, Giorgia ha
continuato ad aprire a noi il suo cuore: amava i bambini, le piaceva
tanto stare con loro, donare e ricevere sorrisi; desiderava mettere al
servizio degli altri le sue capacità a Giovinazzo, in Albania, in Africa.
Ma il suo sogno era tanto grande per il suo piccolo, giovane cuore.
Giorgia ci ha lasciati improvvisamente, lasciando un vuoto enorme
nella sua famiglia e tra i suoi amici. È andata via, ma ci ha lasciato anche un sogno, il suo sogno, da realizzare.
Così, abbiamo deciso di portare Giorgia in Africa, tra i bambini tra cui desiderava tanto mettersi alla prova. In
Mozambico, infatti, i frati cappuccini di Puglia seguono tanti progetti nelle missioni che hanno creato a partire
dagli anni sessanta. Nella zona di Morrumbala, ad esempio, i frati hanno aperto 42 scuole nella foresta per circa
3500 bambini che altrimenti non avrebbero diritto all’istruzione pubblica a causa dell’isolamento geografico in
cui si trovano. Ogni scuola va mantenuta con una spesa di soli 250 euro annui.
Il Progetto Giorgia intende finanziare queste scuole, per donare una speranza ai tanti bambini che le frequentano,
per aiutarli a sognare un futuro diverso, magari anche per contagiare qualcun altro in questo nostro cammino di
prossimità con i più deboli e sfortunati.
Basta veramente poco per sostenere il sogno di Giorgia! Una piccola rinuncia quotidiana come il caffè al bar o
una delle tante pizze che facciamo con gli amici.
Non bisogna essere degli eroi per condividere il nostro sogno, ma questo è il momento di agire, di impegnarsi, di
partecipare perché “Se davvero vogliamo sognare, dobbiamo svegliarci...”.
Svegliamoci, dunque, il giorno è appena iniziato!
Carmela Zaza
“ORA È TEMPO DI... MISSIONE!”
ITINERARIO DI FORMAZIONE ALLA MISSIONE
DOVE?
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QUANDO?
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DI COSA SI TRATTA?
È un percorso di formazione e condivisione.
Ci confronteremo su alcune tematiche, incontreremo
testimoni e... ci prepareremo alla partenza.
APPUNTAMENTI
14-15 NOVEMBRE 2015: “Chi sono io?”
12-12 DICEMBRE 2015: “Globalizzazione è...giustizia sociale”
16-17 GENNAIO 2016: “Nuovi stili di vita”
20-21 FEBBRAIO 2016: “Multicultura e intercultura”
12-13 MARZO 2016: “Educarsi alla mondialità”
14-15 MAGGIO 2016: “Missione, come e perché: pronti a partire”
Ci confronteremo, tra gli altri, con:
Don Antonio dell’Olio, responsabile del setore internazionale di Libera
Rosa Siciliano, diretrice ‘Mosaico di Pace’
Luigi Pisani, medico e volontario ‘CUAMM - Medici con l’Africa’
Il percorso è aperto a tuti i giovani dai 18 ai 35 anni. Alla ine sarà possibile
vivere un’esperienza in terra di missione (Albania, Romania, Tanzania, Mozambico).
Contatti e d informazioni:
SEGRETARIATO MISSIONI ESTERE CAPPUCCINE
Via Crociisso 54 | 70054 Giovinazzo (BA)
Via San Francesco, 78 | Scorrano (LE) | Cell. 3423214796
Conto Corrente Postale: 001018318418 - IBAN: IT 11 D 07601 04000 001018318418
E-mail: [email protected] | segretariato missioni giovinazzo | www.missionarinostri.it