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n°10. 9 giugno 2014

Il convegno

Si scrive cloud si legge valore

Aziende ed esperti a confronto sulle trasformazioni innescate dalla «nuvola» in occasione di

b.cloud highway to the future

. Il cloud è ormai sinonimo di

Internet of Things

e come tale esce dal regno dell’immateriale e diventa una tecnologia quanto mai pratica e tangibile

DOMENICO

ALIPERTO P

rima o poi bisognerà trovargli un nuovo nome. Perché se la parola cloud era nata per evocare l’immaterialità dei servizi che riesce ad abilitare, oggi è sinoni mo di Internet of things, o meglio di Internet of everything, e come tale ha una connotazione quanto mai pratica e tangibile. Non solo sul lato consumer, dove l’ambizione è quella di collegare tra loro e alla Rete il maggior numero di device possibile, ma soprattutto su quello enterprise, dove la nuvola con sente alle aziende di focalizzarsi sullo sviluppo del proprio core business, demandando quello delle infrastrut ture IT e dei servizi a valore aggiunto a provider sempre più specializzati, sicuri e, soprattutto, estremamente reattivi al variare delle esigenze del mercato. Ne sa qualcosa Brennercom, la telco altoatesina che un anno fa si è tra sformata in una società Ict a tutti gli effetti, con un’offerta cloud premium rivolta alle imprese non solo fuori dai confini del Südtirol, ma anche oltre le frontiere nazionali. Il 16 maggio Brennercom ha organizzato a Caprino Veronese (VR) il convegno

b.cloud highway to the future

, durante il quale partner tecnologici e clienti del service provider guidato da

Karl Manfredi

si sono confrontati su ciò che sta diventando la filiera. La parola chiave? Valore. Per

Emc

, che insieme a

Cisco

fornisce a Bren nercom l’hardware che costituisce il cuore delle sue server farm, ha parlato l’amministratore delegato

Marco Fa nizzi

: “Vedremo mutare in continua zione l’agenda dei nostri partner e dei nostri clienti, ci chiederanno sempre più spesso di dare accesso a qualsiasi device, di sviluppare nuove app su piattaforme scalabili, di potenziare l’analisi dei dati in modo da misurare l’efficacia di ogni azione in tempo reale. Non solo - ha continuato Fa nizzi - dobbiamo anche tenere conto del fatto che non ci rivolgiamo più a specialisti, le app ora sono usate dall’utente della strada”.

Andrea Castellano

, che in Emc è client solution manager, ha aggiunto che le tre priorità che hanno le imprese quando si affidano al cloud, riduzione dei costi operativi, crescita del valore e riduzione dei rischi, “significano per loro e per i loro supplier tecnologici una sola cosa: agilità”. Ma la rivoluzione è appena comin ciata.

Bruno Pierro

, responsabile cloud di Cisco, ha sottolineato che “solo l’1% dei dispositivi oggi è con nesso alla Rete. Il mondo va molto più veloce di quanto non facesse qualche anno fa, e l’IT non ha scuse per non evolvere, soprattutto vista la commi stione tra ambito professionale e uso privato”. Per Pierro gli IT manager hanno un’enorme responsabilità. “Possono scegliere se potenziare i sistemi aziendali per accogliere le nuove esigenze dei collaboratori oppure lasciare che facciano da soli con applicazioni spesso prive degli adeguati requisiti di sicurezza. Con tutti i rischi che questo comporta”. Al convegno c’era anche

Stefano LA CONVENTION

A Caprino Veronese (Vr) il 16 maggio si è tenuto il meeting fra fornitori, clienti ed esperti

Mainetti

del , condirettore scientifico dell’Osservatorio su cloud e Ict as a service della School of management

Politecnico di Milano

. Mainetti ha anticipato che il report annuale che presenterà a giugno evi denzierà una significativa crescita della nuvola in Italia, ben superiore al già cospicuo aumento di un anno fa. “Siamo partiti in ritardo con la roadmap del cloud, ma oggi abbiamo recuperato”, ha spiegato il docente del Politecnico. “Permangono però alcu ne barriere all’ingresso. Le principali? Le possibili difficoltà d’integrazione con la struttura IT già esistente, l’im maturità dell’offerta, la compliance normativa (anche in riferimento alle operazioni internazionali), e la cor retta quantificazione dei costi e dei benefici. Questo significa, dal lato provider, che se non si immette va lore nel sistema si rischia di essere disintermediati”.

Un concetto, quello del valore, più volte evocato dalle aziende clienti di Brennercom.

Pierluigi Bevilini

, condirettore generale di

Südtirol Bank

, ha parlato di una vera e pro pria svolta culturale nell’abbandonare l’anno scorso i server locali e virtua lizzare parte dell’infrastruttura. “È la premessa per la creazione di un siste ma di mobilità dedicato ai promotori finanziari e alla dematerializzazione dei contratti”.

Diego Bozzetto

, Cto manager di

Tegola canadese

, società veneta specializzata nella produzione di tetti, non ha nascosto che il passaggio al cloud è avvenuto per abbattere i co sti non solo di gestione, ma anche di upgrade di hardware, che con la cre scente mole di dati diventano sempre più rapidamente obsoleti. A convince re Bozzetto a compiere il grande pas so è stato

Diego Visentin

, titolare di

Kuik

(system integrator di Treviso, distributore dei servizi Brennercom) che non ha dubbi quando si parla di valore aggiunto in ambito cloud. “So no le persone. Per noi è fondamentale, quando abbiamo un problema, poterci rivolgere a un help desk che sappia di cosa stiamo parlando, e che ci for nisca la soluzione giusta”.

L’intervista

«La rivoluzione non si ferma»

Il numero uno di Brennercom, Kark Manfredi, racconta l’anno della svolta

È

passato solo un anno da quando Brennercom ha cambiato pelle mu tando da azienda di Tlc a carattere locale in multinazionale tascabile (40 milioni di fatturato, 180 dipendenti e attività a cavallo di Italia, Germania e Austria) specializzata in servizi di cloud e hosting. Ma questa rivoluzione sembra solo la prima di una serie di adattamenti al mercato che diver ranno sempre più repentini. “La verità? Se due anni fa mi avessero detto che i miei competitor sarebbero potuti essere Goo gle e Amazon, mi sarei messo a ridere”, ammette l’Ad

Karl Manfredi

. “Oggi la situazione è sotto gli occhi di tutti, e continua a cambiare vorticosamente”.

In questo scenario, qual è il vo stro fattore di differenziazione?

Innanzitutto il marchio del Südtirol. Ci fa gioco essere associati a un territo rio ordinato, dove i servizi funzionano e i cittadini godono di un’elevata sicurezza. Sono elementi che si sposano bene con ciò che ci si aspetta dal mondo cloud, e noi li abbiamo trasportati tutti nell’offerta Brennercom: le certificazioni, dall’Iso/Iec 27001 (relativa al controllo della sicurezza delle informazioni, ndr), a quella rilasciata da Cisco, rigorosissima; l’uso di energia al 100% green; i sistemi anti-intrusione e la videosorveglianza; la cura per il design anche nelle server farm, che ben rappre senta sul piano visuale la nostra idea di qualità; e, uno degli aspetti più importanti,

KARL MANFREDI

la competenza delle nostre persone.

È un posizionamento in linea con le esigenze di budget delle Pmi?

Non puntiamo al mass market, il nostro target è costituito da imprese che hanno bisogno di servizi ad alto valore. Gli altri possono scegliere prodotti più economici, che poi non sono tanto più economici.

Tra i vostri clienti c’è già il 75% delle aziende top in Südtirol e il 42% di quelle trentine. In Italia e all’estero chi state corteggiando?

Per riservatezza non posso farle i nomi. Ma posso dirle che lavoriamo per alcune delle case automobilistiche più grandi e per un colosso dei soft drink che inve ste in Formula1. Stiamo poi curando in Germania contatti importanti con gruppi specializzati nello storage dati in ambito sanitario.

In che direzione state espanden do offerta e servizi?

Con Emc stiamo sviluppando per esempio uno strumento professionale di Store & Sync. Sarà uno dei nostri nice to have, prodotti utili per approcciare nuovi mercati, ma la focalizzazione deve rima nere laddove servono il know how e la specializzazione che abbiamo maturato. Dobbiamo lavorare a stretto contatto con i nostri fornitori, sono i grandi brand tec nologici che dettano il passo: o lo si segue o si è fuori mercato.

La vostra solidità finanziaria tornerà utile per acquisizioni o per adattarvi a nuovi sconvolgimenti del mercato?

Ci saranno acquisizioni in Italia e non solo, grazie alle quali aumenteremo il fat turato. Rispetto alla capacità di prevede re ulteriori trasformazioni, la questione è complicata. A 12 mesi dal nostro debutto nel cloud non c’è già più in catalogo un solo prodotto che in termini di pricing, servizio e banda sia uguale a quelli lanciati un anno fa, e tra un anno sarà ancora tutto cambiato. È questa la vera rivoluzione.

D.A.