Il ballerin ranocchio

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Transcript Il ballerin ranocchio

Il ballerin ranocchio
In tutti i boschi e villaggi sperduti di Cassiopea
I rospi eran saputi come i più saggi di tutt'a contea
Chè persino l'ignorante lo sa: chi di bellezza non po' far vanto deve 'sser intelligente
D'assassino o Brigante bisogna altrimenti aver fattezza per esser d'incanto alla giusta gente
Stufo della sega il bufo si fece poeta per far concorrenza al bello
La vita è questa, brutta peste, un bordello!
Studiavan studiavan tuttil giorno sti rospetti,
Ma uno faceva li dispetti
Tutti dicevan: sarà finocchio!
Di lui narra sta fiaba: il ballerin ranocchio
Lui ballava ballava, tutti i dì,
Ma che diavolo aveva per Dì!?
Gran Rospo i disse ste sagge parole:
Ma cazzo fai?!
Non sarai pazzo?
E poi con'a rabbia che quasi gli scoppiaa l'esofago:
Speriamo sia scabbia! Non sarai mica filosofo?!
Alla solidea morì d'infarto Gran Rospo
Ogni vita è questo, un parto di troppo.
Poi in kella terra venne la guerra
Bella era!
N'tentar d'esser eroe saree stato uno sciocco errore!
Tutti partirono verso la fatidica fatica con furore!
Tutti tranne lui che preferì la casa alla cassa, la vita all'onore
E fu n'orrore il suo danzare incalzante in quelle ore.
La battaglia fu persa, la città di sangue sommersa
Solo un rumore disturbò la funebre messa:
I passi danzanti del rospetto felice il cui deale fu di n'morire per sciocchi valori.
Le vedove briganti per dispetto gli bruciarono la casa sotto i suoi occhi
e non lo cisero sol perché anq le fiche necessitan gli amori.
Era l'ultimo pene rimasto, che disastro!
La vita è questo, il capriccio d'un mercastro!
Col nuov'invasore tornò la rondine, fu vecchio ordine e nova pacil
Chè capir dall'uovo n'è mica facil.
Sìben si staa che ci si noiava
E s'era lieti d'osservar lui che danzava
Assai ridean le giovin signorine:
Ma che bel piedino!
Ma che bel braccino!
Ma che bel bacino!
E lui balzava: Cin, cin
Cincincin
Cincin, cin, cincincin
Ma che bel sederino!
Ma che bel... ahahahaha che sciagurata!
Ché quando si balla nudi il pisellino salta.
Glielo si propose come lavoro,
C'avrebbe fatto parecchio oro!
Ma rifiutò e nuovamente fu preso per pazzo
Fu costretto con la forza a far spettacolo alle feste del palazzo.
A furiafiutar fama e denaro fece venir a tutti dubbi atroci
Che si potea viver davvero senza lussuria e pensier feroci?
Senzacuore lo si volea comunque bene, ma senza demone non più.
La vita, sto vin'veleno, è questo: un carnevale di virtù!
Fu fatto schiavo, venduto e portato lontano nelle terre dei giganti
Lasciò la sua terra ballando e saltellando senza rimpianti
Ché sei sempre felice tu? Chiedevano i trafficanti
Ma lui non rispondea, non sentia, nella sua testa: turututu
Anche lì ballò senza sosta,
E ognuno andò a guardarlo per fuggire la domanda e la risposta
Ma il principe amabile lo sfidò a ballo, nel quale er'assai abile
Non sopportaa tantallegria in tal miserabile.
Per dieci giorni e dieci notti danzarono senza mai fermarsi
Sonatori di tutti i dintorni arrivarono a compiacer la sfida dei signorotti pazzi
La giuria fu corrotta di sicuro, m'era indecisa ché sedotta dal ballo dell'anuro,
E il principe che non ballava che per vincere fu ben presto stanco,
Preoccupato dallo smacco, d'inciampare dovette fingere e lo schiacciò col tacco.
La sua vittoria fu così n'o scacco matto. Era crepato poverino il nostro rospo ballerino.
La vita è questa: il banchetto degli infami, il grande sogno d'un cretino.
L'rospetto era morto, ma chi sperava di ritrovar la propria pace ebbe torto
Mai, mai così tanto il mondo era sembrato così fermo né così storto.
Tanto al villaggio quanto nella capitale, tanto il saggio quanto il gigante reale,
Tutti non trovavan più nessuna vita dentro di sé per far festa e ballare
E invano cercarono fuori ciò che didentro non sapean ritrovare.
Dopo la sua scomparsa il mondo sembrò così fragile, così male,
E la vita, così ricca, e la Storia, così vasta, tutto sembrava così uguale.
Fu chiaro: il mondo nera mai cambiato e mai diverso sarebbe stato.
E allora che senso aveva il tutto?
Nessuno avrebbe potuto prevedere quanto triste sarebbe stato quel lutto.
Così finisce la storia del ranocchio ballerino del villaggio,
Per aver capito la vanità del tutto, fra tutti, il più saggio.
Così finisce questa storia, con la sua violenta morte,
Per aver ballato nonostante tutto, fra tutti, il più forte.