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Un libro di 320 pagine, scritto dal giornalista Roberto Cristiano Baggio,
ripercorre la storia dell'Automobile club Vicenza. S'intitola "Auto Campioni
Innovazione" dall'acronimo ACI. E' stato presentato giovedì 20 dicembre nella
sala riunione dell'Automobile Club Vicenza di via Fermi, alla presenza del
prefetto Melchiorre Fallica, del questore Angelo Sanna, dei comandanti della
Guardia di Finanza Livio de Luca, dei Carabinieri Michele Sarno e dell'assessore
allo sport, nonchè presidente provinciale del Coni, Umberto Nicolai. A fare gli
onori di casa sono stati il presidente dell'Autoclub, Romano Pigato, affiancato
dal vice Valter Bizzotto e il direttore Fausto Russo. Molti i piloti presenti, tra i
quali Franco Cunico, Lucky, Bozzetto, Dalla Benetta, i presidenti delle scuderie
beriche e gli organizzatori di gare. In prima fila anche il figlio del conte
Alessandro Da Porto, primo presidente dell'Aci. Nella ricerca, dipanatasi per un
anno abbondante, l'autore non s'è limitato a seguire le tracce dell'Aci ma ha
ricostruito gli avvenimenti più curiosi e importanti che hanno interessato la
provincia di Vicenza a partire dalla fine del 1800 sino ai nostri giorni, senza
trascurare fatti, momenti ed episodi nazionali e mondiali. In dieci capitoli,
Roberto Cristiano Baggio si destreggia con l'abilità del cronista tra la nascita
del Moto club berico alla trasformazione in Auto moto club berico sino alla
fondazione, nel 1926, dell'Automobile Club Vicenza. La ricerca riporta alla luce
cronache di gite sociali dei primi pionieri dell'automobile, le divise e le gare
motociclistiche sociali, il succedersi dei presidenti; la nascita della città sociale
a Valdagno, sotto la spinta dell'imprenditore Gaetano Marzotto. Tra un
decennio e l'altro l'automobile fa da filo conduttore, esaltata dalle prestazioni di
assi come Tazio Nuvolari, Achille Varzi, Trossi, Borzacchini, Brilli Peri...
Numerose pagine sono dedicate alle imprese agonistiche dei fratelli Marzotto:
Giannino, Paolo, Vittorio e Umberto, i "conti correnti". Fortunatamente per i
piloti degli anni Cinquanta, Giannino corse poco. Nelle gare su strada era
imbattibile e anche Fangio dovette piegarsi alla sua supremazia. Due i successi
nella Mille Miglia: 1950 e 1953. Il libro ripercorre poi le carriere dei fratelli
Bruno e Antonio Pozzato di Sandrigo, attivi a cavallo degli anni 50 e 60; di
Gabriele Serblin e Paolo Bozzetto impegnati negli anni '70 in Formula 3 e
Formula 2 con le monoposto dei fratelli Trivellato; di Miki Biasion, unico italiano
a vincere il campionato mondiale rally nel 1988 e nel 1989 con la Lancia Delta.
Il libro riporta tutte le gare che si sono svolte nella nostra provincia: dalla
Coppa del Pasubio alla salita del Costo, dalla Bassano-Monte Grappa al Rally
Campagnolo (cinque edizioni, l'ultima, nel 1977, valida per il campionato
europeo), dal Rally dei Campioni, inventato da Ceo Filippi per dare modo ai
campioni italiani zonali di affrontarsi in una sorta di finale unica (la gara andò
in scena nel 1973, alla vigilia dell'austerity e delle domeniche a piedi, e
s'impose il trevigiano Pietro Polese con una Alpine Renault) sino al rally Città di
Bassano, al rally Città di Schio, alla Ronde del Grifo e alla Ronde del Palladio.
Ricorda i passaggi della Mille Miglia per Vicenza e le "Mitiche Sport",
manifestazione di regolarità riservata alle "barchette" costruite sino al 1960
ideata e organizzata a Bassano da Renato e Danilo Calmonte a partire dal
1995. Spazio anche alle scuderie attive nel Vicentino: Palladio, Bassano Corse,
Bassano Rally Racing, Hawk Racing Club, Città di Schio e alle promesse del
volante: Rigon, unico vicentino dopo Lele Serblin a provare una Ferrari di F.1,
Edoardo Bresolin (ha debuttato in agosto nel mondiale rally), Sossella,
vincitore delle ultime tre edizioni dell'Italian Rally Cup... senza dimenticare
Battaglin, Gasparotto, Gibo e Sergio Pianezzola, Antonillo Zordan (unico pilota
privato a battere un pilota ufficiale della Lancia (Carello al Campagnolo 1976)
Smiderle, Bianco, Dal Ponte, Lucky, Casarotto, Pino, Franco, Giorgio, Manuela
e Massimo Ceccato... Al libro è allegato un dvd, realizzato dal regista Gabriele
Fonseca, con gli interventi, fra gli altri, di Giannino Marzotto (ultima intervista
registrata prima della sua scomparsa), Miki Biasion, Nino Balestra, Romano
Pigato e Valter Bizzotto. Un'ora abbondante per ripercorrere attraverso le
immagini la storia dell'auto dall'invenzione del motore a quattro tempi dell'ing.
Enrico Bernardi, insegnante a Vicenza, all'impegno di Hemingwuay a Bassano e
a Schio con le ambulanze dell'American red cross, dello scienziato Faggin e del
matematico Marchiori grazie al cui algoritmo ora il "motore" più utilizzato nel
mondo è quello di Google.
ACI – Auto Campioni Innovazione di Roberto Cristiano Baggio – Edizioni BST di
Romano d'Ezzelino Pagine 320 Formato 22x30 cm con allegato dvd – Costo 30
euro In vendita c/o Aci Vicenza, via Fermi 233.
Alcune curiosità tratte dal libro: La prima auto in Italia circolò sulle strade di
Piovene Rocchette Era una Peugeot Tipo 3 che Gaetano Rossi acquistò in
Francia nel 1892 Giovanni Agnelli fondò la Fiat dopo averla provata Avrebbe
voluto una Daimler, acquistò una Peugeot. E così fu una vettura della "Casa del
leone" la prima automobile a circolare sulle strade italiane. Ad acquistarla fu
Gaetano Rossi, cadetto della famiglia che diede il via all'industria laniera di
Schio. Attento e sensibile alle novità, la sua attenzione fu ben presto catturata
dalla costruzione delle prime vetture a motore a scoppio, che aveva potuto
ammirare in Francia. L'evoluzione della tecnica stimolava la sua intelligenza
pronta ed acuta e non si lasciava sfuggire occasione per migliorare la resa delle
macchine tessili che facevano marciare i telai della fabbrica. Clienti e fornitori,
provenienti da tutta Europa, non mancavano mai di sottolineare i progressi
delle "auto mobili". Gaetano Rossi ascoltava interessato, chiedeva spiegazioni,
prendeva nota. La lettura di giornali e riviste acuiva la sua voglia di conoscere
e provare. Così, dopo aver raccolto il maggior numero di informazioni possibile,
si rivolse fiducioso al rappresentante milanese della Daimler per ordinare una
vettura. Era il 1892 e Gaetano Rossi non aveva ancora compiuto 37 anni. Dalla
Casa gli risposero che al momento non c'erano mezzi disponibili e che gli
avrebbero fatto sapere in seguito quando sarebbe stato possibile la consegna
di una vettura. A mitigare la delusione del conte intervenne
provvidenzialmente Nicholas Schlumberger di Guebwiller, socio alsaziano della
tessitura Rossi, il quale gli suggerì di rivolgersi al francese Armand Peugeot che
da poco aveva iniziato a produrre auto. Il 30 agosto del 1892 Gaetano Rossì
inoltrò l'ordine di acquisto alla casa d'oltralpe. Per ritirare la Peugeot con
motore Daimler (all'epoca Peugeot non costruiva ancora i propulsori), però,
dovette attendere il 2 gennaio del 1893 quando la Tipo 3 gli fu finalmente
consegnata. Era la prima auto a mettere le ruote su strade italiane. Il telaio
era contrassegnato dal numero 25, a conferma che era la venticinquesima
macchina prodotta da Peugeot. La Tipo 3 era a quattro posti, il motore
sviluppava 2 cavalli e raggiungeva la velocità massima di 18 chilometri all'ora.
Il prezzo era stato pattuito in 5425 franchi svizzeri ai quali il conte Rossi
aggiunse altri 142 franchi per ricambi e accessori. Il costo complessivo era pari
a sei anni di stipendio di un operaio della sua industria. Fu dunque nei primi del
1893, che la prima vettura circolante in Italia cominciò a ruggire lungo le aspre
viuzze di Piovene Rocchette. Gaetano Rossi era così metodico e preciso negli
orari che quando lasciava la fabbrica e il rombo della Tipo 3 rimbalzava da uno
slargo all'altro del paese nella pausa di mezzogiorno, i suoi compaesani
regolavano l'orologio, sicuri di non sbagliare. Il capitano d'industria tenne la
vettura tre anni. L'8 aprile del 1896 ordinò alla Peugeot un secondo modello, la
Tipo 9, e cedette la Tipo 3 a un lontano parente, Guido Lazzari, che aveva
portato all'altare Betti Vigna, figlia del medico condotto di Schio. Lazzari viveva
in Friuli ma aveva frequenti contatti con la città della sposa. In quegli stessi
anni prestava servizio militare a Verona, dove s'era accasato, Giovanni Agnelli.
Saputo che nel Vicentino circolava la prima automobile, fece di tutto per
provarla. Agnelli apprezzò le caratteristiche del nuovo mezzo di trasporto fu
amore a prima vista. Scattò così la molla che lo portò a fondare la Fiat,
fabbrica italiana automobili Torino. La Tipo 3 circolò diversi anni in Friuli. Nel
corso della Prima guerra mondiale al mezzo furono tolti alcuni componenti e
l'auto finì dimenticata in un angolo del garage di villa Lazzari ad Aiello del
Friuli. Solo molto tempo dopo, grazie a Carlo Biscaretti di Ruffia, che aveva
saputo la storia della Peugeot, la vettura rivide la luce, diventando uno dei
pezzi più pregiati, dopo un attento e meticoloso restauro, del museo dell'auto
torinese. Alle 11,30 del 5 luglio del 2007, l'Amministrazione comunale di
Piovene Rocchette, guidata da Maurizio Colman, ha voluto intitolare al
capostipite della Casa del leone, uno spazio pubblico, "Largo Armand Peugeot",
per celebrare la prima vettura circolante in Italia. Con l'occasione la Tipo 3,
dopo esattamente 114 anni, sei mesi e cinque giorni è tornata a far sentire il
suo inconfondibile rombo ai cittadini di Piovene, guidata da Alvise Rossi con
Christian Peugeot al suo fianco. Quattro generazioni dopo Gaetano e Armand.
1893 Prima vettura circolante in Italia: la Peugeot del conte Gaetano Rossi a
Piovene Rocchette 1898 Giovanni Agnelli progetta la Fiav, Fabbrica italiana
automobili veneta tra Bassano-Castelfranco e Cittadella 1918 – Gli scrittori
Hemingway e Dos Passos a Bassano e a Schio come autisti volontari dell'Arc,
American red cross 1915 - 1918 – I bassanesi Cazzaro e Gomiero meccanici
rispettivamente dei piloti D'Annunzio e Baracca 1931 Il solagnese Bellò si
"fionda" dal Grappa con il Libratore, un rudimentale deltaplano privo di motore
realizzato con legno e stoffa 1936 A Mogadiscio il bassanese Francesco Basso
realizza la prima Littorina utilizzando lo chassis di un camion e due motori
d'aereo recuperati nel deserto. 1949 Il conte D'Acquarone vince la 2^ edizione
della gara di velocità in salita del Pasubio. Sarà ucciso dalla bellissima moglie
in Messico nei primi anni '60. La suocera s'accuserà del delitto. Condannata,
affronterà lunghi anni di carcere. 1955 Giannino Marzotto, dopo aver vinto la
Mille Miglia del 1950 e del 1953, propone l'istituzione dei campionati triveneti
1964 Ferrero lancia la Nutella, la Discotto di Schio una dolcissima crema verde
e rosa da spalmare sul pane 1963 Nasce la scuderia Palladio 1965 Targa VI
100.000 per un'auto blu del Comune, una Fiat 1500 1969 Toni Pelizzoni vince
la Bassano-M. Grappa a 21 anni. Pochi mesi dopo, alla prima gara come pilota
ufficiale dell'Abarth, si schianterà durante la cronoscalata di Salisburgo 1988
1989 Miki Biasion campione mondiale rally con la Lancia Delta