CARL VON CLAUSEWITZ Della guerra

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CARL VON CLAUSEWITZ
Della guerra
VOM KRIEGE
© 2013 Susaeta editore, Madrid
© 2013 CREABOOKS packagers snc
Ideazione e impaginazione: Donatella Bergamino
Testi: Paolo Palumbo, Giorgio Bergamino, Gianni Palitta
Consulenza redazionale: Laura Aceti, Roberto Braga
Ricerca iconografica: Giorgio Bergamino
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CARL VON CLAUSEWITZ - DELLA GUERRA
SOMMARIO
Sommario
Introduzione
Carl von Clausewitz 8
Della guerra, Vom Kriege 14
Della guerra, Vom Kriege
Prefazione di Maria von Clausewitz 22
Premessa di Carl von Clausewitz 23
• L’essenza della guerra, Libro primo 27
Impiego assoluto della forza - Lo scopo è di ridurre il nemico all’impotenza - La guerra non
consiste in un solo urto istantaneo - Sospensione nell’atto di guerra - La guerra non è che la
continuazione della politica con altri mezzi Passi scelti dal Libro primo.
 SCIENZA E GUERRA 30
 IL CANNONE 40
• Dalla teoria alla guerra, Libro secondo 45
Partizione dell’arte della guerra - Della teoria
della guerra - Arte o scienza della guerra? - La
critica - Passi scelti dal Libro secondo.
 FUCILI E PISTOLE 52
• La strategia, Libro terzo 61
Le campagne di Federico il Grande e la strategia - Forze morali - Audacia e preponderanza
numerica - Sorpresa e astuzia - Passi scelti dal
Libro terzo.
 I RAZZI 68
Il combattimento, Libro quarto 79
Carattere della battaglia moderna - Il combattimento in generale - La decisione del combattimento - La battaglia principale - Passi scelti dal
Libro quarto.
4
Precis de l’arte de la guerre
 LOGISTICA E SPOSTAMENTI 88
• Le forze combattenti, Libro quinto 95
Il teatro di guerra - L’armata e la campagna - Il
rapporto di potenza - Il rapporto tra le armi Passi scelti dal Libro quinto.
 COMUNICAZIONI
E SPIONAGGIO 104
• La difensiva, Libro sesto 109
Attacco e difesa - Il rapporto tra attacco e difesa
nella tattica - Il carattere della difesa strategica
- I mezzi della difesa - Il popolo in armi - Passi
scelti dal Libro sesto.
 MEDICI SUI CAMPI DI BATTAGLIA 116
 EUGENIO DI BEAUHARNAIS 126
• L’offensiva, Libro settimo 129
La natura dell’attacco strategico - La forza decrescente dell’attacco - Il punto di culminazione dell’attacco - Il punto di culminazione
della vittoria - Passi scelti dal Libro settimo.
 LA FANTERIA 136
• Il piano di guerra, Libro ottavo 145
Guerra assoluta e guerra reale - Il nesso interno della guerra - La grandezza dello scopo
della guerra e del suo sforzo - Dalla guerra di
gabinetto alla guerra di popolo - L’abbattimento del nemico - Obiettivo limitato - Influenza dello scopo politico sull’obiettivo
militare - La guerra è uno strumento della politica - Obiettivo limitato: la guerra offensiva
- Obiettivo limitato: la difesa - Il piano di
guerra, quando l’obiettivo è l’abbattimento
del nemico - Passi scelti dal Libro ottavo.
 LA GUERRA SUI MARI 152
Antoine-Henry de Jomini 170
Il libro di de Jomini 172
 I DUELLI 176
Estratti dal Precis 178
Le guerre all’epoca di Clausewitz
Le guerre della Francia rivoluzionaria 190
La campagna d’Italia 192
 NAPOLEONE BONAPARTE 194
Le campagne d’Egitto e Siria 196
Contro la seconda coalizione 198
 ALEKSANDR VASILEVIC
SUVOROV 200
Contro la terza coalizione 202
Contro la quarta coalizione 204
 RE E IMPERATORI SUI CAMPI
DI BATTAGLIA 206
La campagna polacca 208
Guerra d’indipendenza spagnola 210
Contro la quinta coalizione 212
 ARTHUR WELLESLEY,
DUCA DI WELLINGTON 214
La campagna di Russia 216
Contro la sesta coalizione 218
Contro la settima coalizione 220
La guerra di Finlandia 222
 I MARESCIALLI DI FRANCIA 224
La guerra austro-napoletana 226
Guerre russo-turche 228
La guerra d’indipendenza greca 230
Von Clausewitz in battaglia
L’assedio di Magonza 234
La battaglia di Jena 236
La battaglia di Borodino 238
 MICHAIL ILLARIONOVIC
KUTUZOV 240
La battaglia di Dennewitz 242
La battaglia di Lipsia 244
La battaglia di Ligny 246
La battaglia di Wavre 248
 GEBHARD LEBERECHT
VON BLÜCHER 240
La battaglia di Waterloo 252
Le grandi potenze europee
Il Regno Unito 256
La Prussia 258
L’Austria 260
 STRATEGIE MILITARI DELL’EPOCA
NAPOLEONICA 262
La Francia 264
La Russia 266
La Spagna 268
 LA VIEILLE GUARD 270
L’Impero ottomano 272
Il Regno di Sardegna 274
Il Regno di Napoli 276
 HORATIO NELSON 278
La Svezia 280
Indice analitico 282
5
INTRODUZIONE
L
e guerre napoleoniche cambiarono per sempre il modo di fare la guerra.
Le tattiche e le certezze dei principali Stati maggiori europei furono
sradicate prima dagli eserciti repubblicani e popolari della Francia e poi da
quelli consolari e imperiali di Napoleone Bonaparte. Tra i principali attori
che calcarono il palcoscenico europeo di quegli anni vi fu la Prussia, il cui
stato maggiore, al tempo considerato un modello di efficienza, dovette fare
però i conti con una nuova generazione di soldati e con una macchina militare di soldati non professionisti guidati da validi e giovani ufficiali: nel
1805 Napoleone sbaragliò i Russi e gli Austriaci mentre nel 1806 accadde
l’incredibile: il potente Esercito prussiano tracollò a Jena.
7
CARL VON CLAUSEWITZ - DELLA GUERRA
Carl von Clausewitz
Nato a Burg bei Magdeburg il 1° giugno del 1780 Carl von
Clausewitz proveniva da una famiglia di origini polacche,
appartenenti al ceto medio. Nel 1792, con l’Europa in
pieno fermento, Carl decide di arruolarsi come sottufficiale
alfiere (portabandiera) nel Reggimento Prinz Ferdinand di
Riunione del comitato per la riforma dell’Esercito prussiano tenuta
a Königsberg nel 1807. Anche Clausewitz collaborò con i riformatori.
Potsdam. La prima battaglia a cui prese parte fu l’assedio di
Magonza, dove il suo comportamento gli fruttò la nomina
a ufficiale. Le inclinazioni di von Clausewitz erano guerresche, ma nel contempo intellettuali e questo lo rese idoneo
alla frequentazione della Scuola Militare di Berlino dove,
L’edificio in Berlino, che ospitava dal 1825 l’Accademia Militare
Prussiana, ricostruito nel 1914. L’accademia fu chiusa dopo il 1945.
8
INTRODUZIONE  CARL VON CLAUSEWITZ
CARL VON CLAUSEWITZ - DELLA GUERRA
nel 1801, conobbe il suo mentore, il generale
Gerhard von Scharnhorst, uno dei più grandi
teorici della storia militare prussiana. Il giovane Carl comincia ad appassionarsi alla teoria della guerra, il suo modello principale è
Federico il Grande autore dei Principi generali
della guerra, tuttavia allargò il suo studio
anche verso Polizio, Montecuccoli,
Maurizio di Sassonia, Puységur e
così via. La sua bravura attirò l’attenzione del suo importante
maestro il quale lo prese sotto la
sua ala protettiva introducendolo a corte. Passarono anni in
cui Clausewitz svolse semplici
compiti di routine militare, fino al
1806, anno della fatidica guerra
contro la Francia. In quegli anni
l’Esercito prussiano era considerato il
miglior esercito d’Europa; la Prussia
era nata come uno stato la cui occupazione interna era prevalentemente
dedicarsi all’arte della guerra. Nessuno poteva immaginare che l’esercito popolare di Napoleone, per
quanto avesse già sonoramente
battuto Austria e Russia
ad Austerlitz nel 1805,
potesse ora sconfiggere gli
eredi di Federico il
Grande. La macchina da
guerra prussiana era però
vecchia, comandata da
uno stato maggiore an-
10
Busto di Clausewitz presso la Führungsakademie
der Bundeswehr di Amburgo. Sotto: la tomba di
Clausewitz a Burg, in Sassonia, sua città natale.
ziano e manovrata ancora secondo i
vecchi dettami della guerra
dei sette anni; questo vetusto
impianto non avrebbe retto
allo choc dei Francesi, alla
loro manovrabilità e duttilità sul campo di battaglia.
Nell’anno in cui Napoleone attaccò Berlino, Carl
venne aggregato come aiutante di campo del principe
Augusto di Prussia, cugino del
re. Dopo la battaglia cadde prigioniero e solo in seguito al trattato di Tilsit fece ritorno in
patria. La sconfitta di Jena del
1806 aveva messo in subbuglio
l’intero comparto militare
prussiano il quale, grazie all’opera di Scharnhorst e alla
politica del barone
von Stein, aveva
compreso l’urgenza
di attuare delle riforme concrete. In
primo luogo fu introdotto il servizio militare
obbligatorio,
l’esercito effettivo fu integrato con il reclutamento di
una milizia nazionale, all’interno dei reparti furono
abolite le umilianti punizioni corporali e fu introdotta una sorta di coscienza
di popolo che avrebbe condotto alla “guerra di liberazione” dal giogo francese.
Nel 1810 Clausewitz sposò
Maria von Brühl e ottenne la
prestigiosa carica di istruttore del principe ereditario.
Dua anni dopo, nel 1812,
Napoleone
sconquassò
nuovamente i già flebili equilibri europei scatenando una guerra contro lo zar Alessandro I.
Inabile a opporsi ai voleri francesi, Federico
Guglielmo III accettò di far parte della grande
armata messa in piedi da Napoleone; una notizia che sconvolse Carl von Clausewitz il quale
decide si rifugiarsi proprio in Russia, mettendosi a disposizione dello stato maggiore dello
Ferdinand Foch (1851-1929),
generale francese, scrisse I principi
della guerra e La condotta della
guerra, raccolte di lezioni da lui
tenute all’Ecole de guerre, dove
esponeva posizioni molto
vicine a quelle di Clausewitz:
zar. Per il giovane prussiano
sconfiggere il tiranno francese era diventata una questione d’onore. Con il grado
di tenente colonnello, von
Clausewitz prese parte alla
terribile carneficina di Borodino dove la quantità di
morti da entrambi le parti rese difficile identificare un vincitore. Clausewitz però ottenne
una sua vittoria personale molto importante:
Fanteria francese all’assalto di postazioni
tedesche durante la prima guerra mondiale. Fu
merito del generale Foch, se queste truppe riuscirono
a fermare l’imponente offensiva della Germania.
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INTRODUZIONE  CARL VON CLAUSEWITZ
CARL VON CLAUSEWITZ - DELLA GUERRA
dopo il disastro militare francese il generale
York – comandante del contingente prussiano
messo a disposizione di Napoleone – fu convinto a firmare la convenzione di Tauroggen
grazie alla quale le sue truppe tornarono indipendenti e pronte a muovere guerra ai francesi. L’anno di Clausewitz fu sicuramente il
1813, quando ebbe inizio la grande guerra di
liberazione nazionale. La grande coalizione, la
sesta, messa in piedi dai principali sovrani europei condusse alla fatidica battaglia di Lipsia
combattuta dal 16 al 19 ottobre del 1813.
Clausewitz si trovava aggregato, in qualità di
capo di Sato Maggiore, al corpo d’armata
russo-prussiano del generale Wallmoden. La
sconfitta di Lipsia però non aveva messo in
ombra il genio di Napoleone Bonaparte il
quale, grazie a manovre politiche intelligenti e
a un dissanguamento delle classi di leva, riuscì nuovamente a mettere in piedi un piccolo
esercito e a combattere, mirabilmente, la campagna del 1814. La campagna di Francia segnò
il definitivo rientro di Clausewitz nell’esercito
nazionale e nel 1815 diventò capo di stato
maggiore dell’armata prussiana di Blücher (III
corpo) con il quale prese parte alla battaglia di
Ligny. La fine di Napoleone a Waterloo e il successivo congresso di Vienna riportò gli stati Europei allo status quo ante, tra i vincitori anche
Clausewitz il quale ritorno in patria riservò nu-
merose sorprese tra cui la nomina a capo di stato maggiore del generale August von Gneisenau che, insieme al
generale Scharnhorst avevano riformato l’intero esercito.
L’amore di Clausewitz per lo studio della guerra lo portarono a diventare direttore della Allgemeine Kriegschule, carica che ricoprì fino al 1830. L’ultima missione
di Clausewitz fu verso Oriente, come capo di Stato Maggiore del corpo di osservazione che doveva sorvegliare i
movimenti russi in conseguenza all’insurrezione della
Polonia. Clausewitz si ammalò di colera, un male che lo
portò alla morte, a Breslavia, il 16 novembre del 1831.
Negli anni in cui diresse la scuola militare tedesca maturò i suoi pensieri sulla guerra tramutandoli nella indimenticabili pagine del Vom Kriege. La sua morte
improvvisa gli impedirono di rivedere l’opera che fu in
seguito pubblicata grazie alla moglie.
August Neidhardt von Gneisenau
(1760-1831) il generale prussiano che
con Scharnhorst, Boyen e Clausewitz
concepì un piano di sollevazione popolare
contro l’occupante francese. Morì nello
stesso anno di Clausewitz (1831) a causa
della medesima epidemia di colera che
dalla Russia aveva contagiato l’Europa.
Parata militare dell’Esercito prussiano
nella Opernplatz a Berlino negli anni
1824-1830. Probabile ricostruzione delle
celebrazioni tenute nel 1825 in occasione
del decimo anniversario della battaglia
di Waterloo. Dipinto del pittore tedesco
Franz Krüger (1797-1857).
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13
INTRODUZIONE  DELLA GUERRA
CARL VON CLAUSEWITZ - DELLA GUERRA
Della guerra
Vom Kriege
La sconfitta di Jena aveva messo in evidenza la
superiorità delle armate francesi su quelle
prussiane le quali, sebbene famose per la loro
efficienza e imbattibilità, poggiavano su una
struttura ormai inadeguata e obsoleta. Napo-
leone aveva impresso una nuova spinta all’arte
della guerra; la Rivoluzione francese aveva
creato il primo esercito nazionale introducendo la legge sulla coscrizione. Un provvedimento importante il quale garantiva ai reparti
di fanteria, artiglieria e cavalleria un abbondante numero di uomini per riempire le proprie file. L’Esercito prussiano si basava ancora
su reparti composti interamente da volontari,
da professionisti della guerra i cui quadri erano
formati da ufficiali preparati, ma ancora
legati alla figura di Federico il Grande.
La battaglia di Austerlitz, combattuta
il 2 gennaio del 1805, aveva certamente messo sull’avviso le principali potenze europee; in una sola
giornata le truppe di Napoleone
avevano, di fatto, piegato la fanteria
austriaca e russa. I Prussiani però si
sentivano ancora al sicuro e continuavano a vantare una certa superiorità. Quello che accadde a Jena
Gerhard Johann David von Scharnhorst
(1755-1813), il generale che fu messo a
capo di una commissione per riformare
l’Esercito prussiano assieme a Gneisenau,
Grolman, Boyen, Clausewitz e altri.
14
Helmuth Karl Bernhard Graf
von Moltke (1800-1891), capo
di Stato Maggiore dell’Esercito
prussiano e artefice delle vittorie
sull’Impero austro-ungarico e sulla
Francia. Per le sue idee sulla
guerra è considerato discepolo più
di Clausewitz che non di de Jomini.
smentì tutte le loro certezze e in un batter d’occhio Napoleone si trovò padrone incontrastato
dell’Europa orientale e di Berlino. Come per
altri stati soggiogati dai francesi, anche per la
Prussia non rimaneva che far buon viso a cattivo gioco, accettando così una scomoda alleanza con l’Impero napoleonico. Clausewitz
non volle saperne, il suo orgoglio da ufficiale
prussiano gli impediva di sedere al fianco degli
odiati francesi. Una cosa però rimase impressa
nella sua mente, vale a dire l’estrema facilità
con cui i battaglioni francesi avevano piegato
l’armata prussiana. Da questo interrogativo
nasce il Vom Kriege, interamente basato su
quella che fu la dolorosa esperienza napoleonica. Una nuova filosofia della guerra che doveva cambiare per sempre il modo di
combattere non solo dei prussiani, ma di tutti
gli eserciti europei. Machiavelli si era interrogato sull’essenza della politica, lo aveva fatto
15
INTRODUZIONE  DELLA GUERRA
CARL VON CLAUSEWITZ - DELLA GUERRA
con i parametri dei suoi
tempi analizzando le forme
di governo più comuni,
allo stesso modo Clausewitz si è posto delle domande sull’essenza della
guerra e per trovare spiegazioni ha usato la storia più
recente. Il giovane ufficiale
prussiano non descrive un
nuovo metodo di guerra,
non si sofferma solo su tattiche e problematiche che
riguardano il comando
sul campo di battaglia; la
sua visione è molto più
ampia, la guerra è un
importante e drammatico fenomeno sociale
che coinvolge non solo i
soldati, ma tutti gli apparati dello stato. La
guerra è la “continuazione della politica con
altri mezzi”, questo as Marie Sophie Gräfin
von Brühl (1779-1836)
in una litografia di autore
sconosciuto. Sposò von
Clausewitz nel 1810
e curò la pubblicazione
di Vom Kriege dopo
la morte del marito.
16
Carl von Clausewitz in un
francobollo commemorativo
emesso nel 1981 dalle
Deutsche Bundepost
in occasione del 150°
anniversario della morte.
sioma racchiude il vero
senso dell’opera clausewitziana poiché proprio la politica muove la guerra e la
guerra stessa è condotta per
finalità politiche. L’interpretazione errata di von
Clausewitz è fondante di una certa
scuola militarista che
nei secoli successivi
avrà proprio in Germania la sua massima
espressione. Il pensiero di Clausewitz il
quale vedeva la
guerra al servizio
della politica, venne
stravolto e politici
come Ludendorff misero al centro la politica al servizio della
guerra. Il giovane ufficiale prussiano non la
pensava così; la lotta
tra due eserciti era
una conseguenza legittima tra la politica
estera di due Stati, tuttavia alla fine deve essere
la politica a trionfare grazie alla diplomazia. Il
significato profondo della guerra secondo
Clausewitz deve tenere conto di tre importanti
fattori: «la violenza originaria, che è un impulso naturale cieco; il gioco delle probabilità,
che ne fa una libera attività dell’animo; la sua
natura subordinata di strumento della politica,
attraverso cui si raggiunge il puro intendimento». Un concetto fondamentale al quale si
affiancano teorie inerenti la tattica, la strategia
e la politica. Nel libro troviamo, non a caso,
capitoli dedicati alla vittoria tattica, allo scopo
nella guerra, alle forze materiale, al morale ecc.
Ma qual è secondo il filosofo prussiano la vera
essenza della guerra? Quali sono i suoi obiettivi principali? Qui il pensiero clausewitziano
stravolge le teorie Settecentesche che alla battaglia prediligevano la manovra; secondo il
prussiano il vero senso della guerra sta proprio
nella battaglia, unico momento topico nel
quale si può raggiungere la vittoria finale. Questa teoria è figlia certamente del pensiero tat Combattimento tra gli insorti polacchi e i Corazzieri
russi a Varsavia durante la cosiddetta “Rivolta
di novembre” del 1831. Clausewitz dedica alcune
pagine del Vom Kriege alla guerra di popolo.
17
INTRODUZIONE  DELLA GUERRA
CARL VON CLAUSEWITZ - DELLA GUERRA
tico strategico di Napoleone il quale individuava nella battaglia il momento culminante
dell’intera guerra, l’attimo supremo attraverso
il quale si poteva sconfiggere per sempre l’avversario. Le battaglie combattute dall’imperatore dei francesi rappresentano perfettamente
queste teorie. suddivisione ragionata delle
forze, in modo da ottenere mobilità, distanza
di marcia non eccessiva così da permettere una
pronta riunione, e attesa dell’attimo decisivo
in cui il nemico impiega tutte le sue forze. A
quel punto Napoleone riuniva il suo esercito e
dava battaglia. In questo caso, contrariamente
al pensiero settecentesco, la manovra era subordinata alla battaglia. La battaglia era dun-
que il fine dell’intero piano di guerra in cui
convergevano il fine politico e le misure prese
per attuarlo e portarlo a termine con successo.
Lo scopo militare doveva essere espresso in
termini più concreti possibili poiché da esso
dipendeva lo svolgimento dell’intera guerra la
quale, a sua volta, doveva avere un risultato finale politico. In questi concetti emerge ancora
una volta l’essenza del pensiero di von Clausewitz: appassionato, coraggioso e uomo
d’azione, ciò nondimeno prudente e attento a
non far dominare il “dio della guerra”. Sono i
militari a servire lo Stato e non viceversa. Il suo
carattere riflessivo e moderato trova forza
anche nell’assunto riguardate le azioni di difesa e di attacco: secondo von
Clausewitz la prima ha elementi
di superiorità rispetto la seconda
azione. Alla base c’è un ragionamento abbastanza chiaro: chi è
più forte attacca colui che è più
debole, tuttavia il più debole ha a
suo favore il tempo e lo spazio per
poter agire, rovesciare il rapporto
di forza e passare al contrattacco.
In questo gioco di equilibri appare
di nuovo evidente il fattore equi-
I 500 difensori francesi di Huningue,
arresisi nell’agosto del 1815, dopo due
mesi di assedio alle truppe austriache
forti di 30 000 unità, abbandonano
la città con l’onore delle armi.
18
librante messo in campo dal prussiano: due
forze possono arrivare ad una soluzione politica malgrado uno sia il più forte e l’altro il più
debole. Due energie – attacco e difesa – che alla
lunga possono risultare paritarie e sfocianti in
una “non ragione” del conflitto stesso. Il volume di Clausewitz ha poi alcuni aspetti davvero nuovi, frutto diretto della tragica
esperienza napoleonica; uno di questi riguarda
la “guerra di popolo”. Tra gli episodi più tragici delle guerre napoleoniche due in particolari hanno coinvolto la popolazione: la
campagna di Spagna del 1808 e il maldestro
tentativo di conquistare la Russia nel 1812.
Clausewitz definisce quella che più tardi diventerà l’essenza della guerriglia: azioni tatti-
Le truppe francesi resistono alla pressione
dell’Esercito prussiano nel villaggio di Villejuif
durante l’assedio di Parigi del 1870.
Dipinto di Édouard Detaille.
che difensive e di attacco, progressivo logoramento delle forze in campo, azioni di disturbo
continue, ma soprattutto legame tra i guerriglieri e la popolazione. L’opera di Clausewitz
rimane una pietra miliare nella storia militare
mondiale, il suo è il punto di partenza più erudito su tale argomento, affianca in modo poderoso il pensiero orientale sullo stesso
argomento, lo perfeziona, lo adegua e lo rende
fruibile ai suoi contemporanei, ma soprattutto
ai posteri.
19
DELLA GUERRA
Vom Kriege
CARL VON CLAUSEWITZ - DELLA GUERRA
DELLA GUERRA
Prefazione di Maria von Clausewitz
Il capolavoro di von Clausewitz non avrebbe
mai visto la luce se non fosse stato per la paziente opera della moglie Maria la quale, nella
sua breve introduzione al volume, spiega
quale furono i sacrifici di una donna la quale
condivideva tutto con il proprio marito. Le
sue sono parole di ammirazione per una vita
spesa per il proprio paese e per un ideale, lo
Stato, per il quale lo stesso Carl avrebbe dato
la vita. Il momento fondamentale per la re-
Il generale tedesco Friedrich Paulus (1890-1957)
che, come tutti gli ufficiali del Reich, non si attenne ai
suggerimenti di Clausewitz per cui un sottoposto non
è costretto ad accettare ciecamente gli ordini di un
superiore ma deve invece essere critico nei suoi confronti.
Il risultato fu la catastrofe di Stalingrado, quando tutta
la sua armata dovette arrendersi all’Armata Rossa.
dazione della sua opera furono – secondo
Maria – gli anni in cui servì come professore
alla Scuola di Guerra il cui impegno continuò a dargli lo stimolo necessario per continuare i suoi approfondimenti teorici. Alla
moglie il compito di riordinare questo lungo
e appassionante fiume di pensieri che l’au-
Frontespizio dell’edizione originale del
Vom Kriege di Carl von Clausewitz pubblicato
da Dümmlers Verlag a Berlino nel 1832.
22
tore dovette interrompere solo di fronte alla
morte. «Tutti i suoi sforzi – ricorda la moglie
– si dirigevano verso il dominio della scienza:
e il bene che con questa opera si riprometteva
di far nascere, divenne, da allora, lo
scopo della sua esistenza». L’uscita
postume della sua opera, ma soprattutto la consapevolezza che questa sarebbe uscita solo dopo la sua morte,
pongono l’accento sul carattere
schivo, modesto e umile del professore prussiano: «nessuna traccia di
calcolo personale inquinavano la nobile sua aspirazione verso la possibilità di esercitare una influenza
potente e duratura». In questa breve
introduzione è riassunto il carattere
di von Clausewitz.
 PREFAZIONE
Premessa di Carl von Clausewitz
Le pagine di apertura redatte da Clausewitz
sono abbastanza criptiche e l’autore non si dilunga troppo su quanto poi approfondirà nel
resto dell’opera. Le sue parole sono piuttosto
un chiaro inno alla ricerca scientifica e all’indagine condotta per arrivare a produrre
un’opera simile dedicata alla guerra: «La
forma scientifica – afferma – vi si esprime con
la tendenza a scrutare l’essenza dei fenomeni
bellici ed a mostrare la loro correlazione con
la natura delle cose di cui si compongono».
Dwight David Eisenhower (1890-1969),
generale americano comandante in capo
delle Forze Alleate in Europa durante la
seconda guerra mondiale, aveva studiato
il Vom Kriege negli anni venti quando,
giovane ufficiale, era in servizio a Panama.
23
CARL VON CLAUSEWITZ - DELLA GUERRA
DELLA GUERRA
Ne scaturisce dunque una forma
scrittoria indagatrice che non disdegna legami con la filosofia
più pura, dedita all’indagine di
un fenomeno, la guerra, che ha
diverse implicazioni sia umane,
sia materiali ed economiche.
«Non sarebbe forse impossibile
scrivere una teoria sistematica
della guerra piena di intelligenza
e di sostanza. Ma quelle che esistono finora sono lungi da ciò.
Senza parlare dell’empirismo
che le informa, le teorie sistematiche esistenti rigurgitano di osservazioni non peregrine, di
luoghi comuni e di ciarlatanerie
d’ogni specie, nel loro tendere
appunto a una sistematica compiutezza». Un argomento così
impegnativo secondo Clausewitz è molto lontano dall’essere
risolto tuttavia lui volle provarci
e per rendere tutto più comprensibile e semplice al lettore
comune ha scomposto la materia in tanti piccoli argomenti:
“l’autore ha preferito esporre, sotto forma di
piccoli grani di metallo compatto, il risultato
dei suoi lunghi anni di meditazione sulla
guerra, e quello del suo contatto con uomini
superiori nonché della sua esperienza personale”. In questo modo sono nati i capitoli del
Vom Kriege i quali possono apparire disgiunti,
ma che seguono tutti un discorso comune
ampio e completo. L’introduzione di von
Clausewitz è dunque scarna e scevra da presentazioni definitive su un argomento molto
complesso. Piuttosto l’autore indugiò su
quelle che sono le sue metodologie, non tanto
empiriche, quanto guidate da esperienze pro-
 PREFAZIONE
fessionali vissute sul campo. L’opera assume
spesso i tratti di una Memoires simile alle
molte prodotte in epoca napoleonica da ufficiali che vantavano – a ragione o meno – la
presenta in questa o quella battaglia. Clausewitz non fu presente a tutti gli scontri, tuttavia acquisì una capacità tale da scomporli e
analizzarne cause ed effetto.
Anche la donna è parte della guerra: Molly Pitcher
(nome attribuito a una donna che combatté contro
gli Inglesi durante la guerra di indipendenza
americana) mentre carica un cannone.
Antoine Charles Louis Lasalle
(1775-1809), uno dei più brillanti
comandanti di cavalleria del periodo
napoleonico, guida una carica di
cavalleria durante la battaglia di Wagram.
24
25
I
L’ESSENZA DELLA GUERRA
Libro primo
C
he cosa è la guerra? Su questa definizione ruoterà l’intera opera di von
Clausewitz, frammentata in tantissime parti ma dalla quale emerge un
disegno completo del fenomeno guerresco: «La guerra non è che un duello
su vasta scala. La moltitudine di duelli particolari di cui si compone, considerata nel suo insieme, può rappresentarsi con l’azione di due lottatori».
Clausewitz conosceva bene quali erano i rapporti di forza in un’epoca che
lasciava molto spazio alla violenza: «La guerra è dunque un atto di forza
che ha per scopo di costringere l’avversario a sottomettersi alla nostra volontà». Il fattore di forza esaminato da Clausewitz è tuttavia molto di più
che una rissa tra due energumeni o un duello tra due gentiluomini; la forza
clausewitziana è composta da fattori che si allargano su materie complesse
come la scienza, la tecnica, il diritto e l’economia.
27
L’ESSENZA DELLA GUERRA  LIBRO PRIMO
CARL VON CLAUSEWITZ - DELLA GUERRA
Impiego assoluto della forza
La guerra non lascia spazio a nessun gesto
umanitario; rifacendoci a un assioma oggi comune possiamo affermare che anche secondo
Clausewitz non esistevano guerre umanitarie.
La bontà, un atteggiamento troppo debole,
avrebbe portato alla sconfitta di qualsiasi
esercito: ogni segno di clemenza produce errori i quali possono incidere sulla vittoria finale. I due concetti guida che portano allo
scontro sono il sentimento ostile e l’intenzione ostile, l’uno prescinde dall’altro. Non
esiste alcuna azione ostile che non sia guidata
da un sentimento d’odio nei confronti dell’avversario. Clausewitz parla dei barbari
presso i quali predominavano gli istinti contro il mondo più civile dove spesso trionfa la
riflessione, seppur negativa. Per l’autore prussiano sono comunque mossi dallo stesso sen-
timento e dunque non esiste che due Stati
civili possano considerare la guerra come
un atto di governo, semplice e razionale,
dividendolo dalla passione. «La guerra –
sostiene Clausewitz – essendo atto di violenza, ha necessarie attinenze con il sentimento».
due forze la cui intenzione è quella di combattere, una battaglia combattuta contro un
avversario che non ha la volontà di combattere o non ne ha le capacità non da
luogo a una guerra. Questo è un concetto
che si applica sia a due parti belligeranti sia
a due azioni reciproche.
Lo scopo è di ridurre
il nemico all’impotenza
Per poter vincere la guerra è necessario interferire sulla volontà del nemico a difendersi: «La guerra deve dunque mirare
sempre a disarmare, o ad abbattere che dir
si voglia», un’affermazione che avrebbe trovato d’accordo lo stesso Napoleone il quale
mirava sempre a infliggere più danni possibile al suo avversario impedendole di risollevarsi. Lo scontro si verifica sempre tra
Monumento funerario al maresciallo
di Francia Laurent Gouvion-Saint-Cyr
presso il cimitero Père
Lachaise a Parigi.
La guerra non consiste
in un solo urto istantaneo
Il pensiero di Clausewitz emerge chiaro in
queste poche righe nelle quali descrive gli
atti preparatori della guerra e i fattori che
le nazioni belligeranti devono tenere in
considerazione. «I fattori sono i combat-
Laurent de Gouvion-Saint-Cyr
alla battaglia di Polotsk del 18 agosto
del 1812, in un dipinto di Horace
Vernet (1789-1863). Il suo contributo
alla vittoria riportata contro i Russi
portò alla sua nomina a maresciallo
di Francia dopo la battaglia.
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APPROFONDIMENTI  SCIENZA E GUERRA
CARL VON CLAUSEWITZ - DELLA GUERRA
Scienza e guerra
Utilizzo da parte dell’Esercito francese di un pallone
aerostatico per segnalare i movimenti delle truppe
avversarie durante la battaglia di Fleurus nel 1794.
i bracci potevano
assumere molte posizioni
permettendo di utilizzare
un codice fino a 196
combinazioni
D
Le macchine da guerra
ue grandi eventi sconvolsero la società
europea nella seconda metà del Settecento e in qualche modo uno fu la conseguenza dell’altro: la Rivoluzione industriale
iniziata in Inghilterra con l’introduzione delle macchine negli opifici e, qualche anno, dopo la rivoluzione politica scoppiata in Francia nel 1789 che
sovvertì l’ordine mondiale ed entrambe aprirono le
porte al mondo contemporaneo. Ovviamente tutte
Anche se il tempo dei carri armati è ancora lontano,
la scoperta della forza del vapore portò ad alcune
sperimentazioni come il carro di Cugnot, primo
esempio di macchina mossa da un motore, utilizzata
nel 1769 per il trasporto dei cannoni. Ma fu nel
campo marittimo che avvenne una vera e propria rivoluzione, perché l’avvento della nave a vapore cambierà radicalmente il modo di navigare. Il primo
piroscafo fu fatto navigare da Robert Fulton sul fiume
Hudson nel 1807, lo stesso Fulton che qualche anno
prima aveva realizzato per Napoleone un sommergibile. Nel campo delle armi tradizionali, dopo un netto
miglioramento dei materiali usati per la loro costruzione, ma la vera grande novità furono le armi a retrocarica, il cui primo esempio fu quello introdotto
nel 1772 dall’ufficiale del British Army Patrick Ferguson, perfezionato più tardi con l’introduzione delle
cartucce con bossolo di metallo.
Il carro di Cougnot con propulsione a vapore
nella versione del 1771. La macchina venne offerta
all’Esercito francese per il trasporto delle artiglierie.
queste trasformazioni influirono, anche se non con
un effetto immediato, in campo militare e contribuirono a modificare un mondo che aveva visto
l’ultima grande trasformazione nel momento in cui
vennero introdotte “sui campi di battaglia” le armi
da fuoco.
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 CURIOSITÀ
✑ Fulton e Napoleone
Verso la fine del XVIII secolo Claude Chappe
e suo fratello svilupparono un sistema telegrafico
basato su una catena di segnalatori posti a
distanza di cannocchiale uno dall’altro. Questo
sistema iniziò a essere utilizzato dal 1793.
L’inventore statunitense Robert Fulton si era recato in Francia nel 1797 e qui iniziò a
progettare il Nautilus, un battello sottomarino; quando Napoleone prese il potere volle
incontrare il giovane inventore americano per finanziargli completamente il progetto.
Negli anni 1800 e 1801 il Nautilus venne testato e Fulton stesso scese fino a una profondità di 8 m, ma la compressità dello strumento spaventò i Francesi che non ne vedevano un’applicazione pratica, per cui Napoleone bocciò il progetto.
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