Nuovo fermento sul Tax Lease scheme

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CANTIERI
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Lunedì 3 Novembre 2014
Nuovo fermento sul Tax Lease scheme
Due idee (molto diverse) per incentivare la navalmeccanica: Ancanap propone
una modifica al TUIR, mentre lo studio legale Legance punta sulla via spagnola
Genova – Dopo la pluriennale polemica
sulla concorrenza sleale spagnola,
l’intervento di Bruxelles e il tempestivo
rilancio correttivo di Madrid per ridare
linfa al proprio settore navalmeccanico, la
cantieristica italiana sembra esser tornata a
puntare sul Tax Lease o, più correttamente,
su possibili sistemi di incentivazione alla
navalmeccanica tricolore.
Il convegno su navalmeccanica e LNG
organizzato a Genova da Conferenza
GNL è stato in particolare l’occasione
per Ancanap (Associazione Nazionale
Cantieri Navali Privati) per ricordare, per
bocca del presidente Stefano Silvestroni,
come l’associazione abbia sottoposto
al Governo la richiesta di ripristinare i
degli ammortamenti per le costruzioni
navali, “cancellati con la Finanziaria
2008”.
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Ancanap ha chiesto in sostanza di
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il contribuente (cioè il committente
della nave), previo l’espletamento di
alcune formalità comunicative, possa
elevare di tre volte rispetto alla norma
in cui comincia la costruzione le quote
di ammortamento per “i beni materiali
che richiedano per la loro costruzione
un periodo pari o superiore a 12
mesi, prevedano pagamenti a stato di
avanzamento lavori e non possano essere
oggetto di produzione di massa”. Con tale
misura si compenserebbe il vantaggio
competitivo che oggi, secondo Ancanap,
i cantieri spagnoli riescono ad avere su
quelli italiani, con prezzi inferiori di circa
il 10-15% a parità di prodotto, grazie al
“nuovo” sistema di Tax Lease elaborato a
Madrid. Ma, ed è un dato saliente su cui
l’associazione dei cantieri privati pone
l’attenzione, la sua proposta è un qualcosa
di nuovo, chiamato per comodità Tax
Lease, ma di fatto profondamente distante,
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(gruppo europeo d’interesse economico)
e della società di leasing, soggetti centrali
nello schema classico del Tax Lease.
Sull’argomento
è
intervenuto
recentemente, con approccio e presupposti
diversi, anche lo studio legale Legance,
diffondendo una nota volta a spiegare
quanto fatto dalla Spagna a confronto della
situazione italiana. La Finanziaria 2008,
sostengono i legali, “introdusse in Italia il
cosiddetto tax lease scheme!
del nuovo regime fu subordinata a una
preventiva autorizzazione da parte della
Commissione europea e a un regolamento
attuativo ad oggi mancanti”.
L’analisi di Legance prosegue nella
comparazione evidenziando come il
legislatore spagnolo abbia apportato
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+ le riserve sollevate nel 2012 dalla
Commissione Europea, ottenendo da
quest’ultima “una prima decisione di
formale approvazione e conformità con
le norme comunitarie”. In particolare “tra
le principali novità accolte positivamente
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dalla Commissione europea, quelle di
maggior interesse per l’Italia sono le
seguenti: il regime è applicabile per
/ di bene materiale (mobile o immobile)
ed è applicabile a qualsiasi società (senza
distinzione per settore di attività); la
fase di produzione dei beni deve durare
almeno 12 mesi e deve prevedere un
sostanziale pagamento anticipato del
costo complessivo; i beni devono avere
caratteristiche uniche e non devono essere
prodotti in massa; l’accesso alla ‘tonnage
tax’ spagnola da parte del GEIE (gruppo
europeo d’interesse economico, uno dei
soggetti coinvolti nello schema del tax
lease, gli altri sono un cantiere navale,
una società di leasing, una compagnia
di trasporto marittimo, ndr) è stato reso
meno vantaggioso rispetto al passato”.
Interessante notare, inoltre, come
l’emendamento Ancanap risolverebbe,
almeno in parte, alcune delle maggiori
problematiche (in chiave di normativa
europea) che Legance imputa all’attuale
regime italiano, cioè “l’elemento oggettivo
eccessivamente settoriale e l’assenza di
un periodo minimo di costruzione dei beni
interessati dal Tax Lease e di pagamenti
anticipati al cantiere navale”.
Secondo lo studio legale milaneseromano, in ogni caso, restano “da valutare
gli effetti combinati del tax lease con la
tonnage tax italiana, considerato che
si richiede l’obbligo di acquisto della
nave da parte dell’armatore, proprio alla
luce delle censure della Commissione
Europea relative al previgente regime
6 / nell’incertezza in cui versa il modello
di Tax Lease italiano, è auspicabile un
intervento del legislatore per riformare
la normativa interna alla luce delle nuove
disposizioni contenute nel modello
spagnolo e delle indicazioni fornite dalla
Commissione europea”.
Andrea Moizo
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