Sardegna, gli scrittori anti-Murgia

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Sardegna, gli scrittori anti-Murgia
IN VISTA DELLE REGIONALI MOLTI AUTORI APPOGGIANO PIGLIARLI (PD): "NO A MICHELA, È INDIPENDENTISTA"
PER ESEMPIO
Giorgio Todde: "Mica
se un dentista si candida
tutti i dentisti devono
votarlo". Marcello Fois
Michela Murgia, candidata presidente
per la Usta "Sardegna Possibile" LaPresse
Flavio Soriga: si è schierato con l'ex assessore
Dem, "il miglior nome possibile" Anso
di Emiliano Liuzzi e Roberto Morini
L
ungo il cammino delle caotiche elezioni in
Sardegna, con un Pd costretto a rimediare
in corsa, il Movimento 5 stelle non pervenuto, il
governatore uscente Ugo Cappellacci, che nonostante i vuoti decisionali e le mosse sbagliate
se la gioca, spunta anche la faida tra gli scrittori.
Sembrava naturale che appoggiassero, in maniera compatta, Michela Murgia, loro collega,
alla guida di una lista civica, apparentemente
fatta dì volti nuovi. Niente da fare. L'unico a
tifare per lei e ad appoggiarla è Marcello Fois,
amico dì vecchia data. Giorgio Todde, autore
tradotto in varie lingue, minimizza: "Mica se si
candida un dentista tutti i dentisti devono votarlo". E non fa una piega, probabilmente.
DIVERSO È se tutti i dentisti formano un cartello contro il loro collega e appoggiano la candidatura di un economista. Perché questo è
quello che più o meno è accaduto. I letterati e
intellettuali Salvatore Mannuzzu, Flavio Soriga,
Luciano Marrocu, hanno detto no: appoggeranno Francesco Pigliaru, candidato del centrosinistra che ha sostituito in corsa l'indagata
Francesca Barracciu. Per Mannuzzu l'indipendentismo incarnato da Murgia è "specchietto
per le allodole". Soriga invece cita l'anarchico
Pietro Gori, "nostra patria è il mondo intero", e
sottolinea: "Sono sardo, ma ogni richiamo alla
patria mi fa sentire aria di imbroglio, non subisco il fascino di nessuna patria".
Soriga sta con Pigliaru senza se e senza ma: "Ha
una grande esperienza, ha lavorato con Soru, è
uno studioso stimato. Ed è pulito. Ha tutti i
requisiti per essere il migliore candidato possibile". Per Fois, ultimo grande sponsor tra gli
intellettuali dì Murgia, quella di Pigliaru "è una
candidatura tardiva. Il Pd costringe un fondista
unico a schierarsi
con la collega
a correre i cento metri. Lui è un'ottima persona,
ma non sì è staccato dal malcostume". "A movimenti estemporanei come i 5 Stelle o come
quello fondato da Murgia al massimo affiderei
ramministrazione di un condominio o qualche
posto in consiglio comunale, non il governo di
una Regione o dello Stato", spara Mannuzzu, 84
anni a marzo, che ama definirsi "vecchio gauchista non pentito". Non vuole rinunciare alla
forma partito, "base indispensabile della democrazia", e vede nella candidatura Pigliaru un'occasione per cambiare il Pd: "Ne sono disgustato,
ma vedo in giro segnali positivi, anche se minoritari: Barca e Cofferati a livello nazionale,
Macciotta, Cherchi, Melis e pochi altri in Sardegna. Fois ha fatto quanto era nelle sue forze
per evitare la spaccatura a sinistra. Ha sostenuto
Murgia dall'inizio, ma avrebbe preferito che
partecipasse alle primarie del centrosinistra.
Quando Barracciu è stata costretta a ritirarsi, ha
chiesto pubblicamente al Pd di candidare Murgia. Lei ha rifiutato: non vuole avere niente a che
fare con i "partiti italiani". Ora Fois teme che
l'accordo Renzi-Berlusconi si estenda alla Sardegna.
REPLICA Todde: "Amicìzia e stima non bastano: ho pensato di votare la Murgia, ma mi è
precluso dall'istanza indipendentista. Se la Sardegna avesse totale autonomia oggi i sardi
avrebbero il nuovo Piano paesaggìstico dì Cappellacci e molti milioni dì metri cubi in più.
Sarebbe devastante. Meno male che abbiamo
l'obbligo di pianificare le scelte con il ministero.
Non è un sistema perfetto, ma sempre meglio
che affidare il nostro paesaggio ai mal di pancia
della polìtica locale. Francesco Pigliaru è coscienzioso e affidabile su questi temi. Invotabile
invece - conclude - la lista del Pd geneticamente modificata che lo sostiene".