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Anno XXXIII N.7

Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA Sped. in Abb. post.

D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 - Comma 1 DCB Genova 7

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Direttore responsabile

dr. Piera Piana

Autori testi

A. Ferrando P. Santagata P. Zucconi C. Buratto R. Carbone S. Bortolotti F. Vincenzi M. A. Porcu

Logo e progetto grafico

Ace & Flanaghan

Impaginazione e grafica

Alessandra Balba

Direzione - Amministrazione

Centro Medico Ceccardi Srl Via del Colle 108r 16128 Genova tel. 010/2465061 fax 010/2758074 [email protected]

Data di uscita

28 SETTEMBRE 2014

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MEDIAGRAF S.p.A.

Viale della Navigazione Interna, 89 35027 Noventa Padovana (PD) www.mediagrafspa.it

Una copia e 1,00 Abbonamento annuo singolo e 15,00 Abbonamento annuo multiplo ogni 50 copie A.N.E.S.

e 699,00 + IVA Registr. Tribunale di Genova N. 42 del XII 1981 Sped in abb.post. Comma 34 art 2 Legge 549/95 Filiale Genova Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata “aderente al Sistema confindustriale” 4 49

SOMMARIO

ARTICOLI

SCLERODERMIA: LA DIAGNOSI PRECOCE É VITA I VACCINI UN DIRITTO NON UN DOVERE TERZA ETÀ

PELLE SANA E ABBRONZATA ANCHE DOPO L'ESTATE

GESTIONE DELLO STRESS IN 5 MOSSE 1914 - 2014

CENT'ANNI FA LA GUERRA

ROSSORE FACCIALE UN "CANALE CERTIFICATO" SULL'ASSISTENZA DEDICATO AI CITTADINI FUOCHI D'ARTIFICIO PERCHÉ VOGLIAMO ESSERCI LA MELA DI AISM E LO CHEF ALESSANDRO BORGHESE

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RUBRICHE

DA LEGGERE SELEZIONATI PER VOI NATUROPATIA: ANOSMIA 21

9 10 34 4 12 15 16 31 38 40 42 45 49 CONFINDUSTRIA ISSN 0393-4233 Tiratura di questo numero: 80.000 copie

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DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014

26, 27 e 28 settembre Giornata del Ciclamino

L'informazione , la Formazione e la Ricerca scientifica sono delle priorità per Il Gils, Gruppo italiano per la lotta alla Sclerodermia, ONLUS di diritto dal 1997, nato a Milano nel 1993, ha sede presso il Padiglione Litta della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, con punti di riferimento su tutto il territorio nazionale.

L a scarsa conoscenza della Sclerodermia, Sclerosi Sistemica, patologia non ancora riconosciuta rara, ma inserita nelle 110 in “lista di attesa”, la totale mancanza di informazione e di formazione sulla malattia, la condizione di isolamento che molti ammalati hanno vissuto in prima persona, ci hanno fatto puntare su una strategia che riteniamo fondamentale e che costituisce ancora l’asse portante del nostro intervento:

la comunicazione con i pazienti

che ha come obiettivo principale la costruzione di una rete di informazioni, di sostegno, di aiuto e di sussidiarietà.

Siamo convinti che il compito più importante in questa fase per un’associazione come la nostra, sia quello di rompere l’isolamento di migliaia di ammalati, di aiutare a superare l’atteggiamento rinunciatario e fatalistico che spesso sopravviene dopo la diagnosi .

Sclerodermia, “pelle dura” è in realtà una malattia sistemica che colpisce i piccoli vasi arteriosi e organi interni importanti quali

cuore, polmone, esofago, intestino e rene.

Caratteristiche salienti sono la fibrosi, il danno endoteliale e l’eccessiva attività del sistema immunitario.

Malattia autoimmune che predilige le donne ,con un rapporto di 7-8 a 1.

La sclerosi sistemica può essere una malattia altamente invalidante e ancora a prognosi infausta, ma con una diagnosi precoce e un uso ottimale delle diverse terapie a disposizione si possono migliorare le condizioni del paziente garantendogli una buona qualità di vita e un rallentamento della patologia che potrebbe anche bloccarsi.

La diagnosi precoce è vita!

Sì, esiste un campanello d’allarme che precede di mesi o di anni l’insorgenza delle altre manifestazioni della sclerosi sistemica, si chiama Fenomeno di Raynaud, il tipico cambiamento di colore delle mani quando il soggetto è esposto al freddo.

Fenomeno che non sempre sottende la patologia ma che invita a degli accertamenti molto semplici Un prelievo di sangue alla ricerca di specifici anticorpi e una capillaroscopia

, esame non invasivo, che consente di guardare lo stato dei capillari con una lente di ingrandimento per capire se e quando la microcircolazione è compromessa.

E’ quindi importante essere seguiti e monitorati da un centro specializzato con possibilità di intervento dei vari specialisti, primi tra tutti l’immunologo e il reumatologo.

GILS ha lanciato sperimentalmente le prime Scleroderma Unit in Italia che saranno attive da settembre proprio per dare all’ammalato la possibilità di ricevere in tempi brevi l’assistenza di un team integrato offrendo anche l’accesso a protocolli di ricerca con cure sperimentali.

A settembre il 26, 27 e 28 alcuni Ospedali italiani hanno aderito al progetto ciclamino del GILS, un grande evento che si ripete di anno in anno e tengono aperto per controlli, mentre noi scenderemo in 100 piazze italiane per offrire il nostro fiore, il ciclamino che resiste al freddo

e raccogliere quest’anno fondi per la ricerca su un Bando pubblico, deliberato dall’assemblea dei soci, sull’ ”Apparato gastroenterico e nutrizione dell’ammalato sclerodermico” di 90.000,00 euro, mentre stanno arrivando i primi report di quello del 2013 “Sclerosi Sistemica: l’importanza di una diagnosi precoce, genetica, ambiente, studio del microcircolo e del danno d’organo iniziale”.

La ricerca è la nostra speranza ed abbiamo investito in giovani ricercatori che collegandosi in rete tra di loro hanno portato risultati positivi, 20 anni fa non si parlava della patologia, ora ne parlano in molti e la si trova finalmente sui testi di medicina.

E LE NOSTRE FINALITÀ?

• sensibilizzare ed informare sulla patologia e puntare alla diagnosi precoce • fornire informazioni utili agli ammalati sclerodermici per migliorare la qualità della vita, dare aggiornamenti sulle normative sanitarie vigenti e soprattutto approfondire la conoscenza della malattia nella prevenzione ed evoluzione; • promuovere iniziative per una maggior conoscenza sociale dei problemi di questa patologia e sollecitare soprattutto i medici di famiglia ad una consapevolezza per una diagnosi precoce;

DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 5 • • creare occasioni di incontro sia tra medici, sia tra medici e pazienti con tavole rotonde, convegni; favorire la raccolta di fondi per la ricerca, in quanto in un campo così specifico la sensibilizzazione dei privati è al momento l'unica forza propulsiva; prioritaria è la qualificazione di personale scientifico con l'assegnazione di premi studio su questo tema; • • • • promuovere momenti di aggregazione sociale e di auto mutuo aiuto.

difendere i diritti degli ammalati presso il Ministero della salute, le Regioni ottenendo farmaci ad esami diagnostici indispensabili gratuitamente.

far valere lo stesso diritto in tutte le Regioni facendosi portavoci al tavolo Stato Regioni ed aggregandosi con altre associazioni di patologie comuni per aver maggiore voce in capitolo collegarsi con le associazioni mondiali, GILS è socio fondatore di FESCA, la Federazione europea sulla patologia per un confronto costruttivo di utilità comune.

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DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014

SCLERODERMIA

QUALI RISULTATI POSITIVI?

• • i pazienti “si sentono” meglio e convivono meglio con la malattia; il loro atteggiamento attivo è un contributo formidabile per fare emergere la sclerodermia dal regno dell’ignoto, della non conoscenza, della non visibilità sociale.

CON QUALI STRUMENTI?

• un centro di ascolto telefonico utilizzabile anche attraverso il numero verde 800-080266, attivo tutti i giorni dalle 13.30 alle 17.30, e il venerdì alle 16.00.

• • • • al martedì la presenza di una psicologa che risponde alle chiamate e riceve su appuntamento.

un medico esperto al mercoledì pomeriggio ha raccolto in questi anni centinaia di storie, di richieste di aiuto e di informazioni e ci ha permesso di stabilire con i pazienti in tutt’Italia un rapporto diretto, amichevole, proficuo; una pubblicazione periodica quadrimestrale del GILS (Il Giornale contro la Sclerodermia) che inviamo a tutti i soci e che contiene, tra l’altro, le relazioni sulle attività del GILS, gli aggiornamenti medici, i nomi e i recapiti di volontari che si offrono come punti di riferimento e di scambio nelle varie città; un sito Internet www.sclerodermia.net facilmente consultabile e che risulta anche un veicolo di interscambio di pareri, di idee, di confronto tra gli ammalati.

SE LE MANI AL FREDDO CAMBIANO COLORE

Se al freddo le mani cambiano colore è probabile che si tratti di Fenomeno di Raynaud e che sia necessario approfondirne la causa.

Il fenomeno di Raynaud è un evento vasospatico periferico scatenato dal freddo e/o dallo stress emotivo. L'espressione clinica più caratteristica è rappresentata dala tipica sequenza cromatica: pallore cianosi rossore. La fase ischemica, cioè il pallore, può però essere molto fugace o anche mancare. Le mani rappresentano la sede più frequentemente colpita ma possono essere interessati anche altri distretti corporei come piedi, padiglioni auricolari, naso e lingua.

Il fenomeno di Raynaud è particolarmente frequente nelle donne (fino al 15-20% dei soggetti); nella stragrande maggioranza dei casi è dovuto ad una esaltata vasoreattività e non deve essere considerato come una alterazione patologica anche se viene nosograficamente identificato come malattia di Raynnaud; è in realtà preferibile la dizione: fenomeno di Raynaud primitivo.

In alcuni casi il fenomeno di Raynaud è secondario ad una malattia sottostante. Causa molto frequente di fenomeno di Raynaud secondario sono le malattie autoimmuni sistemiche, in particolare la sclerosi sistemica.

La diagnosi è importante, perchè il fenomeno di Raynayud secondario a sclerosi sistemica precede di mesi o annni le manifesiazioni visibili della malattia.

SCLERODERMIA

DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 LA DIAGNOSI É SEMPLICE ED É BASATU SU: a) criteri clinici (v. Tabella) : sono utili al medico per sosperttare il fenomeno di Raynaud secondario a connettivite; b) ricerca degli anticorpi anti-nucleo sclerosi sistemica; . Un semplice prelievo di sangue presso un Centro Specializzato può indirizzare la diagnosi.

Il riscontro di anticorpi particolari quali l'anticorpo anticentromero e anti-topoisomerasi I (o Scl70) avvalorano il sospetto diagnostico di c) capillaroscopia preiungueale: un semplice esame non invasivo che permette di esaminare la architettura del letto capillare periungueale e la struttura dei vasi. E' un esame utilissimo perchè è diagnostico anche nei soggetti che non hanno anticorpi e rappresenta la metodica d'elezione per il riconoscimento della microangiopatia sclerodermica (capillari giganti, aree avascolari, neoangiogenesi (v. figure di pagina precedente).

Per informazioni telefonare al numero verde o cunsultare il sito: www.sclerodermia.net

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immediatamente, dopo la somministrazione del vaccino.

Per questo è bene aspettare 15-20 minuti, prima di allontanarsi dallo Studio.

domicilio della famiglia.

Le vaccinazioni vanno fatte in uno studio attrezzato e non nel Eccezionali sono oggi con i nuovi vaccini le complicazioni a carico del Sistema Nervoso, peraltro difficili da mettere in relazione diretta con la attuali vaccinazioni.

Si possono avere, meno raramente, degli effetti collaterali lievi, legati alla vaccinazione:

• febbre

, che può comparire entro poche ore dall'iniezione (o dopo 5-10 giorni nel caso della vaccinazione antimorbillosa);

• gonfiore e dolore nella sede di somministrazione

, che può essere dovuta al vaccino (come spesso

DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 13

accade nei richiami dell'antitetanica e antidifterica) oppure ad una reazione agli eccipienti del vaccino (conservanti, stabilizzanti, adiuvanti); in entrambi i casi tutto scompare dopo qualche giorno, senza necessità di alcuna terapia;

pianto persistente

dormire.

, che può comparire a distanza varia dalla vaccinazione e avere una durata anche di 3-4 ore, con difficoltà del bambino ad alimentarsi e a Non c'è da preoccuparsi se nel punto di iniezione si forma un piccolo nodulo non dolente: in genere si risolve spontaneamente entro qualche settimana.

Dopo l'iniezione cosa fare se il bambino non sta bene: Se la febbre supera i 38°(38,5° rettali) è opportuno utilizzare un antifebbrile (paracetamolo: in gocce: 4 gocce/kg di peso/dose; o in sciroppo 0,5 ml/kg/dose (il peso del bambino diviso 2 = quanti ml somministrare) da ripetere, se necessario, ogni 4-6 ore) o, nel bambino dopo i 6 mesi il ibuprofene.

Tali farmaci sono indicati anche nei casi di pianto persistente dopo la vaccinazione. Infatti hanno azione antipiretica (abbassano la febbre) e antidolorifica per cui si possono usare anche se non è presente la febbre ma solamente dolore.

• Consultare il pediatra se il bambino ha: una temperatura superiore a 39°; • piange da oltre 3 ore e non si riesce a calmarlo; ….se i genitori sono preoccupati.

Occorre segnalare al proprio pediatra qualsiasi effetto che si pensi possa essere legato ad una vaccinazione.

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CALENDARIO DELLE VACCINAZIONI

1. La 2. Il

difterite

sono stati segnalati migliaia di casi

tetano

.

è una grave infezione della gola che può interessare l’intero organismo e portare a morte. In Europa è provocato da un bacillo che entra attraverso le ferite, produce una tossina che paralizza i muscoli.

3. La 4. La 5. L’ 6. La 7. La

pertosse epatite B

è una malattia dei bronchi che dura molte settimane e può essere mortale nei bambini molto piccoli.

poliomielite

è causata da un virus che penetra dall’intestino e blocca i nervi che escono dalla spina dorsale; può dare una paralisi permanente.

è una delle malattie che colpiscono il fegato; si prende con contatti attraverso il sangue (per esempio siringhe infette). Può provocare la cirrosi.

meningite da emofilo

, germe che può causare anche una gravissima infezione della gola (epiglottite).

(questi 6 vaccini sono messi nella stessa iniezione detta, appunto, esavalente che viene fatta nella coscia).

meningite da pneumococco

, batterio responsabile anche di gravi infezioni del sangue nei bambini piccoli, di polmoniti e di otiti.

8. La

meningite da meningococco tipo C

, che colpisce in particolare i bambini piccoli e egli adolescenti e può essere causa di una gravissima sepsi.

9. Il

morbillo

10. La 11. La 12. La 13. L’ 14. L’ 15. La 16. I

rosolia

considerevole.

è una malattia con febbre alta, tosse e macchioline; a volte può causare conseguenze gravi (per esempio encefalite) e la morte.

parotite

(orecchioni) è una malattia dovuta ad un virus che provoca gonfiore dietro alle orecchie, dolore, febbre; a volte dà complicazioni al pancreas e sordità.

non è una malattia pericolosa, ma se viene presa in gravidanza può dare gravissimi danni al bambino che deve nascere. Inoltre nell’adulto può essere grave.

varicella influenza epatite A

dà bollicine, prurito, febbre; è molto contagiosa e frequente, di solito ha un decorso benigno ma fastidioso e anche se le complicazioni sono rare, data la frequenza della malattia si possono avere in un numero è una malattia con febbre alta, mal di gola, tosse che dura circa una settimana e di solito guarisce spontaneamente. Può essere grave in situazioni particolari (malattie croniche) e nei bambini sotto i due anni, in particolare se frequentano le comunità.

è una malattia che colpisce il fegato. Si prende mangiando alimenti infetti e dal contatto con i malati. Bisogna vaccinarsi quando ci sono epidemie o se si desidera fare un viaggio in zone a rischio.

gastroenterite da Rotavirus

vita e si somministra per bocca

Papillomavirus

luogo al cancro della cervice uterina.

che è la causa più frequente della diarrea acuta grave, spesso determina disidratazione e può portare alla necessità di ricoveri, specialmente nei bambini più piccoli. Va fatta nei primi mesi di sono la causa frequente di infezioni dell’apparato genitale, alcuni tipi (16-18) possono dar Altri tipi (6-11) possono essere responsabili di lesioni dei genitali esterni a tipo condilomi.

Attualmente viene offerta alle ragazze dal 11 anno di vita

Vaccino DTPa -IPV Hib-HB 3° mese (1) DTPa -IPV Hib-HB 5° mese DTPa -IPV Hib-HB 6° mese 7° mese 11° mese DTPa -IPV Hib-HB ESA esavalente MPR Varicella PCV Men C HPV Influenza Rotavirus ESA PCV ESA PCV Rota Intendesi dal 61° gg di vita e non al compimento del 3 mese .

Esa (esavalente)

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DTPa:

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PCV:

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MMR:

Difterite-Tetano-pertosse acellulare vaccino antipneumococcico tredici valente Morbillo, rosolia, parotite PCV 13° mese MPR 4°- 6° anno MPR Varicella Varicella Men C Influenza 6° anno 12° DTPa-IPV anno HPV 13° - 15° anno dTpa Varicella Men C HPV .

MMRV:

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Men c:

Morbillo, rosolia, parotite, varicella Meningococco .

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Papillomavirus. Il vaccino è offerto a tutte le undicenni: si intendono le ragazze che compiono 11 anni nell’anno solare oggetto della campagna vaccinale.

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L ' estate sta finendo, diceva una canzone anni ’80. E, purtroppo, è davvero così.

Siamo arrivati al mese di settembre e, a malincuore, dobbiamo fare i conti con la realtà e ricominciare a tornare alla routine quotidiana.

L’estate lascia sempre ricordi divertenti e spensierati ma anche, a causa del sole, brutti segni sulla pelle, quali viso spento, pelle grigia e gambe screpolate. Ecco, quindi, alcuni consigli per combattere questa fastidiosa eredità attraverso strategie mirate ad arginare i piccoli problemi del dopo vacanze.

Per il viso.

via libera alle maschere. Per limitare la sensazione di bruciore e di stiramento sulle guance, contorno occhi e fronte, le soluzioni più valide restano le maschere di bellezza, che devono essere idratanti e ricche di vitamine A ed E, nonché di ceramici, fosfolipidi, acido ialuronico e collagene, principi attivi utili a ristabilire la salute della pelle.

Combatti le rughe pelle Per il corpo . Il sole e il caldo causano spesso problemi di disidratazione della pelle, tanto da provocare la comparsa di piccole rughe che possono essere limitate attraverso l’applicazione di mascherine predosate. Sieri a base di aloe o acido ialuronico, creme idratanti con vitamina E e acidi grassi essenziali, rappresentano altri piccoli aiuti anti-rughe della . Rimedi anti secchezza. Prenditi cura della pelle scegliendo creme detergenti non schiumogeni per la doccia oppure aggiungendo all’acqua della vasca qualche goccia di olio di mandorle dolci. Compensa l’equilibrio cutaneo e idrico, nutrendo la pelle con creme a base di vitamine, acido ialuronico e ceramici.

Spellature addio.

Inutile nascondere l’oggettiva difficoltà nel mantenere fresca l’abbronzatura. Le gambe sono le prime a spellarsi e desquamarsi. Per limitare i danni, è consigliabile eliminare le pellicine massaggiando la pelle sotto la doccia con un esfoliante delicato, che favorisce il distacco delle cellule morte. E sulle zone più spesse, come le ginocchia, alternare lo scrub a massaggi circolari con il guanto di crine. Infine, per prolungare il più possibile l’abbronzatura, infine, ricorri agli autoabbronzanti.

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SETTEMBRE 2014

GESTIONE DELLO STRESS IN 5 MOSSE

Dott. Paolo ZUCCONI

Psicologo specialista in psicoterapeuta cognitivo-comportamentale a Udine

PSICOLOGIA

Lo stress è una risposta fisiologica di allarme del nostro organismo che ci permette di mobilitare le energie ed affrontare situazioni vissute come pericolose.

É fondamentale evitare che diventi una risposta cronica!

S e si considera il comportamento di una persona come la risposta agli stimoli proposti dall'ambiente in cui la persona vive, lo stress si può definire come quella complessa risposta emozionale di difesa a determinati stimoli considerati pericolosi.

Pertanto lo stress dipende sia dall'interpretazione della persona sulla natura degli stimoli che riceve sia anche da come tali stimoli vengono affrontati.

Lo stress non consiste tanto, come comunemente si pensa, nel subire certe situazioni, ma è la valutazione negativa di determinati eventi considerati pericolosi.

E inoltre lo stress viene incrementato maggiormente dalla inadeguatezza delle abilità messe in atto per affrontare e difendersi da quelli eventi interpretati negativamente.

Se poi tali eventi sono pure oggettivamente pericolosi allora il carico di stress aumenta ulteriormente.

Non è quindi possibile eliminare dalla nostra vita quotidiana lo stress in quanto è una risposta di allarme del nostro organismo, fisiologica, utile e necessaria per mobilitare le energie chimiche allo scopo di affrontare adeguatamente situazioni pericolose, o vissute come tali.

Tuttavia è possibile evitare che lo stress da risposta fisiologica, acuta, diventi risposta cronica, quindi patologica da cui varie psicopatologie, malattie psicosomatiche e anche varie patologie organiche per riduzione delle difese immunitarie.

É infatti possibile adottare una serie di accorgimenti, graduati in 5 mosse, di cui la prima è quella di prendere coscienza di trovarsi

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SETTEMBRE 2014 17 in una fase di “stress acuto”.

1. Si tratta, in primo luogo, di prestare attenzione ai segnali somatici di allarme prima che questi diventino sintomi di sofferenza. I più comuni segnali di malessere inviati dal nostro corpo sono: la stanchezza, sensazione di fatica e di pesantezza sin dal risveglio mattutino, sonno disturbato, irritabilità frequente e non abituale, alterazioni dell’appetito (o troppo o troppo poco, rispetto a prima), mal di testa e, in tempi successivi, riduzione delle relazioni sociali, problemi di pelle e difficoltà di digestione.

Oggettivamente si può analizzare la risposta dell’organismo misurando la quantità di catacolemine escrete con le urine, in particolare nei maschi, in quanto la produzione è direttamente proporzionale all’escrezione.

2. Solo quando ci si rende conto di essere in uno stato di stress acuto allora si può analizzare la situazione, individuando gli eventuali stressors, quindi si può tentare di modificare la natura degli stimoli o il loro setting (l’ambiente stressogeno in cui si trovano gli stimoli stressanti che va modificato nelle sue componenti: colori, suoni, odori, spazi, mobili, routines quotidiane), là dove ciò è possibile, disattivando così la risposta di difesa.

3. Se la mossa precedente non porta a risultati apprezzabili, allora per disattivare la risposta di difesa, o quanto meno ridurla, conviene ristrutturare i criteri di valutazione cognitiva degli eventi stressogeni tramite l’assunzione di ulteriori informazioni sugli stimoli giudicati pericolosi.

Chiedendo, per esempio, il punto di vista di altri per arrivare ad una interpretazione più realistica, o tramite l’elaborazione di ipotesi alternative possibili o anche trasformando mentalmente il distress in eustress per cui gli eventi temuti sono percepiti come sfide non come pericoli, quindi come occasioni di crescita.

4. Comunque si pensi, va riequilibrato il sistema nervoso neurovegetativo, neuromuscolare e neuroimmunitario con l’acquisizione di uno stile di vita orientato al benessere che includa almeno pratiche

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5. Vanno incrementate, infine, le competenze sociali intrapersonali (nutrendosi di pensieri positivi, ma realisti, verso di sé, cioè basati su proprie effettive abilità personali ed iniziando a ridere di sé stessi, prima che lo facciano gli altri) ed interpersonali (cognitive, comportamentali ed emozionali) utili al fronteggiamento degli eventi considerati pericolosi. In questo caso le competenze richieste sono quelle di sapere dire “no!”, gratificarsi soprattutto per i piccoli successi personali, dedicare più tempo a sé, esprimere il proprio pensiero in modo aperto e diretto dicendo “io…” .

Da tali esperienze e dall’osservazione di abilità altrui convincersi di essere in grado di esercitare un controllo sulle circostanze, anche avverse.

Le proprie convinzioni di controllo sono solitamente predittive della propria prestazione in quanto si basano sull’aspettativa dei risultati e sull’aspettativa dell’efficacia personale.

Infatti non è sufficiente l’apprendimento di condotte utili al fronteggiamento di situazioni complesse quanto la convinzione di dominare le circo stanze, ciò che Albert Bandura chiama “percezioni di autoefficacia”.

Infine è consigliabile scrivere un diario alla fine di ogni giornata e parlare quotidianamente a qualcuno di ciò che ci preoccupa, per scaricare le proprie preoccupazioni, oggettivarle, quindi renderle più gestibili e, se possibile, attendersi risposte abili, per lo meno confortanti.

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DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014

MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA

Medicina e chirurgia estetica, novità e nuove tendenze per l’uomo e per la donna.

A cura del

DOTT. CHRISTOPHE BURATTO

Chirurgo Plastico e Medico Estetico presso la Clinica del Viso di Milano Piazza della Repubblica 21 20124 Milano Telefono 800.132.850

E mail: [email protected]

www.clinicadelviso.it

FaceBook: Clinica del Viso

D alla Gioconda di Leonardo alla Paolina Borghese di Canova, ci sono capolavori dell’arte che non potremmo immaginare diversi, perché uniscono alla bellezza una luminosa naturalezza. Questo sta diventando il mantra anche della chirurgia estetica, ed è un progresso importante. La medicina e la chirurgia estetica, dopo il boom degli ultimi anni, stanno attraversando una fase di assestamento. In parte essa è legata alla situazione economica e alla crisi, ma molto di più è dovuta a una nuova maturità: si vuole ottimizzare il proprio aspetto fisico, ma si parte da una maggior conoscenza e consapevolezza delle persone sulle possibilità e sui limiti che queste metodiche possono offrire.

Quello che viene richiesto alla medicina estetica è il ringiovanimento attraverso tecniche innovative nel rispetto della naturalezza ma si parla anche di

MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA

prevenzione dell’invecchiamento e mantenimento dell’aspetto attraverso trattamenti non invasivi.

Ringiovanire senza stravolgere il proprio aspetto, apparire più belli e sani sono gli aspetti che più risultano importanti alle persone che si affidano al medico estetico ed al chirurgo plastico. In quel villaggio globale che è il mondo iperconnesso, sono sfilati sotto gli occhi di tutti gli stravolgimenti e gli eccessi, soprattutto televisivi e cinematografici, di una ricerca di bellezza che era diventata ossessiva ed esagerata. Il contrario dell’armonia.

Ciò ha dato consapevolezza e maturità alle persone. Consapevolezza che gli anni passano e che il buon gusto comune risiede nella cura della persona nel mantenimento del proprio aspetto, senza cercare di apparire poco credibile. Questo aspetto si accompagna alla ricerca del trattamento durevole, consolidato e sicuro, nel rispetto dei

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SETTEMBRE 2014 23 prezzi di mercato. Trattamenti troppo scontati o troppo costosi ed esclusivi non hanno più l‘appeal di qualche anno fa. La crisi economica in questo senso ha portato ad una maggior attenzione nella scelta del trattamento e del professionista, che si è così sentito responsabilizzato nei confronti dei suoi paziente e pone ancor più attenzione alla sua offerta di trattamenti e costi. Se si fa una breve ma approfondita rassegna degli ultimi anni, si nota subito che si sono spente le “mode”, e che la stragrande maggioranza dei pazienti opta per i trattamenti medico-estetici e chirurgici che si sono consolidati, grazie anche a un deciso affinamento delle tecniche. E il consenso è cresciuto, sia tra le donne che tra gli uomini. L’attenzione e la fiducia dell’universo maschile, storicamente scettico, dà il segno del cambiamento. In primissimo piano c’è il viso, e questo dice molto in un’epoca in cui la comunicazione individuale non potrebbe fare a meno di Facebook per presentarsi agli altri come “persona”. Il volto è il biglietto da visita, la prima cosa che ci descrive agli altri, il messaggio visivo che lanciamo. Gli altri aspetti della comunicazione sociale (l’aspetto globale, il come siamo vestiti, le parole che diciamo) vengono successivamente, e s’inseriscono con più o meno fortuna nella fondamentale prima impressione data dal viso.

E’ quindi dal viso che parte la nuova attenzione della chirurgia estetica impegnata a un risultato “naturale”. Vediamo quali opportunità ci sono.

FILI LIFTANTI RIASSORBIBILI

Dopo aver avuto un immediato successo negli Stati Uniti, ora il «lifting dolce» si sta affermando in tutta Europa. Di che si tratta? Dell’alternativa non chirurgica per il ringiovanimento del viso ma anche di alcune zone critiche del corpo.

Ambulatoriale l’intervento in anestesia locale, semplice il sistema: con un ago ipodermico che contiene un sottilissimo filo liftante e riassorbibile, il chirurgo estetico deposita il filo sotto la cute, nel tessuto da rivitalizzare. Alla fine dell’intervento (appena una mezz’ora) restano solo minuscoli forellini, su cui si applica un cerottino da tenere un paio di giorni. Via il cerottino, non resta alcun segno. Non ci sono incisioni, solo il forellino d’entrata dell’ago usato dal chirurgo estetico.

Lungo tutto il filo vi sono delle microscopiche «spine» bidirezionali, anch’esse riassorbibili, che si integrano con il tessuto circostante. Come piccole ancorette. Quando viene inserito, il filo entra in una direzione, e quando esce viene tirato dalla parte opposta: così il medico estetico realizza un effetto tensione. La cosa molto interessante è che questi fili riassorbibili – assolutamente biocompatibili - non hanno soltanto un’invisibile azione meccanica,

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SETTEMBRE 2014

MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA

non si limitano a «tirare su» i tessuti rilassati, come quelli che compromettono la giovinezza della forma del viso. Realizzati in materiale riassorbibile, un derivato dell’acido glicolico, sono in grado di stimolare la sintesi di collagene, la principale proteina del tessuto connettivo. Svolgono la propria azione in modo naturale e progressivo, donando alla pelle maggiore tonicità e compattezza.

L’intensa stimolazione della naturale produzione di collagene, dei fattori di crescita e delle fibre elastiche permette, entro due-tre settimane, la formazione di una struttura di sostegno. Questo importante effetto «lifting» deriva dagli effetti combinati di una naturale reazione dei tessuti trattati: oltre alla produzione di collagene del tipo III, viene stimolato il metabolismo cellulare, e aumenta la microcircolazione del sangue. E’ l’avvio di un importante ricambio cellulare, che interessa sia le cellule staminali dermiche da cui nasceranno le nuove cellule della pelle, sia le cellule staminali del connettivo adiposo. Tutto ciò contribuisce a creare la struttura di sostegno che ha l’effetto di rendere la pelle più giovane e compatta.

Sistema sicuro. Dietro il nuovissimo ma collaudato impiego in chirurgia estetica, c’è una lunga storia di esperienza in chirurgia generale e in chirurgia cardiovascolare, sia per la biocompatibilità di questi fili, sia per la loro capacità di riassorbirsi lentamente nei tessuti.

Perché scegliere il lifting dolce?

I fili riassorbibili rivitalizzanti e liftanti sono una delle novità per ringiovanire l’ovale del viso in modo naturale. Per un viso più «vero». E’ un trattamento molto efficace in termini di risultato, ma poco invasivo, ed è questo uno dei motivi del suo successo. Altro motivo di successo è il costo, decisamente più basso rispetto alla chirurgia tradizionale, e questo lo mette alla portata anche delle classi di età più giovane. L’uso dei fili riassorbibili si rivolge a persone medio giovani (35-55 anni) che presentano già alcuni cedimenti dei tessuti del viso e collo o che desiderano un intervento preventivo, in modo da preservare la propria immagine «sociale». La principale indicazione è la biorivitalizzazione del viso e del collo, ma i fili riassorbibili si sono dimostrati d’impiego molto duttile, anche in distretti corporei che per un eccessivo dimagrimento o a causa dell’età hanno bisogno di riacquistare tonicità, come il decolleté, le braccia, le cosce e le ginocchia.

LASER FRAZIONATO NON ABLATIVO

Possiamo dire che la medicina e la chirurgia estetica stanno diventando sempre più biologiche, sfruttando la ricca esperienza della scienza: una novità in termini di trattamenti rigeneranti riguarda l’uso di apparecchiature laser non ablative, che rispetto ai laser tradizionali non bruciano la pelle ma la stimolano al ricambio cellulare. Presso la Clinica del Viso a Milano viene utilizzatto il Laser Clear+Brilliant, ultimo nato tra i laser “dolci”: uno strumento all’avanguardia che crea dei microfasci di luce che penetrano in profondità nelle minuscole aree delle imperfezioni, mentre il tessuto intorno resta intatto ed integro. In brevissimo tempo, la pelle reagisce producendo tessuti sani e ringiovaniti.

Il trattamento laser Clear + Brilliant è semplice e veloce, richiede circa 30 minuti. Immediatamente dopo, si effettua il trattamento biorivitalizzante, applicando localmente una crema all’acido ialuronico, che sfrutta la permeabilità creata dal laser per stimolare le cellule della pelle a rigenerarsi Prima e dopo trattamento con fili liftanti riassorbibili del collo dopo 6 mesi

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SETTEMBRE 2014 25 e a produrre collagene ed elastina, che migliorano il “tono” e la morbidezza della pelle. Il viso ritrova subito il suo splendore giovanile. A casa può proseguire questa rigenerazione con l’applicazione mattina e sera di un mix di crema nutriente e idratante che viene fornita come supporto domiciliare al trattamento.

BLEFAROPLASTICA

Nella seduttività e nell’armonia del viso, gli occhi occupano una parte di assoluto rilievo. Uno sguardo fresco, brillante, assertivo (in una parola: giovane) è il traguardo su cui punta un programma di ringiovanimento del volto.

La blefaroplastica, cioè la plastica che interviene sulle palpebre per migliorare l’estetica dell’occhio, è ormai il secondo intervento di chirurgia estetica più richiesto subito dopo la liposuzione e prima degli interventi al seno. A richiedere l’oculoplastica sono donne e uomini, e molti non hanno ancora quarant’anni. Non si tratta, però, di fabbricarsi un’identità virtuale, ma di ritrovare la propria identità vera rimediando a piccoli guai come le palpebre superiori che diventano un po’ cadenti e danno un’aria sonnacchiosa, o le borse sotto gli occhi causate da piccoli depositi di adipe che danno un’aria stanca e affaticata. Come rimediare? Ma soprattutto, come rimediare «in sicurezza», senza rischiare la funzionalità del sistema occhio/palpebra, e senza dover temere un risultato finale poco naturale? Come arrivare al «Natural Look»? Prima i pazienti e le pazienti erano sulla sessantina, ora l’età media si è abbassata e tende ad abbassarsi ancora, perciò il compito di un chirurgo esperto e coscienzioso è quello di guardare nel futuro, e capire come si evolveranno nel tempo gli effetti dell’intervento, che potranno durare per sempre oppure necessitare di un ritocco.

Ogni paziente è un caso a sé, bisogna studiarlo accuratamente per poter fare una previsione e capire quali sono le aspettative della persona.

Negli ultimi anni il punto di vista e l’atteggiamento verso questo intervento sono cambiati ed è stata superata anche la definizione di blefaroplastica.

L’intervento non riguarda più solamente le palpebre, ma tutto il contesto dello sguardo. Per questo si parla di chirurgia dello sguardo. Per ridare allo sguardo una nuova giovinezza, noi rimuoviamo la cute in eccesso, e riduciamo le “borse” che stanno sia sopra che sotto l’occhio. Si rimuove solo il grasso in eccesso, senza infossare l’occhio e creare un aspetto poco sano e quasi scheletrico.

Altra precauzione indispensabile è preservare la funzionalità della palpebra. In passato è accaduto che riposizionando la palpebra siano stati danneggiati i canali lacrimali, un danno inammissibile. Così pure, le palpebre devono chiudersi normalmente. La stessa cosa vale per l’intervento sulla forma dell’occhio: il cosiddetto «occhio triste», che comunica mestizia a tutto il viso, può essere corretto con una piccola trazione all’insù dell’angolo esterno, ma il risultato deve rimanere naturale. Bellezza in sicurezza, un obiettivo in cui ci aiutano le eccellenti esperienze della grande scuola oculistica italiana. Quindi: esperienza del chirurgo, sala operatoria con strumentazioni d’avanguardia e staff di supporto di ottimo livello. Dopo il viso, la ricerca di un’armonia del corpo. Come si sa, le diete aiutano, ma non garantiscono affatto una precisione del bersaglio. Questo è compito della medica e chirurgia estetica, che ormai può avvalersi di metodiche molto ben calibrate, e di sicuro rendimento. Parliamo di due degli interventi più richiesti per il body shaping.

Blefaroplastica superiore ed inferiore, prima e dopo

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Esempi prima e dopo di mesoterapia lipolitica

MESOTERAPIA LIPOLITICA E LIPOSUZIONE

Questa metodica sfrutta l’azione di principi attivi iniettabili ad azione lipolitica, in grado cioè di sciogliere i grassi. I principi attivi vengono iniettati con sottilissimi aghi nelle aree di accumulo adiposo, ma anche in tutti i distretti interessati da ritenzione idrica o lassità cutanea, determinando una riduzione di volume delle cellule adipose con conseguente e progressiva eliminazione dell’adiposità localizzata. La metodica originale nasce dall’utilizzo di un derivato della lecitina di soia, la fosfatidilcolina, con spiccate proprietà anticolesterolo e anti trigliceridi in grado di sciogliere il grasso con cui viene a contatto, come prevenzione delle embolie gassose nei grandi interventi chirurgici. Utilizzando questo principio si è cominciato ad utilizzare questa sostanza anche a livello sottocutaneo per ridurre gli accumuli adiposi localizzati. L’esperienza acquisita nel corso degli anni ha permesso l’affinarsi della tecnica iniettiva affiancando alla fosfatidilcolina altri principi attivi. Si sono ottenuti risultati anche in situazioni a metà tra il problema estetico e quello medico. Per esempio, nel trattamento della ritenzione idrica, dell’insufficienza veno- linfatica e della lassità cutanea, cioè della rilasciatezza della pelle, alterazioni sempre presenti ma non prese in considerazione dalle metodiche classiche.

Occorre sottolineare che questa metodica riesce ad escludere rischi vascolari, danni per la cute o cicatrici. Come si procede? Con semplici iniezioni direttamente nel tessuto sottocutaneo, che stimolano la fuoriuscita del grasso dalle cellule adipose e il suo smaltimento, dall’interno, per Esempi prima e dopo di liposuzione vie naturali, affinando così il profilo di addome, braccia, glutei e cosce. Identificate e disegnate le zone di accumulo, si applica uno strato di crema anestetica sulla parte da trattare per ridurre la sensibilità, quindi, dopo disinfezione, si infiltrano i principi attivi mediante aghi piccoli e sottili. Al termine del trattamento si applica una crema ad azione lenitiva. Generalmente si trattano da due a quattro zone di accumulo in base alla entità del problema. Sul versante più strettamente medico, è da sottolineare che la mesoterapia lipolitica non è traumatica, in quanto non si taglia la cute e non si agisce meccanicamente sul tessuto adiposo. Dal punto di vista estetico, non ci sono rischi di avvallamenti o irregolarità della superficie cutanea. Questa metodica costituisce sicuramente una valida alternativa alla liposuzione in quei pazienti alla ricerca di trattamenti non invasivi per il modellamento corporeo ed il trattamento della cellulite (e in particolare dell’aspetto a buccia d’arancia della cute), della ritenzione idrica e della lassità cutanea. La mesoterapia lipolitica scioglie la cellulite e i cuscinetti di grasso. In modo simile alla liposuzione, ma con un’azione più dolce, graduale e sicura. E se si devono trattare i cosiddetti “casi difficili”, in cui gli accumuli adiposi sono di maggiori dimensioni? In questi casi le metodiche non invasive possono dare risultati insufficienti o non apprezzabili; si può allora valutare una liposuzione; in particolare la variante meno traumatica detta Liposcultura, che consiste in una lipoaspirazione “mirata” che procede a rimuovere piccole entità di grasso. In pratica, vengono ridisegnati i contorni, ottenendo effetti migliorativi. La Liposcultura, rispetto alla liposuzione, si effettua con cannule più piccole e la quantità asportata di tessuto adiposo è minore, serve infatti per ammorbidire i contorni e correggere i piccoli difetti. Rispetto alla

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SETTEMBRE 2014 27 liposuzione classica la liposcultura non si prefigge il dimagrimento o l’importante riduzione dei volumi ma il ripristino dell’armonia delle forme attraverso una correzione mirata e localizzata. Dato che il difetto da correggere è minore anche il dolore e l’impegno post chirurgico sono minori: si può effettuare l’intervento anche in anestesia locale, ma sempre in sala operatoria per la tranquillità e sicurezza del paziente e sempre sotto controllo di un anestesista. Il dolore post operatorio è decisamente minore rispetto alla liposuzione classica ed anche la necessità di indossare sgradevoli guaine contenitive per molte settimane si riduce all’uso di calze coprenti ad azione drenante per alcune settimane. La liposcultura richiede un impegno maggiore rispetto alle tecniche non invasive ma ha il vantaggio di essere molto più efficace ed immediata, Ed è importante sottolineare che ha effetti duraturi. Il rimodellamento mediante liposuzione è infatti definitivo anche se ciò non preclude altri interventi. Rispetto alle metodiche classiche della liposuzione, la liposcultura è più dolce nelle correzioni, meno impegnativa da un punto di vista fisico e implica meno rischi.

MASTOPLASTICA ADDITIVA CON PROTESI

Riuscire ad ottenere un seno di dimensioni maggiori è senz'altro uno degli interventi di chirurgia plastica più richiesti. Dopo avere raggiunto degli ottimi risultati estetici, negli ultimi anni l’attenzione degli esperti si è focalizzata sull’accorciamento dei tempi convalescenza e sulla riduzione del dolore post operatorio.

L’obiettivo, raggiunto, è permettere il ritorno all’attività quotidiana in circa 2 giorni Un decorso post-operatorio tranquillo è, se l’operazione è stata fatta da un vero esperto, quasi certo se la mastoplastica è sottoghiandolare. Differente è il caso dell'inserimento sottomuscolare (completo o Dual Plane). Lo scollamento del muscolo pettorale è stato fino ad oggi causa di fastidiosi dolori postoperatori. La creazione della tasca sottomuscolare, effettuata con l’elettrobisturi senza mettere in trazione il muscolo; e la cura nel non toccare le delicate e sensibili terminazioni nervose consentono oggi di ridurre notevolmente il disagio post operatorio. Inoltre i nuovi farmaci hanno quasi del tutto annullato gli effetti collaterali dell'anestesia generale (nausea, intorpidimento e debolezza ), consentendo un recupero rapido ed efficace.

L'anestesia generale è particolarmente utile nella mastoplastica Dual Plane perché consente l'uso dei rilassanti muscolari che facilitano lo scollamento muscolare. Attualmente, molti casi di aumento mammario sottoghiandolare, vengono effettuati in regime di Day Hospital. La paziente viene dimessa dopo alcune ore e senza drenaggi. Non è più necessario evitare i movimenti delle braccia e si può riprendere la normale attività dopo 24-48 ore.

Per i casi in cui si preferisca il posizionamento delle protesi in sede sottomuscolare il consiglio medico è quello di restare la notte in clinica per potere essere monitorati dagli infermieri. Dopo pochi giorni la medicazione viene sostituita con un normale reggiseno.

Concludiamo presentando due interventi che sono dei “classici” della chirurgia estetica del viso: la rinoplastica, che riguarda il naso, e la otoplastica, che si occupa di correggere la forma delle orecchie. Sono due problemi vistosi, che si collegano spesso a una marcata sofferenza psicologica. Ce ne parlano due grandi specialisti e preziosi collaboratori della Clinica del Viso: per la rinoplastica, il professor Pietro Palma, presidente Mastoplatica additiva con protesi tecnica Dual Plane prima e dopo 6 mesi

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DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 della European Academy of Facial Surgery, e il dottor Umberto Napoli, chirurgo plastico.

Rinoplastica primaria, prima e dopo 6 mesi

RINOPLASTICA

Rinoplastica, la “regina” delle procedure di chirurgia plastica facciale. E’ fra gli interventi più richiesti. Di grande �impatto estetico, funzionale e psicologico per il paziente. Molto tempo é passato da quando la rinoplastica era considerata semplicemente l’asportazione della gobba o la rotazione all’insù della punta del naso. Il segreto della moderna rinoplastica è quello di minimizzare il più possibile l’imprevedibilità dei risultati delle manovre, grazie all’esecuzione di interventi millimetrici. Mininvasività è la parola chiave anche per gli interventi più importanti (patologie o disfunzioni respiratorie, ricostruzione strutturale dello scheletro nasale, chirurgia di revisione) grazie alla ‘rinoplastica ibrida’, una tecnica che combina i vantaggi della chirurgia aperta (con incisione della cute esterna per consentire una visione a cielo aperto dello scheletro del naso) con quella chiusa (con incisioni interne al naso, dunque senza alcuna cicatrice esterna evidente).

La tecnica ibrida ha permesso di ridurre in maniera significativa l’incidenza degli interventi di revisione

MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA

e ha migliorato del 15 per cento il risultato finale. L’80 per cento dei risultati sono classificati dalle/dai pazienti come ‘totalmente graditi”. Gli approcci mini-invasivi per il rimodellamento della punta hanno alle spalle uno studio preoperatorio estremamente sofisticato dell’anatomia e dell’estetica della punta, tale da permettere una valutazione con precisione millimetrica dei vari steps, i vari passi della procedura. Scopo della moderna rinoplastica é infatti ottenere risultati più naturali, con contorni meno squadrati, senza alterare le strutture di supporto naturali della punta.

Ciò che conta è un bilanciamento estetico di luci e ombre che determina l’unicità della punta su un particolare viso. Occorre che il chirurgo estetico abbia lo sguardo di un pittore, de preveda la maggiore armonia del risultato. Tecniche innovative e pazienti sempre più attenti impongono al chirurgo una abilità sempre più raffinata e un vasto repertorio di tecniche a disposizione per soddisfare le aspettative del paziente, rispettando la differente anatomia di ciascun volto. L’utilizzo di tecniche endonasali mini-invasive facilità il compito del chirurgo anche nei casi di revisione di propri pazienti, perché consente di lavorare su strutture anatomiche sulla quali non si è agito in maniera aggressiva, e non si sono distrutte le possibilità di un reintervento correttivo. Punti di forza dell’intervento sono il calo dei tempi di recupero – da 8 a 10 giorni al massimo per ritornare alla vita sociale, la riduzione di traumi e gonfiori, e soprattutto l’assenza di cicatrici esterne. Inutile dire che aumenta la percentuale di soddisfazione dei pazienti. C’è anche da dire che quando un intervento si diffonde, è il segno sicuro di un’accettazione sociale. D va in questa direzione il fatto che sia grandemente aumentata la percentuale di uomini che si sottopongono a interventi di chirurgia plastica nasale, circa il 60% in più rispetto a 10 anni fa. Si sono profondamente modificati i canoni di bellezza maschile, e si sono raffinate le tecniche chirurgiche. Seppure la rimozione della “gobba” rappresenta la procedura più richiesta, cerchiamo di far comprendere ai nostri pazienti l’importanza di pensare in termini di “profiloplastica nasale”: prima di pensare alla quantità di “gobba” da rimuovere, è importante programmare la posizione della radice del naso e la posizione della punta del naso. E’ certamente ben più complesso ricreare la profondità della radice e riposizionare la punta del naso rispetto all’asportazione della “gobba”, ma solo una sofisticata analisi estetica e una specifica competenza chirurgica permettono di creare un naso naturale ed esteticamente bilanciato. L’atteggiamento attuale, più conservativo e più rispettoso dell’armonia del volto, ha portato ad un aumento significativo della rinoplastiche di revisione che giungono alla nostra osservazione: il 30-40% dei casi che operiamo annualmente

MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA

DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 29 è rappresentato da pazienti operati altrove. In alcuni casi si tratta di revisioni non particolarmente impegnative, ma in una quota significativa di casi dobbiamo revisionare pazienti in cui è stata attuata una resezione eccessiva del dorso e una asportazione massiva delle cartilagini della punta.

Mi auguro quindi che si estenda tra i chirurghi estetici la filosofia (che è anche un valore etico) degli interventi conservativi e ben calibrati.

OTOPLASTICA

Le orecchie ad ansa, comunemente conosciute come orecchie a “sventola”, rappresentano un difetto che diventa spesso fonte di scherno in età scolare e che può creare disagio anche in età adulta. Le orecchie ad ansa possono essere dovute a malformazioni diverse dell’orecchio:: assenza della piega dell’antelice, ipertrofia della conca, o presenza contemporanea di ambedue i difetti sono le condizioni che tipicamente vengono riscontrate. Poichè esistono oltre 200 tecniche finalizzate alla correzione di questo difetto, è molto importante un’attenta valutazione dell’orecchio per poter proporre e attuare la tecnica migliore in funzione della malformazione presente. L’intervento è eseguibile in anestesia generale nei bambini, mentre si predilige l’anestesia locale negli adulti.

Ha una durata di circa un’ora e la via di accesso è sempre nella parte posteriore del padiglione auricolare, condizione questa che consente di avere cicatrici invisibili anche agli occhi più esperti. Il recupero è sempre molto rapido; i punti vengono rimossi dopo dieci giorni ed è necessario indossare una fascia elastica compressiva per alcune settimane, soprattutto la notte. L’intervento viene ugualmente richiesto da uomini o donne, lo si consiglia ai bambini in età prescolare per evitare complessi che posso derivare dallo scherno dei coetanei. La tendenza attuale è di prediligere tecniche microinvasive che consentono di modellare le cartilagini per ottenere un risultato sempre molto naturale ed a basso impatto chirurgico. In alcuni casi selezionati risulta utile l’utilizzo di un laser chirurgico che aiuta il rimodellamento delle cartilagini.

In sintesi, questa nostra presentazione ci permette di dire che esiste ormai un’ampia gamma di metodiche, calibrate e sempre più soft, per ritrovare l’armonia del corpo e del viso in assoluta sicurezza. Il nostro non è un Centro estetico, ma una struttura in cui operano personale medico ed infermieristico, e personale specializzato. Potete affidarvi con fiducia ai medici e ai chirurghi estetici della Clinica del Viso di Milano, trovando sempre uno specialista per il quale conta molto la grande attenzione ai dettagli. L’obiettivo è il rispetto dell’armonia e della naturalezza. L' attento studio preliminare fatto dal medico estetico si basa sulla “unicità” di ogni cliente, che viene tenuta nel massimo conto. Le molteplici possibilità di metodiche che sono, ad un tempo, sperimentate e flessibili, permettono interventi personalizzati. Il traguardo non è un sogno, ma una realtà a portata di mano: le persone ritrovano il proprio “vero io”, e finalmente sentono di coincidere con l’immagine che hanno di sé. Si va ben oltre l’eliminazione di un inestetismo o di una disarmonia del viso, tanto che noi della Clinica del Viso ricordiamo storie bellissime: amore e felicità per chi non ci sperava più, carriere brillanti grazie a una sicurezza nuova, e perfino la nascita di una “stella”. Il riserbo professionale ci vieta di dire di più, ma per noi sono ricordi preziosi. Preziosi come i sorrisi di tutte le persone che si affidano alla nostra competenza.

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1914 - 2014 CENT'ANNI FA LA GUERRA

DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 31

STORIA

A Folgaria, Lavarone e Luserna, nel Trentino sud-orientale, il grande conflitto ha lasciato tracce indelebili, nella memoria e nei luoghi. Rappresentò la fine di un’epoca, produsse lutti e distruzioni, un cambio di nazionalità.

Niente fu come prima.

Fernando LARCHER

Coordinatore progetti per il Centenario per la Comunità degli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna

S ono passati cent’anni, un secolo. Eppure, nonostante il tempo trascorso, quell’immane tragedia che ha sconvolto il cuore dell’Europa, che ha cambiato il corso della storia, che ha deciso il destino di intere nazioni e di milioni di esseri umani, è ancora qui, presente e viva nei ricordi, nelle memorie. Non poteva essere diversamente. Perché qui, su queste montagne che si elevano tra i fiumi Adige e Brenta, a poche decine di chilometri da Trento, la guerra la si è proprio toccata con mano. Qui, sugli Altipiani di Folgaria, Lavarone Folgaria e Luserna, il cannone ha fatto sentire la sua voce, ha sparso morte, distruzione e terrore, intere famiglie si sono disgregate, hanno pianto i propri cari, perduti al fronte o nei

FOLGARIA LAVARONE LUSERNA

Tre altipiani sulle Prealpi del Trentino sud-orientale, tra i 1200 e i 2000 m di quota, 106 kmq di territorio confinante con la provincia di Vicenza: questo sono i comuni di Folgaria, Lavarone e Luserna. Oggi sono noti come l’Alpe Cimbra, omaggio alla colonizzazione tedesco-bavarese qui avvenuta tra il X e il XIII secolo, ancor ben rappresentata dall’isola etnico-linguistica di Luserna/ Lusérn. In prossimità del primo grande conflitto mondiale divennero uno dei punti strategici più delicati del fronte austro italiano, tant’è che gli Austro Ungarici li fortificarono con ben sette fortezze: Cima Vézzena, Busa Verle, Lusérn, Belvedere Gschwent, Cherle, Sommo alto e Dosso delle Somme.

Di esse il Forte Belvedere Gschwent, il forte-museo, è il più rappresentativo.

campi profughi. Ecco perché, a cent’anni di distanza, ancora ne parliamo.

Il tutto prese il via agli inizi del secolo. Non si pensava che la

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DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 guerra sarebbe arrivata presto.

Alle spalle c’erano decenni di pace, di tranquillità, nonostante la povertà e le mille difficoltà: la Belle Epoque la chiamavano.

Ma quando tra il 1906 e il 1908 si aprirono i cantieri di guerra, quando si iniziò a rinforzare le strade e a farne di nuove, quando si iniziò a scavare chilometri di trincee e, sulle alture, a costruire imponenti fortezze di cemento e acciaio, allora si capì che qualcosa di grave stava per succedere, che all’orizzonte si profilavano nubi cupe e minacciose. Poi fu

CENT'ANNI DI GUERRA

tutto un rincorrersi di eventi: nel luglio del 1914 lo scoppio del conflitto, gli uomini abili alle armi richiamati in piena estate e spediti al fronte, in Galizia, in faccia ai russi, le donne a casa a mandare avanti le famiglie, a lavorare nei campi e nelle stalle, turbate dalla snervante attesa di notizie, che inevitabilmente arrivavano, notizie tanto brutte quanto temute. Eppure ancora nessuno poteva immaginare cosa sarebbe successo nel giro di qualche mese, nel maggio del 1915, con la dichiarazione di guerra dell’Italia. Allora la guerra divenne veramente di tutti, giunse sulle porte delle case, improvvisa e cruenta, con i primi colpi di cannone a lacerare il cielo, con le granate cadute sui forti, nei paesi e l’ordine di evacuazione dei civili.

L’evacuazione della popolazione civile, un evento a cui nessuno era preparato. Immaginiamo il dramma della partenza, dell’abbandono di tutti gli averi, gli animali sciolti nelle stalle e consegnati all’ammasso militare, l’addio alle case, il lungo viaggio in treno verso la Boemia, la Carinzia, l’Austria Superiore e Inferiore, verso i campi profughi di Braunau, Mitterndorf e Katzenau. Un’assenza che i gendarmi incaricati a sgomberare i paesi dissero sarebbe stata di qualche settimana, ma che alla fine sarebbe durata quattro lunghi In alto. Mappa forti austriaci e italiani In basso a sinistra. Bombardamento Forte busa Verle In basso a destra. Forte Dosso odelle Somme

CENT'ANNI DI GUERRA

DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 33 anni, anni di fame, di malattie, di povertà, di indigenza. E intanto qui, sulle montagne, si consumava il dramma della guerra combattuta, gli assalti ai forti, gli attacchi e i contrattacchi, fino al maggio del 1916 quando, con il colpo di maglio della Strafexpdition - l’Offensiva di primavera - i Kaiserjäger sbaragliarono le linee italiane e spinsero il fronte sulle alture di Asiago e del Vicentino. Allora sugli Altipiani tornò la pace, una pace irreale, di retrovia, con gli echi dei bombardamenti e degli assalti sul massiccio montuoso del Pasubio. Poi infine l’epilogo, nel novembre del 1918, e la fine drammatica del conflitto. Fu allora che gli uomini tornarono dal fronte, in una terra che non era più la patria che avevano lasciato, subendo anche l’umiliazione dell’arresto. Fu allora che i profughi tornarono e che molti rimasero là, nei cimiteri, a centinaia di chilometri da casa.

Tornarono senza nulla, nei paesi saccheggiati e disastrati, italiani e non più austro-ungarici, a cercare di riprendere a vivere, per quanto possibile, perché altre alternative non c’erano. A cent’anni di distanza ricordiamo e rendiamo omaggio a quelle sofferenze.

Non celebriamo, semplicemente ricordiamo, perché almeno questo dobbiamo loro.

FORTE BELVEDERE GSCHWENT PER TRENTO BASTO IO!

Quella che sugli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna sarebbe passata alla storia come la Guerra dei forti iniziò il 24 maggio 1915 e si concluse il 20 maggio 1916, quando l'offensiva della Strafexpedition spostò il fronte più ad oriente, sulle alture venete.

Di quella che fu la linea delle fortezze degli Altipiani, superba e integra testimonianza è oggi il Forte Museo Gschwent Belvedere, il «Forte Museo».

Per Trento basto io!

era il motto di cui si fregiava, a significare che da solo bastava a difendere la città dal pericolo italiano. Mantenne fede al suo impegno anche perché, a parte i bombardamenti dei primi giorni di guerra, non subì attacchi diretti e il fuoco italiano si concentrò soprattutto nel settore orientale, tra Forte Lusérn, Forte Busa Verle e Forte Cima Vézzena.

Forte Belvedere Gschwent fu costruito tra il 1908 ed il 1914 con il compito principale di controllare la VaI d'Astico che si apre a strapiombo sotto di esso. Disponeva di una guarnigione di 160 Landsschützen (1° reggimento) e del supporto di 60 territoriali, sotto la direzione del capitano Anton Perschitz, sostituito poi da Fritz Trakl. Era armato di tre obici da torre da 105 mm, due cannoni da 80 mm in casamatta, quattro cannoni da 60 mm e ventidue postazioni di mitragliatrice. Tra le sette fortezze della cintura fortificata degli Altipiani è l'unica sfuggita all'opera demolitrice degli anni Trenta, attuata dal regime fascista nell'ambito della campagna Ferro alla Patria. Si vuole si sia salvato per l'intervento del re Vittorio Emanuele III che, in visita nel 1935 a quello che era stato il fronte delle fortezze, volle che almeno uno rimanesse in piedi, a memoria per le generazioni future. Negli anni Sessanta fu acquistato dalla famiglia Osele che lo ripulì, lo adattò alla visita e lo trasformò nella fortezza museo che possiamo ammirare oggi. E’ attualmente gestito dalla Fondazione Belvedere Gschwent. La visita al forte e ai suoi allestimenti permette oggi di cogliere fin nei minimi particolari la complessità di una portentosa macchina da guerra. Nuovi allestimenti multimediali permettono ora al visitatore di vivere dall’interno della struttura la dura esperienza di guerra, fatta soprattutto di violenti e ripetuti bombardamenti.

Info: www.fortebelvedere.org

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DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014

Dott. ROCCO CARBONE

farmacista e naturopata

www.naturafelicitas.it

[email protected]

NATUROPATIA

ANOSMIA

L'anosmia è una grave perdita dell'olfatto e simboleggia la creazione di una barriera che annulla le informazioni provenienti dall'esterno in quanto ritiene il loro contenuto pericoloso.

S i definisce anosmia o iposmia, un’alterazione dell’olfatto che si manifesta con assenza o diminuzione della percezione degli odori. Le cause che possono produrre questo disturbo sono molteplici e si possono classificare in due gruppi: cause ostruttive e cause neurosensoriali. Appartengono al primo gruppo le cause ostruttive, in cui gli odori non raggiungono l’area olfattiva, posta nella parte superiore del naso, per impedimento.

Il secondo gruppo è determinato da un danno delle cellule olfattive o delle strutture nervose, nervo olfattivo o area cerebrale olfattiva. Le cellule nervose dell’olfatto, sono molto particolari perché, diversamente dalle altre cellule nervose, hanno la capacità di riprodursi; quindi, un danno neurosensoriale può essere considerato reversibile.

Infatti, spesso, molti pazienti, recuperano la funzione

DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 35 olfattiva dopo un certo periodo di anosmia.

L’anosmia o iposmia può dipendere da vari fattori e da diverse malattie: deviazione del setto, poliposi nasale, ipertrofia dei turbinati nasali, alterazioni dei recettori o lesioni dei centri nervosi interessati.

Il naso è un componente fondamentale per la corretta respirazione, ha il compito di “climatizzare” l’aria necessaria per un corretto funzionamento polmonare e respiratorio. È costituito da una fossa nasale, provvista di tre formazioni carnose chiamate turbinati nasali inferiore, medio e superiore, adagiati su una formazione ossea a forma di grondaia, rivestiti di un tessuto spugnoso contenente sangue (corpi cavernosi) e di uno strato di mucosa ricca di ghiandole, che secerne muco, e di ciglia. L’aria inspirata viene a contatto con i turbinati e filtrata, eventuali impurità, polveri e microrganismi, vengono sospese dal muco ed eleminate attraverso il movimento ciliare. Per una corretta funzionalità della prima via respiratoria, è necessario che le mucose nasali mantengano costante un grado di impregnazione sufficiente, garantito dal muco secreto dalle ghiandole, con la funzione di umidificare la mucosa nasale. La corretta funzionalità della mucosa nasale è garantita dall’equilibrio del tessuto linfoide associato alle mucose nasali (NALT) che rappresenta una struttura del sistema immunitario delle mucose nasali con azione di difesa locale, necessaria per impedire che agenti patogeni esterni possano giungere alle mucose respiratorie con complicanze.

L’area olfattiva è situata nella zona alta del naso, in corrispondenza dell’osso etmoide (lamina cribrosa), in cui, piccole cellule provviste di ciglia, immerse in un gel oleoso in cui le particelle odorose volatili si sciolgono e vengono captate dai sensori olfattivi. Dalle cellule olfattive si sviluppano sottile fibre nervose, che attraversano la lamina cribrosa e si dirigono al cervello, nel bulbo olfattivo, dove prende origine il nervo olfattivo che conduce gli stimoli ai centri olfattivi cerebrali localizzati nella corteccia pre-ippocampica.

Il sistema olfattivo ha perso nel tempo di importanza nello sviluppo della specie umana, pur conservando tuttora un ruolo importante nella percezione emotiva. I profumi di solito, provocano sensazioni piacevoli, mentre gli odori sgradevoli provocano disgusto e disagio, a dimostrazione che nella percezioni degli odori è coinvolto il sistema limbico dell’area emotivo-comportamentale. Inoltre, da sottolineare che il gusto è strettamente correlato all’olfatto, anche se i sistemi sensoriali, olfattivo e gustativo, sono indipendenti tra loro.

Spesso si manifestano, in concomitanza, perdita dell’olfatto e del gusto (augesia), questa concomitanza è da attribuire alla componente emotiva della percezione odorosa che si associa ad un particolare gusto di un alimento.

Simbolismo in naturopatia:

l’olfatto è il più arcaico senso legato alle nostre origini animali, l’uomo ha perso la capacità di usare al meglio il naso; soprattutto non si fida del suo intuito, rendendo ipertrofica la mucosa nasale. Il naso è anche un simbolo sessuale: per la sua forma allungata e prominente, Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, lo colloca fra i principali simboli fallici.

In realtà il naso simboleggia la sessualità maschile e femminile, per via del movimento dell’aria che entra e che esce. Il legame fra la funzione respiratoria e quella sessuale è confermato analogicamente dal contemporaneo sviluppo, in fase embrionale, dell’organo olfattivo e di quello genitale. L’anosmia è una grave perdita del senso dell’olfatto, simboleggia la creazione di una barriera che annulla le informazioni olfattive provenienti dall’esterno, poiché si ritiene che il loro contenuto sia pericoloso non solo per l’identità ma persino per la sopravvivenza dell’individuo.

RIMEDI NATURALI PER ALLEVIARE I DISTURBI DI ANOSMIE E IPOSMIE

OMEOPATIA

SANGUINARIA CANADENSIS 9 CH GRANULI

• Causalità: anosmia, iposmia, polipi nasali e faringei.

Sintomi: rinorrea acquosa che si alterna con rinite secca, accompagnata da tosse secca specialmente mattutina con caratteristico rossore delle guance. In alcuni casi è presente anche epistassi e spesso cefalea periodica.

Uso: 5 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

SANGUINARIA NITRICA 9 CH GRANULI

• Causalità: anosmia, poliposi che si manifesta con epistassi. Anosmie o iposmie in soggetti allergici con rino-sinusiti stagionali.

Sintomo caratteristico: è indicato con presenza di epistassi.

Uso: 5 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

TEUCRUMMARUM 9 CH GRANULI

• Causalità: anosmie e iposmie, rimedio ad azione locale da utilizzare in ogni forma di poliposi nasale e laringea, anche ostruttiva.

Sintomi peculiari: prurito nelle narici nasali.

Uso: 5 granuli sublinguali, tre volte al giorno per sette dieci giorni.

KALI BICROMICUM 9 CH GRANULI

• Causalità: anosmie e iposmie causate da catarrali acuti o cronici, con perdita dell’odorato e naso chiuso durante la notte per presenza di muco viscido.

ANOSMIA E IPOSMIA

DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 37 Sintomi: dolore alla radice del naso (sinusite mascellare), secrezione nasale mucopurulenta di colore giallo-verdastro, ozena fetida o muco insanguinato.

Aggravamento col freddo umido.

Uso: 5 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

CADMIUM SULFURICUM 9 CH GRANULI

• Causalità: anosmie e iposmie causate da rino-sinusiti catarrali croniche sostenute da formazioni di polipi che portano ad una lenta e progressiva ulcerazione della mucosa dei seni paranasali. L'anosmia è molto comune tra i lavoratori che hanno un'esposizione professionale ai vapori di cadmio (che si originano durante la cadmiatura) e alterazioni dell'olfatto conseguenti al contatto col metallo sono comuni anche tra i lavoratori addetti alla produzione di batterie alcaline.

Sintomi: dolore alle ossa nasali. Disgeusia (distorsione o l'abbassamento del senso del gusto), starnuti, rinite muco purulenta con striature ematiche.

Uso: 5 granuli sublinguali 3 o 4 volte al dì.

HEPAR SULFUR 9 CH GRANULI

• Causalità: anosmie da sinusiti o da poliposi nasale. Somministrato ad alte diluizioni favorisce il riassorbimento e la decongestione dei turbinati.

Uso: tubo dosi (7CH, 9CH, 15CH, 30CH) scala bassa, un tubo dose ogni 7 giorni; tubo dosi (30 CH, 200k, MK, XMK) scala alta, un tubo dose ogni 10 giorni.

MERCURIUS SOLUBILIS E MERCURIUS CORROSIVUS 9 – 30 CH GRANULI

• Causalità: anosmie con poliposi ostruttiva e interessamento dell’ossa nasali e deformazione del viso.

Sintomi: muco nasale denso, giallastro, fetido, sanguinolente (Mercurius Solubilis). Bruciore intenso delle narici con aridità, epistassi, dolori a carico delle ossa nasali e facciali con sensazione di pressione (Mercurius Corrosivus).

Uso: basse-medie diluizioni se presenti solo sintomi locali; alte diluizioni come rimedio di fondo.

AROMATERAPIA

Gli oli essenziali (OE) di eucalipto, bergamotto, pino, sono utili nelle anosmie per migliorare la respirazione e stimolare i bulbi olfattivi.

EUCALIPTO OE

• L'olio essenziale di eucalipto se inalato aiuta a recuperare concentrazione e freschezza nei momenti di disordine e di torpore. È un purificante e decongestionante sfiamma e calma l'irritazione delle mucose nasali, fluidifica il catarro su cui ha un’azione espettorante, cioè facilita l’espulsione del muco. In aromaterapia è utilizzato per le inalazioni, in caso di raffreddore, mal di testa causato da sinusite, rinite e tosse. Si può associare al Bergamotto OE e Pino OE.

Uso: Uso:

2 gocce di olio essenziale (OE) assunti in un cucchiaino di miele o su zolletta di zucchero per os.

esterno: 5-7 gocce in diffusore per ambiente o in vaschetta di acqua calda.

NUTRIZIONE IN NATUROPATIA

Molti farmaci, correntemente impiegati in terapia, possono causare disturbi del gusto e/o dell'olfatto. I farmaci che possono provocare anosmia o iposmia sono: l'interferone alfa, diversi chemioterapici e la sulfadiazina-argento (impiegata nel trattamento topico delle piaghe e ustioni).

Essi interferiscono con i processi rigenerativi della mucosa olfattiva o provocano la deplezione degli oligominerali, in particolare dello zinco, elemento coinvolto sia nella percezione del gusto che degli odori.

Inoltre, alcuni farmaci nifedipina e diltiazem (farmaci calcio-antagonisti), a dosaggi terapeutici, possono causare anosmia per alterazione della trasmissione del calcio a livello degli impulsi nervosi dai neuroni olfattivi al bulbo olfattivo.

Si consiglia di integrare l’alimentazione con vitamine, minerali ed in particolare zinco.

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DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014

Cynthia Nixon aveva 30 anni quando ha riscontrato per la prima volta i sintomi dell'arrossamento del viso e della rosacea, spesso scatenati da cibi piccanti, vino rosso e bagni caldi. Diversi anni dopo ha ricevuto una diagnosi di rosacea durante una visita dal dermatologo per un altro problema. Nel dare il suo sostegno personale alla campagna Act on Red, Cynthia ha affermato: "Tutti noi vogliamo fare una prima impressione buona e, ovviamente, l'aspetto della pelle può giocare un ruolo fondamentale sul proprio stato d'animo e sul modo in cui gli altri ci percepiscono". Riflettendo sulla sua esperienza, ha aggiunto: "L'arrossamento del viso faceva vacillare la fiducia in me stessa sul set e durante importanti eventi sociali; ho fatto di tutto per gestire ciò che pensavo fosse una ricorrenza dell'acne, come quando ero un'adolescente. Quindi mi sono sentita sollevata quando il dermatologo mi ha detto che si trattava di rosacea, perché ha cambiato il modo in cui posso gestire i sintomi e comprendere meglio i fattori scatenanti. Le iniziative come Act on Red sono importanti perché aiutano le persone a riconoscere i sintomi e a ricevere il sostegno professionale di cui hanno bisogno".

Testimonial contro il ROSSORE FACCIALE l'attrice di SEX and the City CYNTHIA NIXON

U n volto arrossato, vampate di calore intermittenti su fronte, mento, guance e sulla parte inferiore del naso, spesso accompagnato da una sensazione di bruciore o prurito e scatenato o acutizzato da particolari fattori.

Sono in 40 milioni nel mondo a fronteggiare questa immagine allo specchio a causa della rosacea, una condizione cutanea trattabile, ma che spesso viene sottovalutata e non diagnosticata. All'incirca solo una persona su dieci fra quelle colpite riceve una diagnosi formale da un medico o dermatologo.

Eppure l’arrossamento del volto causa forte disagio per chi ne soffre. A rivelarlo sono i dati dell’indagine Face Values: Global Perceptions Survey, che ha coinvolto anche 1.006

italiani e ha messo in evidenza come la vita delle persone affette da arrossamento del viso associato a rosacea sia colpita e in che modo esse vengano percepite dagli altri.

Al via in tutto il mondo la campagna di informazione “Act on Red” con un portale online anche in italiano, www.

actonred.it.

I dati raccolti mostrano che l'arrossamento del viso influisce sulle persone che ne sono colpite a livello emotivo (77%), sociale (67%), lavorativo (63%) e nel comportamento relazionale (53%). Quasi due terzi (62%) delle persone con arrossamento del viso concordano sul fatto che il disturbo sia imbarazzante e il 56% afferma che gli arrossamenti causano l'imbarazzo maggiore durante riunioni di lavoro, presentazioni

DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 39 o un colloqui di lavoro. Secondo l’indagine, quasi la metà (46%) di tutte le persone con arrossamento del viso associato alla rosacea crede che il rossore cambi la percezione degli altri nei loro confronti e i risultati dell'indagine hanno confermato tali timori: in generale la prima impressione era più negativa per i volti con arrossamento.

Gli attributi fisici dell'arrossamento del viso sono stati direttamente legati a una maggiore probabilità per le persone che ne sono colpite di essere percepite come stanche, non in salute e stressate. Inoltre, a tali persone è stata attribuita una probabilità inferiore di avere una relazione e di essere assunte per un lavoro.

Tali risultati sono in linea con studi psicologici che mostrano come basti un solo sguardo al volto di una persona per formulare giudizi automatici, compresa una serie di ipotesi sociali in merito alla sua personalità e altri tratti.

Commentando i risultati, il Professor Thomas Dirschka, Direttore del Centro Derm-Clinic Wuppertal, in Germania, ha affermato: "L’arrossamento associato alla rosacea riguarda prevalentemente la regione facciale, per questo colpisce l'aspetto fisico di una persona ed è immediatamente visibile a tutti. Non si tratta soltanto di una barriera fisica, l'arrossamento del viso può diventare anche fonte di preoccupazione e imbarazzo per chi ne soffre.

Ci auguriamo che coloro che sono colpiti dall'arrossamento del viso non si sentano scoraggiati dai risultati di questa indagine, ma rassicurati dal fatto di sapere che non sono soli e che possono ricevere aiuto". Riflettendo sull'impatto nella vita quotidiana per le persone che ne sono colpite, il Dottor Dirschka ha aggiunto: "L'arrossamento del viso non deve essere un limite ed è un problema che va affrontato. I trattamenti vengono costantemente migliorati e i risultati dell'indagine evidenziano l'importanza di rivolgersi a un esperto per riuscire a controllare i sintomi della rosacea." L'indagine Face Values ha infatti mostrato che coloro che hanno ricevuto una diagnosi di rosacea hanno una probabilità doppia (39% contro 20%) di tenere sotto controllo i sintomi; tuttavia, la sotto-diagnosi rimane un ostacolo significativo. Per questo la campagna globale “Act on Red” si pone l’obiettivo di sensibilizzare sul problema e

INFORMAZIONI SU ACT ON RED

Il programma Act on Red, sostenuto da Galderma, è un programma globale che fornisce informazioni e contenuti formativi in materia di arrossamento del viso associato a rosacea.

La ricerca ha evidenziato che molte persone colpite da arrossamento del viso hanno provato diversi trattamenti e rimedi senza successo.4

Se a ciò si aggiunge la mancanza di informazioni in merito al loro disturbo e l'assenza di gruppi di sostegno per i pazienti, molte persone sono confuse e frustrate in merito alle proprie possibilità e fonti di aiuto.

Il programma Act on Red è stato quindi sviluppato per rispondere a questa necessità, fornendo informazioni e risorse di alto livello alle persone affette dal disturbo, che potrebbero aver già trovato difficoltà nel reperire l'aiuto che cercano.

INFORMAZIONI SU GALDERMA

invitare le persone che ne sono colpite a cercare aiuto.

Il programma, sostenuto da alcuni importanti dermatologi, vede come testimonial l'attrice di Sex and the City Cynthia Nixon che ha deciso di condividere la sua esperienza.

Per informazioni: Karin Falck Corporate Communications communication@galderma.

Galderma è un'azienda internazionale fondata nel 1981 e impegnata a fornire soluzioni mediche innovative per soddisfare i bisogni dermatologici delle persone nel corso della vita, servendo al contempo gli operatori sanitari in tutto il mondo. L'azienda dispone di 34 affiliate interamente controllate e una rete internazionale di distributori, oltre a 5.000 dipendenti e un ampio portafoglio di prodotti disponibile in 70 Paesi.

Con circa il 19% del fatturato investito ogni anno per la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti e l'accesso a tecnologie innovative, l'azienda è uno dei principali investitori in R&D in ambito dermatologico. Cinque centri R&D all'avanguardia e cinque centri com di produzione sono dedicati a fornire una vasta gamma di soluzioni mediche innovative che soddisfano i massimi standard di sicurezza ed efficacia.

Per maggiori informazioni, visitare www.galderma.com

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DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014

UN “CANALE CERTIFICATO” SULL’ASSISTENZA DEDICATO AI CITTADINI

INFORMAZIONE

Infermieri e cittadini, un dialogo costante: supporto e consigli pratici di assistenza anche sul web

A CURA DI STEFANIA BORTOLOTTI I ntervista a Annalisa Silvestro Presidente Federazione Ipasvi.

Presidente Silvestro, la Federazione dei Collegi Ipasvi ha presentato il nuovo portale web Infermieri per la salute. Quali sono gli elementi più significativi di questo strumento? E quali i motivi che vi hanno spinto a realizzarlo?

Certamente l’elemento che più caratterizza il nuovo portale è il costante dialogo che abbiamo instaurato con il nostro principale interlocutore, il cittadino. Ci siamo mossi in questa direzione per le numerose richieste arrivate proprio dai cittadini su come gestire i problemi di salute e di assistenza. Bisogna considerare un fatto estremamente importante: da un lato le persone avvertono forte il bisogno di avere consigli sicuri e certificati, dall’altro visto il boom di informazione medica che circola nella rete c’è anche molta confusione riguardo alle notizie che arrivano da ogni parte. C’è poi un’altra questione non meno rilevante da tener presente, vale a dire il grande mutamento socio-demografico: le persone vivono spesso sole o in famiglie mononucleari, la popolazione invecchia, le giovani famiglie hanno a che fare con problemi più o meno complessi che riguardano la coppia, i bambini, gli adolescenti e, in questo nuovo contesto, manca quella rete parentale alla quale un tempo ci si affidava per suggerimenti e sostegno. Gli infermieri sono i professionisti dell’assistenza: in tal senso crediamo di poter offrire supporto e aiuto in questioni di nostra competenza e siamo convinti di poter seguire concretamente i cittadini nel percorso assistenziale offrendo loro consigli concreti e pratici sulle cose da fare o da non fare.

È una vicinanza stretta mediata da un linguaggio semplice legato alla quotidianità.

Il nuovo portale rientra nell’impegno degli infermieri

a instaurare un filo diretto con i cittadini, anche attraverso il web. I nuovi media stanno “trasformando” il modo di comunicare anche nel mondo della salute?

Assolutamente sì. Assistiamo a una trasformazione rilevante, da una parte positiva perché oggi è possibile reperire tutte le informazioni che si vogliono in modo facile e veloce, dall’altra preoccupante, in quanto i cittadini hanno veramente scarsa possibilità di verificarne la veridicità, la scientificità e la fonte. L'assistenza è il focus principale degli infermieri e dunque siamo in grado, per preparazione e competenze specifiche, di dare ai cittadini un’informazione professionale, sicura e certa.

Sempre più italiani usano il web per informarsi, anche sulla salute, creando nuove esigenze di corretta gestione delle informazioni da parte degli operatori sanitari. Quali sono le opportunità e le sfide offerte da questo nuovo modo di rapportarsi con il paziente?

Le opportunità più importanti riguardano la possibilità di comunicare direttamente con i nostri principali interlocutori, i cittadini, e di essere vicini alle loro esigenze. Tramite il web possiamo mettere a loro disposizione informazioni, consigli, suggerimenti di

DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 41 facile utilizzo e sicuri. Un’altra opportunità non trascurabile ci riguarda direttamente: attraverso il web la gente avrà l’opportunità di apprezzare meglio la figura dell’infermiere, un professionista che sempre più le persone incontreranno nelle strutture territoriali, a casa propria e che tra una quantità rilevante di notizie e dati darà al cittadino l’informazione più adatta e sicura fatta di conoscenze, capacità, competenza ed esperienza. Mi preme sottolineare quanto rilevato dal recente Rapporto 2014 sulla situazione infermieristica italiana nel contesto europeo: laddove il sistema tende ad aumentare l’offerta sanitaria complessiva aumenta anche la valenza della componente infermieristica; a suggerire che nel perseguire gli obiettivi di miglioramento della qualità del servizio sanitario ci si muove in Italia e in altri Paesi europei facendo ricorso alle professionalità infermieristiche. Il web per noi è una grande sfida, entriamo in un mondo affollato ma l’affrontiamo con ottimismo e con la certezza di dare ai cittadini risposte affidabili che rafforzeranno reciprocamente il legame già in atto.

Il portale Infermieri per la salute va a collocarsi nel vasto mondo dell’informazione digitale in medicina: quali sono le caratteristiche che lo distinguono da altre piattaforme di questo genere?

Un’informazione certificata, solida, offerta con un linguaggio molto fruibile, con indicazioni operative, vicine a quello che serve alla persona in quel momento. Non dimentichiamo i cittadini che non hanno dimestichezza con il web ma che potranno ricevere un aiuto dai nipoti o da amici. Pensiamo alle tantissime opportunità che questo mezzo può offrire, dalla “domanda e risposta” in tempo reale, a come orientarsi e muoversi tra i servizi offerti nel proprio territorio, alla soluzione di problemi operativi e a difficoltà che il cittadino può incontrare dopo le indicazioni o le prescrizioni del medico fino alla gestione dei bisogni correlati ad una patologia cronica.

Presidente, come è cambiata la figura dell’infermiere nel corso degli anni? Come lo descriverebbe oggi e come sarà nel futuro prossimo?

Il cammino è stato lungo e periglioso. L’infermiere è cambiato tantissimo e in un tempo relativamente breve.

Da figura con una formazione medio-bassa di tipo “ancillare” rispetto al medico ad una con formazione alta: oggi gli infermieri sono laureati, spesso hanno una laurea magistrale e sono in possesso di master.

L'infermiere spazia in numerosi campi che vanno dalla prevenzione, alla gestione dei processi assistenziali inerenti le diverse patologie soprattutto se croniche, dai consigli alimentari, igienici, e inerenti lo stile di vita, fino all’aiuto e al supporto diretto della persona costretta a convivere con situazioni difficili e della sua rete familiare. Il ruolo dell’infermiere è comunque destinato ad una maggiore evidenza professionale e ad una presenza strutturata nei servizi sanitari e socio sanitari di prossimità ai cittadini.

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DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014

BABY YOU'RE A FIREWORK...

KATY PERRY - FIREWORKS

Dott.ssa FEDERICA VINCENZI

Laureata in legge [email protected]

CURIOSITÀ

I  fuochi d'artificio sono preparati di sostanze chimiche in grado di dar luogo a reazioni di esplosione. Vengono lanciati al buio da terra in cielo, con lo scopo di ottenere un effetto luminoso e sonoro. I fuochi artificiali creano, infatti, luce, rumore, fumo e alle volte anche la caduta a terra di piccoli materiali solidi in combustione (tipo coriandoli e piccole strisce).

Viene chiamata Pirotecnica quella scienza che si occupa della fabbricazione dei fuochi d'artificio, a fini di divertimento e spettacolo. La storia della pirotecnica sorge in epoca remota, addirittura nell'VIII secolo in Cina.

I fuochi pirotecnici sono generalmente impiegati per l’intrattenimento, eventi e feste, soprattutto per l'effetto visivo e sonoro amplificato dall'ambiente in cui vengono lanciati.

Il materiale pirotecnico è classificato come esplosivo e la sua produzione, trasporto e uso sono regolati dalla legge italiana, soggetti a severe normative di sicurezza.

La composizione degli esplosivi dei fuochi artificiali varia a seconda dell'utilizzo: - esplosivi di lancio, composti da polvere nera per cariche di lancio e razzi, per inneschi, micce e spolette; - esplosivi "fulminanti", destinati alla confezione di tutti i fuochi che producono scoppi violenti accompagnati o meno da lampi di luce; - esplosivi di "spaccata", usati per i fuochi che, raggiunta una carica di lancio, debbono spaccarsi proiettando violentemente una rosa di colori.

La colorazione dei fuochi artificiali è ottenuta aggiungendo alla miscela combustibile un ossidante e un sale che colorano la fiamma del fuoco.

Il rosso, ad esempio, è ottenuto grazie ai composti dello stronzio; il verde è prodotto dai composti del bario; il viola dalla combinazione dei cloruri di stronzio e di rame; il blu dal cloruro di rame.

I fuochi d'artificio sono detti "da terra", "aerei" o "d'acqua" a seconda del luogo da cui vengono lanciati.

Ai grandi fuochi pirotecnici aerei si affiancano i fuochi di piazza (aerei o da terra), di bassa potenza e con la postazione di lancio posizionata nel luogo da cui i fuochi

DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 43 vengono osservati. Esistono anche altre composizioni minori, con piccoli giochi pirotecnici montati su strutture particolari o anche le "batterie d'onore", che sono legate a particolari manifestazioni del folclore o commemorazioni.

Vi riportiamo qui di seguito alcuni termini utilizzati nella pirotecnica:

la bomba da tiro o granata:

è una bomba di forma cilindrica del diametro che varia dai 21 ai 28 cm, correlata da cartocci di guarnizioni di polveri, il cui effetto visivo è la creazione di stelle, petardi o meteore;

• • •

la spoletta:

altri fuochi: un cartoncino cilindrico di polvere nera che brucia lentamente, usata anche come temporizzatore durante gli spettacoli pirotecnici, con

il cartoccio:

sparo; composto solo da cartone e polvere da

la polvere da spacco:

utilizzata per l’apertura di una bomba; si tratta di polvere nera in grani (usando anche altre

• • • • • •

miscele esplosive si aumenta il raggio di apertura della bomba);

il mortaio:

un tubo cilindrico in lamiera, che viene usato come “cannone di lancio” per le bombe di forma cilindrica;

il passafuoco:

un condotto al cui interno si trova la miccia che lega insieme più bombe fra loro;

lo stoppino o miccia:

trasferisce il fuoco tra i vari componenti esplosivi del fuochi e da esso dipende il buon esito dell’intero spettacolo pirotecnico;

le stelle:

coloranti; cilindri contenenti combustibili, additivi e

i cannoli o cannelli:

delle stelle; dalla forma tipica a fiamma colorata, sono più grandi

le rendini

: piccole granate che si usano per creare intrecci colorati fra i fuochi sparati in cielo.

Esistono, in particolare, vari tipi di bomba, intesa come fuoco artificiale o “botto”: la bomba di apertura degli spettacoli, la bomba scura, quella botte, a scoppietti, a botte o stelle con colpo scuro, le bambe a più riprese di granatine a colpo scuro, a raggi e cannelle, e moltissime altre combinazione di tutte queste tipologie.

Adesso, così, saprete forse riconoscere alcuni dei tipi di fuochi d’artificio che vedrete in cielo; restando ammaliati dalla magia creata dalle combinazioni di colori che si stagliano contro il nero del cielo notturno, magari accompagnati dalla musica !

A proposito di musica vi lascio con il testo di una bellissima canzone di Katy Perry decisamente in tema, in cui la cantante ci dice che quando ci sentiamo giù, sballottati dalle vicende della vita, deboli o fragili dobbiamo cercare di trovare la forza per stupire gli altri e fargli dire “Oh guarda, sembrava che stesse per cedere e invece ci ha colpito come un fuoco d’artificio”. Dobbiamo essere forti e dimostrare a chi ci ha sempre screditato e non ha mai creduto nelle nostre possibilità che ce la possiamo fare eccome!

FIREWORKS

Do you ever feel like a plastic bag, drifting through the wind wanting to start again?

Do you ever feel, feel so paper thin like a house of cards, one blow from caving in?

Do you ever feel already buried deep?

6 feet under screams but no one seems to hear a thing Do you know that there's still a chance for you 'Cause there's a spark in you You just gotta ignite, the light, and let it shine Just own the night like the 4th of July 'Cause baby you're a firework Come on, show 'em what you're worth Make 'em go "Oh, oh, oh" As you shoot across the sky-y-y Baby, you're a firework Come on, let your colors burst Make 'em go "Oh, oh, oh" You're gonna leave 'em falling down-own-own You don't have to feel like a waste of space You're original, cannot be replaced If you only knew what the future holds After a hurricane comes a rainbow Maybe your reason why all the doors are closed So you could open one that leads you to the perfect road Like a lightning bolt, your heart will blow And when it's time, you'll know You just gotta ignite, the light, and let it shine Just own the night like the 4th of July 'Cause baby you're a firework Come on, show 'em what you're worth Make 'em go "Oh, oh, oh" As you shoot across the sky-y-y Baby, you're a firework Come on, let your colors burst Make 'em go "Oh, Oh, Oh" You're gonna leave 'em falling down-own-own Boom, boom, boom Even brighter than the moon, moon, moon It's always been inside of you, you, you And now it's time to let it through-ough-ough 'Cause baby you're a firework Come on, show 'em what you're worth Make 'em go "Oh, Oh, Oh" As you shoot across the sky-y-y Baby, you're a firework Come on, let your colors burst Make 'em go "Oh, Oh, Oh" You're gonna leave 'em falling down-own-own Boom, boom, boom Even brighter than the moon, moon, moon Boom, boom, boom Even brighter than the moon, moon, moon

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PERCHÉ VOGLIAMO ESSERCI

C omunicare significa mettere in comune, con chi? Con noi stessi ma soprattutto con gli altri. Non esiste un non comportamento, non si può non comunicare, affermava Watzlawick, e noi, Coordinamento Regionale dei Collegi Infermieri della Liguria, con i nostri iscritti, abbiamo pensato che, non affrontando la tematica della violenza sulle donne, e in genere su ogni tipo di violenza, proponessimo ai Cittadini tutti, un modello di disinteresse, di non cura. Ricordiamoci non si può non comunicare, e con un non comportamento, l’effetto sortito è quello di non volere condividere, di negare la realtà, di nascondersi.

DR.SSA MARIA ASSUNTA PORCU

Infermiera, psicologa, psicoterapeuta Consigliere Collegio IPASVI di Genova

Spesso nei nostri Pronti Soccorso, nei Consultori, nelle Ginecologie, in Pediatria, ma potremmo affermare senza essere smentiti, in tutti i Servizi degli Ospedali, nelle ASL, nelle Strutture Private, come Infermieri professionisti ci troviamo in prima linea nell’identificare, nell’affrontare, nel comprendere, nell’aiutare le persone che subiscono maltrattamenti.

Con questo scritto vogliamo “comunicare” il nostro impegno.

Vogliamo affermare di esserci e di aver bisogno del supporto di Voi, per costruire una rete che ci coinvolga tutti, professionisti e Cittadini.

Come cantavano i Pink Floyd in Hey You! ( The Wall) “Hey you!

Don’t tell me there’s no hope at all. Together we stand, divided we fall.”( Ehi, tu! Non dirmi che non c’è più speranza, insieme ce la faremo, divisi cadremo).

Non vogliamo cadere nella spirale dell’ impotenza appresa.

Qui di seguito un breve resoconto di una giornata particolare, “La Giornata Internazionale dell’Infermiere, che si tiene ogni anno il 12 maggio, data della nascita di Florence Nightingale, la prima Infermiera moderna.

Una manifestazione che ci vede ogni anno, in quella data, nelle piazze di Genova e della Liguria nel prestare una piccola parte della nostra professionalità (rilevare i parametri vitali, la glicemia, educare alla salute).

E’ una metariflessione, è un insieme di domande che ci poniamo e che poniamo anche a Voi che leggerete questa testimonianza. Ricordiamoci “insieme ce la faremo, divisi cadremo”.

www.neancheconunfiore.it

Nel corso della Giornata Internazionale dell’Infermiere abbiamo deciso di dedicare una riflessione, in merito alla violenza contro le donne, con una tavola rotonda intitolata “Noi infermieri non siamo indifferenti alla violenza”. Nella stessa giornata abbiamo indetto un concorso fotografico tra gli iscritti all’IPASVI di Genova, sempre sullo stesso tema, focalizzandoci soprattutto sull’invisibilità della violenza.

L’argomento trattato suscita sempre interesse, soprattutto in una professione nella quale la maggioranza dei lavoratori è di sesso femminile.

La preparazione dell’evento ha necessitato tempo, risorse, idee, energie passione. Sono stati coinvolti i professionisti infermieri

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DIAGNOSI&TERAPIA

SETTEMBRE 2014 47 mediante la compilazione di un questionario su scala Likert, specifico per il grado di interesse in merito alla tematica trattata.

Sono state scelte le persone che hanno indicato un punteggio di motivazione maggiore e si sono formati due gruppi che hanno progettato gli eventi specifici da attuare sul tema violenza di genere.

Sorpresa? Tutte colleghe di sesso femminile a parte i consiglieri del direttivo IPASVI e il Presidente.

Ed ecco che molte domande sono balzate prepotentemente.

Come attirare l’attenzione dei colleghi e dei cittadini in merito al “sintomo violenza”, come far comprendere che non è soltanto un problema femminile?

Che è l’intera società, in questo specifico caso anche una professionalità, che sono coinvolte?

Come raggiungere le persone che credono che questa sia una problematica vecchia quanto il mondo?

Come coinvolgere la maggioranza dei colleghi/e, che con professionalità, operano nella nostra società?

Come cercare di minare alla base lo stereotipo e il pregiudizio culturale sul genere femminile che è profondamente e subdolamente pervasivo?

Come non essere “imbecilli” dal latino baculus , bastone, nell ’accezione coniata dal filosofo spagnolo Savater, che dice che lo diventiamo nel momento in cui pensiamo che non valga la pena di volere qualcosa perché tanto una cosa vale l’altra, quando siamo consapevoli di ciò che vogliamo ma non troviamo le forze , l’energia e la determinazione per realizzarlo.

Quando ignoriamo, facciamo finta, lasciamo passare, non prendiamo posizione, non scegliamo, quando omettiamo.

Non è forse peggio che commettere? Essere ambigui non è forse da considerare “un piccolo crimine della coscienza?” Come e perchè non colludere? Quante le domande.

Come poter dare delle risposte?

E se abbiamo la consapevolezza che non sempre ci sono delle risposte, come fare per coinvolgere, interessare, creare una liason tra i professionisti e non, per costruire una rete per informare, condividere, supportare, per esserci? Ecco queste sono alcune ma forse non tutte le motivazioni che ci hanno spinto a creare un blog “neancheconunfiore” proprio del Comitato dei Collegi Infermieri della Liguria. Perché noi riteniamo la necessità di un altro sguardo, di un pensare e di un agire differente.

Ecco perché oggi, dopo la tavola rotonda il nostro scopo è quello di presentare questo progetto: “neancheconunfiore”, uno spazio nel quale esprimerci e permettere a chi ne ha bisogno di esprimersi, di far sapere che lì ci sono delle persone, dei professionisti che non vogliono essere “imbecilli”, che non ci stanno più, che non sono indifferenti nei confronti della violenza, delle diverse manifestazioni della violenza.

Anni fa Lennon cantava “Woman is the nigger of the world”. BASTA!!!!!!!!!!!!

Noi professionisti infermieri non vogliamo più una visione frammentata della realtà, perché questa rende difficoltoso l’accesso alla dimensione della complessità che può far comprendere e arrivare a soluzioni creative per la convivenza umana. Vogliamo generare e condividere significati che possano esprimersi nella collettività. Vogliamo avere voce che non taccia le ingiustizie, che ci faccia considerare nostre anche le ragioni degli altri, voce che si faccia sentire non soltanto quando veniamo toccati noi, ma anche quello che consideriamo nostro patrimonio comune e come tale da difendere e garantire.

Pensiamo che noi tutti, persone/professionisti siamo tali in una dimensione collettiva, e che per questi tempi è una manovra audace e coraggiosa.

Chi vuole essere audace e coraggioso assieme a noi?

DIAGNOSI&TERAPIA

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AISM

L’11 e il 12 Ottobre lo chef ALESSANDRO BORGHESE sarà al fianco di AISM per sostenere la ricerca sulla sclerosi multipla e dedica una ricetta (la torta di mele) a tutti i giovani di AISM.

"Cucinare per loro è il mio modo di trasmettere gioia e serenità…." Torna la Mela di AISM in 3000 piazze italiane

P er i giovani con sclerosi multipla e per sensibilizzare tutti a sostenere la ricerca scientifica sulla sclerosi multipla, malattia che in Italia colpisce 72 mila persone e per la quale non esiste una cura risolutiva, Alessandro Borghese, volto della campagna, “scende in oltre 3000 piazze” sabato 11 e domenica 12 ottobre con "La Mela di AISM".

L’iniziativa di solidarietà, svolta sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, è promossa da AISM - Associazione Italiana Sclerosi Multipla e dalla sua Fondazione – FISM con il patrocinio di Pubblicità Progresso Fondazione per la Comunicazione Sociale.

La “Mela di AISM“ nasce non solo per garantire sostegno alla ricerca sulla sclerosi multipla ma a far vivere tutti i Programmi di AISM a supporto dei giovani con SM: sportelli informativi e di orientamento, convegni sul territorio, prodotti editoriali pensati per rispondere a quesiti e problemi che si presentano nella loro vita quotidiana, sanitaria, sociale e lavorativa e un blog (www.giovanioltrelasm.it) dove tutti possono riconoscersi e “sentirsi a casa”.

Sono 72 mila le persone colpite da SM in Italia. Il 50% di loro sono giovani. La sclerosi multipla è una grave malattia del sistema nervoso centrale. Cronica, imprevedibile e spesso invalidante, colpisce per lo più i giovani tra i 20 e i 40 anni, nel pieno dei progetti di vita. In Italia si registra una diagnosi ogni 4 ore. La malattia si manifesta per lo più con disturbi del movimento, della vista e dell’equilibrio,

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SETTEMBRE 2014 seguendo un decorso diverso da persona a persona.

La ricerca negli ultimi anni ha fatto molti progressi. Esistono terapie in grado di rallentare la progressione della malattia e di migliorare la qualità di vita delle persone. Ma la causa e la cura risolutiva non sono state ancora trovate. Per questo è fondamentale sostenere la ricerca scientifica oggi per garantire una migliore qualità di vita, per trovare nuovi trattamenti sempre più efficaci domani, trovare la causa della SM e la cura risolutiva in un futuro sempre più vicino.

Sponsor e ringraziamenti.

Main Sponsor dell’iniziativa è UnipolSai.

Sponsor è Pompadour, Mediapartner radiofonico è Lattemiele che in occasione di “la Mela di AISM” contribuirà con spazi di informazione sulla malattia, sui giovani e sulla ricerca scientifica. Un ringraziamento va a Swan Film Europe e Urca TV per la regia, le riprese e la produzione dello spot con protagonista Alessandro Borghese concesse a titolo gratuito, così come lo studio 10 watt di Milano per la location.

All’iniziativa ‘La Mela di AISM’ hanno aderito Assaeroporti: in particolare gli aeroporti di Alghero, Bologna, Cagliari, Genova, Napoli, Pescara, Roma, Torino, Trapani e Verona hanno messo a disposizionevari canali per promuovere l’evento.

ABB, Best Western, Billa AG, HP Hewlett Packard, Il Gigante, Mondelez e Simply® Italia, Leroy Merlin e G.E. italia.

Grazie a tutti!

La “Torta di mele”

10 mila i volontari nelle piazze italiane

insieme a: Associazione Nazionale Bersaglieri, Associazione Nazionale Carabinieri, della Polizia di Stato e dei Vigili del Fuoco, le organizzazioni di volontariato di Protezione Civile, Istituto del Nastro Azzurro, fra Combattenti Decorati al Valor Militare, Segretariato Italiano Giovani Medici, Unione Nazionale Sottufficiali Italiani, Associazione Nazionale del Fante e la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia e da quest’anno anche la Croce Rossa Italiana e il Terzo Stormo Supporto Operativo dell’Aeronautica di Villafranca.

dello chef Alessandro Borghese con “Le Mele di AISM”

• • • • • • • • Ingredienti • 700gr di mele • 3 uova grosse 300gr di farina 00 70gr di burro di malga 250gr di zucchero di canna 1 bicchiere di latte intero 1 limone non trattato 1 bustina di lievito per dolci vanigliato 1 stecca di vaniglia Bourbon Menta fresca q.b.

ALESSANDRO BORGHESE

www.alessandroborghese.com

“In cucina si può improvvisare, mentre con la sclerosi multipla non si può. Per questo servono risposte concrete”.

Lo dice Alessandro

CHI È AISM

Fondazione (FISM) è l’unica organizzazione nel nostro Paese che da 45 anni interviene a 360 gradi sulla sclerosi multipla, indirizzando, sostenendo e promuovendo la ricerca scientifica, contribuendo ad accrescere la conoscenza della sclerosi multipla e dei bisogni delle persone con SM promuovendo servizi e trattamenti necessari per assicurare una migliore qualità di vita e affermando i loro diritti. Ogni anno AISM mette a disposizione dei ricercatori un banco di ricerca di 3 milione di euro.

Borghese testimonial della “Mela di AISM” 2014.

Alessandro che vive tra Roma, Milano, Londra e gli Stati Uniti, è un cuoco eclettico e innovativo, molto amato dal pubblico televisivo.

Ha un’esperienza ventennale nel settore gastronomico, anche a livello internazionale.

La sua cucina, inventiva e generosa, soddisfa i palati di chi ama le cose ricercate senza rinunciare alla tradizione.

L’AISM, insieme alla sua Alessandro ha voluto dare il suo sostegno all’AISM “wperché un impegno così serio implica una organizzazione altrettanto seria, che dia garanzie a chi la sostiene di trasparenza e affidabilità”.

• • • • • • • Preparazione: • Sbuccia e affetta le mele, mettile in una ciotola e bagnale con succo di un limone.

• • Incidi per lungo il baccello di vaniglia e aggiungilo alle mele.

Nel frattempo monta gli albumi a neve e a parte sbatti i tuorli con lo zucchero e aggiungi il burro ammorbidito.

Versa un bicchiere di latte e mescola il tutto rendendo l’impasto liscio e omogeneo.

Incorpora la farina a pioggia con il lievito e la scorza grattugiata di limone, unisci gli albumi montati a neve e infine aggiungi le mele all’impasto.

Versa il composto della torta di mele in una tortiera imburrata e infarinata.

Ricopri con uno strato di impasto steso sottile e fa delle piccole incisioni.

Cuoci la torta in forno preriscaldato per 30 minuti circa a 180°.

Lascia raffreddare la torta di mele prima di servirla con due foglie di menta fresca