Il simbolo del Cerchio

Download Report

Transcript Il simbolo del Cerchio

Il simbolo del Cerchio
Introduzione
Intuirono allora i pitagorici l'esistenza di un quinto fattore che chiamarono olkos, sostegno, che, in virtù della sua funzione
armonizzatríce era considerato il Principio rettore dell'universo intero. Da lui dipendeva il moto degli astri, il susseguirsi
ordinato e costante delle stagioni, lo sviluppo delle quattro età dell'uomo, in una parola, il ciclo perenne della vita.
Questo concetto è simbolizzato dalla circonferenza, figura geometrica in cui non è dato distinguere il principio dalla fine.
Di questa circonferenza, i quattro elementi sono i raggi; il centro, che è anche punto centrale della croce, è il punto dal
quale i raggi si dipartono ma al qual peraltro convergono, simbolo quindi del Principio da cui tutto trae origine e cui tutto
ritorna. Il cerchio è il segno dell'Unità del principio e di quella del Cielo e, come tale, ne indica l'attività e i
movimenti ciclici.
Il cerchio è un simbolo "UNIVERSALE", tutti i punti che formano il cerchio sono equidistanti dal suo centro, alle origini
della civiltà indiana rappresentava il SOLE o la LUNA o la RUOTA. Intesa come simbolo del cerchio ciclico, antichissimi
testi indiani, i "VEDA", ritenevano il CERCHIO un potente campo di ENERGIA psicofisica, una sorta di area sacra.
E' lo sviluppo del punto centrale, la sua manifestazione: tutti i punti della circonferenza si ritrovano al centro del cerchio,
che è il loro principio e la loro fine scrive Proclo.
Secondo Plotino il centro è il padre del cerchio e secondo Angelus Silesius il punto ha contenuto il cerchio. Numerosi
autori applicano questo stesso paragone del centro e del cerchio a Dio e alla Creazione. Il punto e il cerchio hanno
delle proprietà simboliche comuni: perfezione, omogeneità, assenza di distinzione o di divisione. Il cerchio è la figura dei
cicli celesti - soprattutto delle rivoluzioni planetarie - e del ciclo annuale raffigurato dallo Zodiaco.
Perché, il cielo si muove con un movimento circolare, chiede Plotino; perché, imita l'intelligenza è la sua risposta. Il
movimento circolare è perfetto, immutabile, senza inizio nè fine, nè variazione. Il cerchio può rappresentare il cielo , dal
movimento circolare e inalterabile.
A un altro livello interpretativo, il cielo stesso diventa simbolo, il simbolo del mondo spirituale, invisibile e trascendente,
ma più direttamente, il cerchio simbolizza il cielo cosmico soprattutto nei suoi rapporti con la terra, In questo contesto, il
cerchio rappresenta l'attività del cielo, il suo ruolo provvidenziale, in questo modo si ricollega ai simboli della divinità
china sulla creazione, di cui produce, regola e ordina la vita.
Antico Egitto
Gli egiziani credevano che molto tempo prima della loro civiltà gli dei avessero stabilito il sistema dell'ordine cosmico e
l'avessero trasferito sulla loro terra. Una razza di dei aveva governato l'Egitto per molti millenni prima di affidarlo alla loro
linea mortale, eppure divina, dei faraoni. Gli egiziani credevano infatti che il faraone fosse l'incarnazione del dio Horus.
Horus, il dio sole, con il cerchio solare Ra sul capo. Successivamente il dio sole sarà
rappresentato solo da Ra, il cerchio solare, alle volte raffigurato alato.
Il simbolo del cerchio che rappresenta il cielo
Il cerchio rappresenta il cielo con i suoi cicli che ritornano, senza principio ne fine. Nel cerchio c’è un punto al centro, il
principio, l’origine di tutto, in Egitto era il simbolo di Ra, il dio Sole. Oggi in astrologia il cerchio è il simbolo del Sole.
La chiave del cielo
Posta sulla testa del Bennu, uccello sacro egiziano, è simbolo di ascensione verso il cielo.
Bennu, il cui simbolo è un uccello sacro egiziano, è qui raffigurato mentre trasporta sul capo l'anima di Ra, il dio sole.
L'interpretazione del significato del suo nome è "Colui che ascende, che brilla in alto". Il nome deriva dalla "weben" verbo
che si traduce come "luce" o "brillare".
Mondo Antico
Platone considerava il quadrato e il cerchio come assolutamente belli in sè; secondo il grande pensatore il quattro si
riferisce alla materializzazione delle idee e il tre all'idea stessa: il secondo esprime le essenze e il primo i fenomeni, l'uno
lo spirito e l'altro la materia.
Fin dalla più remota antichità, il cerchio è servito a indicare la totalità e la perfezione e a inglobare il tempo per misurarlo
meglio; Nella Bassa Mesopotania lo zero è il numero perfetto, che esprime il tutto, e dunque l'universo; il cerchio diviso
in gradi, rappresenta il tempo; i Babilonesi l'hanno utilizzato per misurarlo, l'hanno suddiviso in 360°e scomposto in sei
segmenti di 60°, il suo nome (shar) indicava l'universo, il cosmo. La speculazione religiosa babilonese ne ha ricavato in
seguito il concetto di tempo infinito, ciclico e universale che si è trasmesso nell'antichità ad esempio nell'epoca greca
attraverso l'immagine del serpente che si morde coda (v. UROBOROS). Il sole e l'oro, immagini del sole, sono indicate
con un cerchio. Nell'antichità il piano circolare è associato al culto del fuoco , degli eroi e della divinità. Il cerchio esprime
l'eterno soffio della divinità, che agisce continuamente e in tutti i sensi Il tondo possiede un senso universale
rappresentato dal globo e la sfericità, sia dell'universo che della testa dell'uomo, è indizio di perfezione. Platone
rappresenta la psiche con una sfera e già presso i Babilonesi troviamo questo complesso cielo-terra espresso dal
cerchio e dal quadrato : il quadrato inscrive un limite il cerchio esprime l'illimitato.
Nel mondo celtico , il cerchio ha una funzione e un valore magico. Cuchulainn incide un'iscrizione in lettere ogamiche
su un cerchio di legno (fatto con un ramo ricurvo) per fermare l'esercito irlandese che invade l'Ulster. Il cerchio viene
fissato a un pilastro e ingiunge, a chiunque legga l'iscrizione, di non oltrepassarlo senza accettare un singolar tenzone. Il
cerchio simbolizza dunque un limite magico invalicabile. Il cerchio ha applicazioni religiose immediate: il grande idolo
d'lrlanda, secondo i testi agiografici, è circondato da altre dodici pietre di minore grandezza disposte in cerchio.
I templi circolari gallo-romani sono inscritti in un quadrato e rappresentano le interrelazioni fra il cielo e la terra.
Tradizione Ebraica
La figura del cerchio simbolizza anche i diversi significati della parola: un primo cerchio ne simbolizza il significato
letterale, un secondo cerchio il significato allegorico e un terzo cerchio quello mistico. Il Tawhid, scienza della
testimonianza che Dio è Uno, è rappresentato da Al Hallaj con una figura composta da tre cerchi concentrici: il primo
cerchio comprende le azioni (di Dio), il secondo e il terzo le loro tracce, e conseguenze sono i due cerchi concentrici del
creato . Il punto centrale simbolizza il Tawhid, la scienza, ma si tratta, in fondo, di una scienza della non-scienza di un
sapere di non sapere.
Tradizione cristiana
Secondo i testi dei filosofi e dei teologi, il cerchio può simbolizzare la divinità considerata non soltanto nella sua
immutabilità ma anche nella sua bontà diffusa come origine, sussistenza e consumazione di tutte le cose; secondo la
tradizione cristiana, come l'alfa e l'omega.
Lo Pseudo Dionigi l'Areopagita è riuscito a descrivere, in termini filosofici, e mistici, i rapporti intercorrenti tra l'essere
creato e la sua causa, grazie al simbolismo del centro e dei cerchi concentrici: allontanandosi dall'unità centrale tutto si
divide e si moltiplica. Invece al centro del cerchio tutti i raggi coesistono in un'unica unità e un solo punto contiene in sè
tutte le linee rette unitariamente unificate le une in rapporto alle altre e tutte insieme in rapporto al principio unico dal
quale tutte derivano. Nel centro la loro unità è Perfetta; allontanandosene un poco cominciano a distinguersi e più se nè
separano più se nè distinguono. In breve nella misura in cui sono più vicine al centro la loro unione reciproca, è più
intima e nella misura in cui sono più distanti aumentala la differenza tra di esse.
Nell'iconografia cristiana, il motivo del cerchio rappresenta l'eternità; tre cerchi saldati evocano la Trinità del Padre, del
Figlio e dello Spirito Santo. Il Santo Sepolcro di Gerusalemme voleva evocare la grande volta dell'universo che l'uomo
rappresenta con la sua calotta cranica. Onorio d'Autun riprende questa duplice divisione parlando di chiesa a croce e di
chiesa tonda, usando tanto la terminologia usuale che il senso simbolico implicito.
Se la chiesa nel suo insieme ha la forma di una croce latina, come avviene il più delle volte, conviene notare che tale
croce può essere ottenuta sviluppando un cubo le cui facce siano stese sul piano di base; la faccia di base, che rimane
nella posizione iniziale, corrisponde alla parte centrale sopra cui s'innalza la cupola.
Secondo il Burckhardt per i Padri della Chiesa l'edificio sacro rappresenta innanzitutto il Cristo, come divinità
manifestata sulla terra; al medesimo tempo rappresenta l'Universo costituito da sostanze visibili ed invisibili, infine l'uomo
e le sue diverse parti.
La chiesa non è più il punto di partenza dell'evoluzione spirituale, ma ne rappresenta il punto finale supremo.
La chiesa romanica presenta l'immagine dell'uomo ma offre prima di tutto il simbolo dell'uomo perfetto, cioè di Gesù
Cristo. Il Verbo, facendosi uomo, assume proporzioni umane, con l'lncarnazione unisce la propria divinità all'umanità,
collega il cielo alla terra e mette nel cerchio una forma di quadrato che corrisponde alla forma dell'uomo o - meglio
ancora- iscrive il quadrato nel cerchio della divinità, rafforzando così ( poichè il quadrato è simbolo di potenza) il suo
significato, come si riscontra, per esempio, nella visione di Daniele, delle quattro bestie e dei quattro regni ( Daniele VII,
1-28 ).
Con la Redenzione, Cristo fa esplodere il quadrato e lo spezza, perché è un re spodestato, e del quadrato non resta
altro che la croce: in questo modo, Cristo pone la propria natura umana in seno alla natura divina e l'uomo quadrato,
tramite l'Incarnazione, si inserisce egli stesso nel cerchio. In altri termini, l'umanità è collegata alla divinità, come il tempo
all'eternità, il visibile all'invisibile e il terrestre al celeste.
Tradizione islamica
Nella tradizione islamica, la forma circolare è considerata come la più perfetta di tutte ed è per questo che i poeti dicono
che il cerchio formato dalla bocca è la forma più bella in quanto è completamente rotonda.
Raccolto in se stesso, senza inizio ne fine, compiuto e perfetto, il cerchio è il segno dell'assoluto.
La danza circolare dei dervisci mawlaiyya (mevlevi), detti dervisci giranti, è ispirata a questo simbolismo cosmico:
imitano il giro dei pianeti intorno al sole, il vortice di tutto ciò che si muove ma anche la ricerca di Dio, rappresentato dal
sole. Il loro fondatore, il massimo poeta del Sufismo, ha celebrato questa circumambulazione dell'anima "ho girato,
scrive, con i nove padri (i pianeti) in ogni cielo. Per anni ho girato insieme alle stelle"
Il neo-platonismo paragona Dio ad un cerchio, il cui centro è dappertutto e questo tema lo si trova anche nel Sufismo
soprattutto nel Mathavi di Jalal Al-Din Rumi, nel Roseto dei Segreti di Mahmud Shabastarid. Rumì contrappone la
circonferenza materiale del mondo fenomenico al Cerchio dell'Essere assoluto, affermando inoltre che, se si aprisse un
granello di polvere vi troveremmo un sole e dei pianeti che girano intorno.
Anche il Trono di Dio è rappresentato con una base circolare: è l'orizzonte supremo, Khatt al-istima, di cui Maometto ha
fatto il giro nel Mi'raj in due gettate d'arco. L'estasi maomettana è consistita dunque nel fare il giro dell'inaccessibilità di
Dio
Estremo oriente e India
Il cerchio e il quadrato sono per eccellenza in Cina la manifestazione tangibile del cielo e della terra, ed insieme con
l'uomo sono gli elementi che fanno parte della concezione dei tre poteri; il cielo che ricopre e produce, la terra che
sorregge ed alimenta, l'uomo dotato della facoltà di pensare e provvisto di una volontà cosciente.
Fu-Shi fu il primo mitico sovrano cinese, a lui vengono attribuite l'invenzione della scrittura, della musica e dello
strumento con cui Yu il grande misurò il mondo; Nu-Kua era considerata la divinità creatrice del genere umano, fu sposa
di Fu-Shi col quale viene spesso raffigurata uniti dalle loro code di drago intrecciate. L'attributo di Fu-Shi è il compasso
simbolo celeste e quindi yang o maschile, mentre la squadra simbolo terrestre e quindi yin o femminile appartiene a NuKua, ma quando sono insieme è la dea che tiene in mano il compasso mentre l'imperatore la squadra.
Lieh tzù, tra il 570 a.C. e il 490 a.C. filosofo cinese presunto fondatore del taoismo, racconta che quando il cielo azzurro
fu completato, i quattro punti cardinali fissati al loro posto, le acque straripanti che inondavano il paese di Ki bloccate, gli
animali malefici morti, il popolo pacifico potè sopravvivere ed Nu-Kua riusci a puntellare il paese quadrato e ad
abbracciare il cielo rotondo ... allora tutto fu tranquillo, tutto divenne perfettamente calmo.
Nel buddismo Zen troviamo spesso disegni di cerchi concentrici, che rappresentano l'ultima tappa del perfezionamento
interiore, l'acquisizione dell'armonia dello spirito. I cerchi concentrici rappresentano gradi di essere, le gerarchie create e
costituiscono la manifestazione universale dell'Essere unico e non-manifestato, in tutto questo, il cerchio è considerato
nella sua totalità indivisa.
Amuleti
In quanto forma avvolgente, quasi un circuito chiuso, il cerchio è un simbolo di protezione e per questo è spesso usato,
in magia, come cordone di difesa intorno alle città , ai templi e alle tombe, per impedire ai nemici, alle anime vaganti e ai
demoni di penetrarvi; anche i lottatori tracciavano un cerchio intorno al loro corpo prima di iniziare a combattere.
Il cerchio protettore prende, per l'individuo, la forma dell'anello, del braccialetto, della collana, della cintura o della
corona. L'anello-talismano, l'anello-amuleto o il cerchio magico-pentacolo che portiamo al dito, sono stati usati in tutta
l'antichità e da tutti i popoli; si ricollegano infatti alla protezione immediata dell'operatore nei punti più sensibili: le dita
della mano, strumenti naturali di emissione e di ricezione del fluido magico, e dunque molto vulnerabili.
Questi cerchi non erano soltanto acconciature, ma anche stabilizzatori per mantenere la coesione fra l'anima e il corpo.
Questo simbolismo spiega probabilmente perché i guerrieri antichi portavano un così gran numero di braccialetti, forse
ne ricevevano da tutte le persone che si auguravano di rivederli tornare in buono stato, con l'anima debitamente legata al
corpo.
Questo stesso valore del simbolo spiega perché anelli e braccialetti vengono tolti o proibiti a coloro la cui anima deve
uscire dal corpo, per esempio i defunti, o innalzarsi verso la divinità, per esempio i mistici, anche se in questo ultimo
caso può essere presente anche un altro aspetto simbolico, in quanto l'anello indica , fra l'altro , una dedizione e un dono
del se volontario e irrevocabile (per questo motivo alcuni religiosi portano la fede).
In ogni caso, quando più valori simbolici si trovano in conflitto, privilegiarne uno significa aumentarne l'importanza ma
non per questo cessa di esistere e di esercitare la sua influenza o il valore posti in secondo piano.
Ruota e Tempo
Il quadrato è la figura di base dello spazio, mentre il cerchio, particolarmente la spirale, è il simbolo del tempo: la ruota
gira; l'eternità è rappresentata dal cerchio che, dopo aver scandito l'arco dell'anno, ha misurato il tempo, poi l'eternità e
infine ha significato l'infinito.
Dal cerchio e dall'idea del tempo è nata la rappresentazione della ruota, che ne deriva e che suggerisce l'immagine del
cielo corrispondente all'idea di un periodo di tempo (etimologicamente, l'ebraico collega la torre, che è circolare, alla
radice girare, e la generazione umana alla radice muoversi in tondo) . Il simbolismo del cerchio comprende il simbolismo
dell'eternità o dei perpetui ricominciamenti. Anche presso gli lndiani dell'America del Nord, il cerchio è il simbolo del
tempo, perché il tempo diurno , il tempo notturno e le fasi della luna sono cerchi posti sopra il mondo, e il tempo
dell'anno è un cerchio intorno al bordo del mondo (Racconto di Capo Spada Sciamano Dakota). La volta vorticosa dei
cieli e la Ruota del cielo sono espressioni correnti nella letteratura persiana e implicano l'idea di destino.
prof. Dario Di Fiore