Il preverbo nei verbi composti (mutamenti fonetici)

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Il preverbo nei verbi composti
Le preposizioni erano originariamente avverbi, impiegati anche, come in latino ed in
italiano, in funzione di prefissi per la formazione di sostantivi, aggettivi, avverbi e
soprattutto verbi composti (spesso all’origine delle stesse forme nominali).
Nei verbi composti il significato originario della radice verbale viene ad essere rafforzato o
modificato attraverso il significato proprio dell’avverbio, in origine a sé stante, poi
praticamente fuso con il verbo fino a creare un’unità semantica1.
Nell’unione con il tema il preverbo può subire della modifiche qui riassunte:
1) In quasi tutti i preverbi terminanti per vocale (ἀνα-, ἀπο-, δια-, ἐπι-, κατα-, μετα-,
παρα-, ὑπο-) questa cade se il tema verbale inizia per vocale o dittongo2:
κατα + ἄγω → κατάγω; ἐπι + ἀκούω → ἐπακούω; δια + ἱππεύω → διιππεύω
2) Quando la vocale o dittongo iniziale di un tema verbale presenta spirito aspro, i
preverbi che terminano in muta + vocale (cioè ἀπο-, ἐπι-, κατα-, μετα-, ὑπο-) si
presentano, a seguito della caduta della vocale finale, con la consonante aspirata (ἀϕ-, ἐϕ-,
καθ-, μεθ-, ὑϕ-)
κατα + αἱρέω → καθαιρέω; ὑπο + ὁράω → ὑϕοράω
3) Nei preverbi περι- e προ-, e talora anche ἀμϕι, la vocale finale non cade
περι + ἄγω → περιάγω; ἀμϕι + ἐννυμι → ἀμϕιέννυμι ma ἀμϕι + ἐλίσσω → ἀμϕελίσσω
4) Il preverbo ἐκ / ἐξ assume la forma ἐκ davanti a consonante, ἐξ davanti a vocale:
ἐξ + βάλλω → ἐκβαλλω; ἐξ + εἰμι → ἔξειμι
5) I preverbi ἐν e συν, si mutano per assimilazione in:
a) ἐμ-, συμ- davanti a labiale (π, β, ϕ, ψ) o davanti a μ
ἐν + βάλλω → ἐμβαλλω; ἐν + μένω → ἐμμένω
b) ἐγ-, συγ- davanti a velare (κ, γ, χ, ξ);
ἐν + κρύπτω → ἐγκρύπτω; συν + γιγνώσκω→ συγγιγνώσκω
c) ἐλ-, συλ- davanti a λ
σύν + λαμβάνω → συλλαμβάνω
6) συν si muta inoltre in
a) συρ- davanti a ρ:
συν + ῥίπτω → συρρίπτω
b) συσ- davanti a σ + vocale:
συν + σῴζω → συσσῴζω
c) συ- davanti a σ + consonante o davanti a ζ:
συν + στέλλω → συστέλλω; συν + ζάω → συζάω
In poesia ricorre frequentemente il preverbo, con accento sulla prima sillaba, separato dal verbo: questo
fenomeno, chiamato tmesi, “taglio”, in realtà corrisponde ad una situazione originaria in cui il preverbo era
semplicemente giustapposto e non realmente unito al tema: κρατερὸν δ’ ἔπι μῦθον ἔτελλεν.
La separazione del preverbo avvicina il greco al tedesco attuale, dove al Präsens, al Präteritum e all'Imperativ i
prefissi separabili si dividono dal verbo e si collocano alla fine della frase.
2 Evidentemente, quando l’ultima vocale del preverbo coincide con quella iniziale del verbo, può non essere
immediatamente distinguibile dove termina il preverbo e dove inizia il verbo vero e proprio, se quest’ultimo
non è già noto. Per evitare i dubbi, basta guardare il vocabolario.
Es: ἀνακοντίζω= ἀνα + ἀκοντίζω ma ἀνακόπτω= ἀνα + κόπτω.
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