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Primo Piano
Acqua
Bilancio idrico
tra scarsità e rischi
La Giornata Mondiale dell’Acqua, celebrata lo scorso 22 marzo,
ha costituito occasione per Centro Europeo Ambiente e Salute OMS
di fare il punto sulla fornitura di acqua potabile e dei servizi
igienico-sanitari in un Paese ad alto rischio idrogeologico come l’Italia
S
ono oltre 6.500 i Comuni italiani con zone ad alta criticità idrogeologica. Nel 54% dei
casi le abitazioni sono costruite in
aree ad alto rischio e nel 19% vi sono strutture pubbliche sensibili come scuole e ospedali. Oltre 3,5 milioni di cittadini italiani sono esposti
al pericolo di frane o alluvioni. In
occasione della Giornata Mondiale
dell’Acqua sono state presentate le
nuove Linee guida internazionali per
affrontare le principali sfide poste
dal cambiamento climatico: la sicurezza dei servizi igienico-sanitari
e il crescente fabbisogno di acqua
potabile in ambiente urbano.
Le nuove Linee guida
La nuova pubblicazione Linee
guida su servizi igienico-sanitari e
fornitura idrica in caso di eventi
climatici estremi è stata presentata dal Centro Europeo Ambiente
e Salute dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) e dal
Ministero dell’Ambiente e la Tutela
del Territorio e del Mare italiano in
occasione della Giornata Mondiale
dell’Acqua di quest’anno dedicata a
‘Acqua per le Città’. Le Linee guida
descrivono gli effetti degli eventi
meteo-climatici estremi sulla gestione dei servizi di fornitura d’acqua e
dell’intero ciclo idrico e offrono in4 Acqua&Aria
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dicazioni sulle misure più efficaci a
minimizzare gli impatti ambientali e
i rischi sanitari correlati. L’iniziativa
è stata realizzata dall’OMS in colla-
Il 6% della popolazione
in Italia è esposto
al pericolo
di frane o alluvioni
borazione con ONU ECE e condotta
grazie al contributo di esperti di vari
Paesi e Istituzioni internazionali. Il
numero degli eventi estremi legati al
cambiamento climatico è aumentato
del 65% in Europa tra il 1998 e il
2007, con una perdita economica
raddoppiata fino a quasi 14 miliardi
di euro rispetto alla decade precedente. Circa 40 milioni di persone
hanno richiesto negli scorsi 20 anni
assistenza di base e sanitaria: un
riparo sicuro, assistenza medica, acqua e igiene in sicurezza. Ciò ha rappresentato una crescita del 400%
rispetto agli 8 milioni di persone
colpiti nelle precedenti due decadi.
I numeri
Sono oltre 6.500 i Comuni italiani
con zone ad alta criticità idrogeologica. Nel 54% dei casi le abitazioni sono costruite in aree ad alto
rischio e nel 19% vi sono strutture
pubbliche sensibili come scuole e
ospedali. Oltre 3,5 milioni di cittadini italiani sono esposti al pericolo
di frane o alluvioni, circa il 6% della popolazione dell’intera Penisola.
In Italia, sono pochi i Comuni che
svolgono una politica efficace ed
adeguata di prevenzione, informazione e pianificazione d’emergenza.
Solo il 22% delle amministrazioni
nazionali interviene per mitigare il
rischio idrogeologico, mentre il 57%
lavora per prevenire i danni derivanti da alluvioni e frane. In particolare, il Sud della Penisola è ancora indietro in questo senso. “In condizioni di piogge o siccità estreme - spiega Francesca
Racioppi, Responsabile del Centro
Europeo Ambiente e Salute
dell’OMS Europa - i servizi per l’approvvigionamento idrico e di smaltimento e trattamento delle acque
reflue possono essere danneggiati o
non funzionare correttamente, con
conseguente limitazione del servizio o contaminazione dell’acqua
potabile ed effetti importanti sulla
salute dei cittadini. Con questa pubblicazione, desideriamo assistere i
decisori e gli operatori europei del
settore a rendere i servizi di fornitura di acqua e igiene resistenti agli
Solo il 22% delle
amministrazioni
locali interviene per
mitigare il rischio
idrogeologico
eventi estremi, proteggendo così
la salute umana dai rischi di contaminazione ambientale”. “L’acqua
- afferma Corrado Clini, Direttore
Generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare - è al centro delle politiche
di adattamento dei cambiamenti climatici. Testi come questo si
distinguono per essere riusciti ad
affrontare problemi complessi in
una visione di insieme, attraverso
un approccio integrato ambiente e
salute alla sostenibilità, fornendo
motivazioni ed elementi tecnici utili
per pianificatori e decisori pubblici
ma anche per cittadini e media.”
Uno sguardo all’Europa
Nell’ambito del Protocollo Acqua e
Salute, l’OMS promuove l’introduzione di piani nazionali in Europa
per assicurare acqua potabile e
balneare sicura. Il progetto e la
manutenzione dei sistemi idrici,
fognari e delle acque reflue devono essere ‘a prova di meteo’, vale
a dire capaci di minimizzare gli
impatti funzionali e sanitari delle
piene e della siccità. Devono essere identificati sia i punti critici che,
con un tempo atmosferico insolito
potrebbero subire danni struttu-
rali e cambiamenti nella quantità
e qualità delle acque potabili; sia
risorse idriche alternative. La regione europea dell’OMS è altamente urbanizzata. Su una popolazione di quasi 900 milioni di
Approfondimento
I numeri
40 litri
La quantità minima di acqua al giorno per soddisfare i bisogni vitali, secondo la Commissione mondiale per l’acqua. La disponibilità della risorsa
nelle diverse zone della terra non è uniforme: nei Paesi più ricchi si stima
un consumo medio di circa 300 litri al giorno.
2,5 miliardi
Secondo il rapporto Onu ‘UN-Water’ le persone che vivono in zone senza
acquedotti e senza infrastrutture
1 miliardo
Le persone che non hanno un rubinetto in casa. Tra queste, otto su dieci
vivono in aree rurali.
1/3
Entro il 2030 un terzo degli abitanti del pianeta Terra vivrà in zone in cui
l’acqua scarseggia.
140 litri
Acqua necessaria per una tazzina di caffè, calcolando anche quella servita
per crescere e lavorare i chicchi.
6000 litri di acqua all’anno
Acqua persa da un rubinetto che perde una goccia ogni due secondi.
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persone, oltre due terzi vivono in
aree urbane. Alcuni Paesi, tra cui
l’Italia, hanno molte infrastrutture
per cui i danni potrebbero essere
potenzialmente più ingenti. L’Italia
ha un tasso di urbanizzazione del
68% con un aumento annuale dello 0,4%. Le città hanno bisogno di
grandi quantità di acqua potabile,
un sistema di fognature ben funzionante ed un adeguato sistema di
depuratori, idonei a resistere sia alle
piogge intense, siccità prolungate
e black out elettrici. Gli aumenti di
temperatura, le fluttuazioni nelle
precipitazioni, la siccità, le ondate
di calore e di freddo espongono o
stressano il funzionamento dei servizi dell’intero ciclo idrico limitando
o inquinando l’acqua. Oltre ad aumentare il rischio di contaminazione chimica, questo è all’origine di
malattie gastrointestinali, dermatiti
e congiuntiviti, che rappresentano i
principali effetti sulla salute umana.
In periodi di siccità, la scarsità di acqua potabile può ridurre la capacità
autopulente del sistema fognario.
Le piogge intense e le inondazioni
trascinano i reflui umani, animali e
di altra origine nelle risorse acquifere, con possibile inquinamento
chimico o biologico dell’acqua che
può espandersi oltre i confini locali e
nazionali. Eccessivo freddo o caldo
possono danneggiare le infrastrutture ed i servizi idrici e fognari, causando restrizioni al funzionamento
e necessità di razionamento dell’uso
dell’acqua. I servizi idrici e fognari
devono essere messi in grado di
affrontare gli effetti negativi degli
eventi estremi che compromettono l’accesso all’acqua potabile e ad
un’igiene sicura, con effetti a cascata sulle politiche sanitarie e ambientali volte a proteggere la qualità
delle risorse idriche. Un’azione di
risposta alle emergenze è importante ma non sufficiente: quello che si
richiede è prevenzione, preparazione e anticipazione del rischio grazie
al lavoro coordinato dei gestori e
degli operatori ambientali e sanitari
insieme ad esperti di meteorologia,
di early warning, e digestione delle
risorse idriche.
L’esempio dello stabilimento di Casteggio di Siemens
f La parola a Pierluigi Piacentini, Marketing Siemens Industry Solutions Water
Il mercato richiede impianti di potabilizzazione compatti, altamente efficienti, facilmente controllabili e a
basso impatto ambientale. L’offerta
Siemens comprende soluzioni integrate, basate su tecnologia proprietaria,
per l’eliminazione dei solidi sospesi
(grigliatura, sedimentazione primaria,
chiarificazione e ultrafiltrazione), dei
solidi disciolti (addolcimento, osmosi
inversa ed elettrodeionizzazione) e
dei microrganismi (elettroclorazione, ultravioletti, cloro gas e biossidi
di cloro). Tra le tecnologie di punta:
le membrane di ultrafiltrazione che
consentono il riutilizzo e la ‘chiusura’
dei cicli di impiego e il filtro a dischi
‘SDF’ ad alta efficienza di filtrazione
che utilizza un innovativo pannello
‘plissettato’ brevettato la cui superficie
filtrante è del 40% superiore rispetto
a qualsiasi altro pannello tradizionale
a superficie piana.
Numerose problematiche del settore, a
cominciare dai problemi derivanti dalla
normativa vigente. Esistono un’eterogeneicità sul territorio Nazionale tanto
che non tutte le USL sono pronte ad
accettare le nuove tecnologie presentate in Italia, anche se consolidate ed
utilizzate come benchmark all’estero.
In secondo luogo, la rete distributiva
dell’acqua potabile risulta poco effi-
ciente a causa delle perdite idriche
dalle tubazioni, valutate pari a circa il
30% del volume trasportato. Per mantenere quindi la potabilità dell’acqua ai
rubinetti, è necessario somministrare
alti dosaggi di cloro. La verifica del cloro residuo sull’acqua potabile sembra
oggi l’unico strumento in grado di assicurare l’igienizzazione della stessa a
valle degli impianti di potabilizzazione.
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