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Eboia, ecco il piano europeo contro il contagio
Più controlli agli aeroporti di origine e database dei passeggeri. Paura a Palermo: un turista francese in isolamento
MICHELE BOCCI
MENTRE l'Europa decide quali nuove misure prendere per intercettare l'Ebola prima
che entri in uno degli Stati membri, nuovi
casi sospetti continuano ad alimentare
l'allarme. APalermo è stato ricoverato con
febbre alta un turista francese che a settembre era stato in Togo. Visto che non si
tratta di uno dei tre paesi dove è incorso l'epidemia, l'uomo era stato messo in isolamento solo per «iper-precauzione». In seratal'assessore regionale allasanità,Lucia
Borsellino, ha affermato che «non è Eboia», probabilmente un'infezione della qualenonèancorachiaral'origine,marestaalto l'allarme. A Yale sono scattate le misure
di sicurezza per un ricercatore di ritorno da
Monrovia, la stessa cosa a Parigi per un'operatrice sanitaria dello staff che ha seguitolavolontariacontagiatainLiberiapoisoprawissuta. E a Madrid hanno ricoverato
uno dei contatti dell 'infermiera che si è ammalata alcuni giorni fa dopo aver curato un
missionario poi morto, mentre in Danimarca si registra il caso sospetto di un medico di Msf. Acausadel virus c'è pure il giallodellaCoppad'Africa,cheil Marocco, paese ospitante, vorrebbe far slittare o addirittura annullare, ipotesi per ora smentita
dal ministro dell'Informazione.
Ieri a Bruxelles i ministri alla sanità europei hanno annunciato una serie di misure per aumentare i controlli. Intanto, hanno spiegato il commissario europeo per la
salute Tonio Borg e Beatrice Lorenzin, che
aveva chiesto la convocazione del vertice,
sirafforzeranno le verifiche inpartenzadagli aeroporti dei tre Stati colpiti dall'epidemia di Eboia, cioè Liberia, Guinea e Sierra
Leone. Personale Oms ma anche eventualmente inviato dalla Uè verificherà le condizioni di salute dei passeggeri, sui voli
francesi si fanno controlli direttamente
sull'aereo. Poi sarà creato un database consultabile da tutti gli Stati con i dati di chi
proviene dai Paesi colpiti dal contagio, in
modo da conoscere l'identità di chi è a rischio e dopo essere atterrato si sposta in
Europa. Fondamentale è considerato anche consegnare materiale informativo a
chi viaggia in aereo, perché sappiachi chiamare se una volta in Europa sviluppasse i
sintomi. «Noi avremo più fondi e attrezzature per i medici che lavorano alle frontiere aeroportuali — spiega Lorenzin — ma
anche per quelli che accolgono i barconi dei
migranti. Ci stiamo impegnando, ma ricordo che il rischio di un'epidemia in Europa non c'è. Molto probabilmente altri casi
ci saranno, ma isolati». Anche l'Oms ritiene improbabile che l'epidemia esploda in
Occidente. Il presidente Usa Obama per il
secondo giorno consecutivo ha disdetto alcuni impegni per poter discutere dell'emergenza legata alla malattia. Il segretario generale dell'Orni, Ban Ki-moon ha parlato di problema mondiale «che richiede
una risposta globale» e ha invitato la comunità internazionale a finanziare aiuti
contro il virus per miliardo di dollari.
Eboia, ecco il piano europeo contro il contagio
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