UNI Global Congress Cape Town, 7-10 novembre 2014

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UNI Global Congress
Cape Town, 7-10 novembre 2014
Intervento Pierangelo Raineri
Segretario Generale Fisascat-Cisl
Grazie caro Presidente, grazie caro segretario generale cari
amici, organizzazioni tutte aderenti ad Uni,
Dopo 4 anni ci ritroviamo all'evento più importante per ogni
organizzazione sindacale: il congresso, che stabilisce i progetti,
le attività, e la struttura per i prossimi 4 anni.
Un dovere rimane lo stesso: costruire un modello sociale,
economico e finanziario che metta al centro le persone, le
lavoratrici e i lavoratori restituendo il diritto di partecipare a
costruire il loro futuro.
L'impegno che aveva assunto UNI global, cioè sviluppare la
contrattazione globale con le aziende transnazionali, è stato
rispettato. C'è ancora molto da fare, ma si è partiti e si iniziano
a vedere i primi risultati.
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Di questo ringrazio tutta l'organizzazione di UNI, a partire dal
Segretario Generale Philip Jennings per la sua infaticabile
attività.
Riteniamo quindi che i tempi siano ormai maturi per avviare un
progetto di convergenza di un unico grande sindacato mondiale
dei servizi facendo confluire in un unico grande sindacato
internazionale tutte quelle aree che ora gravitano in altre
federazioni settoriali.
Quattro anni dopo il Congresso di Nagasaki purtroppo la crisi
globale continua a mordere, il "turbo-capitalismo" continua a
determinare squilibri sociali sempre maggiori, la dimensione
sociale della civiltà umana sta arretrando di fronte al profitto.
Dobbiamo continuare a combattere per il raggiungimento di un
nuovo modello economico-sociale per una reale responsabilità
sociale delle imprese a livello globale, per una più giusta ed
equa distribuzione della ricchezza, per tornare a confidare in un
futuro migliore per tutte le lavoratrici e i lavoratori.
E proprio per fare questo, così come è stato fatto per la grande
crisi
del
secolo
scorso,
riteniamo
che
sia
necessario
promuovere un grande “patto delle popolazioni”, un "big deal"
con la distribuzione di posti di lavoro e una retribuzione che
garantisca la dignità della persona, che vuol dire una paga
sufficiente a garantire cibo, casa, ed istruzione per se e la
propria famiglia.
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All'interno di un sistema produttivo compatibile con le capacità
di questa nostra Terra, non è più possibile che, pur producendo
cibo in quantità sufficiente per un miliardo in più degli attuali
abitanti, aumenti la fame nel mondo non perché manchi il cibo,
ma perché manca il denaro per comprarlo.
Gli algoritmi economici che hanno regolato la rivoluzione
industriale dell'ultimo secolo e mezzo si basano purtroppo sul
presupposto della carestia per alcuni popoli del mondo.
La parcellizzazione della produzione distribuita in tutto il mondo
che viene fatta dalle aziende sovrannazionali rende necessario
analizzare il rapporto tra il tempo impiegato per produrre il
bene
e
il
salario
corrisposto,
ovvero
quanto
deriva
da
innovazione, cioè dal progresso, e quanto dal pagare poco i
dipendenti, cioè dalla schiavizzazione.
Va individuato un benchmark che faccia rilevare quando il
costo per la produzione di un bene a parità di qualità deriva
dallo sfruttamento economico e sociale dei lavoratori.
In un arco temporale, non di 3 mesi, ma di 30 anni, è
convenienza anche del sistema capitalistico stesso fare in modo
che i beni prodotti vengano consumati.
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Ecco perché la proposta di un "big deal", dove tutela sociale e
dignità sia il vero capitale delle lavoratrici e dei lavoratori di
tutto il mondo, e questo può essere promosso e raggiunto solo
intensificando l'attività contrattuale sindacale nei confronti
delle aziende e l'attività di proselitismo per la crescita del
sindacato.
Sul proselitismo diciamo solo che se è vero che le lavoratrici ed
i lavoratori hanno bisogno del sindacato per la tutela dei loro
diritti, é ancora più vero che il sindacato per poter esistere ha
bisogno del riconoscimento delle lavoratrici e dei lavoratori, e
per avere questo bisogna che il sogno diventi realtà.
Siamo certi che in questa terra, in questa platea, la parola
"sogno" è compresa nel suo vero senso, perché conoscete
Mandela e Luther King, grandi a cui va la nostra massima
ammirazione e rispetto.
E' necessario osare di più puntando ad un reale sistema
contrattuale a livello internazionale con regole uguali in tutto il
mondo.
Noi in questo saremo a fianco di UNI, per garantire un futuro
migliore ai cittadini che rappresentiamo, alle famiglie, ai
giovani, alle donne, agli immigrati, perché ormai è tempo di
globalizzare anche i diritti, e non solo i doveri.
Grazie a tutti!
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