Repubblica 11 mag 1

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la Repubblica
DOMENICA 11 MAGGIO 2014
45
I 90 ANNI DI GIOVANNI SARTORI
Martedì 13 a Palazzo Mattei a Roma la presentazione
del fascicolo di Paradoxa dedicato allo scienziato politico
> LITTLE PEOPLE
> LA CURIOSITÀ
La cura
è disegnare
solo mostri
Un hashtag
per raccontare
il mondo
ALESSANDRA ROTA
ANTONELLO GUERRERA
B
A LIQUIDA società
contemporanea scorre
e sfreccia via. Spesso
pare inafferrabile,
come Twitter. Per raccontarla,
dunque, Marino Niola ha
scelto di immortalarla con gli
hashtag, quelle paroline
precedute dal # (cancelletto)
che sui social network ci dicono
di cosa stiamo parlando. E che
«vanno, vengono, si fermano,
come le nuvole di De André».
Fine e lucido antropologo
contemporaneo, Niola ha
impilato in Hashtag appunto
(Bompiani) decine di
«cronache da un paese
connesso», come recita il
sottotitolo del
volume. Si
tratta di post-it,
appunti e
impressioni
agili e profonde
dal mondo
nuovo,
sviscerato in
sapienti istantanee. Dalla
#politicaitaliana alle
#impariopportunità, dal
#lavoro alle #creste di Balotelli
& Co., dagli #smartphone alla
#sindromedacomplotto, è
impressionante la mole di
spunti e osservazioni del libro,
che tessono una trama
dell’attualità. Nonostante una
certa entropia (ma in linea con
la nostra era), la vastità dei
temi affrontati da Hashtag è
degna di una Wunderkammer:
la tecnologia invasiva e
pervasiva, i populismi italiani
dei “campioni”, l’eterna
giovinezza come vero
algoritmo del presente,
l’attrazione fatale per il
proprio avatar (come intuì
Dalì), le ossessioni
dell’iperluogo che è diventato
il nostro pianeta. Quella di
Niola è una saggia fiera delle
vanità, dei linguaggi e dei
paradossi del presente. «In un
tempo che ha abolito il passato
e non riesce a progettare il
futuro», spalanca un
panorama critico sul mondo. È
il maggiore pregio di Hashtag:
è un libro che non finisce mai.
Nemmeno all’ultima pagina.
L
ENVENUTI
all’happening dei
mostri: squamosi,
pelosi, sassosi,
verdurosi. Ma sempre e
comunque mostri. Anche
cattivi: ringhiosi e rumorosi,
pronti a darsi battaglia, a
mordersi e spaventarsi a
vicenda. L’autore di tanta
mostruosità è un ragazzino
all’apparenza tranquillo e
silenzioso, con un golf rosso, il
naso a punta e una zazzera un
po’ lunga sulla fronte. Disegna
mostri tutto il giorno, su
quintali di fogli. Solo ed
esclusivamente mostri. Strani
dinosauri con una affilata
dentatura,
coccodrilli che
stanno in piedi,
pronti a
sparare contro
palle verdi
fornite di
millepiedi.
Russell Hoban
e l’illustratore Quentin Blake
sono gli autori di Mostri,
libretto innocuo a prima vista
ma genialmente efferato. Sì
perché la creatura che disegna
i mostri in realtà è un mostro
lui stesso, sotto le false
sembianze di innocuo
studente senza grandi
problemi a scuola, figlio unico,
apprezzato dall’insegnante
d’arte che espone tutte le sue
creazioni. Una storia disegnata
che nasconde un piccolo “noir”,
anzi, un po’ come il film Mars
Attacks!, nasconde un’altra
realtà. Lui, John, sornione
come tutti i mostri che crea,
non fa una piega, nemmeno
quando è costretto a farsi
visitare dal dottor Plunger che
gli prescriverà delle pillole, pur
rassicurando gli affranti
genitori che la “porzione” di
spaventoso essere strisciante
disegnato sulla carta da pacchi
(un mostro a puntate) non è
che il frutto della naturale
inclinazione del ragazzo per le
bestie. Che, alla fine, si
prenderanno la loro rivincita:
sugli psicanalisti, sulle
medicine, sull’universo, sulla
normalità.
Mostri
di Russel Hoban e Quentin Blake
Nord-Sud, pagg. 26, euro 13,90
ILLUSTRAZIONE DI ANNA GODEASSI
Il saggio. In periodi di emergenza infinita, ci spiega Colombo,
le difficoltà diventano occasioni per prendere decisioni importanti
La crisi è in crisi
se è permanente
ROBERTO ESPOSITO
“C
RISI economica”, “crisi di governo”, “crisi di valori”, “crisi di
identità”. Pochi concetti appaiono oggi più inflazionati di
quello di crisi. Al punto di far pensare che esso stesso sia entrato in crisi — se tutto è in crisi, il termine finisce per perdere di significato. Contratto o dilatato, generalizzato ed enfatizzato, esso è in continuo transito da un ambito all’altro
della vita contemporanea. Una mappa completa di tale fenomenologia è adesso fornita da Alessandro Colombo nel saggio, edito da Feltrinelli, Tempi decisivi. Natura e retorica delle crisi internazionali. L’autore muove da una palese contraddizione. Dalla finanza globale alle istituzioni democratiche, dalle relazioni internazionali a quelle familiari, il vento della crisi soffia in maniera convulsa su tutta l’esperienza contemporanea. Eppure, sul piano etimologico, il termine “crisi” richiama proprio l’opposto di qualcosa di indeterminato. In greco “krisis” deriva dal verbo “krino”, che significa scegliere, dividere, decidere in maniera netta.
Sia in medicina che nella politica e nell’economia, dove il concetto è transitato tra Sei e
TEMPI
Settecento, la crisi segnala una situazione di
DECISIVI
estrema difficoltà da cui si può uscire solo con
di Alessandro
un’opzione radicale. Alle situazioni di emerColombo
genza, occorre rispondere con rimedi eccezioFELTRINELLI
nali. Tutto sta a capire quando si può parlare di
PAGG. 272
emergenza, quando si determina il caso di ecEURO 24
cezione. Non sempre la percezione che si ha di
una data condizione corrisponde al reale stato
delle cose. Tanto più oggi, quando la crisi sembra essersi fatta permanente. Si pensi non solo al succedersi dei rovesci economici, ma an-
che alla crisi internazionale determinata dall’attacco terroristico del 2001, che ha provocato a sua volta una guerra “infinita”. Tipici portati delle crisi attuali sono da un lato la tendenza a protrarsi nel tempo — passando dal piano
circostanziato dell’evento a quello, prolungato, del processo. Dall’altro il contagio che le porta ad espandersi su terreni circostanti, come è
recentemente accaduto nel nord Africa.
In un quadro complesso, segnato dalla inadeguatezza sia dell’ordine unipolare, gestito
militarmente dagli Stati Uniti, sia dell’ordine
multipolare, l’unica scelta non regressiva appare quella di “non sprecare la crisi”. Evitando
ogni facile rimozione — in Italia ne sappiamo
qualcosa — e cercando di capire cosa non ha
funzionato. Ma senza immaginare di poter tornare alla situazione precedente, cosa impossibile sul piano economico come su quello politico. Nella società del rischio in cui oggi viviamo
— come spiega egregiamente Simona Morini
in Il rischio. Da Pascal a Fukushima, Bollati —
piuttosto che rintanarci nelle nostre paure,
non resta che attrezzarci ad assumere decisioni responsabili anche in stato di protratta vulnerabilità.
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Hashtag
di Marino Niola
Bompiani, pagg. 329, euro 13