20150217 (1) - Blog di Pino Cerciello

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Martedì 17 febbraio 2015
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Terzigno
Il Mattino
Il blitz In azione minacciando le sue vittime con un coltello. Un mese fa aveva sottratto i cellulari a dei giovani di Cercola
Arrestato il serial rapinatore di minori
Salvatore Capuano, 32anni
di Napoli aveva derubato
degli iPhone due ragazzini
Francesco Gravetti
TERZIGNO. Il giorno dopo la rapina, visibilmenti scossi, non sono neppure andati a scuola. Salvatore Capuano, 32enne napoletano, li aveva minacciati con
uncoltello,chiedendolorodiconsegnare i telefoni I-phone e i due ragazzi, un
maschioeunafemminaentrambetredicenni,avevanoubbiditomasieranopurespaventatimoltissimo.Ilcolpoeraavvenuto di fronte alla scuola media «Giusti» di via Sant’Antonio, l’istituto scolastico che i due frequentano: un raid di
pochi minuti, nel corso del quale il malvivente aveva agito pure a volto scoperto.Nonostantelochoc,però,leduevittime non hanno esitato a presentare una
dettagliata denuncia in caserma e così,
dopo tre mesi di indagini e riscontri, ieri
i carabinieri coordinati dal maresciallo
Adolfo Montagnaro hanno notificato a
Capuanoun’ordinanzadicustodiacautelare in carcere emessa dal Gip della
procuradiNola.L’accusa:rapinaaggravata. La stessa accusa per la quale il
32ennediNapolisitrovagià ingalera, in
regime di carcerazione preventiva (e infattiilprovvedimentoglièstatonotificato a Poggioreale).
SalvatoreCapuano è,infatti,un rapinatore seriale di telefonini a minorenni
estudentiin particolare.Loscorsomese
di gennaio nei giardinetti sul viale delle
Palmea Cercola, ha avvicinato un gruppo di cinque minorenni (quattro ragazze ed un ragazzo dell'età di 14 e 15 anni)
delluogoe,minacciandoliconuncoltello, si è fatto consegnare i loro telefoni
cellulari, dandosi poi alla fuga a piedi.
Anche in quel caso le vittime hanno subitodenunciatol'accadutoaicarabinieri, descrivendo dettagliatamente l'autore. Le indagini, poi, hanno consentito ai
militari di identificarlo e rintracciarlo
nella sua abitazione, dove erano stati
rinvenuti 6 telefoni cellulari, tra cui uno
di quelli rapinati poco prima. Peraltro,
durante la perquisizione domiciliare il
fratello 38enne e la sorella 39enne
dell'uomo avevano tentato in più fasi di
nasconderelarefurtivaederanostatidenunciati per favoreggiamento personale. La rapina di Cercola, dunque, era
avvenuta poco più
di un mese dopo
quella di Terzigno,
ma entrambe erano state effettuate
con le stesse modalità e allo stesso tipo
divittime:ragazzini
minorenni. Nel casodiTerzigno,aicarabinierisonovenutein soccorso le immaginidelletelecamere per la videoDinamica
sorveglianza installate nei pressi della
L’uomo
scuola. Dai frame
incastrato
acquisiti si vede
dalle
chiaramente Salvatelecamere
tore Capuano avvicinarsi ai due tredie dalle
testimoninanze cenni,estrarreilcoltelloepuntarlodritdei rapinati
to conto la loro faccia. Le due vittime
consegnano
gli
smartphone e subito scappano via, dal
lato opposto verso il quale si allontana il
rapinatore. Nel corso delle indagini, gli
uominicoordinatidalmarescialloMontagnaro hanno perquisito l’abitazione
del 32enne, trovando pure gli abiti che
l’uomo indossava al momento della rapina e sequestrandoli. L’identificazione
dapartedelleragazze,poi,èstatalaprova finale, quella che ha definitivamente
convinto il gip ad emettere l’ordinanza
dicustodiacautelare:iduestudentihanno riconosciuto Salvatore Capuano tra
decine di altre foto, tutte di malviventi
della zona e quindi possibili sospettati.
Negliultimi giorni, peraltro, icarabinieri della compagnia di Torre Annunziata
hanno intensificato i controlli dinanzi a
tutte le scuole del territorio, proprio per
scoraggiarealtriepisodicriminaliaidanni degli studenti. Gli edifici scolastici,
ma anche le stazioni della Circumvesuviana usate dai ragazzi per spostarsi, sono considerati dalle forze dell’ordine
obiettivi sensibili, spesso frequentati da
delinquenti senza scrupoli.
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Il caso
Droga in casa
della nonna
morta
Un pregiudicato di
27 anni e la
convivente
utilizzavano
l'appartamento
della nonna,
defunta due mesi
fa, ubicato al piano
terra nello stesso
stabile nel quale
abitavano, come
base per il
confezionamento
di droga.
Gli agenti della
Polizia diretti da
Stefano Iuorio di
stato hanno fatto
irruzione ieri
mattina nello
stabile in via
Zabatta, a
Terzigno, dove
hanno trovato e
sequestrato
diverse dosi di
cocaina e
marijuana, un
bilancino di
precisione, due
pistole ad aria
compressa,
complete di
serbatoio carico a
gas, pallini in
metallo per armi,
oltre alla somma di
1.860 euro,
suddivisa in
banconote di vario
taglio.
La perquisizione,
estesa anche
all'abitazione al
piano terra, ha
portato al
ritrovamento di un
bilancino di
precisione, oltre ad
un piccolo rametto
di marijuana
essiccata, il tutto
poggiato sul tavolo
della cucina.
Solo 8 giorni fa i
poliziotti avevano
già svolto
un'analoga
operazione presso
l'abitazione
dell'uomo che,
nella circostanza,
riuscì a fuggire
proprio nell'attimo
in cui furono trovate
delle dosi di droga.
Il 27enne, A.C.B., è
stato arrestato in
quanto
responsabile del
reato di detenzione
ai fini di spaccio di
sostanza
stupefacente, in
concorso con la
convivente 20enne,
quest'ultima
denunciata in stato
di libertà. A.C.B., in
attesa d'esser
giudicato con rito
per direttissima, è
stato sottoposto al
regime degli arresti
domiciliari.
Sant’Anastasia
Pestarono dipendente, fermati
Finiscono ai domiciliari due
fratelli di Sant’Anastasia
titolari di un’azienda
casearia di via
Coscialonga: i carabinieri li
hanno arrestati su
disposizione di
un’ordinanza emessa dal
Tribunale di Nola. Salvatore
S., 43 anni, e Antonio S. , 35
anni, pregiudicati e titolari
dell’azienda bufalina,
dovranno rispondere di
lesioni aggravate e
sequestro di persona ai
danni di un loro dipendente,
di 46 anni, di nazionalità
indiana. I fatti risalgono ad
ottobre scorso quando i
due fratelli, dopo un
diverbio legato a disaccordi
sulle mansioni lavorative,
avrebbero brutalmente
picchiato l’indiano fino a
fargli perdere coscienza,
dopodiché lo avrebbero
rinchiuso nel bagagliaio di
un’auto in dotazione alla
ditta per poi abbandonarlo,
esanime, nei pressi della
discarica «Maruzzella» a
SanTammaro, in provincia
di Caserta. L’uomo fu
soccorso dal personale di
vigilanza della discarica e
trasportato all’ospedale
Melorio dove i medici gli
riscontrarono lesioni da
percosse e fratture alle
costole. L’indiano raccontò
poi ai carabinieri l’incubo
che aveva vissuto, dal litigio
alle percosse, fino
all’abbandono in discarica,
come un rifiuto. Ieri i
domiciliari ai due fratelli,
responsabili del violento
pestaggio per gli inquirenti.
da. spa.
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Somma Vesuviana
Travolta dall’auto, l’accusa nel web
«Via Marigliano, strada killer»
Oggi l’autopsia su Anna Vitiello
Il suo investitore dovrà
rispondere di omicidio colposo
Daniela Spadaro
SOMMA VESUVIANA. «In dieci anni di
servizio al 118 ho visto molte vite
stroncate su via Marigliano» commentacosìlatragediadiSanValentino un operatore del 118 sui social
network. L’indignazione e la rabbia sulla «strada killer», pericolosa
e mal illuminata, non si placano e
sui social i cittadini ricordano che,
ormai da molti anni, con petizioni
eistanze hanno chiestoa gran voce
accorgimenti seri e puntuali per
una viabilità più sicura. Su quella
strada, infatti, a causa della scarsissimailluminazione,basta andarea
poco più di 60 chilometri all’ora
per mettere a rischio la propria vita. Tuonano le proteste nel web e
infuria la polemica in città sulle
condizioni di via Marigliano, mentre l’uomo che ha investito e ucciso
AnnaVitiellolanottediSanValentino è stato denunciato e dovrà rispondere di omicidio colposo. Il
39enne di Saviano alla guida della
Fiat Panda che l’altra notte in via
Marigliano ha travolto la casalinga
di47anni, propriodifronte allasua
casa, mentre l’unica figlia assisteva
alla drammatica scena dal balcone,nonsarebbeperòstatonéubriaco né sotto l’effetto di altre sostanze. Direbbero questo i primi accertamentieffettuatisull’uomoalquale è stata sequestrata l’auto che,
stando ai parenti della vittima, sarebbe stata «completamente
schiacciata dall’impatto con il cor-
Somma Vesuviana Via
Marigliano. In basso, via
Cupa di Nola e Anna Vitiello
podiAnna,segnoevidentechecorreva, e tanto».
Ladinamicaricostruitadaicarabinieri della stazione di Somma
non lascerebbe dubbi: Anna, di ritorno a casa poco dopo l’una da
una cena con il compagno Antonio, avrebbe aperto la portiera
dell’autoequasiall’istantesarebbe
stata travolta. L’autopsia su Anna,
invalida fin da bambina per una
grave malattia cardiaca che le aveva fatto subire tre operazioni, è fissata per oggi, subito dopo la salma
potrà essere riconsegnata ai familiari per l’omaggio funebre che si
terrà a Somma. Un destino infausto quello di Anna, morta nel giorno dedicato agli innamorati, di ritorno da una cena romantica con il
nuovo compagno, conosciuto dopo la separazione dal marito e padre della sua unica figlia Debora.
«Mia zia aveva, nonostante tutti
i problemi, una invidiabile voglia
di vivere – dice una delle nipoti –
non riusciamo a rassegnarci che
siamortaperchéqualcunohaspinto troppo sull’acceleratore». E ieri,
poche ore dopo la morte di Anna,
un altro incidente si è verificato in
via Cupa di Nola, nella pericolosa
curva che conduce alla statale del
Vesuvio, uno scontro dal quale sono per fortuna usciti tutti incolumi.
Oggi, una volta compiuto l’esame autoptico per stabilire con precisione le cause della morte, avvenuta poco dopo lo schianto
all’ospedale di Nola dove Anna era
stata trasportata da un’ambulanza,sarannodispostiifuneraliel’ultimo saluto prima della sepoltura
alcimiterocomunalediSommaVesuviana. Nel frattempo i familiari
della vittima non hanno gradito
che,sufacebook,contattievidentemente vicini all’uomo che era alla
guidadell’auto,mettesseroindubbio l’invalidità di Anna. «Mia zia
era invalida – dice una nipote – ma
non c’entra nulla, sappiamo solo
che meritava una morte decorosa.
Dovrebbero almeno tacere».
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Composite IL_MATTINO - CIRC_NORD - 39 - 17/02/15 ----
Time: 17/02/15
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