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L’ECO DI BERGAMO
MERCOLEDÌ 11 MARZO 2015
Economia
Maroni all’insediamento
del Consiglio camerale
Sarà il governatore Roberto Maroni a tenere a
battesimo oggi alle 16 in Borsa Merci il nuovo
Consiglio camerale di Bergamo: scontata la rielezione del presidente uscente Paolo Malvestiti
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Fabio Lazzari
Roberto Pala
Stefano Morè
Il presidio dei lavoratori Dalmine davanti all’ingresso principale dell’azienda FOTO ZANCHI
La grigliata improvvisata
Sciopero dei lavoratori Dalmine
tra bandiere al vento e grigliate
La protesta contro i 406 esuberi. I sindacati: adesione al 100%, fabbrica ferma
La preoccupazione: «L’ultima volta l’età media era più alta degli attuali 40 anni»
FRANCESCA BELOTTI
«Io sarei anche disposto
a lasciare il mio posto di lavoro ad
un giovane che si deve costruire
un futuro, l’importante è che
l’azienda mi accompagni alla pensione». La solidarietà tra lavoratori in Dalmine passa anche da
affermazioni come questa. E Stefano Morè, operaio nell’azienda
siderurgica bergamasca da 34 anni, non esita a dire che «in questo
momento i giovani sono quelli
che più hanno paura di perdere
il lavoro».
Tra i 406 esuberi dichiarati
dalla Dalmine, infatti, circa 120
sono (giovani) apprendisti. Ieri il
gruppo di dipendenti (una cinquantina) che - contestualmente
allo sciopero di otto ore proclamato da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e
Uilm-Uil - ha presidiato i tre ingressi principali dell’azienda fino
a mezzanotte, ha voluto dare un
segno in questo senso. «Ci preoccupa questa riorganizzazione spiega Alan, 29 anni, in Dalmine
da nove - ma anche un eventuale
ridimensionamento dell’azienda
in futuro».
Fatto sta che - secondo i sindacati - l’adesione alla protesta negli
stabilimenti di Dalmine e Sabbio
è stata del 100%. «Ora deve ripartire la trattativa per trovare una
soluzione alle questioni aperte afferma Eugenio Borella, segretario generale della Fiom - e, in caso
di ricorso agli ammortizzatori sociali, per i sindacati bisogna utilizzare il contratto di solidarietà».
In attesa di tutto questo, i lavoratori ieri hanno cercato di sdrammatizzare, improvvisando una
grigliata con costine, hamburger
e spiedini accompagnati da un
bicchiere di rosso. Si mangia in
piedi, tra le bandiere dei sindacati
che sventolano e qualche fumo-
geno che scoppia all’improvviso.
«Abbiamo superato la crisi del
2009, pensavamo di averla passata liscia e invece ora bisogna affrontare questa situazione», dice
Luigi Piccolo, 40 anni il 29 marzo,
manutentore in Dalmine da 17
anni. «Dalmine è il fiore all’occhiello del gruppo, pertanto ci
aspettiamo che da qui si disegnino anche le prospettive di
un’azienda importante per il futuro», sottolinea Emanuele Fantini della segreteria Fim-Cisl.
Come è vissuta questa situazione in azienda lo spiega Fabio
Lazzari, colletto bianco addetto
alla sicurezza. «Con numeri così
alti a livello di esuberi nessuno si
sente al sicuro, perché è difficile
capire quali uffici saranno toccati». E aggiunge: «Durante l’ultima
riorganizzazione l’età media delle
persone in esubero era un po’ più
alta rispetto agli attuali 40 anni».
Begnini, debiti per oltre 100 milioni
Incognita fiscale per i chirografari
Ammonta a 48milioni di euro l’attivo realizzabile dalla Begnini
Spa di Urgnano, in concordato preventivo liquidatorio, a fronte di un passivo
di circa 107 milioni.
La società, che storicamente ha
operato nel settore dell’attività
immobiliare ed edilizia, nel
tempo ha «costituito, detenendone l’intero capitale, società
finalizzate alla realizzazione di
specifiche iniziative immobiliari, e ha partecipato in altre società operanti anche nel settore
sportivo e turistico-alberghie-
ro». In capo alla Begnini, ci sono
anche il complesso Villa Manzoni e La Muratella a Cologno
al Serio, una struttura industriale ad Alzano Lombardo, il
resort La Maresana di Ponteranica, un immobile alberghiero
a Busto Arsizio e un centro commerciale a Torino. Il piano si
basa fra l’altro sulla cessione
degli immobili in portafoglio.
Ieri, davanti al giudice delegato Giovanna Golinelli, i commissari giudiziali Maurizio Salvetti, Massimo Gelmini e Marco
Leidi hanno presentato la loro
relazione durante l’adunanza
dei creditori.
Dal documento emerge che,
allo stato attuale, a fronte dell’attivo disponibile, fatti salvi i
crediti privilegiati (oltre 9 milioni di euro ), in prededuzione
(3 milioni) e ipotecari (circa 33
milioni), il residuo disponibile
per i chirografari ammonta a
poco meno di due milioni (i crediti vantati superano i 62). La
percentuale di soddisfazione
sarebbe pertanto del 3,06%, ma
È importante «garantire ai giovani un futuro», afferma Roberto
Pala, magazziniere addetto al ricevimento merci. E secondo
Emilio Lollio della Uilm-Uil «il
futuro passa anche dagli apprendisti e quindi occorre la massima
attenzione per mantenere in
azienda queste figure, oltre alla
necessità di fare investimenti legati a prodotti di qualità».
La solidarietà di Cgil, Cisl e Uil
I lavoratori della Dalmine hanno
incassato anche la solidarietà dei
segretari generali di Cgil (Luigi
Bresciani), Cisl (Ferdinando Piccinini) e Uil (Marco Cicerone).
Intervenuto al presidio con Piccinini, Bresciani dice: «Si deve porre all’ordine del giorno il tema
degli investimenti e di un piano
industriale». Il numero uno della
Cisl puntualizza: «Non si può scaricare sui giovani il peso di questa
c’è la possibilità di un incremento. La società ha infatti presentato un’istanza di transazione
fiscale per gli importi che sono
oggetto di un contenzioso (si
tratta di 8 milioni riferiti ad accertamenti verso la partecipata
Cormano 2001; l’ipotesi di transazione ridurrebbe la cifra del
70%) pendente davanti alla
Corte di Cassazione.
In caso di esito favorevole
alla società, i chirografari avrebbero pertanto una percentuale
di soddisfazione di oltre il 15%.
Se invece si raggiungesse la
transazione (il Tribunale deve
ancora decidere sull’ammissibilità) con l’Agenzia delle Entrate,
la percentuale sarebbe del
6,17%. 1
Alessandra Loche
crisi e oltretutto si va a disperdere
l’investimento fatto in termini di
formazione».
Venerdì in Tenaris è atteso il
vescovo, monsignor Francesco
Beschi: la sua è una visita programmata da tempo e incontrerà
anche tre delegati sindacali, oltre
a visitare lo stabilimento e la cooperativa La solidarietà, che forma
persone svantaggiate.
Nel frattempo arriva un attestato di «vicinanza ai lavoratori»
anche dal Comitato sindacale
mondiale dei lavoratori Tenaris
e della rete sindacale globale di
Tenaris e Ternium. «L’ottima risposta dei lavoratori, impiegati e
operai - dice Mirco Rota, segretario generale della Fiom Lombardia - dimostra che il sindacato ha
una proposta seria e credibile che
deve essere esaminata e percorsa
fino in fondo». 1
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Luigi Piccolo
L’altra vicenda
Cooperative
si contendono
l’appalto
per le pulizie
Data di nascita 1991. Nemmeno un anno più tardi la Cooperativa Bergamasca (ora parte del consorzio Cisa) si
aggiudica l’appalto per le pulizie industriali all’interno di Tenaris Dalmine.
Dal 1o dicembre 2013 l’appalto passa
alla F.lli Zappettini di Albino, che si
appoggia in subappalto ai dipendenti
della Cooperativa Bergamasca. Ma
quest’anno la Dalmine comunica tramite la F.lli Zappettini la revoca dell’autorizzazionealsubappaltoconCooperativa Bergamasca dal 1o marzo.
Perché il piano operativo di sicurezza
per la fermata di agosto 2014 non è
stato ritenuto idoneo, fa sapere
l’azienda. Su 26 dipendenti, che, secondo Cisa, lavoravano in Dalmine, la
cooperativa Nitor (che lavora in subappalto per la F.lli Zappettini) ne ha
assunti 12 (di questi due hanno rifiutato, altri due sono in ferie), ritenendo
che solo questi lavorassero stabilmente in Dalmine. La Cisa ha firmato
l’accordo sindacale per il passaggio di
questi lavoratori, ma contesta la perdita del subappalto e si riserva, come
dice Silvio La Falce, presidente di Cisa,
di «andare per vie legali, innanzitutto
per far valere i diritti dei lavoratori».
Sessa Marine, si tratta
ma riassunzioni bloccate
Trattative in corso tra i sindacati e la nuova proprietà Sessa Marine: la
partita si gioca sul terreno economico.
Ferma a 24 riassunzioni (almeno
nella prima fase a Cividate al Piano) l’ipotesi occupazionale, si cerca l’accordo sul fronte degli incentivi all’esodo. Lunedì Massimiliano Ratti (Filctem-Cgil) e Pietro
Schiesaro (Femca-Cisl) hanno incontrato la «Oblue Ltd» di Hong
Kong, per poi discutere con i lavoratori (sono 141, in Cassa fino a
maggio). «I lavoratori – spiegano
i sindacati – ci confermano il man-
dato a proseguire la trattativa incentivi».Dallasocietàcinese«non
ci sono aperture sulle assunzioni,
ma sulle richieste economiche si
è riservata di fare le sue valutazioni: martedì ci rincontreremo». Intanto fino a stasera i creditori chirografari potranno votare sull’ipotesi di concordato preventivo.
Mentre, per la stipula del contratto con la nuova proprietà, è ipotizzabile che i commissari giudiziali
chiedano un rinvio, per definire la
trattativa coi dipendenti. 1
A. L.