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Il Sole 24 Ore
Lunedì 16 Marzo 2015 ­ N. 74
Impresa & territori
LAVORO
Imprese. L’Investment compact porta nuove semplificazioni ­ Per «Smart&Start» 500 domande in un mese
Stipendi. Il report di Od&M evidenzia miglioramenti nel periodo 2010­2014
Nelle startup innovative 3mila posti
Arrivano segnali di ripresa
anche dalle retribuzioni
Selezioni aperte per ingegneri, laureati in materie scientifiche e in economia
Francesca Barbieri
pPiccoli innovatori crescono. Al
centro delle modifiche previste dall’Investment compact ­ il decre­
to è all’esame del Senato per la con­
versione in legge entro il 25 marzo dopo aver ottenuto il primo via li­
bera dalla Camera ­, le startup in­
novative si moltiplicano e creano occupazione, pur mantenendosi su piccoli numeri.
Ideate nel 2012 e iscritte alla se­
zione speciale del Registro delle imprese, devono essere società di capitali o cooperative, o società eu­
ropee con sede fiscale in Italia, e avere determinati requisiti e un’unica “missione”: sviluppo, produzione e business di prodotti o servizi hi­tech innovativi. In “cambio” ci sono agevolazioni bu­
rocratiche e fiscali e la possibilità di
assumere con contratti a termine di 48 mesi (il limite normale è di 36).
Un mix che finora ha consentito
l’avvio di 3.500 aziende, per tre quarti attive nei servizi, il 20% nel­
l’industria e il 4% nel commercio, secondo il report di Unioncamere. «In un contesto economico diffici­
le – commenta il presidente Fer­
ruccio Dardanello ­ le startup inno­
vative presentano indici di crescita
a due cifre e interessanti prospetti­
ve anche dal punto di vista della creazione dei posti di lavoro». Cir­
ca 3mila le assunzioni realizzate fi­
nora, senza contare che «queste imprese coinvolgono in modo di­
retto oltre 12mila soci – precisa Dardanello ­ assicurando loro un impiego. In questo senso le startup sono anche un importante soste­
gno all’imprenditorialità giovani­
le: il 26% del totale, infatti, ha una compagine prevalentemente di under 35, quattro volte tanto rispet­
to al totale delle imprese».
E gli startupper sono pronti a
scommettere sul futuro assumen­
do personale. Secondo l’indagine realizzata da Swg per conto di Unioncamere e ministero del La­
pBanche e società finan­
voro, il 75% delle startup innovati­
ve ha la «ferma intenzione di raf­ La fotografia
forzare lo staff nel 2015». Ipotiz­
zando che delle 3.500 startup, tre Le principali caratteristiche delle startup innovative e l’identikit delle figure professionali ricercate nel 2015
su quattro assumano almeno un L'IDENTIKIT DELLE STARTUP INNOVATIVE
addetto, le posizioni aperte sono SUL TERRITORIO
2600­3000. Si cercano figure di al­ Le società iscritte alla sezione delle
TOTALE ITALIA
to profilo, in primis con laurea in startup innovative per regione (*)
https://
ingegneria, in materie scientifi­
Dati in %
che o in economia, mettendo in 2
conto, nel 60% dei casi, difficoltà Abruzzo
elevate a trovare il candidato giu­
1
sto. Per continuare a stare sul mer­ Basilicata
cato, l’88% delle startup ha poi de­
2
ciso di fare nuovi investimenti en­ Calabria
Capitale sociale medio
48.000 euro
tro l’anno. Il principale scoglio? I
soci
oltre 12.000
Ottenere credito dalle banche Campania
6
Quante startup hanno dipendenti
un migliaio
(31per cento). Per questo motivo quattro su 10 punteranno su risor­ Emilia R.
Occupazione creata
circa 3.000 addetti
11
se proprie, un terzo confida nei % start up femminili
fondi pubblici e il 27% in business Friuli V. G.
3
12,4%
angel o venture capital. Per gli investimenti tra 100mila e Lazio
10
% startup giovanili
1,5 milioni di euro si segnala che è ancora aperto il bando Liguria
26%
2
«Smart&Start» gestito da Invita­
lia: dal 16 febbraio (data di avvio) 22
Lombardia
sono arrivate 487 domande, di cui LE LAUREE VINCENTI
325 dal Centro Nord e 162 dal Sud. Il titolo di studio richiesto ai candidati
4
Marche
«I numeri – dice l’a.d. di Invitalia,
che le startup innovative assumeranno nel 2015
Domenico Arcuri – testimoniano (possibili risposte multiple)
0
Molise
l’interesse suscitato da questa mi­
sura, destinata all’innovazione e 7
Piemonte
ora estesa a tutta Italia». Tra le novità normative, infine,
4
gli emendamenti all’Investment Puglia
compact approvati giovedì scorso 3
alla Camera allargano il raggio Sardegna
d’azione delle startup innovative: lo status si potrà ottenere anche Sicilia
4
Laurea in ingegneria
con 5 anni di vita, mentre prima il li­
mite era fissato a 4. Per la costitu­ Toscana
73%
6
zione, poi, al posto del notaio baste­
Laurea scientifica
rà la firma elettronica su un model­ Trentino A. A.
4
19%
lo standard. Una novità, quest’ulti­
Laurea economica
ma, che non piace ai notai: «Oltre Umbria
1
16%
che con norme di ordine pubblico italiane ­ spiegano in una nota ­ è in Laurea umanistica/sociale
0
Valle d'Aosta
contrasto anche con la direttiva eu­
9%
ropea del 2009». Ora la palla passa Laurea in scienze della terra
8
Veneto
al Senato per l’esame definitivo del
8%
disegno di legge di conversione. 3.454
© RIPRODUZIONE RISERVATA
* aggiornamento al 9 marzo
Fonte: Infocamere - ministero del Lavoro
ziarie sono il top per dirigenti
e quadri. La farmaceutica lo è
invece per impiegati e operai.
E i risultati in busta paga, per
tutti, sono in recupero rispet­
to agli anni bui della crisi. A evidenziare il trend è il
19imo rapporto sulle retribu­
zioni in Italia, realizzato da
Od&M, la società specializ­
zata in Hr consulting di Gi
Group: nel 2014 i compensi lordi annui di tutte le catego­
rie professionali sono au­
mentati sia sul 2013 sia rispet­
to al 2010.
Dall’indagine condotta su
336mila profili retributivi di dipendenti privati emerge che, nell’arco di 4 anni, gli
scatti in avanti sono stati a
due cifre per operai (+15,5% a quota 25mila euro), dirigenti
(+11,4% e 116mila euro) e im­
piegati (+11,4%, 30mila euro), mentre gli stipendi dei quadri
segnano un +3,7 per cento e una retribuzione annua lorda
di oltre 55mila euro. «Un trend ­ spiega Simo­
netta Cavasin, amministrato­
re delegato di Od&M Consul­
ting ­ che si traduce in un po­
tenziale aumento del potere d’acquisto per tutte le fami­
glie professionali del merca­
to. Confrontando la dinami­
ca delle retribuzioni con quella dell’inflazione nel pe­
riodo 2010­2014 appare una crescita degli stipendi di diri­
genti, impiegati e operai ri­
spetto all’inflazione generale
e, per la prima volta, anche a quella dei beni ad alta fre­
quenza di acquisto».
I tre comparti con le retri­
buzioni più alte e i tre con
quelle più basse sono simili
per dirigenti e quadri. Il comparto delle banche e
società finanziarie è quello
dove i top manager hanno re­
tribuzioni record (130mila euro, il 12% in più rispetto alla
media di categoria), settore in vetta anche per i quadri (58mila euro, +5% rispetto al­
la media). A seguire chimica e farmaceutica per i primi e
alimentare e farmaceutica
per i secondi. All’opposto
+13,3% rispetto alla media), seguita da chimica e fabbri­
cazione di macchine. I com­
parti con i salari più bassi per
i colletti bianchi sono consu­
lenza e servizi Ict, vendita e riparazione auto e consulen­
za direzionale organizzativa, mentre per le tute blu sono
alimentare, calzaturiero e
grande distribuzione food.
I SETTORI
L’indagine conferma, poi,
Banche e società finanziarie che nel 2014, così come per tutti gli anni messi sotto la offrono i compensi migliori
lente, i giovani laureati hanno
a dirigenti e quadri
intascato retribuzioni più al­
La farmaceutica premia
te rispetto ai non laureati nel­
di più impiegati e operai
la stessa fascia di età. Gli impiegati tra i 24 e i 30
anni guadagnano circa troviamo la consulenza e ser­ 27mila euro dopo aver lavo­
vizi It e la vendita e riparazio­ rato uno o due anni, contro i ne auto sia per i dirigenti sia 24mila dei non laureati con la
per i quadri, la fabbricazione stessa esperienza. Il gap si di prodotti in metallo per i di­ conferma anche rispetto ai rigenti e la consulenza dire­ lavoratori più esperti: con 3­5
zionale organizzativa per i anni di lavoro alle spalle, sen­
quadri.
za laurea si superano di poco i
La farmaceutica è il settore 24.600 euro.
in cui impiegati e operai inta­
Fr. Ba.
scano gli stipendi più elevati [email protected]
(rispettivamente +16,5% e
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il recupero in busta paga
Lo stipendio lordo medio annuo nel 2014 e la variazione dal 2010
Trend dal 2010
Retribuzione media (in euro)
Dirigenti
115.791
11,40%
Quadri
55.402
3,70%
Impiegati
29.931
10,50%
Operai
24.860
15,50%
Fonte: Od&M Consulting - 19° Rapporto sulle retribuzioni in Italia
ECONOMIA
Pmi. Nuove tecnologie per raccogliere e analizzare informazioni
Big data per le Pmi,
l’efficienza aumenta
del 15 per cento
Dai due ai sei mesi per ammortizzare i costi
Andrea Curiat
pPiccole imprese, grandi da­
ti. Le Pmi italiane hanno un di­
sperato bisogno di migliorare la
produttività e recuperare com­
petitività sullo scenario locale e
internazionale. Una spinta nella direzione
giusta potrebbe arrivare dalla
diffusione delle nuove tecno­
logie che permettono di racco­
gliere, classificare, confronta­
re e analizzare quantità enormi
di dati. Un processo che sino a
pochi anni fa presentava costi
elevati, e che era pertanto di
appannaggio esclusivo delle
multinazionali, ma che oggi si
sta lentamente diffondendo anche tra le imprese di dimen­
sioni più contenute grazie al miglioramento dei software e al calo dei prezzi.
Tra le realtà che offrono que­
sto tipo di servizi in Italia vi è Ors Group, azienda che lavora da più di 17 anni al fianco di grandi gruppi e che ha deciso di
mettere questa esperienza an­
che al servizio delle Pmi. «La complessità dei processi nel
mondo digitalizzato e globaliz­
zato è di gran lunga superiore alle capacità della mente uma­
na. Le nostre piattaforme rac­
colgono i dati dalle aziende, li incrociano con informazioni esterne, e rendono più efficien­
ti i processi di business e l’allo­
cazione dei budget», commen­
ta Fabio Zoffi, presidente di Ors
Group. «L’aumento di efficien­
za può essere anche del 15%, e in
genere il costo dell’investi­
mento si recupera entro 2­6 mesi», aggiunge Riva.
Di certo l’esigenza di proces­
si strutturati è sempre più forte.
Basti pensare che, stando a sti­
me Idc, ogni 2 giorni viene gene­
rata una quantità di dati pari a quella creata dall'inizio della storia umana sino all’inizio del ventunesimo secolo. Gli inve­
stimenti in big data erano pari a 380 milioni di dollari nel 2011 ma
potrebbero raggiungere i 6 mi­
liardi di dollari entro il 2016. Ma in concreto come posso­
no essere utilizzati i big data? Aet Italia è una società che ven­
de energia elettrica alle realtà industriali italiane. «Il nostro è un settore molto particolare. Le
società come la nostra devono trattare una quantità enorme di dati. Per effettuare una stima di quanto gli utenti potrebbero consumare bisogna esaminare tutti i valori orari dei consumi energetici degli ultimi 12 mesi per ogni singolo cliente, e suc­
cessivamente incrociarli con i IL MERCATO
6 miliardi $
Le previsioni
Sono gli investimenti globali in
big data entro il 2016
15%
Effetti positivi sull’efficienza
È l’aumento di efficienza
grazie a sistemi di analisi dei
big data
2-6 mesi
L’orizzonte temporale
È il tempo necessario per
ammortizzare l’investimento
dati meteo, le ricorrenze di ca­
lendario e altri fattori ancora», commenta Flavio Terribile, re­
sponsabile area commercio di Aet Italia.
Le previsioni devono essere
comunicate alla rete elettrica ed essere il più precise possibi­
le. «Grazie alle nuove tecnolo­
gie, se prima impiegavamo 100 minuti per raccogliere una cer­
ta quantità di dati oggi bastano appena 5 minuti. E c’è molto più
tempo a disposizione per effet­
tuare le previsioni. Prima le sti­
me presentavano un tasso di er­
rore fisiologico nell’ordine del 10­12%, con picchi del 30­40%.
Oggi siamo scesi al 5%, con un risparmio economico impor­
tante», aggiunge Terribile.
Ceretto è invece un’azienda
di Alba che produce vini, for­
maggi, nocciole e ha aperto due
ristoranti sul territorio. «Attivi­
tà molto diverse tra loro, tutte in
mano alla stessa forza vendite» racconta Roberta Ceretto, una
dei manager di seconda genera­
zione. «La dispersione delle in­
formazioni e dei dati causava una gestione molto complicata del business che ci ha spinto ad adottare un database unico,
consultabile anche da smar­
tphone. Un investimento non da poco di cui però siamo soddi­
sfatti: prima gli agenti doveva­
no chiedere informazioni alla
sede centrale, con lunghi tempi d’attesa. Oggi possono consul­
tare il database in tempo reale. E
sono in grado di esaminare le statistiche di ogni cliente per
anticiparne i bisogni e creare nuove opportunità di busi­
ness», conclude.
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Cooperazione. Con 24 partner internazionali
I numeri
I PIONIERI
IN RAMPA DI LANCIO
L’ATTESA
8%
20-30% 66%
Imprese che negli ultimi anni
hanno investito in
smaltimento a valle, modifica
degli impianti e
comunicazione del nuovo
modello di economia
circolare secondo il
sondaggio realizzato da Criet
e Ipsos
Quota di imprese che dichiara
di aver già attuato le misure
per convertirsi all’economia
circolare o di essere pronte a
farlo.
Iln totale per il 49% delle
aziende intervistate
l’economia circolare è un
concetto familiare
Aziende che si attendono un
obbligo normativo ad
adottare un modello di
economia circolare nell’arco
dei prossimi cinque ­dieci
anni.
Il 33% teme ostacoli
burocratici con l’introduzione
diel nuovo modello
Sostenibilità e business. Sondaggio Criet­Ipsos
L’economia del riutilizzo
«tenta» le imprese
Chiara Bussi
pDal riciclo al riutilizzo, con un
nuovo modello di business per dotare i prodotti di una vita “ro­
tonda”. È la cosiddetta economia circolare in grado di generare un risparmio potenziale a livello glo­
bale stimato in circa 700 miliardi di dollari all’anno. Anche in Italia ­ come rivela un sondaggio realiz­
zato da Criet, il Centro interuni­
versitario in economia del terri­
torio dell’Università Bicocca, e da Ipsos su un campione di 231 aziende ­ qualcosa, timidamente, si muove e l’economia circolare inizia a fare breccia tra le imprese
(grandi e piccole). I pionieri, che hanno già investito in smaltimen­
to a valle, modifica degli impianti
e comunicazione, sono oggi l’8%, ma una forbice compresa tra il 20 e il 30% dichiara di aver già attua­
to tutte le misure necessarie per l’adozione di questo modello o di essere pronte a farlo. Il nuovo corso tenta soprattutto le impre­
se di minori dimensioni, guidate da un management giovane e flessibile. «Si tratta ­ spiega il di­
rettore del Criet, Angelo Di Gre­
gorio ­ di un bacino potenziale ampio, pronto a rivedere i propri processi produttivi per sviluppa­
re nuove tipologie di prodotti im­
maginati fin dalla loro progetta­
zione per essere riutilizzati o im­
messi in un altro processo dopo il
loro utilizzo primario, con possi­
bili benefici anche in termini di occupazione». Di Gregorio cita il
consorzio Eurepack , nato nel 2010, come esperienza consoli­
data dell’imballaggio riutilizzabi­
le in plastica. Non solo. Secondo il
direttore del Criet il modello di economia circolare «può trovare
un terreno fertile soprattutto in alcuni settori come cibo e bevan­
de, tessile, packaging, elettronica e computer, Ict, arredamento e trasporti». Per Andrea Aleman­
no, group director di Ipsos, il son­
daggio, che verrà presentato gio­
vedì presso l’auditorium del­
l’Università Bicocca a esponenti del mondo delle imprese, della ri­
cerca e delle istituzioni, «presen­
ta molte luci, ma anche qualche ombra». Le aziende, precisa Ale­
manno, «sembrano per il mo­
mento percepire l’economia cir­
colare come una buona pratica in
nome della sostenibilità ambien­
tale, ma non hanno ancora com­
preso che può diventare un vero e
proprio modello di business». Per più della metà degli intervi­
stati (il 58%), infatti, il nuovo cor­
so si tradurrebbe in una riduzio­
ne dell’impatto ambientale, men­
tre un’impresa su tre cita tra i be­
nefici la riduzione dei costi di approvvigionamento delle mate­
rie prime e delle utenze. Solo per una su quattro, invece, questa nuova frontiera porterebbe alla creazione di posti di lavoro o a un
incremento dei ricavi. Non solo. «Nella strada verso l’adozione del modello di economia circola­
re ­ prosegue Alemanno ­ per­
mangono ancora alcuni ostacoli, soprattutto di tipo normativo. La burocrazia spaventa le imprese che mostrano anche un atteggia­
mento scarsamente proattivo nel
definire e adottare strategie ido­
nee». Due aziende su tre (il 66%) ritengono infatti che entro 5­10 anni verranno obbligate per leg­
ge ad adottare un modello di que­
sto tipo. «La vera sfida ­ conclude
Di Gregorio ­ sarà favorire un cambiamento culturale: se le im­
prese cominciano a prendere co­
scienza del fenomeno occorre ora agire sul lato della domanda per far comprendere ai consuma­
tori le potenzialità dell’economia
del ri­uso». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Remedia leader
del progetto Ue
per i Raee in Africa
Enrico Netti
Oporto e Vienna), che porteran­
no il loro know how nella gestione
Remedia, uno dei più importanti si­ dei Raee, alle africane Choma stema per la gestione e il riciclo dei (Zambia), Abidjan (Costa d’Avo­
rifiuti elettronici (Raee) in Italia. È rio) Johannesburg (Sud Africa) e suo il ruolo di capo cordata nel pro­ Kisii (Kenia).
getto Ewit che prevede la coopera­
«Il primo passo sarà la creazio­
zione tra Europa e Africa nell’am­ ne di un portale online, il punto di
bito del trattamento e smaltimento partenza per sviluppare i sistemi di questi particolari materiali. di raccolta e riciclo ­ continua Bo­
Il progetto, Ewit è l’acronimo nato ­. Nel tessuto locale verran­
di «e­waste implementation to­ no poi inserite le metodologie di olkit», nasce nell’ambito del pro­ trattamento». Sarà un’occupa­
gramma Horizon 2020 ed ha una zione più qualificata che oltre a dote finanziaria di oltre 1,6 milio­ un miglior riciclo permetterà di ni. L’iniziativa coinvolge un ottenere “materie prime secon­
network di 24 partner interna­ de” di maggior qualità che ver­
zionali, dalla ricerca all’indu­ ranno rivendute attraverso il cir­
stria per finire con le ammini­ cuito legale.
strazioni locali. Diversi protago­
Dopo la fase di mappatura e l’in­
nisti accomunati da un unico obiettivo: portare in quattro aree
metropolitane dell’Africa le me­ L’OBIETTIVO
todologie e le tecnologie euro­ Trattamenti e smaltimenti
pee necessarie per corretto «a norma» puntano
smaltimento dei Raee.
a raggiungere
«I progetti in gara erano 73, va­
lutati per la qualità dell’idea, i ri­ il milione di tonnellate
sultati raggiungibili e la capacità contro le attuali 200mila
di realizzazione sul territorio lo­
cale» racconta Danilo Bonato, di­
rettore generale di Remedia. dividuazione dei processi in grado
Quest’ultimo aspetto sarà quello di generare valore le municipalità di maggiore impatto perché nelle africane saranno aiutate nella cre­
intenzioni dovrebbe arginare il azione di dieci centri di trattamen­
traffico illegale dei Raee da Euro­ to. Si tratta di creare le basi di un si­
pa e Usa verso l’Africa. Si stima stema integrato per la raccolta dei che solo dall’Europa arrivano cir­ Raee i cui frutti si vedranno nel me­
ca 300mila tonnelate di Raee defi­ dio­lungo periodo. Nel continente
niti «prodotti usati» e una volta infatti è in crescita la produzione di
avviati a un corretto trattamento rifiuti tecnologici. Nel 2020 saran­
potrebbero portare alla creazio­ no 4 milioni di tonnellate l’anno ne di 1.500 posti di lavoro. Soprat­ contro gli attuali 2 milioni. Solo il tutto si vuole anche dare uno stop 10% di questa massa oggi viene al disassemblaggio “selvaggio” smaltito correttamente. Una si­
fatto a mano dai bambini di scher­ tuazione destinata a migliorare mi tv, di batterie, pannelli fotovol­ per effetto del progetto Ewit: se­
taici, computer alla ricerca di ma­ condo Remedia il trattato dovreb­
teriali di un qualche valore men­ be crescere di almeno il 30% e, in tre le sostanze più inquinanti si di­ prospettiva, si dovrebbe arrivare a sperdono nell’ambiente.
riciclare un miliono di tonnellate Il progetto prevede il gemel­ di Raee.
laggio tra quattro aree metrolita­
[email protected]
ne europee (Firenze, Anversa, © RIPRODUZIONE RISERVATA
pAlla fine la scelta è caduta su