Piante e inquinamento domestico Monossido di carbonio

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2° I.C. “O.M. CORBINO” - Augusta (SR)
Attività laboratoriale di Tecnologia
by Baffo Marco
classe 2aD Secondaria 1° grado
Piante e inquinamento domestico
Per inquinamento domestico s’intende quell’inquinamento causato da prodotti chimici nocivi utilizzati
in casa, che si aggiungono alle sostanze inquinanti che entrano dall’esterno; oltre alle polveri sottili,
vernici, colle, etc., troviamo anche muffe, acari e monossido di carbonio.
Secondo i dati rilevati dallo studio Iaiaq finanziato dalla Ue, in Europa il 3% di tutte le malattie sono
causate dall’inquinamento indoor. Infatti, l’ inquinamento domestico, o «inquinamento indoor»,
può causare : asma, patologie cardiovascolari, malattie respiratorie, allergie, intossicazioni da
monossido di carbonio e in alcuni casi anche il tumore del polmone.
Per ripulire la casa da questa forma di inquinamento, si possono tenere le piante giuste in salotto,
in bagno o in cucina. Grazie a una serie di piccoli pori presenti sulle foglie sono in grado di
catturare le molecole e i gas inquinanti e di convogliarli nelle radici. Queste, a loro volta, liberano
le sostanze nocive nella terra dove vi sono i microrganismi capaci di metabolizzarle e
neutralizzarle. L’eliminazione di sostanze inquinanti con l’utilizzo delle piante si chiama
fitodepurazione. Per depurare la vostra casa, inoltre, dovete:
- Non fumare in casa;
- Cambiare spesso l’aria delle diverse stanze in modo da impedire il ristagno delle sostanze nocive;
- Rinnovare le pareti di casa dipingendole con pitture atossiche ed ecologiche;
- Risparmiare sui prodotti chimici per le pulizie e sostituirli con quelli realizzati in casa in maniera
naturale;
- fate in modo che il livello di umidità in casa superi il 40-50 %, per evitare la presenza sgradita di
muffe e acari.
Piante e inquinamento domestico
Aloe
Anturio
Clorofito
Croton
Dieffenbachia
Dracena
Edera
Felce di Boston
Ficus Benjamina
Gerbere
Kalanchoe
Monstera
Pothos
Sanseviera
Spatifillo
Stella di Natale
Tillandsia
Ammoniaca
Benzene
Formaldeide
Monossido di carbonio
Radon
Toluene
Tricloroetilene
Xilene
Fonti di informazione
FINE PRESENTAZIONE
Piante e inquinamento domestico
Richiede poca acqua (una sola
innaffiatura a settimana, in estate),
molta luce, concime ricco di potassio,
terreno sabbioso e temperatura mite.
Assorbe benzene, tricloroetilene e
toluene.
E’ dunque adatta agli ambienti
inquinati da vernici e materiali
plastici.
Piante e inquinamento domestico
La Sansevieria ama il terreno asciutto e basta
innaffiarla ogni 15 giorni per non far marcire la radici.
Un po’ più spesso nei periodi più caldi. La pianta non
gradisce il sole diretto ma, in ambiente poco luminoso,
perde le striature delle foglie per preferire un’unica
tonalità di verde. Attenzione alle cocciniglie, che
attaccano la pianta.
È una tra le piante più efficaci per depurare l’aria dalla
formaldeide. Assorbe fattori tossici e combatte
l’effetto delle radiazioni elettromagnetiche.
E’ consigliato metterla vicino computer ed
elettrodomestici.
Piante e inquinamento domestico
La dracena è più nota come tronchetto
della felicità.
Assorbe benzene, tricloroetilene e
toluene. La Dracena è perfetta contro
sostanze come lo xilene, il tricloroetilene e
la formaldeide presenti in lacche o vernici.
E’ dunque adatta agli ambienti inquinati
da vernici e materiali plastici.
Questa è una pianta tuttofare che riduce
le concentrazioni di “un po’ di tutto” ed è
molto adatta alle stanze dei fumatori e
perfetta in camera da letto.
Piante e inquinamento domestico
È in grado di rimuovere la trielina spesso
presente nei capi d’abbigliamento lavati a
secco.
Anche se non vive a lungo, questa pianta
è una bonificatrice di benzene,
tricloroetilene, formaldeide e toluene.
Può essere messa in qualsiasi stanza e,
oltre al suo effetto disinquinante, è
anche molto piacevole da vedere e
riempie le stanze di colore.
Piante e inquinamento domestico
L’Edera predilige i luoghi meno
luminosi e le innaffiature
contenute: una volta a settimana in
inverno, due volte a settimana in
estate. Troppa acqua danneggia la
pianta e la fa morire. Predilige le
temperature intorno ai 15°.
L’edera è ottima per catturare la
formaldeide presente nei prodotti
per la pulizia della casa. L’ edera
assorbe efficacemente
tricloroetilene, formaldeide e
benzene.
Piante e inquinamento domestico
L’anturio, a differenza di altre piante da
appartamento, necessita di molta acqua.
Potente neutralizzatore dell’ammoniaca
ma buona anche per lo xilene.
L’anturio trova la sua migliore collocazione
in luoghi in cui maggiormente si utilizzano
prodotti a base di ammoniaca. Questi
luoghi che sono naturalmente umidi
facilitano anche il benessere della pianta.
Piante e inquinamento domestico
Il Clorofito ama gli ambienti umidi, la
penombra in estate e la luce piena in
inverno. Soffre a temperature inferiori ai 7°
e alle innaffiature troppo abbondanti.
Ha delle bellissime foglie verdi chiaro dalla
forma allungata con striature al centro
gialle o bianche, carnose e ricadenti. Alla
fine della stagione primaverile produce
deliziosi fiorellini bianchi.
Elimina dall’aria formaldeide e monossido
di carbonio. Assorbe formaldeide e
monossido di carbonio. Molto efficace
contro il monossido di carboni.
Trova la sua migliore collocazione in stanza
da letto e cucina.
Piante e inquinamento domestico
Pur non richiedendo molta acqua,
trae beneficio da periodiche
nebulizzazioni del fogliame con
dell'acqua a temperatura ambiente
Non sono graditi i ristagni d'acqua
nel sottovaso.
E’ letteralmente un divoratore di
monossido di carbonio.
Per questo è adattissimo per le
stanze in cui c’è riscaldamento a
legna o a gas.
Piante e inquinamento domestico
E’ una pianta velenosa in tutte le
sue parti, per cui bisognerebbe
indossare i guanti ogni volta che ci si
appresta a fare dei lavori su di essa.
Ama le temperature miti, va
innaffiata spesso e le sue foglie
vanno pulite con un panno umido
ogni 15 giorni. I ristagni d’acqua nel
sottovaso fanno marcire le sue
radici. Non ama il sole diretto e la
mancanza di nebulizzazione delle
foglie permette al ragnetto rosso di
attaccarla facilmente.
Assorbe l’inquinamento da xilene e
toluene.
Piante e inquinamento domestico
La Felce di Boston ama gli
ambienti in penombra e la sua
terra dev’essere sempre umida.
Innaffiarla con acqua a
temperatura ambiente e
decalcificata.
Assorbe l’inquinamento da
formaldeide e benzene.
Piante e inquinamento domestico
La monstera, come il pothos,
può essere coltivato
direttamente in acqua,
concimando di tanto in tanto.
La Monstera vive bene in
luoghi riparati dalle correnti
d’aria e lontana dalla luce
diretta del sole. Non necessita
di particolari cure.
E’ efficace per assorbire
formaldeide e benzene.
Piante e inquinamento domestico
La Kalanchoe non ama il sole diretto e
le temperatura sotto i 10°. Far
asciugare il terreno tra un’innaffiatura
e l’altra e concimare due volte al mese
da aprile a settembre.
La coltivazione del Kalanchoe è molto
semplice. Sono piante che hanno
necessità di molta luce ma non di sole
diretto.
Assorbe fattori tossici e combatte
l’effetto delle radiazioni
elettromagnetiche .
Trova la sua migliore collocazione vicino
a computer ed elettrodomestici.
Piante e inquinamento domestico
Il Pothos radica bene anche in sola
acqua. . Ama la penombra, si moltiplica
facilmente ed è estremamente facile da
coltivare.
Efficientissima divoratrice di monossido
di carbonio, è utile anche contro
toluene, benzene e formaldeide.
Può essere collocata in qualsiasi stanza
della casa e anche in uno studio,
mentre è preferibile evitare la stanza
dei bimbi in quanto la sua linfa può
causare irritazioni alla pelle
Piante e inquinamento domestico
Mastici, colle, pitture e vernici hanno
un nemico infallibile. Benzene,
formaldeide, ammoniaca, xilene e
tricloroetilene vengono rapidamente
neutralizzati da questa pianta
meravigliosa e facile da coltivare.
Non avendo bisogno di tantissima luce
è adatta a tutti gli ambienti, anche alla
camera da letto. Ottima anche per il
bagno in quanto ama gli ambienti
umidi. Se la pianta è molto impolverata
la renderete felice con una doccia!
Piante e inquinamento domestico
La sua bellezza è senza
dubbio, al contrario di quello
che si può pensare, il suo fiore,
detto ciazio.
Efficace per combattere
l’inquinamento da benzene.
Si mette solitamente fuori la
porta o in camera da letto.
Piante e inquinamento domestico
La tillandsia vive bene in luoghi aperti o
molto aerati. Presenta radici molto piccole,
che le servono esclusivamente per
ancorarsi ad altri sostegni, oppure non ne
presenta affatto. Vive dell’umidità
circostante: ciò vuol dire che, nei periodi
molto caldi e secchi, bisogna nebulizzarla
quotidianamente perché non secchi. Mai
usare l’acqua del rubinetto, perché il cloro
contenuto farebbe seccare le sue foglie.
Questa pianta ha la forte capacità di
catturare a se gli idrocarburi aromatici dei
gas di scarico, il radon, la formaldeide, il
fumo di sigaretta.
Piante e inquinamento domestico
E’ una pianta che patisce il sole
diretto dell’estate, per cui bisogna
avere cura di tenerla in un posto
luminoso ma riparato. Non ama le
correnti d’aria, né le variazioni
violente di calore. Nebulizzare le
foglie per pulirle da eventuali polveri.
Depurano da formaldeide, fumo di
sigaretta e particolato di smog.
E’ dunque utile posizionare una
pianta vicino a ogni finestra che dà su
strade trafficate.
Piante e inquinamento domestico
L'intossicazione provocata dal benzene o dai suoi derivati (ad
esempio toluene, xileni o fenoli) è detta benzolismo.[48]
L'inalazione di un tasso molto elevato di benzene può portare al decesso;
un'esposizione da cinque a dieci minuti ad un tasso di benzene nell'aria al 2% (ovvero
20000 ppm) è sufficiente a condurre un uomo alla morte.[42] Dei tassi più bassi
possono generaresonnolenza, vertigini, tachicardia, mal di testa, tremori, stato
confusionale o perdita di coscienza. La dose letale per ingestione è di circa
50÷500 mg/kg (milligrammo di sostanza ingerita rispetto al peso dell'individuo
espresso in chilogrammi).[42] L'ingestione di cibi o bevande contenenti tassi elevati di
benzene possono scatenare vomito, irritazione gastrica, vertigini,
sonnolenza, convulsioni, tachicardia, e nei casi più gravi provocare la morte.
Il principale effetto di un'esposizione cronica al benzene è il danneggiamento
dei tessuti ossei e la diminuzione delle cellule del midollo osseo, che può causare una
diminuzione del tasso di globuli rossi nel sangue e un'anemia aplastica o una leucemia.
Può anche dare origine a coaguli, difficoltà di coagulazione ed indebolimenti
del sistema immunitario.
Effetti dell'azione di un agente intercalante sulla sequenza del DNA. In rosso sono
evidenziate le porzioni del DNA modificate dall'agente intercalante.
Il benzene è stato classificato dall'IARC come agente cancerogeno del gruppo 1.[49]
Piante e inquinamento domestico
Il tricloroetilene è un ottimo solvente per molti composti organici. Al picco della
sua produzione, negli anni '20, il suo impiego principale era l'estrazione
di olivegetali da piante quali la soia, il cocco e la palma. Tra gli altri usi
nell'industria alimentare si annoveravano la decaffeinazione del caffè e
l'estrazione di essenze. Ha trovato uso anche come solvente per il lavaggio a
secco.Inalato, il tricloroetilene deprime il sistema nervoso centrale e produce
sintomi simili a quelli dell'ubriacatura da alcol: mal di testa, confusione, difficoltà
nella coordinazione motoria. Un'esposizione prolungata può portare
all'incoscienza e alla morte.
Particolare attenzione va posta nei luoghi dove è possibile avere alte
concentrazioni di suoi vapori; il tricloroetilene de-sensibilizza rapidamente
il naso e diviene impercepibile all'olfatto, aumentando il rischio di inalarne dosi
elevate. L'esposizione ai suoi vapori può provocare un prolungato bruciore agli
occhi . L'effetto dell'esposizione a lungo termine sugli esseri umani non è noto.
La sperimentazione animale ha dimostrato la cancerogenicità del tricloroetilene
a carico del fegato nei topi. Il tricloroetilene è considerato un cancerogeno
fortemente sospetto, in classe 2A della classificazione IARC per cancerogenicità
su fegato e vie biliari; sospetta relazione con linfomi non Hodgkin.
Uno studio portato a termine nel 2011 ha evidenziato che gli esseri umani a lungo
esposti a tale composto organico hanno una probabilità sei volte maggiore di
sviluppare il morbo di Parkinson[2].
Piante e inquinamento domestico
La formaldeide è un potente battericida; per questo motivo soluzioni acquose
che la contengono trovano largo impiego come disinfettanti per uso
domestico; nella produzione di tessuti a livello industriale viene utilizzata come
battericida. Soluzioni di aldeide formica vengono anche utilizzate per
conservare campioni di materiale biologico. La formaldeide, insieme all'urea, è
impiegata come vernice collante di pannelli in legno
di truciolato, nobilitato o Medium-density fibreboard, è contenuta nei pannelli
fonoassorbenti dei controsoffitti, nelle pareti divisorie degli uffici open space.
Negli anni tende a volatilizzarsi nell'ambiente circostante.
Dato il largo impiego di resine derivate dalla formaldeide nelle produzioni di
manufatti, rivestimenti e schiume isolanti, considerato che queste tendono a
rilasciare nel tempo molecole di formaldeide nell'ambiente, la formaldeide è
uno dei più diffusi inquinanti di interni. A concentrazioni nell'aria superiori a 0,1
ppm può irritare per inalazione le mucose e gli occhi.
L'ingestione o l'esposizione a quantità consistenti sono potenzialmente letali.
L'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) sin dal 2004 ha inserito
la formaldeide nell'elenco delle sostanze considerate con certezza
cancerogene per la specie umana[3]. Va considerato che le concentrazioni di
formaldeide presenti normalmente all'interno degli edifici sono generalmente
basse, mentre vanno accuratamente valutati i rischi per gli addetti alle
lavorazioni industriali che impiegano formaldeide
Piante e inquinamento domestico
Il toluene è principalmente usato come sostituto del benzene sia come reattivo
che come solvente. Come tale viene impiegato per sciogliere resine, grassi, oli,
vernici, colle, coloranti e molti altri composti.
Il toluene è classificato come sostanza nociva e facilmente infiammabile; è
tuttavia meno tossico del benzene.
Il toluene danneggia i nervi, i reni e probabilmente anche il fegato. L'inalazione
dei suoi vapori produce sintomi di stanchezza, nausea, confusione, disturbi alla
coordinazione dei movimenti e può portare alla perdita di coscienza.
Un contatto regolare può produrre un'intossicazione dagli effetti euforizzanti. I
vapori di toluene hanno un effetto narcotico a carico degli organi respiratori e
sono irritanti per gli occhi; sono anche possibili in alcune persone
manifestazioni allergiche.
Piante e inquinamento domestico
Le industrie chimiche producono lo xilene a partire dal petrolio, ed è utilizzato
come solvente nella stampa, per la lavorazione delle gomme e del cuoio. Il p-xilene
viene usato anche nel confezionamento di alimenti, Viene anche usato come
agente pulente per acciai, come componente e come diluente pervenirci.
Lo xilene danneggia il cervello. L'esposizione ad alti livelli per corti periodi (14
giorni o meno) o lunghi periodi (più di un anno) causano mal di testa, carenza di
coordinazione nei muscoli, vertigini, confusioni e cambiamenti di umore.
L'esposizione da parte delle persone di livelli molto alti di xilene per corti periodi
comprendono l'irritazione della pelle, degli occhi e del tratto respiratorio, difficoltà
nella respirazione, danni ai polmoni, tempi di reazione della persona rallentati,
perdita della memoria, dolori allo stomaco, danneggiamento del fegato e dei reni.
Può causare incoscienza e talvolta anche morte (solo ad altissimi livelli
di concentrazione).
Piante e inquinamento domestico
Viene anche utilizzata: Negli ambienti domestici, è un detergente per vari usi che
può essere utilizzato su molte superfici, Nelle tinture per capelli, Come base per
fertilizzanti agricoli, Come intermedio nella sintesi del bicarbonato di sodio, Come
componente per vernici, Come refrigerante nell'industria del freddo, Per la
produzione di nylon e fibre sintetiche, Per la produzione di materie plastiche e
polimeri, Come solvente, Nell'industria cartaria come sbiancante, Nell'industria
della gomma, Nella produzione di sigarette, in quanto l'ammoniaca velocizza il
procedimento di assunzione della nicotina da parte dei recettori del cervello,
Nella lavorazione di carne per hamburger per sterilizzarla dal batterio E. Coli
Piante e inquinamento domestico
Il monossido di carbonio (o ossido di carbonio o ossido carbonico) ha
formula CO, è un gas velenoso particolarmente insidioso in quanto
inodore, incolore e insapore.
Il monossido di carbonio è un prodotto di combustione incompleta dei
combustibili organici (carbone, olio, legno, carburanti). E’ tossico
perché legandosi saldamente allo ione del ferro nell'emoglobina del
sangue forma un complesso molto più stabile di quello formato
dall'ossigeno. La formazione di questo complesso fa sì che
l'emoglobina sia stabilizzata nella forma di carbossiemoglobina (COHb)
che, per le sue proprietà allosteriche, rilascia più difficilmente ossigeno
ai tessuti. L'intossicazione da monossido di carbonio conduce ad uno
stato di incoscienza (il cervello riceve via via meno ossigeno) e quindi
alla morte per anossia.
Piante e inquinamento domestico
Non c'è alcun modo di accorgersi della presenza del radon in quanto il gas
radioattivo non ha odore, non ha colore, non ha sapore. Ma in alcune case c'è,
eccome, e non è una bella notizia. Il radon produce particelle ionizzanti che, una
volta inalate, si depositano nei bronchi e possono danneggiare il DNA delle cellule
favorendo la comparsa del cancro al polmone. Secondo una ricerca condotta in
Inghilterra ogni anno in Europa 18 mila decessi per questo tumore sarebbero
provocati dall'esposizione al radon. In 6 casi su 7 si tratta di fumatori o ex fumatori
perchè su di loro, spiega la ricerca, l'effetto del radon è maggiore perché il gas fa
schizzare alle stelle il rischio, già assai elevato, di chi cede alle sigarette. Ciò che
colpisce ancora di più, però, è scoprire che nel Regno Unito solo il 4% dei casi si
registra in chi abita in case con concentrazioni di radon superiori ai 200 becquerel
per metro cubo, il limite indicato dalla raccomandazione europea del 1990 per i
nuovi edifici (per quelli esistenti la soglia oltre cui sono consigliati interventi di
bonifica sale a 400 Bq/m3). In Inghilterra il 70% dei tumori polmonari attribuibili al
radon, scrivono gli autori, si manifesta in abitazioni dove il gas è inferiore a 50 Bq/m3
(in Italia la media è 70). Basterebbero interventi poco costosi per mettere in
sicurezza le case e ridurre il numero di vittime di cancro al polmone. Misurare il
radon costa qualche decina di euro, i rimedi per ridurne l'ingresso poche centinaia di
euro: è bene diffidare di chi propone interventi a prezzi esagerati.
Piante e inquinamento domestico
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