Metafora (o catacresi) Implica una relazione di somiglianza polmoni della città Sei un leone lo spirito dell'uomo Il piede del tavolo Or se' tu quel Virgilio.

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Transcript Metafora (o catacresi) Implica una relazione di somiglianza polmoni della città Sei un leone lo spirito dell'uomo Il piede del tavolo Or se' tu quel Virgilio.

Metafora (o catacresi)

Implica una relazione di somiglianza

polmoni

della città Sei un

leone

lo

spirito

dell'uomo Il

piede

del tavolo Or se' tu quel Virgilio e quella fonte che spandi di parlar sì largo fiume? (Dante,

Inferno

, I) Gemendo il fior de' tuoi gentili anni caduto (Foscolo,

In morte del fratello Giovanni

)

allusione

Consiste nell'assumere immagini o parole di altro autore, non per appropriarsene (plagio), ma contando sul riconoscimento da parte del lettore O voce di colui che primamente conosce il

tremolar della marina...

(D'Annunzio) Conobbi il

tremolar della marina...

(Dante)

metonimia

Implica una relazione di contiguità. Si ha il passaggio da un campo semantico a uno contiguo a) Produttore per il prodotto: leggo

Platone, Dante

a) Materia per l'oggetto: brandire il

ferro

che tronca fe' la trionfata nave del maggio pino (Foscolo,

Dei Sepolcri

) a) Contenente per contenuto: Cittadino Mastai, bevi un

bicchier

(Carducci)

metonimia

a) Concreto per astratto: Hai del

fegato

non amo la

parentela

Or di riposo paghi viviamo, e scorti da

mediocrità

(Leopardi,

Ad Angelo Mai

) : “mediocrità vale per “uomini mediocri” a) Causa per effetto e viceversa: talor lasciando le sudate carte (Leopardi, sento le

campane A Silvia

) : studio faticoso che fa sudare sui libri a) Astratto collettivo per concreto: guadagna la vita col

sudore della fronte

sineddoche

La sostituzione è riguardata sotto il profilo dell'estensione, della quantità a) La parte per il tutto Ritornava la rondine al

tetto

(Pascoli,

X Agosto)

Alla poppa raminga le ritolse l'onda incitata degli inferi dei (Foscolo,

Dei Sepolcri)

a) Il tutto per la parte ha vinto l'

oro

nelle olimpiadi a) Il singolare per il plurale l'

italiano

è sentimentale

sineddoche

a) Il plurale per il singolare ha mogli e

figli

(= un figlio solo) a) Il genere per la specie muggire

armenti

(=buoi) a) La specie per il genere L'infelicità dei mortali (=uomini)

adynaton

Dichiara l'impossibilità di un evento, subordinandolo ad altro ancora più impossibile Prima divelte, in mar precipitando Spente nell'imo strideran le stelle, Che la memoria e il vostro Amor trascorra o scemi. (Leopardi)

allegoria

È una sorta di metafora continuata, estesa, per cui nozioni astratte, significati morali, si traducono in immagini pittoriche. Assai usata nel Medioevo.

Una donna soletta che si gìa (= la Sapienza) Cantando e scegliendo Fior da fiore Ond'era pinta tutta la sua via (Dante)

allitterazione

Ritmico ritorno di sillaba o fonema iniziale in parole legate dal senso a. di folklore e di lingua corrente Piantare baracca e burattini Sudare sette camicie a. connotativa espressiva Breve pertugio dentro la muda, La qual per me ha il titol de la fame E 'n

ch

e

c

onvien an

c

or

ch

'altri si

ch

iuda (Dante) Ascoltando il canto della

r

ana

r

imota alla campagna (Leopardi,

Le ricordanze

) a. connotativa iconica Quello spi

r

to gue

rr

ier ch'ent

r

o mi

r

ugge (Foscolo) Un

s

ordo

s

ngaulìo

s

ubito

s

pento (Pascoli,

Suor Virginia

)

allusione

Consiste nell'assumere nel proprio testo immagini o parole di altro autore, non per appropriaresene (plagio), ma contando sul riconoscimento da parte del lettore O voce di colui che primamente Conosce il

tremolar de la marina

(D'Annunzio) Conobbi il

tremolar de la marina

(Dante)

anacoluto

È un costrutto sintattico “privo di compagnia” o di sostegno Quelli che muoiono, bisogna pregare Iddio per loro (Manzoni) Un uomo che porta, la testa gli dà noia (Jahier,

Ritratto del soldato Somacal Luigi

)

a

anadiplosi

Ripresa di un gruppo di parole dell'ultimo membro all'inizio del successivo Questa voce sentiva gemere

in una capra

solitaria.

In una capra

dal viso semita (Saba)

anafora

Detta anche epanafora è la ripetizione che avviene all'inizio di più versi, o frasi, o membri di frase

Dagli dai

atri muscosi, dai fori cadenti boschi, dall'arse fucine stridenti

dai

solchi bagnati di servo sudor (Manzoni,

Adelchi

, coro atto III)

Sei

la voce roca della campagna...

Sei

la grande fatica e la notte che sazia...

Sei

riarsa come il mare come un frutto di scoglio (Pavese)

Così come ci sono formiche Così come ci sono formiche

nere (Gozzano, rosse,

La signorina Felicita

)

epifora

Se l'anafora ricorre alla fine della frase, invece che all'inizio Irridere pareva al grande

mio

dolore, al disperato dolor

mio

(Saba) Tutto è presente. Il passato è presente. Il futuro è presente. (D'Annunzio,

Notturno

)

anastrofe

Inversione dell'ordine abituale di due parole in seno a un gruppo Quando alcun

di sé asseta

(Dante) Non è lume di chiesa o d'officina che alimenti chierico rosso o nero (Montale,

Piccolo testamento

): il soggetto

chierico

è postposto al predicato

alimenti

annominazione

Un tipo di paranomasia consistente nell'evocare un nome mediante un altro omofono Tu sei

Pietro

e sopra questa

pietra

edificherò la mia Chiesa (Vangelo) Accostare parole diverse solo per la flessione (“derivazione anaforica”) I miei morti che Che il non

prego mutato

perché

preghino

amor

mutata

(Montale) serbi (Montale)

antìfrasi

Forma di ironia che consiste nello stigmatizzare un atteggiamento deplorevole, definendone il contrario Proprio una

bella

figura!

Avea chiesto perdono a chi perdona Tutto, di nulla (Pascoli,

Suor Virginia

) Nel gregge è la forza, il diritto, il pensiero, la saggezza, la luce... (D'Annunzio,

Le vergini delle rocce

): il “superuomo“ C. Cantelmo pensa esattamente il contrario

antitesi

Accostamento, in genere con struttura simmetrica, di due immagini che si contrappongono Non

pomi

v'eran, ma

stecchi

con tosco (Dante) Avea chiesto perdono a chi perdona tutto, di nulla (Pascoli,

Suor Virginia

)

antonomàsia

Traslato con cui si sostituisce il nome proprio designante un essere animato o inanimato con la qualità o proprietà che gli appartengono per eccellenza, mediante: a) Un nome comune (o un soprannome) il Poeta (= Dante) la Zuppidda (= la zoppetta dei

Malavoglia

) a) Un'attribuzione l'Urbinate (= Raffaello)

apostrofe

È una deviazione da un tratto espositivo, per rivolgersi a qualcuno o a qualcosa, anche se lontano Forma frequente di apostrofe è l'invettiva E tu, onesta vergogna, tardi da me conosciuta, perdonami (Boccaccio)

asindeto

Unione di parole o frasi mediante semplice virgola, senza congiunzione. Per le frasi si parla di paratassi E il clarino si torce, Rompe il chiasso sonoro, s'inoltra, si sfoga Come un'anima sola, in un secco silenzio (Pavese) Beppina, Poronga, polli, peone, la vecchia emiplegica del venerdì (Gadda,

cognizione del dolore) La

polisindeto

Opposto all'asindeto, è la congiunzione reiterata che serve a creare un ritmo di intensificazione cumulante

e

Voglio dire, le donne da noi stanno a casa

e

ci mettono al mondo non contano nulla

e e

non dicono nulla non le ricordiamo (Pavese) E mi sovvien l'eterno e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei (Leopardi,

L'infinito

)

antinomìa

Quando nel polisindeto la contrapposizione è tra parole in senso contrario

E

temo

e

spero,

et

ardo

e

sono un ghiaccio (Petrarca)

ipotassi

Opposta alla paratassi, la subordinazione, che invece è il segno di dipendenze e implicazioni psicologiche La vita gli è di peso enorme

come

laggiù quell'ale di ape morta alla formicola

che

la trascina (Ungaretti)

bisticcio (o paronomàsia o equivoco)

Si ha quando si accostano parole di suono simile giocando sulla differenza di significato Nel modo che 'l seguente

canto canta

(Dante) Hai l'

onore

e l'

onere

chiasmo

Disposizione sintattica della lettera greca χ (chi) Un uomo è là, che sfoglia dalla

prima

Carta all'

estrema

, rapido, e pian piano Va dall'

estrema

a ritrovar la

prima

(Pascoli) Odi geggi belar, muggire armenti (Leopardi,

Il passero solitario

)

Correzione (o epanortosi)

Consiste nel riprendere quel che si è detto per correggerlo o rifiutarlo Malato, che dico? Pazzo!

Incurante, o forse solo distratto (Pirandello)

ellissi

Prodotto della grammatica logica di Port Royal (XVI secolo), è fondata sul pregiudizio che una frase debba risultare formata almeno da un soggetto e da un predicato.

L'effetto può essere la rapidità colloquiale o la concentrazione a sorpresa o esiti poetici Il tuo riso e il tuo passo come acque che sussultano la tua ruga fra gli occhi come nubi raccolte il tuo tenero corpo una zolla nel sole. (Pavese)

enallage

La traslazione di “una parte del discorso” in un'altra di pari funzione respira

profondo

(= profondamente)

endiadi

Sdoppiamento di un unico concetto in due, ma in realtà non si tratta di un tutto che si scinde, bensì di due immagini che diventano autonome e che espressivamente si sommano Candida, vereconda, austera luna che

vapori

e

tepor

per l'alta notte salìano a te dagli arborati colli (Carducci)

enjambement

Qundo la fine del verso non coincide con la fine del memnro sintattico, per cui l'enunciato “scavalca” il verso e continua in quello seguente

felicità

Arcani mondi

arcana

fingendo al viver mio (Leopardi,

Le ricordanze

) Le piante che riescono agli erbosi fossi (Montale,

I limoni)

epifonema

Sentenza esclamativa di solito a conclusione di un discorso Ottimo risultato!

eufemismo

Una sorta di “tabù”, in origine sacrale, che proscrive le parole inadatte alla situazione o al tono, sostituendole con altre “addolcite” o con perifrasi tuttavia trasparenti E' passato a miglior vita (= è morto)

Geminazione (o reduplicazione)

La ripetizione immediata di due o più parole Non son colui, non son colui che credi. (Dante)

iterazione (o gradazione o climax)

È una scala, una progressione che sale di intensità (

climax ascendente

) o che decresce (

climax discendente

) Vado, corro, volo!

Brilla, s'attenua, si spegne

Hysteron - proteron

È l'

ordo artificialis naturalis

invertito rispetto all'

ordo

per cui viene “prima” ciò che dovrebbe venir “dopo” per urgenza emozionale o, semplicemente per riprodurre la successione spontanea delle notazioni E forse in tanto in quanto un quadrel

posa e vola e da la noce si dischiava

, giunto mi vidi ove mirabil cosa mi torse il viso a sé. (Dante)

inversione

Spostamento dei principali elementi costitutivi di una frase nella direzione contraria a quella normale (soggetto – predicato – oggetto), con vari effetti di risalto Sovrumana dolcezza io so, che ti farà i begli occhi chiudere come la morte. (Saba)

invettiva

Rimprovero o accusa violenta, maledizione Ahi Pisa, vituperio delle genti del bel paese là dove 'l sì suona, poi che i vicini a te punir son lenti muovasi la Capraia e la Gorgona e gaccian siepe ad Arno in su la foce, sì ch'egli annieghi in te ogni persona. (Dante)

ipallage

Profondo scambio operato nella distribuzione delle parole entro la frase Simil dolore non si sentì mai a quello che io ho poscia portato posciaché io ti perdei (Boccaccio) Sorgon le dive Membra da l'egro talamo (Foscolo,

All'amica risanata)

o anche il riferire a un altro termine ciò che spetterebbe a un termine vicino Divino del pian silenzio verde (Carducci,

Il bove

)

ipèrbato

Talora confuso con l'anastrofe. Consiste nel separare un gruppo sintattico mediante l'inserzione di uno o più elementi, con lo scopo di dare risalto alle parti del gruppo separate Oh!

belle

agli occhi

tende latine

(Tasso) Noi l'

insueto

allor

gaudio

ravviva (Leopardi)

sembianze

Oh

dilettore e care

mentre ignote mi fur l'erinni e il fato, agli occhi miei (Leopardi,

Ultimo canto di Saffo

) Mutarsi In

altra

, non per noi più,

voce

(Fortini,

Traducendo Brecht

)

iperbole

“esagerazione” volta a moltiplicare l'effetto (es.: è un secolo che aspetto), ma spesso con esito contrario ...L'armi, qua l'armi: io solo Combatterò, procomberò sol io. (Leopardi) Malignamente, commentava il Tommaseo, alla voce

procombere

del Dizionario: “l'adopra un verseggiatore moderno...Non avend'egli dato saggio di sapere neanco sostenere virilmente i dolori, la bravata appare non essere che rettorica pedanteria”

paradosso

diversamente dall'iperbole, esprime una verità, anche se in contraddizione con l'opinione comune Arcano è tutto fuor che il nostro dolor (Leopardi)

ipostasi

Concretizzazione o personificazione di un concetto astratto E par che de la sua labbia si mova uno spirto soave pien d'amore che va dicendo a l'anima: “sospira” (Dante,

Tanto gentile

)

Ipotiposi (dal gr. raffigurazione)

Rappresentazione al vero di un oggetto, di una situazione fantastica Mi guardi

come se fossi un mostro con le fauci spalancate

ironia

Figura con cui si esprime manifestamente il contrario di ciò che si vuole intendere. Ha diverse tonalità: scherzosa, amara, sarcastica Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande Che per mare e per terra batti l'ali E per lo 'nferno tuo nome si spande! (Dante)

umorismo

Esito dell'ironia, consiste nel rappresentare argutamente il ridicolo delle cose, non solo per divertire (comicità) o per risentimento morale (satira), ma con sofferta pensosità e umana simpatia (Pirandello)

litote

Forma di apparente attenuazione con cui però si ricerca l'effetto opposto. Consiste nell'affermare un concetto negandone il contrario Tra li ladron trovai cinque coltali Tuoi cittadini onde mi vien vergogna E

tu in grande onranza non ne sali

. (Dante) La

onranza

, anche se negata, è evocata, e l'effetto, con l'accostamento a

vergogna

evidente è

Omotelèuto (o omeoteleuto)

è una figura di suono di più largo ambito della rima o dell'assonanza (che ne costituiscono casi particolari), in quanto può realizzarsi in posizioni diverse da quelle canoniche, sia in verso che in prosa Un rasp

are

, un frug

are

, uno sfrasc

are

. (Pascoli)

onomatopea

Voce creata per imitare direttamente un suono naturale

Chiù

dell'assiuolo nell'omonima poesia di Pascoli

ossimòro

è la congiunzione paradossale, ad effetto, di parole semanticamente antagoniste Provvida sventura (Manzoni,

Adelchi

) un piccoletto grande presepe (Pascoli) immoto andare (Montale,

Arsenio

) un amabile briccone una dotta ignoranza

parallelismo

Si ha quando gli elementi di due o più frasi si rispondono simmetricamente E la mia forza supina si stampa nell'arena, diffondesi nel mare; e il fiume è la mia vena e il monte è la mia fronte, la selva è la mia pube, la nube è il mio sudore. (D'Annunzio)

paronomàsia

Accostamento di parole con somiglianze foniche, ma di significato diverso Le tue limpide nubi e le tue fronde l'inclito verso... (Foscolo, A

Zacinto

):

limpide

e

inclito

hanno fonemi in comune Silvia / salivi (Leopardi) La luce si fa avara – amara l'anima (Montale,

I limoni

)

perifrasi

È un “giro di parole” che ha finalità diverse: sostitutiva (di un termine mancante); eufemistica; poetica ecc.

è incontro là dove si perde il giorno (Leopardi) Crea la suggestione della luce che sfuma verso vaghe lontananze

pleonasmo

È propriamente una ridondanza, come, in provincia, un cartello di sosta per un servizio pubblico: fermata

facoltativa su richiesta

A volte si tratta di ridondanza logica ma espressiva: Tuo padre,

lui,

ha parlato male di me Oppure l'elemento pleonastico svolge funzione ancillare consentendo la messa in rilievo di un

La

altro elemento La stuoia sul letto sporcavano con le scarpacce soldati e operai. (Pavese)

pointe (francese) o punta

Straniamento ottenuto mediante una strategia del discorso che nel finale di una poesia – specie epigrammatica – pone una soluzione “non attesa” (pensiero o parole) o elegante Ave, o rima: e dammi un fiore per l'amore, e per l'odio una saetta. (Carducci)

preterizione

Figura con cui si attira l'attenzione su qualcuno o qualcosa, dichiarando di non volervisi soffermare

Cesare taccio

che per ogni piaggia Fece l'erbe sanguigne Di lor vene. (Petrarca)

Prolessi (o anticipazione)

Uno spostamento nell'ordine sintattico che così diviene l'ordine della particolare visione dell'autore o del protagonista

Rilucono

gli occhi di ciascuno che ascolta. (Pavese)

prosopopea

Figura di gusto classico con cui si fa parlare un assente, o si dà vita a esseri defunti, inanimati o astratti

Reticenza (o aposiopesi)

Consiste nel lasciar volutamente sospeso il discorso, per far intendere di più. È seguita da puntini sospensivi.

Giorno verrà... (Manzoni,

Promessi Sposi,

padre Cristoforo a don Rodrigo)

sillessi

Discordanza nell'accordo che avviene, anziché secondo grammatica, secondo il senso Perocché gent

e

di molto valore Conobbi che in quel limbo era

n

sospes

i

. (Dante) Vostra Eminenz

a

sarà accontentat

o

Una tonnellat

a

e mezz

o

di grano

simbolo

È l'oggetto o l'essere scelto per rappresentare una delle sue proprietà salienti la bilancia = simbolo della giustizia l'ape = simbolo dell'industriosità

similitudine

Una comparazione estesa. Quando è più breve si atteggia come analogia: - Analogia esplicita: come questa pietra è il mio pianto che non si vede. (Ungaretti) - Identificazione analogica: O memorie, ombre di sogni per il cielo. (Pascoli) E' il mio cuore il paese più straziato. (Ungaretti)

sinestesìa

Coesistenza nello stesso contesto mentale di sensazioni provenienti da sensi diversi (vista, udito ecc.) Là, voci di tenebra azzurra. (Pascoli) Fresche le mie parole ne la sera ti sien come il fruscio che fan le foglie del gelso (D'Annunzio,

La sera fiesolana

) aroma lunare. (Rebora) un ruvido odore di tuoni lontani. (Govoni)

straniamento

Procedimento (o la condizione risultante) per cui si “strania” ciò che è abituale trasferendolo dal suo contesto ordinario a un contesto straordinario

zeugma

Si ha quando un segno si accorda con più altri nella frase ma solo con uno in modo conveniente alla sintassi e al senso Parlar e lacrimar vedrai insieme. (Dante) I cieli sono neri, la terra bianca; vedo il tuo pianto e il tuo lamento