CHARLES BAUDELAIRE A cura di Ilaria T. e Debora T. "...il poeta che meglio ha parlato del popolo e dell'aldilà" (Marcel Proust) "...meravigliosa purezza.
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Transcript CHARLES BAUDELAIRE A cura di Ilaria T. e Debora T. "...il poeta che meglio ha parlato del popolo e dell'aldilà" (Marcel Proust) "...meravigliosa purezza.
CHARLES
BAUDELAIRE
A cura di Ilaria T. e Debora T.
2004
"...il poeta che meglio ha parlato del popolo e dell'aldilà" (Marcel Proust)
"...meravigliosa purezza del suo stile" (Paul Verlaine)
"il poeta più grande e significativo dell'Ottocento... il poeta del Rimorso"
(Paul Claudel)
"...colossale, tragico, sublime... angelo ribelle" (Benedetto Croce)
"Il nome di Baudelaire suona oggi puro come quello di Leopardi, e le varie
polemiche, gli indirizzi diversi, il ritorno ad un'arte sociale non bastano a
corromperlo" (Giovanni Macchia)
La critica, unanime, ha riconosciuto a Baudelaire ed alla sua opera un ruolo di
primaria importanza nella nascita della poesia moderna, e nella scoperta
della moderna sensibilità.
LA VITA
Nacque a Parigi nel 1821. Ebbe un’infanzia
difficile segnata dalla morte del padre. Fu
obbligato a compiere un viaggio in India nel
1841.
Si procurò la fama di eccentrico e immorale.
Periodo di libertà, compose le sue poesie più
celebrate.
Attività giornalistica: Salons e traduzioni di
Edgar Allan Poe.
Nel 1857, pubblicò I Fiori del Male.
Opera sequestrata e intentato processo.
Dopo lo scandalo continuò l’attività
giornalistica.
Compose dei poemetti in prosa, raggruppati
sotto il titolo Lo Spleen di Parigi.
Nel 1866 ebbe un attacco di paralisi e morì a
Parigi l’anno successivo.
Baudelaire era un personaggio noto negli ambienti letterari ed artistici
per l'eccentricità che lo contraddiceva: si aggirava per le strade di Parigi
con abiti rigorosamente fuori moda e un libro - diverso tutti i giorni sotto il braccio; a volte in compagnia ma più spesso da solo.
Era, come è stato definito, un angelo luciferino. Le esasperazioni e gli
estremi lo affascinavano e terrorizzavano insieme, e non poteva
allontanarsene.
Così, ora noi "lo vediamo, dal fondo dell'inferno terreno dove l'ha
sommerso la noia, invocare a testimonio il cielo ch'egli ha saputo
adempiere al suo dovere come un perfetto alchimista e come un'anima
santa".
SIMBOLISMO
Nella seconda metà dell’Ottocento, si afferma in tutta Europa la
poetica del realismo, in Francia però si manifestano anche
istanze letterarie di segno opposto che conducono all’esperienze
del simbolismo dove viene posto in evidenza il disagio
esistenziale.
Questi poeti colgono l’aspetto “decadente”, patologico del loro
tempo e propongono l’ideale dell’arte pura come antidoto alla
banalità del vivere quotidiano. Secondo la concezione simbolista
la poesia diventa lo strumento di conoscenza intuitiva del reale,
per mostrare i lati più nascosti della psiche.
Il poeta diviene alchimista, veggente, dio capace non solo di
descrivere il reale, ma anche di creare un mondo liberato dai
vincoli del tempo e dello spazio, pervaso da un ideale di bellezza
assoluta ed eterna. La poesia si pone come unico elemento
ordinatore. Il lettore viene colpito dalla potenza evocatrice di
queste immagini e coinvolto nell’opera di decifrazione del
significato.
La sua poesia è:
libera e sciolta da contenuti descrittivi, esplicativi, divulgativi.
Ricca di accostamenti strani, inconsueti e spaventosi, ossia di "simboli”.
ricerca di una perfezione quasi ossessiva della musicalita’.
SPLEEN
SPLEEN
miseria, dolore, vizio = sentimento di angoscia
esistenziale e di vuoto.
dimensione della Noia e dell'Angoscia.
Paura che il proprio Io si perda nel Male
angelo decaduto,
contemporaneamente attratto dal cielo e dall'abisso.
paradisi artificiali degli stupefacenti, dal vizio, dalla maledizione che lo
perseguita mentre cerca la strada della salvezza.
Spleen e’ una parola inglese che
significa “milza”, l`organo che
secerne la bile nera, responsabile
del carattere malinconico
I FIORI DEL MALE
L`opera e’ una sorta di storia del destino umano:
dall`angoscia alla ricerca di conforto nei piaceri
dell`alcool e dell`oppio, alla disperata consapevolezza
della perversione del male, al rifugio nel grembo della
morte. La stesura di Les Fleurs du mal richiese, come
scrive lo stesso autore nel 1857, “furore e pazienza”.
Il libro suscitò uno scandalo, e fu subito sequestrato;
l'autore fu condannato a una forte ammenda, per
l'oltraggio alla morale e al buon costume, mentre sei
poesie furono soppresse perché giudicate oscene.
Baudelaire, con questa prima raccolta poetica, diede
inizio ad una nuova concezione della poesia, intesa
come mezzo di fuga dalle ipocrisie a cui la società
costringe l’uomo.
STRUTTURA
DELL’OPERA
I sezione
SPLEEN E IDEALE
II sezione
QUADRI DI PARIGI
Altri mezzi di evasione
III sezione
IL VINO
IV sezione
I FIORI DEL MALE
V sezione
LA RIVOLTA
VI sezione
LA MORTE
" In questo libro atroce io ho messo tutto il mio cuore,
tutta la mia tenerezza, tutta la mia religione
travestita, tutto il mio odio "
SPLEEN
Quando come un coperchio il cielo basso e greve
Schiaccia l`anima che geme nel suo tedio infinito,
e in un unico cerchio stringendo l`orizzonte
fa del giorno una tristezza piu’ nera della notte;
Quando la terra si muta in un`umida segreta
Dove sbatte la Speranza, timido pipistrello,
Con le ali contro I muri e con la testa
Nel soffitto marcito;
[…]
–Senza tamburi, senza musica, sfilano funerali
A lungo, lentamente nel mio cuore: Speranza
Piange disfatta e Angoscia, dispotica e sinistra,
Va a piantarmi sul cranio la sua bandiera nera
La Speranza se ne va " su " per i
muri, verso l'alto, ma va a sbattere
contro qualcosa, contro la gabbia
che caratterizza tutta la vita. La
lirica è piena di rimandi interni:
partiva da "gemente" e si chiude
coli "gemere", "cielo" e "cielo";
"anima" compariva già nel 2'
verso, poi "cervelli nostri", e alla
fine "dentro l'anima", " sul mio
cranio ": è proprio di sé che parla.
E dentro l'anima abita la morte . "
La Speranza " ora, " vinta ",
rimane in basso (prima andava
"su"). Speranza e Angoscia sono
maiuscole: personificazioni di
un'intima, dilacerante dialettica.
"Vessillo nero " rimanda alla " luce
nera "; il nero come simbolo di
morte e angoscia chiude questa
poesia.
I fiori del male si aprono con una poesia che si intitola Al lettore,dove si parla del
peccato, di Satana, del diavolo:
”regge il Diavolo i fili che ci muovono! Un fascino troviamo in ogni cosa ripugnante; ogni
giorno, senza orrore, tra il puzzo delle tenebre di un passo verso l`Inferno discendiamo”.
La vita e’ dunque una discesa verso il basso: un andare a sondare, a scandagliare le
profondità della terra per poi salire verso il cielo, verso la speranza. L'uomo Baudelaire è
così caratterizzato da un principio negativo, diabolico. Ancora Al lettore:
" ma fra gli sciacalli, le pantere, le cagne, gli scorpioni, le scimmie ( ... ) dei quattro nostri
vizi, uno ve n'è più orribile, più maligno, più immondo. E’ il tedio. Un tal soave mostro
lettore lo conosci, ipocrita lettore, o mio simile o fratello".
IL VIAGGIO
0 Morte, vecchio capitano, è tempo! Sù l'ancora!
Ci tedia questa terra, o Morte!
Verso l'alto, a piene vele!
Se nero come inchiostro
è il mare e il cielo,
sono colmi di raggi
i nostri cuori, e tu lo sai!
Su, versaci il veleno
perché ci riconforti!
E tanto brucia nel cervello
il suo fuoco.
che vogliamo tuffarci nell'abisso
Inferno o Cielo cosa importa ? –
discendere l'Ignoto nel trovarvi
nel fondo alfine il nuovo!
Potremmo dire che il viaggio di
Baudelaire è una "discesa verso
l'alto". Andare al fondo per trovare "il
nuovo": è questa sete di "novità" che
anima tutta la dinamica di Baudelaire.
Su questa speranza di novità si chiude
il libro.
ARMONIA DELLA SERA
E’ il tempo che ogni fiore sul suo stelo
Esala, vibrante turibolo, il suo incenso;
Suoni e odori volteggiano nell`aria della sera,
Valzer malinconico e scosceso languore!
Esala ogni fiore, turibolo, il suo incenso;
Freme un violino come un cuore affranto;
Valzer malinconico e scosceso languore!
Il cielo e’ triste e bello come un immenso altare.
I versi celebrano il giorno che
finisce come un rituale in cui la
spiritualità e la sensualità
vengono accostate, mediante
immagini tratte dalla liturgia o
dal mondo profano. Le fragranze
dei fiori si disperdono nell'aria
come incenso; il cielo si
trasforma in un reposoir,
recipiente dell'ostia consacrata o
scrigno di reliquie. Il valzer, la
languida vertigine, il violino
dalle melodie struggenti
alludono alla passione che
svanisce, come i profumi e i
suoni della sera.
L’ALBATROS
Per dilettarsi, sovente, le ciurme
catturano degli àlbatri, marini
grandi uccelli, che seguono, indolenti
compagni di viaggio, il bastimento
che scivolando va su amari abissi.
E li hanno appena sulla tolda posti
che questi re dell'azzurro abbandonano,
inetti e vergognosi, ai loro fianchi
miseramente, come remi, inerti
le candide e grandi ali. Com'è goffo
e imbelle questo alato viaggiatore!
Lui, poco fa sì bello, com'è brutto
e comico! Qualcuno con la pipa
il becco qui gli stuzzica; là un altro
l'infermo che volava, zoppicando
scimmieggia.
Come il principe dei nembi
è il Poeta che, avvezzo alla tempesta,
si ride dell'arciere: ma esiliato
sulla terra, fra schemi, camminare
non può per le sue ali di gigante.
Questo uccello dalle ali grandissime,
bellissime quando vola in cielo ma
meschino quando si posa sulla barca.
Dice il poeta di essere come lui: ha
bisogno di volare in cielo, ma quando si
posa in terra diventa meschino e
ridicolo. Baudelaire è stato forse
superbo come artista, ma certamente
umile come uomo e ha invitato all'umiltà
intellettuale quella presuntuosa cultura
dalla quale si sentiva continuamente
sommerso.
" Periremo per colpa di ciò di cui abbiamo creduto vivere ",
(il progresso); " Avendo immaginato di sopprimere il
peccato i liberi pensatori hanno creduto ingegnoso
sopprimere il giudice e abolire il castigo, e proprio questo
chiamano progresso. Per loro combattere l'ignoranza è
ridurre Dio ". (Diari Intimi)
I LAMENTI DI UN ICARO
Gli amanti delle prostitute
Sono gai, grassi e ben messi;
Io ho le braccia a pezzi
Per le nubi che ho abbracciate.
Grazie ai mirabolanti
Astri accesi nei cieli
Vedono gli occhi consunti
Soltanto ricordi di soli.
Invano volli dello spazio
Trovare la fine e l’ampiezza;
A un occhio di fuoco che ignoro
La mia ala, sento, si spezza:
E, bruciato dell’amore
Del bello, do addio alla ventura
Sublime che abbia il mio nome
L’abisso, mia sepoltura
Quell'uomo è simbolicamente l'intellettuale
dell'800, dei suo tempo, l'uomo che sale
troppo in alto ma a quel punto il sole scioglie
la cera della sue ali ed egli precipita in basso.
"Subito la ragione lo lasciò”. Quella sua
intelligenza che era un "vivo tempio", diviene
caos. " In una cella la cui chiave è persa ":
ecco, questa è la prigione della vita, questa è
la vita a cui si costringe un uomo che usa
male la sua ragione, che ha un riduttivo
concetto di ragione; egli diventa " simile alle
bestie", " zimbello dei ragazzi ": è il grande
monito di Baudelaire alla nostra generazione.
Sintesi delle novità di Baudelaire
Sguardo analogico sulla natura come finestra spalancata sul
mistero: la realtà fisica rimanda alla metafisica.
Lo stile espressionistico (espressionismo come esaltazione dei
particolare; non più l'ordine e l'armonia classiche).
Attenzione realistica ai particolari, non con sguardo
descrittivo, naturalistico, ma simbolico.
Elevazione allo stile alto anche di soggetti medi e bassi,
ridicoli e grotteschi.
Il gergo medico (cervella, feto).
Il sesso nei suoi aspetti perversi e degradanti (idea della
vittima e del carnefice).
L'orrido, la più amara disperazione entro un dualismo
esasperato, di bene e male dove predomina il male,
generato per Baudelaire, dal peccato originale. Non un male
sociale, bensì connaturale all'uomo, presente in quanto tale.
Il 2 settembre 1867 si svolgono a Parigi i funerali di Charles
Pierre Baudelaire, con rito cattolico, partecipano poche persone:
la madre, gli amici più intimi. All'ingresso del cimitero di
Montparnasse uno scoppio di tuono, una improvvisa raffica di
vento, sollevano una nuvola di foglie secche che ricopre il
feretro.
Così il poeta dei Fiori del Male, consumato dalla sifilide,
dall'alcool e dall'oppio, usciva a 46 anni dal palcoscenico - che
aveva amato ed odiato ad un tempo - in un modo che
probabilmente non gli sarebbe spiaciuto: un po' teatrale e
comunque diverso, singolare. In ogni caso, non aveva mai
amato la folla, cosciente com'era del cambiamento che avviene
in ogni uomo quando si trova in mezzo ai suoi simili.
BIBLIOGRAFIA
www.studenti.it/didattica/letteratura_francese/baudelaire1.php
digilander.libero.it/MassimilianoBadiali/baudelaire.html
“Charles Baudelaire I Fiori del male e altre poesie” Einaudi
“Il Neoclassicismo e il Romanticismo” paravia