Primo Levi Breve biografia di Primo Levi Primo Levi nacque a Torino il 31 luglio 1919 da Cesare Levi (1878 – 1942) e.

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Primo Levi
Breve biografia di Primo Levi
Primo Levi nacque a Torino il 31 luglio 1919 da Cesare Levi
(1878 – 1942) e da Ester Luzzati (1895 – 1991).
Nel 1921 nacque la sorella Anna Maria, cui Primo resterà
legatissimo tutta la vita.
Nel 1934 si iscrive al Ginnasio-Liceo D’Azeglio. Levi è uno
studente timido e diligente, gli interessano la chimica e la
biologia, assai meno la storia e l’italiano.
Nel 1937 alla licenza liceale è rimandato a ottobre in Italiano.
Si iscrive al corso di chimica presso la facoltà di Scienze
dell’Università di Torino.
Nel 1941 Levi si laurea con pieni voti e lode. Il
suo diploma reca la menzione “di razza ebraica”.
Nel 1943 Levi si unisce a un gruppo di partigiani
operante in Val d’Aosta, ma all’alba del 13
dicembre è arrestato presso Brusson con altri
due compagni. Levi viene avviato nel campo di
concentramento di Carpi-Fossoli, presso
Modena.
Nel febbraio del 1944 Levi viene preso dai nazisti
che lo inviano con altri prigionieri su un convoglio
ferroviario con destinazione Auschwitz. Nel
giugno Levi viene mandato a fare il manovale in
un squadra di muratori che devono erigere un
muro. Nel mese di gennaio del 1945 contrae la
scarlattina e viene ricoverato in una stanza
adibita ai malati.
Il 17 gennaio i tedeschi, all’avvicinarsi delle truppe russe,
evacuano il campo, abbandonando gli ammalati al proprio
destino. Gli altri prigionieri vengono deportati verso altri
campi di concentramento, ma muoiono quasi tutti. Levi
vive per qualche mese a Katowice, in un campo sovietico,
lavorando come infermiere. Nel gennaio del 1945 inizia il
viaggio di rimpatrio, che si protrarrà fino alla fine di ottobre.
Nel 1948 nasce la figlia Lisa Lorenza.
Nel 1965 torna ad Auschwitz per una commemorazione
polacca.
Ad ottobre 1984 Levi pubblica da Garzanti la raccolta di
poesie Ad ora incerta, che comprende le 27 liriche già
pubblicate da Scheiwiller nel 1975, e altre 34 poesie
apparse sul quotidiano “La stampa” più traduzioni di un
anonimo scozzese, di Heine e di Kipling.
Nel 1985 Levi raccoglie in un volume con il titolo L’altrui
mestiere, una cinquantina di scritti apparsi principalmente
su “La stampa”.
Nel 1986 Levi pubblica il libro di saggi I sommersi e i
salvati, che rappresenta la summa delle sue riflessioni
suggerite dall’esperienza del Lager.
A novembre il giornale “La stampa” raccoglie in volume
le collaborazioni 1977 – 1986 con il titolo Racconti e
saggi.
Nel 1987 in Germania prende corpo la polemica sul
revisionismo storico. Levi interviene con un articolo,
Buco nero ad Auschwitz, pubblicato su “La Stampa”
del 22 gennaio.
In marzo Levi subisce un’operazione chirurgica.
L’11 aprile del 1987 Levi viene trovato morto in fondo alla
tromba delle scale nella sua casa di Torino.
Le opere letterarie di Primo Levi
Opera prima. Se questo è un uomo. 1947 - 1966
Seconda opera. La Tregua. 1963.
Terza opera. Storie naturali, 1966.
Quarta opera. Vizio di forma, 1971.
Quinta opera. Il sistema periodico, 1975.
Sesta opera. La chiave a stella, 1978.
Settima opera La ricerca delle radici, 1981.
Ottava opera. Lilit e altri racconti, 1981.
Nona opera. Se non ora, quando?
Decima opera. Ad ora incerta, 1984.
Undicesima opera. L’altrui mestiere, 1985.
Dodicesima opera I sommersi e i salvati, 1986.
La poesia Shemà introduce il libro Se questo è un uomo
Shema’
Testo della poesia
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Testo della poesia II
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Testo della poesia III
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Parafrasi
Voi, che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi, che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici,
considerate se questo ebreo,
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no
è un uomo.
Parafrasi II
Considerate se questa ebrea,
che è senza capelli e senza nome,
che non ha più la forza di ricordare,
che ha gli occhi vuoti e il grembo freddo
come una rana d’inverno, è una donna.
Meditate che questo abominio è stato commesso.
Vi raccomando di ricordare queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore.
Stando in casa, andando per via,
coricandovi, alzandovi
ripetetele ai vostri figli.
Se non fate ciò, spero che
o la casa vi si sfascia,
o che la malattia vi impedisca,
o che i vostri nati torcano il viso da voi.
Il messaggio della poesia
Il messaggio forte della poesia è quello di non dimenticare
l’abominio del lager. I tedeschi hanno commesso un atroce
massacro contro gli ebrei. Hanno ridotto gli ebrei a vivere
come animali in mezzo al fango e li hanno considerati
cose senza valore. Hanno disumanizzato l’uomo
rendendolo schiavo. Shemà è l’orazione fondamentale
degli ebrei, una specie di atto di fede. Nella poesia di Levi
l’atto di fede manca; al contrario si sviluppa il tono
esortativo, dal Voi iniziale agli imperativi; e la poesia si
conclude con una specie di maledizione per chi non
obbedirà
Il linguaggio della poesia
Il linguaggio è chiaro e semplice, ma la poesia è costruita con
versi sapientemente distaccati e formati. Vi sono alcune figure
retoriche come l’anafora voi – voi, la simmetria, la similitudine,
l’ellissi finale, e l’esortazione conclusiva che si avvicina molto
a una maledizione.
La bellezza della poesia
La bellezza della poesia deriva, oltre che dal messaggio
ammonitorio ed esortativo delle parole, anche dall’argomento
unico e tragico del messaggio. Oltre alla raccomandazione a
non dimenticare il male fatto dai tedeschi e subito dagli ebrei,
la poesia lancia un messaggio d’amore a tutti gli uomini del
mondo a non ripetere il male fatto dai nazisti perché il
nazismo è stata un regime nefasto e orribile per l’umanità
intera. Infine, la poesia lancia il messaggio di evitare i lager e
di costruire una società che assicuri “cibo caldo e visi amici”.
Questo lavoro è stato fatto per la parte informatica e di super
visione al testo da Carmelo Santaera e per la parte letterariopoetica da Biagio Carrubba
Biagio Carrubba
Primo Levi
e
Questa bellissima poesia resterà valida per tutti perché ci
esorta a non dimenticare il passato che potrebbe ritornare e
quindi farci rivivere un’altra volta la disumanità dei nazisti e
la distruzione di tutti gli ebrei e i diversi.
Modica, 31 Agosto 2007
Biagio Carrubba