Tecnologie dell’informazione e della comunicazione per le

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TECNOLOGIE
DELL’INFORMAZIONE E DELLA
COMUNICAZIONE PER LE
AZIENDE
Materiale di supporto alla didattica
Tecnologie dell’informazione e
della comunicazione per le
aziende
CAPITOLO 2:
Sistemi di elaborazione e reti di
comunicazione
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Sistemi informativi, ICT e informatica aziendale
Sommario
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
3
Hardware
Software
Sistemi operativi per microelaboratori
Software applicativo
Classificazione degli elaboratori
Reti e architetture
Architetture di rete a livello intraziendale e
interaziendale
Internet
Sommario
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Sistemi informativi, ICT e informatica aziendale
Configurazione hardware
 Hardware: tutti i componenti tangibili di un
elaboratore.
 Unità centrali: CPU, memoria centrale
 Unità periferiche
– di input: tastiera, mouse ecc.
– di output: monitor, stampante ecc.
– di input/output: memorie di massa, modem,
schede di rete ecc.
4
2.1 - Hardware
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PC ed elaboratori della stessa
classe
 Desktop e tower case
 Notebook e laptop
 Palmtop o PDA
 Dumb terminal
 Network computer
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2.1 - Hardware
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Principio di funzionamento degli
elaboratori
 Processo IPOS (Input-Processing-Output-Storage)
–
–
–
–
6
Inserimento
Elaborazione
Presentazione dei risultati
Memorizzazione
2.1 - Hardware
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Struttura dell’unità centrale
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Unità Centrale e CPU – 2.1.1
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Componenti della CPU
 ALU
 CU
 Registri
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Unità Centrale e CPU – 2.1.1
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Misura delle prestazioni della
CPU
 MIPS (Misura del numero di istruzioni
eseguite per secondo)
 MHertz (Misura della frequenza di ripetizione
dei cicli del processore)
Khertz, Ghertz, …
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Unità Centrale e CPU – 2.1.1
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Bus
 Bus degli indirizzi
 Bus di controllo
 Bus dei dati
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Unità Centrale e CPU – 2.1.1
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RAM
 Random Access Memory
 In essa vengono conservati i dati in corso di
elaborazione e le istruzioni del programma in
esecuzione
 È detta detta anche memoria volatile
 La sua capacità si misura in MB (MegaByte)
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Unità centrale: memoria centrale – 2.1.2
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Memoria virtuale
 Porzione di una memoria di massa
 Velocizza il processo di elaborazione liberando
spazio in memoria centrale
 Il trasferimento da RAM a memoria virtuale
viene detto swap
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Unità centrale: memoria centrale – 2.1.2
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Cache memory
 Memoria di lavoro molto veloce e di dimensioni
contenute (512 kbyte negli attuali PC)
 Mantiene copia (buffering) degli ultimi dati
utilizzati dalla CPU.
 Quando la CPU richiede un dato, esso viene
cercato prima nei registri della CPU, poi nella
cache memory, quindi nella memoria centrale
e, infine, nella memoria virtuale
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Unità centrale: memoria centrale – 2.1.2
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ROM
 Read-Only Memory: memoria di sola lettura.
 Contiene parti essenziali del software di
sistema quali il BIOS (Basic Input/Output
System)
 Particolari tipologie di ROM sono:
– PROM, EPROM, EEPROM, FLASH
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Unità centrale: memoria centrale – 2.1.2
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Bit e Byte
 BIT: elemento minimo di memoria che può
cambiare stato (contenere informazione)
 BYTE: combinazione di 8 Bit. Elemento
minimo di memoria che può contenere un
carattere (lettera, numero o simbolo
tipografico)
 Tabella ASCII
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Unità centrale: memoria centrale – 2.1.2
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Interazione fra CPU e memoria
centrale
 Nell’unità centrale le istruzioni immesse
dall’utente vengono trattate come una
sequenza di cambiamenti di stato della
memoria centrale
 Una volta caricato l’intero programma nella
memoria centrale, l’unità di controllo prende in
considerazione il primo comando, lo interpreta
e ordina all’unità aritmetico-logica di eseguirlo
 Il processore registra quindi il risultato della
prima elaborazione nella memoria centrale e
prende in esame il comando successivo
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Unità centrale: memoria centrale – 2.1.2
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Esempio di norme di codifica
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Unità centrale: memoria centrale – 2.1.2
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Supporti più noti
 Servono a conservare permanentemente
grandi quantità d’informazioni
 Dischi magnetici
 Floppy disk
 Nastri magnetici o streamer
 Dischi ottici
 Smartcard
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Memoria di massa – 2.1.3
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Disco magnetico
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Memoria di massa – 2.1.3
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Floppy disk
 Rappresentano tuttora un supporto di
memoria diffuso nei microelaboratori
 Sono dischi magnetizzabili e flessibili protetti
da un rivestimento di plastica
 Formato 3,5 pollici
 Il loro funzionamento è simile a quello
illustrato per i dischi magnetici (accesso
semidiretto) ma hanno capacità di memoria
ridotta (1,44 MB)
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Memoria di massa – 2.1.3
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Nastri magnetici e streamer
 Sono costituiti da una pellicola di plastica
magnetizzata avvolta in bobine
 Streamer per i microelaboratori
 Hanno elevata capacità di memoria (anche
dell’ordine di diversi gigabyte)
 Accesso di tipo sequenziale
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Memoria di massa – 2.1.3
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Dischi ottici
 CD-ROM (Compact Disk-Read Only Memory)
 CD-R (CD registrabili) e CD-RW (CD
riscrivibili)
 MO (Magneto-Optical) e WORM (Write OnceRead Many)
 DVD (Digital Versatile Disk o spesso anche
Digital Video Disk)
 DVD-R (DVR Recordable) DVD-Ram e DVDRW rispettivamente per la scrittura unica e
per la riscrittura
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Memoria di massa – 2.1.3
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Smartcard
 Memory card
 Processor card
 Encription card
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Memoria di massa – 2.1.3
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Interfaccia o porta parallela
 Collegamento tra una sorgente di informazioni
e una destinazione, in cui il flusso di dati
avviene in parallelo, (più bit per volta)
 Le porte parallele vengono indicate con la sigla
LPT1, LPT2 ecc. e utilizzate prevalentemente
per la connessione di stampanti e scanner
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Periferiche di input e di output – 2.1.4
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Interfaccia o porta seriale
 Collegamento tra una sorgente di informazioni
e una destinazione, in cui il flusso di dati
avviene in sequenza, (un bit per volta)
 Offrono una connessione più sicura rispetto
alle porte parallele
 Le porte parallele vengono indicate con la sigla
COM1, COM2 ecc. e utilizzate in prevalenza
per la connessione di modem
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Periferiche di input e di output – 2.1.4
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Monitor
 Pixel
 Scheda grafica
 Due tecnologie:
– CRT (Cathodic Ray Tube)
– Cristalli liquidi
 Caratteristiche:
– Dimensione
– Risoluzione
– Frequenza di aggiornamento
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Periferiche di input e di output – 2.1.4
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Stampanti
 Ad aghi
 Laser
 A getto d’inchiostro
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Periferiche di input e di output – 2.1.4
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Tastiera
 Tutte le tastiere per PC oggi in commercio
sono del tipo “esteso” provvisto di 101 tasti
 La pressione di un tasto genera un codice
specifico che viene letto dal PC mediante un
componente software di base
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Periferiche di input e di output – 2.1.4
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Mouse
 È uno strumento di puntamento introdotto con
i sistemi operativi a interfaccia grafica
(Macintosh, Windows ecc.) per semplificare
l’invio dei comandi alla macchina
 Gestisce un cursore (normalmente
rappresentato da una piccola freccia) che si
muove sullo schermo e permette di impartire
ordini di attivazione premendo i tasti di cui è
dotato
 Ogni mouse è dotato di due dispositivi uno per
la selezione (tasti) e uno per il movimento del
cursore (pallina o tecnologia ottica)
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Periferiche di input e di output – 2.1.4
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Altri dispositivi di output
 Scanner: consente di acquisire testi e
immagini stampate su carta, trasformandoli in
formato digitale
 Video/fotocamere: utilizzate per catturare
filmati o immagini da elaborare o da
trasmettere
 Webcam: usate per trasmettere in diretta
riprese video attraverso la rete. La qualità è
piuttosto bassa perché ciò consente di ridurre
al minimo il flusso di dati
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Periferiche di input e di output – 2.1.4
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Classificazione del software
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Il software – 2.2
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Sistema operativo
 Insieme di programmi che permettono il
governo di un elaboratore
Principali compiti
 Gestione dei file
 Gestione delle componenti hardware
(processore, memoria centrale, memoria di
massa, periferiche di input e di output)
 Amministrazione delle istruzioni impartite
dall’utente e monitoraggio dello svolgimento
dei programmi;
 Gestione dell’interfaccia utente/sistema.
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Il software – 2.2
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Caratteristiche comuni ai sistemi
operativi per microelaboratori
 Gestione gerarchica dei file (file system)
 Interfaccia utente di tipo grafico (GUI,
Graphical User Interface)
 Possibilità di elaborazione batch ed
elaborazione interattiva
 Multitasking
 Multithreading
 Multiusing
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Sistemi operativi per microelaboratori– 2.3
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File e cartelle
 Ogni singolo oggetto archiviato in memoria di
massa viene definito file
 Un file può essere un programma eseguibile,
un documento di testo, un’immagine, un
filmato, una pagina Web, ecc.
 Molti sistemi operativi permettono di
organizzare i file creando dei “contenitori”
detti cartelle (directory), che consentono di
raggruppare logicamente file omogenei,
seguendo un ordine gerarchico
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Sistemi operativi per microelaboratori– 2.3
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Organizzazione gerarchica delle
directory
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Sistemi operativi per microelaboratori– 2.3
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Esempi di sistemi operativi
 Windows 95/98, Windows 2000 e Windows NT,
Windows XP sono tutte evoluzioni del sistema
operativo cosiddetto “a linee di comando” MSDOS di Microsoft.
 OS/2 di IBM
 Unix (HP, Sun, IBM, Siemens, …)
 Linux (Open source)
 Mac OS X (Apple)
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Sistemi operativi per microelaboratori– 2.3
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Linguaggi di programmazione
 Linguaggi
 Linguaggi
 Linguaggi
 Linguaggi
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imperativi (procedurali)
descrittivi di programmazione
orientati alle conoscenze
a oggetti
Programmazione – 2.3.1
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Linguaggi imperativi
 Basati su una serie di istruzioni a “struttura
sequenziale”
 Linguaggi procedurali sono una sottoclasse
che consente la codifica di un problema in una
forma derivata dal linguaggio specialistico
proprio di un dominio di conoscenza
 Sono quindi indipendenti dalla macchina
 Basic, C, Cobol, Fortran, Pascal
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Programmazione – 2.3.1
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Linguaggi descrittivi di
programmazione
 Sono per lo più linguaggi di interrogazione per
i sistemi di database
 Sintassi di facile apprendimento
 L’utente non deve indicare COME dev’essere
risolto un problema, ma deve soltanto
specificare COSA vuole ottenere
 Es. SQL, NATURAL, ACCESS BASIC
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Programmazione – 2.3.1
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Linguaggi orientati alle
conoscenze
 Hanno importanza nell’ambito dell’intelligenza
artificiale
 Le procedure automatizzate vengono descritte
in termini di regole logiche
 Una regola logica determina un rapporto di
causa-effetto tra una condizione (complessa) e
una conclusione
 PROLOG, LISP
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Programmazione – 2.3.1
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Programmazione a oggetti
(OOP)
 L’oggetto è l’elemento costitutivo essenziale di
tale approccio descritto dai dati e dalle
procedure (metodi) a esso applicabili
 Ogni oggetto appartiene ad una classe
(istanza della classe) che ne specifica
caratteristiche e funzionamento
 Possono essere definiti nuovi oggetti che
ereditano proprietà di classi esistenti
 Es. Smalltalk, C++
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Programmazione – 2.3.1
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Java
 Linguaggio di programmazione universale per
le applicazioni Internet e Intranet su OOP
 Il codice sorgente viene tradotto da un
compilatore in un codice intermedio (byte
code), concepito per essere trasmesso in rete
in modo efficiente e sicuro
 Il byte code è quindi trasmesso attraverso la
rete agli elaboratori remoti dove viene
interpretato ed eseguito dalla Java Virtual
Machine (JVM)
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Programmazione – 2.3.1
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Linguaggi di programmazione e
paradigmi
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Programmazione – 2.3.1
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Compilatori
 Traducono l’intero programma sorgente
attraverso un’unica elaborazione, generando il
cosiddetto codice eseguibile (codice oggetto)
 Individuano gli eventuali errori di sintassi
tramite l’operazione preliminare di debug
 Il programma viene poi integrato per mezzo di
un linker a particolari funzioni di utilità
archiviate in librerie
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Programmi traduttori – 2.3.2
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Interpreti
 Non generano alcun codice oggetto
archiviabile
 Ogni linea di codice viene interpretata ed
eseguita singolarmente tutte le volte che il
programma viene lanciato
 Permettono l’esecuzione di singole istruzioni
non appena queste vengono testate e
interpretate
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Programmi traduttori – 2.3.2
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Programmi di servizio
 Programmi di utilità per l’esecuzione di task
(compiti) orientati alla gestione del sistema
non assimilabili a vere e proprie funzioni
applicative.
 Principali tipologie:
– editor
– programmi di sorting
– altri programmi di utilità (back-up)
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Programmi di servizio – 2.3.3
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Software dedicato e software
standard
 Il software dedicato: sviluppato in funzione
delle richieste di uno specifico utente
(azienda), e di norma non può essere adottato
in altri reparti o realtà aziendali, se non a
seguito di modifiche sostanziali
 Software standard: applicazioni realizzate per
una molteplicità eterogenea di utenti e, spesso
per diverse classi di sistemi hardware e
software
47
Software applicaztivo – 2.4
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Esempio di foglio di lavoro
48
Software standard generico – 2.4.1
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Software standard specifico
 Pacchetti software orientati al supporto di
specifiche attività aziendali (es. gestione
vendite, produzione, magazzino, paghe e
stipendi ecc.)
 Unico database condiviso
 Organizzazione in moduli
 Compatibilità con altre applicazioni aziendali
 Indipendenza dalle piattaforme
 Interfaccia adattabile (customizzabile)
 Fonte di know-how
49
Software standard specifico – 2.4.2
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Software standard di settore
 Studiato e creato appositamente per le piccole
e medie imprese per soddisfare le esigenze di
specifici settori
 Si tratta per lo più di software per PC
 Es.
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Software standard di settore e software dedicato – 2.4.3
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Software dedicato
 Sviluppato all’interno dell’azienda o
commissionato a terzi quando:
– non esiste alcun software standard per la risoluzione
di determinate problematiche;
– le condizioni generali escludono l’utilizzo di software
standard (es. perché la piattaforma hardware non è
compatibile con i software standard esistenti).
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Software standard di settore e software dedicato – 2.4.3
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Classi di elaboratori
 Elaboratori di grosse dimensioni (mainframe
o host)
 Sistemi di medie dimensioni e workstation
(midrange-system o minielaboratori)
 Microelaboratori (pc)
 Super-computer
– Computer per il controllo (special-purpose)
 Network computer
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Classificazione degli elaboratori – 2.5
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Elaboratori di grosse dimensioni
 Elevata velocità di elaborazione in
multitasking, multiusing e multithreading
 Collegati a potenti unità di controllo o
terminali front-end
 Nodi centrali di reti a stella
 Collegati in rete per massimizzare prestazioni
e affidabilità (es. architettura SNA, System
Network Architecture di IBM)
 Sistemi proprietari
 Downsizing
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Mainframe – 2.5.1
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Sistemi midrange
 Utilizzati come elaboratori dipartimentali
(“piccoli” elaboratori centrali a livello di singole
divisioni o di medie imprese) oppure come
workstation (elaboratori ad alte prestazioni
utilizzati da singoli utenti come postazioni di
lavoro)
 Performance espresse in MIPS spesso
superano quelle degli host
 Spesso configurate con il sistema operativo
UNIX e utilizzate per supportare complessi
processi di calcolo in ambito tecnico-scientifico
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Sistemi di medie dimensioni – 2.5.2
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Obiettivi delle reti di computer
 Condivisione
 Condivisione
 Condivisione
 Condivisione
sicurezza
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dei
dei
del
dei
carichi e delle prestazioni
dati
software
dispositivi di controllo e di
Reti e architetture – 2.6
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Elementi fondamentali
 L’elaboratore stesso, compresi i dispositivi
fisici di rete (scheda di rete o modem), e il
software di rete necessario per gestirli
 Linee di comunicazione
 Protocolli
 Generalmente il software per la gestione delle
comunicazioni in rete fa parte del sistema
operativo (es. NetBEUI della Microsoft) o può
essere installato in seguito (es. NetWare della
Novell)
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Componenti delle reti di comunicazione – 2.6.1
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Tipologie di mezzi trasmissivi
 Doppino in rame
 Cavi coassiali
 Fibre ottiche
 Satelliti
 Wireless
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Componenti delle reti di comunicazione – 2.6.1
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Il modello ISO-OSI
 Inquadra e definisce i molteplici e complessi
aspetti della trasmissione di dati tra sistemi
eterogenei scomponendo il processo di
comunicazione in sette livelli gerarchici
–
–
–
–
–
–
–
58
Fisico
Collegamento
Rete
Trasporto
Sessione
Presentazione
Applicazione
Verso la standardizzazione: il modello di riferimento ISO-OSI per i protocolli e servizi di rete – 2.6.2
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Protocolli del livello di trasporto
 TCP/IP (Transmission Control
Protocol/Internet Protocol): su di esso si fonda
la rete Internet
 IPX/SPX (Internetwork Packet Exchange /
Sequenced Packet Exchange) implementato
nei sistemi di rete Netware della Novell
 NetBEUI (NetBios Enhanced User Interface)
sviluppato per reti MS-Windows
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Verso la standardizzazione: il modello di riferimento ISO-OSI per i protocolli e servizi di rete – 2.6.2
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Reti LAN
60
Reti locali – 2.6.3
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Wide Area Network
 Connettono elaboratori su vaste aree
geografiche
 Principali tipologie:
–
–
–
–
reti telefoniche
reti dedicate
reti fonia-dati
reti digitali per servizi integrati: reti ISDN
(Integrated Services Digital Network) e reti ADSL
(Asymmetric Digital Subscriber Line)
– reti wireless
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Reti geografiche – 2.6.4
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Sistema cellulare
 Si basa sulla suddivisione dell’intero spazio
geografico coperto in piccole aree denominate
celle, al cui interno è collocata una stazione
ricetrasmittente che si occupa di gestire le
comunicazioni con le stazioni mobili delle celle
adiacenti
 La stazione ricetrasmittente dell’impianto
gestisce, in particolare, sia l’insieme di
frequenze che il sistema assegna alla propria
cella, sia la “comunità” di utenti presenti al
suo interno
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Mobile technology – 2.6.5
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La prima generazione di reti
wireless
 Primo standard di rete cellulare che ha reso
possibile la diffusione di massa dei dispositivi
mobili è stato, a partire dai primi anni ottanta,
il cosiddetto Total Access Cellular System,
TACS
 È un sistema di comunicazione mobile di tipo
analogico che consente di veicolare
esclusivamente il traffico voce
 Meccanismo di attribuzione delle frequenze
statico
 Incompatibilità fra sistemi di paesi diversi
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Mobile technology – 2.6.5
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La seconda generazione di reti
wireless
 Global System for Mobile Communication,
GSM
 Offre migliore qualità della trasmissione,
maggiore copertura in termini di utenze,
maggiore riservatezza delle comunicazioni e
possibilità di integrare segnali di natura
differente (dati e voce) all’interno di un’unica
infrastruttura di rete
 Definizione di un unico standard di
comunicazione
 Separazione fra utenza e dispositivi grazie alle
SIM card
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Mobile technology – 2.6.5
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Tra la seconda e la terza
generazione di reti wireless
 High Speed Circuit Switched Data (HSCSD)
 General Packet Radio Service (GPRS)
 Enhanced Data rates for Global Evolution
(EDGE)
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Mobile technology – 2.6.5
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La terza generazione di reti
wireless e la banda larga
 Processo di standardizzazione promosso
dall’International Telecommunication Union
(ITU),International Mobile
Telecommunications-2000 (IMT-2000)
 La soluzione europea UMTS (Universal Mobile
Telecommunication System) fa parte di una
famiglia di sistemi differenti ma
sufficientemente compatibili
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Mobile technology – 2.6.5
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Architettura client/server
 Paradigma o modello di interazione tra
procedure informatiche eseguite
simultaneamente
 Approccio concettuale che consiste nella
scomposizione delle applicazioni in un certo
numero di funzioni di servizio eseguite su una
o più piattaforme hardware (client), che
svolgono un compito ben definito, in
collegamento con i servizi comuni forniti dalle
funzioni del server.
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Architetture di rete a livello aziendale e interaziendale – 2.7
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Architetture client/server
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Architetture di rete a livello aziendale e interaziendale – 2.7
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Dispositivi d’accesso
 Gateway
 Firewall
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Architetture di rete a livello aziendale e interaziendale – 2.7
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Architettura di Internet
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Internet – 2.7
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Funzionamento di Internet
 I dati in uscita da un computer collegato a
Internet vengono frammentati (grazie al
protocollo TCP) in “pacchetti” ai quali vengono
aggiunte una serie di informazioni necessarie a
identificare in modo univoco il computer
“mittente” e quello “destinatario”
 Il computer destinatario ricompone i
“pacchetti” e ne verifica l’integrità
 Router
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La famiglia dei protocolli TCP/IP – 2.8.1
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Trasmissione dei dati in Internet
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La famiglia dei protocolli TCP/IP – 2.8.1
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Nomi di dominio
 DNS
 Sono ordinati secondo una struttura erarchica
al cui vertice vi sono i cosiddetti Top Level
Domain (TLD, o domini di primo livello), a loro
volta classificabili in:
– domini generici come com, edu, gov, org, aero,
biz, coop, info, museum, name, pro
– domini Paese o CCTLD (Country Code Top Level
Domains) come it, de, fr, uk, us ...
 Ogni dominio può generare più sottodomini
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La famiglia dei protocolli TCP/IP – 2.8.1
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Assegnazione dei nomi di
dominio
 La IANA (Internet Assigned Numbers
Authority) delega a specifiche istituzioni,
denominate Registration/Naming
Authorities, l’assegnazione dei domini di
secondo livello che a loro volta autorizzano
una serie di fornitori di servizi Internet
denominati provider/mantainer alla
distribuzione dei domini stessi.
 In Italia l’organismo responsabile
dell’assegnazione dei nomi a dominio e della
gestione dei registri per il CCTLD “it” è il NIC
Italia (http://www.nic.it)
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La famiglia dei protocolli TCP/IP – 2.8.1
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Il Web
 Dal punto di vista dell’utente finale il Web
consiste di un insieme di documenti, chiamati
pagine o ipertesti, ospitati da diverse
macchine server distribuite sulla Rete
 Ogni pagina può contenere dei puntatori (link
o collegamenti) ad altre pagine che si
trovano sul medesimo o su un altro server
 L’utente può accedere a una pagina indirizzata
da un link semplicemente facendo clic con il
mouse
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Il World Wide Web – 2.8.2
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Componenti dell’architettura
Web
 Le pagine vengono visualizzate da un programma client
chiamato browser (Explorer, Netscape, Opera ecc.)
 Ciascun server Web ha un processo TCP in “ascolto” su
una porta logica (tipicamente la porta 80), e attende
le connessioni in arrivo dai client
 Il protocollo che definisce le richieste e le risposte è
chiamato HTTP (Hyper Text Transfer Protocol)
 Il client richiede una risosrsa tramite un URL (Uniform
Resource Locator) es. http:/www.aisnet.org/index.html
 L’URL viene scomposto in tre parti: il protocollo
applicativo (HTTP), il nome della macchina in cui si
trova la pagina (www.aisnet.org) e il nome del file che
contiene la pagina (index.html)
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Il World Wide Web – 2.8.2
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Sistemi informativi, ICT e informatica aziendale
HTML
 È l’acronimo di Hypertext Markup Language
un linguaggio descrittivo che permette di
indicare come disporre gli elementi all’interno
di una pagina attraverso l’uso di appositi
marcatori, detti tag
 La pagina Web più elementare è statica
 Questo comporta notevoli restrizioni come,
per esempio, l’impossibilità di ottenere
interattività
 Per sopperire a tali limitazioni sono nate
tecnologie supplementari sia dal lato client
(VbScript, Javascript, ecc.) sia dal lato server
(Asp, Php, ColdFusion, ecc.)
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Il World Wide Web – 2.8.2
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Posta elettronica
 L’indirizzo è di norma assegnato dal fornitore
di connettività o da uno specifico fornitore che
assegna all’utente uno spazio sul suo disco
rigido, nel quale vengono depositati
automaticamente i messaggi che a esso sono
indirizzati.
 Questo significa che non vi è necessità di una
costante connessione alla Rete in attesa di
messaggi in entrata
 Struttura di un indirizzo:
– [email protected]
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La posta elettronica e le altre applicazioni– 2.8.3
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Altre applicazioni Internet




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Ftp, File Transfer Protocol
Newsgroup
Telnet
Servizi Peer-to-Peer (P2P)
La posta elettronica e le altre applicazioni– 2.8.3