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Il Canzoniere
Rerum volgarium fragmenta
Il Canzoniere - 1
• Esistono due codici, in gran parte autografi, conservati nella
Biblioteca Apostolica Vaticana
• Le prime liriche risalgono al 1337, quando si stabilì a Valchiusa
• Al 1342 risale la cosiddetta «prima» forma del Canzoniere, il primo
nucleo unitario del suo libro poetico
• Nel 1348 muore Laura, vittima della peste; il lutto assume un forte
valore simbolico: la scomparsa della donna diventa il segno della
fine di un’epoca e lo spinge ad avviare un bilancio della propria
esperienza umana e intellettuale. E’ il momento della cosiddetta
«mutatio animi», «trasformazione dell’animo». L’opera prende
forma di libro organizzato su criteri cronologico tematici
• Continuerà la sua scrittura fino alla morte, nel 1374
La struttura
• 366 componimenti poetici, distribuiti in due parti:
– «in vita» ( 1-263)
– «in morte» (264-366) di Laura,
– le due parti sono divise da un intervallo di quattro
pagine bianche
• I 366 testi corrispondono ai giorni di un anno
bisestile: è una durata simbolica, perché l’anno
delle 366 liriche-giorni sintetizza il senso di una
vita intera, che dall’errore giovanile perviene al
pentimento, attraverso le fasi della vergogna e del
pentimento (1° sonetto)
La struttura circolare
• Il percorso però non è lineare ma procede per
scatti in avanti e ritorni indietro, secondo un
movimento curvilineo: P continua fino alla fine a
sentirsi attratto dai valori terreni senza riuscire a
raggiungere la salvezza, se non raccomandandosi
alla Vergine Maria
• La struttura circolare è testimoniata dai legami di
parole ed espressioni tra il sonetto d’apertura e la
canzone alla Vergine che conclude
L’amore per Laura
• Il filo conduttore è l’amore di Francesco per
Laura, sempre inappagato e tormentato
• Si rivela un’esperienza contraddittoria,
all’insegna dell’errore, dell’attrazione verso i
valori terreni e dell’aspirazione al loro
superamento
• Anche dopo la morte di Laura il ricordo di lei
domina l’animo del poeta, che però sente sempre
più il trascorrere del tempo, che porta via tutti i
beni terreni
Il sonetto iniziale
• In Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono il poeta invita i
lettori a seguire il percorso della sua esperienza, che va
dalla pentimento per il «primo giovenile errore» alla
vergogna per gli atti compiuti in preda alla passione, e si
conclude con l’amara consapevolezza che «quanto piace al
mondo è breve sogno».
• Traccia un bilancio negativo della sua schiavitù amorosa e
manifesta la sua predisposizione all’analisi psicologica, allo
scavo interiore, ponendo l’accento sul conflitto tra
sentimenti contrastanti e sull’incapacità di dominarli
nonostante avverta l’urgenza di farlo.
• Attraverso il tema dell’amore per Laura si esprime l’io del
poeta in un processo di autoanalisi
Laura
• Laura è simbolo più che donna reale, è una
presenza-assenza che attraversa il libro e che
ossessiona la mente dell’amante:
– in tutta la prima parte la donna non viene mai
chiamata con il suo nome, anche esso si nasconde
e riecheggia in immagini e suoni sostitutivi
(l’aura, la brezza)
– Il ritratto non è mai completo, ma si dà solo per
parti corporee che stanno per il tutto: i capelli, gli
occhi, le belle membra
Evoluzione del personaggio di Laura
• Il personaggio di Laura è soggetto a una costante
metamorfosi, che rispecchia i diversi aspetti di Amore
– Nella prima parte prevale l’idea di una donna-nemica e
una concezione dell’amore come passione sensuale e
distruttiva
– A partire dalla canzone 70 si affianca un’immagine dai
tratti stilnovistici: i rifiuti di Laura sono un incentivo a
volgersi alla bellezza eterna
– Dopo la morte di Laura prevarrà la figura di una Laura»beatrice», cioè un’immagine positiva della donna: il
ricordo della sua bellezza e della sua onestà può pacificare
l’animo tormentato dell’amante, consolandolo e
guidandolo sulla via del ravvedimento spirituale.
La funzione simbolica della natura
• La lirica petrarchesca è ricca di richiami al
paesaggio e alle cornici naturali, che sono
strettamente connessi con lo spirito delle
liriche di cui fanno parte
• Essi sono tuttavia privi di concretezza
realistica e collocati non in uno spazio preciso
ma in una dimensione interiore
Elementi retorici e stilistici
• Le figure attraverso le quali P rappresenta il suo
conflitto interiore sono:
– Antitesi: esprime la perenne oscillazione del poeta tra stati
d’animo opposti attraverso coppie di sostantivi o verbi
semanticamente contrastanti (riso/pianto, pace/guerra)
– Ossimoro: colloca in un medesimo nesso sintattico,
elementi di significato opposto (l’amore è «dolce pena»)
• Frequenti sono anche i chiasmi («fiere selvagge e
mansuete gregge»: sost+agg/agg+sost), gli
enjabement, le metafore, le perifrasi (esprimo il
pensiero con un giro di parole), le allitterazioni
(ripetizione di lettere, gruppi o sillabe in più parole o
versi successivi)
La sintassi
• È semplice ma nasconde una grande sapienza
costruttiva fondata su richiami strutturali e semantici;
prevale la paratassi(la coordinazione nel periodo)
• Ampio uso di
– Polisindeti: uso di ripetute congiunzioni coordinanti
– Endiadi: es «in pace e in porto», in porto tranquillo
– Dittologie sinonimiche: usare contemporaneamente due
sinonimi o termini semanticamente molto simili es. «a
passi tardi e lenti»
• Numerosi i giochi fonosimbolici basati sul nome di
Laura
Le scelte lessicali
• Accurata selezione dei vocaboli: individuati
3275 lemmi
• Il lessico, pur limitato, è tuttavia molto mobile
sul piano semantico grazie al sistematico
ricorso alla polisemia
• Anche le parole più concrete, appartenenti al
mondo vegetale e animale, sono sottoposte a
un processo di rarefazione e trasformazione
metaforica