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Publio Elio Traiano Adriano
In carica: 11 agosto 117 – 10 luglio
138
Nascita: Italica, 24 gennaio 76
Morte: Baia, 10 luglio 138
Dinastia: Antonini
Adottivi: Lucio Elio Cesare Antonino
Pio
Publio Elio Traiano Adriano, noto come
Adriano è stato un imperatore romano
della che regnò dal 117 alla sua morte.
Fu uno dei "buoni imperatori" secondo
lo storico Edward Gibbon.
ORIGINI FAMILIARI
Sulla nascita di Adriano le fonti non
concordano: alcune sostengono che nacque a
Roma dove il padre stava svolgendo importanti
funzioni pubbliche, altre che nacque a Italica, a
7 km da Siviglia, in Hispania Baetica; la sua
famiglia era originaria della città picena di
Hatria, l'attuale Atri, ma si insediò ad Italica
subito dopo la sua fondazione ad opera di
Scipione l'africano.
GIOVINEZZA & ASCESA AL
TRONO
Dopo che l'imperatore Nerva ebbe nominato Traiano suo successore,
presentandolo in senato nel 97, la carriera di Adriano fu notevolmente agevolata.
Le cariche accumulate nel cursus honorum del futuro imperatore furono
numerosissime. Per tre volte ricoprì la carica di tribuno militare presso una
legione in Pannonia e in Germania. Fu anche questore, tribuno della plebe e
pretore.
Adriano non fu mai adottato ufficialmente, tramite la presentazione in senato.
Adriano, salito al trono, allontanò dai luoghi di potere gran parte del seguito e
dell'amministrazione di Traiano, dei quali aveva fatto parte anche lui, compresi i
vertici militari.
IL PRINCIPATO
Sia i militari che i senatori trassero notevoli
benefici dall’arrivo del nuovo imperatore: i primi
ricevettero il tradizionale donativo in misura più
cospicua che in passato e anche i membri del
senato ebbero dei vantaggi.
La fulmineità dell'ascesa al potere, accompagnata
dall'eliminazione fisica dei principali potenziali
dissidenti o concorrenti, portò ad un insediamento
rapido, seguito da un continuo rafforzamento che
durò per tutto il ventennio in cui Adriano rimase al
potere. Fu uno degli imperatori morti naturalmente
e non eliminati violentemente in una congiura.
Anche la designazione del successore non furono
ostacolati.
POLITICA INTERNA E
AMMINISTRAZIONE
Altro caposaldo della sua politica fu l'idea di ampliare, quando possibile, i
livelli di tolleranza.
L'intervento sulla struttura amministrativa dell'impero fu radicale. Diede spazio
e importanza a nuovi funzionari provenienti dalla classe dei cavalieri.
Le carriere furono determinate, così come le retribuzioni e la pubblica
amministrazione divenne più stabile essendo meno soggetta ai cambiamenti
connessi con l'avvicendarsi degli imperatori. Attento amministratore, Adriano
pensò anche a tutelare nel migliore dei modi gli interessi dello stato con
l'istituzione dell'advocatus fisci cioè una sorta di avvocatura dello Stato che si
occupasse di difendere in giudizio gli interessi delle finanze pubbliche (fiscus).
LA PORTA DI ADRIANO
La Porta di Adriano, ad
Adalia, Turchia meridionale,
costruita per celebrare la
visita dell'imperatore
avvenuta nel 130.
Appena il suo potere fu
sufficientemente
consolidato, Adriano
intraprese una serie di
viaggi in tutto l'Impero:
Gallia, Germania, Britannia,
Spagna, Mauritania.
.
LA PROVINCIA DI GIUDEA
Il problema della Giudea si era manifestato in tutta la sua gravità, nel 66,
quando le truppe di Cestio Gallo, governatore della Siria, furono duramente
sconfitte con perdite rilevantissime.
Il tutto ad opera di truppe che non si potevano tecnicamente definire
all'altezza di quelle romane.
Il che dimostra la fortissima motivazione dei combattenti Giudei e, in
particolare degli Zeloti.
Il problema era strutturale, dato che gli abitanti della Giudea rifiutavano
decisamente la romanizzazione, sia per motivi nazionalistici che per motivi
religiosi.
Nel 132 divampò la terza guerra giudaica.
Le perdite dei romani furono tanto pesanti. Nel 135 dopo aver soffocato la
ribellione e devastato la Giudea Adriano tentò di sradicare l'Ebraismo.
Era evidente che l'impero non poteva permettersi di mantenere in vita un
potenziale focolaio di ribellione in un'area così delicata.
POLITICA ESTERA
Il regno di Adriano fu
caratterizzato da una generale
pausa nelle operazioni
militari.
Egli abbandonò le conquiste
di Traiano in Mesopotamia.
Le frontiere più turbolente
furono rinforzate con opere
di fortificazione permanenti,
la più famosa delle quali è il
possente Vallo di Adriano in
Gran Bretagna.
ARTE E CULTURA
Adriano protesse notevolmente l'arte essendo
egli stesso un fine intellettuale, amante delle
arti figurative, della poesia e della letteratura.
Villa Adriana a Tivoli fu l'esempio più
notevole di una dimora immensa costruita
con passione.
Anche a Roma il Pantheon, costruito da
Agrippa, fu re-instaurato, edificato
nuovamente, sotto Adriano e con la forma
definitiva che tuttora conserva.
Adriano fu un umanista profondamente
ellenofilo nei gusti, amico di filosofi greci
come lo stoico Epitteto. Studiò le filosofie
platoniche ed epicuree e la lingua greca.
Antonino Pio
In carica: 138 – 161
Nascita: Lanuvio, 19 settembre 86
Morte: Lorium, 7 marzo 161
Adottivi: Marco Aurelio
Dinastia: Antonini
Antonino Pio visse in un momento
cruciale della storia di Roma: l'apogeo
dell'impero o il cosiddetto secolo
d'oro. Gli imperatori che regnarono
durante questo secolo, prendono il
nome proprio da lui, che regnò
all'incirca a metà di questo periodo.
ASCESA E ADOZIONE DA PARTE
DI ADRIANO
Gli ultimi anni di Adriano furono angustiati da una dolorosa malattia e
dal problema della successione. Adriano adottò allora uno dei consoli
per il 136, Lucio Ceionio Commodo, che prese il nome di Lucio Elio
Cesare. Adriano morì e la scelta del suo successore cadde allora su Tito
Aurelio Fulvio Boionio Arrio Antonino, che a sua volta adottò il
giovane figlio di Lucio Elio Cesare e il nipote di sua moglie (che
sarebbe stato noto come Marco Aurelio Vero, ossia il futuro imperatore
Marco Aurelio). Il motivo per cui egli aveva scelto Antonino tra gli
altri candidati senatori fu la sua parentela con Marco Aurelio.
Gli INIZI
Antonino fu adottato da Adriano il 25 febbraio 138,
ricevendo la potestà tribunizia e l'imperium; come
da accordo adottò a sua volta Marco Aurelio e
Lucio Vero.
Uno dei primi atti ufficiali di governo (acta) fu la
divinizzazione del suo predecessore, alla quale si
oppose fieramente tutto il senato, che non aveva
dimenticato che Adriano aveva diminuito l'autorità
dell'assemblea e ne aveva mandato a morte alcuni
membri.
Alla fine si giunse ad un compromesso: il senato
non si sarebbe opposto alla divinizzazione del
defunto imperatore ma Antonino avrebbe abolito
l'organo di governo dell'Italia formato dai quattro
giudici circoscrizionali.
POLITICA ECONOMICA
Antonino fu un ottimo gestore dell'economia
dell'Impero e, nonostante le numerose campagne
edilizie, riuscì a lasciare ai suoi successori un
patrimonio di oltre due miliardi e mezzo di
sesterzi, segno evidente dell'ottima cura con cui
resse le redini dello stato. Tuttavia il suo regno fu
tutto tranne che eccessivamente parsimonioso.
Egli infatti aumentò le elargizioni alla plebe di
Roma, e continuò l'opera del suo predecessore nel
campo dell'edilizia (furono costruiti ponti, strade,
acquedotti in tutto l'impero).
AMMINISTRAZIONE GIURIDICA
Nell'amministrazione generale dell'impero, e particolarmente in campo legale,
Antonino seguì nelle grandi linee gli indirizzi di Adriano. Sotto il suo regno ci fu il
riconoscimento giuridico formale della distinzione tra le classi superiori
(honestiores) e le altre (humiliores).
Distinzione espressa nelle diverse pene a cui le classi erano soggette.
Sempre in campo giuridico è interessante una norma che migliorava la condizione
degli schiavi.
Egli rinnovò l'incarico anche per sei o nove anni ai governatori delle province più
capaci e che prestava particolare attenzione ai reclami giuridici verso i suoi
procuratori del fisco nelle province.
POLITICA ESTERA
Pose sul trono d'Armenia il re filo-romano
Soemo. Fu arbitro nelle contese tra i vari
sovrani. Rifiutò seccamente di restituire al re
dei Parti il trono regale che era stato preso
come parte del bottino da Traiano e ridiede il
governo del Bosforo a Remetalce, odierna
Crimea, dal 131 al 153, risolvendo le
pendenze che questi aveva con Eupatore. Il
suo prestigio presso i popoli stranieri,
insomma, fu senza precedenti, in virtù
soprattutto del fatto che amò sempre la pace.
Operazioni militari
1.In Britannia, tra il 141 e il 143 è costruito un nuovo muro, tra
l'estuario del Clyde e quello del Forth (37 miglia), dunque più a nord
di quello di Adriano.
2.Lungo il limes germanico-retico, con un ulteriore avanzata verso
nord-est del tratto finale che conduceva al Danubio
3.In Egitto, verso il 142-144, scoppia una sollevazione,
verosimilmente di origine economica, che venne poi repressa.
4.Nelle Mauretanie, verso il 145, sono segnalati dei disordini: essi
rendono necessario l'intervento di rinforzi prelevati sulle frontiere
renana e danubiana. Il risultato fu quello di cacciare le popolazioni
locali nella parte occidentale del paese.
5.In Dacia, verso il 156-157, sono organizzate spedizioni militari per
sopprimere una sollevazione. Per questi successi sembra si meritò il
titolo di Dacicus.
MARCO AURELIO
Nascita: Roma, 26 aprile 121
Morte: Vienna, 17 marzo 180
Dinastia: Antonini
Figli Adottivi: 13 fra cui Commodo
e Lucilla Marco Annio Catilo Severo,
ovvero Marco Aurelio, nacque da
una nobile famiglia che dichiarava
di risalire a Numa Pompilio
e a Malemmio re dei Salentini.
GIOVINEZZA E ASCESA AL TRONO
Fin dalla fanciullezza Marco si vestì e
si comportò come i filosofi. Adriano
stesso, che stravedeva per i Greci, si
occupò della sua educazione,
facendogli studiare retorica e dirit-to,
nominandolo cavaliere a sei anni e
facendolo entrare nel collegio dei Salii
a otto. A quindici anni assunse la toga
virile e si fidanzò per volere di Adriano
con la figlia di Lucio Elio Cesare, il
figlio adottivo dell'imperatore.
DUE IMPERATORI
Appena eletto imperatore Marco Aurelio
associò al comando il fratello adottivo
Lucio Aurelio Vero Commodo. Per la
prima volta ci furono due Augusti.
Certamente Marco non aveva fiducia nel
fratello, ma riteneva suo dovere
assecondare il desiderio di Adriano. Ma la
Dea Fortuna non fu dalla parte del nuovo
imperatore: il Tevere straripò distruggendo
case, gente e bestiame, provocando una
gravissima carestia. Entrambi gli
imperatori si prodigarono generosamente e
anche personalmente, ma nuovi imprevisti
colpirono l'impero.
LE GUERRE
Nel 162 d.c. la cacciata del governatore della
Siria fece scoppiare la guerra contro i Parti.
Intanto i Catti invadevano la Germania e la
Rezia e in Britannia covava la ribellione.
Marco Aurelio mandò in Germania e
Britannia i valorosi generali Calpurnio
Agricola e Aufidio Vittorino. Contro i Parti,
che avevano invaso l'Armenia sconfiggendo
due eserciti imperiali, mosse invece un
potente esercito comandato da Lucio Vero.
Questi però invece di comandare l'esercito,
trascorreva il tempo negli svaghi. Marco
sopportò pazientemente e comunque la
spedizione fu un successo grazie al generale
Stazio Prisco. L'Armenia fu occupata e
trasformata in protettorato. Entrambi gli
imperatori celebrarono il trionfo nel 166.
AMMINISTRAZIONE
Affidò ai Senatori incarichi e funzioni giudiziarie. Concesse a chiunque di
prendersi dei procuratori senza specificarne il motivo, mentre prima, in base alla
legge Pretoria, ciò era obbligatorio solo per gli irresponsabili e i pazzi. Perseguitò i
calunniatori che avevano lo scopo di ottenere la quarta parte dei beni delle vittime
denunciate. Tentò nuove vie commerciali, anche presso l'Imperatore Cinese nel
166. Fece arruolare i gladiatori nell'esercito per toglierli dalla schiavitù e limitare i
divertimenti. Istituì l’anagrafe: ogni cittadino romano dove registrare i figli entro
trenta giorni dalla nascita. Restaurò le vie di Roma e le strade provinciali
controllando i rifornimenti annonari.
LE NUOVE GUERRE
Nel 167 scoppiò una nuova rivolta in Germania ad opera dei Marcomanni. Proprio mentre i
due imperatori stavano per partire per il fronte di battaglia scoppiò a Roma una grave
pestilenza. Le vittime furono migliaia. Le legioni di confine avevano subito due sconfitte e
i barbari avevano assediato Aquileia. La marcia verso il Nord scoraggiò i ribelli che si
ritirarono, ma i due imperatori valicarono le Alpi per difendere l'Italia e l'Illirico. Nei pressi
di Venezia, mentre viaggiava in carrozza con fratello, Lucio Vero morì improvvisamente di
infarto. Dopo la morte del fratello Marco Aurelio governò più serenamente. La guerra
aveva dissanguato l'erario per cui Marco mise generosamente all'asta nel foro di Traiano
preziosi oggetti personali. Alla fine della guerra, risanò il bilancio.
L'ARTE
La Colonna di Marco Aurelio è un
monumento di Roma, eretto tra il 176
e il 192 per celebrare le vittorie
dell'imperatore romano. La colonna,
che era alta 29,617 metri, è ancora
nella sua collocazione originale
davanti a Palazzo Chigi e dà il nome
alla piazza nella quale sorge, piazza
Colonna.
Molto famosa, ma più tradizionale, è
invece la statua equestre di Marco
Aurelio, modello delle statue equestri
rinascimentali e uno dei pochi
monumenti di Roma antica rimasti
sempre visibili fino ai nostri tempi.