«Non vi chiamo più servi, ma amici». (Gv 15,15)

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Transcript «Non vi chiamo più servi, ma amici». (Gv 15,15)

La «speranza dell’immortalità»
(Sap 3,4):
la morale della sapienza biblica greca
ἡ ἐλπὶς αὐτῶν ἀθανασίας πλήρης
www.awodka.net/m141/
Sap 13,3-4.13.16-18
La Sapienza manifesta la sua nobile origine
vivendo in comunione con Dio,
poiché il Signore dell'universo l'ha amata;
infatti è iniziata alla scienza di Dio e discerne le sue opere.
Grazie a lei avrò l'immortalità
e lascerò un ricordo eterno a quelli che verranno dopo di me.
Ritornato a casa, riposerò vicino a lei,
perché la sua compagnia non dà amarezza,
né dolore il vivere con lei, ma contentezza e gioia.
Riflettendo su queste cose dentro di me
e pensando in cuor mio che
nella parentela con la sapienza c'è l'immortalità
e grande godimento vi è nella sua amicizia…
andavo cercando il modo di prenderla con me.
Oggi
Lezione 7:
Ancora sulla forma del Libro della Sapienza
epidissi – protrettica - parenesi
Lezione 8:
Sapienza 1,1–6,22: messaggio morale
Sapienza: un encomium - elogio
 Genere



epidittico
1,1–6,21: esordio
6,22–9,18: elogio
10,1–19,22: esempio
Genere epidittico
far riflettere più che a informare
Epidissi, Epideixis, ἐπιδείξις - dimostrazione,
pubblicità (ἐπιδείκνυμι - mostrare, ostentare)
 Il procedere epidittico - tre momenti strategici:




In principio il retore, in merito alla questione, attinge i
suoi argomenti da una serie di tópoi e pone domande
tipo all'interlocutore.
Una volta richiesto e ottenuto l'assenso dei convenuti
ed esposti i fatti, il retore procede con la confutazione
della tesi dell'avversario.
L'esito dell’epidissi è un tirare le somme dei
ragionamenti fatti, cioè, trarre le necessarie conclusioni.
πρότρεψις - protressi?
La retorica pro-treptica è una forma di
esortazione didattica.
Il protrettico (lógos protreptikós – “esortazione”):
un genere letterario, utilizzato solitamente per
invitare all’esercizio della vita filosofica.
La protressi (πρότρεψις)
e la parenesi (παραίνεσις)
si presentano come stili esortativi quasi sinonimici,
nei discorsi dei filosofi morali.
Sapienza: discorso protrettico?
Il libro della Sapienza
sarebbe una forma di esortazione didattica
presente nella filosofia greca.
È un tipo di argomentazione che spesso esprime
una preoccupazione sul controllo dell’universo,
un’attitudine critica circa le filosofie di vita
alternative, una grande erudizione generale.
È un invito a seguire
come stile di vita
una filosofia significativa.
Protrettica
Nel contesto di scontro ideologico
tra israeliti ed egiziani,
le ragioni dell’autore animano i giudei
ad apprezzare le loro tradizioni religiose
e dichiarano la superiorità
della morale giudaica su quella greca.
Inoltre, si giustificano le azioni di Dio
nella storia di Israele e il lettore si impressiona
con un’erudizione di carattere enciclopedico.
Addison G. Wright
Simmetria?
 A.
Wright ha dimostrato che
il testo nelle intenzioni dell’autore
è caratterizzato da una
precisa simmetria:
si può suddividere il libro in due parti
composte da 251 versi poetici ognuna.
Addison G. Wright
Simmetria?
Cerchi concentrici
Sap 1,1-6,22

Creazione ed escatologia
Sap 1,13-15 e 2,21-24 = una rilettura di Gen 1–3
Non affannatevi a cercare la morte con gli errori della vostra vita,
non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani,
… perché Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono portatrici di salvezza,
in esse non c'è veleno di morte,
né il regno dei morti è sulla terra.
La giustizia infatti è immortale (Sap 1,13-15)
Sap 1,1-6,22

Creazione ed escatologia
Sap 1,13-15 e 2,21-24 = una rilettura di Gen 1–3
«…Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
la loro malizia li ha accecati.
Non conoscono i misteriosi segreti di Dio,
non sperano ricompensa per la rettitudine
né credono a un premio per una vita irreprensibile.
Sì, Dio ha creato l'uomo per l'incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
Ma per l'invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono (Sap 2,21-24)
Creazione ed escatologia
1,12-16 La morte è opera del peccato
L’uomo è stato creato per l’immortalità,
intesa come vita senza fine in Dio.
L’autore non parla qui della morte fisica,
ma di quella che è provocata dal peccato,
ed è la rovina dei viventi (v. 13),
rende cioè definitiva la separazione da Dio (vedi v. 16).
2,21-24 Origine del male e della morte
Il serpente del racconto di Gen 3
è qui identificato con il diavolo.
La morte fisica è effetto della condizione terrestre dell’uomo,
La morte spirituale è opera del peccato.
Dopo la morte fisica,
ci sarà un’indagine condotta da Dio su ogni uomo (1,9; 6,5-8).
Creazione ed escatologia
La morte - opera del peccato
Nel giorno del giudizio gli empi si vedranno accusati
anche dalla loro stessa coscienza (4,20; 5,3).
La morte spirituale, che essi hanno accolta sin da questa terra (1,16),
rivelerà loro tutta la sua mostruosità al di là della morte fisica (5,6-13).
Ma gli empi invocano su di sé la morte con le opere e con le parole;
ritenendola amica, si struggono per lei
e con essa stringono un patto,
perché sono degni di appartenerle (Sap 1,16)
Creazione ed escatologia
La morte - opera del peccato
Come mai [il giusto] è stato annoverato tra i figli di Dio
e la sua eredità è ora tra i santi?
Abbiamo dunque abbandonato la via della verità,
la luce della giustizia non ci ha illuminati
e il sole non è sorto per noi.
Ci siamo inoltrati per sentieri iniqui e rovinosi,
abbiamo percorso deserti senza strade,
ma non abbiamo conosciuto la via del Signore.
Quale profitto ci ha dato la superbia?
Quale vantaggio ci ha portato la ricchezza con la spavalderia?
Creazione ed escatologia
La morte - opera del peccato
Tutto questo è passato come ombra
e come notizia fugace,
come una nave che solca un mare agitato,
e, una volta passata, di essa non si trova più traccia
né scia della sua carena sulle onde;
oppure come quando un uccello attraversa l'aria
e non si trova alcun segno del suo volo:
l'aria leggera, percossa dal battito delle ali
e divisa dalla forza dello slancio,
è attraversata dalle ali in movimento,
ma dopo non si trova segno del suo passaggio;
Creazione ed escatologia
La morte - opera del peccato
o come quando, scoccata una freccia verso il bersaglio,
l'aria si divide e ritorna subito su se stessa
e della freccia non si riconosce tragitto.
Così anche noi, appena nati, siamo già come scomparsi,
non avendo da mostrare alcun segno di virtù;
ci siamo consumati nella nostra malvagità». (Sap 5,6-13)
Creazione ed escatologia
La fine dei giusti
Anche i giusti subiranno la morte fisica, ma per rimanere
presso il Signore e ricevere, per grazia, la corona (5,4-5).
«Questi è colui che noi una volta abbiamo deriso
e, stolti, abbiamo preso a bersaglio del nostro scherno;
abbiamo considerato una pazzia la sua vita
e la sua morte disonorevole.
Come mai è stato annoverato tra i figli di Dio
e la sua eredità è ora tra i santi?»
Creazione ed escatologia
La fine dei giusti
Dio allora, difendendo i giusti in un combattimento cosmico finale,
trasformerà il cosmo in deserto, a causa dell’iniquità degli empi:
il regno di questi ultimi sarà distrutto,
mentre resterà soltanto il regno dei giusti presso Dio (5,17-23).
«Egli prenderà per armatura il suo zelo e userà come arma il creato per punire i nemici,
indosserà la giustizia come corazza e si metterà come elmo un giudizio imparziale,
prenderà come scudo la santità invincibile, affilerà la sua collera inesorabile come spada
E l'universo combatterà con lui contro gli insensati.
Partiranno ben dirette le saette dei lampi e dalle nubi,
come da un arco ben teso, balzeranno al bersaglio;
dalla sua fionda saranno scagliati chicchi di grandine pieni di furore.
Si metterà in fermento contro di loro l'acqua del mare
e i fiumi li travolgeranno senza pietà.
Si scatenerà contro di loro un vento impetuoso e come un uragano li travolgerà.
L'iniquità renderà deserta tutta la terra e la malvagità rovescerà i troni dei potenti».
La ricompensa della Sapienza:
l’immortalità
R.E. Murphy:
il messaggio dei primi sei capitoli riguarda il rapporto fra la
Giustizia=la Sapienza con l’immortalità.
La Sapienza è la via per arrivare a Dio per gli esseri umani
(binomio corpo/anima, 1,4).
«La sapienza non entra in un'anima che compie il male
né abita in un corpo oppresso dal peccato».
È una combinazione del tutto greca, differente dallo
schema ebraico tradizionale, nel quale l’essere umano è
soffio vitale, lo spirito, e polvere della terra (cf. Qo 12,7).
La ricompensa della Sapienza:
l’immortalità
Un ammonimento:
per mezzo dello spirito della Sapienza che tutto pervade
(1,6-7),
Dio conosce tutte le malefatte e le punirà con la morte.
Ciò è contrario ai progetti divini,
perché la vita e non la morte è il proposito divino.
Tuttavia,
la «giustizia (dikaiosyne) rimane immortale (athánatos)».
L’immortalità
L’immortalità non ha la sua origine
nella stessa struttura umana,
ma nella relazione tra l’uomo e Dio.
La giustizia o la rettitudine è una relazione,
non una conquista umana:
«Abramo pose la sua fede nel Signore,
che glielo accreditò come atto di giustizia» (Gn 15,6).
La stessa idea si riflette in Sal 73,23-24:
«Ma io sono sempre con te:
tu mi hai preso per la mano destra.
Mi guiderai con il tuo consiglio
e poi mi accoglierai nella tua gloria».
L’immortalità
Questa relazione può essere infranta dalla scelta umana.
Da parte di Dio, però, essa è una posizione
per la quale coloro che restano fedeli
saranno onorati dopo la morte.
La lunga e oscura notte dello Sheol,
che proietta la sua ombra
su tutte le pagine della Bibbia,
è finita per il giusto.
L’immortalità
L’immortalità benedetta era stata descritta in Sap 3,9 con le
parole astratte «amore», «grazia» e «misericordia».
«Coloro che confidano in lui comprenderanno la verità,
i fedeli nell'amore rimarranno presso di lui,
perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti».
Adesso, Sap 5,5, viene presentata concretamente:
si è membri della famiglia di Dio;
il proprio destino è «quello dei santi».
«abbiamo considerato una pazzia la sua vita
e la sua morte disonorevole.
Come mai è stato annoverato tra i figli di Dio
e la sua eredità è ora tra i santi?»